Oligarcato
Macron si toglie l’orologio costoso euro mentre parla dei sacrifici delle pensioni
Il presidente francese Emmanuel Macron è stato ripreso dalla telecamera mentre si toglieva furtivamente un orologio di lusso dal polso durante un dibattito sull’innalzamento del limite di età per i pensionati.
L’incidente imbarazzante è stato osservato venerdì durante un’intervista con un telegiornale francese, in cui Macron, sembrava essersi improvvisamente reso conto di indossare l’orologio quando lo ha sbattuto sul tavolo.
Il presidente francese ha proceduto a mettere le mani sotto il tavolo, poi il suo polso sinistro è ricomparso magicamente senza l’elegante orologio, che secondo alcuni costerebbe 80 mila euro, mentre secondo altri sarebbe un Bell&Ross V1-92 Black Steel da appena (si fa per dire) 2.400 euro.
Il gioco di prestigio purtroppo non ha ingannato nessuno: su tutti i media, pure quelli mainstream, circola il video della buffonata.
Macron while asking for sacrifices from the French people realizes he is wearing a € 80,000 watch and like a magician makes it disappear under the table. Unworthy. pic.twitter.com/zRiQWFAR1M
— RadioGenova (@RadioGenova) March 24, 2023
Successivamente il Macrone avrebbe detto che aveva rimosso l’orologio perché il tichettio gli dava fastidio creando nel presidente la paura che potesse inficiare il lavoro dei microfoni sensibili.
Tuttavia non si tratterebbe della prima volta che al pubblico viene mostrato il rapporto di un presidente francese con gli orologi di lusso. Nicholas Sarkozy, detto all’epoca il presidente bling-bling, aveva dichiarato nella campagna elettorale per la rielezione del 2012 che «se non possiedi un Rolex quando raggiungi i 50 anni, allora hai chiaramente fallito nella tua vita».
Sarkozy, nonostante l’unione con la modella Carla Bruni arrangiata dal pubblicitario Jacques Séguela, perse quelle elezioni. Tuttavia non andò meglio con il suo successore, il socialista François Hollande, l’uomo che, ricordiamo en passant, ha recentemente ammesso che i trattati di Minsk erano solo dei modi di guadagnare tempo contro la Russia. Hollande, si apprese da SMS mandati alla compagna, chiamava i poveri les sans dents, i «senza denti», un’espressione spregiativa dal sapore antico ma piuttosto inimmaginabile per le persone comuni, dove – socialista o cristiano che tu sia – il disprezzo per i non abbienti non è un valore.
Nel frattempo più di un milione di manifestanti, secondo le stime della polizia, hanno protestato oggi in Francia contro il taglio dell’età pensionabile da parte del presidente Emmanuel Macron «riforma delle pensioni» senza il voto del Parlamento. Gli scioperi hanno interrotto i trasporti pubblici, le raffinerie di petrolio, le scuole e altre istituzioni e servizi.
La polizia ha usato gas lacrimogeni e cannoni ad acqua contro i manifestanti. Secondo quanto riportato da alcuni media, almeno un’unità di vigili del fuoco ha cambiato posizione e si è unita ai manifestanti.
Il ministro dell’Interno Gérald Darmanin ha affermato che circa 150 agenti di polizia sono rimasti feriti, 172 persone sono state arrestate per essere interrogate per presunti saccheggi e incendi dolosi, e solo a Parigi sono stati appiccati 190 incendi.
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Orban: «Soros ha perso la battaglia in America» ma Bruxelles «è nelle mani» dello speculatore
La vittoria del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump è stata una grave sconfitta per l’attivista miliardario George Soros e i suoi alleati del Partito Democratico, che cercavano di far sprofondare l’America in una «frenesia di genere», ha affermato il primo ministro ungherese Viktor Orban.
Parlando in un’intervista con Kossuth Radio venerdì, Orbán ha accusato il filantropo ungherese di 94 anni di mantenere una «grande rete» intrecciata con il Partito Democratico, sostenendo che i loro sforzi erano concentrati sull’imposizione di ideologie globaliste nel tentativo di promuovere i loro interessi economici.
«Credono che sia loro dovere… aggiustare l’umanità. In altre parole, imporre ai paesi ciò che ritengono giusto», ha detto, aggiungendo che spesso a questi sforzi segue il «caos migratorio». Secondo Orban, il predominio democratico ha anche portato a una diffusione incontrollata della politica woke. «Ecco che arrivano i democratici americani, perché poi ci saranno il Pride, le bandiere arcobaleno e le questioni transgender».
Tuttavia, secondo Orbano, la vittoria di Trump ha inaugurato un cambiamento significativo in questo senso. «George Soros ha perso la battaglia in America. Potrei dire che l’America è stata liberata da Donald Trump», ha detto il primo ministro, suggerendo che gli alleati del magnate erano stati costretti a ritirarsi a Bruxelles.
«Noi europei ora dobbiamo affrontare un periodo molto difficile mentre si trinceravano a Bruxelles… devono essere cacciati da Bruxelles», ha detto. Orban ha anche espresso indignazione per il fatto che la rete di Soros sia finanziata dal bilancio dell’UE.
«Non possiamo tollerarlo, sono anche soldi nostri… Il più grande scandalo di corruzione in politica è che Bruxelles è nelle mani di George Soros», ha accusato.
Orban è da tempo critico nei confronti di Soros e della sua Open Society Foundations (OSF), accusandola di finanziare politiche pro-migrazione, minare i valori tradizionali della famiglia e promuovere un’agenda globalista.
