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Armi biologiche

L’Ucraina e la profonda agenda di suicidio globale

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Renovatio 21 traduce questo articolo di William F. Engdahl. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

 

La decisione del presidente russo di ordinare un’azione militare nella vicina Ucraina a partire dal 24 febbraio 2022 ha scioccato molti, me compreso. La domanda a questo punto dopo quasi due settimane dall’azione militare da parte della Russia e di altre forze all’interno dell’Ucraina, è cosa abbia spinto la Russia in quella che i media occidentali descrivono come una guerra di aggressione unilaterale e ingiustificata. Una minaccia pubblica del presidente e comico ucraino Volodymyr Zelenskyy il 19 febbraio, durante gli incontri con alti funzionari della NATO e altri durante la Conferenza annuale sulla sicurezza di Monaco, fornisce un indizio in gran parte ignorato sulle azioni di Mosca. Inoltre, rapporti più recenti di numerosi laboratori di armi biologiche del Pentagono degli Stati Uniti in tutta l’Ucraina si aggiungono alle minacce di fondo. Mosca credeva che la Russia affrontasse letteralmente una realtà fallo-o-muori?

 

 

 

Un po’ di storia essenziale

L’attuale conflitto in Ucraina ha i suoi semi negli anni ’90 e nel crollo dell’Unione Sovietica sostenuto dagli Stati Uniti.

 

Durante i colloqui di alto livello sul Trattato Due più quattro relativi alla riunificazione della Germania nel 1990, i colloqui tra il Segretario di Stato americano James Baker III e l’allora leader sovietico Mikhail Gorbaciov, insieme a Francia, Regno Unito e governo della Germania occidentale, sull’unificazione della Germania, Baker ha promesso verbalmente che la NATO non si sarebbe spostata «di un pollice» a est per minacciare i territori dell’ex Unione Sovietica, in cambio dell’URSS che avrebbe consentito la riunificazione tedesca all’interno della NATO.

 

Per anni Washington ha mentito sullo scambio, poiché si sono trasferiti uno dopo l’altro agli altri Paesi dell’ex Patto di Varsavia, tra cui Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Ungheria, Stati baltici nella NATO e più vicini alla Russia.

 

Di recente Putin ha citato l’accordo Baker del 1990 per giustificare le richieste russe che la NATO e Washington forniscano assicurazioni legali vincolanti che l’Ucraina non sarebbe mai stata ammessa nell’alleanza NATO.

 

Washington fino ad ora ha rifiutato categoricamente di farlo.

 

 

Il discorso di Putin a Monaco del 2007

Alla Conferenza annuale sulla sicurezza di Monaco del 2007, poiché l’amministrazione Bush-Cheney aveva annunciato l’intenzione di installare sistemi di difesa missilistica statunitensi in Polonia, Romania e Repubblica Ceca per «proteggersi dagli stati canaglia come la Corea del Nord o l’Iran», il russo Putin ha pronunciato un aspra critica alle bugie degli Stati Uniti e violazione delle loro assicurazioni del 1990 sulla NATO.

 

A quel punto 10 ex stati comunisti dell’Est erano Stati ammessi alla NATO nonostante le promesse degli Stati Uniti del 1990.

 

Inoltre, sia l’Ucraina che la Georgia erano candidate ad aderire alla NATO dopo le Rivoluzioni Colorate guidate dagli Stati Uniti in entrambi i paesi nel 2003-2004.

 

Putin ha giustamente sostenuto che i missili statunitensi erano diretti alla Russia, non alla Corea del Nord o all’Iran.

 

Nelle sue osservazioni di Monaco del 2007, Putin ha detto al suo pubblico occidentale: «Si scopre che la NATO ha messo le sue forze in prima linea ai nostri confini e continuiamo ad adempiere rigorosamente agli obblighi del trattato e non reagiamo affatto a queste azioni. Penso sia ovvio che l’espansione della NATO non ha alcun rapporto con la modernizzazione dell’Alleanza stessa, né con la sicurezza in Europa. Al contrario, rappresenta una seria provocazione che riduce il livello di fiducia reciproca. E abbiamo il diritto di chiederci: contro chi è destinata questa espansione? E che fine hanno fatto le assicurazioni fatte dai nostri partner occidentali dopo lo scioglimento del Patto di Varsavia? Dove sono oggi quelle dichiarazioni? Nessuno li ricorda nemmeno».

 

Putin ha aggiunto: «Ma mi permetterò di ricordare a questo pubblico ciò che è stato detto. Dove sono queste garanzie?». Questo è stato 15 anni fa.

