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Cina

Chi pagherà per l’incubo cinese? Una lettrice racconta un sogno

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Questo sito cerca, tra le altre cose, di fare la cronaca del 21° secolo.

 

La storia del nostro tempo non è fatto solo di avvenimenti visibili. Il tessuto della realtà è fatto anche di sogni – e di incubi. Anche di essi, crediamo, bisogna fare la cronaca. In essi, lo sappiamo, ci possono essere significati enormi, ci può essere tutto il senso del nostro tempo.

 

Per cui Renovatio 21 non si è mai tirata indietro quando si è trattato di pubblicare sogni, specie quelli del fondatore.

 

Ora, vogliamo scrivere il sogno di una lettrice, che ieri ha voluto raccontarcelo.

 

Si chiama B., e vuole restare anonima perché la sua visione su quello che sta accadendo potrebbe crearle ulteriori problemi che vogliamo evitarle.

«Ero in Cina. Ero io, cioè ero un’altra persona: ero una studentessa cinese. Ma ero io. Insomma, era un sogno…»

 

B. vive a Milano da circa 20 anni.  È laureata. Ama viaggiare. Ama studiare. Ama suonare. Ama ballare. Ama stare in compagnia. Ama la vita.

 

Tuttavia, in questo momento, la preoccupazione la assale. Non ha nessuna intenzione di vaccinarsi, per i motivi che potete immaginare.

 

Tutti intorno a lei la vogliono spingere verso la siringa. Praticamente tutti i suoi amici sono vaccinati. «Sono sola, sono circondata».

 

Anche con la famiglia c’è stata qualche incomprensione, che sta però risolvendosi. Nel lavoro, che a causa del lockdown è molto diminuito, qualche settimana fa ha ricevuto un ultimatum: o ti vaccini o non venire. In qualche modo, ci dice, sta cercando di aggiustare anche quello.

 

La sua vita con la pandemia è cambiata. Vive da sola e, come tutti sotto lockdown, non ha più visto nessuno per settimane.

 

«Poi ad un certo punto, mi rendevo conto che qualcuno ci stava ascoltando. Percepivo il pericolo di questo fatto, anche se in realtà non stavo dicendo niente di pericoloso»

Nei primi giorni della serrata 2020, quando la gente fuggiva dalla Stazione Centrale di Milano e le carceri si rivoltavano con fuoco e sangue, B. ha avuto paura. Lo avevamo scritto: l’Italia era ad un passo dal collasso, la criminalità ne stava approfittando. Poi incidentalmente liberarono qualche centinaio di boss, la situazione, che pareva tesa specie a Palermo e Napoli, sembrò calmarsi.

 

(Per aver permesso che tutto questo terrore dilagasse dentro tante menti innocenti, qualcuno ad un certo punto dovrà pagare – è possibile immaginare una Norimberga della psiche?)

 

B. segue Renovatio 21 per quello che riguarda il tema vaccini e politiche annesse. Non crediamo che le interessi la geopolitica e la bioetica, quindi è facile che non abbia mai fatto troppo caso ai nostri (tanti) articoli sulla Cina.

 

Eppure il suo sogno parte da lì.

 

«Ero in Cina. Ero io, cioè ero un’altra persona: ero una studentessa cinese. Ma ero io. Insomma, era un sogno…»

 

«Stavo in un aeroporto. Ero con un gruppo di persone. Non facevo nulla di particolare. Parlavo. Chiacchieravo. Di cosa? Di niente in particolare»

 

«Un uomo cinese si avvicina e ci interrompe. Ci dice che non si possono dire le cose che stiamo dicendo. Io gli dico che nella nostra conversazione non c’è niente che non vada, e che quindi siamo liberi di farlo»

«Poi ad un certo punto, mi rendevo conto che qualcuno ci stava ascoltando. Percepivo il pericolo di questo fatto, anche se in realtà non stavo dicendo niente di pericoloso»

 

«Un uomo cinese si avvicina e ci interrompe. Ci dice che non si possono dire le cose che stiamo dicendo. Io gli dico che nella nostra conversazione non c’è niente che non vada, e che quindi siamo liberi di farlo. Gli parlo in inglese».

 

«Lui non sembra mosso di un centimetro dal mio argomento. È serio, serissimo. Quindi tira fuori un distintivo. È della polizia cinese. O di un corpo di sicurezza più oscuro è pericoloso. Sento la paura che sale».

