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Armi biologiche

L’Ucraina e la profonda agenda di suicidio globale

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Renovatio 21 traduce questo articolo di William F. Engdahl. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

 

La decisione del presidente russo di ordinare un’azione militare nella vicina Ucraina a partire dal 24 febbraio 2022 ha scioccato molti, me compreso. La domanda a questo punto dopo quasi due settimane dall’azione militare da parte della Russia e di altre forze all’interno dell’Ucraina, è cosa abbia spinto la Russia in quella che i media occidentali descrivono come una guerra di aggressione unilaterale e ingiustificata. Una minaccia pubblica del presidente e comico ucraino Volodymyr Zelenskyy il 19 febbraio, durante gli incontri con alti funzionari della NATO e altri durante la Conferenza annuale sulla sicurezza di Monaco, fornisce un indizio in gran parte ignorato sulle azioni di Mosca. Inoltre, rapporti più recenti di numerosi laboratori di armi biologiche del Pentagono degli Stati Uniti in tutta l’Ucraina si aggiungono alle minacce di fondo. Mosca credeva che la Russia affrontasse letteralmente una realtà fallo-o-muori?

 

 

 

Un po’ di storia essenziale

L’attuale conflitto in Ucraina ha i suoi semi negli anni ’90 e nel crollo dell’Unione Sovietica sostenuto dagli Stati Uniti.

 

Durante i colloqui di alto livello sul Trattato Due più quattro relativi alla riunificazione della Germania nel 1990, i colloqui tra il Segretario di Stato americano James Baker III e l’allora leader sovietico Mikhail Gorbaciov, insieme a Francia, Regno Unito e governo della Germania occidentale, sull’unificazione della Germania, Baker ha promesso verbalmente che la NATO non si sarebbe spostata «di un pollice» a est per minacciare i territori dell’ex Unione Sovietica, in cambio dell’URSS che avrebbe consentito la riunificazione tedesca all’interno della NATO.

 

Per anni Washington ha mentito sullo scambio, poiché si sono trasferiti uno dopo l’altro agli altri Paesi dell’ex Patto di Varsavia, tra cui Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Ungheria, Stati baltici nella NATO e più vicini alla Russia.

 

Di recente Putin ha citato l’accordo Baker del 1990 per giustificare le richieste russe che la NATO e Washington forniscano assicurazioni legali vincolanti che l’Ucraina non sarebbe mai stata ammessa nell’alleanza NATO.

 

Washington fino ad ora ha rifiutato categoricamente di farlo.

 

 

Il discorso di Putin a Monaco del 2007

Alla Conferenza annuale sulla sicurezza di Monaco del 2007, poiché l’amministrazione Bush-Cheney aveva annunciato l’intenzione di installare sistemi di difesa missilistica statunitensi in Polonia, Romania e Repubblica Ceca per «proteggersi dagli stati canaglia come la Corea del Nord o l’Iran», il russo Putin ha pronunciato un aspra critica alle bugie degli Stati Uniti e violazione delle loro assicurazioni del 1990 sulla NATO.

 

A quel punto 10 ex stati comunisti dell’Est erano Stati ammessi alla NATO nonostante le promesse degli Stati Uniti del 1990.

 

Inoltre, sia l’Ucraina che la Georgia erano candidate ad aderire alla NATO dopo le Rivoluzioni Colorate guidate dagli Stati Uniti in entrambi i paesi nel 2003-2004.

 

Putin ha giustamente sostenuto che i missili statunitensi erano diretti alla Russia, non alla Corea del Nord o all’Iran.

 

Nelle sue osservazioni di Monaco del 2007, Putin ha detto al suo pubblico occidentale: «Si scopre che la NATO ha messo le sue forze in prima linea ai nostri confini e continuiamo ad adempiere rigorosamente agli obblighi del trattato e non reagiamo affatto a queste azioni. Penso sia ovvio che l’espansione della NATO non ha alcun rapporto con la modernizzazione dell’Alleanza stessa, né con la sicurezza in Europa. Al contrario, rappresenta una seria provocazione che riduce il livello di fiducia reciproca. E abbiamo il diritto di chiederci: contro chi è destinata questa espansione? E che fine hanno fatto le assicurazioni fatte dai nostri partner occidentali dopo lo scioglimento del Patto di Varsavia? Dove sono oggi quelle dichiarazioni? Nessuno li ricorda nemmeno».

