Droga
Potenziale legalizzazione del suicidio assistito per i tossicodipendenti

Il treno dell’eutanasia in Canada non conosce soste. Secondo il Daily Mail, entro marzo 2024 la legislazione canadese sull’assistenza medica in caso di morte (MAiDI sarà modificata per includere i pazienti affetti da problemi di salute mentale, inclusa la dipendenza dalla droga.
In pratica, i drogati potranno decidere di suicidarsi aiutati dallo Stato.
Secondo quanto riportato, nei prossimi mesi un’apposita commissione parlamentare esaminerà la misura prima che venga attuata, a seguito delle divergenze di opinione tra i partiti politici canadesi. Più di 10.000 canadesi sono stati sottoposti ad eutanasia nel 2021, dieci volte di più rispetto al 2016, anno in cui è stata legalizzata. Alcuni erano persone povere che volevano morire.
Come riportato da Renovatio 21, nel 2022 un canadese su 25 è morto per eutanasia di Stato.
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Il Canada è divenuto Paese capofila del fondamentalismo eutanasico, dove non solo i vecchi, i malati, e i depressi possono essere passati per la morte di Stato (che lì si chiama MAiD), ma anche i poveri: anche chi stenta ad arrivare alla fine del mese può finire per chiedere l’eutanasia – grazie a tale massacro, vale la pena di ricordare, la predazione degli organi ha visto i suoi numeri triplicare. Ulteriori casi hanno dimostrato che possono essere gli stessi funzionari statali a proporre ai disabili di farsi uccidere.
La procedura con cui il cittadino chiede allo Stato di ucciderlo inizia scaricando un modulo online. Il richiedente risponde ad una serie di domande e poi, insieme ai testimoni, firma il modulo. Un medico quindi chiama e si reca a casa del richiedente. Se la richiesta viene approvata da due medici diversi, la persona dovrà attendere 90 giorni e poi un medico potrà somministrare il farmaco letale tramite iniezione.
Un quadro per la valutazione eutanatica delle persone con disturbi da uso di sostanze è stato in discussione in una conferenza scientifica lo scorso mese. Il programma del workshop prevede di insegnare ai partecipanti e agli operatori sanitari a «differenziare tra il suicidio e un desiderio ragionato di morire».
Il dottor David Martell, direttore medico del dipartimento di medicina delle dipendenze presso la Nova Scotia Health, che presenterà il quadro alla conferenza, ha detto a VICE News: «Non penso che sia giusto, e nemmeno il governo, escludere le persone dall’idoneità perché il loro stato di salute o sofferenza è legato alla malattia mentale».
«Non è giusto escludere le persone dall’idoneità perché il loro disturbo mentale potrebbe essere, in parte o del tutto, un disturbo da abuso di sostanze. Si tratta di trattare le persone allo stesso modo».
Una persona che desidera morire razionalmente «pensa in modo calmo e misurato a porre fine alla propria sofferenza ed è in grado di ragionarci sopra». Il medico intervistato aggiunge che le persone possono mostrare segni di tendenze opposte, rendendo difficile la valutazione. E sarebbe «del tutto impossibile» distinguere se la persona fosse sotto l’effetto di farmaci.
L’ente sanitario nazionale Health Canada ha dichiarato al Daily Mail che la «MAiD può essere somministrata solo quando due medici ritengono che il paziente sia idoneo alla procedura. Per averne diritto, una persona deve: essere affetta da una malattia, malattia o disabilità grave e incurabile; trovarsi in uno stato avanzato di declino irreversibile delle proprie capacità; e sperimentare sofferenze durature e insopportabili. Questi tre criteri devono essere soddisfatti affinché una persona possa essere considerata idonea».
Zoë Dodd, un’attivista pro-vita di Toronto sostiene che la pratica equivale all’eugenetica. «Penso che MAID, quando si tratta di salute mentale e dipendenza, abbia davvero le sue radici nell’eugenetica. E ci sono persone che stanno davvero lottando contro la dipendenza e che non ricevono il sostegno e l’aiuto di cui hanno bisogno» ha detto a VICE.
