Trapianti
L’orrore va oltre Alfie: l’ospedale Alder Hey espianta gli organi dei bambini morti senza il consenso dei genitori
Pubblichiamo un articolo di 18 anni apparso su La Repubblica, quotidiano che oggi non è particolarmente incline alla lotta a favore di Alfie. La realtà dell’Alder Hey Hospital (l’ospedale che vuole la morte di Alfie) emersa dall’articolo è semplicemente agghiacciante: organi espiantati a bambini morti senza il consenso dei genitori. Vogliono lo stesso destino anche per Alfie?
«Ho visto i suoi organi sezionati in tre contenitori bianchi: il cuore, il cervello, il fegato, i reni. Mio figlio Marcello era stato fatto a pezzi. L’ ho scoperto otto anni dopo. Aveva venti giorni quando è morto sotto i ferri all’ ospedale Alder Hey di Liverpool».
Ho visto i suoi organi sezionati in tre contenitori bianchi: il cuore, il cervello, il fegato, i reni. Mio figlio Marcello era stato fatto a pezzi. L’ ho scoperto otto anni dopo. Aveva venti giorni quando è morto sotto i ferri all’ ospedale Alder Hey di Liverpool
Tracy Lowthian ha perso Marcello nel 1992. Solo pochi mesi fa ha saputo che il suo corpo era stato svuotato di tutti gli organi. Fatto a pezzi, scopo ricerca scientifica o chissà che altro. Era una delle migliaia di mamme e papà inglesi coinvolti nello scandalo scoppiato nell’ autunno scorso in Inghilterra. Organi di bimbi prelevati senza il consenso dei genitori. Tracy racconta, fermandosi di tanto in tanto per riprendere fiato.
«Marcello era il mio terzo figlio. È nato il 21 agosto 1992. Vivevo a Modena con mio marito Franco che è italiano e ha una ditta di trasporti, ma per avere il bambino sono tornata dai miei, a Liverpool. Anche gli altri due erano nati in Inghilterra. Dieci giorni dopo la nascita respirava male e mi hanno consigliato di portarlo all’ Alder Hey. Mi avevano detto che era il migliore. A venti giorni lo hanno operato al cuore: era il 10 settembre. È morto sotto i ferri. Il coroner ha ordinato l’ autopsia, visto che era morto durante l’ operazione.
Ero preparata, non avevano bisogno di chiedere il mio consenso. Ma nel certificato post mortem – che ho visto soltanto adesso – non c’ era scritto nulla di quello che avrebbero fatto dopo. Per questo sì che c’ era bisogno del mio permesso. Marcello è stato svuotato di tutti i suoi organi. Il cuore, il cervello, il fegato, i reni, lo stomaco, l’ intestino… e forse anche la lingua sono conservati negli scantinati dell’ ospedale. I suoi organi riproduttivi non si trovano più, spariti.
Marcello è stato svuotato di tutti i suoi organi. Il cuore, il cervello, il fegato, i reni, lo stomaco, l’ intestino… e forse anche la lingua sono conservati negli scantinati dell’ ospedale. I suoi organi riproduttivi non si trovano più, spariti
È cominciato tutto a settembre 1999, quando in televisione ho sentito parlare dell’ inchiesta che aveva investito l’ ospedale pediatrico di Bristol. Ho chiamato l’ Alder Hey: volevo sapere se ero anch’ io fra i genitori di questi bambini fatti a pezzi. Mi hanno risposto “cercheremo”. Dopo due giorni mi hanno richiamata: “Signora purtroppo il cuore di suo figlio è qui, in ospedale”.
Ho chiesto di incontrare i dottori che avevano operato mio figlio. Dicevano di non sapere niente. Sono tornata a casa. Sono passati pochi giorni, mi hanno richiamata: “Abbiamo trovato anche il cervello di suo figlio, ci dispiace”. È andata avanti così per giorni, avevano tutto di Marcello: il fegato, i reni, lo stomaco, l’ intestino… Allora sono tornata in ospedale, ho chiesto di vedere gli organi di Marcello, uno per uno. Hanno fatto resistenza. Alla fine hanno dovuto cedere. Mi hanno portato tre contenitori bianchi: nessuno degli organi era intero, erano fatti a pezzetti. “Dove sono le ricerche che avete fatto su mio figlio? Voglio vederle!”. La risposta fu: “Noi non abbiamo niente”.
