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CRISPR

Xenotrapianti CRISPR, scimmia vive per oltre due anni con un rene di maiale geneticamente modificato

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Alcuni macachi sono diventati tra i destinatari di trapianti di organi tra specie più longevi, dopo aver ricevuto reni di maiale modificato geneticamente. Lo riporta BioNews.

 

Lo xenotrapianto– ossia il trapianto di tessuti, organi o cellule tra le specie – è oggetto di ricerca che mira a sviluppare organi donatori adatti all’uso in pazienti umani, dove la domanda supera costantemente l’offerta. I reni provenivano da maiali il cui genoma era stato modificato utilizzando CRISPR/Cas9 per ridurre il rischio di rigetto del trapianto da parte dell’uomo e di altri primati.

 

«Il nostro studio dimostrativo… mostra per la prima volta una sopravvivenza duratura a lungo termine nel più grande studio preclinico condotto finora in questo campo, dimostrando il successo nel sostenere la funzione renale nei primati non umani per oltre due anni», ha affermato il dott. Michael Curtis di eGenesis a Cambridge, Massachusetts, coautore della ricerca pubblicata su Nature.

 

«I risultati non hanno precedenti e rappresentano un enorme passo avanti verso il raggiungimento della compatibilità umana».

 

I genomi dei maiali portano 69 modifiche separate: tre geni da disattivare per evitare il rigetto e 59 per inattivare un retrovirus il cui genoma è stato incorporato nei maiali DNA molto tempo fa. Le ultime sette modifiche riguardavano l’aggiunta di geni umani per mantenere sano l’organo trapiantato – si trattava dunque di maiali «umanizzati», anche se gli organi poi venivano impiantati nelle scimmie.

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Studi precedenti hanno dimostrato che gli organi dei suini possono diventare troppo grandi nei corpi riceventi. Altri studi hanno utilizzato l’editing del genoma per cercare di controllare questa crescita. Tuttavia questo team ha invece utilizzato maialini nani dello Yucatan che hanno dimensioni naturalmente più piccole e una crescita più lenta.

 

Per testare l’impatto delle modifiche, cinque scimmie hanno ricevuto reni che non avevano i sette geni umani e 15 hanno ricevuto organi con genomi completamente modificati. Tutti hanno ricevuto farmaci immunosoppressori per prevenire il rigetto.

 

Nove scimmie sono sopravvissute per più di 50 giorni e tutte avevano i reni con il gene umano. Cinque di queste sono vissute per più di un anno e una scimmia è sopravvissuta 758 giorni con il nuovo organo, uno dei tempi di sopravvivenza più lunghi mai registrati per il trapianto interspecie.

 

«Questo set di dati dimostra notevoli progressi nella modifica del genoma suino per ridurre al minimo il rigetto iperacuto, migliorare la compatibilità del ricevente e affrontare il rischio di trasmissione virale dal donatore all’ospite», ha affermato il coautore professor Tatsuo Kawai, della Harvard Medical School, Boston, Massachusetts. «Prevediamo che i risultati dei trapianti negli esseri umani saranno ancora più favorevoli, poiché questi organi geneticamente modificati si adattano meglio agli esseri umani rispetto ai primati non umani».

 

La notizia arriva quando il tema dei trapianti da maiali OGM è arrivata su tutti i giornali grazie al secondo di intervento biomedico di questo tipo.

 

Come riportato da Renovatio 21, a settembre i chirurghi di Baltimora hanno trapiantato il cuore di un maiale geneticamente modificato in un uomo con una malattia cardiaca terminale che non aveva altra speranza di cura, ha annunciato venerdì il Centro medico dell’Università del Maryland. Si è trattato del secondo caso di questo tipo: il primo paziente, David Bennett, 57 anni, era morto due mesi dopo il trapianto a causa di un virus suino, ma il cuore del maiale, fu detto, funzionava bene e non c’erano segni di rigetto acuto dell’organo, un rischio importante in tali procedure.

 

La chirurgia nefrologica sta vedendo inquietanti avanzamenti: chirurghi dei trapianti dell’Università dell’Alabama a Birmingham e della NYU Langone Health hanno trapiantato reni da maiali geneticamente modificati in pazienti cerebralmente morti mantenuti in vita con ventilatori, dimostrando che i reni possono produrre urina e svolgere altre funzioni biologiche essenziali senza essere rigettati.