 

 

Il colpo di stato di Maidan del 2014

Entro novembre 2013 un’Ucraina economicamente corrotta e in difficoltà sotto la guida del presidente eletto e anche molto corrotto Viktor Yanukovich, ha annunciato che, anziché accettare un’associazione «speciale» con l’UE, l’Ucraina avrebbe accettato un’offerta molto più generosa da Mosca per entrare nell’Unione economica eurasiatica guidato da Mosca.

 

La Russia aveva accettato di ridurre del 30% il prezzo del gas russo all’Ucraina e di acquistare 15 miliardi di dollari di obbligazioni ucraine per alleviare la crisi finanziaria di Kiev.

 

A quel punto, il 21 novembre, Arseniy Yatsenyuk, l’uomo selezionato da Victoria Nuland di Washington e dall’ambasciatore di Kiev Geoffrey Pyatt, insieme all’allora vicepresidente Joe Biden, hanno lanciato quelle che furono chiamate proteste di piazza Maidan contro il regime di Yanukovich sostenuto dalle ONG statunitensi.

 

Il 20 febbraio 2014, dopo che cecchini organizzati dalla CIA, secondo quanto riferito reclutati dalla vicina Georgia, hanno ucciso dozzine di manifestanti studenteschi e anche la polizia, portando Yanukovich a fuggire, Yatsenyuk è diventato Primo Ministro in un regime gestito dagli Stati Uniti selezionato con cura da Nuland e Biden tra gli altri.

 

Più tardi, nel dicembre 2014, in un’intervista con un quotidiano russo, George Friedman di Stratfor, una società privata di consulenza al Pentagono e alla CIA, tra gli altri, ha detto del cambio di regime di Kiev guidato dagli Stati Uniti nel febbraio 2014: «La Russia chiama gli eventi che hanno avuto luogo a l’inizio di quest’anno un colpo di stato organizzato dagli Stati Uniti. Ed è stato davvero il colpo di stato più clamoroso della storia». Nell’intervista era vanaglorioso.

 

Che il regime del colpo di stato di Kiev abbia proseguito dopo il 22 febbraio 2014 con una guerra di sterminio e pulizia etnica dei russofoni nell’Ucraina orientale, guidata in larga misura da un esercito privato di neonazisti letterali del Settore Destro (bandito in Russia), gli stessi che gestivano la sicurezza in piazza Maidan e lanciarono un regno di terrore contro gli ucraini di lingua russa.

 

I battaglioni erano formati da mercenari neonazisti. Hanno ricevuto lo status ufficiale di stato come soldati della «Guardia nazionale ucraina», il battaglione Azov, finanziato dal boss della mafia ucraina e oligarca miliardario, Igor Kolomojskij, il finanziatore di Zelenskyj come presidente.

 

I soldati Azov sfoggiano persino rune SS aperte come logo. Nel 2016, l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) ha accusato il battaglione Azov, ufficialmente aggiornato a reggimento nel gennaio 2015, di aver commesso crimini di guerra come saccheggi di massa, detenzione illegale e tortura.

 

Oggi Nuland è il Sottosegretario di Stato per gli Affari Politici di Biden, responsabile degli affari dell’Ucraina e della Russia. Lei sa bene chi sono quelli del Battaglione Azov.

 

 

Zelenskyy e Monaco di Baviera 2022

Il 19 febbraio a Monaco di Baviera, il presidente ucraino Zelenskyy ha minacciato di schierare armi nucleari sul territorio ucraino. Ha espresso questo come la sua revoca unilaterale del Memorandum di Budapest del 1994, sebbene l’Ucraina non fosse uno dei firmatari dell’accordo.

 

Due giorni dopo, la sera del 21 febbraio, Putin ha pronunciato il suo discorso riconoscendo l’indipendenza sovrana delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. Ha fatto esplicito riferimento alla promessa di Zelenskyy sulle armi nucleari di Monaco: «Questa non è una vana spavalderia», ha sottolineato Putin nel suo discorso.

 

Il 6 marzo l’agenzia di stampa statale di Mosca, RIA Novosti, ha citato un’importante fonte russa dell’intelligence straniera SVR con i dettagli su un progetto segreto in Ucraina, secondo quanto riferito con il vitale supporto segreto occidentale, per costruire una capacità missilistica nucleare ucraina e una bomba atomica ucraina in sfacciata violazione di il Trattato di non proliferazione nucleare.

