Militaria
L’esercito americano sta sviluppando il primo vaccino «universale» contro il COVID
L’esercito USA sta lavorando ad un vaccino COVID universale in grado presumibilmente di prevenire tutte le varianti future. Gli studi clinici si concluderanno nelle prossime settimane.
Lo rivela un comunicato stampa dell’US Army Walter Reed Army Institute of Research, uno dei principali, storici ospedali militari del Paese che prende il nome dal medico dell’esercito Walter Reed (1851-1902) che confermò che la febbre gialla è trasmessa dalle zanzare piuttosto che dal contatto diretto.
Il nuovo super-vaccino si chiama SpFN, cioè Spike Ferritin Nanoparticle (nanoparticelle ferritina spike) è già stato testato sulle scimmie. I risultati sui test umani dovrebbero arrivare entro questo mese.
«L’accelerazione dell’emergere di coronavirus umani negli ultimi due decenni e l’aumento delle varianti di SARS-CoV-2, incluso il più recente Omicron, sottolineano la continua necessità di vaccini preventivi di prossima generazione che conferiscano un’ampia protezione contro le malattie del coronavirus», afferma il dottor Kayvon Modjarrad, direttore del ramo malattie infettive emergenti presso WRAIR, co-inventore del vaccino e capo dell’esercito americano per il vaccino SpFN.
«La nostra strategia è stata quella di sviluppare una tecnologia vaccinale “pan-coronavirus” che potrebbe potenzialmente offrire una protezione sicura, efficace e duratura contro più ceppi e specie di coronavirus»
«La nostra strategia è stata quella di sviluppare una tecnologia vaccinale “pan-coronavirus” che potrebbe potenzialmente offrire una protezione sicura, efficace e duratura contro più ceppi e specie di coronavirus».
Il vaccino SpFN è entrato nella fase 1 degli studi sull’uomo nell’aprile 2021. Le prime analisi, che dovrebbero concludersi questo mese, forniranno informazioni sull’efficacia sugli esseri umani del vaccino SpFN.
Questo vaccino si distingue nel panorama dei vaccini COVID-19», dice Modjarrad. «La visualizzazione ripetitiva e ordinata della proteina spike del coronavirus su una nanoparticella multiforme può stimolare l’immunità in modo tale da tradursi in una protezione significativamente più ampia».
La ricerca di un super-vaccino è ben avviata anche nel mondo civile, con i grandi enti miliardari di Gates (CEPI, ad esempio) a finanziare la creazione di sieri che sulla carta sarebbero efficaci «contro tutti i coronavirus»
Come riportato da Renovatio 21, la ricerca di un super-vaccino è ben avviata anche nel mondo civile, con i grandi enti miliardari di Gates (CEPI, ad esempio) a finanziare la creazione di sieri che sulla carta sarebbero efficaci «contro tutti i coronavirus».
L’interesse dell’esercito di Washington per i vaccini è risalente e molto solido. La Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), il reparto ricerca & sviluppo del Pentagono, sta lavorando da tempo a un vaccino COVID che funzionerà su tutte le varianti. La DARPA avrebbe sviluppato un microchip impiantabile che monitorerà continuamente il corpo umano per i segni del virus.
Il Pentagono gode di un’immensa banca dati epidemiologica, avendo centinaia di campioni di tessuto di soldati e marinai infettati da agenti patogeni in tutto il mondo, inclusa l’influenza spagnola del 1918 che uccise milioni di persone in tutto il mondo.
Sul dual use (cioè l’utilizzo della conoscenza virologica come cura ma anche come bioarma di offesa) il dibattito pubblico, come abbiamo stigmatizzato tante volte, è completamente inesistente, se non censurato attivamente da media e social media
Sul dual use (cioè l’utilizzo della conoscenza virologica come cura ma anche come bioarma di offesa) il dibattito pubblico, come abbiamo stigmatizzato tante volte, è completamente inesistente, se non censurato attivamente da media e social media.
«Dovete capire che tutto ciò che riguarda la biologia e le tecnologie molecolari è a duplice uso: gli stessi materiali possono essere utilizzati per la diagnostica di un ospedale o possono essere inclusi in un programma di armamento» aveva dichiarato il dottor Martin Zizi, un ex ispettore di armi biologiche per l’esercito belga, che era, nel 2010, professore di scienze presso la Vrije Universiteit Brussel (VUB), quando mesi fa emerse il caso del possibile «biospionaggio» perpetrato dalla Cina ai danni del Belgio.
Quello che sappiamo oramai con sempre crescente certezza è il coinvolgimento dell’esercito cinese nel laboratorio di Wuhan.
