Pensiero
Giusta estinzione del mondo pro-life italiano

La pagina Facebook della Marcia per la Vita, sulla carta la più grande manifestazione italiana contro l’aborto, scrive che la marcia 2022 non si farà.
«Oggi, un momento di riflessione ci sembra ancor più necessario. Per quanto riguarda l’anno 2022 è stato dunque deciso di prendere una pausa».
In pratica, si sbaracca. Il linguaggio del resto ricorda con precisione quello che si installa alla fine di un rapporto. Avete presente: «prendiamoci una pausa». «Mi stai lasciando?». «No, prendiamoci una pausa». Ecco, il «restiamo amici» in qualche modo manca. Forse no. Di «amici» parleremo più sotto.
Si consuma così l’estinzione definitiva del mondo pro-life italiano. Non poteva che essere così, visto che è arrivato l’asteroide, che si chiama pandemia, che si chiama vaccino COVID – il siero fatto, praticamente in tutti i casi, con pezzi di aborto. Quindi, uno potrebbe dire che, ignorando il tema per anni (cioè, per decenni), l’asteroide lo hanno un po’ chiamato. Uno potrebbe dire che lo hanno meritato. Forse glielo potrebbe aver mandato il cielo. Del resto, gli asteroidi è da lì che arrivano.
No, il già di per sé evanescente mondo pro-life italiano, di cui la Marcia per la Vita era in teoria la manifestazione più solida, in nessuna parte ha retto l’urto del meteorite COVID
No, il già di per sé evanescente mondo pro-life italiano, di cui la Marcia per la Vita era in teoria la manifestazione più solida, in nessuna parte ha retto l’urto del meteorite COVID.
Del resto, l’apice della questione si ebbe l’anno scorso quando, come documentato da Renovatio 21, quello che pareva un membro della «sicurezza» della marcia era andato a dire ad un signore di levare il suo cartello su vaccini e aborti. Ad un evento contro l’aborto, non si può parlare dell’aborto, proprio quando questo è distribuito materialmente in miliardi di deltoidi: non fa una grinza. No?
Fu triste, ma c’era da aspettarselo. Anche di questo ne abbiamo parlato per tempo. Se il dominus del giro organizzatore scrive enigmatici instant-book sulla solida liceità morale di spararsi sottopelle la siringa mRNA passata per il sacrificio umano, non è che ci fosse da attendersi altro.
Così come sapevamo che sarebbe venuto il momento in cui tutto sarebbe crollato. L’aborto, come tema «cattolico», non poteva che sgonfiarsi: non perché Bergoglio e i suoi diavoli modernisti lo abbiano declassato come peccato, ma perché l’asteroide piombato su di noi è infinitamente più pericoloso, aberrante, personale.
L’asteroide, con la sua scia di cellule HEK-293, riguarda le nostre vite, da vicino: l’asteroide vogliono ficcarcelo nel corpo.
L’asteroide non è una questione morale astratta, non è un prodotto di consumo ideologico (cioè, qualcosa che è in fondo ai conti, intrattenimento).
L’aborto è uno stalking horse, uno specchietto per le allodole. Un grande neon insetticida per falene e zanzare rimaste nella notte cattolica
L’aborto stavolta è qualcosa che succede ad altre persone in qualche ramo oscuro, in teoria inaccessibile (altrimenti avrebbero protestato anche lì, no?), dell’ospedale. No, questa volta l’aborto riguarda noi stessi, riguarda chiunque sulla Terra. E non sottomettersi alla pozione fatta con sacrificio umano ti costa, di fatto la libertà. E il lavoro. E gli affetti. E tanto altro.
Ci parlano di aborto, quando lo abbiamo puntato – ribadiamo, materialmente – sui nostri corpi e su quelli dei nostri cari. Ci parlano di aborto quando – in un incubo di stregoneria totale che dovrebbe rovesciare lo stomaco di qualsiasi cristiano – è già dentro alle membra della popolazione mondiale.
Insomma, avete capito: l’aborto è uno stalking horse, uno specchietto per le allodole. Un grande neon insetticida per falene e zanzare rimaste nella notte cattolica.
