Civiltà
Elon Musk sovranista contro il governo mondiale: «rischio per la civiltà»
Elon Musk si scaglia contro l’idea di un «governo mondiale unico» perché rappresenta un «rischio di civiltà». La dichiarazione da parte del miliardario sudafricano è arrivata durante un evento chiamato World Government Summit (WGS) tenutasi a Dubai, al quale il Musk si è collegato da remoto.
«So che questo si chiama World Government Summit, ma penso che forse dovremmo essere un po’ preoccupati di diventare effettivamente un unico governo mondiale», ha detto Musk in una videochiamata durante la conferenza WGS tenutasi nell’Emirato Arabo. «Se posso dirlo, vogliamo evitare di creare un rischio di civiltà avendo, francamente – questo può suonare un po’ strano – troppa cooperazione tra i governi».
Il magnate della tecnologia ha sostenuto che sotto un unico governo mondiale, il collasso della civiltà come quello che abbiamo visto in passato potrebbe portare a un disastro maggiore che se le nazioni fossero più indipendenti.
«In realtà, nel corso della storia, le civiltà sono sorte e cadute, ma non ha significato il destino dell’umanità nel suo insieme perché ci sono state tutte queste civiltà separate che erano separate da grandi distanze».
«Se apparteniamo troppo a un’unica civiltà, allora… l’intera faccenda potrebbe crollare. Ovviamente, non sto suggerendo la guerra o qualcosa del genere, ma vogliamo essere un po’ cauti nel… cooperare troppo», ha avvertito il padrone di Tesla, SpaceX e Twitter.
«Vogliamo avere una certa diversità di civiltà in modo tale che se qualcosa va storto in una parte della civiltà, l’intera cosa non crolli e sai, l’umanità continua ad andare avanti».
Le parole di Musk sembrano con pochi dubbi una difesa di quello che si chiama «sovranismo», ossia la primazia delle singole Nazioni e deli loro popoli rispetto a enti e mercati transnazionali.
Il proprietario di Twitter ha anche parlato del pericolo dell’Intelligenza Artificiale (AI) quando gli è stato chiesto di ChatGPT, un popolare Chatbot AI creato da OpenAI, una società che Musk ha contribuito a fondare nel 2015.
Il geniale imprenditore ha quindi sostenuto che l’Intelligenza Artificiale dovrebbe essere regolamentata e avere standard di sicurezza simili a quelli delle automobili, degli aeroplani e della medicina.
«Abbiamo organismi di regolamentazione che sovrintendono alla sicurezza pubblica di automobili, aerei e medicine, e dovremmo avere un tipo di supervisione simile per l’intelligenza artificiale», ha affermato Musk. Questo perché l’Intelligenza Artificiale rappresenta un «rischio maggiore per la società rispetto alle automobili, agli aerei o alle medicine».
Durante l’incontro globalista del WGS a Dubai quest’anno, il fondatore del WEF Klaus Schwab ha affermato che chiunque padroneggi le nuove tecnologie come l’Intelligenza Artificiale, il metaverso e la biologia sintetica «sarà in qualche modo il padrone del mondo». Il guru di Davos ha quindi promosso un concetto di «ri-globalizzazione» del mondo e ha parlato favorevolmente di «un ordine globale basato su regole».
Per quanto riguarda Musk, si tratta dell’ennesima posizione controcorrente assunta da quello che praticamente è l’uomo più ricco del mondo. In passato, si è scagliato contro l’obbligo vaccinale, gli psicofarmaci e soprattutto il problema dell’implosione demografica.
Come riportato da Renovatio 21, coronato come uomo dell’anno nel 2021 dalla rivista Time, Musk ebbe il coraggio di dichiarare che il vaccino non dovrebbe essere obbligatorio, arrivando a sostenere la protesta dei camionisti canadesi.
In passato Musk ha trattato in modo critico anche la questione delle psicodroghe farmaceutiche; l’uomo non ha avuto paura nemmeno di toccare il tabù dell’implosione demografica.
Ricordiamo ad ogni modo Musk per quando, anni prima della pandemia, disse che con l’mRNA è possibile fare qualsiasi cosa, anche trasformare una persona in una farfalla.
Riguardo l’Intelligenza Artificiale, il Musk un lustro fa spaventò il mondo dicendo di vedere le IA come una vera minaccia esistenziale per l’umanità, paragonando il progresso nel campo dell’Intelligenza Artificiale all’«evocazione di un demone».
Immagine screenshot da YouTube
Civiltà
Professore universitario mette in guardia dall’«imperialismo cristiano europeo» nello spazio
La preside di scienze sociali della Wesleyan University Mary-Jane Rubenstein, una «filosofa della scienza e della religione» (che è anche affiliata al programma di studi femministi, di genere e sessualità della scuola), afferma di aver notato come «molti dei fattori che hanno guidato l’imperialismo cristiano europeo» siano stati utilizzati in «forme ad alta velocità e alta tecnologia».
