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Geopolitica

Putin racconta del legame di Trump con la Russia

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Il presidente russo Vladimir Putin ha smentito le indiscrezioni diffuse dai media secondo cui avrebbe mantenuto contatti con il candidato repubblicano Donald Trump.

 

La scorsa settimana è uscito un libro del giornalista americano Bob Woodward, in cui si sostiene che l’ex presidente avrebbe parlato segretamente con Putin sette volte dalla fine del suo mandato nel 2021.

 

In una conferenza stampa tenutasi giovedì a Kazan dopo il 16° vertice dei BRICS, il giornalista della NBC Keir Simmons ha chiesto a Putin se ha avuto conversazioni private con Trump.

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«Questa questione fa notizia da anni ormai. A un certo punto, il signor Trump e la Russia sono stati accusati di essere collegati», ha detto Putin. «Tuttavia, dopo un’indagine condotta negli Stati Uniti, tutti, incluso il Congresso degli Stati Uniti, hanno concluso che era una totale assurdità e che non era mai successo niente del genere», ha sottolineato. «Non c’erano contatti allora e non ce ne sono ora».

 

Due mesi dopo la vittoria di Trump alle elezioni presidenziali del 2016, i funzionari dell’intelligence statunitense accusarono la Russia di aver interferito nel voto, danneggiando la campagna di Hillary Clinton e aiutando la sua rivale repubblicana. Tuttavia, una successiva indagine durata anni, condotta dal procuratore speciale Robert Mueller «non ha stabilito che i membri della campagna di Trump abbiano cospirato o coordinato con il governo russo».

 

In un’intervista con Fox News la scorsa settimana, Trump ha spiegato che le accuse di collusione sono state usate dai suoi avversari politici per giustificare la sconfitta di Clinton. «È iniziato come una scusa per cui ha perso un’elezione che molte persone pensavano avrebbe dovuto vincere», ha detto, aggiungendo che «poi è stata picchiata ovunque, virtualmente».

 

«Poi hanno detto: “Ah, è stata la Russia”, l’hanno usata come scusa, e poi le fake news l’hanno ripresa», ha detto Trump.

 

Mosca ha già sottolineato in precedenza che collaborerà con il leader che verrà scelto dal popolo americano alle prossime elezioni di novembre.

 

Giovedì Putin ha ribadito la sua disponibilità a normalizzare le relazioni con gli Stati Uniti, a condizione che Washington sia disposta a rispondere per le rime.

 

«Le relazioni Russia-USA dopo le elezioni dipendono principalmente dagli Stati Uniti. Se gli Stati Uniti sono aperti a costruire relazioni normali con la Russia, faremo lo stesso», ha sottolineato. «In caso contrario, così sia. Questo spetta alla futura amministrazione».

 

Nelle ultime ore Putin ha risposto alle affermazioni del suo ex omologo statunitense, Donald Trump, secondo cui lo avrebbe minacciato di attaccare Mosca, affermando di «non ricordare» tale conversazione.

 

Putin ha aggiunto che tali commenti sono normali discorsi da campagna elettorale negli Stati Uniti. Ha fatto le sue osservazioni alla conferenza stampa dopo la conclusione del vertice BRICS a Kazan giovedì. Alla domanda se le affermazioni di Trump in una recente intervista fossero vere, il presidente ha risposto che l’idea di provare a minacciare la Russia è controproducente.

 

«Non ricordo una conversazione del genere con il signor Trump», ha detto il presidente russo. «La campagna presidenziale degli Stati Uniti è attualmente in una fase così accesa che suggerirei di non prendere troppo sul serio le dichiarazioni di nessuno».

 

Affrontando la presunta minaccia per principio, Putin ha detto che era «inutile minacciare la Russia, poiché questo non fa che incoraggiarci».

 

All’inizio di questa settimana, in un incontro con i redattori del Wall Street Journal, Trump ha raccontato una storia su una conversazione che avrebbe avuto con Putin a un certo punto della sua presidenza. Secondo Trump, avrebbe detto a Putin che se la Russia avesse «inseguito l’Ucraina», gli Stati Uniti «l’avrebbero colpita così duramente» e «proprio nel mezzo» di Mosca.

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Quando Putin ha apparentemente espresso la sua incredulità, Trump ha affermato di aver detto: «sarete colpiti duramente e vi staccherò quelle fottute cupole dalla testa». Il biondo ex presidente del Queens ha apparentemente confuso il Cremlino con la vicina Cattedrale di San Basilio.

