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Linee cellulari

La questione della moralità dei vaccini COVID: l’uso della linea cellulare criminale HEK 293

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Renovatio 21 pubblica questo saggio di padre Joseph, ordinato nella Fraternità San Pio X nel 1993, già Superiore del Distretto di Francia e ora cappuccino nel convento di Morgon, sempre collegato all’opera della Fraternità San Pio X. L’articolo è uscito sulla rivista francese Civitas e sul sito belga Médias-Presse Info.

 

 

 

 

In omaggio alla dottoressa Alexandra Henrion-Caude e a Madame Pamela Acker per il loro coraggio.

 

 

 

«Se uno, tanto de’ figli di Israele quanto de’ forestieri dimoranti in Israele, offrirà un suo figliuolo all’idolo Moloc, sia messo a morte (…) Io mi metterò contro di lui, lo reciderò di mezzo al suo popolo, per aver egli dato un de’ suoi figli a Moloc, contaminato il mio santuario, e profanato il mio santo nome» (1)

 

«(…) Quelli che vivono conformandosi in tutto alla Legge divina, si astengono da quei rimedi che non risultino ordinati da Dio alla guarigione. Anche se a loro sia manifesta la probabile guarigione proveniente dall’uso di quei rimedi, tuttavia li aborriscono, come malie e arti magiche del demonio.».

 

Queste parole sono tratte dal Catechismo del Concilio di Trento nella sua spiegazione della settima richiesta della Preghiera domenicale. Ci portano a interrogarci, oltre che alla reazione istintiva di molti cattolici, su queste informazioni geniche – impropriamente chiamate vaccini – il cui sviluppo deriva da cellule umane di un feto abortito.

 

Il fatto non è in discussione. La signora Pamela Acker, nelle sue successive interviste su LifeSiteNews e nel suo libro Vaccination: a Catholic Perspective ci fornisce una documentazione della massima importanza sull’argomento e che utilizzeremo per il nostro studio, che si limiterà essenzialmente a stimare la moralità dell’accettazione a farsi vaccinare quando il vaccino richiede cellule HEK-293 nella sua fabbricazione (2).

 

La ringraziamo per averci trasmesso anche le riflessioni di Alvin Wong in The Ethics of HEK-293 e per averci così dato l’opportunità di scoprire altri autori americani che da quasi vent’anni comunicano un’argomentazione teologica sulla questione. Bisogna riconoscere che i cattolici degli Stati Uniti, negli ambienti conservatori o tradizionali, hanno preso un forte vantaggio su di noi su questo tema e che sarebbe molto sbagliato trascurare il loro pensiero.

 

Nel presente lavoro, dopo aver descritto l’origine della linea cellulare HEK-293 (I), e spiegato le sue relazioni nella fabbricazione e produzione di vaccini contro il COVID (II), cercheremo di identificare ed enumerare i peccati commessi durante la preparazione dei vaccini (III) e poi proporremo una riflessione di ordine morale sulla conduttività del peccato (IV).

 

Infine, si cercherà di stimare a quale distanza stia il consenso a vaccinarsi dai peccati commessi (V).

 

 

1) Sull’origine delle cellule HEK-293

«HEK» è l’acronimo per «rene embrionale umano». Ci sono prove qui che l’origine della linea cellulare che porta questo nome proviene dal rene di un embrione umano.

 

Il numero 293 ci dice il numero di esperimenti precedenti che sono stati necessari per portare allo sviluppo stabile e quasi immortale di questa linea cellulare.

 

«Questo non significa che ci siano stati 293 aborti, ma per 293 esperimenti ci vuole più di un aborto. Probabilmente stiamo parlando di centinaia di aborti» (3).

 

Per dare un ordine di grandezza, sappiamo che per la linea cellulare WI38, ugualmente derivante da un feto abortito, ci sono voluti 32 aborti. (4)

 

Questa proporzione è più o meno la stessa nel caso di molte altre linee. Se ci si basa su questa proporzione, ci sarebbero stati più o meno 246 aborti prima di quello del feto abortito nel 1972 nei Paesi Bassi e da cui ha avuto origine la cosiddetta linea cellulare HEK-293.

 

Se si trattasse di un aborto spontaneo, che ci sono pochissime possibilità di poter intervenire in tempo. Solo l’aborto consente di estrarre l’agognato rene con grande rapidità

Nel suo libro The Ethics of HEK-293, Alvin Wong cita un’intervista al dottor Alex van der Eb che fu coinvolto nello sviluppo di questa linea e che specifica, per quanto ricorda, che il feto all’origine di questa linea era perfettamente normale. Le ragioni di questo aborto probabilmente gli erano note ma non le ricorda (5). Questo feto era quello di una bambina.

 

Wong fornisce le molte ragioni convincenti per cui è estremamente probabile che l’aborto iniziale del lignaggio HEK-293 non fosse un aborto spontaneo ma un aborto volontario. Va notato soprattutto, come spiega Pamela Acker, che i ricercatori hanno bisogno di ottenere tessuto umano entro cinque minuti dall’aborto in modo che sia certamente utilizzabile (6). Rimuovere il rene un’ora dopo la morte del feto non è più utile.

 

Tuttavia, è ovvio, se si trattasse di un aborto spontaneo, che ci sono pochissime possibilità di poter intervenire in tempo. Solo l’aborto consente di estrarre l’agognato rene con grande rapidità.

 

In questa logica si comprende il desiderio dei ricercatori che i bambini vengano messi al mondo tramite taglio cesareo. È infatti quando vengono recuperati vivi che le possibilità di estrarre il rene nelle migliori condizioni sono ottimali.

 

Il rene viene quindi estirpato da un corpo fetale il cui cuore spesso batte ancora.

Il rene viene quindi estirpato da un corpo fetale il cui cuore spesso batte ancora.

 

L’eradicazione dell’organo avviene normalmente senza anestesia per non creare perturbazioni cellulari. Si possono anche esercitare pressioni sulle madri per ritardare la data dell’aborto al fine di raccogliere un rene più sviluppato.

 

 

2) Sull’utilizzo delle cellule HEK-293 nella fabbricazione del «vaccino» contro il COVID (8)

Per arrivare ai vaccini commercializzati dai laboratori, dobbiamo distinguere tre diversi usi dalle cellule HEK-293.

 

Il primo avviene nella fase di progettazione e produzione del vaccino.

 

Il secondo avviene nella fase di sperimentazione della sua efficacia e il terzo per consentire i test di efficacia dei lotti di vaccini prima di utilizzarlo.

 

Spieghiamo brevemente in cosa consistono nel differenziare i vaccini convenzionali dai cosiddetti vaccini ad RNA messaggero per le fasi di progettazione e produzione.

 

Per i vaccini basati su un vettore virale, le cellule HEK-293 possono essere utilizzate in tutte le fasi della loro preparazione: per la progettazione e produzione del vaccino mediante trasfezione di dette cellule.

