Epidemie
Gli ospedali USA chiedono ai sanitari col COVID di tornare al lavoro: la narrazione è saltata completamente

Gli ospedali chiedono sempre più spesso al personale positivo al coronavirus di lavorare mentre è potenzialmente contagioso. Lo riporta il Washington Post.
Il giornale del gruppo Amazon sostiene che il sistema ospedaliero americano sarebbe sopraffatto dalla cosiddetta variante Omicron che ne ha decimato le risorse umana.
Il quotidiano di Bezos ammette che si tratta di un capovolgimento di «quasi due anni di protocolli rigorosi».
Gli ospedali chiedono sempre più spesso al personale positivo al coronavirus di lavorare mentre è potenzialmente contagioso. Lo riporta il Washington Post.
«Sebbene i requisiti vaccinali siano comuni negli ospedali, molti operatori sanitari stanno soffrendo del virus, esacerbando i problemi di personale» scrive il WaPo. Come noto, la Corte Suprema USA ha rigettato pochi giorni fa gli obblighi federali firmati da Biden per i lavoratori, ma due giudici supremi di estrazione conservatrice (Roberts e Kavanaugh) si sono sfilati per quanto riguarda l’obbligo per i sanitari, lasciando intatta quindi la coercizione vaccinale per il personale che lavora negli ospedali.
I periodi di isolamento di dieci giorni per i lavoratori della Sanità hanno lasciato il posto a quelli di cinque giorni, secondo le linee guida dell’ente di controllo delle epidemie CDC, che le ha aggiornate alla fine del mese scorso. In molti si sono chiesti se questo dimezzamento non fosse già una mezza ammissione che il numero dei giorni fosse buttato lì senza veri basi scientifiche o anche solo logiche.
Secondo le nuove linee guida dei lavoratori sanitari, essi a volte possono essere autorizzati a tornare fintanto che i sintomi sono ritenuti lievi e in miglioramento. I funzionari hanno riconosciuto che anche dimezzare l’isolamento potrebbe non essere sufficiente per mantenere il personale degli ospedali: il CDC afferma che gli operatori sanitari che risultano positivi possono continuare a lavorare ininterrottamente in una «crisi».
Il più popoloso Stato degli USA, ha recentemente dichiarato che gli ospedali potrebbero fare quel passo per i dipendenti asintomatici. Avete capito bene: infermieri e medici asintomatici, quindi contagiosi, devono tornare a lavoro, magari a fare tamponi a persone a cui loro stesse possono dare il virus.
Il più popoloso Stato degli USA, ha recentemente dichiarato che gli ospedali potrebbero fare quel passo per i dipendenti asintomatici. Avete capito bene: infermieri e medici asintomatici, quindi contagiosi, devono tornare a lavoro, magari a fare tamponi a persone a cui loro stesse possono dare il virus
Si tratta di qualcosa di incredibile, un dietrofront che contraddice tutte i racconti e le restrizioni fatte finora, quelle per cui la popolazione mondiale è andata in paranoia totale. Come già riportato da Renovatio 21, il cardiologo ed esperto di COVID dottor Peter McCullough, ritiene che questa mossa della California rappresenti il crollo totale della narrazione pandemica propalata dall’establishment politico e sanitario.
Agli operatori sanitari che sono risultati positivi al COVID-19 e avevano sintomi è stato detto di tornare al lavoro: «con questo, penso che sia tutto. Penso che sia la fine. La narrativa è crollata» aveva detto McCullough in un’intervista a WND.
Ma non si tratta solo della California o della Florida: il trend pare interessare tutti gli Stati americani. Nel piccolo Rhode Island, due strutture sanitarie hanno recentemente utilizzato gli standard di «crisi» del CDC per eliminare i requisiti di isolamento. La struttura psichiatrica statale Eleanor Slater Hospital ha utilizzato due personale asintomatico il 1 gennaio, tre il 3 gennaio. Il nuovo protocollo di mettere al lavoro persone che possono infettare pazienti magari già malati – con il rischio serio, quindi, di avere un nuovo contagiato COVID con comorbilità – sta insomma accadendo davvero.
