Tecnologia
Il metaverso sta ferendo molte persone
Il metaverso, ossia la virtualizzazione immersiva di internet sulla quale Mark Zuckerberg sta puntando tutto – al punto di cambiare il nome di Facebook, ora divenuto appunto «Meta» – è già luogo dove la gente si ferisce. Fisicamente.
Un articolo del Wall Street Journal riporta la crescente popolarità dei visori a realtà virtuale (VR) ha avuto l’effetto collaterale di casi di ferimento degli utenti. Per un motivo semplicissimo: gli utenti resi ciechi rispetto alla realtà-reale dai loro caschi, non sanno dove stanno mettendo le mani o i piedi.
(La cosa, capisce il nostro lettere, ha un significato altamente importante, simbolico)
Gli utenti resi ciechi rispetto alla realtà-reale dai loro caschi, non sanno dove stanno mettendo le mani o i piedi
Jake Masters, un ragazzo della Carolina del Nord, che ha detto al WSJ che l’anno scorso si era lussato la spalla mentre «combatteva» in un Colosseo virtuale. Masters si era infortunato alla stessa spalla in un incontro di boxe (vera) anni prima, e sebbene non avrebbe dovuto «fare la vera boxe dopo il primo infortunio», pensava che giocare al gioco VR sarebbe andato bene perché non era reale .
«La prossima volta lascerò che la tigre mi mangi», ha detto al giornale Masters, che ha dovuto sottoporsi a mesi di terapia fisica per affrontare l’infortunio.
Taylor Murray, che prima si è tagliato giocando a boxe virtuale e poi ha rotto un vaso settimane dopo giocando a tennis virtuale, con grande dispiacere di sua moglie Lauren, ha detto al WSJ che non pensa più che la realtà virtuale sia un buon modo per suo marito di allenarsi.
Il WSJ descrive in dettaglio una serie di altre lesioni subite dai giocatori di VR per la caduta o il contatto con oggetti solidi durante il gioco.
Un tedesco di 31 anni si è rotto il collo mentre giocava a un gioco VR che prevedeva «una combinazione di movimenti di spalle, braccia e testa mentre indossava un visore VR»
L’anno scorso, il Journal of Medical Case Reports ha pubblicato uno studio su un uomo tedesco di 31 anni che si è rotto il collo mentre giocava a un gioco VR che prevedeva «una combinazione di movimenti di spalle, braccia e testa mentre indossava un visore VR». L’uomo è entrato in una clinica mentre soffriva di dolore al collo ed è stato lì che i medici hanno scoperto che aveva una frattura traumatica alla nuca che hanno determinato fosse causata dai movimenti «intensi» e «ripetitivi» che ha fatto durante il gioco, di cui al momento non si conosce il titolo.
Il WSJ ha anche notato una lesione cumulativa che alcuni chiamano «sindrome del braccio del gorilla». Il professor Jay Kim della Oregon State University ha detto al giornale è ciò che risulta quando le persone tengono le braccia alzate (come dei grossi, stupidi primati) per lunghi periodi di tempo senza fare delle pause.
Mentre molti visori VR sono dotati di istruzioni che suggeriscono di riordinare i mobili e di fare delle pause, e più recentemente hanno aggiornato le griglie all’interno degli auricolari per avvisare gli utenti quando oggetti, persone o animali domestici si avvicinano, non è difficile immaginare che gli utenti ignorino questo tipo di caratteristiche quando sono intensamente coinvolti in una partita.
Il metaverso vale già più di Nazioni reali. Questa è la prima vera, grande ferita che il metaverso sta infliggendo all’umanità
Come riportato da Renovatio 21, nella partita del metaverso è ora entrato – forse per FOMO, cioè l’ansia degli investitori di perdere un’occasione – anche Bill Gates. La Microsoft ha infatti comprato gli universi virtuali dei giochi della società videoludica Activision Blizzard (Call of Duty, StarcCraft, soprattutto World of Warcraft) per la cifra di 68,7 miliardi di dollari.
Si tratta di una cifra che non si discosta molto dal PIL del Lussemburgo, una somma che è sette volte il PIL della Moldavia.
Insomma, il metaverso vale già più di Nazioni reali. Questa è la prima vera, grande ferita che il metaverso sta infliggendo all’umanità.
Tecnologia
Google vi farà usare la AI per inserirvi nelle foto di altre famiglie
Nuove inquietanti componenti si aggiungeranno ai vostri telefonini
Tra le nuove funzionalità vantate dai nuovi smartphone Pixel 9 di Google, che sono dotati di Intelligenza Artificiale, vi è la possibilità di effettuare il cosiddetto photobombing (cioè l’inserirsi inopportunamente nelle foto di altri) sulle foto di famiglia di altre persone.