 

«L’uomo mi chiede di seguirlo. Capisco che mi vuole portare al quartier generale, forse per interrogarmi. Non sembra intenzionato ad usare la forza, ma è determinato. Percepisco che di alternative proprio non ne ho. Quindi accetto di seguirlo, separandomi dal gruppo. Ho paura ma lì per lì non credo che possa succedermi qualcosa di tremendo. Con calma posso convincere tutti che si tratta di un fraintendimento, per cui dovranno lasciarmi andare».

 

«L’uomo mi porta in una macchina. È una decappottabile. Nel sogno questa cosa ha perfettamente senso, così come il fatto che diriga l’auto verso una zona interna dell’aeroporto, come una pista di atterraggio. Sul suo volto intravedo emergero un lievissimo sorriso. Non so spiegarmelo».

 

«Quando ferma la macchina vedo che siamo arrivati ad uno spiazzo dove ci aspetta un elicottero. A bordo c’è una donna. Salgo, senza fare troppi problemi. Dicono che il viaggio non è breve, ma neanche troppo lungo. Quando decolliamo, mi rendo conto che il pavimento dell’elicottero è trasparente. Sotto di me posso vedere scorrere la campagna cinese, e un fiume. Soprattutto il fiume: ne guardo la grandezza, la profondità. La visione dovrebbe piacermi, ma in realtà sento di avere sempre più timore».

 

«Il duo di cinesi è sempre più sorridente. Più rilassato. Come se avessero ottenuto già qualcosa di importante. Io credo di capire qualcosa di quello che dicono fra loro, complimentandosi – del resto io sono una studentessa cinese. Quindi tendo l’orecchio, e capto le parole tra una risatina e l’altra. Sono invasa dalla paura».

«L’uomo mi chiede di seguirlo. Capisco che mi vuole portare al quartier generale, forse per interrogarmi. Non sembra intenzionato ad usare la forza, ma è determinato. Percepisco che di alternative proprio non ne ho. Quindi accetto di seguirlo, separandomi dal gruppo»

 

«Ad un tratto, capisco tutto. Quei signori non sono poliziotti. O meglio, forse lo sono, ma di una specie oscura che non ho mai visto, che nella mia ingenuità non posso conoscere. Ma non conta, conta solo il fatto che ho realizzato la loro attività: quello che fanno è prendere gli organi delle persone, e commerciarli».

 

«Sono trafficanti di organi. Sono parte di un sistema immenso. Comprendo che sono solo l’ennesima di una quantità interminabile di vittime. Ragazze, per lo più. Tantissime. Anche a me, ora mi è chiaro, ruberanno gli organi. Il cuore, i polmoni, il fegato, gli occhi… sono in trappola. Sono finita nel processo del mio squartamento»

 

A questo punto B. si è svegliata. Giustamente.

 

Ora, si tratta solo di un sogno. B. e noi, e voi e chiunque leggerà questa cronaca onirica potranno dare i significati che vorranno, o alzare le spalle e fare una battuta.

 

A noi tuttavia, il significato cosmico di questo sogno pare incontrovertibile: come sappiamo bene, tutto il mondo sta diventando come la Cina. Un Paese di controllo totale, dove la repressione ti colpisce per quello che dici, e dove la predazione degli organi è una realtà istituzionale massiva.

 

«Ad un tratto, capisco tutto. Quei signori non sono poliziotti. O meglio, forse lo sono, ma di una specie oscura che non ho mai visto, che nella mia ingenuità non posso conoscere. Ma non conta, conta solo il fatto che ho realizzato la loro attività: quello che fanno è prendere gli organi delle persone, e commerciarli»

Un Paese di controllo totale  dove puoi essere incarcerato per i tuoi pensieri. E dove dal carcere puoi passare, con la giusta burocrazia penale, al tavolo operatorio per vedere i tuoi organi espiantati e trafficati.

 

Il Paese della psicopolizia digitale e non. Il Paese della repressione assoluta, del controllo del pensiero sin dentro al cervello dei bambini. Il Paese che ha inventato il virus e la sua politica sociale: lockdown, tracking, sorveglianza elettronica senza fine.