 

Come riportato da Renovatio 21, in realtà Trump aveva già raccontato la storia un anno fa per significare il rispetto che incuteva ai leader degli altri Paesi.

 

Una manovra simile sarebbe stata fatta nei confronti della Repubblica Popolare Cinese. Durante la visita del presidente cinese Xi Jinping a Mar-a-Lago nel 2017, si racconta Trump avesse avvertito Xi che «qualsiasi mossa militare contro Taiwan sarebbe stata accolta con un attacco a Pechino», un’osservazione che ha lasciato Xi sbalordito.

 

Trump ha ripetutamente affermato che l’attuale conflitto tra Russia e Ucraina non si sarebbe verificato se fosse rimasto in carica dopo il 2020 e che avrebbe trovato un modo per porvi fine entro pochi giorni dalla sua rielezione.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

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Geopolitica

Deputata statunitense plaude al discorso di Putin a Valdai

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Non esiste ragione per cui Stati Uniti e Russia non possano essere «grandi partner commerciali», ha dichiarato la rappresentante statunitense Anna Paulina Luna.   La deputata repubblicana della Florida ha risposto ai commenti del presidente russo Vladimir Putin, espressi durante il suo discorso e le dichiarazioni al forum di Valdai di giovedì.   In un intervento di quasi quattro ore all’evento, il leader russo ha affermato che il «ripristino di relazioni a pieno titolo con gli Stati Uniti» è nell’«interesse nazionale» della Russia.   La Luna, membro della Commissione Affari Esteri della Camera, ha condiviso un estratto del discorso di Putin sul suo account ufficiale X, esprimendo accordo con il leader russo sul fatto che Mosca e Washington dovrebbero lavorare per ricostruire le loro relazioni.   «Questo deve succedere. Non c’è motivo per cui non possiamo essere ottimi partner commerciali con la Russia», ha scritto la parlamentare floridiana.   Nel suo intervento al forum di Valdai, Putin ha più volte ribadito la sua apertura a ristabilire relazioni con Washington, a patto che gli Stati Uniti dimostrino reciprocità e rispettino gli interessi nazionali russi.   «Notiamo che l’attuale amministrazione statunitense agisce prioritariamente in base agli interessi del proprio Paese, dal suo punto di vista. Ritengo sia un approccio ragionevole. Tuttavia, anche la Russia rivendica il diritto di perseguire i propri interessi nazionali», ha dichiarato il presidente russo.   Il leader russo ha anche parlato del rapporto con il presidente statunitense Donald Trump. Nonostante la sua immagine e la propensione a «sorprendere» l’opinione pubblica, Trump si è rivelato un interlocutore «a proprio agio», in grado di «ascoltare e comprendere», ha osservato Putin.    

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Immagine di Gage Skidmore via Flickr pubblicata su licenza CC BY-SA 4.0
       
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Geopolitica

L’albanese sorosiano Edi Rama prende in giro Trump per aver confuso l’Albania con l’Armenia

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Il primo ministro albanese Edi Rama ha attaccato duramente il presidente degli Stati Uniti Donald Trump dopo che quest’ultimo ha affermato di aver risolto il conflitto tra Albania e Azerbaigian, confondendo il paese balcanico con l’Armenia nel Caucaso meridionale.

 

Un filmato condiviso sui social media mostra Rama mentre si avvicina al presidente francese Emmanuel Macron e al presidente azero Ilham Aliyev con un commento ironico durante un vertice in Danimarca giovedì.

 

«Dovresti scusarti con noi perché non ti sei congratulato con noi per l’accordo di pace che il presidente Trump ha stipulato tra Albania e Azerbaigian», si sente il Rama dire al Macron.

 

 

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«Mi dispiace», si sente rispondere Macron, mentre tutti e tre i leader ridono.

 

La battuta si riferiva alla visita di Stato di Trump in Gran Bretagna due settimane prima, dove aveva citato la «soluzione di Aber-baijan (sic) e Albania» come esempio del suo impegno nel mantenimento della pace, pronunciando male la parola «Azerbaijan» e confondendo l’Albania con l’Armenia.

 

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L’ultimo passo falso di Trump si aggiunge a una lunga serie di errori geografici. Ha definito il Belgio una «città bellissima», ha inventato il nome «Nambia» a un pranzo all’ONU, ha confuso i Paesi Baltici con i Balcani e una volta ha acclamato il Prince of Wales (Principe del Galles) come Price of Whales «il Principe delle Balene”.