Come ha sottolineato uno dei giornalisti del Daily Mail nella sua recensione della nuova funzione «Aggiungimi» dello smartphone Pixel, lo strumento è pensato per consentire alle persone che scattano foto di gruppo di inserirsi nella foto in modo da non sentirsi escluse.
I tested Google’s ‘Add Me’ tool which uses AI to help you gatecrash group photos – with hilarious results https://t.co/1jRY36sZWL pic.twitter.com/oCAi7DOsTf
— Daily Mail Online (@MailOnline) August 21, 2024
2. Add Me
Add Me ensures no one is left out of a photo. Take one with the group, then swap in the photographer. Pixel seamlessly merges both photos. pic.twitter.com/F9037yvGgZ
— EyeingAI (@EyeingAI) August 13, 2024
La metodologia è piuttosto semplice: una persona scatta una foto a un’altra persona o a un gruppo di persone e poi chiede a qualcun altro di scattare una foto di loro in piedi di lato rispetto alla foto originale nello stesso punto. Le due foto vengono poi unite in una che, apparentemente, dovrebbe sembrare come se i due fotografi fossero effettivamente in piedi insieme.
Come mostrano i video dimostrativi, l’app sovrappone la foto originale all’inquadratura della seconda, in modo che il fotografo possa scegliere dove posizionarsi per farla apparire naturale. Tuttavia, avverte il giornale britannico, l’intero processo può facilmente finire per sembrare un lavoro di Photoshop a basso costo.
Meio que o Google Pixel colocou o iPhone pra mamar aqui né? muito legal esse “add me” onde você pode adicionar a pessoa na foto depois.. perfeito. pic.twitter.com/v8OJJupQq4
— Achei na Shopee! (@PromoshopeeNa) August 22, 2024
Per testare questa funzionalità, la giornalista del Mail si è recata al Kensington Palace di Londra per coinvolgere alcuni turisti nell’esperimento e ha subito trovato una coppia di americani disposti ad aiutarla.
Tuttavia, poiché le foto sono state scattate all’esterno, le differenze altrimenti impercettibili nella luce esterna verificatesi nei minuti tra le due foto hanno reso esilarantemente ovvio che la giornalista e i suoi soggetti non si trovavano nello stesso posto nello stesso momento.
Sebbene l’uso di «Aggiungimi» come previsto non abbia funzionato per quel giornalista, altri hanno trovato uno scopo più sciocco: scattare foto duplicate di se stessi, per far sembrare che ci siano più copie di sé stessi una accanto all’altra.
In una recensione per il blog TechRadar, lo scrittore Lance Ulanoff ha cercato di verificare se la funzionalità «potrebbe essere utilizzata per attività meno utili, come copiare me stesso».
Just tried out the Add Me photo feature with @LanceUlanoff for the Pixel 9 Pro and umm… it’s kinda good at the complaining? #MadeByGoogle pic.twitter.com/TipFA4WnzB
— Ray Wong (@raywongy) August 13, 2024
The “Add me” feature on Pixel 9 Pro is pretty fun pic.twitter.com/1gw8dZzMjD
— Michael Rumiantsau (@MicRum) August 23, 2024
Come ha scoperto, la funzionalità basata sull’intelligenza artificiale di Gemini funziona molto meglio per scattare foto di sosia inquietanti rispetto al tentativo di scattare semplici foto di gruppo. E un’occhiata al chiacchiericcio di X su «Aggiungimi» dimostra che non è il solo, scrive Futurism.
Preoccupa il fatto che non solo, grazie a deepfake e simili, è facile ed immediato a questo punto il creare memorie artificiali, ma pure il fatto che potrebbero essere gli stessi utenti a crearne.
L’IA si inoltra sempre più in maniera inquietante nelle esistenze e nelle famiglie delle persone.
Come riportato da Renovatio 21, da anni avanzano, tra brevetti dei colossi e tentativi di pionieri, le operazioni di utilizzo dell’IA per «riportare in vita» i morti, emulandone la voce, facendo sì che «rispondano» a messaggi, persino al loro funerale.
Un anno fa abbiamo assistito al primo caso, prova della psicosi collettiva che ci attende, di una donna che ha sposato un chatbot.
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Immagine screenshot da Twitter
Tecnologia
44 mila tedeschi firmano una petizione per la costruzione di una ferrovia a levitazione magnetica
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Cina
I microchip potranno essere spenti da remoto nel caso Pechino invada Taiwan
Le fabbriche di microchip a Taiwan potrebbero essere chiuse da remoto grazie ad un kill switch, un interruttore segreto che può fermarne l’attività. Lo riporta la testata economica americana Bloomberg, che cita varie fonti.
In particolare si tratterebbe delle fabbriche del colosso Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC), che impiega tecnologie ultraviolette di estrema precisione (chiamate in gergo EUV) fornite da un’azienda olandese, la ASML. Tali macchine, grandi come un autobus e dal costo di circa 217 milioni di dollari cadauna. utilizzano onde luminose ad alta frequenza per stampare i chip più avanzati al mondo.