 

La ricerca sui maiali umanizzati avanza nella Repubblica Popolare Cinese, dove sono stati usati anche per la ricerca sul COVID. Lo scorso mese scienziati cinesi sono riusciti a creare con successo embrioni chimerici contenenti una combinazione di cellule umane e di maiale. Quando sono stati trasferiti in scrofe surrogate, i reni umanizzati in via di sviluppo avevano una struttura normale e una formazione di tubuli dopo 28 giorni.

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Alimentazione

Il governo della Nuova Zelanda annuncia iniziative di ingegneria genetica del bestiame

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Il governo della Nuova Zelanda ha annunciato che nei prossimi tre mesi prenderà una decisione sulla revoca del divieto di ingegneria genetica degli alimentari, aprendo la strada all’impiego della tecnologia genetica in agricoltura e in altri settori.   In precedenza il Paese era noto per la proibizione del cibo bioingegnerizzato.   Il dottor Guy Hatchard, che in precedenza ha ricoperto il ruolo di senior manager per la società globale di test e sicurezza alimentare Genetic ID, ha spiegato come questo potrebbe avere ripercussioni sui consumatori, ed è molto peggio di quanto molti pensino.

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Negli USA un’intensa attività di lobbying da parte dell’industria biotecnologica ha permesso alle aziende di operare in gran parte senza controlli, rendendo facile per le persone sperimentare l’editing del genoma. Tale postura istituzionale e la mancanza di regolamentazione, nota il dottor Hatchard, hanno creato una situazione in cui «gli scienziati americani sono stati in grado di dirottare le sovvenzioni del governo statunitense a Wuhan per creare coronavirus letali».   Un settore in cui l’uso della biotecnologia è in fase di esplorazione in Nuova Zelanda è quello dell’allevamento. Finora, almeno 195 milioni di dollari sono stati destinati alla ricerca su come ridurre le emissioni di metano dei ruminanti, con altri 400 milioni di dollari promessi dal governo neozelandese per finanziare la ricerca in corso su misure come additivi per mangimi, erbe geneticamente modificate, pillole e vaccini.   Il governo neozelandese ha sottolineato che questi sforzi sarebbero stati «sicuri», poche persone si fidano di tali affermazioni dopo aver visto la morte e la malattia che i loro vaccini «sicuri» hanno portato alla popolazione.   «Un’intera industria, tra cui università e aziende biotecnologiche, con tanto di membri del consiglio di amministrazione, CEO, etc. irresponsabili e ben pagati, è già nata, tutti tesi al governo per garantire un flusso di entrate senza fine per la sperimentazione biotecnologica. Questa industria è nata dalle vaghe promesse dei sognatori dei geni che sarà “sicura ed efficace” e dalla screditata nozione che le emissioni di metano degli animali siano al centro del cambiamento climatico», ha scritto il dott. Hatchard.   Il governo ha anche istituito una piattaforma RNA che verrà utilizzata per supportare le opportunità nel Paese in settori quali la salute umana e animale, basandosi sui progressi globali nelle tecnologie RNA, compresi i vaccini mRNA. Hanno già approvato investimenti nell’applicazione di vaccini mRNA al bestiame per affrontare problemi come la diarrea virale bovina (BVD).   Come sottolinea lo Hatchard, questa non è certo la vittoria della Nuova Zelanda che il governo vorrebbe far credere alla gente. Il pubblico non pare troppo interessato a mangiare cibo che ha alterato i geni, come dimostrano gli imbarazzanti fallimenti delle aziende di carne artificiale. L’anno scorso, Beyond Meat ha perso 53 milioni di dollari nel secondo trimestre e ha visto i suoi ricavi negli Stati Uniti scendere del 40%, mentre la rivale Impossible Foods ha tagliato il 20% della sua forza lavoro.   Eppure, per qualche ragione, il governo neozelandese sembra pensare che gli animali biotecnologici che vantano un basso profilo di metano saranno molto richiesti dai clienti internazionali, scrive Naturale News. Il dottore racconta un’esperienza che è stata l’opposto; quando lavorava alla Genetic ID, ha visto quanto profondi siano i sospetti della popolazione nei confronti del cibo geneticamente modificato, al punto che può essere venduto in grandi volumi solo in luoghi in cui non ci sono requisiti per etichettarlo.   «I nostri partner di esportazione acquistano i nostri prodotti agricoli basandosi sulla nostra immagine pulita e verde di erba nutrita. Perché buttarla via?», ha chiesto.   Si sta inoltre parlando di tecnologie di riduzione delle emissioni che li aiutino a ridurre le loro emissioni agricole del 30%entro il 2030, un lasso di tempo notevolmente breve. Il dottor Hatchardo ha sottolineato il parallelo con un’altra iniziativa frettolosa, il programma di vaccinazione COVID-19 «alla velocità della luce» («Warp Speed») che ha dato priorità alla distribuzione dei prodotti a scapito della sicurezza e dell’efficacia, e guarda dove ci ha portato.