Questo è quello che vuole la gerarchia dei preti maledetti: occupatevi dell’aborto, magari perfino dell’eutanasia (con moderazione, perché anche lì a breve sbaraccano tutto: garantito al limone), ma lasciate perdere i vaccini, che ci abbiamo un rapporto con Pfizer quasi a livello di Israele. (per inciso: che la farmaceutica abbia chiesto, anche nel contratto col Vaticano, qualche collateral? Per il vaccino di aborto hanno ipotecato la Cappella Sistina? Chiedo per un amico)
Fate pure proteste per l’aborto, vi dicono i vescovi dell’inferno. Lasciate perdere tutta la questione farmaceutica, che da sempre – dai tempi di Sua Sanità il cardinale Angelini, forse da prima ancora – ci sta a cuore
Fate pure proteste per l’aborto, vi dicono i vescovi dell’inferno. Lasciate perdere tutta la questione farmaceutica, che da sempre – dai tempi di Sua Sanità il cardinale Angelini, forse da prima ancora – ci sta a cuore.
Massì, eddaje. Fateve ‘sta giornata a contestare la legge 194, che fa un 100, 130 mila morti all’anno. Ma mi raccomando, lasciate perdere la legge 40, quella sui bambini prodotti in laboratorio, che di morti ne fa già da un lustro molti di più, e non potrà che farne di più ancora, il doppio, il triplo, dieci volte – perché ogni riproduzione, secondo il piano, diventerà artificiale.
Parlate di interruzione di gravidanza (un morto alla volta, più o meno), mai e poi mai di fecondazione in vitro (mezze dozzine, dozzine di morti al colpo, dipendentemente da dove la fai). Aborto-brutto, provetta-bella.
Del resto, lo stesso afflato di distruzione dell’essere umano che c’è dietro ai bambini in vitro (per ciascuno dei quali, ripetiamo, vengono scartati eugeneticamente, sacrificati legalmente molti «fratellini») è quello che ha poi permesso a molti di tollerare l’idea di farmaci sperimentali fatti con feti assassinati – a centinaia.
Parlate di interruzione di gravidanza (un morto alla volta, più o meno), mai e poi mai di fecondazione in vitro (mezze dozzine, dozzine di morti al colpo, dipendentemente da dove la fai). Aborto-brutto, provetta-bella
Il paradosso è questo: il movimento pro-life, rimasto fermo per decenni al tema dell’aborto, mentre il mondo correva verso la filiera del sacrificio umano riprogenetico e farmaceutico, è servito a desensibilizzare il pubblico, a stordirlo e manipolarlo (in USA ultimamente hanno trovato un nome per il fenomeno: gaslighting).
Mentre si organizzavano marcette sull’aborto chirurgico ed una legge di quasi mezzo secolo fa, il mondo andava spedito vero l’uso indiscriminato di sacrifici fetali per farmaci e per la ricerca. Cellule che finiscono nei laboratori per farmaci, alimentari e cosmetici. Organi che vengono impiantati in topi da laboratorio.
Mentre i cattolici erano narcotizzati dal giro pro-vita, l’intera società veniva fatta poggiare sempre più sul sacrificio umano. Capolavoro di Satana. Non provate nemmeno a pensare che sia un’immagine simbolica: al momento, se non hai accettato le cellule di aborto nella tua vita non puoi nemmeno andare dal tabaccaio, mentre il tuo vicino che non si pone questi problemi sì, e anche il suo cane.
La naturale estinzione del mondo sedicente pro-life è una cosa che riteniamo giusta. Fa parte di quel reboot che ci si deve aspettare in un momento come questo, quando la realtà conflagra con le strutture umane. È lo stesso grande reset – proprio le parole giuste! – che invochiamo per la politica e per la gerarchia cattolica
Quindi, la naturale estinzione del mondo sedicente pro-life è una cosa che riteniamo giusta.
Fa parte di quel reboot che ci si deve aspettare in un momento come questo, quando la realtà conflagra con le strutture umane. È lo stesso grande reset – proprio le parole giuste! – che invochiamo per la politica e per la gerarchia cattolica.
Tuttavia, c’è da pregare che l’estinzione sia vera, e che spariti i dinosauri non saltino fuori altre specie di creature minori che colgano l’occasione al volo, come pare sia capitato, secondo Lascienzah darwiniana quella volta là.
