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Protesta

Parigi reprime la manifestazione per le pensioni. Le immagini

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Ancora giornate di repressione a Parigi, dove la manifestazione contro la riforma delle pensioni è sfociata in incendi e violenze.

 

Il concentramento, di diverse decine di migliaia di persone, si era avuto in Place de la Concorde.

 

Gruppi a volto coperto hanno dato fuoco a cassonetti ed altri arredi urbani. La polizia, come testimoniano le immagini, ha reagito con durezza, tra lacrimogeni e cariche contro i dimostranti. 61 persone sarebbero state arrestate; negli scorsi giorni i fermati sono stati più di 300.

 

Anche Lione, seconda città più grande del Paese, vi sono stati incidenti: un palazzo del Comune è stato incendiato.

 

Ieri si è avuta notizia di una stretta di Macron sulla protesta: di fatto Parigi è blindata dal governo tramite la prefettura: secondo l’agenzia AFP, sarebbero stati proibiti gli assembramenti in Place de la Concorde e sugli Champs-Elysées e nelle parti del centro di interesse politico-amministrativo.

 

«Le persone che tenteranno di raggrupparsi saranno sistematicamente sgomberate dalla polizia e potranno essere multate» aveva dichiarato il prefetto della ville lumière Laurent Nunez, un passato nell’Intelligence dell’antiterrorismo e nei servizi di sicurezza interni.

 

I francesi purtroppo non sembrano sia rimasti persuasi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Immancabili gli idranti, ci mancavano.

 

 

 

I manifestanti, a sera, raccolti attorno ad un falò in Place Vendome, hanno scandito lo slogan «tassate i ricchi».

 

 

Colpiscono anche i riferimenti alla ghigliottina, elemento peraltro centrale nella mitologia della Repubblica francese. «Luigi XVI lo abbiamo decapitato / Macron, Macron, possiamo ricominciare».

 

 

 

 

Difficile non dare ragione all’immancabile imprenditore digitale tedesco-finnico Kim Dotcom: Parigi stasera, presto ovunque.

 

 

 

 

Immagine screenshot da Twitter

 

 

 

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Politica

Incredibile successo elettorale per il Partito dei Contadini olandesi: governo Rutte in difficoltà

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Gli elettori hanno inferto un duro colpo all’establishment olandese nelle elezioni regionali di mercoledì, spingendo il BoerBurgerBeweging (BBB), cioè Movimento Contadino-Cittadino nato nella protesta contro i diktat «ecologici» del governo Rutte.

 

​​Il BBB è ora il più grande partito del Senato neerlandese, ed è alla sua prima elezione. Secondo gli exit poll, il BBB vincerà 15 seggi nella camera alta olandese.

 

Gli elettori hanno inviato un chiaro messaggio al governo di Mark Rutte e alle sue leggi di «politica dell’azoto» che farebbero chiudere quantità immani di fattorie, facendo crollare la produzione e consumo di carne di quello che è il secondo più grande esportatore agricolo del mondo.

 

«Gli olandesi hanno chiaramente dimostrato di essere stufi della politica», ha detto mercoledì al quotidiano olandese De Telegraaf la leader del BBB Caroline van der Plas. «Faccio festa».

 

 

«La svolta è iniziata. Gli elettori hanno parlato e hanno denunciato il sostegno a questo governo», ha aggiunto la Van der Plas in un tweet.

 

Il premier olandese Mark Rutte ha ammesso la batosta. «Ha fatto molto bene» ha detto il primo ministro parlando della realtà emergente. La formazione di Rutte, Partito Popolare per la libertà e la democrazia (VVD) vede i suoi seggi previsti scendere dagli attuali 12 a 10.

 

Anche gli altri partiti della coalizione di governo hanno avuto risultati scarsi. Il partito liberale, Democratici 66 (D66), dovrebbe perdere un seggio, così come l’Unione Cristiana (CU), mentre l’Appello Democratico Cristiano (CDA) dovrebbe perdere quattro seggi dagli attuali nove.

 

Il maggiore tracollo è stato per il partito Forum voor Democratie (FvD) di Thierry Baudet, il politico che nel 2021 aveva parlato di restrizioni pandemiche e Olocausto in messaggi sui social media che il tribunale gli fece levare. Il FvD ha visto la sua base elettorale principale precipitare: le previsioni sono che perderà 10 dei suoi 12 seggi. Secondo Rmx news, il crollo della formazione di Baudet suggerisce che l’aumento del sostegno a BBB è in gran parte dovuto al profondo sentimento antigovernativo e di destra.