 

Putin ha aggiunto: «Ma mi permetterò di ricordare a questo pubblico ciò che è stato detto. Dove sono queste garanzie?». Questo è stato 15 anni fa.

 

 

Il colpo di stato di Maidan del 2014

Entro novembre 2013 un’Ucraina economicamente corrotta e in difficoltà sotto la guida del presidente eletto e anche molto corrotto Viktor Yanukovich, ha annunciato che, anziché accettare un’associazione «speciale» con l’UE, l’Ucraina avrebbe accettato un’offerta molto più generosa da Mosca per entrare nell’Unione economica eurasiatica guidato da Mosca.

 

La Russia aveva accettato di ridurre del 30% il prezzo del gas russo all’Ucraina e di acquistare 15 miliardi di dollari di obbligazioni ucraine per alleviare la crisi finanziaria di Kiev.

 

A quel punto, il 21 novembre, Arseniy Yatsenyuk, l’uomo selezionato da Victoria Nuland di Washington e dall’ambasciatore di Kiev Geoffrey Pyatt, insieme all’allora vicepresidente Joe Biden, hanno lanciato quelle che furono chiamate proteste di piazza Maidan contro il regime di Yanukovich sostenuto dalle ONG statunitensi.

 

Il 20 febbraio 2014, dopo che cecchini organizzati dalla CIA, secondo quanto riferito reclutati dalla vicina Georgia, hanno ucciso dozzine di manifestanti studenteschi e anche la polizia, portando Yanukovich a fuggire, Yatsenyuk è diventato Primo Ministro in un regime gestito dagli Stati Uniti selezionato con cura da Nuland e Biden tra gli altri.

 

Più tardi, nel dicembre 2014, in un’intervista con un quotidiano russo, George Friedman di Stratfor, una società privata di consulenza al Pentagono e alla CIA, tra gli altri, ha detto del cambio di regime di Kiev guidato dagli Stati Uniti nel febbraio 2014: «La Russia chiama gli eventi che hanno avuto luogo a l’inizio di quest’anno un colpo di stato organizzato dagli Stati Uniti. Ed è stato davvero il colpo di stato più clamoroso della storia». Nell’intervista era vanaglorioso.

 

Che il regime del colpo di stato di Kiev abbia proseguito dopo il 22 febbraio 2014 con una guerra di sterminio e pulizia etnica dei russofoni nell’Ucraina orientale, guidata in larga misura da un esercito privato di neonazisti letterali del Settore Destro (bandito in Russia), gli stessi che gestivano la sicurezza in piazza Maidan e lanciarono un regno di terrore contro gli ucraini di lingua russa.

 

I battaglioni erano formati da mercenari neonazisti. Hanno ricevuto lo status ufficiale di stato come soldati della «Guardia nazionale ucraina», il battaglione Azov, finanziato dal boss della mafia ucraina e oligarca miliardario, Igor Kolomojskij, il finanziatore di Zelenskyj come presidente.

 

I soldati Azov sfoggiano persino rune SS aperte come logo. Nel 2016, l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) ha accusato il battaglione Azov, ufficialmente aggiornato a reggimento nel gennaio 2015, di aver commesso crimini di guerra come saccheggi di massa, detenzione illegale e tortura.

 

Oggi Nuland è il Sottosegretario di Stato per gli Affari Politici di Biden, responsabile degli affari dell’Ucraina e della Russia. Lei sa bene chi sono quelli del Battaglione Azov.

 

 

Zelenskyy e Monaco di Baviera 2022

Il 19 febbraio a Monaco di Baviera, il presidente ucraino Zelenskyy ha minacciato di schierare armi nucleari sul territorio ucraino. Ha espresso questo come la sua revoca unilaterale del Memorandum di Budapest del 1994, sebbene l’Ucraina non fosse uno dei firmatari dell’accordo.

 

Due giorni dopo, la sera del 21 febbraio, Putin ha pronunciato il suo discorso riconoscendo l’indipendenza sovrana delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. Ha fatto esplicito riferimento alla promessa di Zelenskyy sulle armi nucleari di Monaco: «Questa non è una vana spavalderia», ha sottolineato Putin nel suo discorso.

