Maternità
Affitta l’utero di sua sorella. Lei ci ripensa e si vuole tenere il bambino
La follia della riproduzione artificiale sta facendo emergere negli Stati Uniti – uno dei paesi che con più entusiasmo ha abbracciato provette etc. – casi sempre più estremi e grotteschi.
Scoraggiati dai costi e dalle complicanze della maternità surrogata a pagamento, le coppie con difficoltà a procreare si rivolgono ai membri della famiglia per provvedere alla gestazione dei loro bambini.
In pratica, affittare l’utero di una familiare è diventata una opzione possibile, anzi desiderabile.
Affittare l’utero di una familiare è diventata una opzione possibile, anzi desiderabile
«Ma se scegliere una parente permette di risparmiare denaro – ed è una forma più famigliare dato che le madri surrogato sono spesso estranee – questa scelta porta con sé una peculiare gamma di complicazioni emotive» annota il New York Post.
«Il fatto che la gente pensi che non sia una questione delicata rappresenta un grande problema» afferma alPost Kim Bergman, autrice del libro di prossima uscita Your Future Family: The Essential Guide To Assisted Reproduction. Mentre la maternità surrogata può essere vantaggiosa per alcune famiglie, può diventare inaspettatamente spiacevole per altre. «Bisogna essere certi che tutti abbiano le medesime aspettative».
Bergman, di professione psicologa, fa riferimento a un caso avvenuto nel 2009 in New Jersey, dove i papà Donald Robinson e Sean Hollingsworth sono stati trascinati in una lunga e complessa battaglia legale per la custodia con la sorella di Robinson. Lei ha portato in grembo i loro gemelli, ma è rimasta emotivamente legata ai bambini e ha combattuto per ottenerne la custodia dopo la nascita.
L’ombra dell’incesto riprogenetico è gettata su tutta la società moderna
Questi casi, spiega Bergman, dimostrano che per le famiglie è estremamente importante dotarsi di una «rete di protezione», tramite contratti, avvocati o consulenti.
«Ed è fondamentale valutare ogni aspetto della decisione, soprattutto come spiegare la situazione al bambino» scrive l’articolo. Auguri.
«Se siete a disagio a dire a vostro figlio che la zia Susy vi ha donato gli ovuli è meglio che troviate un altro modo per fare un bambino» conclude Bergman.
Spiegare che tua zia è al contempo tua madre non deve essere semplicissimo, nemmeno per una coppia di «genitori» gay.
La vera distruzione della famiglia sta avvenendo, prima che su linee culturali e morali, su base materiale, genetica
L’ombra dell’incesto riprogenetico – perché di questo, in fondo si tratta –è gettata su tutta la società moderna: anzi, non è più solo un’ombra, visto che il cambiamento della morale sessuale e riproduttiva l’ha resa una realtà.
I casi di incesto in provetta erano fino a qualche anno fa paventati per le banche del seme: due bambini nati dallo stesso «donatore» di gameti; i due crescono in famiglie separate ma nella stessa zona (le famiglie si servono di banche del seme di zona, magari); una volta maturati si incontrano e si accoppiano, senza sapere minimamente di essere fratelli.
Ora invece, con gli uteri in affitto in famiglia, l’incesto è persino cercato volontariamente.
Il caso più incredibile, ma forse oramai comune, è quello emerso qualche mese fa in Nebraska. Una sessantunenne ha dato alla luce la bambina del figlio e del marito. La donatrice dell’ovulo è la sorella dell’altro papà. In pratica, la nonna ha fatto da madre surrogata per il figlio. La nonna è madre e nonna al contempo, il padre è contemporaneamente padre e fratello e pure zio, la zia è la madre genetica e anche sorella e anche, appunto, zia.
Altro che gender: signore e signori, questa è la vera distruzione della famiglia. Che sta avvenendo, prima che su linee culturali e morali, su base materiale, genetica.
Bioetica
Feto sorride dopo aver sentito la voce del papà durante l’ecografia
Un video virale di una bambina ancora nel ventre materno che reagisce alla voce del padre mette in luce la bellezza assoluta della riproduzione naturale umana.
Il video caricato dal giornale neoeboraceno New York Post, mostra una bambina non nata di 32 settimane sorridere quando sente il padre parlarle durante un’ecografia in un ospedale di Xanxere, in Brasile.
‘Fearfully and wonderfully made’ | Unborn baby smiles after hearing dad’s voice during ultrasound
READ MORE HERE: https://t.co/somWYFc1LH#abortion #ProLife #Unborn #ChooseLife #life pic.twitter.com/6y7AlRDwBN
— LifeSiteNews (@LifeSite) October 2, 2024
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I bambini non nati , che sono persone umane dal momento del concepimento, possono iniziare a sentire i suoni all’interno del corpo della madre a circa 18 settimane. Entro le 27-29 settimane, i bambini possono sentire voci esterne al corpo della madre, come la sua voce e le voci di chi le sta intorno.
Infatti, se il padre parla al suo bambino nel grembo materno, il bambino spesso riesce a riconoscere la sua voce quando nasce. La ricerca ha dimostrato che i bambini non ancora nati possono iniziare a riconoscere la voce del padre già a 32 settimane.
«Il bambino sicuramente ascolta se la famiglia parla a casa… e inizieranno a identificarli», ha spiegato il medico che ha eseguito l’ecografia a Xanxere.
