Geopolitica
La Serbia sta muovendo le truppe verso il fronte kosovaro

Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha posto le forze armate nazionali in massima allerta e ha ordinato alle unità di spostarsi verso la linea amministrativa che divide la provincia separatista del Kosovo dal resto del Paese. La mossa arriva dopo gli scontri tra polizia e manifestanti in una città a maggioranza serba nella regione venerdì.
«È stato ordinato un movimento urgente di forze al confine con il Kosovo», ha confermato in una trasmissione televisiva il ministro della Difesa Milos Vucevic, aggiungendo che è chiaro che «il terrore contro la comunità serba in Kosovo» continua.
Vucevic ha detto che la sicurezza dei serbi in Kosovo e Metohija è stata minacciata dal primo ministro di etnia albanese Albin Kurti. Il ministro invitato i cittadini a mantenere la massima calma possibile e a non cadere nelle provocazioni.
⚡️Shots of replacing the Serbian flag with the “Republic of Kosovo” on the Zubin Potok municipality building
Earlier, the building was seized by armed members of the "Kosovo police" pic.twitter.com/OVDJK3ImIF
— War Monitor (@WarMonitors) May 26, 2023
All’inizio della giornata, i serbi nella città di Zvecan si erano scontrati con la polizia mentre un neoeletto sindaco di etnia albanese si preparava a entrare nel suo ufficio dopo le elezioni locali.
#Serbia President Vucic placed the army on full combat alert and ordered its units to move closer to the border with #Kosovo after protesters and police clashed in a majority Serb town in Kosovo.
Clashes in the town of Zvecan erupted after a crowd gathered in front of the… pic.twitter.com/XaFEAccBzD
— Guy Elster (@guyelster) May 26, 2023
I voti in quattro comuni erano stati boicottati dai residenti a maggioranza serba che avevano cercato maggiore autonomia e rappresentanza e consideravano i voti come un tentativo di impadronirsi dei comuni serbi da parte di rappresentanti illegittimi.
L’affluenza alle urne al voto del 23 aprile è stata di appena il 3,47%, con la gente del posto che ha affermato che non avrebbe lavorato con i funzionari neoeletti.
#Kosovo police terrorising citizens pic.twitter.com/x0tKoiQjt4
— Medan (@sumnjam) May 26, 2023
Secondo i media locali, la polizia di Pristina ha usato granate stordenti e ha sparato gas lacrimogeni contro i manifestanti che si erano radunati davanti a un edificio amministrativo, mentre Reuters ha riferito che un’auto della polizia era stata data alle fiamme.
In Zvecan, one of the Serb-majority municipalities in northern Kosovo, a @Kosovo_Police car has been set on fire as Kosovo Serbs rebel against Albanian mayors entering the municipality buildings following the election boycott by Belgrade-aligned structures.pic.twitter.com/2sjH2DrXLz
— Jakub Bielamowicz (@KubaBielamowicz) May 26, 2023
Vi sarebbero feriti, anche se lievemente.
«Qualcuno deve capire che quello che sta facendo Albin Kurti ci sta portando a linee rosse e a un completo collasso del dialogo e a un’escalation sul campo», ha detto Vucevic.
Venerdì scorso, Vucic ha dichiarato che il rifiuto della Serbia di acconsentire alle richieste dell’Occidente e di riconoscere l’indipendenza del Kosovo aveva reso il suo Paese un bersaglio di interferenze straniere, ma che «non si sarebbe mai arreso» e «non avrebbe mai permesso loro di rendere il Kosovo indipendente».
⚡️Shots of replacing the Serbian flag with the “Republic of Kosovo” on the Zubin Potok municipality building
Earlier, the building was seized by armed members of the "Kosovo police" pic.twitter.com/OVDJK3ImIF
— War Monitor (@WarMonitors) May 26, 2023
Il Kosovo ha dichiarato unilateralmente l’indipendenza nel 2008 con il sostegno degli Stati Uniti e di molti dei suoi alleati. La regione separatista non è riconosciuta da diversi Paesi, tra cui Russia e Cina, né ovviamente dalla stessa Serbia.
L’UE, tuttavia, ha ripetutamente chiesto a Belgrado di riconoscere e «normalizzare» i rapporti con Pristina se vuole diventare un membro del blocco.
Come riportato da Renovatio 21, nuovi accordi a Bruxelles tenutisi nel 2022 sono falliti.