Come riportato da Renovatio 21, lo stesso vaccino mRNA è una tecnologia militare sviluppata dal Pentagono. Come il GPS ed internet (un tempo chiamata dai soldati ARPANET), il vaccino mRNA è un trasferimento tecnologico che dai militari arriva alla società civile.
Immagine di Lowpower12 via Deviantart pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 Unported (CC BY-NC-ND 3.0)
Militaria
Putin: gli F-16 dati all’Ucraina saranno distrutti
La Russia distruggerà gli aerei da combattimento F-16 di fabbricazione statunitense che alla fine arriveranno in Ucraina, proprio come ha fatto con altri equipaggiamenti occidentali, ha detto mercoledì il presidente Vladimir Putin. Lo riporta il sito governativo russo RT.
Diversi stati membri della NATO hanno promesso di donare i loro F-16 a Kiev e hanno addestrato i piloti ucraini a pilotarli, ma non è stata ancora effettuata alcuna consegna. La Russia ha avvertito l’Occidente che l’impiego di aerei con capacità nucleare rappresenterà un’inaccettabile escalation del conflitto ucraino.
«Se consegnano gli F-16, penso che tu sappia meglio di altri che ciò non cambierà la situazione sul campo di battaglia», ha detto il presidente. «E distruggeremo questi aerei proprio come abbiamo distrutto carri armati, veicoli corazzati e altre attrezzature, compresi i sistemi missilistici a lancio multiplo».
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I commenti sono arrivati durante la visita di Putin alla base aerea di Torzhok nella regione di Tver, sede del 344° Centro di addestramento per piloti da combattimento russi, compreso il personale addestrato a prendere parte al conflitto in Ucraina.
Gli F-16 pilotati da piloti ucraini ma basati in paesi terzi saranno comunque obiettivi legittimi per la Russia, ha aggiunto Putin.
«Naturalmente, se vengono utilizzati da aeroporti di paesi terzi, diventano per noi un obiettivo legittimo, ovunque si trovino», ha affermato.
La Russia è ben consapevole che gli aerei degli anni ’70 possono potenzialmente trasportare armi nucleari, e questo sarà preso in considerazione nelle operazioni di combattimento, ha osservato Putin.
Come riportato da Renovatio 21, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov aveva ricordato che gli F-16 possono trasportare testate atomiche già un anno fa.
Kiev ha perso gran parte della sua forza aerea negli ultimi due anni, compresi i jet dell’era sovietica donati da diversi membri della NATO in sostituzione. Alla fine il governo ucraino ha chiesto degli F-16 al blocco guidato dagli Stati Uniti.
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Il caccia monomotore è un progetto della fine degli anni ’70, originariamente prodotto dalla General Dynamics prima che fosse acquisito da Lockheed Martin. Richiede piste incontaminate, che scarseggiano in Ucraina, suggerendo che i jet gestiti dall’Ucraina potrebbero invece essere di stanza nei vicini Paesi della NATO.
Come riportato da Renovatio 21, la scorsa estate il ministro della Difesa danese Jakob Ellemann-Jensen aveva posto una condizione secondo cui i caccia F-16 destinati a essere donati a Kiev dalla Danimarca e dai Paesi Bassi devono essere utilizzati solo sul territorio ucraino.
Si tratta, ovviamente, di parole al vento, come ogni altro «paletto» messo sull’escalation ucraina.
Come ha detto l’anno passato il candidato presidenziale USA Robert F. Kennedy jr. ha definito gli F-16 all’ucraina «un disastro per l’umanità».
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Intelligenza Artificiale
Robocani a Gaza
Israel buys these robots from an American company called Ghost Robotics to help them exterminate the Palestinians. Each of these robotic dogs costs 165,000 US dollars. They are considered semi-automatic, work underground and above rubble, and can get back on their feet even if… pic.twitter.com/QZ4ZE8qCyE
— Romouz (@Romouze) March 3, 2024
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Pechino ha inoltre militarizzato modelli di robocane, portandoli sul sempre irrequieto confine himalayano con l’India, dove è schierato il robo-yak. Un video particolarmente inquietante mostra un robocane armato essere trasportato in cima ad un palazzo da un drone.Shanghai has deployed robotic dogs to blare lockdown instructions to the public. pic.twitter.com/PK72YIPfxs
— Ian Miles Cheong (@stillgray) March 30, 2022
Blood-Wing, a Chinese defense contractor, demonstrates drone-deploying an armed robodog.