Come scrive LifeSite, il video, caricato il 12 agosto, non solo dimostra l’umanità dei bambini non ancora nati, ma anche la gioia che portano a tutti coloro che li circondano, mentre la stanza si riempie di risate quando la bambina sorride nel grembo materno.
«Fatto in modo meraviglioso e meraviglioso», ha commentato un utente sotto il video. «Chiunque dica che non è un essere umano, non è umano lui stesso», ha scritto un altro utente.
Femministe, abortisti, mostri vari: fatevi avanti, e diteci che non esiste dialogo tra il feto e la madre – e il padre! –, diteci che quello è un ammasso di cellule di cui potete decidere la morte a piacimento.
Diteci che questo non è un essere umano.
Chi ha programmato l’introduzione dell’aborto nella società lo sa perfettamente: ed è proprio per questo che il suo sacrificio – il sacrificio umano – è divenuto così centrale per lo Stato moderno.
Maledetto, assassino sin dal principio!
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Immagine screenshot da Twitter
Controllo delle nascite
India, una speciale task force della polizia contro feticidi e infanticidi femminili
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Alimentazione
La dieta delle donne incinte influisce sulle caratteristiche facciali dei loro figli: studio
Un recente studio pubblicato su Nature Communications suggerisce che la dieta di una madre durante la gravidanza è un fattore significativo nel modo in cui si modellano i tratti del viso a causa di una complessa danza tra l’espressione genetica e la quantità di proteine che ingerisce nel mentre il feto sta nel ventre materno.
Un team internazionale di scienziati è giunto a questa conclusione raccogliendo e trascrivendo i geni responsabili della formazione del viso umano, identificando da questo gruppo i complessi proteici chiamati mTORC1 che, secondo loro, potrebbero delineare le caratteristiche del viso.
Per vedere se il percorso mTORC1 influenza effettivamente i tratti somatici, gli scienziati hanno preso topi e pesci zebra geneticamente modificati dove potevano monitorare l’attività di mTORC1 e li hanno nutriti con diete diverse.
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Da lì, hanno scoperto che una dieta ricca di proteine influenzava l’attività di mTORC1 portando a caratteristiche facciali più prominenti, mentre le diete a basso contenuto proteico portavano a caratteristiche facciali più piccole. In sintesi, hanno scritto, l’assunzione di proteine materiali è correlata a «cambiamenti sottili ma distinti nella forma craniofacciale degli embrioni».
«Questa capacità del percorso mTORC1 di modulare la modellatura del viso, insieme alla sua conservazione evolutiva e alla capacità di percepire gli stimoli esterni, in particolare gli aminoacidi alimentari, indicano che il percorso mTORC1 può svolgere un ruolo nella plasticità fenotipica del viso» scrive il paper.
«In sintesi, abbiamo dimostrato qui che la via mTORC1 modula la modellatura embrionale degli elementi scheletrici craniofacciali allo stadio di condensazioni condrogeniche, con successiva messa a punto durante l’intercalazione dei condro-progenitori. Inoltre, forniamo prove di un impatto dell’assunzione di proteine materne durante la gravidanza sulla formazione della cartilagine craniofacciale fetale. Questi risultati forniscono importanti informazioni sui meccanismi alla base della modellatura craniofacciale e, potenzialmente, anche sulla plasticità fenotipica di questo processo e, inoltre, aiutano a chiarire il ruolo delle proteine alimentari materiali durante la gravidanza in questo contesto».
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La dieta della madre durante la gravidanza svolge risaputamente un ruolo nell’aspetto dei bambini, come indica il problema dell’assunzione di alcol durante la gravidanza, ciò può portare alla nascita di bambini con determinate caratteristiche che indicano la cosiddetta «sindrome alcolica fetale». Anche il fumo prima o dopo il concepimento è stato collegato ad uno sviluppo embrionale ritardato.
Come riportato da Renovatio 21, diversi studi in questi anni hanno portato l’attenzione anche sull’assunzione di farmaci che possono danneggiare i nascituri, come l’ibuprofene (che assunto all’inizio della gravidanza potrebbe interferire con la futura fertilità delle figlie) e soprattutto gli antidepressivi, con riguardo per le benziodiazepine (Xanax, Valium), che secondo studi aumenterebbero il rischio di gravidanze ectopiche.
Avvertimenti sono stati fatti nei confronti degli effetti sulle gravidanze dei nuovi farmaci dimagranti. Un comune farmaco antidiabetico è stato collegato due anni fa a difetti alla nascita.
In America si assiste peraltro al tristissimo fenomeno dell’aumento delle overdosi di droga tra le donne incinte.
Quest’anno è emerso altresì che l’esposizione al glifosato durante la gravidanza può far aumentare il rischio di ridotta funzionalità cerebrale del bambino.
Come riportato da Renovatio 21, i nuovi vaccini RSV sono stati correlati alle nascite premature, mentre attivisti come la scrittrice Naomi Wolf sono arrivati a ritenere che i vaccini mRNA abbiano possibilmente un vero e proprio effetto feticida. Due anni fa un parlamentare della provincia dell’Ontario, in Canada, chiese conto del boom di bambini di madri vaccinate nati morti.
Come noto, i test per i vaccini COVID sulle donne incinte sono stati iniziati solo dopo che il programma di vaccinazione universale era stato fatto partire includendo pure le donne in dolce attesa.
Tre anni fa gli scienziati rilevarono nel corpo delle donne gravide sostanze chimiche indecifrabili.
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