Droga
La Birmania è ora il più grande produttore di oppio al mondo
Il Myanmar è diventato il più grande centro mondiale di produzione di oppio nel 2023, dopo aver superato l’Afghanistan, secondo un nuovo rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC).
Diffusa martedì, la pubblicazione delle Nazioni Unite riferisce che dal 2022 al 2023 la produzione del raccolto illecito in Myanmar è aumentata del 18% per un totale di 47.100 ettari coltivati.
«Le perturbazioni economiche, di sicurezza e di governance che hanno seguito la presa del potere militare del febbraio 2021 continuano a spingere gli agricoltori in aree remote verso l’oppio per guadagnarsi da vivere», ha affermato il rappresentante regionale dell’UNODC Jeremy Douglas. «Si prevede che l’intensificarsi del conflitto nello [stato settentrionale dello] Shan e in altre aree di confine accelererà questa tendenza».
Secondo l’UNODC, le aree di coltivazione dell’oppio si sono estese soprattutto nelle regioni di confine del Myanmar, nello stato settentrionale di Shan, che confina con Cina, Laos e Thailandia. Seguono gli stati Chin e Kachin, in cui la resa è aumentata del 16% arrivando a 22,9 chilogrammi per ettaro, secondo quanto riferito a causa di pratiche agricole più sofisticate.
In totale, secondo il rapporto, quest’anno gli agricoltori del Myanmar hanno guadagnato circa il 75% in più dalla coltivazione del papavero da oppio, poiché i prezzi medi pagati per il raccolto hanno raggiunto circa 355 dollari al chilogrammo.
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L’aumento della produzione di oppio in Myanmar avviene mentre la produzione in Afghanistan è crollata del 95% a circa 330 tonnellate in seguito al divieto dei talebani sulla coltivazione del papavero lo scorso aprile, contraddicendo un rapporto ONU del 2022 che diceva che dal ritorno dei talebani al potere la coltivazione del papavero da oppio era invece cresciuta.
L’Afghanistan è stato in passato il principale produttore di oppio al mondo, fornendo oltre l’80% della fornitura globale e una delle principali fonti di eroina sia in Europa che in Asia.
Alcuni osservatori ritengono come l’oppio afghano fosse aumentato, invece che diminuire, durante il periodo di occupazione americana e occidentale nel Paese. Un servizio della BBC del 2020 definiva la produzione di oppio di Helmand come «il mercato… che è forse l’esempio più puro di capitalismo sul pianeta».
Sulla questione degli USA e dell’oppio afghano consigliamo il denso articolo di William F. Engdahl tradotto e pubblicato su Renovatio 21, «La politica dell’eroina e il ritiro afghano degli Stati Uniti».
Il «Triangolo d’oro» tra Laos Birmania e Tailandia era un ben noto produttore di droga già negli anni Sessanta, quando forniva il mercato americano degli stupefacenti utilizzando canali dell’esercito USA, con la droga nascosta persino nelle bare dei soldati che tornavano morti dalla guerra Vietnam – una storia raccontata nel film di Ridley Scott American Gangster.
Come riportato da Renovatio 21, nell’autunno 2021 venne realizzato in Laos un sequestro di droga record: 55 milioni di compresse di anfetamina e oltre 1,5 tonnellate di metanfetamine. Il Triangolo, quindi, non produce solo eroina, ma anche altre sostanze, adattandosi alle esigenze del mercato occidentale.
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Droga ottenuta da ossa umane, la Sierra Leone dichiara l’emergenza
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Allarme bomba in un deposito pacchi di Roma: in realtà potrebbe essere un carico di cocaina
Ieri mattina, presso uno dei depositi situati a Roma est, è scattato l’allarme quando gli addetti alle consegne hanno notato un pacco aperto contenente dieci candelotti. Immediatamente hanno segnalato alla polizia la situazione, temendo un potenziale pericolo di esplosione. Lo riporta Il Messaggero.
Le autorità hanno successivamente concluso le operazioni in un appartamento a San Basilio, dove hanno sorpreso i destinatari del pacco in possesso di 5 chili di sostanze stupefacenti. Gli eventi di ieri devono ancora essere delucidati e le indagini si concentreranno sui risultati delle analisi scientifiche sul materiale sequestrato all’interno dei candelotti.
Si ipotizza che il contenuto possa essere droga e che quindi la consegna di ieri sia stata intercettata prima della sua destinazione prevista. I poliziotti spiegano che se il pacco non fosse stato aperto accidentalmente, l’operazione sarebbe stata completata con successo. Si attendono conferme da parte del reparto scientifico degli artificieri per chiarire ulteriormente la situazione.
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Secondo quanto riportato, ciascun candelotto contiene 500 grammi di sostanza, sui quali saranno eseguiti ulteriori test per determinarne la natura.
