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Linee cellulari

La questione della moralità dei vaccini COVID: l’uso della linea cellulare criminale HEK 293

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Renovatio 21 pubblica questo saggio di padre Joseph, ordinato nella Fraternità San Pio X nel 1993, già Superiore del Distretto di Francia e ora cappuccino nel convento di Morgon, sempre collegato all’opera della Fraternità San Pio X. L’articolo è uscito sulla rivista francese Civitas e sul sito belga Médias-Presse Info.

 

 

 

 

In omaggio alla dottoressa Alexandra Henrion-Caude e a Madame Pamela Acker per il loro coraggio.

 

 

 

«Se uno, tanto de’ figli di Israele quanto de’ forestieri dimoranti in Israele, offrirà un suo figliuolo all’idolo Moloc, sia messo a morte (…) Io mi metterò contro di lui, lo reciderò di mezzo al suo popolo, per aver egli dato un de’ suoi figli a Moloc, contaminato il mio santuario, e profanato il mio santo nome» (1)

 

«(…) Quelli che vivono conformandosi in tutto alla Legge divina, si astengono da quei rimedi che non risultino ordinati da Dio alla guarigione. Anche se a loro sia manifesta la probabile guarigione proveniente dall’uso di quei rimedi, tuttavia li aborriscono, come malie e arti magiche del demonio.».

 

Queste parole sono tratte dal Catechismo del Concilio di Trento nella sua spiegazione della settima richiesta della Preghiera domenicale. Ci portano a interrogarci, oltre che alla reazione istintiva di molti cattolici, su queste informazioni geniche – impropriamente chiamate vaccini – il cui sviluppo deriva da cellule umane di un feto abortito.

 

Il fatto non è in discussione. La signora Pamela Acker, nelle sue successive interviste su LifeSiteNews e nel suo libro Vaccination: a Catholic Perspective ci fornisce una documentazione della massima importanza sull’argomento e che utilizzeremo per il nostro studio, che si limiterà essenzialmente a stimare la moralità dell’accettazione a farsi vaccinare quando il vaccino richiede cellule HEK-293 nella sua fabbricazione (2).

 

La ringraziamo per averci trasmesso anche le riflessioni di Alvin Wong in The Ethics of HEK-293 e per averci così dato l’opportunità di scoprire altri autori americani che da quasi vent’anni comunicano un’argomentazione teologica sulla questione. Bisogna riconoscere che i cattolici degli Stati Uniti, negli ambienti conservatori o tradizionali, hanno preso un forte vantaggio su di noi su questo tema e che sarebbe molto sbagliato trascurare il loro pensiero.

 

Nel presente lavoro, dopo aver descritto l’origine della linea cellulare HEK-293 (I), e spiegato le sue relazioni nella fabbricazione e produzione di vaccini contro il COVID (II), cercheremo di identificare ed enumerare i peccati commessi durante la preparazione dei vaccini (III) e poi proporremo una riflessione di ordine morale sulla conduttività del peccato (IV).

 

Infine, si cercherà di stimare a quale distanza stia il consenso a vaccinarsi dai peccati commessi (V).

 

 

1) Sull’origine delle cellule HEK-293

«HEK» è l’acronimo per «rene embrionale umano». Ci sono prove qui che l’origine della linea cellulare che porta questo nome proviene dal rene di un embrione umano.

 

Il numero 293 ci dice il numero di esperimenti precedenti che sono stati necessari per portare allo sviluppo stabile e quasi immortale di questa linea cellulare.

 

«Questo non significa che ci siano stati 293 aborti, ma per 293 esperimenti ci vuole più di un aborto. Probabilmente stiamo parlando di centinaia di aborti» (3).

 

Per dare un ordine di grandezza, sappiamo che per la linea cellulare WI38, ugualmente derivante da un feto abortito, ci sono voluti 32 aborti. (4)

 

Questa proporzione è più o meno la stessa nel caso di molte altre linee. Se ci si basa su questa proporzione, ci sarebbero stati più o meno 246 aborti prima di quello del feto abortito nel 1972 nei Paesi Bassi e da cui ha avuto origine la cosiddetta linea cellulare HEK-293.

 

Se si trattasse di un aborto spontaneo, che ci sono pochissime possibilità di poter intervenire in tempo. Solo l’aborto consente di estrarre l’agognato rene con grande rapidità

Nel suo libro The Ethics of HEK-293, Alvin Wong cita un’intervista al dottor Alex van der Eb che fu coinvolto nello sviluppo di questa linea e che specifica, per quanto ricorda, che il feto all’origine di questa linea era perfettamente normale. Le ragioni di questo aborto probabilmente gli erano note ma non le ricorda (5). Questo feto era quello di una bambina.

 

Wong fornisce le molte ragioni convincenti per cui è estremamente probabile che l’aborto iniziale del lignaggio HEK-293 non fosse un aborto spontaneo ma un aborto volontario. Va notato soprattutto, come spiega Pamela Acker, che i ricercatori hanno bisogno di ottenere tessuto umano entro cinque minuti dall’aborto in modo che sia certamente utilizzabile (6). Rimuovere il rene un’ora dopo la morte del feto non è più utile.

 

Tuttavia, è ovvio, se si trattasse di un aborto spontaneo, che ci sono pochissime possibilità di poter intervenire in tempo. Solo l’aborto consente di estrarre l’agognato rene con grande rapidità.

 

In questa logica si comprende il desiderio dei ricercatori che i bambini vengano messi al mondo tramite taglio cesareo. È infatti quando vengono recuperati vivi che le possibilità di estrarre il rene nelle migliori condizioni sono ottimali.

 

Il rene viene quindi estirpato da un corpo fetale il cui cuore spesso batte ancora.

Il rene viene quindi estirpato da un corpo fetale il cui cuore spesso batte ancora.

 

L’eradicazione dell’organo avviene normalmente senza anestesia per non creare perturbazioni cellulari. Si possono anche esercitare pressioni sulle madri per ritardare la data dell’aborto al fine di raccogliere un rene più sviluppato.

 

 

2) Sull’utilizzo delle cellule HEK-293 nella fabbricazione del «vaccino» contro il COVID (8)

Per arrivare ai vaccini commercializzati dai laboratori, dobbiamo distinguere tre diversi usi dalle cellule HEK-293.

 

Il primo avviene nella fase di progettazione e produzione del vaccino.

 

Il secondo avviene nella fase di sperimentazione della sua efficacia e il terzo per consentire i test di efficacia dei lotti di vaccini prima di utilizzarlo.

 

Spieghiamo brevemente in cosa consistono nel differenziare i vaccini convenzionali dai cosiddetti vaccini ad RNA messaggero per le fasi di progettazione e produzione.

