Misteri
Il rilascio dei documenti su Epstein è un fiasco: tutto già noto. Ma il segretario della Giustizia USA promette altre rivelazioni

Dopo giorni di annunci, i documenti FBi riguardanti Epstein sono stati pubblicati e consegnati ad un ristretto gruppo di giornalisti e personaggi social, ma non vi è in essi alcuna novità rispetto a quanto si sapeva.
È davvero una beffa: tra i documenti vi è la famosa agendina telefonica di Epstein, nota da lustri – anche se, va detto, i tanti nomi italiani non hanno mai raggiunto la stampa nazionale – e finita in rete ancora prima che il miliardario venisse trovato impiccato nel carcere di Nuova York.
Il materiale pubblicato è addirittura peggiore di quello già noto e circolante da anni e anni, in quanto vari dati sono stati censurati.
«Nothingburger» commentano in rete, espressione americana per dire che non c’è davvero nulla dentro. «E considerando che Epstein era probabilmente un’operazione segreta del Mossad, cosa vi aspettavate?» scrive amaro Zerohedge.
«Una fonte che ha esaminato i file ha affermato che il comunicato è lungo più di 100 pagine e comprende un elenco di contatti senza ulteriori contesti» scrive il New York Post.
«La persona ha affermato che la rivelazione avrebbe probabilmente rappresentato una “delusione” per gli investigatori desiderosi di nuove prove clamorose sui legami del miliardario pedofilo con importanti leader politici e imprenditoriali».
«Tra i personaggi di spicco che hanno avuto contatti con Epstein figurano l’ex presidente Bill Clinton, Bill Gates, il principe Andrea e il presidente Trump, anche se pare che Trump abbia bandito Epstein da Mar-a-Lago nel 2007 a causa di un incidente con la figlia di un membro del club. Secondo la fonte, nel comunicato iniziale non è incluso un elenco dei clienti, che è stato compilato in raccoglitori che descrivono la divulgazione come “fase uno” dei file Epstein».
Tuttavia, ora il procuratore generale Pam Bondi ha annunciato giovedì che ci sono ancora «migliaia di pagine» di documenti dell’indagine dell’FBI su Epstein che le sono stati tenuti nascosti, e li ha richiesti entro venerdì mattina alle 8 ora di Washington.
«Entro le 8:00 di domani mattina, 28 febbraio, l’FBI consegnerà al mio ufficio tutti i fascicoli completi su Epstein, compresi tutti i registri, i documenti, le registrazioni audio e video e i materiali relativi a Jeffrey Epstein e ai suoi clienti, indipendentemente da come tali informazioni siano state ottenute», ha scritto Bondi in una lettera a Patel.
🚨BREAKING: Attorney General Pam Bondi REVEALS in a letter to FBI Director Kash Patel that the FBI is WITHHOLDING Epstein documents from her. pic.twitter.com/KbOazbdsRp
— Benny Johnson (@bennyjohnson) February 27, 2025
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La deludente pubblicazione dei documenti ha innervosito la deputata floridiana Anna Paulina Luna, che ha scritto: «Né io né la task force abbiamo ricevuto o esaminato i documenti di Epstein pubblicati oggi… Un articolo del NY Post ha appena rivelato che i documenti saranno semplicemente l’elenco telefonico di Epstein. QUESTO NON È QUELLO CHE NOI O IL POPOLO AMERICANO ABBIAMO CHIESTO e una delusione totale. FORNITECI LE INFORMAZIONI CHE ABBIAMO CHIESTO!»
I nor the task force were given or reviewed the Epstein documents being released today… A NY Post story just revealed that the documents will simply be Epstein’s phonebook.
THIS IS NOT WHAT WE OR THE AMERICAN PEOPLE ASKED FOR and a complete disappointment.
GET US THE…
— Rep. Anna Paulina Luna (@RepLuna) February 27, 2025
Pochi giorni fa Pam Bondi aveva dichiarato di aver visto il materiale su Epstein e di averlo trovato rivoltante.
«La settimana scorsa lei ha detto che avevi i file di Epstein sulla tua scrivania. Quando potremo vederli?» aveva chiesto al segretario della Giustizia USA il giornalista Jesse Watters di Fox News. «Jesse, ci sono ben oltre – questo ti farà star male, 200 vittime. Ben oltre… oltre 250 in realtà. Quindi dobbiamo assicurarci che la loro identità sia protetta, e le loro informazioni personali. Ma a parte questo, penso che domani Jesse – ultime notizie in questo momento, vedrai alcune informazioni su Epstein rilasciate dal mio ufficio».
«Che tipo? Vedremo chi era sui voli? Vedremo qualche prova di ciò che ha registrato, perché aveva tutte le sue case cablate con dispositivi di registrazione», ha chiesto Watters. «Quello che vedrete, si spera domani, sono un sacco di registri di volo, un sacco di nomi, un sacco di informazioni… è davvero disgustoso quello che ha fatto quell’uomo», ha risposto la Bondi.
In molti si chiedano dove siano i video, viste le segnalazioni secondo cui le case del trafficante di sesso deceduto erano cablate con dispositivi di registrazione.
Verso la fine del 2019, Maria Farmer, vittima di Jeffrey Epstein, ha affermato che il pedofilo deceduto aveva una «sala multimediale» al primo piano, dove sarebbero stati ripresi clienti di alto profilo mentre facevano sesso con donne e minori.
Durante la campagna elettorale, Donald Trump aveva dichiarato che sarebbe stato disponibile a pubblicare la lista di Epstein, mentre la Bondi aveva affermato a novembre che chiunque sia menzionato nei documenti e stia «ancora lottando per mantenere riservati i propri nomi, Sean, non ha basi legali per farlo, a meno che non sia un bambino, una vittima o un imputato collaborante».
Rimane misterioso anche il fatto che la complice di Epstein, Ghislaine Maxwell, molto probabilmente legata all’Intelligence dello Stato Ebraico per via del padre, non pare sia stata pressata in carcere a fare i nomi dei «clienti» di Epstein, né a rivelare alcunché sull’operazione.
I nomi principalmente coinvolti nella rete di amicizia epsteiniana di cui si ha contezza rimangono quindi, ad oggi, oltre a quello del principe Andrea, quello di Bill Clinton e di Bill Gates.
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L’FBI sta lavorando «freneticamente» per censurare i documenti di Epstein in uscita

