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Transessuale attacca scuola cristiana e uccide tre bambini e tre anziani

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Un letale attacco armato è stato fatto contro una scuola cristiana di Nashville, nello Stato americano del Tennessee nella giornata di ieri. Dettagli stanno emergendo nelle ultime ore.

 

Secondo quanto riportato dai media, il perpetratore sarebbe una transessuale nata donna ma sedicente maschio di nome Audrey Hale, 28enne della zona.

 

La transessuale sarebbe entrata nella scuola, che pare lei stessa abbia frequentato, pesantemente armata, sparando a studenti e al personale. Sono morti tre bambini di 9 anni e tre individui sopra i 60.

 

La polizia metropolitana di Nashville ha pubblicato un video della Hale che si fa strada nell’edificio e poi si aggira metodicamente all’interno; le immagini non mostrano tuttavia le scene di violenza.

 

 

Dopo aver parcheggiato l’auto, ha sparato alle porte per entrare, All’arrivo delle forze dell’ordine avrebbe cominciato a sparare contro le auto dal secondo piano.

 

La transessuale active shooter è stata quindi uccisa dalla polizia che è entrata e le ha sparato, appena 14 minuti dopo la chiamata al 911, il numero del pronto intervento negli USA.

 

 

La polizia ha anche pubblicato foto delle armi della transessuale stragista. Vi sarebbero un fucile automatico Grunt AR della Lead Star Arms, una carabina calibro pistola KelTec SUB2000, una pistola Smith & Wesson M&P Shield EZ da 9 mm.

 

La versione EZ presenta una modifica per rendere più facile l’uso alle donne e per gli altri con minore forza della mano – scelta particolare per qualcuno che dice di essere un uomo.

 

Secondo la polizia almeno due delle armi usate erano state acquistate in loco in maniera legale.

 

 

Interessante notare che tutte le armi erano addobbate di adesivi. Haley pare essere stata un’illustratrice dedicata ai temi LGBT.

 

Le forze dell’ordine hanno dichiarato che l’attacco sarebbe stato preparato: la transessuale avrebbe lasciato mappe che indicavano le posizioni delle telecamere di sicurezza, le porte e altri dettagli nonché un «manifesto».

 

La cosa fa pensare che si tratti di un atto di persecuzione anticristiana vera e propria, perpetrato da un individuo transgender. La strage arriva infatti a poche settimane dalle restrizioni imposte dal governo dello Stato sugli spettacoli transessuali per bambini (i famigerati drag queen show, che negli USA sono organizzati anche per scolaresche di bambini piccoli) e la legge, firmata dal governatore Bill Lee, che proibisce chirurgia e ormoni per il cambio di esso per i minori.

 

Il movente, tuttavia, non è ancora stato specificato dalla polizia. «In questo momento c’è una teoria di cui potremmo essere in grado di parlare in seguito, ma non è confermata» ha dichiarato il capo della polizia metropolitana di Nashville, John Drake.

 

 

 

Drake ha inoltre affermato che la Hale avrebbe preso in considerazione di colpire altri luoghi. Tuttavia avrebbe rinunciato all’altro potenziale obiettivo perché era troppo ben protetto, dice il capo della polizia.

Si tratta di un crimine orrendo, ma in qualche modo bizzarramente preconizzato dalla popolarissima trasmissione di qualche giorno fa di Tucker Carlson, faro dell’America conservatrice, che si era dilungata sull’esistenza di milizie di transgender armati, unico caso in cui, notava, i media incoraggiano i cittadini a sfruttare il Secondo Emendamento della Costituzione che prevede il libero accesso alle armi da parte dei cittadini.

 

 

C’è da notare che alcuni media mainstream (quindi, di default, omosessualisti) stanno riportando l’incidente utilizzando per la transessuale Haley i pronomi femminili, quasi da toglierle il diritto di essere chiamata secondo la grammatica politicamente corretto trans che impone pronomi a scelta.

 

La questione è stata portata subito sul controllo delle armi, tuttavia, come ha detto bene la deputata della Georgia e pasionaria trumpiana Marjorie Taylor Green, va focalizzato qualcos’altro: i farmaci.

 

«Quanti ormoni come il testosterone e i farmaci per le malattie mentali stava assumendo il tiratore transgender della scuola di Nashville? Tutti possono smettere di incolpare le armi ora».

 

 

La roid rage, la «rabbia da steroidi» è un fenomeno noto, anche se non ancora provato scientificamente, ma con una ben ampia aneddotica. La Haley stava prendendo testosterone sintetico per tentare di diventare un uomo?

 

E se era malinconica, «depressa», etc., è possibile che fosse sotto psicofarmaci SSRI, di quelli che, da bugiardino, potrebbero aumentare le idee suicidarie?

 

Renovatio 21 da anni ricorda come dietro ogni caso come questo, le stragi improvvise e perfino certi incidenti aerei causati dal pilota, potrebbe essere una droga psichiatrica. Talvolta la cosa è ammessa, talvolta – vista la pressione delle farmaceutiche sui media grazie ai budget pubblicitari – no. Talvolta ci vogliono mesi per scoprire che l’attentatore prendeva il dato farmaco, il quale, invece che farti stare meglio, è ammesso che possa modificarti il cervello per farti stare peggio.