 

Per i vaccini basati su un vettore virale, le cellule HEK-293 possono essere utilizzate in tutte le fasi della loro preparazione: per la progettazione e produzione del vaccino mediante trasfezione di dette cellule.

 

Al contrario, per i cosiddetti vaccini a RNA messaggero, anche se l’acido nucleico è prodotto mediante biotecnologia dal cariotipo del Coronavirus, gli scienziati sono stati costretti a creare geneticamente una proteina spike più resistente di quella che esiste in natura. Tuttavia, gli esperimenti al fine di ottenere le mutazioni desiderate nella proteina sono stati inizialmente condotti in cellule HEK-293. Pamela Hacker conclude: «la proteina spike codificata dai vaccini è stata originariamente sviluppata in cellule fetali abortite». (8)

 

Sebbene i «vaccini» offerti dai laboratori che utilizzano cellule HEK-293 non contengano teoricamente alcun residuo di queste cellule umane, in pratica non lo si può affermare con certezza

Successivamente, prima di tentare di iniettare il vaccino in un essere umano, si è iniziato testandolo in coltura cellulare in laboratorio perché è molto più economico e meno pericoloso che provare a testarlo sull’uomo. È stato quindi possibile verificare che l’mRNA prodotto artificialmente permetteva di ottenere la produzione voluta della proteina. Lo stesso vale per i vaccini convenzionali. Ora, queste verifiche sono state effettuate su cellule HEK-293.

 

Infine, ogni volta che vengono prodotti nuovi lotti, o molto spesso, se ne constata per la prima volta l’efficacia sulle cellule HEK-293.

 

Concludiamo dicendo che, sebbene i «vaccini» offerti dai laboratori che utilizzano cellule HEK-293 non contengano teoricamente alcun residuo di queste cellule umane, in pratica non lo si può affermare con certezza.

 

Infatti, la purificazione dei vaccini viene generalmente effettuata mediante centrifuga perché questo processo è poco costoso. Se si volesse una perfetta garanzia di purezza, si dovrebbero usare mezzi ben più costosi.

 

 

3) Identificazione ed enumerazione dei peccati commessi per portare alla commercializzazione di «vaccini».

Ora siamo in grado di distinguere, enumerare e identificare la serie dei peccati passati e presenti per portare i vaccini sul mercato, e quelli prevedibili in futuro per alimentare il mercato.

 

1)Peccati passati

1. In origine, gli aborti

Abbiamo ipotizzato l’intervallo plausibile del numero di aborti necessari per ottenere le cellule renali in buone condizioni ricercate: tra 240 e 250 e abbiamo indicato le ragioni per escludere l’ipotesi di aborti spontanei.

 

Se è vero che un singolo aborto è un crimine abominevole, la fossa comune di bambini che scopriamo all’origine della linea cellulare HEK-293 si aggiunge singolarmente a questo orrore e sottolinea il cinismo dei mercanti di carne umana, degli habitué al crimine.

 

Anche se gli aborti non sono stati decisi in vista dell’ottenimento di cellule umane, si vede che il metodo utilizzato è stato scelto con questa intenzione.

 

2. Vivisezione sugli esseri umani

Non conoscendo un termine più appropriato, usiamo qui la parola che designa le dissezioni che si fanno su animali vivi, ma che vengono in questo caso praticate su bambini che sono stati strappati dal grembo materno.

 

Questa macelleria sui bambini vivi viene probabilmente ripetuta tante volte quanti sono stati gli aborti.

Hanno un rene o l’altro rimosso, se possibile mentre sono ancora vivi, in modo che il tessuto raccolto sia di migliore qualità.

 

Si evita addirittura di procedere ad un’anestesia preliminare per non rischiare una rottura delle cellule.

 

Questa macelleria sui bambini vivi viene probabilmente ripetuta tante volte quanti sono stati gli aborti.

 

3. Privazione di entrambe le vite

Tutti questi bambini muoiono senza essere battezzati e vanno nel limbo.

 

Gli omicidi li privano non solo della loro esistenza terrena, ma anche della speranza della beatitudine celeste.

 

Allo stesso tempo, privano Dio di tutti coloro che avrebbero potuto essere suoi figli per grazia e suoi adoratori in Cielo.

 

Chi guarda le cose secondo Fede deve riconoscere in questo terzo peccato il colmo dell’abominio.

 

4. Furto e furto di organi

I bambini scuoiati ovviamente non hanno dato il loro consenso all’estrazione dei reni per l’uso nella scienza, nella ricerca o nell’industria. E, ammettendo che una madre abbia accettato che il suo bambino fosse consegnato vivo agli scorticatori, il suo consenso, dopo quello che ha dato per l’omicidio del suo bambino, è ingiusto, privo di qualsiasi valore.

 

Il segno indiscutibile di questa usurpazione risiede nella lettura del DNA di qualsiasi cellula della linea HEK-293. Dimostrerebbe in modo infallibile che il DNA è quello di una persona unica, quello di questo embrione ucciso nel 1972 nei Paesi Bassi.

Sarebbe ammissibile che la pratica della vivisezione escludesse definitivamente ogni legittimità per il recupero degli estratti di questi reni?

 

Vi è quindi, all’origine, il furto criminale di organi umani. Va aggiunto qui che non c’è solo furto ma anche usurpazione, perché c’è davvero un’appropriazione indebita dei diritti su questi organi.

 

Il segno indiscutibile di questa usurpazione risiede nella lettura del DNA di qualsiasi cellula della linea HEK-293. Dimostrerebbe in modo infallibile che il DNA è quello di una persona unica, quello di questo embrione ucciso nel 1972 nei Paesi Bassi.

 

Se è vero che l’uomo ha solo l’usufrutto del suo corpo e che il suo usufrutto cessa dalla sua morte fino alla risurrezione dei corpi, i resti di questo corpo appartengono solo a Dio e devono essere deposti in terra. Nel corso dei secoli, i saprofagi e scorticatori sono stati puniti con la morte.

 

2)Peccati presenti

5. Ricettazione e sfruttamento illegittimo di cellule umane:

La ricettazione è il possesso ingiusto di ciò che non ci appartiene. I laboratori in possesso di cellule HEK-293 sono colpevoli di ricettazione di cellule umane.

 

La loro attività a partire da queste cellule rimane illegittima sulla base dell’iniziale usurpazione criminale e nessuna prescrizione può essere ammessa in tale materia.

 

Il triplice utilizzo che viene fatto di queste cellule per la progettazione, produzione e verifica dell’efficacia del vaccino e della qualità dei suoi lotti immessi sul mercato è quindi illegittimo.

 

6. Collaborazione all’industrializzazione del corpo umano

I laboratori, eredi di furti criminali, usurpatori di organi umani, ricettatori e sfruttatori di questi tessuti, sono ovviamente attori della gigantesca impresa di mercificazione del corpo umano.