Né l’UE né gli Stati Uniti hanno fatto nulla per influenzare Pristina a cambiare idea, ha osservato Vucic.
Invece, l’UE ha appena concesso l’esenzione dal visto per i kosovari che vogliano entrare in territorio europeo, minacciando un boicottaggio economico contro la Serbia a meno che non si unisca alle sanzioni occidentali contro la Russia.
Come riportato da Renovatio 21, scontri tra kosovari e serbi si sono ripetuti in questi mesi, con episodi piuttosto allarmanti. Il presidente Vucic aveva già parlato pubblicamente riguardo alle tensioni create da Pristina, per esempio il caso delle targhe automobilistiche di quattro mesi fa.
La tensione in Kosovo è salita alle stelle quando a dicembre la polizia kosovara albanese ha occupato una diga, strappato la bandiera serba, e minacciato con le armi la popolazione serba, che ha eretto barricate sulle strade.
Come ribadito da Renovatio 21, NATO è intervenuta nella primavera del 1999, bombardando lo stato di Jugoslavia per 78 giorni consecutivi e dispiegando truppe nella regione dopo il ritiro delle forze serbe. Secondo il ministro degli Esteri russo Lavrov, la sequela di «incidente inscenati» per colpevolizzare la Serbia di Milosevic sono il copione che stiamo attualmente vedendo nella propaganda propalata dal regime di Kiev e dai suoi pupari occidentali.
Orrori e aberrazioni commesse dalla classe dirigente albanese-kosovara, come il traffico degli organi, fu prontamente spazzata sotto il tappeto, come avviene oggi con i crimini dei reggimenti neonazisti o con i biolaboratori made in USA presenti in Ucraina.
Nel 2008, con il sostegno occidentale, il Kosovo ha dichiarato unilateralmente l’indipendenza. Sei mesi fa il cancelliere tedesco Scholz ha intimato al presidente serbo Vucic di riconoscere il Kosovo o di dimenticare l’adesione della Serbia alla UE.
Come riportato da Renovatio 21, da settimane la situazione in Kosovo sta precipitando, a fronte di continue provocazioni del governo albanese di Pristina, che aveva per esempio imposto una politica sulle targhe che aveva irritato la popolazione serba.
Il Kosovo, come l’Ucraina, è storicamente definibile come una creazione dell’establishment profondo americano che si esprimeva tramite la presidenza Clinton. Una nuova guerra in Kosovo significherebbe l’ennesimo rischio di distruzione dell’Europa per difendere il mondo plasmato dai Clinton e dal loro sistema.
Prima del suo discorso alla plenaria dell’ONU, il presidente serbo Vucic ha parlato di un imminente «grande conflitto mondiale» che starebbe per scoppiare.
Come ribadito da Renovatio 21, NATO è intervenuta nella primavera del 1999, bombardando lo stato di Jugoslavia per 78 giorni consecutivi e dispiegando truppe nella regione dopo il ritiro delle forze serbe. Secondo il ministro degli Esteri russo Lavrov, la sequela di «incidenti inscenati» per colpevolizzare la Serbia di Milosevic sono il copione che stiamo attualmente vedendo nella propaganda propalata dal regime di Kiev e dai suoi pupari occidentali.
È riemerso dalla rete un video di un’audizione del Congresso USA in cui l’attuale presidente, allora semplice senatore Joe Biden, si vantava di aver chiesto il bombardamento della Serbia.
Mosca ha sostenuto che il Kosovo «sta giocando con il fuoco».
Come riportato da Renovatio 21, Belgrado l’anno scorso avrebbe ricevuto misteriose forniture militari cinesi. La Cina ritiene che sia la NATO dietro alle tensioni in Kosovo.
Immagine di Srđan Popović via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)
Geopolitica
L’opposizione dice che il presidente della Moldavia è «controllato dall’estero»

Il leader dell’opposizione della Moldavia ha accusato il capo dello Stato, Maia Sandu, di essere diretto da potenze esterne che cercano di portare il Paese nella NATO.
Igor Dodon, ex presidente, ha avvertito venerdì in un live streaming sui social media che il presidente Sandu e il partito al governo Azione e Solidarietà «faranno di tutto nel prossimo futuro – in un anno e mezzo – affinché la Moldavia cambi la Costituzione e abbandonare il suo status neutrale».
«Sandu ha il compito di coloro che la controllano dall’estero, di rendere la Moldavia parte della NATO», ha affermato.