I critici di Soros lo hanno anche accusato di alimentare diverse cosiddette rivoluzioni «colorate» e di avere legami finanziari con centinaia di organi di informazione, che lo proteggono da qualsiasi reazione, plasmano l’opinione pubblica e promuovono quello che Orban ha definito «fanatismo LGBT».
Due anni fa Orban aveva commentato la vittoria elettorale di Recep Tayyip Erdogan in Turchia come la sconfitta dell’«uomo di Soros», lo sfidante Kemal Kilicdaroglu.
Orban in un lontano passato è stato studente di Soros, ma ora, come in un quadro edipico, ne è acerrimo nemico.
Come riportato da Renovatio 21, Orban varie volte ha dichiarato Trump come l’unico uomo che può salvare il mondo dalla catastrofe della guerra.
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Immagine di European People Party via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
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Prete ortodosso denuncia: la Russia piena di stregoni
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Bill Gates ha cenato con Trump
Il miliardario Bill Gates ha discusso di come le lezioni apprese dalla pandemia di COVID-19 potrebbero essere utilizzate per «accelerare l’innovazione» nell’affrontare altre sfide sanitarie globali con il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, secondo un’intervista rilasciata dal fondatore di Microsoft e dominus vaccinale globale al Wall Street Journal.
Il Gates – che ricordiamo aver donato la cifra monstre di 50 milioni di dollari alla campagna elettorale di Kamala Harris per battere Trump – ha descritto la sua recente cena di tre ore con il presidente rieletto come «lunga e in realtà piuttosto intrigante». L’incontro, a cui hanno partecipato il nuovo capo dello staff della Casa Bianca Susie Wiles e uno dei membri dello staff di Gates, si è concentrato su come Trump potrebbe contribuire a traguardi significativi, come lo sviluppo di una cura per l’HIV e l’eradicazione della poliomielite.
«Era affascinato dall’idea di sapere cosa avrebbe potuto fare per aumentare al massimo le possibilità che nei prossimi quattro anni si raggiungesse quell’incredibile traguardo» dell’eradicazione della poliomielite, ha detto Gates in una clip pubblicata venerdì dal Wall Street Journal.
Riflettendo sul ruolo di Trump durante la pandemia di COVID, il Gates ha ricordato come abbia «accelerato l’innovazione dei vaccini» e ha esortato Trump ad adottare un approccio simile con la cura per l’HIV su cui la Fondazione Gates sta lavorando attivamente.
«Quindi gli ho chiesto se forse la stessa cosa si potesse fare qui. E siamo rimasti entrambi, credo, piuttosto entusiasti», ha osservato Gates.
«Sono rimasto sinceramente colpito dal modo in cui ha mostrato interesse per le questioni che ho sollevato», ha aggiunto, notando che Trump sembrava «energizzato e impaziente di aiutare a guidare l’innovazione».
La Fondazione Bill & Melinda Gates, uno dei maggiori finanziatori non statali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è coinvolta in numerose iniziative sanitarie globali, sostenendo gli sforzi per combattere malattie come la malaria, l’HIV e la poliomielite, oltre a finanziare programmi di sviluppo e distribuzione di vaccini.
Trump, che negli ultimi mesi ha tenuto diversi incontri con importanti leader del mondo imprenditoriale e tecnologico, non ha ancora rilasciato dichiarazioni sui dettagli dei suoi colloqui con Gates.
L’incontro avviene mentre Trump si prepara a riprendere l’incarico, segnalando potenzialmente importanti cambiamenti nella politica sanitaria. Alcuni report hanno suggerito che Trump potrebbe rivisitare il suo precedente tentativo di ritirare gli Stati Uniti dall’OMS. Durante il suo primo mandato, Trump ha accusato l’organizzazione di essere eccessivamente influenzata dalla Cina e ha criticato la sua gestione della pandemia di coronavirus. Mentre ha avviato il processo di ritiro nel 2020, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha ristabilito i legami con l’OMS il 20 gennaio 2021.
Inoltre, Trump ha nominato Robert F. Kennedy Jr. come prossimo segretario della Salute e dei Servizi Umani, sebbene la nomina attenda l’approvazione del Senato.
Come sa il lettore di Renovatio 21, il Kennedy è acerrimo avversario di Gates. «Ha preso il controllo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in modo che imponga i vaccini in tutto il mondo e le aziende che producono quei vaccini sono Gates e molte di loro sono i principali azionisti», ha affermato RFK Jr. in un’intervista riguardante il suo libro del 2021 The Real Anthony Fauci.
Come riportato da Renovatio 21, nel corso di questi anni RFK ha definito la partnership tra Fauci e Gates «formidabile e nefasta».
L’attacco di Kennedy al Gates non riguarda solo sanità mondiale e vaccini ma anche il controllo che l’uomo Microsoft esercita sulla stampa, sulla comunicazione elettronica e sul settore alimentare ed agricolo, con Gates che è divenuto in pratica il primo proprietario terriero degli USA: insomma un quadro generale di dominio del pianeta e degli esseri umani che talvolta Kennedy ha definito «un colpo di Stato».
Secondo voci, il team di transizione di Trump starebbe spingendo per l’uscita dell’OMS fin dal primo giorno, lasciando ancora una volta Gates come primo finanziatore dell’organizzazione.
Come riportato da Renovatio 21, è emerso in questi anni che Trump avrebbe cercato di far incontrare Bill Gates e Kennedy, dicendo al magnate informatico che voleva presentargli RFK di modo che potessero parlare di vaccini. Gates si sarebbe sottratto all’invito. Chissà perché.
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Immagine di © European Union, 2025 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
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