Connettiti con Renovato 21

Geopolitica

Il papa riceve in udienza Bill Clinton e il figlio di Soros

Pubblicato

il

Papa Francesco ha incontrato mercoledì l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton in udienza privata presso la residenza papale di Casa Santa Marta. La delegazione di Clinton comprendeva diversi eminenti americani, tra cui Alex Soros della Open Society Foundations. Lo riporta Catholic News Agency.

 

Durante l’udienza, il papa argentino ha regalato a Clinton una statua di una donna che tiene in mano una colomba. Il pontefice ha detto che rappresenta «un’opera per la pace».

 

Clinton di contro ha donato a Papa Francesco «un piccolo vassoio con sopra il simbolo degli Stati Uniti», secondo un video pubblicato su Twitter da Vatican News.

 

L’ufficio di Clinton ha detto a Catholic News Agency che il regalo era un vassoio di porcellana personalizzato con il sigillo presidenziale. L’ex presidente ha anche scritto una nota personale al pontefice.

 

«La Sala Stampa della Santa Sede in una e-mail del 5 luglio ha descritto l’incontro come una “udienza privata” con il presidente Bill Clinton e la sua delegazione. Ha fornito foto ma nessun’altra informazione» scrive CNA.

 

 

Al termine dell’incontro, Papa Francesco ha salutato la delegazione che accompagnava Clinton. Il gruppo comprendeva il genero del presidente Marc Mezvinsky e l’ex compagno di stanza di Clinton a Oxford, Strobe Talbot, che ha servito come vice segretario di Stato nell’amministrazione Clinton.

 

L’attuale ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede, Joe Donnelly, non era presente, ha detto l’ufficio di Clinton a CNA.

 

Da notare come, nel video diffuso anche su YouTube dagli organi Vaticani, venga montata un’inquadratura che mostra il giovane Soros in maniera specifica tra gli altri partecipanti all’udienza.

 

Il Soros jr., autore di una tesi di laurea in filosofia sul Nietzsche e il «Dioniso ebraico», accoglie il pontefice a braccia conserte e con un sorrisetto.

 

 

Clinton, che ora si occupa di filantropia con la sua Fondazione, ha visitato l’Albania nei giorni precedenti  3-4 luglio e ha ricevuto dal primo ministro albanese una medaglia di pubblica gratitudine per il suo sostegno all’Albania e per l’intervento della NATO nella guerra del Kosovo, riporta la testata Euractiv.

 

Soros, figlio del miliardario finanziere e filantropo George Soros, ha accompagnato Clinton sia in Albania che in Vaticano. Soros è il nuovo presidente della Open Society Foundations, un gigante filantropico fondato da suo padre che ha appena «abdicato» prediligendo il rampollo più «politico» del casato, che è già stato alla Casa Bianca di Biden almeno 14 volte. Recenti notizie hanno indicato che il sistema di Fondazioni dei Soros sta tuttavia per licenziare il 40% della sua forza lavoro.

 

Va ricordato il lavoro delle Fondazioni di Soros: Open Society e i suoi gruppi affiliati hanno finanziato gli sforzi per legalizzare l’aborto in Irlanda, Polonia, Messico e altri Paesi tradizionalmente cattolici – non esattamente, quindi, l’ospite ideale per la Santa Sede, tanto più per una pubblicizzata udienza con il Santo Padre. La rete di Soros ha anche finanziato gli sforzi per cambiare le priorità politiche dei cattolici americani e per approvare una legislazione fortemente a favore dell’aborto, come una misura elettorale del Michigan per dichiarare l’aborto un diritto costituzionale.

 

Parlando con il Wall Street Journal per un articolo dello scorso mese sulla successione in casa Soros, Alexander ha affermato che intende continuare l’eredità di suo padre di finanziare questioni progressiste, ma che intende sostenere varie cause come il diritto di voto, il diritto all’aborto e l’uguaglianza di genere.

 

Da qualche parte, in ambito cattolico, c’è ancora chi dibatte della scomunica per i politici abortisti; non a Roma, dove i propalatori ultramiliardari del feticidio globale vengono ricevuti dal pontefice in persona.

 

Tuttavia, a guardare bene ci sono altri dettagli che suscitano più di un interrogativo.

 

È strano che nessuno dei suoi consiglieri, dalla segreteria di Stato in su, abbia fatto notare a Bergoglio che incontrare Clinton, sempre più implicato nella vicenda Epstein e nei suoi rivoli più oscuri e sanguinari, non è un’idea geniale.