 

Secondo il rapporto, gli scienziati nucleari ucraini stavano mascherando gli sviluppi localizzandoli vicino agli alti livelli di radiazioni del sito del reattore nucleare di Chernobyl, una spiegazione per le rapide mosse russe per proteggere Chernobyl.

 

«Era lì, a giudicare dalle informazioni disponibili, che erano in corso i lavori sia sulla fabbricazione di una bomba “sporca” che sulla separazione del plutonio», cita la fonte RIA Novosti.

 

La principale struttura di ricerca sulle bombe era situata presso il Centro scientifico nazionale, «Istituto di fisica e tecnologia di Kharkov». Al momento della stesura di questo articolo, i rapporti di aspri combattimenti in corso tra le forze russe e i combattenti neonazisti ucraini Azov che secondo quanto riferito stanno pianificando di far saltare in aria il sito del reattore di ricerca e dare la colpa alla Russia. Apparentemente anche la battaglia per il controllo della grande centrale nucleare di Zaporizhzhia fa parte del tentativo di nascondere il progetto illegale di bombe ucraine.

 

Ora inizia a diventare più chiaro che Putin aveva seri motivi per reagire alla minaccia nucleare ucraina. Un missile nucleare ucraino entro sei minuti da Mosca presenterebbe un pericolo esistenziale indipendentemente dal fatto che l’Ucraina fosse nella NATO o meno.

 

 

Enorme accumulo militare: guerra biologica?

C’era di più. La stampa ucraina ha riferito un anno fa di nuove basi navali NATO de facto costruite in Occidente a Ochakov e Berdyansk come «moderne strutture infrastrutturali in grado di ricevere navi di ogni tipo, equipaggiate secondo gli standard NATO e costruite con i soldi dei Paesi dell’alleanza».

 

I media si vantavano: «In tre anni saremo in grado di colpire le navi russe nel Mar Nero con la nostra flotta Mosquito. E se ci uniamo alla Georgia e alla Turchia, la Federazione Russa sarà bloccata», si vantavano gli esperti militari ucraini.

 

Inoltre, il Pentagono statunitense aveva non meno di otto, forse fino a 30 laboratori di ricerca sulle armi biologiche top-secret in tutta l’Ucraina che testavano il DNA di circa 4.000 volontari militari.

 

Una volta che i soldati russi si sono trasferiti per mettere al sicuro le prove, l’ambasciata statunitense a Kiev ha cancellato la precedente menzione dei siti dal suo sito web e gli ucraini si sarebbero mossi per distruggere le prove di laboratorio.

 

I laboratori ucraini a Kharkiv e altrove operavano in collaborazione con gli Stati Uniti. Scorte di tali armi venivano segretamente immagazzinate in diretta violazione delle convenzioni internazionali.

 

Un mese intero prima dell’azione militare russa del 24 febbraio in Ucraina, la ricercatrice indipendente di guerra biologica, Dilyana Gaytandzhieva, ha ottenuto documenti che dettagliano «esperimenti biologici del Pentagono statunitense con un esito potenzialmente letale su 4.400 soldati in Ucraina e 1.000 soldati in Georgia. Secondo i documenti trapelati, tutte le morti di volontari dovrebbero essere segnalate entro 24 ore (in Ucraina) e 48 ore (in Georgia)».

 

Descrive in dettaglio gli esperimenti umani, che includono test per gli anticorpi contro circa 14 agenti patogeni tra cui la febbre emorragica della Crimea-Congo, le specie Borrelia (malattia di Lyme) e altri.

 

Secondo i documenti, i laboratori in Ucraina e Georgia fanno parte di un programma di «impegno biologico da 2,5 miliardi di dollari della Defense Threat Reduction Agency (DTRA) del Pentagono che include ricerche su agenti biologici, virus mortali e batteri resistenti agli antibiotici».

 

Il 6 marzo, in una dichiarazione alla RIA Novosti ufficiale di Mosca, il maggiore generale Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russo, ha dichiarato di aver ricevuto documenti, «dai dipendenti dei laboratori biologici ucraini, che confermavano lo sviluppo di componenti di armi biologiche in Ucraina, nelle immediate vicinanze del territorio russo». Ha osservato: «Nel corso di un’operazione militare speciale, sono stati scoperti i fatti di una pulizia di emergenza da parte del regime di Kiev delle tracce di un programma biologico militare in corso in Ucraina, finanziato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti».