Gli investigatori sospettano che possa trattarsi di una sostanza stupefacente, presumibilmente cocaina. Nel frattempo, mentre gli artificieri assicuravano la zona, gli agenti del distretto San Basilio procedevano con un’ulteriore indagine parallela. L’indirizzo del destinatario era indicato sul pacco contenente i candelotti, quindi sono state avviate le ricerche per identificare il mittente.
Tuttavia, dai primi accertamenti sembra che l’indirizzo indicato sia fittizio. Gli investigatori precisano che le operazioni per rintracciare il pacco sono ancora in corso e che le indagini si preannunciano complesse.
Nel frattempo, i poliziotti del distretto San Basilio si sono recati all’indirizzo del destinatario indicato sul pacco e hanno proceduto con la perquisizione dell’abitazione. Durante la ricerca, sotto il divano, hanno rinvenuto 5 chili di hashish nascosti insieme a 800 euro, divisi in banconote di diverso taglio.
Di conseguenza, la coppia che si trovava in casa, due romani di 46 e 50 anni con vari precedenti per spaccio, è stata immediatamente arrestata per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
La cocaina continua a fluire in Italia e nel resto d’Europa in modo inarrestabile, filtrando in ogni segmento della società.
Per anni si è ritenuto il principale importatore della polvere bianca in Europa fosse la ‘Ndrangheta, che avrebbe agito in una sorta di para-monopolio garantito dalla creazione di legami stretti con i cartelli sudamericani. Per alcuni, tale progetto sarebbe partito con una sorta di scaltro reinvestimento del danaro del sequestro Paul Getty, che si dice sia stato mediato dal padre dell’attuale governatore della California, che all’epoca era una sorta braccio destro di Getty senior.
Uno strano servizio di Report andato in onda nel 2021 mostrava in contesto calabrese movimenti internazionali di denaro per mezzo trilione di euro e più.
Come riportato da Renovatio 21, quasi una tonnellata di cocaina era stata ritrovata tre mesi fa su una spiaggia francese.
Nel 2022, a Romont, nel canton Friburgo, in Isvizzera, presso uno stabilimento di produzione di caffè solubile, furono trovati 500 chili di cocaina nascosti tra i chicchi probabilmente arrivati dal Sudamerica. Nel frattempo, il consiglio comunale della capitale Berna ha votato la scorsa estate per iniziare la vendita sperimentale della polvere bianca: sì, cocaina legale, come scriveva a fine 2022 la prestigiosa rivista della City di Londra The Economist dove era uscito un articolo che chiedeva all’amministrazione Biden di legalizzare la cocaina.
Come riportato da Renovatio 21, a fine 2023 le autorità belghe hanno sequestrato 50 sacchi di cocaina durante una perquisizione nell’ufficio del ministro socialista dell’Istruzione Caroline Désir. Secondo quanto riportato da testate locali, uno dei dipendenti della Désir, figlio di un ex ministro e attuale deputato socialista, sarebbe stato arrestato prima della perquisizione con l’accusa di traffico di droga. Nel corso di un’ulteriore perquisizione nella sua abitazione sono stati sequestrati complessivamente 10.000 euro in contanti. Si ritiene che abbia lavorato come tesoriere nell’ufficio del ministro.
Accuse riguardo al «vizietto nasale» coinvolgono l’intero arco politico internazionale.
Quattro mesi fa un ex ambasciatore indiano ha dichiarato che l’aereo del premier Justin Trudeau – in collisione con il governo indiano per la questione del sikh assassinato in Canada – era atterrato a Delhi per il G20 «pieno di cocaina».
A Londra invece tracce di cocaina furono rinvenute nelle residenze di Lis Truss e Boris Johnson dopo i loro festini.
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Il caso più incredibile fu tuttavia quello della bustina di polvere bianca trovata alla Casa Bianca. Di chi potrà mai essere? Se lo sono chiesti in molti, mentre impazzavano i video di Hunter Biden che, durante l’affaccio della First Family per i tradizionali fuochi di artificio della festa del Quattro Luglio si passava la mano sul naso.
Il problema è così grave non riguarda solo gli squali della politica, ma sembra anche gli squali tout court.
Non è chiaro se in tutti questi casi qualcuno, fra le forze dell’ordine, si sia prodotto nell’esclamazione del tenente Danko.
«Cocainum!»
A differenze che nei casi odierni, qui l’infallibile poliziotto sovietico indovina la sostanza al volo, senza nemmeno bisogno di passare per i laboratori di analisi chimica. Così si fa.
Ricordiamo tuttavia che «Cocainum» non è una parola russa, se non nella testa dello Schwarzeneggerro, il quale probabilmente l’ha filtrata con una qualche declinazione neutra di quel latino che egli ascoltava quando, crescendo in Stiria, andava alla Santa Messa tridentina.
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Metà dei boliviani d’accordo con il contrabbando
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