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Scienziato scopre accidentalmente l’antica città Maya mentre naviga sul web

Un archeologo ha scoperto una città Maya perduta chiamata Valeriana nelle giungle del Messico meridionale mentre setacciava dettagliate mappe LiDAR tridimensionali di aree coperte da una fitta vegetazione. Lo riporta il sito Futurism.
Come riportato dettagliatamente in un nuovo studio pubblicato sulla rivista Antiquity, un team di scienziati guidato dallo studente di dottorato della Tulane University Luke Auld-Thomas, ha fatto questa scoperta dopo aver esaminato un’area ampia come una città medio grande.
Auld-Thomas dice di aver fatto la scoperta «per caso» durante la navigazione dei dati su Internet.
«Ero su qualcosa come pagina 16 della ricerca di Google e ho trovato un sondaggio laser condotto da un’organizzazione messicana per il monitoraggio ambientale», ha detto in una nota.
Auld-Thomas e i suoi colleghi del Dipartimento di Antropologia dell’Università di Tulane hanno trovato prove di oltre 6.500 strutture pre-ispaniche a Campeche, in Messico, comprese le iconiche piramidi di pietra.
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«Non abbiamo trovato solo aree rurali e insediamenti più piccoli. Abbiamo anche trovato una grande città con piramidi proprio accanto all’unica autostrada della zona, vicino a una città dove le persone hanno coltivato attivamente tra le rovine per anni», ha detto il ricercatore.
«Il governo non ne era a conoscenza e la comunità scientifica non lo sapeva», ha aggiunto. «Questo mette davvero un punto esclamativo dietro l’affermazione che, no, non abbiamo trovato tutto, e sì, c’è molto altro da scoprire».
Gli impulsi LiDAR sparati a terra dagli aerei consentono agli archeologi di misurare le minime differenze nelle distanze per creare modelli tridimensionali anche di aree boschive, come le fitte giungle del Messico meridionale.
Le strutture identificate sono solo a quindici minuti di escursione da una strada principale vicino a Xpujil, una città dove vivono migliaia di Maya fino ad oggi. La popolare destinazione turistica di Calakmul, un sito archeologico vicino al confine con il Guatemala con imponenti piramidi Maya, è a soli cento chilometri di distanza.
«Per molto tempo, la nostra comprensione della civiltà Maya era limitata a un’area di poche centinaia di chilometri quadrati», ha spiegato sempre Auld-Thomas.
I dati che lui e i suoi colleghi hanno setacciato sono stati raccolti per la prima volta nel 2013, coprendo un’area di circa quaranta chilometri quadrati.
Gli ultimi risultati evidenziano che l’urbanizzazione potrebbe essere stata sorprendentemente comune nell’area, in particolare quando gli insediamenti Maya raggiunsero il loro picco tra il 250 e il 900 d.C. Tuttavia i ricercatori non sono ancora d’accordo sul fatto che questi sondaggi siano generalizzabili per l’intera area, o se le scoperte individuano solo centri urbani insolitamente densi.
Non sappiamo ancora cosa ha portato i Maya ad abbandonare la città. Gli esperti hanno precedentemente affermato che il cambiamento climatico è stato un fattore importante.
«Suggerisce che il paesaggio fosse completamente pieno di persone all’inizio delle condizioni di siccità e non aveva molta flessibilità», ha dichiarato Auld-Thomas alla BBC. «E quindi forse l’intero sistema si è praticamente disfatto mentre le persone si sono spostate più lontano».
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Immagine screenshot da YouTube
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Satellite della NASA ispeziona una strana nuvola che si forma sempre nello stesso punto


Immagine di birdcloud1 via Wikimedia CC BY-SA 2.0
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Immagine di Whites Aviation via Wikimedia CC BY-SA 4.0
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