 

In aggiunta a questa prova del posizionamento di armi nucleari e biologiche all’interno dell’Ucraina negli ultimi anni, i Paesi membri della NATO occidentale hanno versato miliardi di dollari di equipaggiamento militare, comprese armi anticarro ed esplosivi in ​​Ucraina mentre Zelenskyy, secondo l’opposizione, si sarebbe nascosto in l’Ambasciata degli Stati Uniti a Varsavia, chiede ripetutamente una «No-Fly zone» della NATO sull’Ucraina, un atto che sarebbe un diretto casus belli di guerra tra la Russia e la NATO, una guerra che potrebbe rapidamente diventare nucleare o oltre.

 

La domanda è se questa provocazione che dura da anni da parte di Washington e della NATO della sicurezza nazionale russa attraverso l’Ucraina mira a distruggere la vitalità della Russia come nazione sovrana e potenza militare.

 

È una mossa calcolata utilizzare le sanzioni contro la Russia per causare il collasso globale e le crisi energetiche, la carenza di cibo e peggio, tutto per portare avanti l’agenda del Grande Reset di Davos 2030?

 

Dare la colpa al «malvagio Putin» e alla Russia mentre BlackRock e le potenze finanziarie riorganizzano il mondo?

 

È troppo presto per dirlo, ma certo è che qualunque cosa abbia spinto l’azione della Russia il 24 febbraio 2022 doveva essere molto più grave di quanto ci dicono la CNN o altri media occidentali controllati.

 

 

William F. Engdahl

 

 

 

F. William Engdahl è consulente e docente di rischio strategico, ha conseguito una laurea in politica presso la Princeton University ed è un autore di best seller sulle tematiche del petrolio e della geopolitica. È autore, fra gli altri titoli, di Seeds of Destruction: The Hidden Agenda of Genetic Manipulation («Semi della distruzione, l’agenda nascosta della manipolazione genetica»), consultabile anche sul sito globalresearch.ca.

 

 

Questo articolo, tradotto e pubblicato da Renovatio 21 con il consenso dell’autore, è stato pubblicato in esclusiva per la rivista online New Eastern Outlook e ripubblicato secondo le specifiche richieste.

 

 

Renovatio 21 offre la traduzione di questo articolo per dare una informazione a 360º.  Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

 

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Immagine di Alan Wilson via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Armi biologiche

La Russia torna ad accusare l’Ucraina di usare armi chimiche

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In un commento per il canale televisivo russo Zvezda lo scorso giovedì, il vice ministro degli Esteri russo Sergej Rjabkov ha affermato che le forze ucraine stanno schierando armi chimiche contro le truppe russe sul campo di battaglia.

 

L’alto funzionario russo ha aggiunto che Mosca ha accumulato prove sufficienti per dimostrare che Kiev sta lavorando con Washington per produrre componenti per armi biologiche.

 

Il Rjabkov ha quindi dichiarato che Kiev è stata coinvolta in attività illegali legate alla guerra chimica e biologica. Tuttavia, ha osservato che è necessario «separare la questione dell’uso di agenti di guerra chimica, che noi, ovviamente, registriamo nelle azioni delle Forze armate dell’Ucraina» da quella della ricerca sulle armi biologiche.

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Il diplomatico ha affermato che la Russia sta informando le agenzie internazionali competenti su entrambe le questioni e invia rapporti all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW).

 

Per quanto riguarda le violazioni della Convenzione sulle armi biologiche, Rjabkov ha detto che durante il conflitto durato quasi due anni e mezzo l’esercito russo ha raccolto «materiale completo e vasto che mostra la piena profondità della cooperazione tra Washington e Kiev in questo settore».

 

Il vice ministro russo descritto le presunte violazioni come «inaccettabili» e ha detto che sono state condannate non solo dalla Russia, ma anche da molti membri della comunità internazionale. Allo stesso tempo, Rjabkov ha affermato che Mosca non è stata in grado di ottenere una risposta chiara sulle sue preoccupazioni dall’Ucraina e dai suoi sostenitori occidentali.

 

L’OPCW definisce un’arma chimica come «una sostanza chimica utilizzata per causare morte o danno intenzionale attraverso le sue proprietà tossiche», che può essere dispersa tramite bombe, proiettili di artiglieria o altri dispositivi di lancio.

 

I commenti di Rjabkov giungono dopo che il ministero della Difesa russo ha annunciato all’inizio di questo mese di aver scoperto un laboratorio chimico ucraino, situato non lontano dalla città di Avdeevka nel Donbass, catturata dalle truppe russe, che apparentemente veniva utilizzato per produrre acido cianidrico altamente tossico.