“Abbiamo trovato anche il cervello di suo figlio, ci dispiace”
Il 23 dicembre 1999 è arrivato mio marito dall’ Italia e abbiamo disseppellito Marcello. Non potendo aprire la bara abbiamo messo gli organi sopra. Franco era con me, anche se ora siamo separati e lui è in Italia, l’ aveva sempre detto che c’ era qualcosa di strano nella morte di nostro figlio.
In marzo ho chiesto all’ ospedale una lista esatta di quello che avevano preso: c’ erano anche gli organi riproduttivi che io però non avevo visto nei contenitori che avevamo seppellito. Mi hanno detto che forse erano nei “quadretti di cera”. Ho chiesto spiegazioni e mi hanno detto che prima di restituirmi gli organi ne avevano preso qualche pezzettino.
Mi hanno portato tre contenitori bianchi: nessuno degli organi era intero, erano fatti a pezzetti. “Dove sono le ricerche che avete fatto su mio figlio? Voglio vederle!”. La risposta fu: “Noi non abbiamo niente”.
Dopo due settimane sono andata a vedere i quadretti di cera: hanno rovesciato una borsa marrone su un tavolo. Dentro c’ erano ventiquattro quadretti della grandezza delle tessere del domino. Erano pezzi di cervello, di cuore… Io non capivo cos’ erano e nemmeno loro. Dicevano: “È la prassi, una parte di suo figlio deve rimanere qui”.
Nel frattempo eravamo diventati tanti a chiedere conto dei pezzi dei nostri figli: più di mille. E abbiamo scoperto che non era soltanto il patologo olandese van Velzen – andato via dall’ Alder Hey nel 1995 – a espiantare gli organi. Prima di lui ce n’ erano stati altri e la prassi continua anche ora. Ne abbiamo viste tante di quelle borse marroni, che abbiamo fatto portare via dall’ ospedale. Ora sono negli studi degli avvocati dello stesso Alder Hey, piene di pezzettini di organi sotto cera. Intanto abbiamo saputo che uno dei direttori dell’ ospedale, Frank Taylor, e la sua vice Hillary Rowlands, erano stati licenziati, che il chirurgo che aveva operato mio figlio era sotto inchiesta da tre anni per incapacità professionale. E la storia è andata avanti.
Negli scantinati dell’ ospedale c’ erano lingue e trachee I cadaveri dei bambini arrivavano anche da altri ospedali, per svuotarli di tutto. E tutto questo sempre senza chiedere nessun consenso a noi, ai genitori. Tutto illegale.
Negli scantinati dell’ ospedale c’ erano lingue e trachee. I cadaveri dei bambini arrivavano anche da altri ospedali, per svuotarli di tutto. E tutto questo sempre senza chiedere nessun consenso a noi, ai genitori. Tutto illegale. Ora io sono qui, con gli altri miei tre figli, il primo ha quasi 11 anni, il secondo 9, la terza 5. Penso che questo sia soltanto l’ inizio. All’ ospedale non parlano più per via delle inchieste in corso. Noi pensiamo a un traffico di soldi.
Credo che gli organi dei nostri figli venissero venduti. Alle industrie dei cosmetici o forse per i trapianti, anche se non nel mio caso. Stasera diamo una festa di beneficenza insieme agli altri genitori. Abbiamo fiducia nelle inchieste. Noi per ora vogliamo soltanto sapere la verità e stiamo facendo una battaglia per rendere più esplicite le norme di legge in questi casi».
Credo che gli organi dei nostri figli venissero venduti. Alle industrie dei cosmetici o forse per i trapianti
Tracy Lowthian, operatrice su Internet part-time, interrompe qui la sua confessione telefonica. Sono entrati i figli in camera, che di questa storia non sanno nulla. Pensano che il loro fratellino sia andato in cielo. Non devono sapere che Marcello è stato fatto a pezzi. (Teresa Serrao, 3 giugno 2000)
CRISPR
Trapiantato con un rene di maiale OGM muore poche settimane dopo
Rick Slayman, un uomo di 62 anni del Massachusetts, è morto non molto tempo dopo essere diventato la prima persona al mondo a ricevere un trapianto di rene di maiale.
Il trapianto in questione non era un normale rene di maiale, ma piuttosto un organo geneticamente modificato in cui erano stati rimossi diversi geni suini e introdotti diversi geni umani per garantire la compatibilità con il sistema immunitario dell’ospite – in pratica si tratta di maiali umanizzati con la bioingegneria allo scopo di essere utilizzati per gli xenotrapianti.