 

I laboratori, eredi di furti criminali, usurpatori di organi umani, ricettatori e sfruttatori di questi tessuti, sono ovviamente attori della gigantesca impresa di mercificazione del corpo umano.

Pur essendo attori, sono allo stesso tempo complici, formalmente complici di questa terrificante e multiforme attività di strumentalizzazione dei corpi delle persone umane più deboli e quindi in particolare di quelle ancora intrauterine.

 

Se è vero che questa complicità non entra direttamente nella genealogia dei peccati che separano gli aborti iniziali dai vaccini proposti, è comunque necessario tenerne conto.

 

7. Iniezione di un vaccino contenente scorie umane

I laboratori non possono garantire che i vaccini non contengano scorie di cellule umane. Esiste quindi il rischio di un’iniezione di frammenti di DNA, anche se presenti solo in quantità infinitesimali.

 

Si tratta quindi in definitiva di sfruttare direttamente qui qualcosa del feto abortito nel vaccino.

 

Questa volta non si tratta più semplicemente della strumentalizzazione del corpo umano al servizio della fabbricazione del vaccino ma dell’iniezione di frammenti umani recuperati a seguito di un omicidio.

 

È facile capire che consideriamo qui una nuova specie di gravità. Non si può ribattere che le scorie umane si trovano in quantità infinitesimali, perché il più piccolo filamento di DNA è sufficiente per caratterizzare la natura umana.

 

3. Peccati a venire

8.Incoraggiare il circolo vizioso della creazione di nuove linee cellulari fetali:

Sebbene siano qualificate come immortali, le linee cellulari in realtà non lo sono. Non durano indefinitamente e, naturalmente, quando si esauriscono, i laboratori dovranno crearne altre. Allora ricomincia la serie degli stessi peccati commessi e ricomincerà sempre di nuovo finché la protesta non si farà sentire.

 

 

4) Considerazioni generali sulla conduttività del male morale:

1. Il nostro obiettivo ora è indagare sulla moralità del consenso a ricevere un vaccino che è stato realizzato utilizzando cellule HEK-293. Immaginiamo che non ci sia altra difficoltà nel ricevere questo vaccino (il che non è vero) se non quella della serie dei peccati che abbiamo appena enunciato: la domanda è se sia legittimo vaccinarsi. Non possiamo dire che si tratta principalmente di peccati che appartengono al passato, che dobbiamo certamente deplorare ma che il danno è fatto e che ricevere o meno il vaccino non cambierà più nulla?

 

Sebbene siano qualificate come immortali, le linee cellulari in realtà non lo sono. Non durano indefinitamente e, naturalmente, quando si esauriscono, i laboratori dovranno crearne altre. Allora ricomincia la serie degli stessi peccati commessi e ricomincerà sempre di nuovo finché la protesta non si farà sentire.

2. Con un esempio di facile comprensione, vediamo che non è perché un peccato è avvenuto in passato, senza che noi vi abbiamo preso parte, che non possiamo esserne moralmente contaminati. Prendiamo un uomo che ha rubato un milione di euro. Lui muore. Il figlio – consapevole del furto del padre – eredita e non restituisce la somma rubata. Lui a sua volta muore ed eredita il figlio, consapevole del furto del nonno… Sono amico di questo nipote che mi regala un’auto comprata con questi soldi, avvertendomi della sua provenienza rubata. Ho diritto a ricevere l’auto? No. Se la accettassi, ruberei. Possiamo quindi vedere chiaramente che c’è una trasmissione dei peccati passati che può avere un forte impatto sulla moralità dei peccati presenti. Per certi atti che compiamo, si svolge come una sorta di appropriazione di atti precedenti altrui, la cui moralità ridonda sulla nostra.

 

3. Può essere sufficiente approvarli per farli ricadere su di noi. Ma la loro risonanza in noi diventa ancora più penetrante quando entriamo nel compiacimento che deriva dalla fruizione di questi atti passati. Se si tratta di peccati, l’appropriazione di questi atti rischia di avvenire in modo molto profondo.

 

4. Tuttavia, ci sembra sbagliato parlare di cooperazione con il male quando si vuole parlare della connessione che si stabilisce tra un atto del presente e un atto del passato. Infatti, la nozione di cooperazione presuppone l’esercizio di una causalità, di un’influenza reale su un peccato. Quindi dovrebbe essere usata solo in caso di peccato presente o futuro.

 

5. Nonostante questa differenza tra atti passati da un lato e atti presenti e futuri dall’altro, si deve riconoscere, tuttavia, che le distinzioni che individuano la natura della cooperazione e la sua liceità sono utili anche per analizzare la questione del diritto di godere dei frutti di un peccato.

 

6. Ricordiamo quindi che la cooperazione al peccato non è mai possibile se è formale, cioè se il cooperante ha fatto sua la cattiva intenzione dell’attore del peccato. È anche illecita se è immediata. Per immediatezza si intende la cooperazione nell’atto stesso del peccato. Questa cooperazione immediata è ovviamente illecita, tanto se è una cooperazione formale quanto solo materiale, cioè senza che vi sia partecipazione all’intenzione dell’agente principale, perché l’azione alla quale partecipa il cooperatore sarebbe peccato. Rimane il caso di una cooperazione mediata dove si apporta un contributo indiretto al peccato e senza entrare nell’intenzione di chi lo commette. La cooperazione materiale e mediata è ordinariamente illecita, ma se remota può talvolta essere lecita per motivi proporzionatamente gravi.

 

7. Ma come sapere che questi motivi proporzionatamente gravi esistono e sono sufficienti per ammettere una cooperazione mediata e remota? Il giudizio prudenziale da formulare è delicato e complesso. Tutte le circostanze devono essere prese in considerazione e i seguenti criteri devono essere analizzati.

 

Il motivo deve essere tanto più grave:

  • quanto più grave è il peccato cui cooperiamo,
  • quanto l’atto cui cooperiamo provocherà scandalo tra i deboli,
  • quanto l’atto cui si coopera è vicino al peccato,
  • quanto il peccato in cui cooperiamo sarebbe evitato senza la nostra cooperazione,
  • quanto l’obbligo di prevenire questo peccato è maggiore in ragione della natura delle cose, delle circostanze, della situazione personale del cooperatore.

 

Si può notare che due di questi criteri (il non commettersi del peccato senza la nostra collaborazione e l’obbligo di prevenirlo) sono rilevanti solo se si tratta di cooperazione. Nel caso in cui si tratta di sapere se si può godere delle conseguenze del peccato, questi criteri non entrano più in gioco poiché i peccati sono già avvenuti.

