Politica
Bolsonaro incriminato per presunto «colpo di Stato»

La polizia federale brasiliana ha incriminato l’ex presidente cattolico Jair Bolsonaro e altre 36 persone, tra cui un sacerdote e alcuni ufficiali militari, per un presunto «colpo di Stato» per mantenere la carica dopo l’annuncio che Bolsonaro aveva perso per un soffio le elezioni del 2022.
La polizia ha affermato che consegnerà i documenti dell’accusa alla Corte Suprema del Brasile, che a sua volta «li inoltrerà al procuratore generale Paulo Gonet, che deciderà se incriminare formalmente Bolsonaro e processarlo, oppure archiviare le indagini», ha riportato l’Associated Press .
Tra gli imputati, insieme all’ex presidente, figurano principalmente alti ufficiali militari e padre José Eduardo de Oliveira e Silva, un sacerdote cattolico molto seguito sui social media e noto per le sue forti critiche all’aborto, al femminismo e all’ideologia di genere, nonché per il suo sostegno al cattolicesimo tradizionale.
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La polizia brasiliana ha affermato che Silva ha visitato il palazzo presidenziale nel novembre 2022 e ha affermato di aver discusso dei piani per un colpo di Stato contro l’attuale presidente socialista e criminale condannato Lula da Silva.
Bolsonaro avrebbe perso la sua rielezione contro Lula con il 50,9% contro il 49,1%. Mentre il leader cattolico non ha ammesso verbalmente la sconfitta, il suo capo di gabinetto ha riconosciuto che avrebbero facilitato la transizione del potere. Poco dopo la dichiarazione, la Corte Suprema del Brasile ha rilasciato una dichiarazione in cui affermava che autorizzando la transizione del potere aveva riconosciuto il risultato delle elezioni.
Bolsonaro ha continuato a contestare i risultati delle elezioni presentando una causa di 33 pagine, ma il giudice della Corte Suprema di sinistra Alexandre de Moraes l’ha respinta. Molti conservatori ritengono che la corsa sia stata rubata. De Moraes, ritenuto il vero padrone del Paese (con Lula ridotto a «cagnolino di compagnia», ha sentenziato Elon Musk) era l’oggetto di protesta delle manifestazioni oceaniche dei bolsonariani anche prima del voto.
In vista delle elezioni, Bolsonaro ha messo in dubbio l’integrità del sistema di voto elettronico, suscitando preoccupazioni nei sostenitori sulla legittimità delle elezioni. Dopo la sua presunta sconfitta, milioni di brasiliani sono scesi in piazza per protestare contro i risultati.
Da allora sono emerse informazioni interne di X (ex Twitter) che mostrano come lo stato profondo in Brasile abbia fatto pressione sulla piattaforma per censurare i contenuti e interferito nelle elezioni presidenziali del 2022. Il giornalista e autore Michael Shellenberger ha soprannominato le sue scoperte «Twitter Files Brazil», che ha affermato hanno mostrato «una repressione radicale della libertà di parola guidata da un giudice della Corte Suprema di nome Alexandre de Moraes».
Gli sforzi per incriminare Bolsonaro per aver contestato le elezioni del 2022 ricordano l’incriminazione da parte del sistema giudiziario statunitense del presidente Donald Trump per aver contestato le elezioni del 2020, da lui stesso contestate legalmente.
Non solo: agli italiani tale evidente «guerra giudiziaria» di matrice politica dovrebbero ricordare da vicino un trauma subito dalla Repubblica, mai discusso a fondo, in realtà, nei decenni che seguirono: Tangentopoli, o «mani pulite», operazione tribunalesca (e mediatica) con cui vennero cancellati praticamente tutti i partiti sorti dal 1945, tranne uno – il PC, poi PDS, poi DS, poi PD – che ancora è al suo posto oggi.
Mentre il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti sotto il presidente Joe Biden ha attaccato Trump, il sistema legale brasiliano ha ampiamente indebolito Bolsonaro a favore del criminale condannato Lula. L’anno scorso, a Bolsonaro è stato impedito di candidarsi a una carica pubblica fino al 2030 da un collegio di giudici in quello che sembrava essere un caso di ritorsione politica sotto Lula.
Come riportato da Renovatio 21, Bolsonaro fu addirittura accusato, fra le altre cose, di aver molestato una balena. A inizio anno era stato incriminato, rischiando 12 anni di carcere, per falsificazione dello status vaccinale. Qualche lettore di Renovatio 21 può ritenere che in ambedue i casi il leader possa aver agito per l’intimo bene del mondo.
Prima di sconfiggere Bolsonaro, Lula era stato condannato nel 2017 per corruzione e riciclaggio di denaro in uno scandalo chiamato Lava Jato («autolavaggio, ndr), per i quali è stato condannato a quasi 10 anni di prigione. Nel 2019, è stato dichiarato colpevole di accuse legate a tangenti in un caso separato. Tuttavia, un voto di 6-5 della Corte Suprema gli ha permesso di lasciare la prigione più tardi quell’anno. Nel marzo 2021, un giudice della Corte Suprema ha annullato le accuse contro di lui. Settimane dopo, la Corte ha deciso che era libero di candidarsi alle elezioni del 2022.
Durante le proteste dei supporter bolsonariani contro quella che vedevano come una frode elettorale la polizia arrivò a sparare sui manifestanti, mentre ad altri, in puro stile Trudeau, fu bloccato il conto corrente. Ad altri ancora, arrestati per aver partecipato ai moti di Brasilia di gennaio 2022, è stato inflitto, oltre che il carcere, anche un processo di «rieducazione» dal sapore di totalitarismo estremo – oltre che all’oramai scontata esclusione dai social.
Come riportato da Renovatio 21, nel 2022 era emerso, piuttosto significativamente, che il direttore della CIA William Burns era volato in Brasile per dire a Bolsonaro di non protestare nei riguardi del risultato elettorale.
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Immagine di Assembleia Legislativa do Espírito Santo via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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Politica
Sparatoria durante una manifestazione anti-Trump a Salt Lake City: un ferito grave

