Intelligence
La CIA affronta le perdite «orrende» nella sua rete di spionaggio in Cina
Negli ultimi anni, il governo cinese ha intensificato la repressione nei confronti delle presunte spie che lavorano per gli Stati Uniti nel Regno di Mezzo.
Secondo un recente e dettagliato articolo del Wall Street Journal, che cita come fonti funzionari anonimi, la CIA sta lottando per ricostruire la sua rete di spionaggio danneggiata in Cina. L’obiettivo sarebbe quello di ripristinare le «capacità di spionaggio umano» della CIA nella Repubblica Popolare Cinese, dove l’agenzia ha perso la sua rete di agenti dieci anni fa, un evento tragico dove molti collaboratori di Langley furono arrestati o assassinati in strada.
L’entità del danno, all’epoca, fu tale da paralizzare la CIA riguardo le questioni cinesi. Le fonti del WSJ raccontano di come il controspionaggio di Pechino, all’epoca «quasi accecò» gli agenti della CIA in Cina: almeno «due dozzine di asset» che fornivano informazioni agli Stati Uniti erano stati giustiziati o messi dietro le sbarre.
I funzionari hanno sostenuto che gli Stati Uniti attualmente hanno una comprensione limitata dei piani segreti del presidente cinese Xi Jinping e dei suoi associati su questioni chiave di sicurezza, comprese quelle relative a Taiwan.
«Non abbiamo alcuna visione reale dei piani e delle intenzioni della leadership in Cina», ammettono le fonti le fonti del WSJ. In pratica, Washington, riguardo la stanza dei bottoni a Pechino (che è principale rivale economico, e potenza nucleare) va alla cieca.
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Gli addetti ai lavori hanno aggiunto che i dettagli di ciò che è andato storto non sono noti al pubblico e non è chiaro se qualcuno dei dipendenti della CIA sia stato ritenuto responsabile. Un funzionario ha affermato che le perdite dell’agenzia in Cina sono state «orrende».
Secondo i funzionari sentiti dal Journal, la CIA e altre agenzie di spionaggio statunitensi hanno tagliato le spese per l’antiterrorismo e altri obiettivi per concentrarsi sui programmi di finanziamento per penetrare nel governo cinese dopo il 2020.
Un funzionario ha chiarito che rafforzare la rete di spionaggio umano mirata alla Cina sarà un compito complicato, perché «la realtà è che non si dispone di risorse di raccolta da poter sfruttare in tutto il mondo».
Tali ammissioni arrivano dopo che il direttore della CIA William Burns ha dichiarato in un’intervista sempre al WSJ che la Cina rimane in cima alla lista delle cose da fare dell’agenzia.
«Ci stiamo avvicinando alla RPC come una priorità globale, più che raddoppiando le risorse di bilancio dedicate alla missione in Cina negli ultimi tre anni e stabilendo il China Mission Center come l’unico centro missionario nazionale della CIA per coordinare gli sforzi dell’intera agenzia su questo problema. Anche se stiamo bilanciando molteplici priorità, compresi i conflitti in corso, rimaniamo intensamente impegnati nella sfida strategica a lungo termine posta dalla RPC», ha affermato il capo delle spie USA.
Il presidente della Commissione Intelligence della Camera Mike Turner, da parte sua, non è così ottimista, lamentando il fatto che «gli scopi e gli obiettivi della Cina sono così vasti che è davvero molto difficile dire che stiamo facendo un ottimo lavoro».
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I due hanno parlato mentre il ministero cinese della Sicurezza di Stato continua a stringere la stretta sulle persone sospettate di fornire informazioni alla CIA in cambio di denaro.
Inoltre, Pechino ha approvato una nuova legge sul controspionaggio entrata in vigore lo scorso anno, un documento che amplia l’elenco delle attività che potrebbero essere considerate spionaggio.
Come riportato da Renovatio 21, il fallimento della CIA in Cina era divenuto di dominio pubblico nel 2017 a seguito di un reportage del New York Times.
In seguito fu arrestato un ex agente CIA di origine cinese in pensione, il 67enne Alexander Yuk Ching Ma, accusandolo di aver cospirato con un suo parente (pure lui anche un ex ufficiale CIA) nel trasmettere informazioni classificate di livello Top Secret ai funzionari dell’Intelligence della Repubblica Popolare Cinese.