 

Come riportato da Renovatio 21, Clinton ha ospitato Epstein alla Casa Bianca un numero ragguardevole di volte, e foto inopportune escono ciclicamente sui giornali. Il rapporto è innegabile, al punto che Ghislaine Maxwell – che si dice avesse una relazione con l’ex presidente – campeggia tranquilla nelle foto del privatissimo matrimonio della figlia Chelsea.

 

E per quanto riguarda le cose religiose, Bill Clinton, massone di suo di un certo «Ordine DeMolay», non ha nascosto il suo interesse per il vudù, molto chiacchierato nell’ambiente politico americano, partito quando in viaggio di nozze con Hillary ad Haiti assistette ad una cerimonia di possessione officiata dal «papa» del vudù Max Beauvoir, detto anche «il re degli zombi».

 

«Gli spiriti arrivarono, e possederono una donna e un uomo – ricorda il Bill nella sua autobiografia My Life – L’uomo si strofinò una torcia sul suo corpo e camminò sui carboni ardenti senza essere bruciato. La donna, nella frenesia, urlava ripetutamente, poi prese un pollo vivo e gli staccò la testa a morsi».

 

Tale momento di turismo preternaturale parrebbe aver segnato la vita di Clinton e pure il destino del mondo. «Al momento del ritorno da Haiti, ero determinato a candidarmi», annota ancora Bill nella sua autobiografia.

 

Come riportato da Renovatio 21, Haiti è rimasta nel cuore dei Clinton, e anche al centro di alcuni affari controversi della loro fondazione, come sostiene il libro documentario Clinton Cash.

 

Tuttavia bisogna in realtà cercare di comprendere anche cosa accomuni concretamente, oggi, Clinton e il giovane Soros.

 

È interessante sottolineare come la tappa precedente allo scalo romano di Clinton: in Albania è stato premiato da Edi Rama, il presidente notoriamente nel giro di Soros padre, tanto da essere invitato al suo terzo matrimonio una diecina di anni fa.

 

Clinton è stato di fatto un fattore di importanza immensa per l’idea della «Grande Albania», conducendo una guerra contro la Serbia per fare del Kosovo una provincia albanese, sostenendo apertamente i gruppi armati albanesi poi arrivati al potere a Pristina.

 

In particolare, si ricordano gli sforzi del segretario di Stato di Clinton, Madeleine Albright, che promosse senza requie Hashim Thaci, leader del gruppo paramilitare albanese UCK – considerato dall’ONU come «terrorista» nel 1998 e accusato di vai reati – poi divenuto premier e presidente del nuovo Kosovo.

 

Come noto, Thaci è stato varie volte accusato di essere al centro di reti criminali, tra cui il traffico di organi.

 

Il mondo disegnato da Clinton, discepolo di Carroll Quigley ed erede di un breve decennio di incontrastato potere unipolare americano, sta ora cadendo a pezzi. Il Kosovo sta per esplodere, e le tensioni tra serbi ed albanesi continuano verso escalation sempre più preoccupanti. Il Kosovo, in seguito, sarebbe divenuto il Paese al mondo con più foreign fighter ISIS.

 

Tuttavia, ancora più grave è la sorte di un’altra grande opera di Clinton: la creazione dell’Ucraina moderna, un Paese che, ha detto una volta Steve Bannon, «è stata creata dai Clinton per estrarne danaro».

 

Ebbene, come Haiti e il Kosovo, l’Ucraina non solo è saltata, ma rischia di spingere il mondo tutto verso la catastrofe nucleare.

 

Nel mentre, l’architetto di questi multipli disastri a pochi chilometri da noi va dal papa a parlare della pace con il principe dell’aborto mondiale.

 

E il romano pontefice li riceve, li saluta con calore, offre loro doni – all’interno del Sacro Palazzo, delle stanze dei successori di Pietro.

 

Siamo messi così.

 

Cosa vi potevate aspettare, dal papa che odia la Santa Messa e la Tradizione, dal papa pro-Sodoma, dal papa di Davos, dal papa indifferentista, dal papa del paganesimo negromantico, dal papa opportunista, dal papa superalcolico, dal papa del danno iatrogeno globale, dal papa della bomba mRNA, dal papa del battesimo di Satana?

 

 

Roberto Dal Bosco

 

 

 

 

 

Immagine screenshot da YouTube

 

 

 

Geopolitica

Steven Seagal all’attacco: gli USA nascondono la verità promuovendo la disinformazione antirussa

Pubblicato

il

Da

La star del cinema d’azione Steven Seagal torna a tuonare contro l’attacco degli USA alla Russia, accusando i tentativi di Washington di mettere a tacere i media russi in vista delle elezioni presidenziali statunitensi del 2024 hanno lo scopo di nascondere la verità al popolo americano.

