Epidemie
L’odore del sangue di uno Stato debole: carcerati, speculatori, immigrati lo sentono
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Qualcuno ha detto che la rivolta nelle carceri è dovuta allo stop delle visite, che avrebbe avuto come conseguenza la cessazione del flusso di droga che narcotizza le prigioni. La prova sarebbe che hanno subito assaltato le farmacie carcerarie, alla cerca di chissà cosa, forse del metadone.
Non siamo d’accordo. Crediamo che il belluino attacco coordinato (perché di questo si tratta) alle carceri di tutta Italia sia in realtà parte di una strategia che non viene da drogati, ma di menti ben lucide.
È una legge di natura, con l’odore del sangue arrivano le belve. Possiamo solo dire al lettore, dunque, di prepararsi ad un’ora ferale
I carcerati, che tecnicamente sono criminali, hanno compreso che il momento è propizio per loro e le loro richieste – e finanche, per chi davvero si vuole spingere così in là, per evadere. I criminali, che sanno cos’è l’odore del sangue, che per lavoro percepiscono istintivamente la posizione del loro interlocutore (la loro vittima), hanno compreso una cosa semplice: in questo momento lo Stato è debole. Di più: lo Stato, ora, può essere più debole di loro.
I criminali hanno compreso una cosa semplice: in questo momento lo Stato è debole. Di più: lo Stato, ora, può essere più debole di loro.
E quindi, ecco San Vittore in fiamme, le prigioni di Foggia devastate, Modena, Padova in rivolta, e più di una mezza dozzina di morti sul campo.
Le immagini pazzesche della fuga da Foggia parlano da sole. Decine e decine di criminali che fuggono dal cancello, con la volante della Polizia che arriva ma non può fare molto. Tana libera tutti.
A questo, con evidenza, stanno puntando: essere liberati al più presto dallo Stato sotto shock. Avranno visto, del resto, che lo ha fatto l’Iran, che non è esattamente la Norvegia nel campo del trattamento dei detenuti: Teheran, hanno scritto le agenzie di stampa, ha mandato ai domiciliari 54.000 carcerati.
Il Coronavirus è un interlocutore politico più vantaggioso per le persone ora al gabbio: perché Pannella, per quanto facesse spettacolo, mai avrebbe potuto mettere sotto scacco lo Stato. COVID-19 invece lo ha fatto. Ha in pugno il governo, e non solo quello
Domiciliari di massa anche in Italia, quindi, o ancora meglio quello che hanno apertis verbis domandato dei ragazzi dall’aspetto nordafricano (ma questo i giornali non possono mica scriverlo, è proibito) con uno striscione sventolato sopra San Vittore: «Indulto».
Il Coronavirus, è stato giustamente notato, è meglio di Marco Pannella. Il Coronavirus è un interlocutore politico più vantaggioso per le persone ora al gabbio: perché Pannella, per quanto facesse spettacolo, mai avrebbe potuto mettere sotto scacco lo Stato. COVID-19 invece lo ha fatto. Ha in pugno il governo, e non solo quello.
Quindi, pensano i galeotti, meglio affidarsi al virus: qualcuno che invocherà le carceri sovraffollate e il diritto umano a non prendere il morbo (che una prigione sia un isolamento di per sé non conta, perché il dirittoumanismo logica mai ne ha posseduta) lo troveremo, e quindi la discussione diventerà possibile. Ci siamo ribellati perché costretti, perché non possiamo prendere il virus, diranno. Qualche giudice, dice qualche utente della rete adirato, potrebbe credergli.
Si è consumato uno dei fatti più inquietanti di tutta la crisi pandemica italiana: le istituzioni hanno ritenuto di lasciare che aprisse la Borsa di Milano
Non è l’unica bestia, quella dei detenuti, ad aver compreso che lo Stato italiano è debole, e l’odore nel suo sangue è nell’aria.
Gli speculatori internazionali non sono certamente stati a dormire, tanto più che a Wall Street e nella City di Londra mica c’è l’obbligo di stare a casa come da noi.