Il programma eugenetico all’orizzonte qui è piuttosto chiaro: eliminare i tossicodipendenti e i malati invece di curarli. Dal metadone al pentobarbital.
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Droga
I cartelli della droga imparano la guerra con i droni in Ucraina

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Droga
Trump valuta l’ipotesi di attacchi in Venezuela e minaccia di abbatterne gli aerei

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta valutando la possibilità di effettuare attacchi contro i cartelli della droga sul suolo venezuelano, ha riferito venerdì la CNN, citando fonti a conoscenza della questione.
Le deliberazioni segnalate giungono mentre il Pentagono ha schierato almeno otto navi da guerra e un sottomarino nei Caraibi orientali.
Secondo la CNN, l’attacco missilistico di martedì contro un’imbarcazione presumibilmente impegnata nel contrabbando di droga dal Venezuela è stato solo il primo passo degli sforzi di Trump per neutralizzare il traffico di droga nella regione e potenzialmente rovesciare il presidente venezuelano Nicolas Maduro.
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Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni drastiche al paese sudamericano governato dai socialisti durante il primo mandato di Trump, prendendo di mira il suo commercio petrolifero e il suo settore finanziario. Il mese scorso, il procuratore generale di Washington Pam Bondi ha raddoppiato la ricompensa per informazioni che portassero all’arresto di Maduro, portandola a 50 milioni di dollari.
Sebbene venerdì Trump abbia negato i piani per un cambio di regime, ha definito le elezioni presidenziali del 2024 in Venezuela «molto strane». Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato all’inizio di questa settimana che gli Stati Uniti «affronteranno i cartelli della droga ovunque si trovino».
Maduro ha negato le accuse di coinvolgimento nel traffico di droga e ha promesso di dichiarare il Venezuela una«repubblica in armi» se attaccato dagli Stati Uniti.
«Così come non era vero che l’Iraq possedesse armi di distruzione di massa, non è vero neanche quello che dicono del Venezuela», ha detto Maduro venerdì, riferendosi alla logica alla base dell’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti nel 2003.
Trump ha affermato esplicitamente che l’esercito statunitense è autorizzato ad abbattere aerei venezuelani se i comandanti li ritengono una minaccia. Il suo avvertimento è seguito alle notizie secondo cui aerei venezuelani avrebbero sorvolato navi da guerra americane impegnate in quella che Washington descrive come una missione antidroga nei pressi del paese sudamericano.
Venerdì, quando i giornalisti gli hanno chiesto cosa avrebbero fatto gli Stati Uniti se i jet venezuelani avessero nuovamente sorvolato le navi della marina statunitense, Trump ha avvertito che «saranno nei guai». «Se ci mettessero in una posizione pericolosa, li abbatteremmo», ha sottolineato.
Trump ha respinto le affermazioni di Caracas secondo cui Washington stava cercando di rovesciare il governo del presidente Nicolas Maduro. «Beh, non stiamo parlando di questo, ma del fatto che avete avuto delle elezioni molto strane», ha detto.
Trump ha insistito nell’inquadrare la presenza militare statunitense vicino al Venezuela come parte di una stretta sul traffico di droga. «Miliardi di dollari di droga stanno affluendo nel nostro Paese dal Venezuela. Le prigioni venezuelane sono state aperte al nostro Paese», ha dichiarato Trump, aggiungendo che le forze statunitensi avrebbero preso di mira le imbarcazioni sospettate di trasportare stupefacenti.
Nelle ultime settimane, gli Stati Uniti hanno schierato almeno otto navi da guerra e un sottomarino d’attacco nei Caraibi, mentre hanno inviato dieci caccia stealth F-35 a Porto Rico per scoraggiare ulteriori sorvoli venezuelani. All’inizio di questa settimana, gli Stati Uniti hanno colpito un’imbarcazione che sostenevano fosse collegata a un’operazione di narcotraffico, uccidendo 11 persone.