 

Il 6 marzo l’agenzia di stampa statale di Mosca, RIA Novosti, ha citato un’importante fonte russa dell’intelligence straniera SVR con i dettagli su un progetto segreto in Ucraina, secondo quanto riferito con il vitale supporto segreto occidentale, per costruire una capacità missilistica nucleare ucraina e una bomba atomica ucraina in sfacciata violazione di il Trattato di non proliferazione nucleare.

 

Secondo il rapporto, gli scienziati nucleari ucraini stavano mascherando gli sviluppi localizzandoli vicino agli alti livelli di radiazioni del sito del reattore nucleare di Chernobyl, una spiegazione per le rapide mosse russe per proteggere Chernobyl.

 

«Era lì, a giudicare dalle informazioni disponibili, che erano in corso i lavori sia sulla fabbricazione di una bomba “sporca” che sulla separazione del plutonio», cita la fonte RIA Novosti.

 

La principale struttura di ricerca sulle bombe era situata presso il Centro scientifico nazionale, «Istituto di fisica e tecnologia di Kharkov». Al momento della stesura di questo articolo, i rapporti di aspri combattimenti in corso tra le forze russe e i combattenti neonazisti ucraini Azov che secondo quanto riferito stanno pianificando di far saltare in aria il sito del reattore di ricerca e dare la colpa alla Russia. Apparentemente anche la battaglia per il controllo della grande centrale nucleare di Zaporizhzhia fa parte del tentativo di nascondere il progetto illegale di bombe ucraine.

 

Ora inizia a diventare più chiaro che Putin aveva seri motivi per reagire alla minaccia nucleare ucraina. Un missile nucleare ucraino entro sei minuti da Mosca presenterebbe un pericolo esistenziale indipendentemente dal fatto che l’Ucraina fosse nella NATO o meno.

 

 

Enorme accumulo militare: guerra biologica?

C’era di più. La stampa ucraina ha riferito un anno fa di nuove basi navali NATO de facto costruite in Occidente a Ochakov e Berdyansk come «moderne strutture infrastrutturali in grado di ricevere navi di ogni tipo, equipaggiate secondo gli standard NATO e costruite con i soldi dei Paesi dell’alleanza».

 

I media si vantavano: «In tre anni saremo in grado di colpire le navi russe nel Mar Nero con la nostra flotta Mosquito. E se ci uniamo alla Georgia e alla Turchia, la Federazione Russa sarà bloccata», si vantavano gli esperti militari ucraini.

 

Inoltre, il Pentagono statunitense aveva non meno di otto, forse fino a 30 laboratori di ricerca sulle armi biologiche top-secret in tutta l’Ucraina che testavano il DNA di circa 4.000 volontari militari.

 

Una volta che i soldati russi si sono trasferiti per mettere al sicuro le prove, l’ambasciata statunitense a Kiev ha cancellato la precedente menzione dei siti dal suo sito web e gli ucraini si sarebbero mossi per distruggere le prove di laboratorio.

 

I laboratori ucraini a Kharkiv e altrove operavano in collaborazione con gli Stati Uniti. Scorte di tali armi venivano segretamente immagazzinate in diretta violazione delle convenzioni internazionali.

 

Un mese intero prima dell’azione militare russa del 24 febbraio in Ucraina, la ricercatrice indipendente di guerra biologica, Dilyana Gaytandzhieva, ha ottenuto documenti che dettagliano «esperimenti biologici del Pentagono statunitense con un esito potenzialmente letale su 4.400 soldati in Ucraina e 1.000 soldati in Georgia. Secondo i documenti trapelati, tutte le morti di volontari dovrebbero essere segnalate entro 24 ore (in Ucraina) e 48 ore (in Georgia)».

 

Descrive in dettaglio gli esperimenti umani, che includono test per gli anticorpi contro circa 14 agenti patogeni tra cui la febbre emorragica della Crimea-Congo, le specie Borrelia (malattia di Lyme) e altri.

 

Secondo i documenti, i laboratori in Ucraina e Georgia fanno parte di un programma di «impegno biologico da 2,5 miliardi di dollari della Defense Threat Reduction Agency (DTRA) del Pentagono che include ricerche su agenti biologici, virus mortali e batteri resistenti agli antibiotici».