Secondo il Washington Post, quella di riammettere al lavoro sanitari potenzialmente contagiosi è una scelta obbligata: «la carenza di personale si scontra con i ricoveri record di coronavirus a livello nazionale. Circa 160.000 persone sono state ricoverate in ospedale con il virus giovedì, superando il record pre-Omicron stabilito lo scorso gennaio». In pratica, il sistema ospedaliero USA si troverebbe ad un passo dal collasso.
In pratica, il sistema ospedaliero USA si troverebbe ad un passo dal collasso
In Italia si era poche settimane fa il discorso del presidente della Regione Toscana, che chiedeva di «evitare di eliminare dal green pass le persone già vaccinate perché risultano positive».
«Io al ministro Speranza dirò che almeno per questi giorni di emergenza, pochi giorni, quelli in cui abbiamo un carico così pesante, di evitare di eliminare dal green pass le persone già vaccinate perché risultano positive. Sono persone che hanno dimostrato un’autodisciplina, sono persone che hanno avuto la sfortuna di trovarsi positive, ma sono persone che comunque si sono vaccinate, quindi se per qualche giorno si sospendesse il principio di escludere dal green pass…» aveva detto il presidente toscano in una conferenza stampa. Non abbiamo video, o prove scritte, che alcun giornalista abbia chiesto se questo significasse riammettere alla vita sociale (nei luoghi dove è obbligatorio il certificato verde) persone potenzialmente contagiose.
L’impressione generale è quella che il potere pandemico, in tutti i Paesi, stia cercando di sbaraccare tutto – perché la situazione è divenuta ingestibile. L’apocalisse dei tamponi, con i vari Paesi (dall’Italia al Regno Unito) che stanno mollando in blocco gli obblighi di PCR sono la prova di quanto stiamo dicendo: è come se ci stessero dicendo che, a differenza di prima, non vogliono più trovare casi… dei quali non interessa più nemmeno la definizione del ceppo virologico, visto che senza PCR non si può avere dato genetico sulla presenza di Omicron, Delta, Deltacron etc.
La difficoltà, per il potere, è uscire dal sistema da incubo che esso stesso ha prodotto (hanno creato un problema a cui non c’è soluzione, ha detto qualcuno) mantenendo in vita il sistema di accesso elettronico del green pass – sul quale, come ripetuto da Renovatio 21, correrà l’euro digitale che abolirà il contante.
Ogni cosa può cambiare, nella narrativa pandemica. Il palazzo intero del virus può crollare: ma la piattaforma del green pass, che altera per sempre il rapporto tra il cittadino e lo Stato, deve rimanere integra
Ogni cosa può cambiare, nella narrativa pandemica. Il palazzo intero del virus può crollare: ma la piattaforma, che altera per sempre il rapporto tra il cittadino e lo Stato, deve rimanere integra.
Il sistema verrà certamente usato per pagare le tasse, con la previsione che il sospetto evasore perderà gli stessi privilegi tolti ora ai non vaccinati. Chi crede che questo sia complottismo aspetti qualche anno, o qualche mese.
Nel frattempo, malati o no, contagiosi o no, tutti a lavorare. Perché bisogna pagare le tasse.
Epidemie
Medico censurato, ora deputato conservatore in Canada, definisce gli obblighi COVID come «comunismo totale»

Un medico canadese censurato e critico nei confronti dei lockdown, appena eletto deputato del Partito conservatore del Canada (CPC), ha utilizzato il suo primo discorso in Parlamento per criticare gli obblighi COVID definendoli «comunismo totale», che a suo dire consente ai governi il pieno controllo «dall’alto verso il basso» sulla vita delle persone.
«L’apice di tutto questo controllo dall’alto verso il basso è stato raggiunto durante la pandemia», ha dichiarato martedì al Parlamento il dott. Matt Strauss, deputato del Partito Comunista Cinese per Kitchener South-Hespeler, provincia dell’Ontario. «I membri dell’opposizione si sono convertiti completamente al comunismo».
Mentre lavorava come medico di pronto soccorso, Strauss era critico nei confronti dei lockdown e delle misure restrittive per il COVID. Nel 2021, ha osservato che gli ospedali pieni in Canada sono la norma da decenni.
