Militaria
Australia, USA e Regno Unito coopereranno sui missili ipersonici
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews.
L’iniziativa rientra in AUKUS, il patto militare tra i tre Paesi in chiave anti-cinese. Prevista anche una collaborazione sui droni sottomarini. Australiani annunciano spesa di 2,6 miliardi di dollari per nuovi missili. Accusa cinese: Washington, Londra e Canberra fomentano la corsa agli armamenti. Gli Stati Uniti vendono altre armi a Taiwan.
Australia, Stati Uniti e Regno Unito coopereranno sullo sviluppo di missili ipersonici e su come difendersi da essi. Annunciata ieri in modo congiunto, l’iniziativa è parte di AUKUS, il patto militare firmato a metà settembre dai tre governi, che molti osservatori considerano un nuovo strumento per contenere l’ascesa geopolitica della Cina.
In primo luogo Aukus permetterà all’Australia di costruire sottomarini a propulsione nucleare per la propria flotta facendo uso di tecnologia e know-how statunitensi. L’intesa militare prevede anche una cooperazione trilaterale su Intelligenza Artificiale, sicurezza cibernetica, tecnologia quantistica e missilistica.
La decisione di estendere la collaborazione militare sui missili ipersonici, come anche quella sui droni sottomarini, è spiegata dai leader AUKUS come una necessità di fronte agli scenari di sicurezza attuali, soprattutto l’invasione russa dell’Ucraina.
Il governo britannico ha sottolineato però che la cooperazione sui vettori ipersonici, capaci di volare oltre cinque volte la velocità del suono e con grande manovrabilità, è dettata dal fatto che altre nazioni stanno investendo su questo sistema d’arma.
I russi dichiarano di averla utilizzata due volte nel conflitto con l’Ucraina. Ad agosto un missile ipersonico sperimentale lanciato nello spazio dalla Cina ha compiuto il periplo del globo prima di schiantarsi sulla Terra, fallendo il bersaglio di 40 km. Anche la Corea del Nord afferma di aver testato un razzo ipersonico.
Ieri il governo australiano ha annunciato poi che spenderà 2,6 miliardi di dollari per rafforzare la propria difesa missilistica. Canberra acquisterà missili aria-terra dagli Usa, razzi norvegesi per le proprie navi da guerra e mine navali per la protezione dei porti. Il ministro della Difesa Peter Dutton ha rimarcato che il rafforzamento missilistico del suo Paese è una risposta al crescente attivismo militare della Cina nell’Indo-Pacifico.
Oggi il ministero cinese degli Esteri ha ribattuto che sono Usa, Australia e Regno Unito a creare tensioni nella regione. Mettendo in guardia i Paesi dell’Asia-Pacifico, il portavoce Wang Wenbin ha detto che Washington, Canberra e Londra fomentano la corsa agli armamenti.
Dutton ha elencato nello specifico quali sono per l’Australia le minacce militari della Cina: la militarizzazione di isole nel Mar Cinese meridionale, la continua presenza navale vicino alle acque giapponesi nel Mar Cinese orientale, la firma di un accordo di sicurezza con le Isole Salomone e la pressione nei confronti di Taiwan.
Riguardo a Taipei, che Pechino considera una «provincia ribelle», gli USA hanno appena approvato una nuova vendita di armi al governo di Tsai Ing-wen, il terzo accordo del genere dall’entrata in carica di Joe Biden. Si tratta di equipaggiamento per il mantenimento del sistema anti-missile Patriot, di produzione USA e in dotazione alle Forze armate taiwanesi.
Il costo è di 95 milioni di dollari, che si aggiungono ai 750 milioni del primo pacchetto e ai 100 del secondo.
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Militaria
Preludio alla guerra totale: gli USA vogliono schierare missili ipersonici Dark Eagle in Europa
La Casa Bianca ha annunciato la scorsa settimana l’intenzione di schierare tre tipi di missili strategici in Germania, le cui nuove capacità dovrebbero includere:
1) Missili da crociera Tomahawk lanciati da terra, divenuti disponibili al Pentagono dopo che gli Stati Uniti hanno unilateralmente smantellato il Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF) con la Russia nel 2019. I missili prodotti da Raytheon hanno una gittata compresa tra 460 e 2.500 km e possono essere armati con testate nucleari convenzionali o a bassa o media potenza.
