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Il vescovo Strickland si scusa per aver chiuso le chiese durante il COVID: «sono stato ingannato»
Il vescovo Joseph Strickland si è scusato per le chiusure delle chiese durante i lockdown COVID, affermando di essere stato «ingannato». Lo riporta LifeSiteNews.
Monsignor Strickland ha rilasciato queste dichiarazioni in risposta a un post su X del caporedattore di Crisis, Eric Sammons.
«Vorrei che i nostri vescovi conoscessero le benedizioni spirituali che verrebbero scatenate sulla Chiesa da semplici e sincere scuse pubbliche per la chiusura delle messe pubbliche durante il COVID», ha scritto Sammons sabato scorso.
«Eric, ti offro le mie scuse come hai richiesto, sono stato ingannato dal clamore mediatico e avrei dovuto essere più forte», ha scritto il vescovo emerito di Tyler, Texas. «Preghiamo affinché tutti i pastori abbiano una fede soprannaturale più forte mentre affrontiamo altre sfide in futuro. Possa Cristo essere la nostra Luce in qualsiasi oscurità ci troviamo ad affrontare».
Eric, I offer my apology as you have requested. I was duped by the media hype and should have been stronger. Let’s us pray for all shepherds to have stronger supernatural faith as we face more challenges in the future.
May Christ be our Light in whatever darkness we face. https://t.co/RqwGQ1FK0d
— Bishop J. Strickland (@BishStrickland) September 7, 2024
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«Grazie, Vostra Eccellenza. Questo significa più di quanto possiate immaginare per molti di noi», ha scritto il Sammons in risposta. «Siate certi delle mie continue preghiere per il vostro fruttuoso ministero apostolico».
Monsignor Strickland si è dichiarato apertamente contrario ad altre restrizioni coercitive legate al COVID, come le vaccinazioni obbligatorie.
«I limiti del potere temporale finiscono con la libertà di coscienza», aveva affermato nel gennaio 2022. «Siamo obbligati a cercare di avere una coscienza ben formata, per conoscere la verità. Ed è difficile avere una coscienza ben formata quando non si riesce a ottenere la verità… ed è tutto politicizzato e reso propaganda».
lettori di Renovatio 21 conoscono Strickland per l’intransigenza mostrata dal prelato nei confronti dei vaccini ottenuti da linee cellulari di feto abortito.
«Preferisco morire piuttosto che beneficiare di qualsiasi prodotto che utilizzi un bambino abortito» aveva dichiarato a inizio 2022, quando la campagna vaccinale mondiale e i sistemi di sottomissione alla siringa genica, come il green pass, impazzavano.
Monsignor Strickland aveva cominciato a parlare di rifiuto del vaccino fatto con linee cellulari di feto abortito ancora a inizio 2020, quando si era lontani dalla realizzazione dei vaccini ora in distribuzione globale.
Come riportato da Renovatio 21, nel 2020 fa il vescovo texano aveva dichiarato su Twitter: «Rinnovo la mia richiesta di rifiutare qualsiasi vaccino sviluppato utilizzando bambini abortiti (…) anche se ha avuto origine decenni fa, significa ancora che la vita di un bambino era finita prima che nascesse e quindi il suo corpo era usato come pezzi di ricambio (…) Tragicamente, le persone non sono a conoscenza o hanno scelto di chiudere un occhio sui progressi della scienza medica che consentono lo sviluppo di vaccini con l’uso all’ingrosso di corpi di bambini abortiti».
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In una puntata del The Bishop Strickland Show il vescovo texano, mai pago nell’attaccare i «vaccini» COVID contaminati dall’aborto, ha evidenziato anche il fallimento dei vescovi, incapaci di compiere il loro dovere di opporsi agli obblighi totalitari di vaccinazione vaccinazioni.
Subito dopo la rimozione, una dichiarazione ufficiale di sostegno a Strickland era arrivata da parte di monsignor Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana (Kazakistan) e nome assai noto nei circoli tradizionalisti.
A seguire era arrivato anche il messaggio dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, che aveva già incoraggiato Strickland con un messaggio di due mesi fa in cui parlava dell’«essere vescovi al punto dell’eroismo».
Il vescovo texano ha recentemente scritto una lettera sulla «corruzione e le potenti forze del male» nella Chiesa cattolica e nella società, inclusa l’apostasia «al vertice» della Chiesa. La lettera ha inoltre invitato i fedeli a prestare attenzione agli avvertimenti di Fatima e Akita e ad aggrapparsi alla Santa Eucaristia e alla Beata Madre.
Come riportato da Renovatio 21, recentemente monsignor Strickland ha definito il Partito Democratico USA come «il partito della morte».
Il prelato ha anche attaccato Donald Trump per la sua posizione sulla riproduzione in vitro, dichiarando che al momento la corsa alla presidenza USA manca di un candidato pro-life.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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Trump andrà alla riapertura di Notre Dame, Bergoglio no
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Pensiero
Biden e Bergoglio, un parallelismo. Parla mons. Viganò
L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha affidato a X una breve riflessione sul caso della grazia data dal presidente americano Joe Biden al figlio Hunter.
Lo scandalo non si è ancora spento negli Stati Uniti, Paese nel quale Viganò è stato nunzio apostolico in era Obama.
Il perdono assegnato al figlio presidenziale copre tutti i suoi crimini federali (cioè considerabili come perseguibili a livello centrale, non nei singoli Stati) copre tutto quanto fatto da Hunter dal 2014, anno nel quale, con il colpo di Stato a Kiev chiamato Maidan, inizia anche il suo legame con l’Ucraina, dove diviene membro del board del colosso gasiero Burisma, e dove con il suo fondo sarebbe coinvolto nella questione dei biolaboratori.
Kiev è stata definita dall’ ex politico di opposizione in esilio Viktor Medvedchuk come la «mangiatoia» del clan corrotto dei Biden.
Ora anche molti nel Partito Democratico USA – che aveva vantato il suo presunto rispetto dello «stato di diritto» e del «nessuno sopra la legge» per attaccare Trump – si chiedono dell’opportunità della grazia presidenziale infra-famigliare, soprattutto dopo che appena pochi mesi fa avevano negato, con tanto di ripetute dichiarazioni della portavoce della Casa Bianca Corinne Jean-Pierre, che il presidente potesse graziare il figlio.
Monsignor Viganò vede nella vicenda un parallelo possibile con il Vaticano odierno.
«”Nessuno è al di sopra della Legge”, ha detto Joe Biden durante la campagna elettorale, per confermare che non avrebbe graziato suo figlio Hunter, con il quale è colluso in una serie di crimini gravissimi, insabbiati per anni dai servizi segreti deviati, con la complicità dei media» scrive Viganò.
«Oggi vediamo quanto vale la parola di Biden: nulla. Un “presidente” criminale grazia il figlio criminale, come se fosse la cosa più normale e legittima al mondo» accusa il prelato.
Viganò riferisce di casi di revoca di scomunica a personaggi controversi, mentre Bergoglio «la commina a chi denuncia la corruzione del Vaticano e l’usurpazione del Soglio di Pietro».
Come riportato da Renovatio 21, monsignor Viganò è stato scomunicato per e-mail la scorsa estate.
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