Avevamo notato che «ci prendiamo una pausa» è quel tipo di fraseggio tremendo da fine rapporto. Tuttavia, nel catalogo delle amare separazioni c’è una situazione ancora peggiore: quando cominciano ad operare per presentare alla parte mollata «un amico». Così spariscono certi sensi di colpa, e pure le insistenze del mollato. Il mollato riaccoppiato non crea problemi, e se poi è l’unione programmata davvero con un «amico», la questione resta pure in casa: non si sa mai… È una cosa orrenda quanto rara, e spereremmo che non capiti a nessuno.
Tuttavia, una frase presenta nella dichiarazione di «pausa» della marcia ci fa pensare alla «strategia dell’amico»: «Se altri vorranno quest’anno manifestare pubblicamente per portare avanti gli irrinunciabili obiettivi dell’abrogazione totale della legge 194 e di tutte le leggi ingiuste attualmente presenti nel nostro ordinamento, per una difesa della vita senza compromessi dal concepimento alla morte naturale, seguiremo con attenzione la loro iniziativa».
Ora, un usignuolo ha sussurrato a Renovatio 21 che alcuni «amici» potrebbero essere già in moto, e che magari anche senza l’attenzione della vecchia marcia potrebbero voler rimettere in piedi un eventone pro-life, così da unire un po’ di siglette autistiche, associazioncine forforose, cani sciolti abbaianti sui social – e fare un po’ di pubblicità
Potrebbe realizzarsi quello che l’anno scorso avevamo scritto in forma di satira: vaccino, green pass per andare a protestare contro l’aborto. In un mondo dove ci vuole il green pass per andare a protestare contro il green pass, ha senso. In un mondo in cui dell’aborto non frega più nulla agli antiabortisti, ancora di più
Gli «amici» in questione, magari, fanno già conferenze con residui democristiani, manovali para-episcopali, catto-leaderini mai decollati, magari qualche personaggio da 8 per mille. Conferenze a cui si accede, magari, solo con il green pass.
Potrebbe realizzarsi quello che l’anno scorso avevamo scritto in forma di satira: vaccino, green pass per andare a protestare contro l’aborto. In un mondo dove ci vuole il green pass per andare a protestare contro il green pass, ha senso. In un mondo in cui dell’aborto non frega più nulla agli antiabortisti, ancora di più.
Post scriptum: sul sito della Marcia per la Vita, al momento in cui scriviamo, c’è ancora ben visibile la data per la prossima marcia, il 22 maggio 2022. Non sappiamo se abbiano cambiato idea, se vogliano tenere la data per il qualche «amico», o se semplicemente non hanno avuto ancora il tempo di aggiornare il sito. Quella volta, a togliere dal loro sito l’articolo del 2019 sul convegno di Renovatio 21 su vaccini e aborto, furono velocissimi.
Pensiero
Voi che uccidete Dio. E noi che lo permettiamo

Accuso voi che avete ucciso Dio quasi duemila anni fa, e che continuate a farlo ogni mese, ogni giorno, in ogni istante.
Voi uccidete Dio, nella costanza dell’Impero della morte di cui siete schiavi e soldati, e non volete smettere di farlo – perché molti di voi sanno esattamente quello che stanno facendo, e di questo, godono.
Voi che sterminate bambini, nati e non nati, su tutta la superficie della terra – e avete inventato leggi per farlo in tranquillità.
Voi che pervertite i bambini, li drogate, li mutilate.
Voi che i bambini li bombardate senza pietà – quando sono a casa, per strada, in ospedale.
Voi che distruggete le famiglie con tutti i mezzi sociali, politici, legali che avete a disposizione.
Voi che sfruttate i lavoratori, che fate loro pagare una tassazione che li strangola.
Voi che condannate i malati a veleni del corpo e della mente.
Voi che bestemmiate il Suo nome, con indifferenza, o rabbia infame.
Voi che bruciate le Sue chiese, o le demolite, o le trasformate in appartamenti e Bed and Breakfast.
Voi che perseguitate i cristiani praticamente in tutto il pianeta, trucidandoli nel silenzio delle istituzioni.
Voi che inquinate con droghe statali le menti delle persone, rendendole ancora più infelici, se non omicide.
Voi che squartate a cuor battente le persone – sempre per legge! – solo perché hanno fatto un incidente.