La Rubenstein si chiede se «pratiche coloniali» come «lo sfruttamento delle risorse ambientali e la distruzione dei paesaggi», il tutto «in nome di ideali quali il destino, la civiltà e la salvezza dell’umanità», faranno parte dell’espansione dell’uomo nello spazio.
Lo sfruttamento degli altri corpi celesti, quantomeno nel nostro sistema solare, è stata considerata in quanto vi è una ragionevole certezza che su altri pianeti vicini non vi sia la vita, nemmeno a livello microbico. Quindi, che importanza ha se aiutiamo a salvare la Terra sfruttando Marte, Mercurio, la fascia degli asteroidi, per minerali e altre risorse?
Iscriviti al canale Telegram
Rubenstein nota che il presidente della Mars Society Robert Zubrin ha sostenuto esattamente questo. In un editoriale del 2020, Zubrin ha attaccato un «manifesto» da un gruppo NASA DEI (diversità, equità e inclusione) che aveva sostenuto «dobbiamo lavorare attivamente per impedire l’estrazione capitalista su altri mondi».
Ciò «dimostra brillantemente come le ideologie responsabili della distruzione dell’istruzione universitaria in discipline umanistiche possano essere messe al lavoro per abortire anche l’esplorazione spaziale», ha scritto lo Zubrin.
Lo Zubrin ha osservato che poiché il gruppo DEI non ha alcun senso su base scientifica, deve ricorrere a «una combinazione di antico misticismo panteistico e pensiero socialista postmoderno» – come affermare che anche se non ci sono prove nemmeno dell’esistenza di microbi su pianeti come Marte, «danneggiarli sarebbe immorale quanto qualsiasi cosa sia stata fatta ai nativi americani o agli africani».
Tuttavia la Rubenstein afferma che varie credenze indigene «sono in netto contrasto con l’insistenza di molti nel settore sul fatto che lo spazio sia vuoto e inanimato».
Tra questi vi sono un gruppo di nativi australiani che affermano che i loro antenati «guidano la vita umana dalla loro casa nella galassia» (e che i satelliti artificiali sono un pericolo per questa «relazione»), gli Inuit che sostengono che i loro antenati vivono in realtà su “corpi celesti” e i Navajo che considerano sacra la luna terrestre.
«Gli appassionati laici dello spazio non hanno bisogno di accettare che lo spazio sia popolato, animato o sacro per trattarlo con la cura e il rispetto che le comunità indigene richiedono all’industria», afferma la Rubenstein.
In effetti, in una recensione del libro di Rubenstein Astrotopia: The Dangerous Religion of the Corporate Space Race, la testata progressista Vox ha osservato che «in effetti, alcuni credono che questi corpi celesti dovrebbero avere diritti fondamentali propri».
Quindi, l’ordine degli accademici è che gli esseri umani dessero priorità alle credenze dei nativi nell’esplorazione dello spazio rispetto a quelle dei cristiani europei?
Dovremmo rinunciare all’estrazione di minerali preziosi da asteroidi, comete e pianeti vicini, perché hanno tutti una sorta di Carta dei diritti «mistica panteistica»?
I limiti posti ai programmi di esplorazione spaziale sono da sempre legati a movimenti antiumanisti che odiano la civiltà – in una parola alla Cultura della Morte.
Aiuta Renovatio 21
Lo stesso Zubrin, ex dipendente NASA frustrato dalla mancanza di un programma per la conquista di Marte e il suo terraforming, ne ha scritto in libri fondamentali come Merchants of Dispair (2013), dove spiega come la pseudoscienza e l’ambientalismo siano di fatto culti antiumani.
Lo Zubrin era animatore della Mars Society, un’associazione dedicata alla promozione dell’espansione su Marte, quando nei primi anni Duemila si presentò ad una serata del gruppo uno sconosciuto, che alla fine lasciò in donazione un assegno con una cifra inusitata per la Society, ben 5.000 dollari: si trattava di Elon Musk.
Il quale, marzianista convinto al punto da realizzare razzi che dice ci porteranno sul pianeta rosso tra quattro anni, è anche uno dei più accesi nemici del politicamente corretto, della cultura woke e soprattutto dell’antinatalismo, oltre che una persona che attivamente, negli anni – lo testimonia la sua costante attenzione per la storia della Roma antica – ha dimostrato di aver compreso il valore, e la fragilità, della civiltà umana.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Civiltà
L’anarco-tirannia uccide: ieri ad Udine, domani sotto casa vostra
Iscriviti al canale Telegram
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Sostieni Renovatio 21
Aiuta Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Civiltà
Tecnologia e scomparsa della specie umana: Agamben su progresso e distruzione
Renovatio 21 pubblica questo scritto di Giorgio Agamben apparso sul sito dell’editore Quodlibet su gentile concessione dell’autore.