 

Al contrario, per i cosiddetti vaccini a RNA messaggero, anche se l’acido nucleico è prodotto mediante biotecnologia dal cariotipo del Coronavirus, gli scienziati sono stati costretti a creare geneticamente una proteina spike più resistente di quella che esiste in natura. Tuttavia, gli esperimenti al fine di ottenere le mutazioni desiderate nella proteina sono stati inizialmente condotti in cellule HEK-293. Pamela Hacker conclude: «la proteina spike codificata dai vaccini è stata originariamente sviluppata in cellule fetali abortite». (8)

 

Sebbene i «vaccini» offerti dai laboratori che utilizzano cellule HEK-293 non contengano teoricamente alcun residuo di queste cellule umane, in pratica non lo si può affermare con certezza

Successivamente, prima di tentare di iniettare il vaccino in un essere umano, si è iniziato testandolo in coltura cellulare in laboratorio perché è molto più economico e meno pericoloso che provare a testarlo sull’uomo. È stato quindi possibile verificare che l’mRNA prodotto artificialmente permetteva di ottenere la produzione voluta della proteina. Lo stesso vale per i vaccini convenzionali. Ora, queste verifiche sono state effettuate su cellule HEK-293.

 

Infine, ogni volta che vengono prodotti nuovi lotti, o molto spesso, se ne constata per la prima volta l’efficacia sulle cellule HEK-293.

 

Concludiamo dicendo che, sebbene i «vaccini» offerti dai laboratori che utilizzano cellule HEK-293 non contengano teoricamente alcun residuo di queste cellule umane, in pratica non lo si può affermare con certezza.

 

Infatti, la purificazione dei vaccini viene generalmente effettuata mediante centrifuga perché questo processo è poco costoso. Se si volesse una perfetta garanzia di purezza, si dovrebbero usare mezzi ben più costosi.

 

 

3) Identificazione ed enumerazione dei peccati commessi per portare alla commercializzazione di «vaccini».

Ora siamo in grado di distinguere, enumerare e identificare la serie dei peccati passati e presenti per portare i vaccini sul mercato, e quelli prevedibili in futuro per alimentare il mercato.

 

1)Peccati passati

1. In origine, gli aborti

Abbiamo ipotizzato l’intervallo plausibile del numero di aborti necessari per ottenere le cellule renali in buone condizioni ricercate: tra 240 e 250 e abbiamo indicato le ragioni per escludere l’ipotesi di aborti spontanei.

 

Se è vero che un singolo aborto è un crimine abominevole, la fossa comune di bambini che scopriamo all’origine della linea cellulare HEK-293 si aggiunge singolarmente a questo orrore e sottolinea il cinismo dei mercanti di carne umana, degli habitué al crimine.

 

Anche se gli aborti non sono stati decisi in vista dell’ottenimento di cellule umane, si vede che il metodo utilizzato è stato scelto con questa intenzione.

 

2. Vivisezione sugli esseri umani

Non conoscendo un termine più appropriato, usiamo qui la parola che designa le dissezioni che si fanno su animali vivi, ma che vengono in questo caso praticate su bambini che sono stati strappati dal grembo materno.

 

Questa macelleria sui bambini vivi viene probabilmente ripetuta tante volte quanti sono stati gli aborti.

Hanno un rene o l’altro rimosso, se possibile mentre sono ancora vivi, in modo che il tessuto raccolto sia di migliore qualità.

 

Si evita addirittura di procedere ad un’anestesia preliminare per non rischiare una rottura delle cellule.

 

Questa macelleria sui bambini vivi viene probabilmente ripetuta tante volte quanti sono stati gli aborti.

 

3. Privazione di entrambe le vite

Tutti questi bambini muoiono senza essere battezzati e vanno nel limbo.

 

Gli omicidi li privano non solo della loro esistenza terrena, ma anche della speranza della beatitudine celeste.

 

Allo stesso tempo, privano Dio di tutti coloro che avrebbero potuto essere suoi figli per grazia e suoi adoratori in Cielo.

 

Chi guarda le cose secondo Fede deve riconoscere in questo terzo peccato il colmo dell’abominio.

 

4. Furto e furto di organi

I bambini scuoiati ovviamente non hanno dato il loro consenso all’estrazione dei reni per l’uso nella scienza, nella ricerca o nell’industria. E, ammettendo che una madre abbia accettato che il suo bambino fosse consegnato vivo agli scorticatori, il suo consenso, dopo quello che ha dato per l’omicidio del suo bambino, è ingiusto, privo di qualsiasi valore.

 

Il segno indiscutibile di questa usurpazione risiede nella lettura del DNA di qualsiasi cellula della linea HEK-293. Dimostrerebbe in modo infallibile che il DNA è quello di una persona unica, quello di questo embrione ucciso nel 1972 nei Paesi Bassi.

Sarebbe ammissibile che la pratica della vivisezione escludesse definitivamente ogni legittimità per il recupero degli estratti di questi reni?

 

Vi è quindi, all’origine, il furto criminale di organi umani. Va aggiunto qui che non c’è solo furto ma anche usurpazione, perché c’è davvero un’appropriazione indebita dei diritti su questi organi.

 

Il segno indiscutibile di questa usurpazione risiede nella lettura del DNA di qualsiasi cellula della linea HEK-293. Dimostrerebbe in modo infallibile che il DNA è quello di una persona unica, quello di questo embrione ucciso nel 1972 nei Paesi Bassi.

 

Se è vero che l’uomo ha solo l’usufrutto del suo corpo e che il suo usufrutto cessa dalla sua morte fino alla risurrezione dei corpi, i resti di questo corpo appartengono solo a Dio e devono essere deposti in terra. Nel corso dei secoli, i saprofagi e scorticatori sono stati puniti con la morte.

 

2)Peccati presenti

5. Ricettazione e sfruttamento illegittimo di cellule umane:

La ricettazione è il possesso ingiusto di ciò che non ci appartiene. I laboratori in possesso di cellule HEK-293 sono colpevoli di ricettazione di cellule umane.

 

La loro attività a partire da queste cellule rimane illegittima sulla base dell’iniziale usurpazione criminale e nessuna prescrizione può essere ammessa in tale materia.

 

Il triplice utilizzo che viene fatto di queste cellule per la progettazione, produzione e verifica dell’efficacia del vaccino e della qualità dei suoi lotti immessi sul mercato è quindi illegittimo.

 

6. Collaborazione all’industrializzazione del corpo umano

I laboratori, eredi di furti criminali, usurpatori di organi umani, ricettatori e sfruttatori di questi tessuti, sono ovviamente attori della gigantesca impresa di mercificazione del corpo umano.

 

I laboratori, eredi di furti criminali, usurpatori di organi umani, ricettatori e sfruttatori di questi tessuti, sono ovviamente attori della gigantesca impresa di mercificazione del corpo umano.

Pur essendo attori, sono allo stesso tempo complici, formalmente complici di questa terrificante e multiforme attività di strumentalizzazione dei corpi delle persone umane più deboli e quindi in particolare di quelle ancora intrauterine.

 

Se è vero che questa complicità non entra direttamente nella genealogia dei peccati che separano gli aborti iniziali dai vaccini proposti, è comunque necessario tenerne conto.

 

7. Iniezione di un vaccino contenente scorie umane

I laboratori non possono garantire che i vaccini non contengano scorie di cellule umane. Esiste quindi il rischio di un’iniezione di frammenti di DNA, anche se presenti solo in quantità infinitesimali.

 

Si tratta quindi in definitiva di sfruttare direttamente qui qualcosa del feto abortito nel vaccino.