Voi che producete bambini con gli alambicchi, disintegrandone quantità immani nel processo.
Voi che agite per popolare la Terra con una generazione di mostri biologici.
Voi che state riprogrammando l’Europa in un luogo di caos e devastazione, paganesimo e massacro.
Voi che avete deviato la carità in una follia suicida e genocida.
Voi che godete dell’iniquità demoniaca inflitta a tutti noi.
Voi uccidete Nostro Signore anche nell’anno 2025, in ogni singolo momento di esso.
E noi. Noi che lo permettiamo. Noi che rifiutiamo di intervenire dinanzi a queste stragi senza fine.
Noi che parliamo, cianciamo, ma che in fondo nulla otteniamo per fermare questa macchina di Morte.
Noi che alziamo le mani dinanzi allo Stato della Necrocultura, anzi continuiamo ad obbedirgli, a versargli le nostre tasse – a breve automaticamente.
Noi che conosciamo l’ingiustizia sterminatrice, ma spesso facciamo finta di nulla.
Noi che piangiamo, ma non sappiamo impedire l’orrore.
Noi che riconosciamo che Cristo è il Sacrificio di Dio per l’uomo, mentre il mondo moderno è – esattamente come nei tempi degli dèi pagani, nei programmi dell’Inferno – il sacrificio dell’uomo per il Dio: l’inversione satanica della vita, della creazione, del cosmo, dell’amore divino.
Noi che sappiamo, noi che abbiamo visto, eppure scappiamo davanti alla Croce.
Dio muore per i nostri peccati. Oggi stesso. Sì.
Roberto Dal Bosco
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Immagine: Carl Bloch (1834-1890), Crocifissione (180), Museo Nazionale di Storia Naturale, Copenhagen.
Immagine di sdalry via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 2.0
Pensiero
Il re della morte parla in Parlamento. La democrazia italiana applaude

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Cost of living crisis? That’s just for the plebs. Meanwhile at the Palace of Versailles, King Charles, President Macron and various celebrities and politicians indulged in a lavish State Banquet back in 2023.pic.twitter.com/CmjkjvRAbM
— James Melville 🚜 (@JamesMelville) September 6, 2024
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Pensiero
Perché non stupirsi se Mattarella premia Burioni

Proprio così: il virologo di social e programmi TV Roberto Burioni è stato premiato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
La cerimonia svoltasi al Quirinale – palazzo dei papi, poi usurpato dal re savoiardo, per finire ereditato dalla presidenza repubblicana – consisteva nella consegna di medaglie al «Merito della Sanità Pubblica» e ai «Benemeriti della Salute Pubblica». Al Burioni il presidente, accompagnato del ministro della Salute Orazio Schillaci (già nel famigerato CTS pandemico, poi passato tranquillamente a fare il ministro per la Meloni) ha consegnato una medaglia di bronzo.
Siamo informati che per l’occasione era presente anche il Capo di Stato Maggiore della Difesa Luciano Portolano: presenza militare non solo simbolica, visto che la vaccinazione genica sperimentale è stata portata sul territorio con grande sforzo dalle Forze Armate della Repubblica Italiana.
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I giornali riportano la motivazione del prestigioso premio al medico conosciuto sui social: «Per essersi distinto per il suo impegno costante a difesa della scienza e nella promozione delle vaccinazioni come indispensabili e fondamentali strumenti di prevenzione della Salute Pubblica».
«È stata una grandissima emozione» ha commentato il Burioni secondo Il Resto del Carlino. «Il presidente mi ha fatto i complimenti. Ed è stato anche un bel momento per incontrare il generale Francesco Paolo Figliuolo, un amico dai tempi della pandemia, così come il professor Franco Locatelli (presidente del Consiglio superiore di sanità)».
Già: Figliuolo, pensavamo di averlo dimenticato. Locatelli, pure. Anzi forse lui e l’Ospedale Bambin Gesù no.
È stato notato che siamo dinanzi ad un bel paradosso – specie per il ministro Schillaci, espressione del governo della destra che tenta di mettere in piedi una Commissione parlamentare sull’era COVID, ma poi premia uno dei suoi attori più discussi.
Perché Burioni non è stato spettatore dello spettacolo pandemico, così come non lo è stato durante tutto il teatro vaccinale iniziato anni prima del coronavirus. La polvere sollevata dal professore del San Raffaele è stata tantissima, provocando reazioni che non venivano unicamente da antivaccinisti e compari.