 

Qui potremmo essere dinanzi ad una misture inedita, testosterone più SSRI – in pratica, la possibilità di piani di morte sotto steroidi.

 

State tranquilli che non se ne parlerà. Lo Stato Etico ormonale, come abbiamo già scritto, ti dà gratis il testosterone se vuoi cambiare sesso, ma mette in galera i culturisti che ne fanno uso. È lo stesso stato che inonda di psicofarmaci la popolazione (milioni di italiani ne fanno uso, ed è un numero in crescita) senza considerare davvero gli effetti collaterali, le crisi di astinenza che seguono, gli effetti rebound che hanno travolto anche il cantante tatuato Fedez e pure l’inquinamento ambientale, con i pesci dei fiumi che impazziscono.

 

Rimane comunque il fatto che potremmo trovarci davanti al primo caso di terrorismo transessuale della storia. Un terrorismo transessuale che potrebbe pure essere programmaticamente anticristiano.

 

Anticristiano lo è comunque già nei fatti: come un antico culto pagano sanguinario, uccide vecchi e bambini.

 

 

 

 

 

 

Immagine screenshot da YouTube

 

 

 

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Accontentato il canadese che aveva chiesto al governo di pagare l’operazione per avere sia un pene che la vagina

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.

 

Un uomo dell’Ontario ha ottenuto il diritto a un intervento chirurgico di affermazione di genere negli Stati Uniti finanziato dal governo che gli darà sia una vagina che un pene.

 

Un collegio di tre giudici della Divisional Court dell’Ontario ha stabilito all’unanimità che rifiutarsi di coprire la procedura violerebbe i suoi diritti costituzionalmente riconosciuti dalla Carta.

 

Al centro del caso c’è K.S., un 33enne nato maschio, ma che ora si identifica come un «dominante femminile» non binario. Usa un nome femminile. Secondo lui, l’intervento più appropriato per sostenere la sua identità di genere è una «vaginoplastica con conservazione del pene», una procedura offerta presso il Crane Center for Transgender Surgery di Austin, in Texas. Non è disponibile in Canada.

 

Secondo un articolo del National Post, K.S. ha sostenuto che «costringerlo a farsi rimuovere il pene invaliderebbe la sua identità e sarebbe simile a un atto illegale di terapia di conversione».

 

Secondo il National Post:

 

«Solo perché la vaginoplastica è elencata come un servizio assicurato non significa che nessun tipo di vaginoplastica sia qualificabile, ha sostenuto l’OHIP in tribunale».

 

«La corte non è stata d’accordo. La vaginoplastica e la penectomia sono elencati come servizi distinti e separati nell’elenco degli interventi chirurgici dell’Ontario ammissibili al finanziamento, ha affermato la corte. “Il fatto che la maggior parte delle persone che si sottopongono ad un intervento di vaginoplastica lo facciano con modalità che comportano anche una penectomia” non cambia la disposizione. Se la provincia avesse voluto assicurare un solo tipo di vaginoplastica (vaginoplastica con asportazione del pene), avrebbe dovuto redigere l’elenco in modo diverso, ha affermato la Corte».

 

È interessante notare che la corte si è basata sugli standard WPATH, che recentemente sono stati attaccati per mancanza di rigore scientifico. Gli standard WPATH «si riferiscono espressamente alla vaginoplastica senza penectomia come opzione chirurgica per alcune persone non binarie», ha scritto il giudice Breese Davies nella sentenza della corte.

 

La Corte ha affermato chiaramente che la «vaginoplastica con conservazione del pene» è una questione di diritti umani. «Il diritto alla sicurezza della persona tutelato dalla Carta tutela la dignità e l’autonomia dell’individuo», si legge nella sentenza. Richiedere a un transgender maschio nato o a una persona non binaria «di rimuovere il proprio pene per ricevere finanziamenti statali per una vaginoplastica sarebbe incoerente con i valori di uguaglianza e sicurezza della persona».

 

Michael Cook

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Atlete delle scuole medie si rifiutano di competere contro transessuali

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Un filmato che sta circolando in rete sembra mostrare un gruppo di cinque ragazze delle scuole medie che protestano per essere state costrette a competere contro un avversario maschio biologico transessuale fatto competere con loro.   Secondo quanto riportato dai media americani, in una sentenza all’inizio di questa settimana una corte d’appello federale si era pronunciata a favore della competizione dei maschi transgender nelle gare femminili dopo che era stato citato in giudizio lo Stato del West Virginia per la sua legge che vieta agli atleti trans di competere negli sport femminili nelle scuole pubbliche e nelle università.   Dopo la sentenza, l’adolescente è apparsa a una gara di lancio del peso per competere contro femmine biologiche.

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Per protesta, molte ragazze sono entrate nel settore del lancio del peso, si sono alzate brevemente e se ne sono andate senza lanciare un colpo.   Il video è stato condiviso dalla campionessa di nuoto, ora attivista per gli sport femminili, Riley Gaines.  