 

Mosca ha anche affermato, citando un prigioniero di guerra ucraino, che Kiev ha utilizzato agenti chimici per produrre droni kamikaze.

 

Anche la Russia ha lanciato l’allarme per mesi su quella che dice essere una vasta rete di laboratori biologici in Ucraina, sostenuta dagli Stati Uniti e dai suoi alleati della NATO. Gli Stati Uniti hanno riconosciuto che ci sono effettivamente diversi laboratori biologici sul suolo ucraino, ma insistono sul fatto che sono del tutto legali e non vengono utilizzati per produrre armi biologiche.

 

Come riportato da Renovatio 21, il generale russo Kirillov a novembre 2023 fa ha dichiarato che l’esercito ucraino avrebbe utilizzato agenti chimici per avvelenare il cibo in 17 occasioni da quando il conflitto si è intensificato nel febbraio 2022, uccidendo almeno 15 persone.

 

In un incontro con la stampa dello scorso novembre, Kirillov aveva rivelato che 46 laboratori di ricerca biologica finanziati dagli Stati Uniti erano stati localizzati in Ucraina prima dell’attuale conflitto. Mentre Mosca è riuscita a denunciare queste attività e a chiuderle, ha detto, da allora Washington sembra aver spostato parte della ricerca in Africa. Il Pentagono lo scorso anno ha ammesso di aver finanziato i 46 laboratori ucraini.

 

Otto mesi prima, in un discorso alla Duma di Stato (il Parlamento della Federazione Russa), Kirillov disse che gli Stati Uniti stavano usando l’Ucraina per fabbricare componenti per armi biologiche.

 

Mosca ha espresso preoccupazione per una rete di laboratori segreti finanziati dagli Stati Uniti in Ucraina nelle prime settimane del conflitto e da allora ha spesso reso pubbliche prove sul programma. Irina Yarovaya, vicepresidente della Duma di Stato russa e copresidente della Commissione investigativa sulle attività dei laboratori biologici statunitensi in Ucraina, la scorsa estate aveva dichiarato che i biolaboratori ucraini finanziati dagli USA erano parte di un’operazione militare. Konstantin Kosachev, copresidente della commissione parlamentare russa per indagare sulle attività dei biolaboratori ucraini, aveva già dichiarato ai giornalisti che i militari ucraini sono stati sottoposti a esperimenti batteriologici nel loro Paese.

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Il governo degli Stati Uniti ha confermato l’esistenza dei laboratori a marzo 2022 – con tanto di ammissione di Victoria Nuland, la grande pupara degli accadimenti di questi anni a Kiev e dintorni, in un’udienza alla Camera USA – ma ha insistito sul fatto che non erano né illegali né destinati a scopi militari, nonostante il fatto che gran parte del loro finanziamento passasse attraverso il Pentagono. La stessa Nuland è stata quindi invitata a Mosca dalla Duma per dare spiegazioni.

 

Mosca ha portato la questione dei biolaboratori alle Nazioni Unite lo scorso ottobre, chiedendo un’indagine internazionale, ma la mozione è stata bloccata da Stati Uniti, Regno Unito e Francia nel Consiglio di sicurezza. Anche la Cina aveva chiesto ispettori ONU nei biolaboratori ucraini finanziati dagli USA.

 

Il programma in Ucraina era precedentemente noto come «Ricerca biologica congiunta», ma da allora è stato ribattezzato «Ricerca sul controllo biologico», secondo i documenti presentati da Kirillov la scorsa settimana. Gli Stati Uniti hanno accusato una presunta «campagna di disinformazione russa» per l’aumento del controllo pubblico dei biolaboratori.

 

Come riportato da Renovatio 21, stata avanzata anche l’idea che vi possa essere una connessione tra i biolaboratori ucraini e il COVID.

 

Il ministero della Difesa russa aveva fatto uscire un documento che mostrava come nel sistema delle attività biologiche statunitensi fossero coinvolti big del Partito Democratico e le Big Pharma. Secondo i russi, in Ucraina il Pentagono faceva esperimenti anche sul coronavirus di pipistrello.

 

Secondo il ministero degli Esteri russi, nei misteriosi laboratori sarebbe coinvolta anche la Germania.

 

Come noto, vi è anche la questione di un possibile coinvolgimento diretto della famiglia Biden.

 

Due mesi fa Kirillov aveva ribadito che l’uso di sostanze velenose e di agenti chimici antisommossa da parte delle forze armate ucraine sarebbe diventato «sistematico» con la tacita approvazione di Washington.