 

Quali differenze con quello che stanno diventando l’Italia, l’Europa, l’Occidente? La Cina per molti politici nostrani è un modello, e le sue tecnologie di sorveglianza vengono importate a piene mani. Telecamere, algoritmi, computer vision, riconoscimento facciale.

 

Forse stiamo dando troppi significati politici al sogno di B., che in fondo non pare così interessata al lato tecno-geopolitico dei nostri discorsi. Anche se ci dice che quando anni fa è stata in Cina sentiva «la stessa energia che sto sentendo qui adesso… identica… la sento che cresce nella mia città, nel mio Paese».

 

Forse, più semplicemente, si tratta dell’incubo di un’anima scossa da quello che sta accadendo. Green pass, obbligo vaccinale, reazioni avverse società polarizzata, divisa. Un mondo dove non si sente più libera di parlare, dove teme di esprimere qualsiasi pensiero, dove la possibilità di essere allontanati dai propri cari è più che concreta.

 

Il significato cosmico di questo sogno pare incontrovertibile: come sappiamo bene, tutto il mondo sta diventando come la Cina. Un Paese di controllo totale, dove la repressione ti colpisce per quello che dici, e dove la predazione degli organi è una realtà istituzionale massiva

Un piccolo incubo che esce dall’inquietudine di una ragazza che è sintonizzata con lo smottamento profondo in corso, con il terremoto invisibile che sta devastando l’umanità.

 

Una persona che ha paura.

 

E allora torniamo a chiederci: chi pagherà per aver spaventato tutte queste persone?

 

Chi pagherà per aver devastato il cuore e la psiche di tanti innocenti?

 

Chi pagherà per l’incubo cinese?

 

 

Cina

Il cardinale Parolin conferma che il Vaticano vuole rinnovare l’accordo segreto con la Cina

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Il Segretario di Stato del Vaticano, cardinale Pietro Parolin, ha confermato che la Santa Sede intende rinnovare il suo accordo segreto con la Cina comunista entro la fine dell’anno. Lo riporta LifeSiteNews, che cita comunicazioni dirette col segretario di Stato vaticano.

 

In uno scambio di e-mail con il sito pro-life canadese, Parolin ha affermato che il controverso accordo sino-vaticano che la Santa Sede ha con le autorità comuniste di Pechino sarà rinnovato quest’autunno.

 

Rispondendo a una domanda di LifeSiteNews che chiedeva se il Vaticano intendesse rinnovare l’accordo, Parolin ha dichiarato che «con riferimento alla tua domanda sull’accordo della Santa Sede con la Cina… speriamo di rinnovarlo».

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«Su questo punto dialoghiamo anche con i nostri interlocutori cinesi», ha aggiunto il cardinale segretario di Stato.

 

Parolin è segretario di Stato e capo diplomatico del Vaticano dall’ottobre 2013 ed è nel servizio diplomatico della Santa Sede dal 1986. La sua conferma dell’intenzione del Vaticano arriva mentre l’accordo altamente segreto con la Cina è pronto per il suo terzo rinnovo biennale a settembre o ottobre.

 

Si ritiene che l’accordo ufficialmente segreto riconosca la Chiesa approvata dallo Stato in Cina e consenta al Partito comunista cinese (PCC) di nominare i vescovi. Apparentemente il Papa mantiene il potere di veto, anche se in pratica pare essere il solo PCC ad avere il controllo. Inoltre, presumibilmente, la rimozione dei vescovi legittimi può essere sostituita da vescovi approvati dal PCC.

 

Parlando nel luglio 2023, Parolin difese la natura segreta dell’accordo, affermando che «il testo è confidenziale perché non è stato ancora approvato definitivamente».

 

L’accordo, che «ruota attorno al principio fondamentale della consensualità delle decisioni che riguardano i vescovi», si realizza «confidando nella saggezza e nella buona volontà di tutti», ha detto il cardinale.

 

Nei commenti della scorsa estate, il porporato veneto aveva inoltre difeso l’accordo come mezzo necessario di «dialogo» con le autorità comuniste in Cina.

 

Papa Francesco e il cardinale Parolin si sono entrambi espressi in difesa dell’accordo, con il Papa che ha affermato prima del suo rinnovo nel 2022 che l’accordo «sta andando bene». In una lettera del 2018 ai cattolici cinesi, Francesco ha descritto l’accordo come la formazione di un «nuovo capitolo della Chiesa cattolica in Cina».