 

Questa volta non si tratta più semplicemente della strumentalizzazione del corpo umano al servizio della fabbricazione del vaccino ma dell’iniezione di frammenti umani recuperati a seguito di un omicidio.

 

È facile capire che consideriamo qui una nuova specie di gravità. Non si può ribattere che le scorie umane si trovano in quantità infinitesimali, perché il più piccolo filamento di DNA è sufficiente per caratterizzare la natura umana.

 

3. Peccati a venire

8.Incoraggiare il circolo vizioso della creazione di nuove linee cellulari fetali:

Sebbene siano qualificate come immortali, le linee cellulari in realtà non lo sono. Non durano indefinitamente e, naturalmente, quando si esauriscono, i laboratori dovranno crearne altre. Allora ricomincia la serie degli stessi peccati commessi e ricomincerà sempre di nuovo finché la protesta non si farà sentire.

 

 

4) Considerazioni generali sulla conduttività del male morale:

1. Il nostro obiettivo ora è indagare sulla moralità del consenso a ricevere un vaccino che è stato realizzato utilizzando cellule HEK-293. Immaginiamo che non ci sia altra difficoltà nel ricevere questo vaccino (il che non è vero) se non quella della serie dei peccati che abbiamo appena enunciato: la domanda è se sia legittimo vaccinarsi. Non possiamo dire che si tratta principalmente di peccati che appartengono al passato, che dobbiamo certamente deplorare ma che il danno è fatto e che ricevere o meno il vaccino non cambierà più nulla?

 

Sebbene siano qualificate come immortali, le linee cellulari in realtà non lo sono. Non durano indefinitamente e, naturalmente, quando si esauriscono, i laboratori dovranno crearne altre. Allora ricomincia la serie degli stessi peccati commessi e ricomincerà sempre di nuovo finché la protesta non si farà sentire.

2. Con un esempio di facile comprensione, vediamo che non è perché un peccato è avvenuto in passato, senza che noi vi abbiamo preso parte, che non possiamo esserne moralmente contaminati. Prendiamo un uomo che ha rubato un milione di euro. Lui muore. Il figlio – consapevole del furto del padre – eredita e non restituisce la somma rubata. Lui a sua volta muore ed eredita il figlio, consapevole del furto del nonno… Sono amico di questo nipote che mi regala un’auto comprata con questi soldi, avvertendomi della sua provenienza rubata. Ho diritto a ricevere l’auto? No. Se la accettassi, ruberei. Possiamo quindi vedere chiaramente che c’è una trasmissione dei peccati passati che può avere un forte impatto sulla moralità dei peccati presenti. Per certi atti che compiamo, si svolge come una sorta di appropriazione di atti precedenti altrui, la cui moralità ridonda sulla nostra.

 

3. Può essere sufficiente approvarli per farli ricadere su di noi. Ma la loro risonanza in noi diventa ancora più penetrante quando entriamo nel compiacimento che deriva dalla fruizione di questi atti passati. Se si tratta di peccati, l’appropriazione di questi atti rischia di avvenire in modo molto profondo.

 

4. Tuttavia, ci sembra sbagliato parlare di cooperazione con il male quando si vuole parlare della connessione che si stabilisce tra un atto del presente e un atto del passato. Infatti, la nozione di cooperazione presuppone l’esercizio di una causalità, di un’influenza reale su un peccato. Quindi dovrebbe essere usata solo in caso di peccato presente o futuro.

 

5. Nonostante questa differenza tra atti passati da un lato e atti presenti e futuri dall’altro, si deve riconoscere, tuttavia, che le distinzioni che individuano la natura della cooperazione e la sua liceità sono utili anche per analizzare la questione del diritto di godere dei frutti di un peccato.

 

6. Ricordiamo quindi che la cooperazione al peccato non è mai possibile se è formale, cioè se il cooperante ha fatto sua la cattiva intenzione dell’attore del peccato. È anche illecita se è immediata. Per immediatezza si intende la cooperazione nell’atto stesso del peccato. Questa cooperazione immediata è ovviamente illecita, tanto se è una cooperazione formale quanto solo materiale, cioè senza che vi sia partecipazione all’intenzione dell’agente principale, perché l’azione alla quale partecipa il cooperatore sarebbe peccato. Rimane il caso di una cooperazione mediata dove si apporta un contributo indiretto al peccato e senza entrare nell’intenzione di chi lo commette. La cooperazione materiale e mediata è ordinariamente illecita, ma se remota può talvolta essere lecita per motivi proporzionatamente gravi.

 

7. Ma come sapere che questi motivi proporzionatamente gravi esistono e sono sufficienti per ammettere una cooperazione mediata e remota? Il giudizio prudenziale da formulare è delicato e complesso. Tutte le circostanze devono essere prese in considerazione e i seguenti criteri devono essere analizzati.

 

Il motivo deve essere tanto più grave:

  • quanto più grave è il peccato cui cooperiamo,
  • quanto l’atto cui cooperiamo provocherà scandalo tra i deboli,
  • quanto l’atto cui si coopera è vicino al peccato,
  • quanto il peccato in cui cooperiamo sarebbe evitato senza la nostra cooperazione,
  • quanto l’obbligo di prevenire questo peccato è maggiore in ragione della natura delle cose, delle circostanze, della situazione personale del cooperatore.

 

Si può notare che due di questi criteri (il non commettersi del peccato senza la nostra collaborazione e l’obbligo di prevenirlo) sono rilevanti solo se si tratta di cooperazione. Nel caso in cui si tratta di sapere se si può godere delle conseguenze del peccato, questi criteri non entrano più in gioco poiché i peccati sono già avvenuti.

 

8. Infine, dobbiamo attirare l’attenzione sulla nozione di scandalo. Bisogna chiamare scandaloso «ogni fatto, omissione, parola, qualunque azione che abbia almeno un aspetto meno buono e capace di produrre negli altri una colpa morale”. Se questo non accade, il fatto scandaloso sarà almeno occasione di uno stupore doloroso e di riprovazione. Di conseguenza, ogni scandalo voluto o permesso senza ragione proporzionata è, per sua natura, una colpa più o meno grave contro la carità cristiana» (10).

 

Se non si occorre tenere conto dello scandalo farisaico, che si provoca negli altri a causa delle loro cattive disposizioni personali, ci si deve preoccupare di non scandalizzare i deboli che, a causa della loro ignoranza, possono essere scandalizzati anche in occasione di azioni di per sé lecite. È per questo motivo che San Paolo, mentre sostiene che le carni che sono state consacrate agli idoli possono essere mangiate senza scrupoli, conclude però che se questa manducazione dovesse scandalizzare i deboli, allora bisognerebbe astenersi da essa. (11)

 

Un altro esempio, molto illuminante, è nella vita di San Pasquale Baylon, un fratello laico francescano del XVI secolo.

 

Mentre era portiere del suo convento ed era venuto ad avvertire il suo superiore che lo cercavano, quest’ultimo gli chiese di dire ai visitatori che non era presente.

 

Sappiamo che questa risposta è un modo convenzionale per lasciare intendere che la persona richiesta non è disponibile.

