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Epidemie

La bozza del contagio meridionale

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Abbiamo guardato i giornali, praticamente nessuno si sta chiedendo la cosa più incredibile di queste ore, un fatto di gravità tale che sarebbe lecito chiedere la rimozione dell’intero governo: com’è possibile che sia trapelata una bozza non firmata che giocoforza porta le persone al panico?

 

Poco dopo le indiscrezioni, finite sui siti dei quotidiani e sui TG (quindi, fatte arrivare da una manina non improvvisata) la Stazione Centrale e la Stazione Garibaldi di Milano, principali hub ferroviari della metropoli della nuova Zona Rossa, sono state prese d’assalto.

 

Com’è possibile che sia trapelata una bozza non firmata che giocoforza porta le persone al panico?

Treni notturni – perfino gli invivibili Intercity misteriosamente sopravvissuti nelle tenebre – straboccanti di persone che tentano di fuggire da Milano prima della serata, con tanta furia che, riportano articoli di stamane, alcuni sono senza biglietto.

 

Chi ha vissuto a Milano sa bene che è città cosmopolita, ma anche molto pan-italiana. Chi scrive ci ha vissuto da veneto per 12 anni, e c’erano Piemontesi, Emiliani, Liguri, Friulani, Marchigiani, perfino qualche romano – che in genere ama ripetere, cosa quanto mai appropriata oggi, che «l’unica cosa bella di Milano è il treno per Roma».

 

Ora: il Sud era stato in qualche modo graziato dall’epidemia, tanto che molti si lamentavano della movida giovanile rimasta invariata nelle città del Mezzogiorno.

E poi, valanghe di ragazze e ragazzi, di famiglie, di parentadi interi che provengono dal profondo Sud. Puglia, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Campania… Perfino la Sardegna ha il suo immenso contingente di oriundi milanesi.

 

L’immigrazione dal Sud è un fatto vecchio di più di un secolo (pensate al caso della famiglia di Celentano) e negli anni Settanta nell’elenco telefonico milanese il cognome meridionale «Russo» superò l’iper-autoctono «Fumagalli» (da fine anni Novanta il primo cognome è invece «Hu», cognome della provincia cinese del Zhejiang, anche questo dato è ora quanto mai appropriato).

 

L’immigrazione dal Sud a Milano non si è mai fermata, e riguarda tutte le classi sociali, tutte le tipologie di persone. Studenti, operai, militari, casalinghe.

 

Ora: il Sud era stato in qualche modo graziato dall’epidemia, tanto che molti si lamentavano della movida giovanile rimasta invariata nelle città del Mezzogiorno. (E non solo del Mezzogiorno, certo)

Non è detto che i reparti di rianimazione al Sud siano forti a sufficienza

 

La cosa in sé pareva un gran bene. Perché, primo: non è detto che i reparti di rianimazione (cioè il principale bersaglio del Coronavirus nel corpo della Nazione) laggiù siano forti a sufficienza. 

 

Secondo: la tenuta del collante sociale non è garantita. Al panico pandemico, non è detto che il Sud reagisca come il Nord. Pensate alle cronache recenti: pensate alle zone dove se un carabiniere spara ad un rapinatore l’effetto è la devastazione del pronto soccorso è una «stesa» (cioè, manifestazione criminale dimostrativa con spari per aria) dinanzi ad una caserma.

 

Al panico pandemico, non è detto che il Sud reagisca come il Nord

La questione dei pronti soccorso devastati, una consistente specialità partenopea nel paniere degli attacchi alle ambulanze e le minacce ai medici, è particolarmente importante: perché proprio dal collasso delle rianimazioni potrebbero essere la miccia che fa esplodere l’Italia.

 

Se lo Stato, a cui pago le tasse, alle cui leggi mi sottometto, e a cui – idealmente – delego il mio senso di giustizia, lascia morire mia nonna, mia madre, e forse pure mia figlia (i casi di bambini contagiati ci sono, dicono) allora il cittadino irato può pensare di disiscriversi da quello che con le parole di Rousseau (il pensatore, non la piattaforma grillina, tanto utile in questi momenti) chiama «il Contratto sociale».