Il Massachusetts General Hospital, dove l’intervento ha avuto luogo a marzo, ha affermato che non vi è alcuna indicazione che la morte dello Slayman sia stata causata dal trapianto, ha osservato CBS News. Non è stata rilasciata alcuna ulteriore indicazione sulla causa della morte.
«Il signor Slayman sarà sempre visto come un faro di speranza per innumerevoli pazienti trapiantati in tutto il mondo e siamo profondamente grati per la sua fiducia e volontà di far avanzare il campo degli xenotrapianti», ha affermato l’ospedale in una nota, offrendo le condoglianze alla famiglia dello Slayman e ai suoi cari.
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L’uomo aveva ricevuto nel 2018 un trapianto di rene umano, che purtroppo ha iniziato a dare segni di cedimento nel 2023, rendendo necessario un altro trapianto Poche altre notizie sono filtrate dal caso.
Malgrado i titoli della stampa ne parlano come il primo paziente di questo tipo, c’è stato almeno un precedente: chirurghi dei trapianti dell’Università dell’Alabama a Birmingham e della NYU Langone Health hanno trapiantato reni da maiali geneticamente modificati in pazienti cerebralmente morti mantenuti in vita con ventilatori, dimostrando che i reni possono produrre urina e svolgere altre funzioni biologiche essenziali senza essere rigettati.
Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso era stata pubblicata una ricerca, realizzata sempre in Massachussetts, in cui si raccontava come una scimmia fosse vissuta per oltre due anni con un rene di maiale geneticamente modificato con la tecnologia CRISPR.
Il tema dei trapianti da maiali OGM è sempre più su tutti i giornali grazie al secondo di intervento biomedico di questo tipo.
Come riportato da Renovatio 21, a settembre 2023 i chirurghi di Baltimora hanno trapiantato il cuore di un maiale geneticamente modificato in un uomo con una malattia cardiaca terminale che non aveva altra speranza di cura, ha annunciato venerdì il Centro medico dell’Università del Maryland. Si è trattato del secondo caso di questo tipo: il primo paziente, David Bennett, 57 anni, era morto due mesi dopo il trapianto a causa di un virus suino, ma il cuore del maiale, fu detto, funzionava bene e non c’erano segni di rigetto acuto dell’organo, un rischio importante in tali procedure.
La ricerca sui maiali umanizzati avanza nella Repubblica Popolare Cinese, dove sono stati usati anche per la ricerca sul COVID. L’anno passato scienziati cinesi sono riusciti a creare con successo embrioni chimerici contenenti una combinazione di cellule umane e di maiale. Quando sono stati trasferiti in scrofe surrogate, i reni umanizzati in via di sviluppo avevano una struttura normale e una formazione di tubuli dopo 28 giorni.
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Cina
La Cina accusata di aver sequenziato il DNA tibetano e uiguro per rifornire il mercato dei trapianti di organi
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Cina
Espianto degli organi, la Cina sta costruendo il più grande database DNA al mondo per facilitare il prelievo forzato
In un’udienza al Campidoglio di Washington alcuni esperti hanno testimoniato riguardo la rimozione sistematica, diffusa e non consensuale di organi umani per trapianti da parte della Cina che starebbe continuando ad espandere il suo vasto database di DNA che consente all’industria medica di individuare rapidamente le corrispondenze perfette. Lo riporta LifeSiteNews.
«Il prelievo forzato di organi su scala industriale in Cina è un’atrocità senza eguali nella sua malvagità: bisogna tornare agli orribili crimini commessi nel 20° secolo da Hitler, Stalin, Mao o Pol Pot per trovare atrocità sistemiche comparabili», ha affermato il deputato repubblicano del New Jersey Chris Smith, capo della Commissione esecutiva del Congresso sulla Cina (CECC) nell’apertura l’udienza.
«Il numero delle persone giustiziate per i loro organi – alcuni anche prima di morire cerebralmente – è sconcertante», ha annunciato Smith. «Il prelievo forzato di organi in Cina equivale a “Crimini contro l’umanità”».
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Il rappresentante Smith, che ha attirato l’attenzione sul prelievo forzato di organi in Cina per più di due decenni, ha raccontato di un funzionario della sicurezza cinese che aveva testimoniato in precedenza che «lui e gli altri suoi agenti di sicurezza stavano giustiziando prigionieri – con medici, ovviamente, e ambulanze – prelevare i loro organi per il trapianto».