 

Ma il santo, dopo aver cercato di ottenere di poter dare un’altra risposta, scontrandosi con il suo superiore, finì per dirgli: «Padre, sarebbe una menzogna e quindi un peccato, e il peccato è l’offesa a Dio» (12) E per l’unica volta nella sua vita, non obbedì.

 

A questo aneddoto bisogna aggiungere che, se l’umile fratello laico non aveva studiato, Dio gli aveva donato una conoscenza infusa così grande che i più grandi teologi del tempo vennero a consultarlo e si stupirono dell’estensione e della profondità della sua scienza!

 

Il che – bisogna ammetterlo – non depone troppo a favore delle restrizioni mentali.

 

5) Valutazione dell’esistenza di un motivo commisurato per ricevere questo vaccino HEK-293

Dei peccati che abbiamo elencato, quasi tutti sono peccati passati. Abbiamo spiegato come questi peccati possano contaminarci, anche qualora noi non abbiamo cooperato al loro compimento.

 

Uno di questi, tuttavia, è un peccato sempre presente: è la ricettazione di cellule umane originariamente trafugate dal crimine.

 

Lo stesso vale per lo sfruttamento illegittimo di queste cellule e in particolare, nel caso del vaccino contro il COVID, per l’uso che ne è stato fatto durante la progettazione della produzione e dei test di qualità in occasione dell’immissione sul mercato di nuovi lotti di vaccini, nonché durante la vaccinazione.

 

Come abbiamo scritto, due dei cinque criteri per giudicare se ci sono ragioni proporzionate per la cooperazione materiale mediata non hanno più senso se si tratta di peccati passati. Considereremo quindi questi i due criteri solo per i peccati ancora presenti. Esaminiamo quindi i cinque criteri.

 

1 °criterio di giudizio: gravità dei peccati con cui si entra connessione, sia di quelli che sono stati commessi in passato, sia di quelli che continuano ad esserlo.

Il primo criterio da considerare è la gravità dei peccati ai quali si coopera, siano essi presenti o futuri, o da cui si trae profitto, se sono peccati passati. E si capisce che la maggiore gravità dei peccati rende tanto più difficile che sia lecito cooperare o trarre frutto da essi.

 

Infatti, il legame che si instaura con essi stabilisce una sorta di connessione, di complicità, tanto più problematica quanto più grave è il peccato.

 

È ovvio che la gravità dei peccati con cui entra in connessione chi decide di ricevere questo tipo di vaccino, è estrema.

Ora è ovvio che la gravità dei peccati con cui entra in connessione chi decide di ricevere questo tipo di vaccino, è estrema.

 

Pensiamo un po’ ad un’esplosione nucleare, la cui irradiazione è tale che anche chi è molto lontano dall’epicentro ne subisce gli effetti. Per porre la domanda in modo diverso: anche se si tratta di preservare i beni più grandi come la salute o la vita, è legittimo accettare anche una minima complicità con tali peccati?

 

Sebbene questo criterio da solo non permetta ancora, a quanto ci sembra, di rispondere a questa domanda, è però sufficiente a mostrare già quanto sia moralmente pericolosa l’accettazione di questo vaccino.

 

2 ° criterio di giudizio: valutazione dello scandalo causato dall’accettazione del vaccino

Mettiamo da parte lo scandalo farisaico, che ci sembra assente dalle reazioni a cui stiamo assistendo. Due reazioni molto diverse si manifestano quando si apprende che delle autorità ecclesiastiche considerano possibile il vaccino, per ragioni proporzionate.

 

La prima è un malinteso, una rivolta, un’indignazione contro l’ammissione di una collusione che li scandalizza. I ragionamenti non servono a molto. Il fatto che il Vaticano si sia dichiarato favorevole alla possibilità di utilizzare questi vaccini è oggi considerato, da una notevole frangia di cattolici, un ulteriore segno per il rifiuto dell’utilizzo, tanto è immenso il discredito della Roma conciliare, e non solo negli ambienti tradizionalisti.

 

Mutatis mutandis, si pensi alla reazione di San Pasquale Baylon… Questa reazione è del resto già accreditata anche da delle prese di posizioni a favore della linea intransigente. Aggiungiamo che spesso è motivata anche da altri aspetti, medici e/o politici che non affrontiamo in questo articolo.

 

Al contrario, la seconda reazione è un sospiro di sollievo. Possiamo, in coscienza, ricevere il vaccino. Il che toglie lo spettro di tante ansie e di un futuro difficile che avevamo immaginato…

 

C’è una sottomissione a diktat sempre più restrittivi che porta gli uomini, e i cattolici in particolare, a dover accettare complicità sempre maggiori e ad allontanarsi dalla linea del «non possumus»

C’è stato un effetto scandaloso tra coloro che reagiscono in questo modo?

 

Si sente in loro il timore che la morale un giorno imporrà loro qualcosa che renderebbe molto difficile, se non impossibile, la loro integrazione civica, ma la loro voglia di trovare sempre degli accordi non finisce per prevalere sul giudizio morale?

 

C’è una sottomissione a diktat sempre più restrittivi che porta gli uomini, e i cattolici in particolare, a dover accettare complicità sempre maggiori e ad allontanarsi dalla linea del «non possumus».

 

Anche se pensassimo di dover concludere che questo vaccino è possibile, non dovremmo aggiungere, come San Paolo a proposito degli idolotiti, che è comunque meglio astenersi da esso per non ferire la coscienza di coloro che sentivamo deboli? Questo sarebbe un primo motivo. Ma non ce n’è uno maggiore che attiene al bene comune, e cioè che l’aggravarsi della cooperazione ci indebolisce sempre più e ci rende sempre meno capaci di opporre i principi cattolici alla barbarie?

 

Non concluderemo ancora qui il dibattito, anche se riteniamo essenziale tener conto dell’effetto scandaloso.

 

3° criterio di giudizio: valutazione della vicinanza del consenso al vaccino  con i peccati elencati .

Come dicevamo, sono attuali tre peccati: la ricettazione di cellule umane senza e contro il consenso dell’usufruttuario, lo sfruttamento di queste cellule in particolare nella progettazione, produzione e realizzazione dei test di qualità sui vaccini contro il Covid, e la vaccinazione stessa, data la presenza di scorie umane nel vaccino.

 

Con un esempio più eloquente, immaginiamo un’azienda nota per operare su un grave furto iniziale di materiali da cui sarebbero realizzati tutti i prodotti che vende. Ci sembra logico che si potrebbero acquistare questi prodotti solo per motivi molto seri e nella misura in cui non avessimo altra possibilità.

 

Ci troviamo in una situazione simile con questi laboratori, tranne che c’è un’aggravante nel loro caso. È evidente che il loro furto, la loro usurpazione iniziale, il loro attuale sfruttamento non è quello di materiali ma di cellule umane provenienti da un bambino vivo sezionato.

 

Il consenso al vaccino non ci collegherebbe solo a un furto, ma anche a un crimine. Ma a che distanza?

 

Considerando la gravità degli aborti iniziali e della vivisezione, non ha nessuna rilevanza la distanza nel tempo, nello spazio e l’incognito del bambino

Considerando la gravità degli aborti iniziali e della vivisezione, non ha nessuna rilevanza la distanza nel tempo, nello spazio e l’incognito del bambino.