Rammenterete: nel febbraio 2020 va da Fazio a dire che non c’è nessun pericolo («in Italia il rischio di contrarre questo virus è 0, perché il virus non circola»), la mascherina non proteggono dal virus, poi cambia tutto con il mutare degli ordini internazionali. Assicura che chi sostiene che il virus sia fuggito dal laboratorio non ha capito nulla e va deriso («L’ultima scemenza è la derivazione del coronavirus da un esperimento di laboratorio. Tranquilli, è naturale al 100%, purtroppo»), poi, sempre con il cambiamento estero, fa retromarcia anche lì. Si fa plurime dosi di siero genico sperimenale, poi prende lo stesso il COVID («Mi sono vaccinato poco prima della ripresa delle lezioni universitarie ma non è servito»). Capita.
Nel mezzo, la quantità di uscite spietate, come quella sui no-vax «agli arresti domiciliari chiusi in casa come dei sorci», frecce a tutti, persino a coloro che gli avevano giustamente fatto notare che valigie si scriva con la i (aveva scritto in un post «valige», rivendicandone erroneamente la correttezza ortografica). Addosso a tutti, alla ragazza disabile leghista, all’endocrinologa della Statale, all’influencer, a Susanna Tamaro, a Heather Parisi, a Novak Djokovic, a chiunque osi contraddirlo.
Anthony Fauci, quello che ha ottenuto la grazia preventiva nelle ultime ore di Biden (anche lì: virologi protetti da presidenti…), ad un certo punto della sbornia di potere pandemico arrivò a suggerire di essere lui stesso la scienza. Burioni non ha mai avuto bisogno di arrivare a tanto.
C’è da chiedersi come il presidente Mattarella, il nutrito team che lo assiste, non si renda conto che premiare chi attaccava e canzonava mezza Italia manda un messaggio preciso, e tremendo, a tutta quella parte della popolazione italiana, che non è poca, ed è pure – grazie ai danni da vaccino – in netto aumento.
Del resto, abbiamo visto ancora ai tempi della legge Lorenzin – la grande prova prodromica della biopolitica pandemica e del totalismo vaccinale – il ruolo che le istituzioni avevano ritagliato per questo dottore diventato famoso improvvisamente.
Aveva iniziato con post su Facebook che terrorizzavano assai: ecco la foto di quello che, avendo avuto il morbillo perché non vaccinato, è cresciuto rovinato. Ecco i commenti contro chiunque osasse contraddirlo. Ecco la gioia per i primi medici che venivano radiati causa vaccini (è il caso del dottor Roberto Gava, la cui radiazione fu salutata dal nostro come «un atto di civiltà») – sì, avevano iniziato prima dell’mRNA.
Ci stupiva la velocità con cui la figura di questo ricercatore mai sentito prima veniva ingigantita. Colpiva il dato bibliografica: prima della legge che obbliga i nostri figli ad essere sierati per andare a scuola, Burioni aveva pubblicato con altri un libro scientifico per un editore minore di Urbino.
Come entra in gioco la Lorenzin le maggiori case editrici nazionali lo pubblicano a ripetizione, con frequenza mai vista. Libri con titoli non troppo sibillini: Il vaccino non è un’opinione. Le vaccinazioni spiegate a chi proprio non le vuole capire (Mondadori, 2016); La congiura dei somari. Perché la scienza non può essere democratica (Rizzoli, 2017); Balle mortali. Meglio vivere con la scienza che morire coi ciarlatani (Rizzoli, 2018). Tutto chiarissimo. L’insuperato sito satirico italiano Lercio ci fece un titolo: «Uscito nuovo libro di Burioni, si intitola ‘”Cazzo lo compri a fare ché sei un analfabeta di merda”».
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Il dottore marchigiano, la cui carriera fino ad allora, non era stata quella di star della scienza, pareva ben appoggiato. Venne presentato a Milano nel 2019 il «patto trasversale per la scienza» in cui Burioni si univa con Enrico Mentana (la cui testata Open fu poi assunta da Facebook nella lotta alle fake news anche su virus e vaccini: Renovatio 21 lo sa bene) e pure Beppe Grillo, oltre che Matteo Renzi e radicali eutanatici vari.