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Per aver parlato apertamente, è stato preso di mira dalla Queen’s University, che lo avrebbe censurato e avrebbe attuato ritorsioni professionali nei suoi confronti a causa delle sue esplicite opinioni contrarie alle misure di contenimento del COVID e ai lockdown. Elon Musk ha contribuito a finanziare la causa legale di Strauss contro il suo ex datore di lavoro, la Queen’s University, dopo che quest’ultima lo aveva costretto alle dimissioni.
Nel suo discorso, Strauss ha lamentato il fatto che il governo canadese, guidato dall’ex primo ministro Justin Trudeau, abbia «rovinato» la vita delle persone a causa di lockdown e misure restrittive.
«Hanno rinchiuso i canadesi nelle loro case, rovinato matrimoni, funerali, Pasque, balli di fine anno e Natali, chiuso le frontiere, tenuto le madri lontane dai figli e i fratelli lontane dalle sorelle, privato la Camera dei suoi antichi diritti, speso 600 miliardi di dollari di soldi dei contribuenti senza alcun bilancio e raddoppiato il nostro debito nazionale per pagare sedicenni sani da tenere chiusi in cantina», ha detto Strauss visibilmente emozionato.
Il medico ha criticato il fatto che tutto questo sia stato fatto «in nome della gestione della crisi» e che coloro che si opponevano ai dettami del COVID siano stati «braccati».
«Medici, professori e giornalisti che denunciavano questi abusi sono stati braccati. Hanno visto minacciate la loro licenza e il loro lavoro. Lo so perché è successo a me», ha detto.
Lo Strauss ha affermato che «ogni membro del gruppo parlamentare liberale ha votato per calpestare ulteriormente i propri diritti».
Molti medici canadesi che si sono espressi contro le misure anti-COVID e le iniezioni sperimentali di mRNA sono stati censurati dai rispettivi ordini dei medici.
Nell’ottobre 2021, Trudeau ha annunciato l’obbligo senza precedenti di vaccinare tutti i dipendenti federali e coloro che lavorano nel settore dei trasporti con il vaccino contro il COVID-19 e ha affermato che i non vaccinati non potranno più viaggiare in aereo, nave o treno, sia a livello nazionale che internazionale.
Questa politica ha causato la perdita del lavoro o il congedo forzato di migliaia di persone per inosservanza.
Trudeau aveva denigrato i canadesi non vaccinati, affermando che coloro che si opponevano alle sue misure appartenevano a una «piccola minoranza marginale» che aveva «opinioni inaccettabili» e non «rappresentava le opinioni dei canadesi che si sono sostenuti a vicenda».
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Come riportato da Renovatio 21 n una strana intervista in francese ad un canale del Quebec, il premier canadese aveva definito i non vaccinati «misogini» e «razzisti»: «questo ci porta, come leader e come Paese, a fare una scelta: tolleriamo queste persone?»
Prime Minister @JustinTrudeau launches into an unfounded and divisive tirade on unvaccinated people, calling them unscientific, “misogynists” and “racists.” pic.twitter.com/rllDApdgNM
— Bright Light News (@BLNewsMedia) December 29, 2021
In seguito alla protesta dei camionisti nei primi mesi del 2022, il premier fuggì dalla capitale Ottawa per poi dare loro pubblicamente dei nazisti. Poco dopo, per nemesi storica, avrebbe invitato e applaudito in Parlamento un vero nazista che aveva fatto la Seconda Guerra Mondiale nelle SS.
Secondo una nota leggenda metropolitana, smentita dallo stesso governo di Ottawa, Trudeau, il cui padre è l’ex premier Pierre Trudeau, sarebbe in realtà figlio di Fidel Castro.
Il nuovo premier Mark Carney è un figuro preso direttamente dall’élite mondialista davosiana che si definisce «europeo» ed è stato direttore della Banca Centrale britannica (Bank of England).
Donald Trump ha lasciato intendere ad ambedue i primi ministri l’idea di un’annessione del Canada da parte di Washington.
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Cina
La Cina isola gli studenti delle scuole mentre aumentano i casi della nuova variante del COVID

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Cina
La Cina annuncia un nuovo COVID che colpisce la gola

In Cina si sta verificando una recrudescenza del COVID-19, e i pazienti riferiscono sintomi di forte dolore bruciante alla gola. Lo riporta Epoch Times, che dà conti degli annunci degli esperti cinesi.