 

Il 6 marzo, in una dichiarazione alla RIA Novosti ufficiale di Mosca, il maggiore generale Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russo, ha dichiarato di aver ricevuto documenti, «dai dipendenti dei laboratori biologici ucraini, che confermavano lo sviluppo di componenti di armi biologiche in Ucraina, nelle immediate vicinanze del territorio russo». Ha osservato: «Nel corso di un’operazione militare speciale, sono stati scoperti i fatti di una pulizia di emergenza da parte del regime di Kiev delle tracce di un programma biologico militare in corso in Ucraina, finanziato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti».

 

In aggiunta a questa prova del posizionamento di armi nucleari e biologiche all’interno dell’Ucraina negli ultimi anni, i Paesi membri della NATO occidentale hanno versato miliardi di dollari di equipaggiamento militare, comprese armi anticarro ed esplosivi in ​​Ucraina mentre Zelenskyy, secondo l’opposizione, si sarebbe nascosto in l’Ambasciata degli Stati Uniti a Varsavia, chiede ripetutamente una «No-Fly zone» della NATO sull’Ucraina, un atto che sarebbe un diretto casus belli di guerra tra la Russia e la NATO, una guerra che potrebbe rapidamente diventare nucleare o oltre.

 

La domanda è se questa provocazione che dura da anni da parte di Washington e della NATO della sicurezza nazionale russa attraverso l’Ucraina mira a distruggere la vitalità della Russia come nazione sovrana e potenza militare.

 

È una mossa calcolata utilizzare le sanzioni contro la Russia per causare il collasso globale e le crisi energetiche, la carenza di cibo e peggio, tutto per portare avanti l’agenda del Grande Reset di Davos 2030?

 

Dare la colpa al «malvagio Putin» e alla Russia mentre BlackRock e le potenze finanziarie riorganizzano il mondo?

 

È troppo presto per dirlo, ma certo è che qualunque cosa abbia spinto l’azione della Russia il 24 febbraio 2022 doveva essere molto più grave di quanto ci dicono la CNN o altri media occidentali controllati.

 

 

William F. Engdahl

 

 

 

F. William Engdahl è consulente e docente di rischio strategico, ha conseguito una laurea in politica presso la Princeton University ed è un autore di best seller sulle tematiche del petrolio e della geopolitica. È autore, fra gli altri titoli, di Seeds of Destruction: The Hidden Agenda of Genetic Manipulation («Semi della distruzione, l’agenda nascosta della manipolazione genetica»), consultabile anche sul sito globalresearch.ca.

 

 

Questo articolo, tradotto e pubblicato da Renovatio 21 con il consenso dell’autore, è stato pubblicato in esclusiva per la rivista online New Eastern Outlook e ripubblicato secondo le specifiche richieste.

 

 

Renovatio 21 offre la traduzione di questo articolo per dare una informazione a 360º.  Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

 

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Immagine di Alan Wilson via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Armi biologiche

L’Ucraina usa armi chimiche di fabbricazione statunitense: l’ambasciatore russo accusa ancora

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L’Ucraina ha ripetutamente utilizzato armi chimiche fornite dagli Stati Uniti contro l’esercito russo, ha affermato lunedì un alto diplomatico in un’intervista al quotidiano russo Izvestia.

 

Vladimir Tarabrin, rappresentante permanente di Mosca presso l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) e ambasciatore nei Paesi Bassi, ha osservato che l’uso di armi chimiche è una flagrante violazione del diritto internazionale.

 

«Nel corso dell’operazione militare speciale, abbiamo registrato casi di utilizzo da parte delle forze armate ucraine di armi chimiche prodotte negli Stati Uniti», ha detto Tarabrin, affermando che le consegne fanno parte di uno schema ben consolidato e illegale di invio di sostanze chimiche non letali armi a Kiev e sottolineando che l’uso di sostanze chimiche tossiche da parte dell’Ucraina è diventato sistematico, poiché il sostegno occidentale consente a Kiev di violare impunemente il diritto internazionale.

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Secondo Tarabrin, l’esercito ucraino utilizza vari tipi di munizioni, granate e contenitori fatti in casa con sostanze sconosciute contro le forze russe.

 

Come riportato da Renovatio 21, il Tarabrin ha anche accusato gli USA di gestire ancora oggi alcuni biolaboratori in Ucraina.