E così, ieri si è consumato uno dei fatti più inquietanti di tutta la crisi pandemica italiana: le istituzioni (governo, ministeri, autorità di controllo, etc.) hanno ritenuto di lasciare che aprisse la Borsa di Milano. È inutile cercare una spiegazione, perché non la troverete: chiunque, uno pensa, nel momento in cui le imprese del Paese sono praticamente ferme o in via di arresto per shock epidemico, chiuderebbe gli scambi. I nostri no, non ci hanno pensato.
La strada spalancata davanti agli speculatori internazionali: puoi comprare a prezzi di saldo pezzi rilevanti delle aziende nazionali strategiche, quelle ovviamente ex-pubbliche o semipubbliche, e poi, una volta che il domino ha fatto cascare anche le banche, raccogliere per un tozzo di pane anche tutto il risparmio italiano
Abbiamo avuto così il tonfo logico, con perdite stile 11 settembre, o peggio. E la strada spalancata davanti agli speculatori internazionali: puoi comprare a prezzi di saldo pezzi rilevanti delle aziende nazionali strategiche, quelle ovviamente ex-pubbliche o semipubbliche, e poi, una volta che il domino ha fatto cascare anche le banche, raccogliere per un tozzo di pane anche tutto il risparmio italiano.
Un’occasione unica, ghiottissima: quando nel 1992 Soros distrusse la lira, aveva un piano complessissimo e macchinoso, che tirò giù anche monete di paesi asiatici come la Malesia, dove egli è condannato all’ergastolo in contumacia – mentre da noi 5 anni dopo Prodi gli dava una laurea ad honorem a Bologna.
No. Qui tutti i restanti gioielli di famiglia di quella che fu l’Italia prospera e laboriosa del dopoguerra vengono via per due lire, e senza tanti schemi diabolici: è bastato un microrganismo acellulare, e un governo di inetti.
E proprio quest’ultimo punto, l’inettitudine al governo, è quello che ha fatto titillare gli squali internazionali, che sanno conoscono una qualche forma del detto medievale «Le sot c’est la monture di Démon», lo scemo è la cavalcatura del Diavolo. Gli inetti provocano danni, portano stragi – ed ecco l’odore di sangue anche qui. Gli squali sono squali, e sono arrivati.
I gioielli di famiglia di quella che fu l’Italia prospera e laboriosa del dopoguerra vengono via per due lire, e senza tanti schemi diabolici: è bastato un microrganismo acellulare, e un governo di inetti
Ancora altre categorie di persone hanno sentito la patente debolezza dello Stato e hanno agito di conseguenza per trarne profitto. Parrebbe ci sia una nuova ondata di «profughi» in arrivo dalla Siria. Girava su internet qualche settimana fa una mappa in Arabo, come delle istruzioni che consigliavano di raggiungere Bologna.
Ora ci parlano di Idlib: uno striscione su questi poveri scappati dalla città siriana è apparso perfino in Piazza San Pietro all’Angelus a Porte chiuse del Papa antinfluenzale. Una pagina intiera del Corriere della Sera si appellava a quel migliaio di italiani con un patrimonio superiore ai 100 milioni di euro perché sganciassero a una qualche ONG per Idlib e i suoi poveretti. Leggere di richieste di danaro per degli stranieri in un giornale che dedica 20 pagine alla catastrofe biologica in patria fa un effetto surreale, ma ripetiamo che di logica non dobbiamo parlare mai in questi casi.
Gli inetti provocano danni, portano stragi – ed ecco l’odore di sangue anche qui. Gli squali sono squali, e sono arrivati
Dietro alla nuova ondata, che come le precedenti si metamorfoserà in una ulteriore fatta però da africani che scappano da indeterminate guerre e carestie (inesistenti, se non in un paio di punti del continento nero), c’è un altro che ha annusato il sangue nell’aria: Recep Tayyip Erdogan.
Il sultano turco ha capito che l’utilizzo dell’arma di migrazione di massa, che qualche anno fa gli fruttò 5 miliardi europei mentre il figlio avrebbe (secondo delle inchieste) fatto affari petroliferi con l’ISIS, è estremamente opportuno in questo momento di debolezza indotta dal COVID-19. Quindi, ha mandato la polizia spingere gli immigrati al confine greco, ha mandato la marina a scortare i gommini verso Lesbo, e si è premurato, presumibilmente, di mettere nel mazzo degli arrivi anche qualche jihadista veterano della disfatta siriana.