 

Ma fuori dalle mura del Palazzo Apostolico del Vaticano, le critiche sono arrivate dal clero cattolico, dai sostenitori della libertà e dagli esperti cinesi, scrive LifeSite.

 

L’accordo altamente segreto sino-vaticano è stato definito dal cardinale emerito di Hong Kong Joseph Zen come un «tradimento incredibile», con l’amato cardinale che accusa ulteriormente il Vaticano di «svendere» i cattolici cinesi. Nel 2018, il presule chiese le dimissioni di Parolin, criticando la sua «resa completa» della Chiesa alle autorità comuniste.

 

«È un tradimento della vera Chiesa», ha poi detto Zen dell’accordo nel luglio 2020 prima di aggiungere: «non è un episodio isolato. Quella di non offendere il governo cinese è già una politica di lunga data del Vaticano».

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Come noto, il cardinale Zen è sotto processo nell’Hong Kong oramai interamente pechinizzata. In una conferenza stampa aerea, di ritorno da Budapest, Bergoglio aveva di fatto mollato il cardinale cinese, ex arcivescovo di Hong Kong che ha passato la vita a combattere le persecuzioni della Cina comunista e a difendere quei cattolici cinesi «sotterranei» che da quando è in corso l’accordo sino-vaticano, hanno il tremendo timore di essere stati abbandonati dal Vaticano. Zen è sotto processo nella nuova Hong Kong telecomandata da Pechino: l’assenza di mosse del Vaticano per difenderlo ha spinto persino il Parlamento Europeo (!) a chiedere alla Santa Sede di fare qualcosa.

 

L’inchiostro sull’accordo si era appena asciugato nel 2018 prima che AsiaNews riferisse che «i cattolici (sotterranei) sospettano amaramente che il Vaticano li abbia abbandonati».

 

Nei quasi sei anni trascorsi dall’attuazione dell’accordo, la persecuzione dei cattolici – in particolare dei cattolici «clandestini» che non accettano la Chiesa controllata dallo Stato – è aumentata in modo evidente.

 

L’accordo ha portato ad un aumento della persecuzione religiosa, che la Commissione esecutiva del Congresso degli Stati Uniti sulla Cina ha descritto come una conseguenza diretta dell’accordo. Nel suo rapporto del 2020, la Commissione ha scritto che la persecuzione testimoniata è «di un’intensità che non si vedeva dai tempi della Rivoluzione Culturale».

 

«Tutti i vescovi che rifiutano di aderire all’Associazione patriottica cattolica vengono messi agli arresti domiciliari, o scompaiono, dal PCC», ha detto a LifeSiteNews l’esperto cinese Steven Moser all’inizio di questo mese. «Sebbene il Vaticano abbia affermato diversi anni fa che l’accordo sino-vaticano non richiede che nessuno si unisca a questa organizzazione scismatica, il rifiuto di farlo comporta persecuzioni e punizioni. E il Vaticano resta a guardare e non fa nulla».

 

Il momento in cui la Santa Sede si è avvicinata di più al riconoscimento delle carenze dell’accordo è stato tramite il suo ministro degli Esteri, l’arcivescovo Paul Gallagher. L’arcivescovo, che funge da segretario vaticano per le relazioni con gli Stati e le organizzazioni internazionali, ha affermato l’anno scorso che l’accordo «non era il migliore accordo possibile» a causa della «controparte».

 

Proprio il mese scorso, il Gallagherro lo aveva descritto come ancora «un mezzo utile per la Santa Sede e le autorità cinesi per affrontare la questione della nomina dei vescovi», pur ammettendo con molta cautela dei limiti all’accordo. «Abbiamo sempre creduto che ciò sarebbe stato utile», non c’era alcuna «disponibilità o apertura» da parte delle autorità cinesi su questo punto, ha detto lo scorso mese il cardinale britannico.

 

Una serie di nomine episcopali – fatte mentre sacerdoti vengono torturati – dall’ultimo rinnovo dell’accordo nell’ottobre 2022 hanno evidenziato il primato del potere esercitato da Pechino nell’accordo. In tre occasioni note, tra cui la nomina del nuovo vescovo di Shanghai, il PCC ha nominato nuovi vescovi o li ha assegnati a nuove diocesi, lasciando che il Vaticano si mettesse al passo con gli eventi ed esprimesse la sua frustrazione espressa in termini diplomatici. «Appaiono quindi improbabili nuovi sviluppi nell’accordo a favore del Vaticano» scrive LSN.