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Come riportato da Renovatio 21, l’avvocato attivista americano Thomas Renz sostiene che l’mRNA è già nel cibo a causa di iniezioni fatte al bestiame in questi anni.   Tre mesi fa il lo Stato americano del Tennessee ha approvato un disegno di legge contro i vaccini mRNA negli alimenti.   L’anno scorso, tuttavia, era stata data dall’autorità alimentare americana FDA un’approvazione «sperimentale» per la carne a base di maiali OGM.   Vari scienziati e sostenitori della sicurezza alimentare mettono in discussione la sicurezza della tecnologia di modifica genetica — il CRISPR (brevi ripetizioni palindromiche regolarmente intervallate) — utilizzata dai ricercatori e sostenuta da investitori come Bill Gates, chiedendosi se i cibi prodotti dalla tecnologia siano davvero sicuri per il consumo umano.   Come ripetuto da Renovatio 21, Bill Gates, con i suoi investimenti miliardari in terreni agricoli, ricerche genetiche e imprese varie, di fatto sta preparando un «grande reset alimentare».   Come riportato da Renovatio 21, la crisi della filiera alimentare sperimentata in questi anni si è accompagnata da decine di incendi ed incidenti agli impianti di produzione di cibo in USA.

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CRISPR

Trapiantato con un rene di maiale OGM muore poche settimane dopo

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Rick Slayman, un uomo di 62 anni del Massachusetts, è morto non molto tempo dopo essere diventato la prima persona al mondo a ricevere un trapianto di rene di maiale.

 

Il trapianto in questione non era un normale rene di maiale, ma piuttosto un organo geneticamente modificato in cui erano stati rimossi diversi geni suini e introdotti diversi geni umani per garantire la compatibilità con il sistema immunitario dell’ospite – in pratica si tratta di maiali umanizzati con la bioingegneria allo scopo di essere utilizzati per gli xenotrapianti.

 

Il Massachusetts General Hospital, dove l’intervento ha avuto luogo a marzo, ha affermato che non vi è alcuna indicazione che la morte dello Slayman sia stata causata dal trapianto, ha osservato CBS News. Non è stata rilasciata alcuna ulteriore indicazione sulla causa della morte.

 

«Il signor Slayman sarà sempre visto come un faro di speranza per innumerevoli pazienti trapiantati in tutto il mondo e siamo profondamente grati per la sua fiducia e volontà di far avanzare il campo degli xenotrapianti», ha affermato l’ospedale in una nota, offrendo le condoglianze alla famiglia dello Slayman e ai suoi cari.

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L’uomo aveva ricevuto nel 2018 un trapianto di rene umano, che purtroppo ha iniziato a dare segni di cedimento nel 2023, rendendo necessario un altro trapianto Poche altre notizie sono filtrate dal caso.

 

Malgrado i titoli della stampa ne parlano come il primo paziente di questo tipo, c’è stato almeno un precedente: chirurghi dei trapianti dell’Università dell’Alabama a Birmingham e della NYU Langone Health hanno trapiantato reni da maiali geneticamente modificati in pazienti cerebralmente morti mantenuti in vita con ventilatori, dimostrando che i reni possono produrre urina e svolgere altre funzioni biologiche essenziali senza essere rigettati.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso era stata pubblicata una ricerca, realizzata sempre in Massachussetts, in cui si raccontava come una scimmia fosse vissuta per oltre due anni con un rene di maiale geneticamente modificato con la tecnologia CRISPR.

 

Il tema dei trapianti da maiali OGM è sempre più su tutti i giornali grazie al secondo di intervento biomedico di questo tipo.

 

Come riportato da Renovatio 21, a settembre 2023 i chirurghi di Baltimora hanno trapiantato il cuore di un maiale geneticamente modificato in un uomo con una malattia cardiaca terminale che non aveva altra speranza di cura, ha annunciato venerdì il Centro medico dell’Università del Maryland. Si è trattato del secondo caso di questo tipo: il primo paziente, David Bennett, 57 anni, era morto due mesi dopo il trapianto a causa di un virus suino, ma il cuore del maiale, fu detto, funzionava bene e non c’erano segni di rigetto acuto dell’organo, un rischio importante in tali procedure.