The Future is Now. pic.twitter.com/tRKnKa8xvp — Lia Wong (@LiaWong__) October 4, 2022
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Geopolitica
Generale tedesco: riconoscete che l’Ucraina ha perso. Le forze armate russe sono «più forti che negli anni ’80»
In un’intervista del 21 marzo alla radio Berlino-Brandeburgo (RBB), il generale tedesco in pensione Harald Kujat ha definito un’«assoluta assurdità» l’idea che l’Ucraina sarebbe in grado, solo con più munizioni, di respingere i russi.
Maggiori rifornimenti per l’Ucraina significherebbero solo che «potranno usare di nuovo la loro artiglieria per qualche giorno, qualche settimana». Ciò che manca veramente, però, è la capacità di condurre «operazioni di combattimento mobili e offensive», che permetterebbero loro di cacciare i russi dal Paese: «le forze armate ucraine non sono state in grado di farlo per molto tempo».
«Ciò non cambierebbe se l’Ucraina ottenesse i missili a lungo raggio Taurus dalla Germania, ma inasprirebbe l’intero conflitto e spingerebbe la Germania ancora di più verso uno scontro diretto con i russi». Inoltre: «Gli ucraini devono essere giustamente preoccupati se il sostegno continuerà nella stessa misura di prima».
Il problema «sono gli Stati Uniti», dice Kujat. Dopotutto, non si tratta solo di finanziamenti, armi e munizioni: «gli americani stanno facendo molto di più». Ad esempio, l’offensiva ucraina dello scorso anno è stata sviluppata in collaborazione con l’Ucraina, ma «essenzialmente da personale militare americano e britannico». Gli americani hanno fornito all’Ucraina informazioni «per poter intraprendere la guerra».
Non è prevedibile se il pacchetto di aiuti da 61 miliardi di dollari, di cui si discute da mesi, verrà approvato a Washington.
L’UE ha «ottenuto molto finora», ma non è riuscita a compensare il calo del sostegno degli Stati Uniti. Tuttavia «è importante che ciò continui. Questo è ciò che vuole ottenere anche la Cancelliera federale. Dobbiamo dare all’Ucraina la certezza che questo sostegno non verrà interrotto».
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Tuttavia, le forze armate russe sono «molto più forti oggi che prima dell’inizio della guerra», addirittura «più forti che negli anni ’80». La Russia ha «un’enorme superiorità in alcune aree delle capacità militari», che usa a proprio vantaggio anche sul campo di battaglia. Il Cremlino non ha difficoltà significative nel reclutare nuovi soldati. L’Ucraina è diversa: «hanno grossi problemi di personale».
Il Kujat, i cui ultimi due incarichi di carriera sono stati ispettore generale della Bundeswehr – l’esercito della Repubblica Federale Tedesca – nel 2000-2002 e poi presidente del comitato militare della NATO nel 2002-2005, ha dichiarato di conoscere abbastanza bene le strutture militari di entrambe le parti in guerra per poter effettuare una valutazione qualificata.
Il 19 marzo il generale germanico in pensione aveva dato un’intervista alla TV online della testata Die Weltwoche. «Dobbiamo essere assolutamente chiari: non esiste un’arma miracolosa», aveva detto Kujat. «Nessuna arma, compresi il Taurus, può cambiare la situazione sul campo di battaglia contro l’Ucraina in modo tale che la Russia si trovi in una situazione difficile e non sia in grado di raggiungere i suoi obiettivi (…) Nessuno dei sistemi può fornirlo».
Aveva quindi detto che il cancelliere Olao Scholz aveva ragione nel rifiutarsi di inviare missili Taurus in Ucraina: «Berlino non sarà in grado di controllarne l’uso (…) Un attacco su alcuni obiettivi con questi missili provocherebbe un disastro nazionale per la Germania. Spero che il Cancelliere rimanga fermo nella sua decisione».
Come riportato da Renovatio 21, la scorsa estate il generale aveva messo in guardia dalla minaccia di guerra se la Germania dovesse soccombere alle pressioni NATO e consegnare missili da crociera Taurus all’Ucraina.
«La consegna dei Taurus sarebbe un altro passo verso l’europeizzazione della guerra» aveva affermato il Kujatto, che asserisce che qualora i missili fossero utilizzati contro obiettivi all’interno della Russia, la reazione di Mosca sarebbe certa: «l’unica domanda è se questa reazione è diretta contro l’Ucraina o anche contro coloro che consentono all’Ucraina di effettuare questi attacchi».
Come riportato da Renovatio 21, il nome del generale Kujat appariva in un appello di inizio anno da parte di generali tedeschi che si opponevano alla fornitura di carrarmati Leopard all’Ucraina.
Kujat è stato ispettore generale della Bundeswehr nel 2000-2002 e ha concluso la sua carriera militare come presidente del comitato militare della NATO nel 2002-2005.
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Immagine di NATO via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International; immagine tagliata ed ingrandita.
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