 

La Convenzione sulle armi chimiche (CWC), un trattato sul controllo degli armamenti amministrato dall’OPCW, un’organizzazione intergovernativa con sede a L’Aia, è stata adottata nel gennaio 1993 ed è entrata in vigore quattro anni dopo. Ad agosto 2022, 193 stati avevano firmato il trattato. L’Ucraina ha ratificato il documento e ha accettato tutti i suoi obblighi.

 

La convenzione vieta a tutti gli Stati membri di produrre, acquisire e immagazzinare armi chimiche, nonché di trasferirle direttamente o indirettamente. Ai firmatari è inoltre vietato l’uso di tali armi.

 

Il diplomatico ha sottolineato che Mosca sta attirando l’attenzione delle organizzazioni internazionali, in particolare dell’OPCW, sulle violazioni.

 

«Penso che gli Stati Uniti e i loro dipendenti possano essere fermati solo attraverso la massima trasparenza, l’identificazione di fatti specifici che dimostrino che forniscono direttamente, o facilitano la fornitura, di queste sostanze all’Ucraina in violazione della CWC», ha affermato.

 

Il ministero della Difesa russo ha ripetutamente accusato Kiev di preparare provocazioni con l’uso di armi chimiche, compresi atti sul territorio dell’Ucraina. Lo scorso aprile, il ministero ha affermato che il servizio di sicurezza ucraino (SBU) stava pianificando una simile provocazione con l’uso di “sostanze chimiche pericolose” nella città di Sumy, nel nord-est dell’Ucraina. Kiev ha negato l’accusa, riporta RT.

 

Le accuse dell’ambasciatore seguono quelle fatte un mese fa dal tenente generale russo Igor Kirillov, capo delle forze di protezione nucleare, chimica e biologica della Russia, il quale aveva fornito diversi esempi del presunto uso da parte di Kiev di armi chimiche vietate e di agenti chimici non letali che, secondo Mosca, sono stati ottenuti dagli Stati Uniti.

 

Il Kirillov aveva affermato che l’Ucraina ha utilizzato droni per lanciare granate a gas di fabbricazione statunitense il 28 dicembre 2023 contenenti il ​​composto «CS» – una sostanza chimica classificata come strumento antisommossa che irrita gli occhi e il tratto respiratorio superiore e può causare ustioni alla pelle e paralisi respiratoria. e arresto cardiaco se utilizzato in alte concentrazioni.

 

Da parte dell’OPCW non c’è stata alcuna risposta nonostante tutte queste prove fossero state presentate all’organizzazione quattro mesi fa, aveva detto il generale alla stampa, accusandola di essere gestita da Washington come strumento per prendere di mira i suoi oppositori politici.

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Come riportato da Renovatio 21, a febbraio 2023 il giornale russo Komsomolskaya Pravda aveva parlato dell’uso da parte delle forze ucraine nei pressi di Zaporiggia di armi chimiche che hanno causato la perdita di coscienza dopo l’inalazione.

 

Alla fine di febbraio dello scorso anno, l’esercito russo ha avvertito che le forze ucraine a Kramatorsk avevano ricevuto 16 container con sostanze antisommossa CS (clorobenzilidenemalononitrile) e CR (dibenzoxazepina), nonché – fatto interessante – l’agente inabilitante BZ (3-Quinuclidinil benzilato), insieme a «cittadini di Paesi stranieri». Mosca ha quindi suggerito che gli Stati Uniti potrebbero pianificare un attacco «false flag» nel Donbass.

 

Il 3-Quinuclidinil benzilato (QNB), chiamato BZ in codice NATO e sostanza 78 nel codice militare URSS, è un potente allucinogeno che induce disfunzioni cognitive e delirio.

 

Il BZ è stato inventato dalla società farmaceutica svizzera Hoffman-LaRoche nel 1951 durante studi su agenti antispasmodici, simili alla tropina, per il trattamento di disturbi gastrointestinali quando è stata scoperta la sostanza chimica. È stato quindi studiato per un possibile utilizzo nel trattamento dell’ulcera, ma è stato ritenuto inadatto. A quel tempo l’esercito degli Stati Uniti e la CIA del progetto MK Ultra cominciarono ad interessarsene insieme a un’ampia gamma di possibili agenti inabilitanti non letali, psicoattivi e psicotomimetici tra cui droghe psichedeliche come LSD e THC, droghe dissociative come ketamina e fenciclidina, potenti oppioidi come il fentanil, etc.