 

Mercoledì, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha annunciato un nuovo ciclo di sanzioni contro personaggi dei media russi, tra cui dirigenti di Russia Today, per aver presumibilmente condotto una campagna di influenza «maligna» sponsorizzata dal governo per manipolare l’opinione pubblica americana in vista delle elezioni presidenziali del Paese a novembre.

 

Il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha inoltre desecretato le accuse contro due cittadini russi, accusati di aver presumibilmente violato il Foreign Agents Registration Act del 1939 e di aver prodotto contenuti in lingua inglese per il pubblico americano per conto del governo russo.

Iscriviti al canale Telegram

Parlando con RT lo scorso giovedì, il Seagal ha detto che questa non è la prima volta che Washington fa qualcosa del genere e che probabilmente lo farà prima di ogni elezione, «perché hanno molta paura della verità e sono pienamente consapevoli del fatto che stanno commettendo imbrogli che verranno smascherati».

 

L’attore ha continuato dicendo che la maggior parte degli americani si è resa conto che il loro governo e i media gli stanno costantemente mentendo e manipolando, e ha fatto l’esempio del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che «non riesce a completare una frase e non riesce a camminare senza cadere». I funzionari della Casa Bianca e la maggior parte dei media tradizionali degli Stati Uniti hanno per anni respinto le preoccupazioni sulla salute fisica e mentale dell’anziano presidente.

 

Seagal ritiene che la «macchina di disinformazione» degli Stati Uniti sia progettata con l’unico scopo di distruggere l’immagine della Russia e del suo popolo, e che la disinformazione e la propaganda siano gli unici strumenti rimasti a Washington a questo punto, oltre a organizzare un colpo di stato nel paese o deporre il suo leader.

 

Come riportato da Renovatio 21 portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha affermato che le misure indicano il «degrado irreversibile» dei valori democratici negli Stati Uniti e la loro «trasformazione in una dittatura neoliberista totalitaria».

 

Nato nel Michigan all’alba della Guerra Fredda nel 1952, Seagal ha affermato di essere «cresciuto in una famiglia russa» – le cui origini potrebbero essere tracciate in Siberia, tra buriati e iacuti, e forse dalla città di Vladivostok – ma che i suoi genitori hanno presto istruito i suoi nonni a non parlare russo in sua presenza.

 

Segal ha stretto un’amicizia con il presidente russo Vladimiro Putin più di dieci anni fa, con la coppia che apparentemente si legava al loro comune amore per le arti marziali: è nota la passione di Putin per il Judo, mentre il Seagal è un riconosciuto maestro di Aikido, una disciplina che, secondo quanto raccontato, lo stesso fondatore del Judo, il leggendario Jigoro Kano (1860-1938) avrebbe riconosciuto come una sorta di sua continuazione.

 

Il Seagal è una cintura nero del 7° dan di Aikido. Fu il primo occidentale ad aprire un dojo della disciplina in Giappone. il termine Aikido è spesso tradotto come «la via dell’unificazione l’energia vitale» o come «la via dello spirito armonioso», un insegnamento di tecniche di difesa originariamente sviluppato da Morihei Ueshiba (1883-1969), come sintesi dei suoi studi marziali, filosofia e credenze religiose. L’Aikido è conosciuto per l’eleganza e la potenza della sua tecnica, con cui permette di neutralizzare assalitori anche armati.

 

Il Seagal ha ricevuto la cittadinanza russa nel 2016, con passaporto consegnatogli dalle stesse mani di Putin. Diversi media all’epoca scrissero dell’amicizia tra Seagal e il presidente Vladimir Putin (non c’era solo Silvio Berlusconi, quindi…) con lo stesso Seagal dichiarato che «vorrebbe considerare Putin come un fratello». Il presidente russo ha conferito al Seagal la medaglia russa dell’Ordine dell’Amicizia nel 2023. Il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov ha detto che Putin «ha decisamente visto alcuni dei suoi film».

 

 

Sostieni Renovatio 21

Attualmente il Seagal ricopre il ruolo di inviato speciale del Ministero degli Esteri russo per le relazioni umanitarie tra Mosca e Washington.

 

L’amore del Seagal la cultura russa e il suo sostegno all’operazione militare russa in Ucraina gli hanno fatto guadagnare non solo ulteriore notorietà in Occidente, ma anche grane non da poco. L’anno scorso, un gruppo di legislatori statunitensi, europei e ucraini ha invitato Washington e Bruxelles a sanzionare l’eroe di action movie sbanca-botteghino come Trappola in alto mare (1992).