 

Che si tratti di un bambino abortito nel 1972 ad Amsterdam o di una bambina abortita un’ora fa a Parigi e di cui si conosce il nome non cambia affatto la questione. La nozione di distanza morale non ha a che fare con questi fattori. La lontananza morale è che colui che viene vaccinato è effettivamente lontano dall’atto iniziale di cui beneficia in modo mediato e distante.

 

D’altra parte però, la distanza dal peccato è molto minore se si considera la ricettazione criminale e lo sfruttamento delle cellule. È da questi laboratori ricettatori e criminali, sfruttatori illegittimi di cellule umane, che proviene il suddetto vaccino. Se si trattasse solo di comune materiale trafugato, potrebbero sussistere motivi proporzionalmente gravi per acquistarne i prodotti; ma non si troverà nessun motivo sufficiente a legittimare la complicità, che non è più remota – e ancor meno remotissima –, con i delitti di ricettazione e sfruttamento.

 

Ma ora dobbiamo chiederci se l’accettazione di ricevere un vaccino che contenga frammenti di DNA non sia costitutiva di una cooperazione materiale, ma immediata, in questo peccato «indicibile» che consiste nell’accettare che l’uomo si faccia «consumatore» di elementi del corpo risultanti da un crimine.

 

4 ° e 5 ° criterio: speranza di evitare il peccato se non si entra in connessione con esso e dovere più o meno stretto di prevenirlo

Mettiamo insieme questi ultimi due criteri, che ci fanno sentire più duramente degli altri quanto il peccato abbia invaso il mondo, poiché dobbiamo riconoscere sia che il rifiuto individuale di ricevere il vaccino non impedirà ai laboratori di continuare a sviluppare la loro attività immorale, sia che ci sentiamo impotenti per opporci.

 

diventa chiaro che un rifiuto coraggioso sta già scuotendo il sistema e aiutando a indebolire il Golia dell’iniquità che sfida il mondo cattolico

Questa osservazione non deve però condurci al ragionamento perverso che consisterebbe nel ritenere che sia quindi inutile opporvisi e subire tutti i danni che deriverebbero dal nostro rifiuto. Ciascuno di noi deve agire secondo la sua coscienza formata secondo la legge divina e non fare ciò che è sbagliato, anche se fosse l’unico al mondo ad opporvisi.

 

D’altra parte, l’esempio eroico che così si darebbe, avrebbe in realtà una portata esemplare incomparabile, come mostra la storia degli eroi e dei santi. Diciamo infine che non abbatteremo le mura di questa Gerico del male con l’utopia dei numeri, ma con la forza di Dio e la nostra disponibilità ad essere suoi docili strumenti in questa lotta.

 

In questa luce realistica perché soprannaturale, diventa chiaro che un rifiuto coraggioso sta già scuotendo il sistema e aiutando a indebolire il Golia dell’iniquità che sfida il mondo cattolico.

 

Non abbiamo affrontato in questo articolo né l’aspetto medico né l’aspetto politico della vaccinazione, che meriterebbe pure l’attenzione della morale.

 

Quanto all’aspetto medico, va ricordato che l’uomo, essendo solo l’usufruttuario del proprio corpo, non deve rassegnarsi ad essere usato come cavia dalla scienza. Ora, voci distinte e coraggiose come quella della signora Alexandra Henrion-Caude, e molte altre ancora, ci avvertono delle conseguenze potenzialmente gravi di queste nuove terapie geniche non controllate.

 

non esitiamo a scrivere che questa manipolazione del patrimonio genetico costituisce una ragione morale per opporsi al vaccino, ancora più grave di quella dell’uso di cellule umane da bambini sacrificati

I nomi dei virologi più illustri sembrano avvertirci dei cambiamenti genetici che deriveranno dai vaccini mRNA. A rischio di sorprendere qualcuno, non esitiamo a scrivere che questa manipolazione del patrimonio genetico costituisce una ragione morale per opporsi al vaccino, ancora più grave di quella dell’uso di cellule umane da bambini sacrificati.

 

Non è difficile, infine, dimostrare che i sostenitori più determinati di questa vaccinazione obbligatoria, tra coloro che detengono il potere finanziario e politico, sono molto spesso allo stesso tempo i militanti di un’umanità azzerata e di uno spopolamento forzato.

 

La riflessione morale su questi aspetti medici e politici della vaccinazione potrebbe solo rafforzare la nostra conclusione morale su HEK-293.

 

Tuttavia, in questo tempo di smarrimento delle autorità ecclesiastiche, siamo ben consapevoli di poter esprimere un solo parere. Vale quanto valgono gli argomenti che abbiamo fornito. Altre voci hanno concluso diversamente.

 

Possa questo articolo dare il suo modesto contributo al dibattito di fondo che la gravità della questione merita.

 

 

Padre Joseph o.f.m.cap.

 

 

NOTE

1) Lv. 20; 2-3.

2) Tra i laboratori che utilizzano queste cellule HEK-293 una o più volte nella produzione di vaccini e prima della loro commercializzazione, citiamo Astrazeneca, Sputnik V, Novavax, Moderna, Pfizer.

3) Pamela Acker in un’intervista con John-Henry Westen di Life Site News e tradotta da Jeanne Smit, sul suo blog il 23 gennaio 2021.

3) Ibidem.

4) Alvin Wong in The Ethics of HEK-293, The National Catholic Bioethics Quarterly , 2006, p. 274.

6) Pamela Acker, ibidem.

7) Come hanno sottolineato diverse autorità scientifiche, e in particolare la dott.ssa Alexandra Henrion-Caude, la parola «vaccino» è infatti inadeguata. Bisognerà parlare piuttosto di «informazione genica». Usiamo la parola «vaccino» per comodità.

8) Pamela Acker, ibidem.

9) In libera vendita sul sito ATCC, si possono comprare 10 µg di HEK-293 per € 439.

10) J.M. Vittrant, Theologie Morale, Beauchesne 1954, n° 150, p.97.

11) I, Cor. VIII.

12) Padre Louis Antoine de Porrentavy, Saint Pascal Baylon , Plon 1899, p.142.

 

Linee cellulari

Tucker Carlson scopre che i vaccini sono fatti con feti abortiti. L’antica battaglia di Renovatio 21 è viva

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Torna sotto i riflettori, dopo anni di oscuramento, uno dei temi principali dell’opposizione di molti alle vaccinazioni: l’utilizzo di cellule di feto abortito nella produzione dei sieri.

 

L’occasione è la lunga intervista condotta dal giornalista statunitense Tucker Carlson con Aaron Siri, avvocato di Robert F. Kennedy Jr. e di tante cause vaccinali nei tribunali USA.

 

La densa conversazione, della durata di quasi due ore, è stata pubblicata su X il 27 dicembre e ha attirato grande attenzione sui social media, poiché il Siri, che sta aiutando Kennedy a esaminare i potenziali dipendenti del dipartimento della Salute e dei Servizi Umani, è stato oggetto di un feroce articolo sul New York Times il mese scorso che lo accusava di aver intentato una causa mettere al bando il vaccino contro la poliomielite. In realtà, spiega nell’intervista, si tratta di una querela contro uno specifico vaccino che, come praticamente tutti gli altri, non ha avuto sufficiente sperimentazione.