Erdogan ha capito che l’utilizzo dell’arma di migrazione di massa è estremamente opportuno in questo momento di debolezza indotta dal COVID-19
È quello che ha fatto in Libia, dove ha mandato, per sostenere la fazione tripolina di Serraj da lui prescelta, droni, istruttori e qualche birichino che ha tagliato qualche gola nel Levante durante l’ultima orrenda guerra.
Il fatto stesso che sia in Libia è un indice di quanto Erdogan ritenesse lo Stato italiano debole prima del Coronavirus (probabilmente, gli è bastato guardare la foto di giuramento del governo): la Libia fu soffiata dall’Italia giolittiana proprio alla Turchia ottomana; ora il neo-ottomano Erdogan se la riprende, alla faccia dei decenni nei quali, con l’ENI e senza, ci siamo coltivati Gheddafi e tutte le tribù possibili. Non che lo Stato italiano, malgrado il rischio di perdere una fonte di approvvigionamento energetico, ve lo abbia fatto capire: era impegnato nell’antirazzismo dell’involtino primavera.
Qualche analista aggiunge che anche il generale Haftar, il nemico di Serraj e quindi di Erdogan, abbia intensificato i suoi attacchi su Tripoli – praticamente l’unica parte della Libia che non controlla è la capitale – sta approfittando del Coronavirus italiano per avanzare senza più l’ostacolo, sempre più insignificante, della diplomazia italiana (dove, ricordatelo sempre, ora ci sta Giggino «Coronavairus» Di Majo).
Il generale Haftar sta approfittando del Coronavirus italiano per avanzare senza più l’ostacolo, sempre più insignificante, della diplomazia italiana
Ma torniamo ai criminali nostrani propriamente detti: se lo hanno capito quelli che stanno dietro le sbarre, figurarsi se non lo hanno capito quelli che stanno fuori. Le mafie, quando l’epidemia, grazie alla storica fuga massiva da Milano causa bozza di decreto trapelata di sabato sera, giungerà al Sud e intaserà le rianimazioni e la vita sociale, cosa faranno?
Quel che faranno lo sanno già, lo hanno già deciso – perché, a differenza che a Roma, lì ci sono uomini che decidono. Chiederanno un prezzo allo Stato debole? Giocheranno al rialzo permettendo qualche supermercato incendiato?
Le mafie, quando l’epidemia, grazie alla storica fuga massiva da Milano causa bozza di decreto trapelata di sabato sera, giungerà al Sud e intaserà le rianimazioni e la vita sociale, cosa faranno?
Prendiamo Napoli: si mormora che durante l’emergenza del Colera negli anni Settanta la Camorra si accordò con lo Stato nello sforzo di riportare sotto il Vesuvio sconvolto. Sappiamo che ora, però, gli equilibri sono molto cambiati. Quindici anni di Roberto Saviano e di serie TV glorificanti hanno avuto come esito che se un carabiniere spara ad un ragazzino rapinatore segue la devastazione di un Pronto Soccorso (e quindi, immaginate cosa succede se non curano mammà ammorbata di COVID-19 perché sono finiti i respiratori); più grave ancora, è la «stesa» che ne è seguita: ragazzini arrivano con i motorini dinanzi ad una caserma, e sparano per aria.
Disordini al Sud – i primi supermercati assaltati, etc. – avrebbero ripercussioni al Nord, e per la presenza di meridionali qui, e per emulazione nel collasso del contratto sociale
Un atto di sfida allo Stato, che nella logica della criminalità organizzata di una volta non ha senso. A meno di non essere Totò Riina (e i risultati si sono visti), lo Stato non lo sfidi mai: ti ci accordi, lo corrompi, lo pungoli qua e là d’improvviso, ma no, sfidarlo proprio non puoi.
E quindi, l’odore del sangue cosa combinerà a Sud? Vedremo, sarà dirimente. Disordini al Sud – i primi supermercati assaltati, etc. – avrebbero ripercussioni al Nord, e per la presenza di meridionali qui, e per emulazione nel collasso del contratto sociale. Come già scritto altrove, a negozi e supermercati, dopo qualche tempo, seguono le violenze private, con personaggi che vanno a razziare le case.