Mentre le tensioni con gli Stati Uniti aumentavano vertiginosamente, Maduro avvertì che il suo Paese sarebbe entrato in una fase di «lotta armata» se fosse stato attaccato.
Le relazioni tra Stati Uniti e Venezuela sono tese da anni. Washington si è rifiutata di riconoscere la rielezione di Maduro nel 2018, sostenendo invece l’opposizione del Paese. Le successive amministrazioni statunitensi hanno imposto sanzioni drastiche al settore petrolifero e al sistema finanziario venezuelano.
Ad agosto, gli Stati Uniti hanno annunciato una ricompensa di 50 milioni di dollari per qualsiasi informazione che porti all’arresto di Maduro, definito «uno dei più grandi narcotrafficanti del mondo».
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La Casa Bianca accusa da tempo Maduro di guidare una rete di narcotrafficanti nota come «Cartel de los Soles», sebbene non vi siano prove schiaccianti o prove concrete che lo dimostrino, tuttavia lo scorso anno gli USA sono arrivati a sequestrare un aereo presumibilmente utilizzato dal presidente di Carcas. È stato anche accusato di aver trasformato l’immigrazione in un’arma.
Il presidente venezuelano ha respinto le accuse, affermando che il suo Paese è «libero dalla produzione di foglie di coca e di cocaina» e sta lottando contro il traffico di droga.
Come riportato da Renovatio 21, gli sviluppi recenti si inseriscono nel contesto delle annunciate operazioni cinetiche programmate dal presidente americano contro il narcotraffico. Ad inizio mandato era trapelata l’ipotesi di un utilizzo delle forze speciali contro i narcocartelli messicani. La prospettiva, respinta dal presidente messicano Claudia Sheinbaum, ha scatenato una rissa al Senato di Città del Messico la scorsa settimana.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Droga
Trump disintegra la barca di narcotrafficanti venezuelani in acque internazionali

🚨 @POTUS: We just, over the last few minutes, shot out a drug-carrying boat… and there’s more where that came from… These came out of Venezuela. pic.twitter.com/JlurCZWBpG
— Rapid Response 47 (@RapidResponse47) September 2, 2025
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As @potus just announced moments ago, today the U.S. military conducted a lethal strike in the southern Carribean against a drug vessel which had departed from Venezuela and was being operated by a designated narco-terrorist organization.
— Marco Rubio (@marcorubio) September 2, 2025
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«L’attacco è avvenuto mentre i terroristi si trovavano in mare in acque internazionali, impegnati a trasportare stupefacenti illegali diretti negli Stati Uniti. L’attacco ha causato la morte di 11 terroristi. Nessun membro delle forze armate statunitensi è rimasto ferito durante l’attacco. Vi preghiamo di far sì che questo serva da avviso a chiunque pensi anche solo di introdurre droga negli Stati Uniti d’America. ATTENZIONE!» Si tratta di un primo colpo delle annunciate operazioni cinetiche programmate dal presidente americano contro il narcotraffico. Ad inizio mandato era trapelata l’ipotesi di un utilizzo delle forze speciali contro i narcocartelli messicani. La prospettiva, respinta dal presidente messicano Claudia Sheinbaum, ha scatenato una rissa al Senato di Città del Messico la scorsa settimana. Le tensioni tra Stati Uniti e Venezuela sono in aumento. Secondo quanto riferito, sette navi da guerra statunitensi e un sottomarino d’attacco rapido a propulsione nucleare stanno già pattugliando i Caraibi meridionali o lo faranno presto, insieme a più di 4.500 marinai e marine. Maduro ha risposto visitando un grande spiegamento militare ritratto in video e mandato in rete nelle scorse ore.WATCH: The U.S. military destroyed a Venezuelan drug boat in international waters with 11 Tren de Aragua narcoterrorists aboard, the Trump admin says. pic.twitter.com/qpOq1Yk2Lz
— Fox News (@FoxNews) September 2, 2025
Venezuelan President Maduro stages a show of force as US warships deploy near Venezuela.pic.twitter.com/5LtAwKHrPv
— Clash Report (@clashreport) August 29, 2025
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