 

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Siri, di origine ebraiche con alle spalle pure un tentativo di lavorare presso la Corte Suprema dello Stato di Israele, ha raccontato la sua esperienza di avvocato di alto livello, quando seguiva litigations tra aziende multimiliardarie, per poi finire, quasi casualmente, ad occuparsi di vaccini, scelta che gli è costata la perdita di tutti i suoi grandi clienti.

 

Raccontando quindi la sua difesa degli ebrei ortodossi di Brooklyn contro gli obblighi vaccinali imposti dall’amministrazione della città di Nuova York, Siri finisce per toccare la questione di come Big Pharma faccia affidamento sui bambini abortiti per realizzare i suoi prodotti.

 

«In ogni singola dose di vaccino MPR (morbillo, parotite, rosolia), ci sono letteralmente, letteralmente milioni di pezzi della linea cellulare coltivata di un feto abortito in ogni singola iniezione», ha spiegato Siri a uno sbalordito Carlson. «Potrei letteralmente tirare fuori in questo momento la lista degli ingredienti del CDC per il vaccino MPR».

 

In particolare, l’avvocato si riferisce alle «classiche» linee cellulari MRC-5 e WI-38, che chi segue da tempo Renovatio 21 conosce bene.

 

Il Siri, che ha vinto importanti cause legali relative alla libertà medica e ai danni da vaccino nella sua esperienza di contenzioso, spiega quindi ad uno sconcertato Carlson che affinché i vaccini possano essere sviluppati, devono essere coltivati ​​su «tessuto fetale abortito» che sia «vivo».

 

A questo punto Carlson, che ammette di non aver mai sentito parlare di topi umanizzati (tema che i nostri lettori invece maneggiano bene), fa un’ammissione imprevista, sconosciuta alla totalità dei suoi ascoltatori: anche lui ha un figlio (o una figlia) che ha subito un danno da vaccino. Quindi chiede: «da dove prendono i feti abortiti?», per poi dire «sono a disagio come non mi sono mai sentito in un’intervista».

 

«Dai bambini che vengono abortiti», risponde l’avvocato Siri. «Le cellule devono essere vive». Il legale sembra ad un certo punto indicare che alcuni di questi bambini vengono concepiti appositamente per essere squartati, e dopo un numero di settimane tale che in alcuni Stati renderebbe l’operazione come un aborto illegale.

 

I due quindi discutono una deposizione – che in integrale dura nove ore – che Siri aveva precedentemente condotto sul medico ebreo ateo Stanley Plotkin: sia la deposizione che il personaggio sono ampiamente conosciuti dai lettori di Renovatio 21.

 

Il Plotkin è stato consulente per Big Pharma per decenni su come realizzare i loro prodotti. Durante la deposizione il Plotkin ammette a Siri di aver utilizzato vaccini sperimentali su orfani e malati mentali a scopo di test. Il video, che era stato messo in rete sottotitolato in italiano da qualche associazione benemerita, è stato fatto sparire da YouTube: indovinate, violava le «linee guida».

 

Carlson si dice «scioccato e disgustato» quando ha guardato le clip della deposizione di Plotkin, aggiungendo che il legame tra le aziende farmaceutiche e l’industria dell’aborto è profondamente inquietante.

 


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«In genere vengono abortiti per scopi scientifici. Devono saperlo in anticipo, per la maggior parte, perché se abortiscono il bambino e non agiscono immediatamente per assicurarsi che i tessuti non muoiano, allora non puoi usarli in questi esperimenti», ha risposto Siri commentando come Big Pharma lavori in tandem con gli abortisti.

 

In particolare, il Siri descrive come il feto venga tagliato «a cubetti», per poi sperimentare su quale organo (lingua, rene, polmone, etc.) il virus da immettere nel vaccino «attacchi» meglio.

 

L’avvocato di Kennedy prosegue spiegando che quando ti dicono che le linee cellulari sono di un numero limitato e lontane nel tempo (argomento utilizzato ufficialmente dalla gerarchia cattolica per spingere i fedeli alla siringa) si tratta di una menzogna: gli esperimenti continuano anche oggi, e viene fatto il caso di un esperimento specifico nel quale sarebbero stati utilizzati più di 70 feti.

 

Carlson ad un certo punto sostiene di sentire «vibrazioni di sacrificio umano», un argomento che sembra aver compreso pienamente. Così come dimostra di aver capito che quella dei vaccini è una religione, come chiede allo stesso Siri, il quale prova a immaginare che la religione vaccinale è un surrogato di fede atea.

 

Qui a Renovatio 21 non possiamo che essere felici del fatto che il tema dell’uso dei feti abortiti per la ricerca medica e la produzione dei farmaci, in particolare nei vaccini, torni alla luce.

 

Come sa il lettore, l’argomento fu uno degli elementi costitutivi degli inizi di Renovatio 21, che organizzò nel marzo 2019 il convegno «Fede, Scienza e Coscienza», alla presenza di ricercatori internazionali e del cardinale Raimondo Burke. Il video, dopo anni e anni, è stato recentemente rimosso da YouTube con strike (cioè ammonimento di espulsione).

 

Lo abbiamo ricaricato su Rumble, e a questo punto lo ricarichiamo pure su Twitter, ora X. Eccolo.

 

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L’idea che Renovatio 21 portava avanti, in realtà ancora prima dei tempi della legge Lorenzin (2017) che impediva l’accesso alle scuole ai nostri figli, era semplice: sollevando il tema dei feti sacrificati dei vaccini, ci sarà possibile utilizzare l’obiezione di coscienza – grande vacca sacra apparentemente intoccabile così come la sua legge genocidiaria 194/78, perché teneva in piedi la pax bioetica assassina del compromesso tra democristiani, comunisti e radicali (e, oggi, i loro figli postcomunisti, postfascisti, «liberali» – in compagnia ovviamente dei vescovi) – e così sottrarre milioni di bambini all’abominio della siringa di Stato obbligatoria, contenente – come nelle antiche pozioni delle streghe descritte dal Malleus maleficarum (1486)– pezzi di bimbo sacrificato.

 

Non fu così: non solo la gerarchia cattolica della Roma conciliare corrotta, simoniaca e demoniaca aveva pronte giustificazioni e scuse fatte di pura menzogna: no, di lì a poco sarebbe scattata la più grande emergenza sperimentata dall’umanità del XXI secolo, la pandemia, che, guarda guarda, nella distruzione totale dei diritti costituzionali dei cittadini ad un certo punto richiese proprio il vaccino obbligatorio per l’intera popolazione.

 

Era uno sviluppo che, a differenza di tante associazioni antivacciniste (apocalittiche solo a parole…) Renovatio 21 aveva ampiamente previsto: essendo il movimento della storia quello verso un ritorno della schiavitù – è, infine, del sacrificio umano – era chiaro che dopo la sovranità politica (pensate a Unione Europea, NATO, etc.), la sovranità economica (l’euro), la sovranità famigliare (il gender nelle scuole dei figli), sarebbe venuto il turno dell’attacco alla sovranità biologica, persino a livello biomolecolare. E come si entra nel corpo dell’essere umano, se non con una siringa, considerata come un bonario strumento di salute pubblica?