 

Tutto dimostra che il papato del gesuita si è di fatto sottomesso al volere del Dragone.

 

Nel luglio 2023, il cardinale Parolino aveva dichiarato che la Santa Sede auspica «l’apertura di un ufficio di collegamento stabilito della Santa Sede in Cina» che «non solo favorirebbe il dialogo con le autorità civili ma contribuirebbe anche alla piena riconciliazione all’interno della Chiesa cinese e dei suoi viaggio verso una normalità desiderabile».

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I segni dell’infeudamento della gerarchia cattolica al potere cinese sono visibili da tempo, e appaiono in forme sempre più rivoltanti: un articolo in lingua inglese nel portale internet della Santa Sede sembrava lasciar intendere che le persecuzioni dei cristiani in Cina ad opera del Partito Comunista Cinese sono «presunte».

 

Come ipotizzato da Renovatio 21, dietro all’accordo sino-vaticano potrebbero esserci ricatti a vari membri del clero: la Cina per un periodo ha disposto dei dati di Grindr, l’app degli incontri omosessuali, dove si dice vi siano immense quantità di consacrati. Da considerare, inoltre, che per lungo tempo il messo per l’accordo con Pechino fu il cardinale Theodore McCarrick, forse la più potente figura cattolica degli USA, noto per lo scandalo relativo non solo ai suoi appetiti omofili (anche con ragazzini) ma alla struttura che vi aveva costruito intorno. McCarrick quando andava in Cina a trattare per la normalizzazione dei rapporti tra Repubblica Popolare e Santa Sede, dormiva in un seminario della Chiesa Patriottica Cinese…

 

Mentre continuano i cattolici desaparecidos, le delazioni sono incoraggiate e pagate apertamente, il lavaggio del cervello investe quantità di sacerdoti, le suore sono perseguitate e le demolizioni di chiese ed istituti religiosi continua senza requie, il Vaticano invita due vescovi patriottici al Sinodo, e Pechino, come ringraziamento, «ordina» nuovi vescovi senza l’approvazione di Roma – mentre i veri sacerdoti vengono torturati dal governo del Dragone.

 

Il controverso miliardario cinese Guo Wengui, ora rifugiato negli USA, sostiene che il Vaticano sarebbe corrotto con «1,6 miliardi di dollari l’anno per fermare le critiche alla politica religiosa di Pechino».

 

Il disastro del gesuita sul trono di Pietro va così. Come abbiamo già detto varie volte: prepariamoci ad ondate di sangue di martiri, che il pontefice attuale non riconosce come semen christianorum.

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Cina

La Cina si prepara alla guerra dell’informazione creando un nuovo ramo della Difesa

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Il presidente cinese Xi Jinping ha presentato la nuova bandiera unitaria alla Forza di supporto informativo dell’Esercito Popolare di Liberazione (EPL) il 19 aprile.   Xi ha affermato che l’istituzione della forza di supporto informativo è una decisione importante presa dal Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese (PCC) e dalla Commissione Militare Centrale (CMC), alla luce della necessità generale della Cina di costruire un forte esercito.   Xi ha sottolineato che la Forza di supporto informativo è un nuovo ramo strategico dell’esercito e un pilastro chiave nel coordinamento della costruzione e dell’applicazione del sistema informativo di rete, svolgendo un ruolo cruciale nel promuovere lo sviluppo di alta qualità e la competitività dell’esercito cinese nella guerra moderna.