Non è escluso che si vengano a formare bande di stranieri, che di fatto si troverebbero più a loro agio che mai nell’Italia africanizzata
Non è escluso, qui, che si vengano a formare bande di stranieri, che di fatto si troverebbero più a loro agio che mai: nell’Italia africanizzata, ridotta ad una devastazione terzomondiale, essi sono esperti del cosiddetto pillage, la razzia dei villaggi che nell’Africa nera avviene ciclicamente, e non solo in Nigeria e in Congo.
L’esercito sulle strade dovrebbe quindi potrebbe divenire una necessità assoluta. Come abbiamo già scritto, riteniamo che questo governo, sostenuto da partiti che vivono in un mondo virtuale dove più che la realtà del Paese contano dei badge goscisti («antirazzismo», «antifascismo», «antimilitarismo»), questa decisione, se verrà presa, verrà presa, anche qui, troppo tardi.
L’odore del sangue è oggi fortissimo. È una legge di natura, con quello arrivano le belve. Possiamo solo dire al lettore, dunque, di prepararsi ad un’ora ferale.
Roberto Dal Bosco
Epidemie
La Sierra Leone dichiara l’emergenza per il vaiolo delle scimmie
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La Sierra Leone ha dichiarato l’emergenza sanitaria pubblica dopo aver confermato due casi del virus mpox, precedentemente noto come vaiolo delle scimmie.
L’annuncio è stato dato lunedì dal ministro della Salute Austin Demby nella capitale del paese dell’Africa occidentale, Freetown, dopo che è stato rilevato un secondo caso di malattia virale potenzialmente fatale.
«La conferma di due casi di mpox nel Paese ha spinto ad adottare misure immediate come previsto dal Public Health Act», ha affermato Demby.
La scorsa settimana, la Sierra Leone ha segnalato il suo primo caso di mpox da quando è stato innalzato il livello di allerta continentale per la malattia l’anno scorso. Ad agosto, l’autorità sanitaria dell’Unione Africana ha dichiarato la diffusione del virus un’«emergenza di sanità pubblica per la sicurezza continentale».
Il Marocco ha confermato il suo primo caso di mpox dell’attuale epidemia a settembre. Anche Burundi, Kenya, Ruanda e Uganda hanno registrato casi della malattia. Secondo l’OMS, molte delle infezioni sono state ricondotte a collegamenti di viaggio con le regioni orientali della Repubblica Democratica del Congo.
Il ministero della Salute della Sierra Leone ha riferito che nessuno dei due pazienti era stato esposto di recente a individui o animali infetti noti e che solo il primo caso riguardava un viaggio recente. I pazienti sono stati identificati come un uomo di 27 anni di un villaggio vicino a Freetown e un uomo di 21 anni che vive nella capitale. Entrambi sono attualmente in cura presso un ospedale di Freetown.
Demby ha affermato che la dichiarazione di emergenza sanitaria pubblica consente al governo di mobilitare rapidamente risorse, prevenire ulteriori trasmissioni e garantire cure appropriate per le persone colpite. Ha inoltre annunciato una sorveglianza rafforzata delle frontiere, test estesi e il lancio di una campagna di sensibilizzazione a livello nazionale.
«Invitiamo tutti i cittadini a mantenere la calma, a tenersi informati e a segnalare tempestivamente alle autorità sanitarie eventuali casi sospetti», ha affermato Demby.
Il ministro ha rassicurato la popolazione sulla prontezza del Paese ad affrontare l’epidemia, citando le lezioni apprese dalla gestione delle crisi sanitarie del passato, tra cui l’epidemia di Ebola del 2014 e la pandemia di Covid-19.
Il virus è stato identificato per la prima volta nei macachi alla fine degli anni Cinquanta. Il primo caso umano è stato segnalato nella Repubblica Democratica del Congo (allora Zaire) nel 1970, dove la malattia rimane endemica.
Come riportato da Renovatio 21, tre mesi fa la Germania ha segnalato il suo primo caso di una nuova variante di vaiolo delle scimmie. In un volantino pubblicato in quei giorni, il Robert Koch Institute (RKI) aveva anche spiegato che la trasmissione della nuova variante di mpox avviene principalmente attraverso uno stretto contatto fisico con persone già infette dal virus.