Secondo le fonti di Bloomberg, in caso di invasione da parte della Repubblica Popolare Cinese, gli EUV di ASML nelle fabbriche TSMC potrebbero essere resi inutilizzabili.
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«Funzionari del governo degli Stati Uniti hanno espresso in privato preoccupazione alle loro controparti olandesi e taiwanesi su cosa accadrebbe se l’aggressione cinese si intensificasse in un attacco all’isola responsabile della produzione della stragrande maggioranza dei semiconduttori avanzati del mondo, hanno detto due persone, parlando a condizione dell’anonimato» scrive Bloomberg. «L’ASML ha rassicurato i funzionari sulla sua capacità di disabilitare le macchine da remoto quando il governo olandese ha incontrato l’azienda sulla minaccia, hanno detto altri due. I Paesi Bassi hanno effettuato simulazioni su una possibile invasione per valutare meglio i rischi, hanno aggiunto».
La notizia non può che rassicurare Washington, da vari anni in lotta con Pechino proprio sui microchip, e quindi riguardo Taiwano. Va notato che il governo neerlandese aveva già imposto restrizioni all’ASML, impedendo la vendita di macchine EUV alla Cina comunista.
Negli ultimi anni, funzionari militari e dell’intelligence statunitense hanno testimoniato pubblicamente sul piano di Pechino di invadere Taiwan per riunificare l’isola con la terraferma.
«Tutte le indicazioni indicano che l’Esercito di Liberazione Popolare sta adeguandosi alla direttiva del presidente Xi Jinping di essere pronto a invadere Taiwan entro il 2027», ha detto l’ammiraglio John Aquilino, leader del Comando Indo-Pacifico, al Comitato per i servizi armati della Camera degli Stati Uniti in una testimonianza preparata a marzo, aggiungendo. «Le azioni dell’ELP indicano la sua capacità di rispettare la tempistica preferita da Xi di unificare Taiwan con la Cina continentale con la forza, se indicato».
TSMC, il più grande produttore mondiale di chip a contratto, è responsabile del dominio dei chip di Taiwan. Fornisce chip ad Apple, Nvidia e Qualcomm.
Sinora, lo status quo nella questione tra Pechino e Taipei è stato assicurato dal cosiddetto «scudo dei microchip» di cui gode Taiwano, ossia la deterrenza di questa produzione industriale rispetto agli appetiti cinesi, che ancora non hanno capito come replicare le capacità tecnologiche di Taipei.
La Cina, tuttavia, sta da tempo accelerando per arrivare all’autonomia tecnologica sui semiconduttori, così da dissolvere una volta per tutte lo scudo dei microchip taiwanese. La collaborazione tra Taiwan e UE riguardo ai microchip, nonostante la volontà espressa da Bruxelles, non è mai davvero decollata.
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Come riportato da Renovatio 21, il colosso del microchip TSMC ha dichiarato l’anno scorso che la produzione dei microchip si arresterebbe in caso di invasione cinese di Formosa.
I microchip taiwanesi sono un argomento centrale nella attuale tensione tra Washington e Pechino, che qualcuno sta definendo come una vera guerra economica mossa dall’amministrazione Biden contro il Dragone, che riprendono politiche della precedente amministrazione Trump.
Come riportato da Renovatio 21, durante il suo discorso per la celebrazione del centenario del Partito Comunista Cinese nel 2021 lo Xi, mostrandosi in un’inconfondibile camicia à la Mao, parlò della riunificazione con Taipei come fase di un «rinnovamento nazionale» e della prontezza della Cina a «schiacciare la testa» di chi proverà ad intimidirla.
Alcuni mesi fa il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato che la riunificazione di Taiwan e della Cina continentale è una «inevitabilità storica», mentre a novembre il Chen Binhua, appena nominato nuovo portavoce dell’Ufficio per gli affari di Taiwano del Consiglio di Stato cinese, aveva avvertito che «l’indipendenza di Taiwan significa guerra».
Oggi come allora, il Paese è un punto di tensione internazionale, tra le aperte minacce di invasione da parte della Repubblica Popolare Cinese e le manovre della flotta militare americana nell’area.
Come riportato da Renovatio 21, la tensione nella regione era salita quando a inizio anno il cacciatorpediniere lanciamissili USS John Finn della 7ª flotta USA ha annunciato il transito da sud a nord dello Stretto di Taiwano.
Taipei aveva vissuto una enigmatica falsa emergenza invasione, propalato dai media, pochi mesi fa.
Nel frattempo, come visto in settimana a seguito dell’insediamento del nuovo governo di Taipei, nel Parlamento taiwanese sono botte ed episodi di rugby legislativo.
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