 

Il divo marzialista sostiene che al pubblico occidentale viene detto molto poco del conflitto e delle sue origini. Nel 2022 ha visitato la regione del Donbass per girare le riprese di un documentario, che a quanto pare è ancora in produzione.

 

Nel 2021, Seagal è stato tesserato dal partito Russia Giusta – Patrioti – Per la Verità, una formazione di ispirazione socialdemocratica risultata dalla fusione di tre partiti (i socialisti populisti di Rodina, i liberalnazionalisti del Partito Russo della Vita e il Partito dei Pensionati Russi) entrata a far parte dell’Internazionale Socialista. Russia Giusta è stata radiata dalla Duma e che fa quindi parte della cosiddetta «opposizione sistemica», anche se in Occidente è percepito come pro-Cremlino.

 

Il lettori di Renovatio 21 ricordano forse un articolo dell’anno scorso illustrato da una foto dove, in un grande schermo alle spalle di Seagal, era visibile l’arcivescovo Carlo Maria Viganò: si trattava del primo Convegno Mondiale dei Russofili, la cui seconda edizione è stata qualche mese fa.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)

 

 

Continua a leggere

Geopolitica

Il procuratore della CPI riferisce di essere stato minacciato per i mandati di arresto a Netanyahu e Gallant

Pubblicato

il

Da

Il procuratore capo della Corte Penale Internazionale (CPI) Karim Ahmed Khan ha rivelato in un’intervista alla BBC del 5 settembre le pressioni a cui è stato sottoposto per aver richiesto mandati di arresto per il primo ministro israeliano Beniamino Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant– insieme a tre leader di Hamas, almeno uno dei quali da allora ucciso da Israele.   Il Khan ha detto che i leader mondiali lo hanno fatto pressioni affinché non richiedesse mandati di arresto: «diversi leader e altri me lo hanno detto, mi hanno consigliato e messo in guardia», ha detto alla BBC.   A maggio, il Khan aveva sostenuto che c’erano fondati motivi per ritenere che gli imputati avessero commesso crimini di guerra, presentando una richiesta per i mandati di arresto ai giudici della CPI.

Iscriviti al canale Telegram

Sono passati più di tre mesi e non è stato emesso alcun mandato. Ciò contrasta con il mandato d’arresto contro il presidente russo Vladimir Putin per lo spostamento di bambini dalle zone di guerra: in quel caso, ci volle meno di un mese dalla presentazione della procura perché i giudici emettessero il mandato d’arresto.   Putin si è recentemente recato nella Mongolia firmataria della CPI, che lo ha accolto con un tappeto rosso invece di arrestarlo. Khan è stato contattato da molti «leader» politici che lo hanno sollecitato, preteso o suggerito di porre fine alle indagini.   Nel Regno Unito, un gruppo legale filo-israeliano ha minacciato di sporgere denuncia penale contro Khan, sostenendo che la richiesta di mandati di arresto era stata presentata sulla base di false premesse.   «Prendi di mira Israele e noi prenderemo di mira te», ha detto un gruppo di senatori repubblicani statunitensi, guidati dal pazzo senatore Tom Cotton.   La loro dichiarazione di maggio avvertiva che l’accusa «se portata avanti, comporterà severe sanzioni contro di lei e la sua istituzione». Nota bene: gli USA non sono firmatari dello Statuto di Roma che istituisce la CPI. A differenza della Corte internazionale di giustizia, la Corte penale internazionale non è un organo delle Nazioni Unite.

Aiuta Renovatio 21

Come riportato da Renovatio 21, due settimane fa il Khan aveva invitato i giudici in carica a «rendere urgentemente note le proprie decisioni» sui mandati di arresto emessi per i leader di Israele e Hamas.   La richiesta di emissione di mandati di cattura riguardava il primo ministro israeliano Beniamino Netanyahu e il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, nonché i principali funzionari di Hamas Ismail Haniyeh (morto in un attacco a Teheran), Yahya Sinwar e Mohammed Deif.   I pubblici ministeri hanno sostenuto che gli uomini erano complici di «crimini di guerra e crimini contro l’umanità» commessi in Israele e a Gaza.   Un’indagine condotta congiuntamente dal giornale britannico Guardian e dalla rivista israeliana +972 ha rivelato che il capo del Mossad avrebbe condotto una sorveglianza sul procuratore capo della CPI Fatou Bensouda in relazione all’apertura di un’indagine formale su presunti crimini di guerra israeliani nel 2021.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di Vysotsky via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International    
Continua a leggere

Economia

L’ammissione del senatore Graham: Washington vuole le risorse dell’Ucraina

Pubblicato

il

Da

Il senatore statunitense Lindsey Graham ha dichiarato apertamente che Washington ha bisogno delle risorse naturali dell’Ucraina e che, pertanto, gli aiuti militari al paese devono continuare finché Kiev non sarà in grado di «vincere» il conflitto con la Russia.