«Prove sostanziali indicano che i prigionieri in Cina sono stati sottoposti ad esami del sangue, tenuti in cattività e uccisi su richiesta dei loro organi», ha detto uno dei testimoni nella sua testimonianza scritta. «Questa affermazione è corroborata da prove e ammissioni da parte di funzionari cinesi di alto livello, professionisti medici e pubblicazioni ufficiali. I prigionieri sono qui trattati come una risorsa: una riserva vincolata di scorte di organi da sfruttare secondo necessità».
Secondo quanto detto durante l’udienza, negli anni il bacino dei donatori riluttanti si è ampliato, dai prigionieri ai nemici politici fino a un’enorme popolazione di cittadini comuni.
«Abbiamo avuto diversi sopravvissuti ai campi di detenzione cinesi che hanno condiviso con noi le loro storie potenti», ha raccontato il dottor Tom Oliverson, rappresentante dello Stato del Texas e presidente del Comitato assicurativo, nella sua testimonianza scritta.
«Ci hanno raccontato degli orrori quotidiani dell’essere un prigioniero religioso e politico e di quanto spesso quelli nei campi sparivano all’improvviso – per non essere mai più visti», ha continuato Oliverson. «Hanno parlato dell’orrore di sapere cosa stava succedendo a coloro che erano scomparsi e di non poter fare nulla per fermarci. Hanno condiviso che, a causa del loro stile di vita sano e dell’astinenza dall’alcol, i praticanti di Falun Gong e gli uiguri venivano spesso presi di mira» per il prelievo forzato di organi.
Maya Mitalipova, direttrice del Laboratorio sulle cellule staminali umane presso il Whitehead Institute for Biomedical Research del MIT, ha avvertito il comitato che la Cina non si sarebbe limitata a raccogliere dati sul sequenziamento del DNA all’interno dei propri confini. Sta addirittura accumulando informazioni sul DNA dei cittadini statunitensi.
«Il governo cinese sta costruendo il più grande database del DNA al mondo acquisendo dati di sequenziamento del DNA da aziende cinesi e di tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti», ha affermato la Mitalipova. «Numerose aziende biotecnologiche stanno aiutando la polizia cinese nella creazione di questo database”, ha continuato. “Tra questi figurano la statunitense Thermo Fisher Scientific e la società cinese BGI (Beijing Genome Institute). Il BGI in particolare è pericoloso perché raccoglie dati genetici degli americani e li usa per ricerche con l’esercito cinese».
La scienziata del politecnico bostoniano ha spiegato che la Cina ha già investito miliardi di dollari per sequenziare il DNA di intere popolazioni dello Xinjiang e del Tibet al fine di semplificare i futuri trapianti di organi.
«Quando un paziente richiede un organo in Cina, i dati sequenziati del suo DNA verranno confrontati con i milioni nel database del DNA archiviato nei computer» racconta la Mitalipova. «Entro pochi minuti verrà trovata una corrispondenza perfetta. Se un potenziale donatore di organi non è in prigione o in un campo, le autorità cinesi possono facilmente trovare un motivo per trattenere una persona compatibile e ucciderla su richiesta per i suoi organi».
La Mitalipova ha anche osservato che le autorità cinesi non solo hanno imposto il prelievo di sangue per il test del DNA, ma stanno anche eseguendo controlli ecografici su tutti gli organi interni – un altro probabile passo per semplificare ulteriormente il futuro abbinamento e prelievo di organi.
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Matthew Robertson, coautore di «Execution by Organ Procurement: Breaching the Dead Donor Rule in China» («Esecuzione mediante prelievo di organi: violazione della regola del donatore deceduto in Cina») pubblicato sull’American Journal of Transplantation, ha iniziato la sua sostanziale testimonianza scritta su un caso avvenuto nel 1978 «quando una giovane prigioniera politica, secondo quanto riferito, aveva avuto il suo reni estratti sul luogo dell’esecuzione mentre era ancora viva».
«Con le riforme economiche cinesi, anche il sistema dei trapianti di organi è diventato soggetto alle forze del mercato. A partire dal 2000, l’attività del settore dei trapianti di organi in Cina è esplosa. Migliaia di chirurghi specializzati in trapianti sono stati formati e centinaia di ospedali iniziarono a offrire i trapianti come terapia di routine. Il complesso medico-militare è stato fortemente coinvolto nell’attività e nella ricerca sui trapianti. I tempi di attesa per il trapianto sono passati da molti mesi a solo settimane, giorni e talvolta ore. Il trapianto di organi è passato da una terapia specialistica rivolta principalmente ai quadri del partito a un trattamento di routine disponibile in tutto il paese. Gli ospedali hanno iniziato a pubblicare la disponibilità degli organi e i listini prezzi sui siti web, e i turisti che effettuano trapianti da tutto il mondo sono volati in Cina per ricevere gli organi nelle date prestabilite (il che significa che i tempi dell’esecuzione del donatore devono essere stati pianificati in anticipo)».