 

8. Infine, dobbiamo attirare l’attenzione sulla nozione di scandalo. Bisogna chiamare scandaloso «ogni fatto, omissione, parola, qualunque azione che abbia almeno un aspetto meno buono e capace di produrre negli altri una colpa morale”. Se questo non accade, il fatto scandaloso sarà almeno occasione di uno stupore doloroso e di riprovazione. Di conseguenza, ogni scandalo voluto o permesso senza ragione proporzionata è, per sua natura, una colpa più o meno grave contro la carità cristiana» (10).

 

Se non si occorre tenere conto dello scandalo farisaico, che si provoca negli altri a causa delle loro cattive disposizioni personali, ci si deve preoccupare di non scandalizzare i deboli che, a causa della loro ignoranza, possono essere scandalizzati anche in occasione di azioni di per sé lecite. È per questo motivo che San Paolo, mentre sostiene che le carni che sono state consacrate agli idoli possono essere mangiate senza scrupoli, conclude però che se questa manducazione dovesse scandalizzare i deboli, allora bisognerebbe astenersi da essa. (11)

 

Un altro esempio, molto illuminante, è nella vita di San Pasquale Baylon, un fratello laico francescano del XVI secolo.

 

Mentre era portiere del suo convento ed era venuto ad avvertire il suo superiore che lo cercavano, quest’ultimo gli chiese di dire ai visitatori che non era presente.

 

Sappiamo che questa risposta è un modo convenzionale per lasciare intendere che la persona richiesta non è disponibile.

 

Ma il santo, dopo aver cercato di ottenere di poter dare un’altra risposta, scontrandosi con il suo superiore, finì per dirgli: «Padre, sarebbe una menzogna e quindi un peccato, e il peccato è l’offesa a Dio» (12) E per l’unica volta nella sua vita, non obbedì.

 

A questo aneddoto bisogna aggiungere che, se l’umile fratello laico non aveva studiato, Dio gli aveva donato una conoscenza infusa così grande che i più grandi teologi del tempo vennero a consultarlo e si stupirono dell’estensione e della profondità della sua scienza!

 

Il che – bisogna ammetterlo – non depone troppo a favore delle restrizioni mentali.

 

5) Valutazione dell’esistenza di un motivo commisurato per ricevere questo vaccino HEK-293

Dei peccati che abbiamo elencato, quasi tutti sono peccati passati. Abbiamo spiegato come questi peccati possano contaminarci, anche qualora noi non abbiamo cooperato al loro compimento.

 

Uno di questi, tuttavia, è un peccato sempre presente: è la ricettazione di cellule umane originariamente trafugate dal crimine.

 

Lo stesso vale per lo sfruttamento illegittimo di queste cellule e in particolare, nel caso del vaccino contro il COVID, per l’uso che ne è stato fatto durante la progettazione della produzione e dei test di qualità in occasione dell’immissione sul mercato di nuovi lotti di vaccini, nonché durante la vaccinazione.

 

Come abbiamo scritto, due dei cinque criteri per giudicare se ci sono ragioni proporzionate per la cooperazione materiale mediata non hanno più senso se si tratta di peccati passati. Considereremo quindi questi i due criteri solo per i peccati ancora presenti. Esaminiamo quindi i cinque criteri.

 

1 °criterio di giudizio: gravità dei peccati con cui si entra connessione, sia di quelli che sono stati commessi in passato, sia di quelli che continuano ad esserlo.

Il primo criterio da considerare è la gravità dei peccati ai quali si coopera, siano essi presenti o futuri, o da cui si trae profitto, se sono peccati passati. E si capisce che la maggiore gravità dei peccati rende tanto più difficile che sia lecito cooperare o trarre frutto da essi.

 

Infatti, il legame che si instaura con essi stabilisce una sorta di connessione, di complicità, tanto più problematica quanto più grave è il peccato.

 

È ovvio che la gravità dei peccati con cui entra in connessione chi decide di ricevere questo tipo di vaccino, è estrema.

Ora è ovvio che la gravità dei peccati con cui entra in connessione chi decide di ricevere questo tipo di vaccino, è estrema.

 

Pensiamo un po’ ad un’esplosione nucleare, la cui irradiazione è tale che anche chi è molto lontano dall’epicentro ne subisce gli effetti. Per porre la domanda in modo diverso: anche se si tratta di preservare i beni più grandi come la salute o la vita, è legittimo accettare anche una minima complicità con tali peccati?

 

Sebbene questo criterio da solo non permetta ancora, a quanto ci sembra, di rispondere a questa domanda, è però sufficiente a mostrare già quanto sia moralmente pericolosa l’accettazione di questo vaccino.

 

2 ° criterio di giudizio: valutazione dello scandalo causato dall’accettazione del vaccino

Mettiamo da parte lo scandalo farisaico, che ci sembra assente dalle reazioni a cui stiamo assistendo. Due reazioni molto diverse si manifestano quando si apprende che delle autorità ecclesiastiche considerano possibile il vaccino, per ragioni proporzionate.

 

La prima è un malinteso, una rivolta, un’indignazione contro l’ammissione di una collusione che li scandalizza. I ragionamenti non servono a molto. Il fatto che il Vaticano si sia dichiarato favorevole alla possibilità di utilizzare questi vaccini è oggi considerato, da una notevole frangia di cattolici, un ulteriore segno per il rifiuto dell’utilizzo, tanto è immenso il discredito della Roma conciliare, e non solo negli ambienti tradizionalisti.

 

Mutatis mutandis, si pensi alla reazione di San Pasquale Baylon… Questa reazione è del resto già accreditata anche da delle prese di posizioni a favore della linea intransigente. Aggiungiamo che spesso è motivata anche da altri aspetti, medici e/o politici che non affrontiamo in questo articolo.

 

Al contrario, la seconda reazione è un sospiro di sollievo. Possiamo, in coscienza, ricevere il vaccino. Il che toglie lo spettro di tante ansie e di un futuro difficile che avevamo immaginato…

 

C’è una sottomissione a diktat sempre più restrittivi che porta gli uomini, e i cattolici in particolare, a dover accettare complicità sempre maggiori e ad allontanarsi dalla linea del «non possumus»

C’è stato un effetto scandaloso tra coloro che reagiscono in questo modo?

 

Si sente in loro il timore che la morale un giorno imporrà loro qualcosa che renderebbe molto difficile, se non impossibile, la loro integrazione civica, ma la loro voglia di trovare sempre degli accordi non finisce per prevalere sul giudizio morale?

 

C’è una sottomissione a diktat sempre più restrittivi che porta gli uomini, e i cattolici in particolare, a dover accettare complicità sempre maggiori e ad allontanarsi dalla linea del «non possumus».