 

Le forze armate ucraine avrebbero utilizzato contro i militari russi anche l’agente chimico BZ.

 

«Le formazioni armate ucraine utilizzano anche altri prodotti chimici elencati. Ci riferiamo ai casi di utilizzo dell’agente chimico da combattimento BZ contro militari russi nell’agosto 2022 e dell’acido sililico nel febbraio 2023», aveva detto durante un’incontro con i giornalisti il tenente generale russo.

 

Kirillov ha osservato che le forze armate ucraine utilizzano anche altre sostanze chimiche elencate. «Ci riferiamo all’uso dell’agente chimico da combattimento BZ contro militari russi nell’agosto 2022 e dell’acido sililico nel febbraio 2023», ha spiegato. «Le dichiarazioni dei rappresentanti militari ucraini sul possesso di composti organici del fosforo, compresi analoghi dell’agente chimico da combattimento Tabun (GA), destano particolare preoccupazione», ha aggiunto Kirillov.

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Il caso del BZ è interessante. Il 3-Quinuclidinil benzilato (QNB), chiamato BZ in codice NATO e sostanza 78 nel codice militare URSS, è un potente allucinogeno che induce disfunzioni cognitive e delirio.

 

Il BZ è stato inventato dalla società farmaceutica svizzera Hoffman-LaRoche nel 1951 durante studi su agenti antispasmodici, simili alla tropina, per il trattamento di disturbi gastrointestinali quando è stata scoperta la sostanza chimica. È stato quindi studiato per un possibile utilizzo nel trattamento dell’ulcera, ma è stato ritenuto inadatto. A quel tempo l’esercito degli Stati Uniti e la CIA del progetto MK Ultra cominciarono ad interessarsene insieme a un’ampia gamma di possibili agenti inabilitanti non letali, psicoattivi e psicotomimetici tra cui droghe psichedeliche come LSD e THC, droghe dissociative come ketamina e fenciclidina, potenti oppioidi come il fentanil, etc.

 

Nel 1959, l’esercito degli Stati Uniti mostrò un interesse significativo nel dispiegarlo come agente di guerra chimica. Come descritto nell’introvabile libro autobiografico Chemical Warfare: Secrets Almost Forgotten (2006) dello psichiatra dell’esercito in pensione James Ketchum, il lavoro di sperimentazione procedette nel 1964 quando un generale immaginò un piano per inabilitare un’intera imbarcazione con BZ aerosolizzato: un esperimento che prese il nome di Project DORK.

 

Il BZ fu tra le sostanze testate nelle strutture dell’Edgewood Arsenal, nel Maryland, tra il 1948 e il 1975, dove con esperimenti su soldati l’esercito voleva valutare l’impatto di agenti di guerra chimica a basso dosaggio sul personale militare e testare indumenti protettivi, prodotti farmaceutici e vaccini. Una certa parte di questi studi era diretta alla cosiddetta «guerra psicochimica». Tali storie sono riflesse nel film con Tim Robbins Allucinazione perversa (1990), che parla di esperimenti a base di BZ sui soldati americani in Vietnam.

 

In pratica con il BZ si entra nella dimensione inedita della guerra psicochimica.

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Immagine di Mil.ru. via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International

 

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Armi biologiche

I parlamentari russi chiedono l’intervento dell’ONU sui «biolaboratori americani­» in Africa

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La Duma di Stato russa sta preparando un appello all’ONU in merito alla presunta attività dei laboratori biologici militari statunitensi in Africa, ha affermato il vicepresidente Aleksandr Babakov.   In un’intervista rilasciata mercoledì alla stampa russa, Babakov ha dichiarato che l’Africa non dovrebbe essere utilizzata come «banco di prova» da Washington.   Secondo il parlamentare, gli Stati Uniti stanno continuando «politiche coloniali razziste nei confronti del popolo africano». Le élite politiche di Washington tengono lezioni di democrazia al mondo, mentre contemporaneamente dispiegano truppe negli stati sovrani e fomentano rivoluzioni colorate, ha affermato il Babakov.   Ha affermato che queste azioni si sono ora evolute fino a condurre esperimenti sugli esseri umani e a creare laboratori biologici, mentre l’esercito statunitense cerca di progettare nuove armi.   «Questa questione deve essere affrontata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e stiamo attualmente preparando un appello appropriato all’ONU», ha affermato il parlamentare russo.   Babakov ha anche menzionato l’intenzione di contattare i parlamenti dei Paesi africani per fornire loro le prove della ricerca biologica condotta dagli Stati Uniti.   Martedì, il capo delle Forze di protezione nucleare, chimica e biologica della Russia, il tenente generale Igor Kirillov, ha affermato che Washington sta espandendo la sua presenza militare biologica in tutta l’Africa. Ha evidenziato l’Africa come una nuova zona di interesse per il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e le agenzie correlate.