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Il presidente cinese ha ordinato alle forze armate di obbedire risolutamente al comando del Partito e di assicurarsi che rimanessero assolutamente leali, pure e affidabili.   «È necessario sostenere vigorosamente le operazioni, persistere nel dominio dell’informazione e nella vittoria congiunta, sbloccare i collegamenti informativi, integrare le risorse informative, rafforzare la protezione delle informazioni, integrarsi profondamente nel sistema operativo congiunto dell’intero esercito, implementare in modo accurato ed efficiente il supporto informativo e servire e sostenere le lotte militari in tutte le direzioni e in tutti i campi», ha affermato il presidente lo Xi.   «È necessario accelerare l’innovazione e lo sviluppo, aderire alla trazione fondamentale delle esigenze operative, rafforzare il coordinamento del sistema, promuovere la costruzione e la condivisione congiunta, rafforzare l’innovazione scientifica e tecnologica, costruire un sistema informativo di rete che soddisfi i requisiti della guerra moderna e abbia le caratteristiche del nostro esercito e promuovere l’accelerazione della capacità di combattimento del sistema con alta qualità».   Nell’annuncio ufficiale, l’EPL ha annunciato che ora ci sono «quattro servizi, vale a dire l’Esercito, la Marina, l’Aeronautica Militare e la Forza Missilistica, e quattro armi, tra cui la Forza Aerospaziale, la Forza Ciberspaziale, la Forza di Supporto alle Informazioni e la Forza Forza di supporto logistico congiunto».     «Istituire la Forza di supporto informativo attraverso la ristrutturazione è una decisione importante presa dal Comitato Centrale del PCC e dalla Commissione Militare Centrale» scrive il comunicato. «Ciò ha un significato profondo e di vasta portata per la modernizzazione della difesa nazionale e delle forze armate e per l’effettivo adempimento delle missioni e dei compiti dell’esercito popolare nella nuova era. La Forza di supporto informativo è un nuovissimo braccio strategico del PLA»   Secondo il sito dell’aviazione americana Air University, si tratta di una riforma significativa, e la più grande dal ciclo di riforme del 2015-2016 che istituì innanzitutto la Forza di supporto strategico. «È importante notare che l’EPL aderisce a un ordine di protocollo abbastanza rigido negli annunci formali, quindi sembra che le Forze Aerospaziali (ASF), che comanda le forze spaziali dell’EPL, sia ora la forza con maggiore anzianità».   «Le Forze Aerospaziali era in passato il Dipartimento aerospaziale della Forza di supporto strategico. Il prossimo in ordine sarebbe le Forze Ciberspazial, che in precedenza era il Dipartimento dei sistemi di rete».   La neonata Forza di supporto informativo «sembra essere la base per le comunicazioni dell’informazione, responsabile delle reti di comunicazione e della difesa della rete dell’EPL (…)che tutte queste forze saranno organizzazioni di grado vice leader del comando del teatro, che è solo un gradino sotto i quattro servizi e i cinque comandi di teatro».   Rafforzando ulteriormente l’importanza della nuova forza, il Ministero della Difesa Nazionale ha sottolineato: «Secondo la decisione della Commissione Militare Centrale, la nuova forza di supporto informativo sarà comandata direttamente dalla Commissione Militare Centrale».

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«I cinesi vedono il “dominio dell’informazione” come un dominio di guerra a sé stante; uguale ai domini fisici di Aria, Terra, Mare e Spazio» continua nella sua analisi il sito militare americano. «In effetti, l’EPL del PCC parla di condurre operazioni in questi domini fisici per supportare le operazioni nel dominio dell’informazione».   «In termini militari, il dominio dell’informazione sarebbe il dominio “supportato”, vale a dire, il fulcro degli sforzi. Questo è diverso dalla visione tipica degli Stati Uniti e dei nostri alleati nel mondo. Il fatto che Xi Jinping abbia partecipato personalmente alla cerimonia e abbia consegnato la nuova bandiera ufficiale delle Forze informative sottolinea quanto sia importante il dominio dell’informazione per lui, per il PCC e per il suo Esercito Popolare di Liberazione».   Non perdendo l’occasione di enfatizzare il ruolo guida del PCC, durante la cerimonia è stato inoltre osservato: «dobbiamo ascoltare risolutamente il comando del Partito, attuare pienamente i principi fondamentali e i sistemi di leadership assoluta del Partito sull’esercito, rafforzare globalmente la costruzione del Partito nell’esercito, rafforzare ideali e convinzioni, applicare rigorosamente la disciplina e le regole, promuovere buoni stili di lavoro e garantire l’assoluta lealtà, purezza e affidabilità dei militari».   Per quanto riguarda la leadership della nuova organizzazione. La cerimonia ha annunciato che il tenente generale Bi Yi sarà il nuovo comandante delle Forza informativa. Il tenente generale Bi era in precedenza il vice comandante delle SSF. Il Generale Li Wei è stato nominato Commissario Politico (PC), era stato il PC della Forza di Supporto Strategico dell’Esercito Popolare di Liberazione. Da notare che si vociferava che l’ex generale della Forza di supporto strategico Ju Qiansheng fosse indagato per corruzione ed era assente alla cerimonia della nuova Forza.