 

La ricerca sui maiali umanizzati avanza nella Repubblica Popolare Cinese, dove sono stati usati anche per la ricerca sul COVID. L’anno passato scienziati cinesi sono riusciti a creare con successo embrioni chimerici contenenti una combinazione di cellule umane e di maiale. Quando sono stati trasferiti in scrofe surrogate, i reni umanizzati in via di sviluppo avevano una struttura normale e una formazione di tubuli dopo 28 giorni.

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CRISPR

Terapia genica CRISPR per il colesterolo, paziente morto

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I ricercatori sono stati in grado di ridurre drasticamente il livello di colesterolo cattivo nei soggetti umani dopo avergli iniettato un trattamento sperimentale di editing genetico. Lo riporta la rivista scientifica Nature.   Si tratta della prima volta che questa tecnica, chiamata editing di base, è stata eseguita sugli esseri umani. Tuttavia almeno una persona è morta dopo aver ricevuto il siero di terapia genica sperimentale.   Nello studio clinico, a 10 soggetti con livelli congenitamente alti di colesterolo «cattivo» – ossia il colesterolo LDL (lipoproteine a bassa densità – è stata somministrata un’iniezione di VERVE-101, un trattamento di modifica genica che utilizza la tecnica di modifica di base. Questo trattamento ha quindi spento il gene per la proteina PCSK9, che si trova nel fegato e regola il colesterolo LDL. Alti livelli di LDL possono portare a malattie coronariche.   La modifica di base sfrutta gli strumenti di bioingeneria CRISPR per cambiare o modificare parti specifiche di un gene in mosse precise che evitano di rompere i doppi filamenti di DNA, a differenza delle precedenti tecniche di modifica del gene.

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I risultati, dice lo studio, sarebbero promettenti, con i soggetti dei test che hanno visto il loro LDL tagliato fino al 55% dopo 28 giorni. Prima dell’esperimento, avevano un LDL medio di 193 mg/dL, che è alto e può essere pericoloso per la vita. Le persone dovrebbero avere meno di 100 LDL, secondo gli standard medici.   Sei mesi dopo l’iniezione, i partecipanti che hanno ricevuto una dose elevata di VERVE 101 hanno ancora goduto di livelli di LDL più bassi.   Tuttavia il trattamento genico sperimentale ha mostrato diversi effetti collaterali: i partecipanti allo studio hanno riportato un breve attacco di brividi, febbre e mal di testa, oltre a un aumento transitorio dei livelli di enzimi epatici.   Spicca tra gli esiti dell’esperimento il fatto che dei 10 pazienti del test, un soggetto è morto per un attacco di cuore circa cinque settimane dopo aver ottenuto VERVE-101, mentre un secondo partecipante ha avuto un attacco cardiaco non fatale un giorno dopo l’iniezione. Nature ha riferito che un gruppo di sicurezza di esperti di terze parti ha affermato che l’infarto fatale non era dovuto a VERVE-101 e stavano già soffrendo di «malattie cardiache avanzate».   Esattamente come per le miocarditi da terapia genica sperimentale COVID (il cosiddetto vaccino mRNA), anche qui nessuna correlazione.   La società di biotecnologie Verve Therapeutics di Boston, Massachusetts, prevede di lanciare una sperimentazione clinica di fase 2 di VERVE-101 nel 2025, stando sempre a quanto scritto su Nature.   VERVE 101 è costituito da due molecole di RNA all’interno di una nanoparticella lipidica. Una molecola annusa il gene PCSK9 mentre l’altro RNA modifica il gene stesso. Quando VERVE 101 viene iniettato in un soggetto di test umano, il pacchetto si dirige verso i nuclei delle cellule del fegato, dove la molecola di modifica dell’RNA fa un cambiamento preciso al gene PCSK9 alterando una delle sue basi nucleotidiche. Questa mossa provoca la disattivazione del gene PCSK9, e quindi il fegato smette di produrre proteine PCSK9, innescando una riduzione dei livelli di LDL.   Il lavoro ripropone molte delle incognite su come l’editing genetico avrà un impatto sul resto del corpo umano. Il team di ricerca seguirà i soggetti dei test sopravvissuti per i prossimi 14 anni per scoprirlo.

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