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L’istituto sanitario germanico aveva anche ricordato che a maggio 2022, quando è stata osservata per la prima volta la diffusione di mpox al di fuori dell’Africa, si è scoperto che le infezioni venivano trasmesse principalmente attraverso «contatti sessuali tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini», con particolare attenzione ai festival estivi LGBT come Gay Pride ed affini.
Quando ha iniziato a diffondersi rapidamente alla fine del 2022, l’OMS aveva ribattezzato la malattia mpox, per evitare «un linguaggio razzista e stigmatizzante».
Mesi fa un nuovo ceppo di vaiolo delle scimmie con «potenziale pandemico» era stato scoperto in Congo. L’OMS ha ridichiarato l’mpox «emergenza sanitaria globale» la scorsa estate.
Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso in India era stato registrato il primo caso di ceppo mortale del patogeno. Nello stesso periodo, Singapore ha lanciato una quarantena in stile COVID e una campagna vaccinale. Controlli agli arrivi aeroportuali sono stati istituiti in Paesi come la Cina e il Kazakistan.
L’autorità di regolamentazione farmaceutica americana FDA ha approvato un vaccino per il vaiolo delle scimmie anche se potrebbe causare morte nei vaccinati e pure nei non vaccinati che entrano in contatto con i primi.
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Immagine di NIAID via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
Epidemie
La Von der Leyen ha una «grave polmonite». Alcuni si chiedono: che sia il COVID?
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Epidemie
I media mainstream accusano kennedy di aver causato un’epidemia di morbillo a Samoa che ha ucciso 83 bambini. È vero?
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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Una serie di recenti articoli apparsi sui principali media ha attribuito a Robert F. Kennedy Jr. la responsabilità della mortale epidemia di morbillo del 2019 in Samoa, ma la cronologia degli eventi dimostra che tali accuse sono false, secondo il dott. Vinay Prasad.
Robert F. Kennedy Jr. è stato il responsabile dell’epidemia di morbillo scoppiata nell’autunno del 2019 a Samoa, in cui morirono 83 bambini?
Mentre il Senato degli Stati Uniti si prepara a tenere le udienze di conferma di Kennedy, nominato alla guida del dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS) degli Stati Uniti, diversi organi di informazione hanno cercato di screditare Kennedy sostenendo che avrebbe avuto un ruolo chiave nella tragedia di Samoa.
Alcuni resoconti dei media hanno suggerito che se Kennedy vincesse la nomina a segretario dell’HHS, negli Stati Uniti si verificherebbero probabilmente focolai come quello di Samoa.
«È stato un disastro ed è stato causato in gran parte da RFK Jr.», ha detto il governatore delle Hawaii Josh Green al conduttore del notiziario MSNBC Jonathan Capehart. «Se diventasse il nostro principale funzionario sanitario, vedreste focolai come questo nelle comunità rurali e nelle città di tutta l’America. I bambini morirebbero o avrebbero gravi disabilità».
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Tuttavia, uno sguardo veloce alla cronologia degli eventi in Samoa dimostra che «non ha assolutamente senso» attribuire la colpa dell’epidemia di morbillo a Kennedy, secondo il dottor Vinay Prasad, ematologo-oncologo e professore presso l’Università della California, San Francisco.
«Questa narrazione su Samoa crolla a prima vista», ha detto Prasad in un video di YouTube pubblicato martedì.
Invece, ha affermato Prasad, le cause multiformi dell’epidemia di morbillo samoano erano tutte collegate a un’infrastruttura sanitaria pubblica limitata, non al sentimento «no-vax» propagato da Kennedy e altri.
Prasad ha scritto sul suo Substack:
«L’epidemia di morbillo samoano si è verificata a causa di una serie di fattori tra cui una popolazione impoverita, una storia recente (in termini storici) di morbillo, bassi tassi di vaccinazione di lunga data, l’omicidio colposo di due bambini, una copertura, scarsa alfabetizzazione sanitaria, scarse infrastrutture sanitarie, scarsi messaggi governativi, la sospensione della vaccinazione MPR [morbillo-parotite-rosolia] da parte del governo e un paese attratto da idee tradizionali di salute e medicina».