2) SM-6, un sistema missilistico terra-aria a lungo raggio che può essere lanciato dal nuovo sistema missilistico Typhon Mid-Range Capability (MRC) dell’esercito statunitense o dai sistemi di difesa aerea e missilistica Aegis Ashore che gli Stati Uniti hanno schierato in Romania e Polonia. Prodotto da Raytheon. Gittata di tiro di 240-460 km.
3) Vettori «ipersonici» ancora senza nome, ampiamente ipotizzate essere l’arma ipersonica a lungo raggio Dark Eagle (LRHW) dell’esercito USA, l’unica tra la mezza dozzina di programmi ipersonici statunitensi vicina allo stato operativo. I Dark Eagle («aquila oscura») sono sviluppati da Lockheed Martin ed hanno una ortata segnalata fino a 3.000 km. I dati relativi al loro carico utile sono ad oggi sconosciuti.
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«È il Dark Eagle che è forse il più destabilizzante», ha detto alla testata governativa russa Sputnik l’ex ispettore delle armi e ufficiale dell’intelligence del corpo dei Marines degli Stati Uniti Scott Ritter. «Sebbene non sia un missile con capacità nucleare, è un sistema che ha la capacità di colpire in profondità la Russia con testate ipersoniche di precisione che sono praticamente impossibili da intercettare».
Con un sistema del genere, ha osservato Ritter – ex ispettore delle armi delle Nazioni Unite diventato osservatore per gli affari internazionali e che negli anni ’80 ha letteralmente scritto il libro sul controllo degli armamenti in Europa – gli strateghi del Pentagono e i falchi a Washington potrebbero essere tentati di lanciare un’aggressione contro obiettivi militari e di leadership russi. Ciò sarebbe in linea con l’iniziativa di lunga data Conventional Prompt Strike (formalmente Prompt Global Strike) del dipartimento della Difesa USA, un programma in lavorazione dagli anni 2000.
«Questo è uno sviluppo straordinariamente destabilizzante e la Russia ha affermato che risponderà», ha affermato Ritter, osservando che mentre «i dettagli di una risposta russa non sono noti», è possibile che possa includere la ripresa dello sviluppo dell’RS-26 Rubezh, un missile balistico a propellente solido a raggio intermedio con un carico utile nucleare multiplo indipendente (MIRV) o manovrabile (MaRV).
«Si ritiene che la Russia potrebbe rimettere in funzione questo sistema e dispiegarlo in tempi brevi. L’RS-26 è un sistema mobile su strada che ha la capacità di trasportare tre testate ipersoniche Avangard [un veicolo planante, ndr] con capacità nucleare», ha affermato Ritter.
L’ex ispettore delle armi, che ha scritto un libro sulle sue esperienze di lavoro con l’On-Site Inspection Agency alla fine degli anni Ottanta per verificare la conformità dell’URSS al Trattato INF, allora ratificato di recente, concepito per ridurre drasticamente le tensioni nucleari in Europa eliminando tutti i missili lanciati da terra dagli Stati Uniti e dall’Unione Sovietica con una gittata compresa tra i 500 e i 5.500 km, ha dichiarato a Sputnik che i piani di Washington di schierare nuovamente missili in Germania gli risultano inquietantemente familiari.
«Siamo tornati indietro nel tempo. Siamo tornati agli anni Ottanta, tornati a una situazione in cui gli Stati Uniti, la NATO e la Russia si scontrano ancora una volta con armi intrinsecamente destabilizzanti. Un errore, un calcolo sbagliato, un giudizio sbagliato potrebbero portare a una situazione in cui questi missili vengono lanciati con rabbia, e questo porterebbe al potenziale di uno scambio nucleare generale tra Stati Uniti e Russia», ha avvertito Ritter.
«La decisione americana e tedesca di schierare in Europa sistemi a raggio intermedio è una delle decisioni più pericolose che siano mai state prese dagli USA e dalla NATO in una stagione di decisioni pericolose. È un’escalation irresponsabile che, a meno che non venga invertita, può portare solo a conclusioni molto tragiche».
«È daccapo tutto un déjà vu. Ci siamo liberati di queste armi una volta. Abbiamo reso il mondo più sicuro. La domanda è: possiamo farlo di nuovo? E direi che con l’attuale leadership americana ed europea, l’attuale leadership americana e tedesca, non ho molte speranze», ha riassunto il Ritterro.
Come riportato da Renovatio 21, lo scorso marzo il presidente russo Vladimiro Putin aveva dichiarato che le armi ipersoniche promesse sei anni fa sono ora in servizio.