 

Anche se pensassimo di dover concludere che questo vaccino è possibile, non dovremmo aggiungere, come San Paolo a proposito degli idolotiti, che è comunque meglio astenersi da esso per non ferire la coscienza di coloro che sentivamo deboli? Questo sarebbe un primo motivo. Ma non ce n’è uno maggiore che attiene al bene comune, e cioè che l’aggravarsi della cooperazione ci indebolisce sempre più e ci rende sempre meno capaci di opporre i principi cattolici alla barbarie?

 

Non concluderemo ancora qui il dibattito, anche se riteniamo essenziale tener conto dell’effetto scandaloso.

 

3° criterio di giudizio: valutazione della vicinanza del consenso al vaccino  con i peccati elencati .

Come dicevamo, sono attuali tre peccati: la ricettazione di cellule umane senza e contro il consenso dell’usufruttuario, lo sfruttamento di queste cellule in particolare nella progettazione, produzione e realizzazione dei test di qualità sui vaccini contro il Covid, e la vaccinazione stessa, data la presenza di scorie umane nel vaccino.

 

Con un esempio più eloquente, immaginiamo un’azienda nota per operare su un grave furto iniziale di materiali da cui sarebbero realizzati tutti i prodotti che vende. Ci sembra logico che si potrebbero acquistare questi prodotti solo per motivi molto seri e nella misura in cui non avessimo altra possibilità.

 

Ci troviamo in una situazione simile con questi laboratori, tranne che c’è un’aggravante nel loro caso. È evidente che il loro furto, la loro usurpazione iniziale, il loro attuale sfruttamento non è quello di materiali ma di cellule umane provenienti da un bambino vivo sezionato.

 

Il consenso al vaccino non ci collegherebbe solo a un furto, ma anche a un crimine. Ma a che distanza?

 

Considerando la gravità degli aborti iniziali e della vivisezione, non ha nessuna rilevanza la distanza nel tempo, nello spazio e l’incognito del bambino

Considerando la gravità degli aborti iniziali e della vivisezione, non ha nessuna rilevanza la distanza nel tempo, nello spazio e l’incognito del bambino.

 

Che si tratti di un bambino abortito nel 1972 ad Amsterdam o di una bambina abortita un’ora fa a Parigi e di cui si conosce il nome non cambia affatto la questione. La nozione di distanza morale non ha a che fare con questi fattori. La lontananza morale è che colui che viene vaccinato è effettivamente lontano dall’atto iniziale di cui beneficia in modo mediato e distante.

 

D’altra parte però, la distanza dal peccato è molto minore se si considera la ricettazione criminale e lo sfruttamento delle cellule. È da questi laboratori ricettatori e criminali, sfruttatori illegittimi di cellule umane, che proviene il suddetto vaccino. Se si trattasse solo di comune materiale trafugato, potrebbero sussistere motivi proporzionalmente gravi per acquistarne i prodotti; ma non si troverà nessun motivo sufficiente a legittimare la complicità, che non è più remota – e ancor meno remotissima –, con i delitti di ricettazione e sfruttamento.

 

Ma ora dobbiamo chiederci se l’accettazione di ricevere un vaccino che contenga frammenti di DNA non sia costitutiva di una cooperazione materiale, ma immediata, in questo peccato «indicibile» che consiste nell’accettare che l’uomo si faccia «consumatore» di elementi del corpo risultanti da un crimine.

 

4 ° e 5 ° criterio: speranza di evitare il peccato se non si entra in connessione con esso e dovere più o meno stretto di prevenirlo

Mettiamo insieme questi ultimi due criteri, che ci fanno sentire più duramente degli altri quanto il peccato abbia invaso il mondo, poiché dobbiamo riconoscere sia che il rifiuto individuale di ricevere il vaccino non impedirà ai laboratori di continuare a sviluppare la loro attività immorale, sia che ci sentiamo impotenti per opporci.

 

diventa chiaro che un rifiuto coraggioso sta già scuotendo il sistema e aiutando a indebolire il Golia dell’iniquità che sfida il mondo cattolico

Questa osservazione non deve però condurci al ragionamento perverso che consisterebbe nel ritenere che sia quindi inutile opporvisi e subire tutti i danni che deriverebbero dal nostro rifiuto. Ciascuno di noi deve agire secondo la sua coscienza formata secondo la legge divina e non fare ciò che è sbagliato, anche se fosse l’unico al mondo ad opporvisi.

 

D’altra parte, l’esempio eroico che così si darebbe, avrebbe in realtà una portata esemplare incomparabile, come mostra la storia degli eroi e dei santi. Diciamo infine che non abbatteremo le mura di questa Gerico del male con l’utopia dei numeri, ma con la forza di Dio e la nostra disponibilità ad essere suoi docili strumenti in questa lotta.

 

In questa luce realistica perché soprannaturale, diventa chiaro che un rifiuto coraggioso sta già scuotendo il sistema e aiutando a indebolire il Golia dell’iniquità che sfida il mondo cattolico.

 

Non abbiamo affrontato in questo articolo né l’aspetto medico né l’aspetto politico della vaccinazione, che meriterebbe pure l’attenzione della morale.

 

Quanto all’aspetto medico, va ricordato che l’uomo, essendo solo l’usufruttuario del proprio corpo, non deve rassegnarsi ad essere usato come cavia dalla scienza. Ora, voci distinte e coraggiose come quella della signora Alexandra Henrion-Caude, e molte altre ancora, ci avvertono delle conseguenze potenzialmente gravi di queste nuove terapie geniche non controllate.

 

non esitiamo a scrivere che questa manipolazione del patrimonio genetico costituisce una ragione morale per opporsi al vaccino, ancora più grave di quella dell’uso di cellule umane da bambini sacrificati

I nomi dei virologi più illustri sembrano avvertirci dei cambiamenti genetici che deriveranno dai vaccini mRNA. A rischio di sorprendere qualcuno, non esitiamo a scrivere che questa manipolazione del patrimonio genetico costituisce una ragione morale per opporsi al vaccino, ancora più grave di quella dell’uso di cellule umane da bambini sacrificati.

 

Non è difficile, infine, dimostrare che i sostenitori più determinati di questa vaccinazione obbligatoria, tra coloro che detengono il potere finanziario e politico, sono molto spesso allo stesso tempo i militanti di un’umanità azzerata e di uno spopolamento forzato.

 

La riflessione morale su questi aspetti medici e politici della vaccinazione potrebbe solo rafforzare la nostra conclusione morale su HEK-293.

 

Tuttavia, in questo tempo di smarrimento delle autorità ecclesiastiche, siamo ben consapevoli di poter esprimere un solo parere. Vale quanto valgono gli argomenti che abbiamo fornito. Altre voci hanno concluso diversamente.