 

Anche altri presidenti statunitensi hanno commesso errori: George W. Bush ha notoriamente elogiato il leader australiano per aver visitato le «truppe austriache» in Iraq, mentre Joe Biden ha confuso la Siria con la Libia e la Colombia con il Venezuela.

 

Come riportato da Renovatio 21il Rama è di fatto un uomo di Soros, con cui ha collaborato molto direttamente negli anni passati.

 

Di fatto, Rama – le cui scene di amicizia privata con il premier italiano Giorgia Meloni sono state fatte pubbliche qualche estate fa – è stato nel direttivo della celebre Open Society Foundations, l’ente «filantrocapitalista» del discusso finanziere speculatore internazionale George Soros. Il premier albanese era anche uno degli invitati all’esclusivissima festa per il terzo matrimonio di Soros nel 2013, la cui lista degli invitati era praticamente una mappa dei personaggi mondialisti ficcati nella politica di ogni Paese possibile – più Bono Vox, ovviamente.

 

I rapporti con il mondo del Partito Democratico USA nemico di Trump sono stati in passato rosei: nel maggio 2021, il segretario di Stato americano Antony Blinken (nella foto proprio col Rama, nel febbraio 2024) aveva annunciato una serie di sanzioni nei confronti del grande rivale di Rama, Sali Berisha, per «atti corrotti» che «hanno minato la democrazia in Albania». Il linguaggio qui è assai riconoscibile.

 

Rama è noto per il videomessaggio in italiano impeccabile con cui annunziava al nostro popolo che avrebbe mandato nell’Italia dei primi mesi di COVID nel 2020 un gruppo di medici albanesi. Come ricordano le cronache, non finì bene: i dottori inviati generosamente da Tirana furono trovati ubriachi a fare festa in hotel dalle forze dell’ordine, un piccolo incidente nel percorso della guarigione del Paese dal morbo cinese.

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Geopolitica

Il generale Mini ritiene che Trump abbia liquidato la NATO

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Secondo il generale italiano in pensione Fabio Mini, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha liquidato la NATO.   «Trump ha praticamente liquidato la NATO. L’ha liquidata» ha detto il generale. «Ha detto, “Voi siete un’agenzia per la vendita delle mie armi, acquisto e rivendita delle armi, siete un un grossista, capito? E fine e mi pagate pure».   «Sì. Invece di pagare io a voi la commissione, no, siete voi che mi pagate a me. Anzi, non mi pagate la commissione, mi pagate tutte le armi, me le pagate per intero e me le pagate al costo che dico io, non al costo che si fa per regalarle alla gente. E le armi che potete che vi do sono quelle che dico io, non quelle, quelle che ho nei parchi, veicoli inefficienti, no? Che stanno lì a far ruggine, no?» continua il Mini spiegando il pensiero di Trump.

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Il generale ha quindi constato che «l’Europa non è in grado di fare la guerra alla Russia. Se se si dovesse dimostrare che effettivamente la Russia sta minacciando l’Europa e i paesi dell’Unione Europea, allora si potrebbe cominciare a vedere e e e come l’Europa potrebbe rispondere. Ma questo non è il caso e questo la NATO lo sa benissimo».   Mini spiega anche riguardo ai «famosi sconfinamenti», ipotizzando che ne succedono «15 al giorno»: «sono tutte cose che fanno parte dell’amministrazione della gestione delle operazioni al confine».   « Ora, che questa cosa possa essere presa come una provocazione o come un test per verificare la capacità di reazione , è una cosa che dicono gli ucraini, ma non dobbiamo cadere sempre continuamente nel trabocchetto. Gli ucraini hanno voglia di dire questo perché a loro fa comodo. Hanno voglia di dire questo per far vedere che se l’Europa, se la NATO non interviene come dicono loro, come vorrebbero loro, vuol dire che è fasulla»   «Cioè quello che dice Zelens’kyj in continuazione è un insulto a tutta l’Europa» ha dichiarato il generale Mini.   «Trump è in crisi» ha continuato, dicendo che il presidente USA si sarebbe «giocato la credibilità». «Quando gli americani si accorgeranno di quello che sta facendo Trump saranno guai. Quando gli ebrei fuori nel mondo, fuori di Israele, si renderanno conto di che cosa ha fatto Trump aiutando quei mezzi nazisti che stanno in Israele».

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