Le truppe russe hanno già utilizzato i missili ipersonici Kinzhal e Tsirkon in combattimento, colpendo obiettivi militari ucraini di alto valore, ha detto Putin in un discorso all’Assemblea federale. Gli alianti ipersonici strategici Avangard e il sistema laser Peresvet sono già in servizio, ha continato il leader russo. Un aliante ipersonico è un veicolo solitamente progettato per trasportare un ordigno nucleare. Può viaggiare nell’atmosfera ad alta quota e a grande velocità e può manovrare per evitare l’intercettazione.
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«Questi sistemi hanno confermato le loro elevate – uniche, potrei dire senza esagerare – specifiche», aveva detto Putin dei sistemi d’arma. L’anno scorso lo stesso vertice del Cremlino aveva annunziato armi basate su «nuovi principi della fisica».
Tutte le nuove armi, ad eccezione del missile Tsirkon, erano state rivelate per la prima volta dal presidente russo durante un discorso del marzo 2018 all’Assemblea federale.
Come riportato da Renovatio 21, mesi fa gli USA avevano cancellato alcuni test sulla tecnologia missilistica supersonica. A settembre era emerso che lo schieramento del Dark Eagle è stato ritardato a causa di un test critico del suo veicolo planante.
Al ritardo degli USA nel settore ipersonico si aggiunge una beffa emersa con uno scoop del Washington Post: i sistemi ipersonici della Cina Popolare, che sarebbero praticamente pronti, sarebbero stati sviluppati con tecnologia tranquillamente venduta e trasferita da società americane.
Le armi ipersoniche sarebbero però già disponibili ad una schiera di Paesi tradizionalmente ostili a Washington come Russia, Nord Corea, Iran. Anche gli Houthi yemeniti di recente hanno comunicato, non si sa con quale livello di verità, di disporre di missili ipersonici.
A fine 2022 l’ammiraglio Charles Richard, il comandante uscente del Comando Strategico degli Stati Uniti, aveva lasciato trasparire la sua preoccupazione riguardo il fatto che l’attuale costrutto di deterrenza nucleare degli Stati Uniti possa non funzionare sia contro la Russia che contro la Cina, che descrive come potenze nucleari «quasi pari» con cui gli Stati Uniti sono in concorrenza.
La tecnologia missilistica ipersonica ha fatto saltare l’equilibrio tra superpotenze atomiche e il concetto di deterrenza.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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«Direttiva Annibale»: Israele ha approvato l’uccisione dei propri soldati?
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La Germania ha inviato segretamente un «enorme pacchetto di armi» all’Ucraina
Il governo tedesco ha segretamente consegnato un nuovo pacchetto di aiuti all’Ucraina tra fine giugno e inizio luglio, ha riferito lunedì il quotidiano bavarese Munchner Merkur.
Il giornale monacense ha definito la spedizione di forniture militari come «enorme», aggiungendo che è stata fatta in modo clandestino ed è passata «in gran parte inosservata».
Il pacchetto includeva 39 pezzi di vari mezzi corazzati pesanti provenienti dalle scorte dell’esercito tedesco e delle sue imprese di difesa, ha riferito il Merkur, dopo aver analizzato i dati governativi. Kiev ha ricevuto altri dieci carri armati da combattimento Leopard 1A5 e altri 20 veicoli da combattimento per la fanteria (IFV) Marder, tra le altre donazioni extra, ha affermato la testata della Baviera.
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Secondo i dati aperti pubblicati dal gabinetto del cancelliere Olaf Scholz, il numero totale di carri armati Leopard 1A5 e di veicoli da combattimento IFV Marder consegnati all’Ucraina è salito rispettivamente a 50 e 120.
Altri equipaggiamenti pesanti inclusi nell’ultima consegna hanno coinvolto vari veicoli di ingegneria e sminamento, secondo il rapporto. Il pacchetto includeva anche 55.000 proiettili di artiglieria da 155 mm, secondo i dati governativi.
Lo scoop ha anche mostrato che Berlino avrebbe in programma di inviare, entro una data non specificata, altri 85 carri armati Leopard 1A5 in Ucraina, come parte di un progetto congiunto con la Danimarca. Le future consegne includeranno anche altri 20 Marder IFV.
Il Merkur ha riferito che Berlino aveva pianificato di fornire all’Ucraina fino a 80 Leopard entro la fine del 2023, ma è rimasta indietro rispetto alla tabella di marcia perché l’industria della difesa della nazione ha faticato a trovare pezzi di ricambio per i pezzi di corazzatura.