 

 

Il Senato esercita una notevole influenza nei Paesi Bassi, a differenza di molte altre nazioni europee. Sebbene non possa avviare la legislazione, ha il potere di bloccare la politica del governo e le elezioni di giovedì suggeriscono un periodo di stallo politico prolungato per il Paese.

 

Con una quota totale di appena 24 seggi, la coalizione dell’attuale governo Rutte è ben al di sotto della maggioranza. Ora dovrà fare affidamento sulla collaborazione con i partiti di opposizione su proposte legislative specifiche per far passare la politica del governo.

 

Un altro segno rilevante è che l’affluenza del 61% è di ben 5 punti percentuali sopra quella del 2019.

 

Secondo un recente sondaggio solo l’1% dei cittadini olandesi crede che il Paese stia chiaramente andando nella giusta direzione. L’86% si dichiarava apertamente pessimista sulla traiettoria del Paese.

 

L’aumento del BBB negli ultimi due anni è stato una risposta ai piani del governo di placare gli obiettivi di emissioni di azoto dell’UE imponendo riforme agricole radicali. L’anno scorso ha introdotto piani per ridurre di un terzo il numero di capi di bestiame, mentre agli agricoltori è stato anche detto che la loro terra potrebbe essere soggetta a acquisizioni obbligatorie.

 

 

Come riportato da Renovatio 21, le manifestazioni di questi mesi sono state molto intense, con la polizia che è arrivata a sparare sui trattori, urtarli con le ruspe, mentre sono state filmate camionette delle forze dell’ordine portar via con la forza i manifestanti tramite agenti in borghese. La repressione della polizia olandese del movimento dei contadini segue quella contro chi protestava per le restrizioni pandemiche: abbiamo visto anche lì le forze dell’ordine sparare, picchiare e far sbranare i dimostranti con cani poliziotto.

 

In una recente manifestazione all’Aia in vista delle elezioni, oltre 10.000 agricoltori olandesi sono venuti per ascoltare gli attivisti che si esprimevano contro i piani del governo. «Stiamo combattendo contro un governo corrotto e ingiusto», ha detto ai partecipanti Eva Vlaardingerbroek, un’ attivista e commentatrice molto nota anche negli USA, da cui peraltro l’anno scorso arrivata la solidarietà degli allevatori americani. La Vlaadingerbroek ha parlato di un governo che «caccia i nostri contadini dalla loro terra» e che si è «rivoltato contro la sua stessa popolazione».

 

 

La volontà di sostituzione della carne bovina comandata dallo Stato è visibile anche in programmi scolastici in cui ai bambini delle elementari vengono serviti da mangiare insetti.

 

Come riportato da Renovatio 21, il Paese si trova altresì davanti ad una possibile crisi energetica, con l’operatore di rete TenneT che ha dichiarato che l’Olanda potrebbe non avere elettricità nel 2030.

 

Su un altro versante problematico, i Paesi Bassi sono stati definiti dal capo del sindacato di polizia un «narco-Stato 2.0», dominato in particolare dalla cosiddetta «Mocro Mafia», una spietata organizzazione criminale costituita da marocchini.

 

 

 

 

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Protesta

Tra proteste e repressione violenta, il senato francese ha votato la riforma delle pensioni

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Numerose agenzie di stampa hanno riferito che il Senato francese ha approvato le impopolari riforme pensionistiche proposte dal presidente Emmanuel Macron.

 

La notizia arriva dopo che in tutto il mondo sono rimbalzate le immagini della repressione violenta delle manifestazioni da parte della polizia francese.

 

Alla votazione dell’11 marzo, il risultato è stato 195-112; la misura chiave del disegno di legge è l’innalzamento dell’età pensionabile di due anni a 64 anni.

 

 

«Ora che il Senato ha adottato il disegno di legge, sarà riesaminato da una commissione mista di legislatori della Camera bassa e alta» ha scritto Reuters. Il voto della Camera sarà probabilmente mercoledì 15 marzo.

 

 

«Se la commissione si accorda su un testo, è probabile che il voto alle Camere si svolgano giovedì, ma l’esito sembra ancora incerto nella Camera bassa, l’Assemblea nazionale, dove il partito di Macron ha bisogno dei voti degli alleati per ottenere la maggioranza».

 

«Questa sera è stato compiuto un passo importante con un ampio voto sul testo della riforma delle pensioni al Senato», ha detto il primo ministro francese Elisabeth Borne, dopo il voto, aggiungendo di ritenere che il governo avesse una maggioranza parlamentare da ottenere le riforme diventate legge.