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«Poiché la Russia è riuscita a fermare l’attuazione dei programmi di guerra biologica nei territori liberati dell’Ucraina, il Pentagono è costretto a trasferire la ricerca incompleta nell’ambito dei progetti ucraini in altre regioni», ha affermato Kirillov.   La Russia è in possesso di documenti che confermano la rapida espansione della presenza statunitense di armi biologiche in Africa, ha aggiunto il generale.   Alla fine dell’anno scorso, Kirillov aveva affermato che la Russia aveva ottenuto documenti comprovanti che gli Stati Uniti avevano condotto ricerche su componenti di armi biologiche e agenti patogeni altamente pericolosi in Ucraina.   Come riportato da Renovatio 21, al momento dei disordini durante la guerra civile sudanese l’OMS lanciato un allarme di «enorme rischio biologico» per un biolaboratorio a Khartoum che era stato attaccato.   La questione dei biolaboratori africani riporta alla mente la questione di quelli ucraini finanziati dagli USA, per la sicurezza dei quali lanciò l’allarme la «pupara» della guerra ucraina, la funzionaria neocon del Dipartimento di Stato Victoria Nuland, ammettendo così la loro esistenza. Fu poi dimostrato che nel caso dei laboratori ucraini era coinvolto anche il problematico figlio del presidente Joe Biden, Hunter.   Il Pentagono in seguito confessò di aver finanziato in Ucraina 46 laboratori.   La Russia accusò in seguito i laboratori ucraini di essere parte di un’operazione militare USA. In tali «attività biologiche militari» ucraine secondo la portavoce degli Esteri della Federazione Russa Maria Zakharova sarebbe coinvolta anche la Germania. La Cina l’anno passato ha chiesto l’invio di ispettori ONU per indagare sulla questione. La Russia aveva già convocato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per presentare prove sui laboratori.

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Armi biologiche

«Il Trattato Pandemico è un business di armi biologiche di massa: distruggiamolo!» Il discorso dell’onorevole Haraguchi contro politici e vaccini

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Renovatio 21 pubblica la traduzione del discorso del deputato ed ex ministro degli Interni e delle Comunicazione giapponese Kazuhiro Haraguchi tenuto il 31 maggio dinanzi a migliaia di persone riunite a Tokyo per partecipare a quella che è stata chiamata «la più grande protesta mondiale contro l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)». Haraguchi a seguito dell’iniezione mRNA ha subito un caso di cancro in rapida progressione, che oggi chiameremmo «turbocancro». Le sue parole hanno fatto il giro del mondo. Questa è la prima traduzione integrale di quanto l’onorevole (titolo quanto mai meritato) Haraguchi ha detto a coloro che in Giappone lottano contro la catastrofe vaccinale pandemica. 

 

Buongiorno a tutti. Mi chiamo Kazuhiro Haraguchi, sono uno dei rappresentanti di WHC Giappone e membro della Camera dei Rappresentanti [la camera bassa del Parlamento giapponese, ndr].

 

Per prima cosa voglio esprimere le mie condoglianze per tutte le persone che hanno perso la vita a causa di questa arma biologica, questa specie di arma biologica, questa sostanza simile ad un’arma biologica.

 

Dopodiché voglio ringraziare tutti quelli che, portando nel cuore la tristezza per queste vite perse inutilmente, hanno dedicato il loro impegno ad organizzare la manifestazione di oggi. Grazie di cuore.

 

Come membro del Parlamento devo chiedervi scusa: avremmo dovuto impedire che questo accadesse, che queste vite fossero sacrificate. Adesso che giro per il Giappone a raccogliere storie come queste: «stava così bene ma adesso non può nemmeno camminare, non può più nemmeno andare a scuola, non può nemmeno più lavorare». Adesso che capiamo che queste vite potevano essere salvate, non è arrivata l’ora che abbattiamo questo governo che sapeva ma ha finto di non sapere?

 

La nostra forza è enorme: il 13 di Aprile 20.000 persone si sono riunite per una manifestazione qui a Tokyo. I media giapponesi lo hanno completamente taciuto. Ma grazie alla vostra forza, quelle immagini hanno fatto il giro del mondo. È la forza di tutti voi! La nostra forza! Noi abbiamo questa forza!