 

Usiamo pensare, con amarezza immane, che eravamo ad un passo dal salvare milioni, forse miliardi di persone, e non è un’esagerazione: l’intenzione, testimoniata dall’invito estero al cardinale Burke di coinvolgere il livello più alto della Chiesa cattolica era quello di mettere in pista attivamente un’obiezione basata sulla religione. Sappiamo che in moltissimi casi di richiesta di obiezione al vaccino da parte di soldati USA è stata utilizzata l’obiezione religione, fino a poco prima ampiamente tollerata.

 

Purtroppo il Vaticano agì invece come malefico agente del siero fatto con aborti, imponendolo a tutti i suoi dipendenti e diramandone la bontà per bocca dello stesso romano pontefice (il sierarsi come «atto d’amore»), il quale come noto ebbe incontri segreti con il CEO di Pfizer Albert Bourla.

 

Tutto quello che avevamo costruito crollò sotto i colpi della dittatura pandemista dei governi (che di fatto annullarono le costituzioni) e del Vaticano definitivamente occupato dalle forze del Male. Pensate: se solo il papa avesse detto una parola (sed tanto dic verbo…) a favore dell’obiezione, milioni, miliardi di persone avrebbero evitato, grazie alla giustificazione religiosa autorizzata, il siero genico sperimentale. E con esso, quanti miocarditi, quante reazioni autoimmuni, quanti «malori improvvisi», quante morti si sarebbero risparmiate?

 

È una domanda a cui il Bergoglio, primo o poi, dovrà rispondere. E le conseguenze dovrebbero farlo tremare più di qualsiasi altra cosa.

 

Abbiamo lottato, come potevamo, prima del tempo. Abbiamo anticipato tutti: questo ci è riconosciuto. Anche quando l’interesse per questa strana, inspiegabile presenza del peccato più atroce nella questione vaccinale, così fondamentale per lo Stato moderno, andava scemando, anche a causa degli effetti collaterali sempre più mostruosi, che cominciavano a prodursi, e a divenire sempre più inengabili.

 

La battaglia di Renovatio 21, tuttavia, non è morta: è più viva che mai. Le linee cellulari sono ancora qui, i vaccini pure, così come i demoni insediatisi nel Sacro Palazzo.

 

Aiutateci a continuare la guerra contro il Male. Perché riguarda tutti, riguarda anche voi.

 

Roberto Dal Bosco

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Immagine di Dr Graham Beards via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

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Vaccini fatti con aborti. Ricordiamolo ancora una volta

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I vaccini e l’aborto sono strettamente legati. Dobbiamo ricordarlo sempre.   Si tratta di una delle prime battaglie di Renovatio 21, che precede di diversi anni la pandemia: prima che vi fosse il COVID e il siero mRNA, c’era l’obbligo dei vaccini pediatrici, anche quelli macchiati dall’uso di linee cellulari da feti abortiti, cioè da esseri umani innocenti sacrificati.   Ne abbiamo parlato tanto, e in ogni modo: articoli, conferenze, convegni. Ci è costato: le prime segnalazioni da parte di enti stranieri contro Renovatio 21 partirono prima del coronavirus, molto prima che i ban sui social fossero la norma. Dicevano che quella dei vaccini fatti con gli aborti era una falsità, e, incredibile, pareva ci credessero davvero – nonostante il bugiardino scrivesse MRC-5 o WI-38 o HEK-293, etc.   All’ammucchiata negazionista aderì ufficialmente, casualmente a ridosso della legge che toglieva ai bimbi non vaccinati la possibilità di frequentare l’asilo (con catastrofi famigliari-professionali conseguenti), anche il Vaticano bergogliano, che sapendo che dire la menzogna è peccato, optò per una teologia del peccato-yogurt: la nota congiunta uscita da vari enti ecclesiastici nel luglio 2017 diceva che sì, è vero, quei vaccini sono fatti con gli aborti, ma si tratta di aborti «lontani nel tempo»… in pratica, il peccato connessovi è scaduto, come un latticino uscito dal frigo. L’omicidio dell’innocente va teologicamente in prescrizione: abbiamo visto anche questa.   Abbiamo in ogni modo tentato di combattere, da subito, questo abominio: perché ci sembrava qualcosa di mostruoso, o ancora di più, di rivelatore. Volevano che i bambini fossero macchiati, sottopelle (tatuati, sarebbe da dire, ma i tattoo non sconvolgono il sistema immunitario), con materia che proviene dall’assassino dei loro simili. E senza quel marchio, nessun accesso, nesso diritto, multe, derisione, accuse, stigma sociale. Il mondo avrebbe imparato presto che quello era solo il test drive per quanto sarebbe successo con il virus cinese e il conseguente ribaltamento della società (non più uno stato di diritto, ma uno Stato cui sei sottomesso, verso cui non hai potere, e da cui puoi sperare solo concessioni, «accessi»).

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Renovatio 21 aveva organizzato nel marzo 2019 a Roma un convegno internazionale, «Fede, Scienza e Coscienza», tutto incentrato sul problema delle linee cellulare dei feti abortiti.   Grazie al lavoro inesausto di Cristiano Lugli, riuscimmo a far arrivare a Roma lo scienziato che più di ogni altro ha studiato il tema della presenza di materiale cellulare di feto abortito nei vaccini e i suoi effetti deleteri sulla salute dei bambini, la dottoressa Theresa Deisher, una rinomata ricercatrice con tanti paper e brevetti realizzati nella sua carriera nella scienza biomedica. Il suo intervento al convegno di Roma è ancora visibile sul nostro canale YouTube – finché dura.   Siamo stati felici di rivedere la dottoressa Deisher ripetere questa incontrovertibile realtà – i vaccini sono fatti con gli aborti esistono e sono fra noi  – in un video di Highwire, la testata di Del Bigtree, giornalista sodale di Robert F. Kennedy jr. Abbiamo pensato di sottotitolarlo, e di dividerlo in parti, per renderlo più fruibile online.   L’intervista è strutturata con domande e risposte. Molte cose fondamentali della questione – cose per le quali il mainstream normaloide della massa vaccina si tappa le orecchie e inizia ad urlare per non sentire – sono spiegate benissimo, e molto sinteticamente.     Cosa esattamente c’è in un vaccino? «Un vaccino è costituito da un virus. Il virus è una lunga catena di acido nucleico. E l’acido nucleico è ciò che costituisce il nostro DNA e RNA. È troppo lungo da fare in provetta. Così noi imitiamo il modo che ha la natura di propagare e far crescere un virus e infettiamo le cellule».   È vero che ci sono feti abortiti nei vaccini? «Quello che c’è nel prodotto finale, quando utilizziamo cellule che sono state create da un feto abortito, sono frammenti di DNA fetale umano e detriti cellulari. E a livelli abbastanza alti».

