Epidemie
Zanzare, regione cinese reintroduce le procedure dell’era COVID
Le autorità della provincia meridionale cinese del Canton (o Guangdong, secondo la traslitterazione mandarina) hanno ripristinato misure di lockdown e contenimento in stile COVID per arginare una grave epidemia del virus Chikungunya trasmesso dalle zanzare, che ha già infettato migliaia di persone.
L’epidemia è concentrata a Foshan, una città 170 km a nord di Hong Kong, dove si sono verificati più della metà dei quasi 8.000 casi segnalati.
Il virus causa tipicamente febbre improvvisa, eruzione cutanea e forti dolori articolari, che possono essere debilitanti e talvolta prolungati. Sebbene sia raramente fatale, i sintomi possono compromettere gravemente la qualità della vita. A differenza del COVID-19, che ha avuto inizio nel 2019 e ha causato oltre 7 milioni di morti in tutto il mondo, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la Chikungunya non si trasmette direttamente da persona a persona.
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Le persone infette vengono messe in quarantena in appositi reparti di isolamento o in ospedali, affermano le autorità locali. Sono tenute a rimanere in letti protetti da zanzariere per impedire alle zanzare di pungere i pazienti e diffondere il virus.
Le autorità locali hanno lanciato un’aggressiva campagna anti-zanzare, ordinando ai residenti di eliminare tutte le fonti d’acqua stagnanti dentro e intorno alle loro case. Gli operatori della comunità stanno effettuando ispezioni porta a porta e chi viola le norme rischia multe fino a 10.000 yuan (1.400 dollari) o addirittura denunce penali per aver ostacolato gli sforzi di salute pubblica.
Selon Bloomberg, la Chine remet en place des restrictions sanitaires Covid en raison d’une flambée de chikungunya. #Chine #virus #santépublique pic.twitter.com/2vG789RAJu
— Candidat (@candidatnews_fr) August 6, 2025
Foto e video condivisi sui social media mostrano strade deserte e avvolte dalla nebbia, mentre viene spruzzato insetticida per controllare le popolazioni di zanzare. Sono stati impiegati droni per identificare potenziali siti di riproduzione e le autorità hanno introdotto nell’ecosistema locale le zanzare elefante, una specie innocua le cui larve predano zanzare portatrici di virus.
🚨🇨🇳 China Hit by Worst Chikungunya Outbreak Ever – 7,000+ Infected
In Foshan, Guangdong, thousands suffer high fever, rash & joint pain
🔴COVID-style lockdowns return
🔴Quarantine in mosquito-netted beds
🔴Mass spraying, drone inspections#China #dexmarket #Sismo #Karachi pic.twitter.com/2aycj5DnYq— Your Views Your News (@urviewsurnews) August 6, 2025
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Migliaia di pesci mangiatori di zanzare sono stati rilasciati in stagni e specchi d’acqua stagnanti in tutta la città. Il Canton – ha anche implementato la registrazione del nome reale per l’acquisto di qualsiasi farmaco correlato ai sintomi del virus, con l’obiettivo di tracciare e gestire i casi in modo più efficace. La chikungunya è stata identificata per la prima volta in Tanzania negli anni Cinquanta e da allora ha causato epidemie in Asia, Africa, Americhe ed Europa.
L’episodio cinese apre alla tragica prospettiva che Renovatio 21 discute da anni: l’uso delle zanzare come nuova minaccia sanitaria globale, con conseguente accettazione collettiva della loro bioingegnerizzazione e il loro uso, per via della cosiddetta tecnica del gene drive, per fini che vanno dalla sterilizzazione della loro stessa specie alla possibilità di «vaccinare» la popolazione tramite punture di insetto parassita, con le zanzare a divenire elementi auto-operanti di un di medicalizzazione biotecnologica massiva in un mondo in cui il consenso della popolazione è divenuto totalmente obsoleto.
In Brasile era già stato avviato anni fa un programma di immissione di zanzare OGM contro la malaria, tuttavia, invece che estinguersi, gli insetti parassiti avrebbero sviluppato quello che si chiama un «vigore ibrido»: per eterogenesi dei fini, gli scienziati hanno ottenuto al contrario una razza ancora più forte di zanzare.
Rilasci di miliardi di zanzare geneticamente modificate sono stati programmati, nonostante le rimostranze dei residenti, in Florida e California, e, più di recente, alle Hawaii, con i cittadini a divenire, anche stavolta, cavie umane del grande progetto che coinvolge la tecnica del cosiddetto gene drive.