Il dottor Zhong Nanshan, uno dei principali pneumologi ed epidemiologi cinesi, ha dichiarato in un’intervista rilasciata ai media cinesi il 19 maggio che il sintomo della «gola a lama di rasoio» è più pronunciato in questa ondata di ripresa, accompagnato da tosse più frequente. «Gola da lametta» è un termine usato in Cina per descrivere un forte dolore alla gola, simile a quello provocato dall’ingestione di vetri rotti o lamette da barba.
Il dottor Li Tongzeng, direttore del reparto di malattie infettive dell’ospedale You’an di Pechino, ha dichiarato ai media cinesi che la nuova ondata di COVID-19, iniziata a marzo, dovrebbe raggiungere il picco a fine maggio. Secondo il Zhong, il ceppo dominante in questa ondata è la variante Omicron XDV, altamente trasmissibile ma relativamente meno virulenta. I sintomi iniziali includono febbre, mal di testa, affaticamento, bruciore alla gola e tosse intensa.
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Ritiene che l’epidemia sia ancora in una «fase di crescita» e che si prevede che duri dalle sei alle otto settimane per poi placarsi entro la fine di giugno.
Gli internauti cinesi hanno descritto le loro dolorose esperienze con questa nuova variante su Weibo, una piattaforma di social media cinese attentamente monitorata dal regime cinese. Gli utenti sinici hanno condiviso commenti come: «durante la pausa pranzo, qualche giorno fa, una collega tossiva così forte che ho pensato si fosse soffocata con del cibo. Ha detto che era un effetto persistente di questa ondata di COVID. Quando le ho chiesto quale fosse il suo sintomo principale, ha risposto “gola come una lama di rasoio”». Altri commenti includono: «Sono stato colpito dalla gola da lametta e mi sento completamente prosciugato». «La gola da rasoio post-COVID è terribile: gonfia, dolorante e riesco a malapena a parlare. Ci sono rimedi rapidi?», si leggeva in un altro.
Il regime cinese è da tempo accusato di aver occultato i dati sull’epidemia, in particolare quelli relativi al bilancio delle vittime. Nonostante l’aumento dei contagi da COVID-19 fosse di tendenza su Weibo, i media cinesi hanno minimizzato l’epidemia e gli esperti hanno notato la presenza di dati mancanti o non informativi da parte delle autorità.
Il dottor Jonathan Liu, professore presso il Canadian College of Traditional Chinese Medicine e direttore della Kang Mei TCM Clinic, nonché scettico nei confronti dei dati del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie (CCDC), ha affermato che i dati ufficiali di marzo riportavano sette decessi dovuti al COVID-19 in quel mese.
«Con tassi epidemici normali, una cifra così bassa è improbabile. Il Canada, con una popolazione scarsa e buone condizioni igienico-sanitarie, ha registrato 1.915 decessi per COVID da agosto dello scorso anno a maggio di quest’anno, oltre 200 al mese. Come può la Cina, con la sua densa popolazione, avere solo sette decessi al mese?», ha dichiarato Liu a The Epoch Times.
Secondo il CCDC, i casi ambulatoriali e di emergenza sono aumentati dal 7,5% al 16,2%, mentre i casi gravi di infezioni respiratorie ospedalizzate sono aumentati dal 3,3% al 6,3%.
I casi di COVID-19 sono aumentati anche a Singapore, Thailandia, Malesia, Taiwan e Hong Kong. L’8 maggio, il Centro per la protezione della salute di Hong Kong ha riferito che nelle ultime quattro settimane i principali indicatori di monitoraggio del COVID hanno raggiunto il livello più alto da un anno, con 31 decessi di adulti.
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Le autorità sanitarie di Singapore hanno osservato il 13 maggio che dal 27 al 3 maggio i casi sono aumentati di circa il 28%, superando i 14.000, con un incremento del 30% nei ricoveri ospedalieri giornalieri.
Il CDC di Taiwan ha segnalato che i casi sono aumentati significativamente da maggio, con un picco previsto per giugno.
Il dottor Zhong ha affermato che dal punto di vista patogeno, il virus COVID-19 potrebbe ridurre la sua virulenza per garantirsi la sopravvivenza, ma è troppo presto per giudicare se in futuro diventerà «simile all’influenza». L’epidemiologo ha aggiunto che una cosa è certa: il virus COVID-19 non scomparirà.
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