 

Il repubblicano della Carolina del Sud, uno dei principali sostenitori di Kiev all’interno dell’establishment statunitense, ha rilasciato tali dichiarazioni venerdì a Kiev, parlando insieme al leader Volodymyr Zelens’kyj, elogiando gli ucraini e la loro presunta determinazione a combattere Mosca a prescindere da tutto, sottolineando che ciò significa che gli americani stessi non devono farlo, ma solo fornire le armi.

 

Secondo il senatore USA, gli ucraini «sono seduti su un valore di un trilione di dollari in minerali che potrebbero essere utili alla nostra economia. Quindi, voglio continuare ad aiutare i nostri amici in Ucraina. Possiamo vincere. Hanno bisogno del nostro aiuto», ha affermato il Graham.

Iscriviti al canale Telegram

Il senatore è stato a lungo molto aperto sui veri obiettivi di Washington nel conflitto tra Mosca e Kiev, sollevando ripetutamente la questione dei «trilioni di valore» di risorse nelle mani degli ucraini come un bene cruciale e il premio finale per gli Stati Uniti. In precedenza aveva anche descritto le morti dei russi nel conflitto come “il miglior denaro che abbiamo mai speso” e un solido investimento a tutto tondo per gli Stati Uniti.

 

La nuova ammissione di Graham corrisponde alla valutazione delle motivazioni degli Stati Uniti recentemente delineata dall’ex presidente russo e vicepresidente in carica del Consiglio per la sicurezza nazionale, Demetrio Medvedev.

 

Come riportato da Renovatio 21, la scorsa settimana, Medvedev aveva affermato che sia Kiev sia i suoi sostenitori occidentali si sono concentrati sul mantenere la presa sul Donbass esclusivamente per le sue ricchezze di risorse naturali.

 

«Secondo i dati open source, il valore totale dell’ex base di risorse minerarie dell’Ucraina è stimato in quasi 14,8 trilioni di dollari, ma 7,3 trilioni di dollari di questi sono ora nelle Repubbliche popolari di Luhansk e Donetsk. Ciò significa che quasi metà della ricchezza nazionale dell’ex Ucraina è nel Donbass!» aveva spiegato Medvedev in un lungo post su Telegram.

 

«Per avere accesso ai minerali ambiti, i parassiti occidentali pretendono spudoratamente che i loro protetti dichiarino guerra all’ultimo ucraino. Stanno già esprimendo direttamente tale intenzione senza esitazione», ha aggiunto l’ex presidente russo.

 

Lindsey Graham, falco nella politica internazionale di Washington, è accesissimo sostenitore di Israele e di Kiev, dove pure venne premiato. A inizio del conflitto ucraino aveva domandato pubblicamente l’assassinio di Putin. Recentemente è stato recentemente messo nella lista dei terroristi ricercati dalla Russia.

 

Il Graham è considerato un «moderato» che ha a lungo frustrato i conservatori a causa delle sue posizioni su questioni come l’immigrazione clandestina e il sostegno «bipartisan» ai candidati democratici, anche se negli ultimi anni Graham ha tentato di ingraziarsi alcuni della destra diventando uno dei più grandi sostenitori del presidente Donald Trump, sostegno che Trump pare ricambiare. Per il suo comportamento riguardo al 6 gennaio 2021 Graham fu attaccato pubblicamente dalla base trumpiana.

Aiuta Renovatio 21

Di fatto, varie volte Graham ha parlato pubblicamente dell’amicizia che lo lega a Joe Biden.

 

Nel 2020 un attore pornografico omosessuale, Sean Harding, accusò un senatore di iniziali LG di aver impiegato «ogni prostituto di mia conoscenza». Come riporta il Washington Post, «l’hashtag #LadyGraham è esploso sui social (…) l’hashtag, insieme alla forma abbreviata “Lady G”, si riferisce presumibilmente al soprannome di Graham tra i lavoratori del sesso maschile».

 

La conduttrice TV Chelsea Handler si è quindi riferita al senatore come ad un omosessuale non dichiarato. Graham è considerato dal mondo omosessualista di aver passato legislazioni «omofobiche».

 

Come riportato da Renovatio 21, il Graham era nella pattuglia dei soli cinque parlamentari USA a favore di una risoluzione a sostegno dell’industria della fecondazione in vitro.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di Gage Skidmore via Flickr pubblicata su licenza CC BY-SA 2.0

Continua a leggere

Più popolari