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Come fanno gli scienziati a procurarsi il tessuto fetale? «Esistono società di procurement che lavorano fianco a fianco con gli abortisti, tipicamente nello stesso edificio».   «Quello che succede è che il cuore entra effettivamente in condizione di contrattura. È una volta che ciò accade, non è possibile ricavarne dati validi. Non puoi ottenere cellule che funzioneranno. Quindi il tessuto diventa davvero inutile. Deve essere espulso e messo in conservante che ferma il cuore entro 2 minuti».   «Il bambino deve nascere vivo o altrimenti non potranno prendere il cuore velocemente e inserirlo correttamente nella soluzione bloccante, in modo che possano conservarlo per l’elaborazione».     I feti sono ancora vivi dopo l’estrazione? «Beh, un feto nato intatto è sicuramente morto quando gli strappano via il cuore. Non gli viene somministrato alcun anestetico. Non farei mai una cosa del genere ad un topo o ad un ratto».   «Non sarei sorpresa se in un futuro non così lontano potremo ottenere dei numeri concreti che mostrano come gli aborti vengano ritardati sempre di più, in modo che gli scienziati e le società di procurement possono ottenere un tessuto migliore e più a termine».   I feti sono ancora usati per fare i vaccini? Molti dicono che hanno fermato questa pratica negli anni Settanta? «Non è una vecchia tecnica, alcune delle linee cellulari che utilizzano per la produzione di vaccini sono state realizzate negli anni Settanta. Stanno iniziando a deteriorarsi. Quindi in realtà è necessario creare nuove linee cellulari per sostituirle».   «Ogni giorno, bambini abortiti vengono predati e sfruttati per la ricerca biomedica, e la pratica continua perché chiudiamo gli occhi sull’etica dei vaccini… per le persone che non condividono il nostro orientamento morale non c’è alcuna differenza tra un aborto effettuato nel 1970 e l’aborto fatto ieri».

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  Usare cellule fetali umane nei vaccini è pericoloso? «Sappiamo con certezza che i livelli di DNA di questi vaccini che entrano nel flusso sanguigno dei nostri bambini talvolta superano 100 volte i livelli di DNA fetale che, è stato dimostrato, attivano in modo massiccio la risposta immunitaria, causando il rilascio generale di citochine, e le citochine sono tossine. E stiamo dando ai bambini concentrazione da 10 a 100 volte più elevate. Sappiamo assolutamente che il recettore TLR9 si attiva».   «Le aziende farmaceutiche non hanno mai misurato il rilascio di citochine. E non hanno mai misurato un livello così acuto di risposta autoimmune».     Cosa possono fare i genitori per informarsi sui rischi del vaccinare i propri figli? «Come minimo, leggete un po’ il foglietto illustrativo, e vedrai gli effetti collaterali riconosciuti. Ciò potrebbe accadere al tuo sanissimo, normalissimo bambino».   «Fai una valutazione del rischio: tuo figlio è a rischio di questa malattia? Se dovesse contrarla, quali sono le conseguenze di contrarre questa malattia? È così tremendo, oppure possiamo gestirlo bene dal punto di vista medico in modo che nostro figlio stia bene?   Come i genitori dovrebbero parlarne ai pediatri? «Vorrei incoraggiare tutti i genitori a chiedere al proprio medico come l’immunità è causata da un vaccino. E se il tuo medico non ti parla dei recettori Toll-like, allora anche il tuo medico non sa nulla riguardo all’immunità, riguardo alla virologia, che è vaccinologia, oppure non ti sta dicendo la verità».   «Dovresti chiamare un dottore che sappia di cosa si sta parlando. O che ti dice la verità».     Sono parole giuste, e incontrovertibili.   Riguardo al tema di aborto e vaccini, e sempre bene, ogni tanto, ricordarci questo abominio, richiamare alla mente l’aberrazione biologica e morale a cui vogliono sottomettere noi e la nostra prole.   Noi dimentichiamo mai l’orrore in cui siamo immersi. E la battaglia che dobbiamo fare per uscirne.   Grazie, dottoressa Deisher. SOSTIENI RENOVATIO 21
 
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Linee cellulari

La famiglia di Henrietta Lack si accorda con un’azienda di biotecnologie per i profitti della linea cellulare

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge. Della linea cellulare HeLa Renovatio 21 ha trattato in diversi articoli. Con le cellule HeLa vengono prodotti, ancora oggi, vaccini – anche per il COVID, come nel caso del CureVac. Secondo alcuni, la pervasività di tali cellule è tale da aver rovinato gli sforzi dell’amministrazione Nixon nella sua «guerra contro il cancro»: le cellule HeLa avevano di fatto contaminato e divorato tutte le altre linee cellulari, persino quelle nascoste in laboratori segreti – arrivando perfino nelle strutture nascoste dell’Unione Sovietica, con relative paure di incidenti diplomatici da Guerra Fredda. Le caratteristiche della linea cellulare hanno portato alcuni ricercatori a chiedere alla scienza di classificare le cellule HeLa come nuova tipologia di essere vivente.

 

 

In una risoluzione storica che sottolinea le complesse questioni etiche che circondano la ricerca medica e il profitto, la famiglia di Henrietta Lacks, le cui cellule hanno alimentato progressi medici rivoluzionari per decenni, ha raggiunto un accordo con la società di biotecnologie Thermo Fisher Scientific.

 

La famiglia Lacks aveva accusato l’azienda di capitalizzare sulle sue cellule, note come HeLa, senza ottenere il loro consenso.

 

Henrietta Lacks, una madre afroamericana di cinque figli, ha inconsapevolmente contribuito a un’eredità medica senza precedenti quando, nel 1951, i medici del Johns Hopkins Hospital hanno prelevato un campione delle sue cellule tumorali cervicali a sua insaputa o senza il suo permesso.

 

Le cellule, un’anomalia unica, sono state le prime a riprodursi con successo al di fuori del corpo umano, spingendo la ricerca medica in un territorio inesplorato. Queste cellule hanno svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo di vaccini per la poliomielite e il coronavirus, nonché trattamenti per disturbi tra cui il cancro, il morbo di Parkinson e l’influenza.

 

Tuttavia, la famiglia Lacks rimase all’oscuro dell’impatto monumentale delle celle di Henrietta per più di due decenni. La causa, intentata nel 2021 presso un tribunale distrettuale degli Stati Uniti nel Maryland, accusava Thermo Fisher Scientific di trarre profitto dalla linea cellulare HeLa trascurando di risarcire la famiglia o di chiedere la loro approvazione. I termini dell’accordo sono stati mantenuti riservati.

 

In una dichiarazione congiunta, Thermo Fisher Scientific e il team legale della famiglia Lacks hanno annunciato l’accordo e hanno indicato che non offriranno ulteriori commenti in merito. Gli esperti legali prevedono che questo caso potrebbe costituire un precedente per future azioni legali volte ad affrontare le complessità della bioetica e dei diritti di proprietà intellettuale.

 

L’avvocato della famiglia, Chris Ayers, ha accennato alla possibilità di azioni legali simili in futuro, evidenziando le mosse per ritenere le società responsabili per aver tratto profitto da controversie storiche ed etiche.

 

Le cellule HeLa, che sono state utilizzate in oltre 110.000 pubblicazioni scientifiche, hanno fornito ai ricercatori gli strumenti per comprendere meglio le malattie e sviluppare trattamenti salvavita. Tuttavia, questo trionfo scientifico ha anche suscitato discussioni sulla necessità di trasparenza, consenso informato ed equo compenso nel campo della ricerca medica.

 

 

Michael Cook

 

 

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

 

 

 

 

Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

 

 

 

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