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A finanziare il progetto interviene, praticamente sempre, la compagine di Bill Gates, anche se va riconosciuto che il progetto coinvolge anche il Pentagono (protagonista di vari progetti di militarizzazione degli insetti) e contava fra i suoi sostenitori, ancora anni fa, anche Google.
Renovatio 21 da almeno un lustro ritiene la storia delle zanzare bioingegnerizzate – alle quali, ricordiamo en passant, lavorava anche il neo-onorevole professor Andrea Crisanti – come uno dei temi centrali del futuro prossimo.
Zanzare sterilizzate per via genetica, zanzare alterate per diventare creature vaccinatrici: il catalogo frankensteiniano che riguarda questi parassiti è vasto e impressionante, e, crede Renovatio 21, prelude a ciò che succederà all’uomo.
Il confine tra operazione biomedica ed arma biologica, anche nel caso del piano per le zanzare OGM, diviene davvero labile.
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Epidemie
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Epidemie
L’Etiopia conferma il primo focolaio mortale del virus di Marburg
L’Etiopia ha confermato ufficialmente il suo primo focolaio di malattia da virus di Marburg (MVD) dopo che i test di laboratorio hanno rilevato il patogeno nella regione meridionale del Paese, hanno dichiarato sabato i Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie (Africa CDC).
Un primo allarme era stato emesso mercoledì in seguito alle segnalazioni di una sospetta febbre emorragica virale. I casi sono stati registrati nella città di Jinka, vicino al confine con Kenya e Sud Sudan.
Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato su X che sono stati identificati almeno nove casi.
Sebbene il Ministero della Salute etiope non abbia confermato alcun decesso, l’agenzia sanitaria pubblica russa Rospotrebnadzor, citando diversi organi di informazione, ha riferito che potrebbero essere morte sei persone, tra cui due operatori sanitari che stavano curando pazienti infetti.
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Le autorità sanitarie locali hanno attivato i meccanismi di risposta alle emergenze, dispiegando squadre sul campo, rafforzando le misure di prevenzione e controllo delle infezioni e aumentando la sorveglianza nelle aree colpite. Sono inoltre in corso campagne di sensibilizzazione pubblica per contenere la diffusione del virus.
«L’Africa CDC continuerà a collaborare strettamente con il governo etiope e i partner per garantire una risposta rapida, coordinata ed efficace», ha affermato l’agenzia.
Nel frattempo, le autorità russe hanno annunciato controlli sanitari più rigorosi ai valichi di frontiera e hanno espresso preoccupazione per la potenziale diffusione regionale. Il Rospotrebnadzor ha anche affermato che un vaccino contro il virus Marburg sviluppato in Russia ha completato gli studi preclinici ed è pronto per la sperimentazione clinica.
Identificato per la prima volta nel 1967 in seguito a epidemie in Germania e Serbia, il virus di Marburg causa una febbre emorragica grave e altamente contagiosa, simile all’Ebola. I sintomi includono nausea, vomito, mal di gola e dolore addominale acuto, con casi gravi che portano a emorragie interne e morte. La trasmissione avviene attraverso il contatto diretto con fluidi corporei infetti o materiali contaminati.
La conferma della malattia in Etiopia arriva mentre il continente africano continua a fronteggiare molteplici emergenze di salute pubblica. All’inizio di quest’anno, un’epidemia del virus di Marburg ha ucciso dieci persone in Tanzania a gennaio, secondo l’OMS.
Inoltre, l’Africa sta affrontando la peggiore epidemia di colera degli ultimi 25 anni, con oltre 300.000 casi confermati e sospetti e oltre 7.000 decessi registrati nel 2025.
Come riportato da Renovatio 21, ad inizio anno la Tanzania aveva negato, nonostante le dichiarazioni OMS, lo scoppio di un focolaio del virus di Marburgo.
Il Ruanda ha confermato di recente che i pipistrelli sono la probabile fonte dei primi casi registrati del virus di Marburg.
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Nel 2023, la Tanzania e la Guinea Equatoriale hanno segnalato casi di malattia, dopo i focolai in Ghana nel 2022 e in Uganda nel 2017.
Come riportato da Renovatio 21, vi era stato allarme alla stazione di Amburgo pochi mesi fa quando due persone provenienti dal Ruanda avevano mostrato dei sintomi mentre erano in treno. La banchina di arrivo del treno era stata quindi isolata dalle autorità tedesche.
Come riportato da Renovatio 21, l’OMS aveva dichiarato il focolaio di Marburg in Ghana, per poi convocare una riunione «urgente» sulla diffusione del virus.
La Russia sta sviluppando un vaccino contro il morbo.
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Immagine di NIAID via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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