 

Chiamatelo come volete, è quello: è il motivo per cui un cittadino comune, e nemmeno un criminale, si mette di punto in bianco a spaccare vetrine, a svaligiare supermercati, etc.

 

La dinamica di una cittadinanza che perde il senso dello Stato: prima si saltano le file negli uffici, in farmacia, nei negozi. Poi, si assaltano i supermercati. In seguito cominciano le razzie direttamente nelle case e le violenze più generalizzate

La dinamica di una cittadinanza che perde il senso dello Stato – ne perde il timore, anzi cova verso di esso rabbia assoluta – funziona bene o male così: dapprima si saltano le file negli uffici, in farmacia, nei negozi. Poi, si assaltano i supermercati. In seguito, a distanza di qualche tempo, cominciano le razzie direttamente nelle case, e le violenze più generalizzate.

 

Non stiamo descrivendo niente di nuovo: se avete visto il film Contagion, che è un grande spot scientifico-istituzionale di OMS e CDC (il controverso centro per le malattie infettive americano), noterete che l’escalation è questa.

 

La soluzione esiste ed è ancora più tremenda, è indicibile nell’Italia repubblicana: i militari per le strade. Con un governo fatto di questi due partiti, dove le etichette virtuali dell’antifascismo e l’antimilitarismo contano più di qualsiasi pericolo concreto (ricordate i cinesi non quarantenati in nome dell’antirazzismo), è molto facile che la decisione sia rimandata il più possibile, forse non è nemmeno presa davvero in considerazione.

 

Restiamo a quello che sta succedendo.

 

Facendo fuggire migliaia di persone – tra le quali, giocoforza, ci saranno dei contagiati – al Sud, si realizzerà l’epidemia anche nell’Italia meridionale?

Facendo fuggire migliaia di persone – tra le quali, giocoforza, ci saranno dei contagiati – al Sud, si realizzerà l’epidemia anche nell’Italia meridionale? Aritmeticamente, con persone in fuga dalla nuova Zona Rossa al Sud, senza nessun controllo, senza nessuna direttiva, è quello che dovrebbe succedere. Più lombardi in meridione significa più Coronavirus al Sud. Punto.

 

Chiediamocelo: l’Italia meridionale potrà reggere all’isteria collettiva? Napoli, durante l’epidemia di colera, in qualche modo resse. Ma la città è molto cambiata – anche nel tessuto di potere profondo, e penso che capiate tutti quello che stiamo dicendo. La reazione, quindi, è una incognita.

 

L’Italia meridionale potrà reggere all’isteria collettiva?

Tutto partito da questa cosa mai vista: una bozza di  decreto che circola a sera tardi, non firmata, con mille punti di domanda (potrò andare a trovare mia madre che sta male? Potrà tornare mia sorella dall’estero? Posso andare al lavoro? Ci saranno i blocchi di polizia in autostrada?) lasciando al buio governatori e sindaci, a quanto ci è parso di capire.

 

Com’è possibile che il governo, che dovrebbe avere il controllo, provochi una simile situazione?

Com’è possibile una cosa del genere? Com’è possibile che il governo, che dovrebbe avere il controllo, provochi una simile situazione?

 

Com’è possibile questa eterogenesi dei fini? Vogliono bloccare le persone in Lombardia, e con una soffiata ne provocano la fuga?

 

Vogliono bloccare le persone in Lombardia, e con una soffiata ne provocano la fuga?

Rinunciamo a capire, parlare di incompetenza non basta. La fiducia nell’istituzione va in frantumi anche quando guardiamo al caso Zingaretti, che 10 giorni fa officiava gaudenti spritz collettivi a Milano per combattere la paura del COVID-19, e adesso è a casa contagiato: ci chiediamo se tutte quelle persone che si vedono attorno al suo sorrisone ora sono in quarantena, o sono scappate da mamma al Sud.