Prasad ha esaminato la cronologia dell’epidemia, che ha detto essere iniziata a luglio 2018. È stato allora che due infermiere uccisero due neonati con il vaccino MPR dopo averlo erroneamente mescolato con un farmaco paralizzante anziché con una soluzione salina.
Invece di ammettere il loro errore, le infermiere nascosero le fiale e cercarono di nascondere la causa della morte dei neonati.
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Quando la copertura venne alla luce e il pubblico apprese cosa aveva realmente causato la morte dei due neonati, le rivelazioni scatenarono un’ondata di proteste. Le infermiere furono condannate per omicidio colposo e il governo samoano, non Kennedy, sospese il programma vaccinale MPR di Samoa per 10 mesi.
I tassi di vaccinazione sono scesi dal 75% al 30%, ha affermato Prasad.
Prasad ha affermato che i bassi tassi di vaccinazione di Samoa, che secondo lui sono dovuti alla sfiducia del pubblico nei confronti della medicina occidentale e del governo samoano, sono stati in parte responsabili dell’epidemia.
Kennedy visitò l’isola nel giugno 2019, quasi un anno dopo la morte dei due neonati, che determinò la sospensione di 10 mesi della vaccinazione MPR da parte del governo e il forte calo dei tassi di vaccinazione.
Due o tre mesi dopo, un visitatore dalla Nuova Zelanda ha introdotto la malattia e ne è seguita un’epidemia. Il governo rispose lanciando una campagna di vaccinazione di massa.
L’epidemia di morbillo a Samoa ha avuto un tasso di mortalità particolarmente elevato perché i bambini non hanno cercato cure mediche nel sistema sanitario samoano, ormai inadeguato, oppure perché i medici hanno utilizzato trattamenti inefficaci.
L’idea che la visita di Kennedy abbia portato a bassi tassi di vaccinazione a livello nazionale che poi hanno portato a morti infantili qualche mese dopo non ha senso, ha detto Prasad. «Non avrebbe potuto causarlo, perché il danno era già fatto».
Tuttavia, diversi organi di informazione, tra cui il Washington Post e il New York Times, hanno pubblicato articoli in cui si sosteneva che la colpa fosse di Kennedy.
Prasad ha anche affermato che quando personaggi pubblici prendono posizioni esplicite su questioni controverse, ciò non orienta la politica sanitaria pubblica nel modo in cui spesso i media affermano.
Ha fatto l’esempio del dottor Anthony Fauci che è «un attore centrale nella risposta del governo al COVID-19», e quindi ha un ruolo molto più importante nella politica di sanità pubblica rispetto a qualcuno come Joe Rogan, che «è solo un commentatore di terze parti». Anche se i media spesso attribuiscono la responsabilità a persone come Rogan e, nel caso di Samoa, Kennedy, i commentatori di terze parti non guidano la politica.
Prasad ha suggerito che se le persone pensano che «l’esitazione vaccinale» sia un problema, dovrebbero considerare questioni come la mancanza di studi clinici randomizzati o il fatto che anche gli studi randomizzati come quelli per il vaccino materno contro il virus respiratorio sinciziale non studiano se il vaccino riduce il virus bersaglio.
Ha affermato che dovrebbe esserci un solido sistema pubblico per monitorare i danni da vaccino e che i funzionari della sanità pubblica dovrebbero riconoscere quando si verificano anziché nasconderli.
Il giornalista investigativo David Marks ha riferito su Brownstone che, all’epoca dell’epidemia di morbillo, Kennedy scrisse una lettera al primo ministro samoano esponendo le possibili cause dell’epidemia.
Scrivendo nel suo precedente ruolo di presidente di Children’s Health Defense Kennedy suggerì al governo di esaminare la possibilità che i vaccini MPR della Merck stessero fallendo. Se fosse stato così, disse Kennedy, ciò avrebbe potuto significare che le madri vaccinate non stavano trasmettendo la protezione ai loro bambini, che il vaccino non proteggeva dal ceppo circolante del morbillo o che la somministrazione di un virus vivo aveva portato alla circolazione di un ceppo vaccinale del morbillo.
Brenda Baletti
Ph.D.
© 2gennaio 2025 , Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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Immagine di Gage Skidmore via Flickr pubblicata su licenza CC BY-SA 2.0
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