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«Cinque atlete delle scuole medie del West Virginia si rifiutano di lanciare il lancio del peso contro un uomo» scrive la Gaines. «Ciò avviene appena 2 giorni dopo che la Corte d’Appello del Quarto Circuito ha bloccato la legge WV che dice che devi competere nella categoria che corrisponde al tuo sesso».   «È un giorno triste in cui le ragazze di 13-14 anni devono essere le adulte nella stanza, ma non potrei essere più ispirata e orgogliosa di queste ragazze. Quando è troppo è troppo. La marea sta cambiando!» chiosa la bionda nuotatrice.   Il sito OutKick riferisce che una delle ragazze che hanno preso parte alla manifestazione ha rivelato che l’atleta transgender ha vinto l’evento di lancio del peso.   Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso una squadra di basket femminile si ritira dal torneo per protesta contro un giocatore transgender che domina abitualmente le partite. Due mesi fa è emerso che una squadra di basket femminile di una scuola superiore del Massachusetts è stata costretta a rinunciare alla partita dopo che un giocatore transgender della squadra avversaria ha ferito tre giocatrici.   Secondo il sito web SheWon.org, gli uomini con confusione di genere hanno vinto centinaia titoli negli sport femminili.   La pagine web mostra centinaia di nomi di atlete superate in gara da transessuali in ben 29 discipline sportive: ci sono ciclismoatleticasollevamento pesinuoto, canottaggio, corsa campestre, golf, sci alpino, sci nordico, skateboard, surf, biliardo, perfino il poker.

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Come riportato da Renovatio 21, il transessualismo sta divenendo un problema in quantità impressionanti di discipline praticate dalle donne: abbiamo visto casi per il nuoto, la maratona, il ciclismo, la BMX, l’hockey, il sollevamento pesi, il basket…   Problemi si sono avuti anche in sport di combattimento come la boxe, dopo un caso avvenuto ad un torneo nello Stato della Georgia, la Federazione statunitense di jiu-jitsu ha emanato una proibizione di competizione per i transessuali maschi negli eventi femminili.   In una lettera di protesta contro la follia transgender, l’ex campionessa di ciclocross Hannah Arensman aveva annunciato l’anno scorso che si è ritirata causa della presenza di transessuali nelle competizioni.   «Negli ultimi anni, ho dovuto gareggiare direttamente con ciclisti uomini negli eventi femminili», si legge in una lettera resa pubblica dalla Arensman. «Poiché questo è diventato sempre più una realtà, è diventato sempre più scoraggiante allenarsi duramente come me solo per dover perdere contro un uomo con l’ingiusto vantaggio di un corpo androgenizzato che intrinsecamente gli dà un evidente vantaggio su di me, non importa quanto mi alleno duramente».

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Società medica promette di «eradicare» la transfobia

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L’associazione medica britannica Chartered Society of Physiotherapy (CSP) ha rilasciato questo mese due dichiarazioni in merito al suo sostegno al transgenderismo e al suo obiettivo di sradicare la transfobia dalla professione medica.

 

«Il CSP si oppone alla transfobia. Ci impegniamo a eradicarlo dalla nostra professione», si legge nella dichiarazione del 10 aprile. La dichiarazione è stata quindi definita come una pietra miliare per i diritti «LGBTQIA+» in un’altra dichiarazione dell’11 aprile.

 

La dichiarazione del 10 aprile prosegue definendo la transfobia, una paura che la società considera malvagia.

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«Transfobia: la paura o l’antipatia di qualcuno basata sul fatto che è transgender, compreso il negare la propria identità di genere o il rifiuto di accettarla”» si legge nella dichiarazione.

 

Fornisce anche un esempio di fobia proibita: mettere in discussione l’«identità di genere» di una persona transgender, tentare di rimuovere i diritti delle persone transessuali, «rappresentare in modo errato» i trans, escludere sistematicamente le persone transgender dalle discussioni su questioni che le riguardano direttamente, e «altre forme di discriminazione».

 

La dichiarazione ammette anche che la paura, che ora non è più consentita, può manifestarsi in modi vaghi a seconda dell’interpretazione: «la transfobia non ha una manifestazione unica e semplice. È complesso e può includere una serie di comportamenti e argomenti».

 

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«C’è molto di più che dobbiamo fare tutti per garantire che la nostra comunità di fisioterapia sia inclusiva e libera da discriminazioni», ha affermato Ishmael Beckford, presidente del Consiglio CSP. La presidente del comitato Equità, diversità e appartenenza del CSP, Sarine Baz, ha affermato che la paura del transgenderismo non è mai accettabile.

 

«L’espressione di atteggiamenti o sentimenti negativi nei confronti delle persone transgender, o altre azioni transfobiche, non possono essere tollerate», ha detto la Baz.

 

Come riportato da Renovatio 21, la cosiddetta medicina transgender, nonostante i recenti scandali e le battute d’arresto istituzionali in vari Paesi, sembrerebbe procedere nel suo percorso anche in Italia, dove vi è stata polemica quando si è scoperto che persino il Policlinico Gemelli – l’ospedale del papa – avrebbe istituito un ambulatorio di assistenza per la disforia di genere.

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