 

Nel 1959, l’esercito degli Stati Uniti mostrò un interesse significativo nel dispiegarlo come agente di guerra chimica.

 

Come descritto nell’introvabile libro autobiografico Chemical Warfare: Secrets Almost Forgotten (2006) dello psichiatra dell’esercito in pensione James Ketchum, il lavoro di sperimentazione procedette nel 1964 quando un generale immaginò un piano per inabilitare un’intera imbarcazione con BZ aerosolizzato: un esperimento che prese il nome di Project DORK.

 

Il BZ fu tra le sostanze testate nelle strutture dell’Edgewood Arsenal, nel Maryland, tra il 1948 e il 1975, dove con esperimenti su soldati l’esercito voleva valutare l’impatto di agenti di guerra chimica a basso dosaggio sul personale militare e testare indumenti protettivi, prodotti farmaceutici e vaccini. Una certa parte di questi studi era diretta alla cosiddetta «guerra psicochimica».

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Tali storie sono riflesse nel film con Tim Robbins Allucinazione perversa (1990), che parla di esperimenti a base di BZ sui soldati americani in Vietnam.

 

Secondo quanto riportato, le scorte americane di BZ sarebbero state distrutte nel 1989 come parte di un ridimensionamento generale del programma di guerra chimica degli Stati Uniti.

 

Nel 1998 l’esercito britannico aveva accusato l’Iraq di Saddam Hussein di avere riserve di un «Agente 15» di fatto identico al BZ. Nel 2013 gli USA accusarono la Siria di Assad di aver usato l’allucinogeno.

 

Come riportato da Renovatio 21, di un possibile false flag chimico ucraino si era parlato ancora un anno fa. La guerra chimica è vietata dalla Convenzione sulle armi chimiche di cui sono firmatarie sia l’Ucraina che la Russia.

 

Il conflitto ucraino si sta dimostrando un banco di prova per il nuovo tipo di guerra: guerra con i droni, con i missili ipersonici, con i sabotaggi infrastrutturali con le sanzioni economiche.

 

C’è da chiedersi anche se l’Ucraina diverrà il definitivo laboratorio anche per la guerra biochimica, o perfino psicochimica.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

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Armi biologiche

Gli USA gestiscono ancora biolaboratori in Ucraina: ambasciatore russo

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Gli Stati Uniti continuano a gestire 30 biolaboratori sul territorio dell’Ucraina come parte di un programma biologico-militare illegale, ha affermato l’ambasciatore russo nei Paesi Bassi.   Il numero di laboratori americani sul territorio ucraino è «noto da molto tempo», ha detto il diplomatico di Mosca in un’intervista al quotidiano Izvestia Vladimir Tarabrin, che è anche rappresentante permanente della Russia presso l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPCW).   Il Tarabrin ha ricordato che il capo delle forze di protezione nucleare, chimica e biologica della Russia, il tenente generale Igor Kirillov, aveva affermato nel marzo 2022 che esistevano 30 biolaboratori di questo tipo.