Portare la Moldavia, repubblica post-sovietica e vicina all’Ucraina, nel blocco militare guidato dagli Stati Uniti equivarrebbe a «coinvolgere il Paese nel conflitto», ha avvertito il leader dell’opposizione. «Smettila di legarci alla NATO», ha esortato, rivolgendosi a Sandu.
Da quando Sandu ha sostituito Dodon come presidente nel 2020, la Moldavia ha intrapreso un percorso sempre più filo-occidentale, riporta RT. Chisinau ha pienamente sostenuto Kiev nel conflitto con Mosca.
L’anno scorso alla Moldavia, nazione da 2,6 milioni di abitanti è stato concesso lo status di candidato all’UE, insieme all’Ucraina.
Sostieni Renovatio 21
Recenti rivelazioni di Bloomberg, che cita come fonti alti funzionari di Bruxelles, fanno capire che la rosa dei nuovi candidati, in cui è infilata Kiev, è da leggersi anche come un modo per salvare le apparenze riguardo alle accuse di favorire il regime Zelens’kyj
In un’intervista con Politico a gennaio, la Sandu aveva detto che c’è stata «una discussione seria» in Moldavia «sulla nostra capacità di difenderci, se possiamo farlo da soli, o se dovremmo far parte di un’alleanza più ampia». Tuttavia, se il Paese deciderà di rinunciare alla propria neutralità, ciò avverrà «attraverso un processo democratico», ha promesso.
Nella dichiarazione della NATO dopo il vertice di Vilnius di luglio, il blocco atlantico ha affermato di essere «impegnato a sostenere la Moldavia mentre avanza nella sua integrazione europea». L’alleanza ha sottolineato che rispetta la neutralità del Paese, ma ha Promesso di continuare a fornire assistenza a Chisinau attraverso il pacchetto di sviluppo delle capacità di difesa.
La NATO ha anche invitato Mosca a ritirare le forze di pace russe dalla regione separatista della Transnistria, dove monitorano il cessate il fuoco tra la Moldavia e le forze locali dal 1992.
Il ministero degli Esteri russo ha affermato che le forze di pace hanno dimostrato la loro «rilevanza ed efficacia» nel corso degli anni, e che la loro presenza nell’area è fondamentale per raggiungere una soluzione politica tra Chisinau e Tiraspol.
Sotto la guida della Sandu, il governo moldavo è diventato sempre più critico nei confronti della Russia e ha represso i sentimenti filo-russi all’interno del Paese, bandendo di recente il partito Sor, che le autorità hanno accusato di essere uno strumento degli «oligarchi».
Come riportato da Renovatio 21, la Sandu ha accusato Mosca di complottare per rovesciare il suo governo e destabilizzare la situazione in Moldavia. Mosca ha respinto con veemenza tali affermazioni.
Vari canali TV sono stati bloccati in Moldavia, russi o considerati «filorussi».
In Agosto la Moldavia aveva vietato l’ingresso nel Paese al noto musicista balcanico Goran Bregovic, ritenuto filorusso.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di NATO North Atlantic Treaty Organization via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-NC-ND 2.0)
Geopolitica
Nuove tensioni anche tra Kirghizistan e Tagikistan

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Geopolitica
Esclusione dai social e rieducazione alla democrazia» per i sostenitori di Bolsonaro

I supporter dell’ex presidente brasiliano Jair Messias Bolsonaro arrestati durante le manifestazioni a Brasilia l’8 gennaio scorso dovranno partecipare a programmi educativi sulla democrazia e saranno soggetti a restrizioni sull’uso dei social media.
Questa decisione è stata annunciata dalla Procura Generale del Brasile (PGR), che ha confermato di aver accettato i primi accordi con le persone imputate di «incitamento al colpo di Stato» per il loro coinvolgimento nella grande protesta di inizio gennaio, che ha costituito il culmine di mesi di manifestazioni in cui una grande parte della popolazione mostrava i suoi dubbi sulla validità delle elezioni.
Sarebbero dieci gli imputati che, secondo quanto riferito dalla PGR, avrebbero confessato di aver commesso il reato di «incitamento al colpo di Stato» impegnandosi a soddisfare determinate condizioni, tra cui il pagamento di una multa e la prestazione di servizi alla comunità, in modo da ottenere una sospensione della pena.
