Ambiente
Il senato di uno Stato americano vieta la geoingegneria delle scie chimiche

I legislatori dello Stato americano del Tennessee questa settimana hanno approvato un disegno di legge che mira a vietare l’irrorazione di sostanze chimiche nell’atmosfera, una tecnica di manipolazione meteorologica nota generalmente come «geoingegneria», che qualcuno ricollega al tema delle cosiddette «scie chimiche».
Lo scorso lunedì, il Senato tennesseano ha approvato la norma SB2 691/HB 2063, che mira a «vietare l’iniezione, il rilascio o la dispersione intenzionale, con qualsiasi mezzo, di sostanze chimiche, composti chimici, sostanze o apparecchi all’interno dei confini di questo Stato nell’atmosfera con il preciso scopo di influenzare la temperatura, il tempo o l’intensità della luce solare».
????????????Tennessee BAN Geo-Engineering
This is HUGE
Today the Tennessee State Senate passed a bill banning the spraying of chemicals in their skies!
The law bans “intentional injection, release or dispersion, by any means of chemicals, chemical compounds, substances or apparatus… pic.twitter.com/gOllFHH7AU
— Concerned Citizen (@BGatesIsaPyscho) March 19, 2024
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«L’iniezione, il rilascio o la dispersione intenzionale, con qualsiasi mezzo, di prodotti chimici, composti chimici, sostanze o apparecchi entro i confini di questo Stato nell’atmosfera con lo scopo esplicito di influenzare la temperatura, il tempo o l’intensità della luce solare è vietata» continua il disegno di legge.
Secondo il quotidiano locale Nashville Tennessean, la legge SB 2691/HB 2063 «deve ancora avanzare alla Camera».
Il governo federale degli Stati Uniti ha anche tacitamente ammesso di impegnarsi nella pratica, denominata Stratospheric Aerosol Injection (SAI), che l’ex direttore della CIA John Brennan descrive come «un metodo per seminare nella stratosfera particelle che possono aiutare a riflettere il calore del sole in più o meno allo stesso modo delle eruzioni vulcaniche».
«Un programma SAI potrebbe limitare l’aumento della temperatura globale riducendo alcuni rischi associati alle temperature più elevate e fornendo all’economia mondiale più tempo per la transizione dai combustibili fossili. Questo processo è anche relativamente poco costoso», aveva affermato il Brennan durante una conferenza del Council on Foreign Relations.
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Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso scienziati di Oxford avvertirono delle possibili ripercussioni anche ambientali della geoingeneria.
Nel 2021 circa 400 scienziati hanno invitato la comunità globale a emanare un «accordo internazionale di non utilizzo» per la geoingegneria solare, ponendo fine all’ulteriore sviluppo della tecnologia «prima che sia troppo tardi». Vi sono stati tuttavia scienziati che hanno spinto pubblicamente per l’implementazione della tecnologia chimico-metereologica in conferenze internazionali, trovando però alcuni colleghi nettamente contrari.
Mentre l’ONU può aver aperto al tema parlando di «sofferenze senza fine» a causa del Clima che cambia, è emerso che anche la Casa Bianca di Biden approva l’oscuramento del sole.
George Soros in un recente intervento ha parlato concretamente di geoingegneria solare contro il Climate Change da effettuarsi con grandi aerei che spruzzano l’aerosol sui cieli dell’Artico. La proposta di ricongelamento dei poli terrestri tramite sostanze rilasciate in aria è stata espressa anche altrove.
Come riportato da Renovatio 21, è stato con i danari di Bill Gates che pochi anni fa si preparò un esperimento di oscuramento chimico del sole in Svezia. L’operazione fu alla fine fermata, anche per le proteste delle minoranze lapponi.
Tuttavia, il principale scienziato fautore della cosiddetta geoingegneria solare, l’harvardiano David Keith, ha rivendicato la tecnologia di controllo del clima planetario in un lungo editoriale sul New York Times, che esprimeva concetti allucinanti, come l’accettazione della morte di quantità massive di esseri umani a causa delle ricadute delle sostanze chimiche, un male minore rispetto all’apocalisse climatica da egli prospettata.
C’è da dire che, contrariamente a quanto si può pensare, tecnologia di controllo del meteo è in realtà vecchia di decenni.