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«Le nostre forze armate hanno scoperto documenti che confermano l’ampio programma militare biologico dispiegato dagli Stati Uniti e dai paesi della NATO sul territorio dell’Ucraina e di altre ex repubbliche sovietiche», ha detto.   Il governo di Kiev avrebbe iniziato a distruggere pericolosi agenti patogeni nei laboratori e a sospendere la ricerca il 24 febbraio 2022, il giorno in cui la Russia ha lanciato l’operazione militare contro l’Ucraina, ma «nel 2023 l’attuazione di questi programmi è ripresa, solo il loro nome è stato cambiato», ha affermato Tarabrin.   Alla domanda se il numero dei biolaboratori statunitensi in Ucraina sia ancora pari a 30, l’ambasciatore ha risposto: «secondo i nostri dati, sì».   «Non sorprende, quindi, che negli ultimi 20 anni Washington abbia bloccato tutte le iniziative russe volte a rafforzare il regime della Convenzione sulle armi biologiche (BWC) e a creare un meccanismo efficace per verificare il rispetto delle sue disposizioni da parte di tutti i paesi partecipanti», ha detto Tarabrin.   Negli ultimi due anni Mosca ha ripetutamente sollevato preoccupazioni su una presunta rete di laboratori segreti finanziati dagli Stati Uniti in Ucraina, pubblicando documenti catturati dalle autorità di Kiev, che sostiene siano collegati alle operazioni di tali strutture.   Lo scorso aprile, Kirillov aveva affermato che la Russia «non aveva dubbi sul fatto che gli Stati Uniti, con il pretesto di garantire la biosicurezza globale, conducessero ricerche sul duplice uso, compresa la creazione di componenti di armi biologiche, in prossimità dei confini russi».   Il governo degli Stati Uniti ha confermato l’esistenza dei biolaboratori in Ucraina, ma ha insistito sul fatto che sono del tutto legali e non destinati a scopi militari, nonostante siano finanziati principalmente tramite il Pentagono. Washington ha negato le affermazioni di Mosca secondo cui i laboratori sarebbero utilizzati per lavorare sulle armi biologiche, definendole una «campagna di disinformazione russa».   Kirillov ha anche affermato un anno fa che il programma di biolaboratori statunitense in Ucraina, precedentemente noto come «Ricerca biologica congiunta», è stato rinominato «Ricerca sul controllo biologico» in modo che possa continuare le sue operazioni.   Dieci mesi fa la Russia ha accusato gli Stati Uniti di aver sperimentato i patogeni dell’influenza aviaria con un tasso di letalità fino al 40% in un biolaboratorio ucraino.   La questione dei biolaboratori ucraini finanziati dagli americani pareva all’inizio una fake news, ma è stata confermata in un’audizione del Congresso USA dal sottosegretario di Stato Victoria Nuland, responsabile per la politica estera eurasiatica di Washington nonché pupara degli accadimenti di questi anni a Kiev e dintorni.

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La stessa Duma ha invitato a Mosca Victoria Nuland per testimoniare, ma è molto difficile la Nuland ha evidentemente dato forfait.   Il Pentagono al momento ha ammesso di aver finanziato ben 46 laboratori ucraini.   È stata avanzata anche l’idea che vi possa essere una connessione tra i biolaboratori ucraini e il COVID.   Il ministero della Difesa russa aveva fatto uscire un documento che mostrava come nel sistema delle attività biologiche statunitensi fossero coinvolti big del Partito Democratico e le Big Pharma. Secondo i russi, in Ucraina il Pentagono faceva esperimenti anche sul coronavirus di pipistrello.   Secondo il ministero degli Esteri russi, nei misteriosi laboratori sarebbe coinvolta anche la Germania.   La Russia nel 2022 aveva convocato il Consiglio Sicurezza ONU per presentare le prove contro i biolaboratori Ucraina-USA.   Come noto, vi è anche la questione di un possibile coinvolgimento diretto degli affari della famiglia Biden.

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Animali

La dengue aumenta del 400% in Brasile dopo il rilascio delle zanzare OGM del programma sostenuto da Bill Gates

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La febbre dengue è quadruplicata in Brasile nel 2024: nelle prime cinque settimane del 2024, secondo il ministero della sanità del Paese, sono stati segnalati oltre 364.000 casi di infezione da dengue, un numero 4 volte superiore rispetto ai casi precedenti nello stesso periodo del 2023.

 

Osservatori notano che la recrudescenza del fenomeno accade dopo il rilascio di milioni di zanzare geneticamente modificate da parte del World Mosquito Program delle Nazioni Unite.

 

Il drammatico aumento dei casi di dengue ha spinto il Brasile ad acquistare milioni di dosi di vaccino contro la dengue.

 

«La rapida diffusione della dengue ha causato 40 morti accertati, ha detto il ministero, e altri 265 sono oggetto di indagine» scrive il giornale britannico Guardian. «Il Brasile ha acquistato 5,2 milioni di dosi del vaccino contro la dengue Qdenga, sviluppato dalla casa farmaceutica giapponese Takeda, con altri 1,32 milioni di dosi fornite senza alcun costo per il governo, si legge in una dichiarazione del ministero».

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Tre Stati brasiliani hanno dichiarato lo stato di emergenza, tra cui il secondo Stato più popoloso, Minas Gerais, e il Distretto Federale, dove si trova la capitale, Brasilia, che sta affrontando un aumento senza precedenti di infezioni. Brasilia inizierà a vaccinare i bambini di età compresa tra 10 e 14 anni con Qdenga, ha dichiarato il governo locale.