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TongTong, la «ragazzina» creata con l’Intelligenza Artificiale per la Cina senza figli

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Sviluppata dal Beijing Institute for General Artificial Intelligence, ha un «sistema mentale e di valori di una bambina di 3 o 4 anni» ma è in grado di «crescere» in fretta con l’esperienza. Farà il suo debutto tra qualche giorno allo Zhongguancun Forum, ma nelle sue descrizioni si sottolineano già gli aspetti relazionali. E la prospettiva di un utilizzo nella cura degli anziani, problema sempre più evidente per la Cina di domani.

 

Scarpette rosse, pantaloni rosa e una maglietta bianca. Con il suo cerchietto in testa, è in grado di interagire individualmente con il suo «papà» e la sua «mamma», comprendendo le loro intenzioni e partecipando a compiti come aiutarli a pulire il pavimento, lavare uno straccio sporco e accendere la TV. Si presenterà così TongTong («ragazzina»), il prototipo cinese di una bambina robot realizzata con l’intelligenza artificiale dal Beijing Institute for General Artificial Intelligence (BIGAI).

 

Annunciata già qualche mese fa, farà ufficialmente il suo debutto in pubblico il 27 aprile all’edizione 2024 dello Zhongguancun Forum, il più importante evento annuale cinese sulle nuove tecnologie, che si tiene a Pechino la prossima settimana. Ma il quotidiano filo-governativo in lingua inglese Global Times ha già avuto modo di «incontrarla» offrendone in questi giorni un’accurata descrizione.

 

TongTong è guidata da due sistemi cognitivi: il sistema U (capacità) e il sistema V (valore). Questo le permette di affrontare i propri compiti in modo unico, a seconda del suo stato attuale, che viene valutato attraverso cinque dimensioni: fame, noia, sete, stanchezza e sonnolenza.

 

«Il suo sistema mentale e di valori oggi è paragonabile a quello di un bambino di 3 o 4 anni. Man mano che si svilupperà e ripeterà le diverse operazioni, però, diventerà più vivido, vivace e reale, proprio come noi umani. Ve ne accorgerete se tornerete alla fine di quest’anno o l’anno prossimo per sperimentarlo di nuovo», ha dichiarato al Global Times Zhu Song-Chun, direttore del Beijing Institute for General Artificial Intelligence. Una volta stabilito il quadro di base, la capacità di apprendimento di TongTong accelererà e le serviranno probabilmente due o tre anni per passare dall’età di 3 anni a quella di 18, piuttosto che 15, ha aggiunto ancora Zhu.

 

L’obiettivo del BIGAI è far sì che TongTong sia in grado di completare compiti come l’assistenza agli esseri umani nel versare tè e acqua e offrire una calda compagnia nelle case, oltre a poter essere impiegata in molteplici scenari personalizzati come le case di cura. L’istituto ipotizza addirittura di creare una «famiglia» di TongTong, che comprenda nonni, fratelli minori e amici dell’asilo.

 

Al di là delle discussioni anche etiche che è destinata a suscitare per le sue caratteristiche «umane» – tutte da verificare – nella descrizione che ne offre il Global Times colpisce l’insistenza sulle caratteristiche legate alle dimensioni delle relazioni personali e della cura.

 

Si intuisce il desiderio di andare a colpire un nervo scoperto della società cinese, dove i figli – ormai pochi e non solo per gli effetti disastrosi dei decenni della miope politica del figlio unico – già oggi sono sempre più in difficoltà nel farsi carico dei genitori anziani.

 

La sottolineatura sulle strabilianti capacità di TongTong anche nel coinvolgimento emotivo, dunque, sembrano quasi voler offrire una via tecnologica per rimuovere un problema sociale sempre più serio. Mentre i giovani cinesi, sempre più disillusi, non paiono avere alcuna intenzione di ascoltare gli inviti pressanti del Partito ad invertire la rotta, tornando a fare figli.

 

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