Due anni fa sempre il NYT parlò di un cablo che dove si ammetteva il disastro dei collaboratori CIA catturati o uccisi, citando «un cospicuo numero di morti» e dove si notava che la crescente tecnologia biometrica utilizzata dalla Cina è vista come un serio problema per il mantenimento della copertura delle risorse locali.
Il giornale, esaminando un cablogramma top-secret, scriveva che «il centro di missione di controspionaggio della CIA aveva esaminato dozzine di casi negli ultimi anni che coinvolgevano informatori stranieri che erano stati uccisi, arrestati o molto probabilmente compromessi».
A rischio, quindi, è l’intera rete di spie americane nel mondo? C’è a Langley una falla ad altissimo livello? C’è una talpa altolocata sullo stile di Kim Philby e Aldrich Ames?
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We at Phinance Technologies don’t agree with his premise on declining demographics and he doesn’t address… pic.twitter.com/NFfLsjirr6 — Edward Dowd (@DowdEdward) May 3, 2024
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Uomo d’affari ebreo ucciso a colpi di arma da fuoco ad Alessandria d’Egitto
Martedì, un uomo d’affari ebreo canadese è stato assassinato nella città di Alessandria d’Egitto, quando un uomo armato sconosciuto si è avvicinato alla sua auto e gli ha sparato a bruciapelo.
Un’oscura organizzazione terroristica avrebbe rivendicato la responsabilità come «ritorsione» per l’operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza. Il gruppo che si autodefinisce «Gruppo d’avanguardia per la liberazione del martire Mohamed Salah» (dal nome dell’ufficiale di polizia egiziano che uccise tre soldati dell’IDF in una sparatoria al confine a metà del 2023) sostiene che la vittima, identificata come Ziv Kipper, era un «agente del Mossad».
«Aspettate il prossimo», ha scritto l’organizzazione sconosciuta in un messaggio Internet. «Shalom dai bambini di Gaza». Secondo quanto riferito, il gruppo avrebbe anche pubblicato un video e un’immagine dell’omicidio, scrive il sito Zerohedge.
Tuttavia il Ministero degli Interni egiziano si è affrettato a minimizzare l’incidente, e invece di «terrorismo» fonti di sicurezza egiziane hanno scelto inizialmente di definire l’omicidio una rapina.
Secondo l’agenzia Reuters «il gruppo ha pubblicato una foto che pretende di mostrare Kipper mentre viene colpito nella sua macchina». Tuttavia «fonti della sicurezza egiziana hanno affermato di non avere informazioni sull’esistenza del gruppo o se fosse coinvolto nell’incidente».
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«La presunta organizzazione ha affermato di aver preso di mira l’uomo d’affari durante le operazioni israeliane nella città di confine palestinese-egiziana e roccaforte di Hamas a Rafah» scrive Reuters. «The Vanguard ha affermato che l’uomo d’affari, amministratore delegato di un’azienda egiziana di esportazione di frutta e verdura congelata, aveva utilizzato le sue attività commerciali come copertura per operazioni di intelligence israeliane».
«Il gruppo ha affermato che il presunto atto di terrorismo era una continuazione della storica lotta egiziana contro Israele e ha denunciato l’attuale leadership egiziana come burattini».
Il governo egiziano è tipicamente molto sensibile quando si tratta di accuse di terrorismo contro occidentali e stranieri, dato che anche gli storici incidenti terroristici hanno talvolta decimato la sua cruciale industria del turismo. L’Egitto ha motivo di voler minimizzare o nascondere le circostanze dell’attacco.
L’uomo aveva la cittadinanza israeliana insieme a quella canadese, tuttavia, «né Israele né l’Egitto hanno ancora ufficialmente nominato l’uomo ucciso» ha riportato la BBC. Ad ogni modo, « il ministero degli Esteri israeliano ha confermato che la vittima era un uomo d’affari con doppia cittadinanza canadese-israeliana. Ha aggiunto che l’ambasciata israeliana al Cairo era in contatto con le autorità egiziane. Il ministero degli Interni egiziano, nel frattempo, ha affermato in una nota che l’uomo “risiede permanentemente” nel Paese».
L’assassinio avviene in un momento delicato in cui i colloqui di tregua tra Hamas e Israele erano in corso al Cairo, tramite mediatori, ma i colloqui alla fine hanno mostrato pochi progressi o risultati, mentre l’esercito dello Stato Ebraico è pronto a progredire con la sua offensiva di terra su Rafah.
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Immagine di David Evers via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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