 

Possa questo articolo dare il suo modesto contributo al dibattito di fondo che la gravità della questione merita.

 

 

Padre Joseph o.f.m.cap.

 

 

NOTE

1) Lv. 20; 2-3.

2) Tra i laboratori che utilizzano queste cellule HEK-293 una o più volte nella produzione di vaccini e prima della loro commercializzazione, citiamo Astrazeneca, Sputnik V, Novavax, Moderna, Pfizer.

3) Pamela Acker in un’intervista con John-Henry Westen di Life Site News e tradotta da Jeanne Smit, sul suo blog il 23 gennaio 2021.

3) Ibidem.

4) Alvin Wong in The Ethics of HEK-293, The National Catholic Bioethics Quarterly , 2006, p. 274.

6) Pamela Acker, ibidem.

7) Come hanno sottolineato diverse autorità scientifiche, e in particolare la dott.ssa Alexandra Henrion-Caude, la parola «vaccino» è infatti inadeguata. Bisognerà parlare piuttosto di «informazione genica». Usiamo la parola «vaccino» per comodità.

8) Pamela Acker, ibidem.

9) In libera vendita sul sito ATCC, si possono comprare 10 µg di HEK-293 per € 439.

10) J.M. Vittrant, Theologie Morale, Beauchesne 1954, n° 150, p.97.

11) I, Cor. VIII.

12) Padre Louis Antoine de Porrentavy, Saint Pascal Baylon , Plon 1899, p.142.

 

Linee cellulari

Vescovo rimosso per non aver ceduto all’idolatria del vaccino

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Renovatio 21 riprende dal sito di Aldo Maria Valli Duc in Altum questo articolo del dottor Paolo Gulisano.

 

 

In una Chiesa in cui l’eresia sta dilagando tra i pastori, può capitare che un bravo vescovo, fedele alla dottrina della Chiesa e sostenitore del diritto alla vita, subisca la rimozione dalla sua carica da parte di Roma.

 

Cos’ha fatto di male? Ha forse messo in discussione il celibato dei sacerdoti? Ha benedetto coppie gay? Ha detto che non sappiamo cosa abbia in realtà detto Gesù perché ai suoi tempi non c’erano registrazioni?

 

No di certo. La sua colpa è stata quella di non aver appoggiato, negli scorsi due anni, la campagna vaccinale COVID.

 

Il sito pro life americano LifeSiteNews, che ha seguito attentamente la vicenda, anche perché il vescovo in questione è un grande difensore della vita umana, ne ha raccontato nei giorni scorsi la storia.

 

I fatti vedono come protagonista monsignor Daniel Fernández Torres, portoricano, allontanato dalla sua diocesi di Arecibo.

 

La decisione di Bergoglio di rimuoverlo improvvisamente dalla guida della sua diocesi sarebbe stata dovuta in gran parte alla difesa da parte del vescovo delle obiezioni di coscienza nei confronti dei vaccini.

 

Il delegato apostolico di Porto Rico (uno Stato di fatto associato agi Stati Uniti, una sorta di protettorato) ne ha chiesto le dimissioni dopo che il vescovo Fernández Torres si è rifiutato di firmare una lettera emessa dalla conferenza episcopale dell’isola che annunciava un severo obbligo di vaccinazione per sacerdoti e dipendenti delle diocesi.

 

La lettera imponeva anche che all’interno delle chiese ci fosse, durante le Messe, una divisione tra fedeli vaccinati e non vaccinati, una vera e propria segregazione di questi ultimi. Questa lettera era nelle intenzioni dell’episcopato portoricano una decisa e pronta risposta alla sollecitazione venuta dal Vaticano, secondo la quale vaccinarsi sarebbe un «dovere morale», il celebre «atto d’amore» di cui ha parlato Bergoglio.

 

Giorni prima il vescovo Fernández Torres aveva rilasciato una dichiarazione in cui difendeva il diritto di rifiutare la vaccinazione sulla base della coscienza e insisteva sul fatto che «è possibile per un fedele cattolico fare obiezione di coscienza alla presunta natura obbligatoria del vaccino COVID-19».

 

La sua lettera rifletteva le posizioni di numerosi altri presuli e la stessa nota dottrinale del Vaticano sui vaccini COVID, in cui si afferma che «la vaccinazione non è, di regola, un obbligo morale e che, quindi, deve essere volontaria».

 

Il suo sostegno ai diritti di coscienza trovava fondamento anche nel fatto che tutti i vaccini COVID approvati per l’uso negli Stati Uniti erano stati sviluppati o testati con linee cellulari derivate da bambini abortiti.

 

Quella che era una legittima richiesta di tutelare la libertà di coscienza è però sembrata una grave «insubordinazione» al papa, ed è diventata il pretesto per far fuori il vescovo non allineato.

 

Sembra da alcune fonti, riportate da LifeSiteNews, che il più attivo tra i confratelli nell’episcopato a chiedere la testa del vescovo di Arecibo sia stato l’arcivescovo González Nieves, noto per le sue posizioni ultra-progressiste in materia morale e apertamente pro LGBTQI.

 

L’arcivescovo chiamò in suo supporto il cardinale di Chicago Cupich, anch’egli noto per le sue posizioni alla tedesca, chiedendogli una sorta di «visita apostolica» per poi riferire autorevolmente a chi di dovere su quel vescovo «no vax».

 

Il risultato non si fece attendere: monsignor Torres fu immediatamente e immotivatamente rimosso, e al suo posto venne insediato da Bergoglio monsignor Alberto Arturo Figueroa Morales, fino a quel momento vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di San Juan, nonché braccio destro di González Nieves.

 

Il vescovo Torres ha rotto mesi di silenzio con una dichiarazione di qualche giorno fa. «Sento ancora la stessa perplessità che ho provato quando mi è stato chiesto improvvisamente di dimettermi e quando, in modo frettoloso, è stata eseguita la rimozione», ha scritto in una lettera indirizzata a «tutti coloro che mi hanno accompagnato spiritualmente».

 

«Dopo un anno, ribadisco esattamente le stesse parole della dichiarazione pubblica che ho fatto il 9 marzo 2022», ha aggiunto. Nella sua dichiarazione del marzo 2022 il vescovo di Arecibo ha denunciato l’allontanamento da parte di papa Francesco definendolo «un’azione totalmente ingiusta».

 

«Nessun processo è stato fatto contro di me – disse allora – né sono stato formalmente accusato di nulla, ma semplicemente un giorno il delegato apostolico mi ha comunicato verbalmente che Roma mi chiedeva le dimissioni».

 

«Sono stato informato che non avevo commesso alcun crimine ma che presumibilmente non ero stato obbediente al papa né ero stato in sufficiente comunione con i miei fratelli vescovi di Porto Rico», ha spiegato ancora il presule.