Da anni la Cina e gli USA stanno lavorando a tecnologie di controllo del clima che si sospetta abbiano la chiara possibilità di essere utilizzate come armi nei conflitti del futuro.
Come riportato da Renovatio 21, anche la UE nelle scorse settimane ha lanciato un avvertimento sull’uso della geoingegneria.
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Ambiente
Oscuramento del Sole via geoingegneria: Londra dà il via libera agli esperimenti

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Ambiente
Dispositivo aspira l’anidride carbonica dall’atmosfera e la trasforma in carburante

Un nuovo sorprendente esempio di tecnologia climatica proviene da una startup chiamata SpiralWave: una colonna alta e traslucida che si illumina con sfere di plasma dall’aspetto spettrale.
Questo dispositivo è promosso dal sito di innovazione e tecnologia TechCrunch ed è stato presentato all’evento TechCrunch Disrupt 2024. Il funzionamento appare semplice e lineare: mentre il plasma si muove a spirale lungo la colonna, strappa l’anidride carbonica dall’aria. Questo processo converte il gas in metanolo verde, una fonte di carburante che può essere prodotta in modo rinnovabile e che produce il 95 percento in meno di emissioni di carbonio, stando a quanto dicono i suoi sostenitori.
«Qui potete vedere il plasma in impulsi molto rapidi», ha detto a TechCrunch il CEO e co-fondatore Abed Bukhari. «A ogni impulso, scompone la CO2».
Il Bukhari ha dichiarato che l’idea gli è venuta mentre lavorava nella sua precedente startup, dove per costruire la sua attrezzatura era costretto a utilizzare il cosiddetto plasma freddo, una forma di plasma più fredda comunemente utilizzata nelle luci fluorescenti.
«Avevo bisogno di costruire qualcosa che potesse risolvere la sfida più grande che abbiamo oggi sulla Terra, ovvero rimuovere un’enorme quantità di CO2», ha poi ribadito il Bukhari.
Con SpiralWave, ha costruito due prototipi: un Nanobeam più piccolo e un Microbeam alto più di sei piedi, che è quello che si vede nel filmato. Il modo in cui funzionano è piuttosto ingegnoso: le onde di plasma sono in realtà il risultato di tre impulsi separati di microonde a frequenze diverse, che rompono legami molecolari specifici, secondo TechCrunch.
«Il primo scompone la CO2 in CO, il secondo scompone l’H2O in H e OH, e il terzo li unisce formando metanolo», dice lo scienziato.
Il processo trasforma circa il 75% dell’energia elettrica utilizzata dal dispositivo in metanolo quando si tratta di CO2 e il 90 percento in gas di combustione, ovvero gas espulsi da tubi e ciminiere, un esempio lampante delle emissioni delle centrali elettriche prodotte dalla combustione di combustibili fossili.
Al momento, questi dispositivi possono creare una tonnellata metrica di metanolo dalla CO2 estratta dall’aria ambiente utilizzando circa 10.000 kilowattora di elettricità. Ma con concentrazioni più elevate di gas serra, possono raggiungere quella resa con appena 7.000 kWh.
Non è una quantità di energia irrilevante, tenendo presente che la CO2 viene rimossa nel processo, creando al contempo un combustibile rinnovabile, e che il sistema può essere alimentato da elettricità a sua volta rinnovabile.
Va da sé che bisognerà vedere quanto sarà poi effettivamente efficace nel suo complesso. Ma il suo inventore sogna in grande: l’obiettivo è creare una versione grande, alta quasi cento metri, che potrebbe estrarre circa una gigatonnellata di CO2 all’anno.
«Per combattere il cambiamento climatico, dobbiamo rimuovere 10 gigatonnellate di CO2 all’anno», ha chiosato il Bukhari.
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Non si tratta della prima invenzione riguardo la conversione per la CO2.
Come riportato da Renovatio 21, una startup chiamata Air Company sta producendo vodka a base di emissioni di anidride carbonica. L’azienda utilizza prima l’elettrolisi per separare l’idrogeno e l’ossigeno dall’acqua, che viene poi trasformata in etanolo utilizzando un reattore di conversione del carbonio, che utilizza le emissioni di CO2 catturate. Quindi raffina l’etanolo in un liquore da bere.