 

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Inoltre, nel mese di giugno si è iniziato di soppiatto a discutere dell’introduzione di un obbligo vaccinale in caso di nuove pandemie influenzali, ma in solo due settimane ci sono stati più di 190.000 commenti di protesta. Questa è la vostra forza!

 

Proprio in questi giorni a Ginevra è in corso un consiglio plenario dell’OMS: qui non si parla della salute di tutti, della vita degli esseri umani. È un trattato sul business delle armi biologiche di massa: questo è
il Trattato Pandemico! Distruggiamolo!

 

Devo ringraziare più di una persona. Quando ci siamo resi conto che questa arma si stava diffondendo, abbiamo pensato di combatterla con una medicina scoperta in Giappone: l’ivermectina.

 

Scoperta da Satoshi Omura. La coalizione di governo e l’opposizione l’avevano presa in considerazione, lo stesso primo ministro ne aveva sostenuto l’importanza in parlamento.

 

Alla fine però è l’opzione è stata completamente cassata. Perché? Perché costa poco! Perché è un intralcio!

 

Perché con l’ivermectina i vaccini non sarebbero stati venduti! Abbattiamo insieme questa mentalità diabolica!

 

Ora devo chiedere scusa a ciascuno di voi: un anno fa non avevo più né capelli né ciglia, con tre dosi di vaccino mi sono trovato due volte in punto di morte. Grazie ad un tumore dallo sviluppo estremamente veloce mi sono trovato ben dodici volte tra i temi più discussi su Yahoo [il motore di ricerca più diffuso in Giappone, ndr].

 

Una volta è stato perché, di fronte ad una domanda piuttosto aggressiva di un altro parlamentare, ho iniziato a grattarmi la testa e mi sono ritrovato d’un tratto calvo. Mi ero dimenticato di avere indossato una parrucca…

 

Ovviamente mi hanno preso in giro per quello, ma quando ho visto i risultati dei miei esami oncologici ho capito una cosa: assieme ad una pena difficile da sopportare, Dio mi ha dato una missione da compiere.

 

Devo ringraziare i dottori Inoue e Yanagizawa, che hanno parlato poco fa: sono loro che hanno analizzato le cellule del mio tumore e mi hanno aiutato. Ma, se devo essere sincero, un anno fa pensavo che non avrei visto le prime foglie verdi di primavera e i fiori di ciliegio. Invece sono ancora qui, anche grazie alla vostra forza. Grazie!

 

Voglio aiutare le persone, si dice che i parlamentari non si siano fatti vaccinare davvero, ma si sono fatti vaccinare, eccome. Ci sono membri della coalizione di governo che si sono ritrovati con la salute distrutta, ho parlato personalmente con almeno tre di loro. Soltanto che non lo dicono pubblicamente!

 

Poco tempo fa ho fatto un’intervista con Satoru Mizushima di Channel Sakura [canale televisivo, sito web e canale Youtube di orientamento conservatore, ndr]: sono stato bannato. Vogliono zittirci!

 

Vogliono portarci via la libertà e la capacità di opporci, ma noi non saremo sconfitti!

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Adesso seduto davanti a me vedo il dottor Kobayashi, un grande costituzionalista e ripenso alla riunione dei partiti di governo di ieri al Nippon Budokan. Dicono di avere introdotto lo stato di emergenza per salvare vite umane dal covid, ma quali vite hanno salvato? Hanno distrutto vite umane!

 

Aggiungere una clausola alla Costituzione in merito alla dichiarazione di stato di emergenza invalida di fatto la stessa costituzione che dovrebbe proteggerci. Spazziamo via tutto questo! Sconfiggiamoli!

 

Ieri il Parlamento ha approvato una legge sui governi delle singole prefetture ignorando completamente il voto dei cittadini. Dove è finita la sovranità delle singole prefetture?

 

Ieri al senato è stata introdottala proposta dell’obbligo vaccinale. Fermiamola al senato! Fermiamo questo abuso!

 

Proprio ieri è uscita la notizia che il PIL dell’India ha superato quello del Giappone.

 

289 collegi elettorali mi sostengono: voglio usare la forza che mi danno questi 289 collegi per sostenere l’esistenza e l’indipendenza del nostro paese e proteggere la vita dei suoi abitanti.

 

Concludo così: noi non saremo sconfitti!

 

Grazie ancora. Grazie a tutti voi.

 

Traduzione dal Giapponese di Taro Negishi

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Immagine screenshot da YouTube

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