«Fonti in lingua cinese rivelano che i due cambiamenti chiave nel settore dei trapianti in Cina a partire dal 2000 sono stati i volumi e i tempi di attesa: decine di migliaia di trapianti venivano eseguiti ogni anno, molti su richiesta, in coincidenza con un calo graduale e poi improvviso delle procedure giudiziarie. esecuzioni. L’uso di prigionieri politici come fonte di organi, in particolare di aderenti al Falun Gong incarcerati in massa dal luglio 1999, è l’unica spiegazione plausibile per questo risultato».
«Documenti medici e aneddoti di chirurghi cinesi supportano ulteriormente l’affermazione del prelievo di organi dai prigionieri su richiesta», ha detto Robertson. «In un caso, i medici hanno trasportato un donatore in Tibet per un’estrazione del fegato, garantendo la rimozione simultanea del fegato del ricevente per mantenere la vitalità dell’organo trapiantato».
«Ciò costituisce un’ammissione di tratta di esseri umani a scopo di omicidio e prelievo di organi, dato che hanno espressamente trasportato un donatore forzato vivente in un luogo diverso, solo per poi procedere all’esecuzione e al prelievo di organi», ha spiegato.
«L’assenza di una responsabilità significativa, sia a livello nazionale che internazionale, invia un segnale che la riforma è facoltativa piuttosto che imperativa», ha osservato Robertson. «Senza conseguenze tangibili, la Cina ha pochi incentivi a modificare radicalmente le sue pratiche di approvvigionamento di organi».
Come riportato da Renovatio 21, in questi anni è emerso che i medici cinesi starebbero espiantando gli organi non solo a vittime di incidenti stradali ma anche a pazienti con danni cerebrali – in pratica, in Cina si farebbe a meno, con una certa mirabile sincerità, della balla stragista della «morte cerebrale».
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Secondo quanto raccontato da Epoch Times, testata legata al movimento religioso Falung Gong, represso in Cina e molto concentrato sul tema, vi sarebbe nella Repubblica popolare una vera e propria «industrializzazione» della predazione degli organi.
«Al rumore degli spari, i prigionieri caddero a terra senza vita» aveva raccontato un ex agente cinese. «I loro corpi, ancora caldi, sono stati trasportati in un vicino furgone bianco dove li attendevano due medici vestiti di bianco. A porte chiuse, sono stati tagliati aperti, gli organi estratti per la vendita sul mercato dei trapianti».
«L’espianto di organi dei prigionieri del braccio della morte era un segreto di Pulcinella» aveva raccontato l’ex ufficiale di pubblica sicurezza della città di Zhengzhou, capitale della provincia dell’Henan nella Cina centrale, che ora vive negli USA, confessando di essere stato un partecipante inconsapevole a una catena di approvvigionamento «industrializzata» che convertiva esseri umani viventi in prodotti da vendere nel commercio di organi.
Due anni fa era emerso che potrebbero esservi stati casi di prigionieri nigeriani uccisi per l’espianto degli organi.
La stessa Repubblica Popolare Cinese ha incarcerato nel 2020 diverse persone per traffico illegale di organi, prelevandoli da vittime di incidenti stradali e a pazienti con gravi danni cerebrali. Leggi specifiche sono state promulgate da Pechino, senza tuttavia riuscire a fermare il traffico illegale di organi – che rappresenterebbe, crediamo, pur sempre la punta dell’iceberg della predazione cinese, che, dai prigionieri in giù, costituisce un processo istituzionale.
Renovatio 21 ricorda ai suoi nuovi lettori che l’espianto degli organi avviene per lo più a cuor battente.
Rammentiamo inoltre che la cosiddetta «morte cerebrale» è nient’altro che una convenzione, che pure varia da Paese a Paese, inventata per aumentare questo ulteriore business sanitario e farmaceutico (pazienti abbonati ai farmaci anti-rigetto per tutta la vita, a spese della Sanità di Stato, magari) e radicare nelle nostre vite questa ulteriore variante del sacrificio umano.
In realtà, la Cina è solo leggermente più smaliziata di quanto non faccia, tra incentivi e pubblicità progresso, tutta la sanità occidentale – compresa quella accanto a casa vostra.
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