 

 

«Se il governo di Macron non riuscisse a riunire la maggioranza necessaria, tuttavia, Borne potrebbe utilizzare uno strumento costituzionale usato raramente e molto controverso, noto come articolo 49/3, per far passare la legislazione senza voto» scrive la testata britannica Guardian.

 

I trasporti nazionali e altri scioperi, così come le manifestazioni di migliaia di cittadini arrabbiati, dovrebbero continuare.

 

 

«La vera lotta inizia ora», ha dichiarato Marin Guillotin, rappresentante sindacale della Force Ouvrière (FO) presso la raffineria di Donges nella Francia occidentale, riportato da Reuters. «Non siamo stati ascoltati né ascoltati. Stiamo usando l’unico mezzo che ci è rimasto: è lo sciopero duro… non ci arrenderemo».

 

 

 

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Protesta

Sri Lanka, la polizia reprime le proteste con lacrimogeni scaduti da vent’anni

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

 

La denuncia di un’indagine promossa dalla società civile sulla base dei gravi problemi respiratori registrati dopo le cariche della scorsa estate nelle manifestazioni che hanno portato alle dimissioni di Raiapaksa. Gli attivisti: «queste armi dovrebbero servire a disperdere, non ad uccidere».

 

 

 

Nella repressione delle manifestazioni nello Sri Lanka la polizia ha utilizzato anche lacrimogeni scaduti da vent’anni. E nella fase più calda delle proteste –  tra la primavera e l’inizio dell’estate 2022 – ha sparato oltre 6mila cartucce, il triplo dei lacrimogeni utilizzati negli ultimi dieci anni.

 

La denuncia è contenuta nel rapporto «Lacrimogeni. Le lacrime di 20 milioni» presentato nei giorni scorsi da alcune realtà della società civile locale al Centre for Society and Religion (CSR) di Colombo.

 

L’indagine guidata dal giornalista freelance Tharindu Jayawardena, con il sostegno della Commissione per il diritto all’informazione, ha rivelato fatti inquietanti sulle condizioni dei gas lacrimogeni usati dalla polizia durante l’Aragalaya, l’ondata di proteste popolari che ha portato alle dimissioni del presidente Gotabaya Rajapaksa.

 

Tra il 31 marzo e il 20 luglio 2022, la polizia ha utilizzato in 84 diverse occasioni granate e cartucce di gas lacrimogeno per un valore di oltre 26 milioni di rupie (circa 77mila euro).

 

«Molte volte la polizia ha utilizzato i lacrimogeni violando e ignorando le istruzioni di sicurezza relative al loro uso. Ha persino utilizzato cartucce scadute, cercando di nascondere di averlo fatto quando sono state richieste informazioni al riguardo», si legge nel rapporto in cui si riferisce che le date di scadenza erano state oltrepassate anche di 10 o 20 anni.

 

Il giornalista Jayawardena ha spiegato che l’indagine era stata avviata nello scorso mese di settembre dopo che le vittime della repressione delle proteste avevano denunciato gravi problemi fisici a causa dei gas lacrimogeni utilizzati per disperdere la folla.

 

«Come giornalista – ha raccontato – negli ultimi dieci anni ho seguito molte manifestazioni disperse con gas lacrimogeni. Ma problemi così gravi non li avevo mai visti». Alcune persone sono addirittura morte per complicazioni respiratorie.

 

«Abbiamo chiesto informazioni al Dipartimento di Polizia in diverse occasioni attraverso il Right to Information Act – continua Jayawardena – ma non ci sono state fornite notizie rilevanti e adeguate. Solo dopo quattro udienze di appello della Commissione per il diritto all’informazione, è stato ordinato alla polizia di fornire tutti i dettagli. Ma a oggi non è stato ancora fatto in maniera completa».

 

«Nel 2012 sono state acquistate 20.000 granate e cartucce di gas lacrimogeno – si legge nel rapporto – Tra il 2012 e il 2015, la Polizia ne ha utilizzato solo 2.306. Sebbene le scorte rimanenti siano scadute nel 2017, non sono state distrutte. Lo stesso per le granate e le cartucce acquistate nel 2017 che sono scadute nel 2021. Si tratta di una chiara violazione della salute pubblica, poiché questi gas vengono utilizzati per disperdere le folle e non per ucciderle con complicazioni respiratorie e di altro tipo».

 

Nel frattempo ancora poche sere fa a Colombo la polizia ha utilizzato i lacrimogeni per disperdere una protesta organizzata dal sindacato degli studenti universitari per denunciare la crisi economica, sociale e politica in cui versa il Paese.

 

 

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Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni

 

 

 

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