La farsa climatica accumula quindi anche questa ulteriore contraddizione. Altro che impronta carbonica e leggi draconiane decrescitiste: con la CO2 (che, ricordiamo, è alla base della chimica organica), a quanto sembra, è possibile avere la botte piena e il serbatoio dell’auto pure!
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Immagine screenshot da YouTube
Ambiente
Glifosato, le donne esposte hanno un rischio più elevato di infertilità

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Effetti tossici multipli dell’esposizione al glifosato
Sebbene l’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente (EPA) consideri il glifosato sicuro, studi recenti lo hanno collegato al cancro, allo sviluppo neurologico precoce avverso, al basso peso alla nascita, all’infiammazione del fegato e ai disturbi metabolici, agli effetti tossici sul sistema nervoso e a malattie come l’Alzheimer e il Parkinson. La ricerca ha evidenziato effetti sull’apparato riproduttivo maschile, tra cui cambiamenti ormonali, ritardi nello sviluppo e riduzioni del numero e della qualità degli spermatozoi, nonché sugli animali da laboratorio esposti al glifosato. Diversi studi suggeriscono inoltre che il GBH, che contiene sostanze chimiche aggiuntive, è più tossico del glifosato da solo. Per questa revisione, i ricercatori hanno analizzato gli studi di PubMed fino a marzo 2024 per esplorare l’impatto del glifosato sull’apparato riproduttivo femminile e le potenziali implicazioni cliniche sui risultati della salute riproduttiva. Le prove indicano che il glifosato può danneggiare l’apparato riproduttivo femminile e aumentare il rischio di infertilità e malattie in diversi modi. Questi includono:- Rischi in gravidanza: l’esposizione al glifosato può aumentare l’infiammazione e interrompere gli ormoni chiave della gravidanza, tra cui estrogeni e progesterone. Ciò può potenzialmente portare a scarsi risultati in gravidanza e problemi di sviluppo fetale, come si è visto negli studi sugli animali.
- Anomalie uterine: il glifosato e il GBH possono danneggiare l’utero, alterandone la struttura, danneggiando i tessuti e interrompendo i processi della gravidanza come la formazione dei vasi sanguigni e l’impianto dell’embrione.
- «Queste alterazioni indotte da GBH nell’architettura e nella morfologia uterina possono contribuire all’infertilità, alla perdita precoce della gravidanza e all’iperplasia endometriale [rivestimento uterino anormalmente spesso]», affermano i ricercatori.
- Danni ovarici: l’esposizione al glifosato è stata collegata a una ridotta funzionalità ovarica e a una riduzione del numero e della qualità degli ovuli. Può anche danneggiare i follicoli ovarici, essenziali per la produzione di ormoni e lo sviluppo degli ovuli, rendendo più difficile rimanere incinta.
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- Stress ossidativo: il glifosato può causare stress nel corpo aumentando i livelli di molecole dannose (specie reattive dell’ossigeno) che causano danni cellulari, proteici e al DNA. La sostanza chimica può rendere difficile per il corpo assorbire lo zinco, che protegge dallo stress ossidativo ed è importante per il corretto sviluppo e crescita dell’uovo (oocita). Può anche ridurre l’attività degli enzimi che proteggono le cellule dai danni ossidativi. Ciò può interrompere la funzione immunitaria e la riproduzione e influenzare gli ormoni, la funzione cerebrale, il metabolismo e i geni.
- Cambiamenti genetici: il glifosato può alterare l’espressione genica (sia che i geni siano «accesi» o «spenti») senza modificare la sequenza effettiva del DNA (epigenetica). Ciò significa che l’esposizione materna al glifosato, specialmente durante la gravidanza o periodi sensibili dello sviluppo fetale, può portare ad anomalie congenite. I cambiamenti genetici possono anche essere trasmessi alle generazioni future, il che promuove la malattia molto tempo dopo che si verifica l’esposizione chimica diretta.
- Interruzione ormonale: il glifosato agisce come un disruptor ormonale (endocrino), interferendo con la segnalazione degli estrogeni e inibendo un enzima necessario per produrre estrogeni. Ciò influisce sulla funzione ovarica, sulla struttura e sulla forma dell’utero e sull’impianto dell’embrione.
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