Quali che siano le ragioni profonde del tramonto dell’Occidente, di cui stiamo vivendo la crisi in ogni senso decisiva, è possibile compendiarne l’esito estremo in quello che, riprendendo un’icastica immagine di Ivan Illich, potremmo chiamare il «teorema della lumaca».
«Se la lumaca», recita il teorema, «dopo aver aggiunto al suo guscio un certo numero di spire, invece di arrestarsi, ne continuasse la crescita, una sola spira ulteriore aumenterebbe di 16 volte il peso della sua casa e la lumaca ne rimarrebbe inesorabilmente schiacciata».
È quanto sta avvenendo nella specie che un tempo si definiva homo sapiens per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico e, in generale, l’ipertrofia dei dispositivi giuridici, scientifici e industriali che caratterizzano la società umana.
Questi sono stati da sempre indispensabili alla vita di quello speciale mammifero che è l’uomo, la cui nascita prematura implica un prolungamento della condizione infantile, in cui il piccolo non è in grado di provvedere alla sua sopravvivenza. Ma, come spesso avviene, proprio in ciò che ne assicura la salvezza si nasconde un pericolo mortale.
Gli scienziati che, come il geniale anatomista olandese Lodewjik Bolk, hanno riflettuto sulla singolare condizione della specie umana, ne hanno tratto, infatti, delle conseguenze a dir poco pessimistiche sul futuro della civiltà. Nel corso del tempo lo sviluppo crescente delle tecnologie e delle strutture sociali produce una vera e propria inibizione della vitalità, che prelude a una possibile scomparsa della specie.
L’accesso allo stadio adulto viene infatti sempre più differito, la crescita dell’organismo sempre più rallentata, la durata della vita – e quindi la vecchiaia – prolungata.
Sostieni Renovatio 21
«Il progresso di questa inibizione del processo vitale», scrive Bolk, «non può superare un certo limite senza che la vitalità, senza che la forza di resistenza alle influenze nefaste dell’esterno, in breve, senza che l’esistenza dell’uomo non ne sia compromessa. Più l’umanità avanza sul cammino dell’umanizzazione, più essa s’avvicina a quel punto fatale in cui progresso significherà distruzione. E non è certo nella natura dell’uomo arrestarsi di fronte a ciò».
È questa situazione estrema che noi stiamo oggi vivendo. La moltiplicazione senza limiti dei dispositivi tecnologici, l’assoggettamento crescente a vincoli e autorizzazioni legali di ogni genere e specie e la sudditanza integrale rispetto alle leggi del mercato rendono gli individui sempre più dipendenti da fattori che sfuggono integralmente al loro controllo.
Gunther Anders ha definito la nuova relazione che la modernità ha prodotto fra l’uomo e i suoi strumenti con l’espressione: «dislivello prometeico» e ha parlato di una «vergogna» di fronte all’umiliante superiorità delle cose prodotte dalla tecnologia, di cui non possiamo più in alcun modo ritenerci padroni. È possibile che oggi questo dislivello abbia raggiunto il punto di tensione massima e l’uomo sia diventato del tutto incapace di assumere il governo della sfera dei prodotti da lui creati.
All’inibizione della vitalità descritta da Bolk si aggiunge l’abdicazione a quella stessa intelligenza che poteva in qualche modo frenarne le conseguenze negative.
L’abbandono di quell’ultimo nesso con la natura, che la tradizione filosofica chiamava lumen naturae, produce una stupidità artificiale che rende l’ipertrofia tecnologica ancora più incontrollabile.
Che cosa avverrà della lumaca schiacciata dal suo stesso guscio? Come riuscirà a sopravvivere alle macerie della sua casa? Sono queste le domande che non dobbiamo cessare di porci.
Giorgio Agamben
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-
Ambiente1 settimana fa
Naufragio di nave militare neozelandese, fuoriuscita di petrolio «altamente probabile»: accuse in rete alla comandante lesbica
-
Essere genitori1 settimana fa
Vaccino Pfizer, studio su 1,7 milioni di bambini e adolescenti rileva la miopericardite solo nei vaccinati
-
Vaccini2 settimane fa
Nuovo studio trova un collegamento tra vaccini COVID e gravi problemi cardiaci
-
Bioetica2 settimane fa
Feto sorride dopo aver sentito la voce del papà durante l’ecografia
-
Sanità2 settimane fa
L’ONU approva il «Patto per il futuro»: vaccini intelligenti, più censura, ma nessun nuovo potere di emergenza
-
Spirito2 settimane fa
Mons. Viganò contro la cerimonia azteca per la nuova presidente messicana: «Tutti gli dèi dei pagani sono demoni»
-
Vaccini1 settimana fa
La Von der Leyen andrà a processo per i vaccini
-
Gender1 settimana fa
Squadra di calcio transgender sconfitta 19-0 nella partita d’esordio