 

Distrutta la credibilità della politica, ci resterebbe, umanamente e istituzionalmente, quella della religione: ma no, neanche per sogno.

 

Restate uomini. Nella speranza che la catastrofe virale faccia sparire quanto prima dalla plancia di comando chi virile non si sta dimostrando

Possiamo certo affidarci alla preghiera, ma anche quella è stata quarantenata: chiese chiuse, Vaticano chiuso – papa e preti hanno deciso per l’abolizione del sacro, l’incontrovertibile la sottomissione dello spirituale al virale (chi è il vero dio? Di chi avete più paura? Di Nostro Signore o del Coronavirus?).

 

Chiudiamo. Restate vigili, restate uomini. La radice etimologica della parola uomo, in latino, per alcuni è vis, la forza. Ora c’è bisogno proprio di quello. Di forza. Di muscoli, di ormoni, di lucidità, di sacrificio. Di capacità di agire. O almeno, della virile capacità di decidere: subito, nettamente, in chiarezza. Tutte le cose che gli uomini di una volta –lontani dagli Erasmus e dalle Greta Thunberg, dalle ONG e dagli involtini primavera – avevano di default, in abbondanza.

 

Nella grande speranza che la catastrofe virale faccia sparire quanto prima dalla plancia di comando chi virile non si sta dimostrando.

 

Roberto Dal Bosco

 

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Epidemie

La Sierra Leone dichiara l’emergenza per il vaiolo delle scimmie

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La Sierra Leone ha dichiarato l’emergenza sanitaria pubblica dopo aver confermato due casi del virus mpox, precedentemente noto come vaiolo delle scimmie.

 

L’annuncio è stato dato lunedì dal ministro della Salute Austin Demby nella capitale del paese dell’Africa occidentale, Freetown, dopo che è stato rilevato un secondo caso di malattia virale potenzialmente fatale.

 

«La conferma di due casi di mpox nel Paese ha spinto ad adottare misure immediate come previsto dal Public Health Act», ha affermato Demby.

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La scorsa settimana, la Sierra Leone ha segnalato il suo primo caso di mpox da quando è stato innalzato il livello di allerta continentale per la malattia l’anno scorso. Ad agosto, l’autorità sanitaria dell’Unione Africana ha dichiarato la diffusione del virus un’«emergenza di sanità pubblica per la sicurezza continentale».

 

Il Marocco ha confermato il suo primo caso di mpox dell’attuale epidemia a settembre. Anche Burundi, Kenya, Ruanda e Uganda hanno registrato casi della malattia. Secondo l’OMS, molte delle infezioni sono state ricondotte a collegamenti di viaggio con le regioni orientali della Repubblica Democratica del Congo.

 

Il ministero della Salute della Sierra Leone ha riferito che nessuno dei due pazienti era stato esposto di recente a individui o animali infetti noti e che solo il primo caso riguardava un viaggio recente. I pazienti sono stati identificati come un uomo di 27 anni di un villaggio vicino a Freetown e un uomo di 21 anni che vive nella capitale. Entrambi sono attualmente in cura presso un ospedale di Freetown.

 

Demby ha affermato che la dichiarazione di emergenza sanitaria pubblica consente al governo di mobilitare rapidamente risorse, prevenire ulteriori trasmissioni e garantire cure appropriate per le persone colpite. Ha inoltre annunciato una sorveglianza rafforzata delle frontiere, test estesi e il lancio di una campagna di sensibilizzazione a livello nazionale.

 

«Invitiamo tutti i cittadini a mantenere la calma, a tenersi informati e a segnalare tempestivamente alle autorità sanitarie eventuali casi sospetti», ha affermato Demby.

 

Il ministro ha rassicurato la popolazione sulla prontezza del Paese ad affrontare l’epidemia, citando le lezioni apprese dalla gestione delle crisi sanitarie del passato, tra cui l’epidemia di Ebola del 2014 e la pandemia di Covid-19.

 

Il virus è stato identificato per la prima volta nei macachi alla fine degli anni Cinquanta. Il primo caso umano è stato segnalato nella Repubblica Democratica del Congo (allora Zaire) nel 1970, dove la malattia rimane endemica.