 

In effetti, in alcune sue dichiarazioni l’arcivescovo Roberto González Nieves di San Juan aveva affermato che il vescovo Fernández Torres era stato rimosso per presunta “insubordinazione al Papa” ma senza alcuna accusa formale.

 

In realtà non c’è traccia di disobbedienza all’autorità del Sommo Pontefice. Forse di monsignor Torres dava fastidio che il suo seminario fosse fiorente di vocazioni, e che la sua diocesi fosse ricca di iniziative di apostolato con grande beneficio per i fedeli. In seguito al suo licenziamento ci sono state petizioni, raccolte di migliaia di firme, ma Roma non ha riservato loro alcun segno di attenzione.

 

La lettera del vescovo sottolinea il suo dolore per essere stato deposto dalla propria sede, ma esorta i cattolici oltraggiati dagli scandali nella Chiesa a «pregare e avere fiducia».

 

«Quando sono entrato in seminario nel 1990, l’ho fatto pieno di speranza e convinto che Dio mi avesse chiamato a servire la Chiesa per il resto della mia vita».

 

Fernández Torres è stato per anni l’unico prelato cattolico dell’isola che si è battuto regolarmente per la vita, la famiglia e la libertà religiosa, un punto di riferimento morale per l’intero Paese. «Grazie ai lui è stata raggiunta un’unità di intenti per la protezione della vita umana, della famiglia naturale e dei diritti umani fondamentali dell’essere umano», ha detto la senatrice Joanne Rodríguez Veve.

 

Monsignor Hector Aguer, arcivescovo emerito di La Plata (Argentina), in un duro comunicato di denuncia sulla rimozione, definisce Torres «un uomo di Dio, fedele alla grande Tradizione ecclesiale». Evidentemente, essere tale non è bastato. O forse è diventata una colpa.

 

La presunta insubordinazione alle direttive del Jefe Máximo, per non aver prestato culto a una nuova forma di idolatria, gli è costata cara.

 

 

Paolo Gulisano

 

 

 

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Linee cellulari

Linee cellulari da feto abortito: ci sono mostri che possiamo vedere

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Renovatio 21 traduce questo articolo su gentile concessione del sito di Children of God for Life. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

 

 

Ci sono mostri che possiamo vedere. E ci sono mostri che immaginiamo. Quelli che evochiamo spesso ci portano alla distrazione, e questo non è né buono né produttivo.

 

La questione Senomyx è diventata sempre più visibile negli ultimi mesi e ha rotto gli argini. Mi sento obbligato a commentare quelle che ritengo essere potenziali fonti di questa crescente preoccupazione e l’estensione di queste preoccupazioni ad aree che equivalgono a uno spreco di energia emotiva e pratica.

 

Iniziamo con una breve discussione sull’utilità delle linee cellulari nella ricerca e nei test.

 

Le colture cellulari primarie e le linee cellulari consentono l’osservazione diretta delle reazioni chimiche a livello cellulare. Le cellule umane sono piccole fabbriche straordinarie, ciascuna parte di un sistema brillantemente orchestrato che regola la nostra funzione integrata di essere vivente. Sono esempi davvero meravigliosi dell’opera di Dio, ciascuno capace di metabolizzare i nutrienti, fornire la propria energia, produrre un’ampia varietà e numero di molecole e replicarsi, producendo così le generazioni successive.

 

La produzione di molti diversi tipi di molecole è la ragione principale per l’uso di linee cellulari e colture primarie nella ricerca, sviluppo e test. Le linee cellulari e le colture primarie sono considerate necessarie nello sviluppo di vaccini perché i virus non sono in grado di auto-replicarsi: hanno bisogno di una cellula ospite per riprodursi.

 

Oltre ai vaccini, le linee cellulari e le colture primarie vengono utilizzate per osservare e misurare la produzione cellulare di molecole (proteine, in questo caso) in risposta a uno stimolo. Quello stimolo è il composto/farmaco che viene sviluppato e testato. Gli anticorpi sono un esempio delle proteine ​​ricercate e misurate.

 

Le linee cellulari e le colture primarie vengono utilizzate anche per misurare la citotossicità: il livello al quale la sostanza in fase di sviluppo diventa tossica per la cellula e la funzione cellulare inizia a disgregarsi.

 

Perché coprire le basi? Ebbene, gran parte del dialogo recente sull’uso delle linee cellulari è molto lontano dall’utilità delle linee cellulari nei processi di ricerca e sviluppo.

 

Parte di ciò è senza dubbio dovuto a rappresentazioni infondate degli esaltatori di sapidità Senomyx da parte di alcune organizzazioni e al mito ancora perpetrato secondo cui molti farmaci da banco e da prescrizione sono stati sviluppati e testati utilizzando linee cellulari fetali abortite. Non è mia intenzione giudicare le motivazioni, ma i fatti sono fatti e i fatti sono molto più utili e portano a discussioni più produttive rispetto alle accuse presentate come verità.

 

Lo stato attuale rispetto a Senomyx è stato descritto altrove su questo sito, insieme alle difficoltà associate alla ricerca di informazioni affidabili e autorevoli sull’uso effettivo dei loro esaltatori di sapidità, quindi non ne parlerò qui.

 

Affermerò che non faremo accuse non supportate in alcun modo, non più di quanto accetteremo scuse o assicurazioni contraddette dalla letteratura scientifica (Novavax, per esempio), né presenteremo la speculazione come verità.

 

Quando noi della comunità pro-vita ci lasciamo prendere dalla frenesia affermando che tutti i prodotti PepsiCo sono contaminati dall’aborto, che le linee cellulari fetali abortite sono in realtà ingredienti di cibi e bevande e che i prodotti freschi e le carni sono in qualche modo «testati» in linee cellulari fetali abortite, rendiamo più facile per alcuni emarginare il movimento pro-vita in generale.

 

Come mai? Perché quelle cose NON SONO VERE. Va da sé che un’argomentazione supportata da falsità, anche poche, è facilmente compromessa e poco convincente.

 

Seguono un paio di esempi.

 

L’acqua in bottiglia del marchio Aquafina è stata menzionata da molti come uno dei prodotti PepsiCo che viene testato in linee cellulari fetali abortite. Non ci sono prove che io sia stato in grado di trovare che dia questa credibilità.

 

Come mai? «Loro» lo nascondono? Il vero motivo è che nessuno lo fa perché non ha alcun senso. «Testare» l’acqua nelle linee cellulari non aggiunge alcun valore al controllo di qualità, dove la purezza è la parola d’ordine, e in questo caso non vi è alcuna funzione biologica osservabile da «testare».