Gli va riconosciuto che anche se le istituzioni gli sono andate incontro – apice l’ospitata fissa in RAI da Fabio Fazio, lui mica si è istituzionalizzato. È rimasto quello di sempre: sparate sui social come non mai.
Insomma: il potere vaccinista – su cosa intendiamo speriamo di dare qualche ragguaglio nelle prossime righe – se lo teneva stretto, forse perché non aveva altro (pensate a Lopalco: ronzava da quelle parti, per poi essere ficcato dal PD alla Regione Puglia), forse perché, come usiamo dire su Renovatio 21, le sceneggiature di cui dispongono sono poche, sono sempre le stesse, e lo stiamo vedendo in questi giorni con Kennedy: voilà, epidemie di morbillo, e poi Gardaland, pardon, Disneyland…
Il tema tuttavia non nemmeno è Burioni: è la decisione della presidenza della Repubblica di premiarlo, nonostante sia in polemica, oltre che con una larga fetta della popolazione, anche con vari politici (il ministro Salvini, per esempio) e pure qualche giornale dell’establishment (Travaglio non lo ama certo). Perché?
Bene, riveliamo che il rapporto tra il Quirinale e i vaccini è più serio di quanto si pensi. E non solo per il capolavoro visto in tribunale a Milano, quando in una sentenza sulla vaccinazione di una minore (il papà separato voleva sierare la figlia, la mamma proprio no) Mattarella venne citato a mo’ di fonte giuridica: si tratta di un discorso dato nell’estate 2021 alla tradizionale cerimonia del Ventaglio organizzata dall’associazione stampa parlamentare al Quirinale: si «trascura tra l’altro il monito del Presidente della Repubblica che il 28 luglio ha detto che la vaccinazione è un dovere morale e civico» avevano scritto i giudici.
C’è qualche segno più interessante che è stato dato in passato.
Ottobre 2016, a Roma arriva il dottor Andrew Wakefield per presentare il film sui danni da vaccino Vaxxed. Wakefield è gastroenterologo di successo che, avendo pubblicato nel 1998 uno studio (con altri dieci ricercatori!) in cui chiedeva più ricerche riguardo alla possibile correlazione tra vaccino trivalente e autismo. Una figura primaria per gli antivaccinisti e per il sistema (fatto di tutto il consenso di medici e politici che i soldi di Big Pharma possono comprare) che li combatte.
Ebbene, nelle stesse ore in cui Wakefield mostrava il suo film in Italia, incredibilmente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella attacca pubblicamente chi osa dubitare dei vaccini: «Le affermazioni di chi li critica sono sconsiderate e prive di fondamento».
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Mattarella non fece alcun nome, ma in tanti pensarono che il riferimento al dottore no-vax par excellence fosse incontrovertibile.
Di qui la domanda: perché il capo dello Stato di un Paese G7 da 60 milioni di abitanti deve muoversi per un’inezia simile? Wakefield è un medico radiato (se leggete il suo nome in un articolo di Repubblica o del Corriere difficile che non sia preceduto dalle parole «screditato» o «ciarlatano»), vive con discrezione in Texas dopo una persecuzione professionale assoluta nel suo Paese, la Gran Bretagna.
La proiezione di Vaxxed era una cosetta che riguardava pochi scappati di casa antivaccinisti adirati per la legge Lorenzin, con le sale cinematografiche affittate alle bisogna, col problema che talvolta i gestori si potevano pure tirare indietro all’ultima.
Un presidente che si muove contro un (ex) dottorino della frangia più impresentabile e vituperata…? Perché?
La risposta che ci siamo dati, allora come oggi, è semplice-semplice: con ogni evidenza, i vaccini sono per il sistema mondialista un argomento misteriosamente fondamentale, ed ogni critica – costi pure far muovere un presidente – deve essere ridotta a tabù.
Vogliamo far risuonare nella testa del lettore qualche altra eco. Renovatio 21 è tra le poche voci al mondo che ricorda i legami arcaici tra vaccinismo e massoneria. Abbiamo scritto dello strano caso dei medici massoni italiani che si palesarono da Jenner prima ancora che questi finisse i suoi esperimenti omicidi. Abbiamo scritto dei programmi di «vaccinazione universale», portati avanti con fake news e coercizione, realizzati dalle élite massoniche che avevano fatto l’Italia unita – provocando, in casi indicibili, rivolte tra la popolazione che vedeva i danni.