 

Come riportato da Renovatio 21, tre mesi fa la Germania ha segnalato il suo primo caso di una nuova variante di vaiolo delle scimmie. In un volantino pubblicato in quei giorni, il Robert Koch Institute (RKI) aveva anche spiegato che la trasmissione della nuova variante di mpox avviene principalmente attraverso uno stretto contatto fisico con persone già infette dal virus.

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L’istituto sanitario germanico aveva anche ricordato che a maggio 2022, quando è stata osservata per la prima volta la diffusione di mpox al di fuori dell’Africa, si è scoperto che le infezioni venivano trasmesse principalmente attraverso «contatti sessuali tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini», con particolare attenzione ai festival estivi LGBT come Gay Pride ed affini.

 

Quando ha iniziato a diffondersi rapidamente alla fine del 2022, l’OMS aveva ribattezzato la malattia mpox, per evitare «un linguaggio razzista e stigmatizzante».

 

Mesi fa un nuovo ceppo di vaiolo delle scimmie con «potenziale pandemico» era stato scoperto in Congo. L’OMS ha ridichiarato l’mpox «emergenza sanitaria globale» la scorsa estate.

 

Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso in India era stato registrato il primo caso di ceppo mortale del patogeno. Nello stesso periodo, Singapore ha lanciato una quarantena in stile COVID e una campagna vaccinale. Controlli agli arrivi aeroportuali sono stati istituiti in Paesi come la Cina e il Kazakistan.

 

L’autorità di regolamentazione farmaceutica americana FDA ha approvato un vaccino per il vaiolo delle scimmie anche se potrebbe causare morte nei vaccinati e pure nei non vaccinati che entrano in contatto con i primi.

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Immagine di NIAID via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0

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Epidemie

La Von der Leyen ha una «grave polmonite». Alcuni si chiedono: che sia il COVID?

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Alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen è stata diagnosticata una grave polmonite, che la costringerà ad annullare gli impegni ufficiali per le prossime settimane.   Stefan De Keersmaeker, portavoce della Commissione europea, ha confermato venerdì le sue condizioni, affermando che i viaggi programmati a Lisbona, in Portogallo, e Danzica, in Polonia, saranno riprogrammati a una data successiva.   «Il presidente ha annullato i suoi impegni esterni per le prime due settimane di gennaio. Sta affrontando una grave polmonite», ha detto il portavoce secondo Politico.

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Secondo il De Keersmaeker, la Von der Leyen, 66 anni, è attualmente in fase di recupero, ma continua a gestire «affari ufficiali» da remoto, dalla sua residenza ad Hannover, in Germania.   Von der Leyen ha iniziato il suo secondo mandato quinquennale come presidente della Commissione Europea il 1° dicembre 2024. La CE Commissione non ha annunciato se qualcuno assumerà temporaneamente parte delle sue responsabilità durante la convalescenza. Non sono state indicate modifiche alla sua agenda più ampia, a parte la cancellazione degli impegni personali di von der Leyen. Si prevede che riprenderà pienamente i suoi doveri a Bruxelles entro metà gennaio, se la salute lo permetterà.   Non sono stati divulgati ulteriori dettagli sulle sue condizioni o sulle circostanze che hanno portato alla sua malattia. La polmonite, un’infezione che infiamma gli alveoli in uno o entrambi i polmoni, può variare in gravità da lieve a pericolosa per la vita. È particolarmente pericolosa per gli anziani e per coloro che hanno problemi di salute preesistenti.   Alcuni si chiedono se la polmonite in questione non sia quella che dovrebbe chiamarsi «polmonite di Wuhan», ma che si è preferito, per motivi politici e geopolitici che sono divenuti via via sempre più chiari, COVID-19.