 

Si prega di fare riferimento al quarto paragrafo, sopra, che descrive l’utilità generale delle linee cellulari. Esattamente cosa si misurerebbe «testando» l’acqua con linee cellulari fetali?

 

Come accennato in precedenza, la purezza della sostanza in esame non sarebbe rivelata dall’uso di linee cellulari fetali abortite. Esistono molti modi per valutare la purezza dell’acqua in bottiglia in modo efficiente e con precisione e i test delle linee cellulari non compaiono in quell’elenco. PepsiCo sta esaminando come viene metabolizzato il prodotto? È acqua. Due atomi di idrogeno legati in modo covalente a un atomo di ossigeno.

 

Il modo in cui il corpo usa l’acqua è un discorsetto e non c’è un solo produttore di acqua in bottiglia che si senta obbligato a rispondere a questa domanda con ogni singola produzione.

 

In effetti, non c’è nulla da «testare», quindi perché una società a scopo di lucro dovrebbe prendersi la briga di incaricare tecnici di laboratorio ben pagati e scienziati del personale con la diluizione di una costosa  sostanza biologica (questa è l’unica cosa che farà l’aggiunta di acqua a una linea cellulare biologica), non misurare nulla e poi versare tutto nello scarico?

 

L’acqua in bottiglia NON È testata nelle linee cellulari fetali. Punto. E i test delle linee cellulari non compaiono in quell’elenco.

 

Ora per carni e prodotti. Vale lo stesso ragionamento generale. Cosa si testerebbe nelle piccole fabbriche di proteine ​​delle cellule umane? Discorsetto ancora più stabilito: il corpo umano metabolizza il cibo per il suo uso. Questo è, in parte, ciò che sostiene la vita. Questo non è qualcosa che richiede test e farlo è come saltare dal tetto ogni mattina per «testare» la forza di gravità, solo per assicurarsi che non sia cambiata dall’oggi al domani.

 

L’intento di questo post non è quello di criticare, ma di riorientare il nostro pensiero e i nostri comportamenti collettivi. Sia che lo chiamiamo «cercare mostri nell’armadio», «mostri immaginari» o «cpmbattere i mulini a vento», ciò che è vero è che il tempo e l’energia non sono allocati in modo produttivo.

 

Ci sono veri mostri che possiamo vedere. Lo sfruttamento dei bambini abortiti nella ricerca è cresciuto drammaticamente negli ultimi decenni e ci vorranno i nostri migliori sforzi per cambiarlo, anche nel mondo post-Roe v. Wade.

 

Se ci lasciamo distrarre, diminuiamo la nostra efficacia e aiutiamo effettivamente coloro che sono disposti a perpetuare l’orribile sfruttamento dei non nati uccisi.

 

 

Jose Trasancos

CEO Children of God for Life

 

 

 

Renovatio 21 pubblica questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

 

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Linee cellulari

Il giudice Thomas ricorda che i vaccini utilizzano linee cellulari di feto abortito

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Giovedì, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha rifiutato di ascoltare un caso sulla libertà religiosa e all’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari di New York.

 

Due dei giudici incaricati dell’ex presidente Donald Trump alla Corte Suprema sembrano aver concordato con i giudici progressisti nel respingere il caso, consentendo all’obbligo neoeboraceno di rimanere in piedi, mentre Clarence Thomas e gli altri giudici conservatori Samuel Alito e Neil Gorsuch sono indicati come dissenzienti dalla decisione.

 

Nel suo dissenso, Thomas ha riassunto la controversia in quanto i firmatari «si opponevano per motivi religiosi a tutti i vaccini COVID-19 disponibili perché sono stati sviluppati utilizzando linee cellulari derivate da bambini abortiti».

 

Thomas sostiene nel parere che la corte avrebbe dovuto accogliere una petizione per aprire alla piena deliberazione la questione se un mandato come quello di New York possa mai essere neutrale o generalmente applicabile se non esenta la condotta religiosa ma consente una condotta secolare, come esenzioni mediche.

 

Lo Stato consente una stretta esenzione medica per coloro che sono altamente allergici al vaccino COVID-19.

 

«Poiché affronterei questo problema ora nel corso ordinario, prima che la prossima crisi ci costringa di nuovo a decidere complesse questioni legali in una posizione di emergenza, dissento rispettosamente», scrive Thomas nel suo dissenso.

 

È impressionante notare come le parole di Thomas siano state considerate dai media mainstream come delle fandonie degne di essere canzonate.

Quella linea è diventata un punto focale per la presa in giro da parte di diversi media. Alcune testate come  Politico, Business Insider e NBC News , hanno suggerito che Thomas stesse promuovendo disinformazione o affermazioni «fuorvianti».

 

La NBC è arrivata ad affermare che Thomas «ha espresso sostegno giovedì per un’affermazione smentita secondo cui tutti i vaccini COVID sono prodotti con cellule di “bambini abortiti”». Da chi sia stata smentita quest’affermazione, vorremmo saperlo – i bugiardini dicono altro…

 

Come noto, anche dalla tabella pubblicata da Renovatio 21, i vaccini Pfizer, Moderna e Johnson & Johnson hanno utilizzato tutti cellule fetali abortite durante la fase di test dei loro vaccini; e Johnson & Johnson hanno utilizzato le celle anche durante le fasi di progettazione, sviluppo e produzione.

 

 

La questione dell’uso di cellule di feto abortito nella produzione dei vaccini non è disputabile – e quindi tutte le grandi testate che affermano il contrario diffondo loro le fake news.

 

Notiamo, in un raro e inaspettato caso di obiettività, che anche il famoso fact-checker di sinistra Snopes ha riconosciutoe che il giudice «Thomas non ha affermato che i vaccini COVID-19 contengono cellule fetali abortite» e «la sua affermazione che tali linee cellulari sono state utilizzate nello sviluppo di COVID- 19 vaccini è accurata».

 

Ricordiamo infine che, qualora l’obiezione sia che questi vaccini abbiano utilizzato cellule di feto abortito solo in fase di progetto e di test e quindi non contegano il materiale umano, la questione morale non cambia di una virgola: se un vaccino ha utilizzato le linee cellulari di un feto abortito «solo» nella ricerca e nello sviluppo o nelle fasi di post-produzione, senza quindi inserire la linea cellulare nel prodotto finito rimane ugualmente immorale.

 

Tanto più che, invece, già da molto prima del COVID sono esistiti vaccini che contengono le cellule di feto umano abortito.

 

Riguardo all’uso delle line cellulari nei vaccini non-COVID (quindi, anche i vaccini pediatrici obbligatori per mandare a scuola i vostri bambini), ecco la lista compilata da Renovatio 21 con l’associazione CORVELVA.

 

 

Potete scaricare queste due liste nel documento pdf che carichiamo sul sito.

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