 

I casi di dengue a Brasilia dall’inizio dell’anno hanno superato il totale dell’intero 2023, con un tasso di infezione di 1.625 casi ogni 100.000 abitanti, rispetto alla media nazionale di appena 170.

 

Il World Mosquito Program delle Nazioni Unite ha annunciato nel 2023 un piano per liberare miliardi di zanzare geneticamente modificate in Brasile per un periodo di 10 anni nel tentativo di sradicare la febbre dengue nel Paese dell’America Latina.

 

«I funzionari sanitari brasiliani in cinque città hanno rilasciato nuvole di zanzare Aedes Egypti coltivate in laboratorio infette dal batterio Wolbachia, che impedisce la trasmissione del virus dengue agli esseri umani», riferiva Harvard Public Health nell’agosto 2023.

 

«Il Paese sarà il primo a lanciare un programma nazionale per rilasciare le zanzare Wolbachia modificate, che si prevede proteggeranno fino a 70 milioni di persone dalla febbre dengue nei prossimi 10 anni. E sta costruendo una fabbrica per aumentare la produzione di zanzare: a partire dal 2024, la fabbrica produrrà in serie cinque miliardi di zanzare all’anno».

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Risulta impossibile non notare come ora, un anno dopo l’inizio dell’iniziativa con le zanzare di laboratorio, i casi di dengue sono aumentati notevolmente anziché diminuire.

 

È un dato pubblico il fatto che il World Mosquito Program ha ricevuto una sovvenzione di 50 milioni di dollari australiani (circa 30 milioni di euro) dalla Bill & Melinda Gates Foundation, che sta anche finanziando la ricerca sul vaccino contro la febbre dengue.

 

Il governo brasiliano ha acquistato oltre 5 milioni di dosi del vaccino contro la febbre dengue Qdenga, prodotto dalla casa farmaceutica giapponese Takeda, che ha pure ricevuto anche milioni di dollari in sovvenzioni sempre dalla Fondazione Bill & Melinda Gates.

 

«In altre parole, i soldi della Fondazione Bill Gates sono coinvolti in tutti gli aspetti della situazione, dalle zanzare geneticamente modificate – che apparentemente hanno esacerbato la crisi della dengue – alle società finanziatrici che forniscono il vaccino contro la dengue molto richiesto al Brasile» scrive Infowars. «A che scopo?»

 

Come riportato da Renovatio 21, avanzano, a livello scientifico, le proposte di utilizzare le zanzare OGM come strumento di vaccinazione degli esseri umani, elementi auto-operanti di un di medicalizzazione biotecnologica massiva in un mondo in cui il consenso della popolazione è divenuto totalmente obsoleto.

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In Brasile era già stato avviato anni fa un programma di immissione di zanzare OGM contro la malaria, tuttavia, invece che estinguersi, gli insetti parassiti avrebbero sviluppato quello che si chiama un «vigore ibrido»: per eterogenesi dei fini, gli scienziati hanno ottenuto al contrario una razza ancora più forte di zanzare.

 

Rilasci di miliardi di zanzare geneticamente modificate sono stati programmati, nonostante le rimostranze dei residenti, in Florida e California, e, più di recente, alle Hawaii, con i cittadini a divenire, anche stavolta, cavie umane del grande progetto che coinvolge la tecnica del cosiddetto gene drive.

 

A finanziare il progetto interviene, praticamente sempre, la compagine di Bill Gates, anche se va riconosciuto che il progetto coinvolge anche il Pentagono (protagonista di vari progetti di militarizzazione degli insetti) e contava fra i suoi sostenitori, ancora anni fa, anche Google.

 

Renovatio 21 da almeno un lustro ritiene la storia delle zanzare bioingegnerizzate – alle quali, ricordiamo en passant, lavorava anche il neo-onorevole professor Andrea Crisanti – come uno dei temi centrali del futuro prossimo.

 

Zanzare sterilizzate per via genetica, zanzare alterate per diventare creature vaccinatrici: il catalogo frankensteiniano che riguarda questi parassiti è vasto e impressionante, e, crede Renovatio 21, prelude a ciò che succederà all’uomo.

 

Il confine tra operazione biomedica ed arma biologica, anche nel caso del piano per le zanzare OGM, diviene davvero labile

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