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Sarebbe tuttavia un paradosso non gestibile facilmente a livello di pubbliche relazioni, se colei che ha spinto più di ogni altro per il vaccino mRNA (tecnologia di cui il marito è esperto) spingendosi persino a scrivere (per poi cancellare) messaggini privati con il CEO di Pfizer Alberto Bourla per dotare il continenti di centinaia di milioni di dosi di siero, si fosse ammalata del famigerato morbo.   C’è da pensare che la presidente sia di fatto tridosata, quadridosata, pentadosata, esadosata, eptadosata, octadosata enneadosata, decadosata, una cosa così.   La Commissione europea, guidata da von der Leyen dal 2019, è responsabile della proposta di leggi, dell’applicazione dei trattati dell’UE e della gestione degli affari quotidiani del blocco. La sua assenza temporanea coincide con un periodo cruciale in cui la commissione è pronta ad affrontare questioni chiave, tra cui l’attuazione di politiche nell’ambito del Competitiveness Compass appena approvato, un quadro economico per i prossimi cinque anni.

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Immagine di European Union, 2024 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
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Epidemie

I media mainstream accusano kennedy di aver causato un’epidemia di morbillo a Samoa che ha ucciso 83 bambini. È vero?

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Una serie di recenti articoli apparsi sui principali media ha attribuito a Robert F. Kennedy Jr. la responsabilità della mortale epidemia di morbillo del 2019 in Samoa, ma la cronologia degli eventi dimostra che tali accuse sono false, secondo il dott. Vinay Prasad.

 

Robert F. Kennedy Jr. è stato il responsabile dell’epidemia di morbillo scoppiata nell’autunno del 2019 a Samoa, in cui morirono 83 bambini?

 

Mentre il Senato degli Stati Uniti si prepara a tenere le udienze di conferma di Kennedy, nominato alla guida del dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS) degli Stati Uniti, diversi organi di informazione hanno cercato di screditare Kennedy sostenendo che avrebbe avuto un ruolo chiave nella tragedia di Samoa.

 

Alcuni resoconti dei media hanno suggerito che se Kennedy vincesse la nomina a segretario dell’HHS, negli Stati Uniti si verificherebbero probabilmente focolai come quello di Samoa.

 

«È stato un disastro ed è stato causato in gran parte da RFK Jr.», ha detto il governatore delle Hawaii Josh Green al conduttore del notiziario MSNBC Jonathan Capehart. «Se diventasse il nostro principale funzionario sanitario, vedreste focolai come questo nelle comunità rurali e nelle città di tutta l’America. I bambini morirebbero o avrebbero gravi disabilità».

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Tuttavia, uno sguardo veloce alla cronologia degli eventi in Samoa dimostra che «non ha assolutamente senso» attribuire la colpa dell’epidemia di morbillo a Kennedy, secondo il dottor Vinay Prasad, ematologo-oncologo e professore presso l’Università della California, San Francisco.

 

«Questa narrazione su Samoa crolla a prima vista», ha detto Prasad in un video di YouTube pubblicato martedì.

 

Invece, ha affermato Prasad, le cause multiformi dell’epidemia di morbillo samoano erano tutte collegate a un’infrastruttura sanitaria pubblica limitata, non al sentimento «no-vax» propagato da Kennedy e altri.

 

Prasad ha scritto sul suo Substack:

 

«L’epidemia di morbillo samoano si è verificata a causa di una serie di fattori tra cui una popolazione impoverita, una storia recente (in termini storici) di morbillo, bassi tassi di vaccinazione di lunga data, l’omicidio colposo di due bambini, una copertura, scarsa alfabetizzazione sanitaria, scarse infrastrutture sanitarie, scarsi messaggi governativi, la sospensione della vaccinazione MPR [morbillo-parotite-rosolia] da parte del governo e un paese attratto da idee tradizionali di salute e medicina».

 

Prasad ha esaminato la cronologia dell’epidemia, che ha detto essere iniziata a luglio 2018. È stato allora che due infermiere uccisero due neonati con il vaccino MPR dopo averlo erroneamente mescolato con un farmaco paralizzante anziché con una soluzione salina.

 

Invece di ammettere il loro errore, le infermiere nascosero le fiale e cercarono di nascondere la causa della morte dei neonati.