Tra le condizioni imposte per l’accesso a questo accordo c’è anche l’obbligo di frequentare un corso sulla democrazia, così come il divieto di avere account sui social media.
Secondo la PGR, su un totale di 1.125 persone denunciate per reati con condanne previste inferiori ai 4 anni di reclusione, 301 hanno mostrato interesse a partecipare a questo tipo di patteggiamento offerto.
Sostieni Renovatio 21
In pratica, si tratta di censura seguita a un piano di vera e propria rieducazione della dissidenza: uno stile «sovietico» che ci si immaginava nella Repubblica Popolare Cinese, ma che è oramai distribuito in tutto il mondo delle cosiddette «democrazie liberali», che di «democratico» e «liberale» non hanno chiaramente più nulla.
Nonostante la repressione orwelliana con rieducazione e condanna per lo psicoreato, moltissimi continuano a ritenere che le elezioni siano state rubate. Proteste quotidiane sono andate avantiavanti per mesi con numeri massivi, giungendo al culmine con l’occupazione pacifica dei palazzi del potere di Brasilia da parte dei supporter di Bolsonaro. La repressione si è abbattuta pesantissima: già un mese prima, ad ogni modo, la polizia del nuovo governo Lula sparava sui sostenitori del precedente presidente.
Come era accaduto in Canada con i camionisti, anche in Brasile si cominciò a congelare i conti bancari di chi protestava – una grande anticipazione di ciò che succederà ovunque.
L’attuale presidente Lula, che era già stato presidente dal 2003 al 2010, ha avvicinato il Brasile alla Cina e alla sinistra globale durante il suo breve periodo in carica. L’ex carcerato si è quindi impegnato a combattere la diffusione delle cosiddette «fake news» sui social media – cioè di praticare la censura su chiunque non segua la linea del governo –, ha promosso i vaccini COVID-19 in maniera grottesca e ha perseguito politiche «verdi» radicali. Prima di candidarsi alla carica nel 2020, stava scontando una pesante pena detentiva per riciclaggio di denaro nell’ambito della megaoperazione anticorruzione «Lava Jato», condanna poi revocata da un tribunale elettorale che gli ha permesso così di correre contro Bolsonaro.
Come riportato da Renovatio 21, un anno prima delle elezioni vi fu l’irrituale visita in Brasile del capo della CIA William Burns, che avvertì Bolsonaro di non contestare il risultato delle elezioni che si sarebbero tenute l’anno successivo.
Aiuta Renovatio 21
Tre mesi fa i giudici del tribunale elettorale brasiliano hanno escluso Bolsonaro dalla candidatura a cariche pubbliche fino al 2030.
I giudici stanno perseguendo Bolsonaro anche per un caso di gioielli ricevuti dai sauditi e poi rivenduti.
Due giornali brasiliani questa settimana hanno accusato l’ex presidente di aver consultato alcuni capi dell’esercito per attuare un golpe.
L’ex presidente la settimana scorsa è stato dimesso dall’ospedale Vila Nova Star di San Paolo dovera stato operato martedì per trattare le conseguenze dell’accoltellamento subito durante la campagna elettorale del 2018. La sua guarigione e il suo stato di salute sono stati oggetto di molta attenzione e discussione nel paese e all’Estero.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di Prefeitura de Macapá via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-ND 2.0)
-
Essere genitori1 settimana fa
Bambino morto 34 ore dopo i vaccini. Il rapporto: aveva livelli tossici di alluminio nel sangue
-
Linee cellulari1 settimana fa
Vaccini fatti con aborti. Ricordiamolo ancora una volta
-
Spirito2 settimane fa
Bergoglio sta per chiedere le dimissioni del vescovo che si è opposto ai vaccini fatti con gli aborti
-
Pensiero2 settimane fa
L’era dei normaloidi
-
Spirito2 giorni fa
Squadra giovanile di football si inginocchia e canta l’Ave Maria in gregoriano al termine della partita
-
Intelligenza Artificiale2 settimane fa
La Von der Leyen invoca i passaporti vaccinali digitali: green pass e id digitale per tutto il mondo
-
Spirito2 settimane fa
Cardinale Müller: i «falsi profeti» cercheranno di usare il Sinodo per l’Agenda 2030 dell’ONU
-
Immigrazione1 settimana fa
Craxi prevedeva la catastrofe migratoria in atto. Dalla sua tomba in Tunisia ora parte l’invasione