Una persona è rimasta gravemente ferita dopo che un uomo armato ha aperto il fuoco durante una marcia di protesta contro le politiche del presidente degli Stati Uniti Donald Trump a Salt Lake City, nello Utah, sabato sera. La polizia ha dichiarato che una persona sospettata è stata fermata sul posto.
Secondo il Salt Lake City Tribune, l’incidente è avvenuto in State Street, proprio davanti al condominio Liberty Sky. I video dell’evento mostrano i manifestanti correre nel panico dopo gli spari. Secondo la polizia, una vittima è stata ricoverata in ospedale con ferite potenzialmente letali.
«Abbiamo una persona di interesse in custodia», ha dichiarato il Dipartimento di Polizia di Salt Lake City in un comunicato. Foto e video che circolano sui social media sembrano mostrare gli agenti mentre immobilizzano un uomo vestito di nero e lo ammanettano.
Gunshots ring out at Salt Lake City, Utah’s planned “No Kings” riot just now. An insurrectionist rebel lies face-down on the ground after three reports echo through the evening. Police attempt without success to resuscitate the member of the foreign invading army. pic.twitter.com/ly924Ss2Cw
— Alan Bings (@AlanBings) June 15, 2025
Salt Lake City, Utah — One person was shot at the “No Kings” anti-Trump protest. No other details known at the moment. pic.twitter.com/CQL7RaNn67
— Andy Ngo (@MrAndyNgo) June 15, 2025
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La polizia ha identificato come sospettato un ventiquattrenne, trovato con un AR-15 e una maschera antigas nello zaino. Altre due persone sono state arrestate dopo la sparatoria. Indossavano giubbotti ad alta visibilità ed erano armate, e la polizia ha affermato che probabilmente facevano parte della squadra di «servizio d’ordine» della marcia.
Secondo le dichiarazioni dei testimoni, quelli del servizio d’ordine hanno notato il giovane separarsi dalla folla, nascondersi dietro un muro e preparare il fucile. Si sono avvicinati al sospettato e gli hanno intimato di gettare la pistola, ma lui ha alzato l’arma in posizione di tiro e ha iniziato a correre verso la folla, secondo quanto riferito dalla polizia. Uno dei membri delle forze di pace ha sparato tre colpi, colpendo il sospettato e un’altra persona che sta collaborando alle indagini. Non è ancora noto se dovrà rispondere di accuse penali.
Le marce «No Kings» si sono svolte in diverse città degli Stati Uniti, per protestare contro la repressione dell’immigrazione clandestina da parte di Trump e contro l’impiego della Guardia Nazionale e dei Marines in servizio attivo durante i disordini a Los Angeles scatenati dai raid anti-immigrazione.
Le manifestazioni hanno coinciso con le celebrazioni del 250° anniversario della fondazione dell’Esercito degli Stati Uniti e del 79° compleanno di Trump.
Sabato mattina, la polizia ha arrestato un uomo in Virginia per aver guidato in modo spericolato il suo SUV attraverso una folla di manifestanti, colpendo almeno una persona.
Come riportato da Renovatio 21, lo Stato del Minnesota ha invece visto un omicidio politico con l’uccisione di una deputata statale democratica e il tentato assassinio di un senatore.
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Immagine screenshot da YouTube
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Omicidio politico in America: deputata uccisa col marito, un altro senatore ferito

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«Ho fatto quello che fanno i leader… mi sono fatta avanti e ho portato a termine il lavoro per il popolo del Minnesota». Pochi minuti fa il sospettato sarebbe stato arrestato. «Il volto del male. Dopo un lavoro di polizia instancabile e determinato, l’assassino è ora in custodia», ha dichiarato l’ufficio dello sceriffo della contea di Ramsey in un post sui social media, accompagnato da una foto di Boelter mentre viene arrestato. «Grazie alla dedizione di diverse agenzie che lavorano insieme e al supporto della comunità, la giustizia è un passo più vicina».REPORT: Shortly before Minnesota Rep. Melissa Hortman was shot and k*lled, she broke down in tears in front of cameras after siding with Republicans.
Hortman was the lone Democrat who voted to cut health care access for adult illegal immigrants. “I did what leaders do… I… pic.twitter.com/tpqUe0LRaZ — Collin Rugg (@CollinRugg) June 14, 2025
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