Secondo la testata tedesca, Kiev spera ancora di ottenere abbastanza carri armati tedeschi per formare una brigata specializzata per operazioni offensive e da mesi «trattiene» i suoi carri armati occidentali rimanenti.
L’esercito russo ha già pubblicato numerosi video che mostrano carri armati tedeschi distrutti da droni kamikaze o addirittura catturati dai soldati russi dopo essere stati abbandonati dai loro equipaggi. A luglio, il presidente ucraino Vladimiro Zelens’kyj aveva dichiarato che il suo Paese non avrebbe «mai» avuto abbastanza armi.
Come riportato da Renovatio 21, mesi fa si era sparsa sui media di Mosca la voce secondo cui i soldati russi avrebbero catturato un carrista tedesco che combatteva per gli ucraini, e secondo le testimonianze non si sarebbe trattato di un «mercenario» foreign fighter, ma di un membro della Bundeswehr, l’esercito regolare della Germania Federale. La notizia non è mai stata confermata e le fonti russi hanno detto che il tedesco sarebbe morto poco dopo per le ferite riportate in battaglia.
L’ultimo lotto di armi includeva anche due sistemi di difesa aerea IRIS-T basati a terra e tre lanciarazzi multipli HIMARS di fabbricazione statunitense. A maggio, il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha giurato che Berlino avrebbe pagato la consegna dei sistemi di fabbricazione statunitense all’Ucraina.
La Germania è emersa come il secondo più grande donatore militare singolo all’Ucraina durante il conflitto, spendendo circa 10,2 miliardi di euro per fornire armi a Kiev tra gennaio 2022 e aprile 2024, secondo il Kiel Institute for the World Economy. Berlino ha affermato che circa 28 miliardi di euro sono stati resi disponibili per supportare Kiev ora e negli anni a venire.
A giugno, il cancelliere Scholz ha ammesso che molti tedeschi erano scontenti del sostegno militare della nazione all’Ucraina, ma ha sostenuto che non c’era alternativa all’armamento di Kiev.
Come riportato da Renovatio 21, nelle ultime ore è trapelato sulla stampa del Paese l’ennesimo piano di guerra dell’esercito tedesco, un fenomeno ciclico che sembra essere ordinato appositamente dai vertici per preparare la popolazione allo scontro cinetico imminente.
Due settimane fa il giornale tedesco Die Welt aveva affermato che secondo il Militärischer Abschirmdienst (MAD) –il servizio di controspionaggio militare tedesco (MAD) potrebbero presto essere concessi ulteriori poteri per proteggersi dalle infiltrazioni di presunti nemici, in particolare la Russia. Tale allargamento dello spionaggio interno, nel Paese della Gestapo e della Stasi, dovrebbe, in teoria, preoccupare molto.
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Come riportato da Renovatio 21, la ri-militarizzazione tedesca – un’idea che va contro la stessa idea dietro la NATO: tenere gli americani dentro, i russi fuori, i tedeschi sotto – è oramai un fatto indisputabile, con la Grundgesetz (la «legge base», cioè ka Costituzione) cambiata dal Bundestag per aumentare il tetto della spesa militare.
Con ritmo continuo e regolare, i giornali tedeschi pubblicano scoop in cui si mostrano scenari elaborati per l’eventualità di una guerra alla Russia.
A spingere per la guerra, e perfino per la dotazione di armi atomiche europee, sono i socialisti dell’SPD, così come i verdi – partiti che erano conosciuti in passato per il loro pacifismo più o meno moderato.
Le forze armate tedesche si sono impegnate in un’espansione in Paesi chiave come la Lituania e investimenti in munizioni (22 miliardi entro il 2031), nonostante i problemi di reclutamento e i malumori delle truppe.
Come riportato da Renovatio 21, nel giugno 2023 il ministero della Difesa tedesco ha dichiarato che nelle sue scorte sono rimasti solo 20.000 proiettili di artiglieria ad alto esplosivo. Calcoli precedenti avevano fatto notare che il Paese avrebbe avuto, in caso di guerra, munizione per due giorni di combattimenti. Kiev all’epoca aveva appena donato altri 2,7 miliardi in armamenti a Kiev.
Nel Paese dove il cancelliere Scholz reagisce urlando e sputazzando alle contestazioni pacifiste si sta discutendo, come in altri Paesi, del ritorno della leva obbligatoria.
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Immagine di NATO North Atlantic Threaty via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic
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