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Quando la copertura venne alla luce e il pubblico apprese cosa aveva realmente causato la morte dei due neonati, le rivelazioni scatenarono un’ondata di proteste. Le infermiere furono condannate per omicidio colposo e il governo samoano, non Kennedy, sospese il programma vaccinale MPR di Samoa per 10 mesi.

 

I tassi di vaccinazione sono scesi dal 75% al ​​30%, ha affermato Prasad.

 

Prasad ha affermato che i bassi tassi di vaccinazione di Samoa, che secondo lui sono dovuti alla sfiducia del pubblico nei confronti della medicina occidentale e del governo samoano, sono stati in parte responsabili dell’epidemia.

 

Kennedy visitò l’isola nel giugno 2019, quasi un anno dopo la morte dei due neonati, che determinò la sospensione di 10 mesi della vaccinazione MPR da parte del governo e il forte calo dei tassi di vaccinazione.

 

Due o tre mesi dopo, un visitatore dalla Nuova Zelanda ha introdotto la malattia e ne è seguita un’epidemia. Il governo rispose lanciando una campagna di vaccinazione di massa.

 

L’epidemia di morbillo a Samoa ha avuto un tasso di mortalità particolarmente elevato perché i bambini non hanno cercato cure mediche nel sistema sanitario samoano, ormai inadeguato, oppure perché i medici hanno utilizzato trattamenti inefficaci.

 

L’idea che la visita di Kennedy abbia portato a bassi tassi di vaccinazione a livello nazionale che poi hanno portato a morti infantili qualche mese dopo non ha senso, ha detto Prasad. «Non avrebbe potuto causarlo, perché il danno era già fatto».

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Tuttavia, diversi organi di informazione, tra cui il Washington Post e il New York Times, hanno pubblicato articoli in cui si sosteneva che la colpa fosse di Kennedy.

 

Prasad ha anche affermato che quando personaggi pubblici prendono posizioni esplicite su questioni controverse, ciò non orienta la politica sanitaria pubblica nel modo in cui spesso i media affermano.

 

Ha fatto l’esempio del dottor Anthony Fauci che è «un attore centrale nella risposta del governo al COVID-19», e quindi ha un ruolo molto più importante nella politica di sanità pubblica rispetto a qualcuno come Joe Rogan, che «è solo un commentatore di terze parti». Anche se i media spesso attribuiscono la responsabilità a persone come Rogan e, nel caso di Samoa, Kennedy, i commentatori di terze parti non guidano la politica.

 

Prasad ha suggerito che se le persone pensano che «l’esitazione vaccinale» sia un problema, dovrebbero considerare questioni come la mancanza di studi clinici randomizzati o il fatto che anche gli studi randomizzati come quelli per il vaccino materno contro il virus respiratorio sinciziale non studiano se il vaccino riduce il virus bersaglio.

 

Ha affermato che dovrebbe esserci un solido sistema pubblico per monitorare i danni da vaccino e che i funzionari della sanità pubblica dovrebbero riconoscere quando si verificano anziché nasconderli.

 

Il giornalista investigativo David Marks ha riferito su Brownstone che, all’epoca dell’epidemia di morbillo, Kennedy scrisse una lettera al primo ministro samoano esponendo le possibili cause dell’epidemia.

 

Scrivendo nel suo precedente ruolo di presidente di Children’s Health Defense Kennedy suggerì al governo di esaminare la possibilità che i vaccini MPR della Merck stessero fallendo. Se fosse stato così, disse Kennedy, ciò avrebbe potuto significare che le madri vaccinate non stavano trasmettendo la protezione ai loro bambini, che il vaccino non proteggeva dal ceppo circolante del morbillo o che la somministrazione di un virus vivo aveva portato alla circolazione di un ceppo vaccinale del morbillo.

 

Brenda Baletti

Ph.D.

 

© 2gennaio 2025 , Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Immagine di Gage Skidmore via Flickr pubblicata su licenza CC BY-SA 2.0
 

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