È quell’Italia unita che celebriamo a forza anche oggidì quando ci parlano di «Risorgimento». L’Italia progettata e realizzata da forze massoniche, che hanno continuato a lavorare salvo (forse) una pausa sanguinaria del ventennio e della Seconda Guerra.
Ora, facciamo uno sforzo per capire che certe cose, anche a distanza di secoli, non si possono dimenticare. Lo abbiamo visto, in tutto il suo orrore, alle Olimpiadi di Parigi, quando è divenuto chiaro che a distanza di due secoli e mezzo al potere in Francia c’è ancora chi è ossessionato dal sangue della regina decapitata, dallo scherno ad ogni costo del cristianesimo, dall’umiliazione dell’essere umano da sottomettere alla meccanica della Rivoluzione.
I vaccini, riteniamo, non sono un tema dissimile da questi. Un’eredità di un passato che solo apparentemente è rimosso, ma i cui attori ancora tramano, e strepitano, nell’ombra. Sempre meno, nell’ombra…
Da qui alle premiazioni ritualizzate dello Stato moderno, figlio delle devastazioni degli ultimi tre secoli, il passo è breve.
Abbiamo voglia di notare come il figlio di Bernardo Mattarella altre volte ha lanciato strali – sempre senza fare nomi… – contro figure che non sembrano congeniali all’ordine internazionale così come lo conosciamo: rammentiamo i ripetuti attacchi a Elon Musk.
Elone aveva da poco comperato Twitter. Il presidente dichiarò che «il modello culturale dell’Occidente è sotto sfida (…) bisogna evitare che pochi gruppi possano condizionare la democrazia».
Parole che non sentimmo nel maggio 2022 quando Marco Zuckerberg calò in Italia venendo ricevuto a Palazzo Chigi dal premier Mario Draghi (che era presente all’ultimo discorso di Mattarella) e dal ministro della Transizione Digitale Vittorio Colao.
È lo stesso Mattarella che nel 2016, abbiamo preso nota anche di questo, parlava alla plenaria Commissione Trilaterale riunitasi a Roma ringraziando David Rockfeller, il quale «ebbe l’intuizione di dar vita alla Commissione, si mosse nell’intento di capitalizzare le risorse e le energie degli ambienti imprenditoriali, culturali e sociali in America, Europa e Giappone, per superare le rigidità che sovente accompagnano le relazioni ufficiali tra Governi, così da fornire interpretazioni non formali ma originali di fenomeni complessi e dalle ampie ramificazioni».
Insomma: attenti agli oligarchi, a parte certi. E se parliamo della pianta dei Rockefeller, come per massoneria e vaccinismo, e ancora più in là sulla loro idea per la popolazione terrestre, il discorso si fa davvero abissale…
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Il gioco, quindi, è un po’ più grande e profondo di quello di Burioni.
Il quale Burioni epperò, a differenza di noi sudditi che durante il COVID abbiamo perso il lavoro e abbiamo preso sputi dai volenterosi carnefici dell’apartheid biotica, ha ricevuto dalla massima carica dello Stato italiano una medaglia di bronzo.
Di bronzo. A questo punto scatta inaspettatamente una memoria musicale: è la voce di Rocco Tanica, al secolo Sergio Conforti (1964-), che, con potente poesia, canta: «Fra le maschere che un uomo può indossare ricordiamo l’argilla / Fra le maschere che un uomo può indossare come non citare il bronzo».
Si tratta della canzone di Elio e le Storie Tese intitolata «Shpalman» (2005), che narra di un improbabile supereroe del Naviglio piccolo che vendica coloro che sono stati derubati da «tamarri dietro l’angolo» spalmando materia in faccia agli aggressori.
E così, eccoci qui, anche noi, ridotti nella nostra mente ad invocare un vendicatore, che viaggi nei secoli e riporti quella Giustizia di cui andiamo fantasticando nel nostro cuor.
Le maschere, anche quelle di bronzo, siamo sicuri, ad una certa cadranno tutte. Quel che si farà dopo, non lo sappiamo bene.
Roberto Dal Bosco
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