Protesta
Il governo tedesco criminalizza le proteste anti-inflazionistiche non ancora avvenute

Il governo tedesco attacca le manifestazioni contro l’inflazione, anche se queste non hanno ancora avuto luogo
Facendo riferimento ad avvertimenti non specificati da parte di «funzionari della sicurezza», ieri il ministro della sicurezza interna tedesco Nancy Faeser ha avvertito preventivamente di proteste radicalizzate contro gli aumenti inflazionistici dei prezzi entro la fine dell’anno.
Secondo l’esponente socialdemocratico, circoli estremisti sono attualmente alla ricerca di argomenti che possano essere utilizzati per mobilitare la popolazione a loro favore.
«Ciò che ha già unito gli estremisti di destra e varie altre scene nelle proteste contro il coronavirus rimane il denominatore comune: il disprezzo per la democrazia e il tentativo di scuotere la fiducia nel nostro Stato», ha detto Faeser, incolpando ovviamente la Russia dei drastici aumenti dei prezzi dell’energia.
Allo stesso modo, il governo incolpa la Russia per la sentita necessità di Berlino di imporre una tassa fissa speciale su tutti i consumi energetici, che secondo il ministro dell’Economia, il verde vicecancelliere Robert Habeck, graverà su ogni famiglia di diverse centinaia e perfino migliaia di euro oltre ai prezzi inflazionistici.
La propaganda del governo semaforico (socialdemocratici, liberali, verdi) molto probabilmente non scoraggerà le proteste dei cittadini.
Negli uffici dei ministeri, gli esperti non escludono che alle proteste si saranno tante persone quante quelle viste nelle proteste di massa di massa contro le restrizioni pandemiche.
Come riportato da Renovatio 21, tali proteste furono ad un certo punto ritenute illegali dai giudici. In ogni città tedesca si vedono fiumi di persone ed ondate intollerabili di violenza da parte della Polizei.
Se l’aumento dei prezzi colpisce duramente molte persone e ci sarà una concomitante una ondata di coronavirus in autunno (i cui numeri, ricordiamolo, sono controllati dai governi…), c’è un potenziale di radicalizzazione, dicono al governo tedesco.
In pratica, il nuovo nemico, dopo due anni di lotta dura dello Stato contro il Querdenker no-vax, sarà colui che protesta perché non riesce a pagare la bolletta?
Chi si lamenterà del fatto che non ha il riscaldamento – e la Germania sta preparando all’uopo «zone di riscaldamento» – verrà schedato e magari cacciato, picchiato, arrestato, confinato?
Ricordiamo un episodio, di cui Renovatio 21 ha dato conto: un poliziotto tedesco che dice ad un manifestante che costui «non è più un essere umano».
Ricordiamo come il primo articolo della Costituzione tedesca, la Grundgesetz, reciti che la Repubblica Federale si impegna a difenderà la dignità umana.
Dopo quello che abbiamo visto, in questi anni di mondo post-costituzionale, pare una barzelletta.
È molto concreta, tuttavia, la modifica della Costituzione tedesca approvata dal Bundestag per dare più soldi, guarda guarda, ai militari…
Protesta
La polizia spara sui sostenitori di Bolsonaro

Rivolta a Brasilia. La polizia spara sui manifestanti sostenitori del presidente Jair Messias Bolsonaro.
Durante la protesta di lunedì sera, la tensione è aumentata dopo che la polizia ha arrestato un leader indigeno pro-Bolsonaro.
La polizia ha sparato gas lacrimogeni e proiettili di gomma per disperdere i manifestanti. I vigili del fuoco hanno detto che cinque autobus e otto auto sono stati dati alle fiamme. Diverse strade chiave sono rimaste chiuse martedì mattina.
In un video molto condiviso in rete, si sente una donna urlare «stanno sparando alla gente!»
@elonmusk Mr. Musk, one of the members of the supreme court of Brazil ordered the arrest of an indigenous person, and even ordered his police to shoot at the other indigenous people. pic.twitter.com/Sm7J71TKdv
— 🇧🇷Rosa🇧🇷 (@Conservadora191) December 12, 2022
La polizia dichiara che i manifestanti «hanno tentato di invadere» l’edificio della polizia federale, dove era detenuto José Acácio Serere Xavante.
Il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes, considerato un avversario di Bolsonaro e del suo popolo, aveva ordinato che il leader indigeno fosse detenuto per 10 giorni per «presunti atti antidemocratici».
Supporters of Brazil's defeated and outgoing president Jair Bolsonaro attack police headquarters
Supporters of outgoing Brazilian President Jair Bolsonaro on Monday, December 12 attempted to invade the federal police headquarters in the capital Brasilia pic.twitter.com/Cg9CNYPxMF
— SNOW TV® 📡🎥📺 RC 3662284 (@OfficialSnowtv) December 13, 2022
Another Video-
Bolsonaro protesters transformed the center of #Brasilia into a war zone.#Violence began at the HQ of the Federal Police, in the center of the capital, in #protest against the arrest of the chief #TsererêXavante.#Brazil #Bolsonaro #Fire pic.twitter.com/rrmCboJRtw— Chaudhary Parvez (@ChaudharyParvez) December 14, 2022
Spari, non si sa se davvero di proiettili di gomma o di altro, sono chiaramente udibili in sottofondo.
#DF #Brazil🇧🇷- Clashes breaking out in #AsaNorte of #Brasília near the Federal Police headquarters with several vehicles set ablaze (📹correio) pic.twitter.com/sEdwnvmRqC
— CyclistAnons🚲 (@CyclistAnons) December 13, 2022
#BRAZIL: Protesters in front of the Federal Police Building in Brasilia after the arrest of Indigenous Chief Xavante Tserere for engagement in “anti democracy demonstrations”. Order issued by Supreme Court Justice Alexandre de Moraes. pic.twitter.com/5XdUvXVZ2r
— Direto da América (@DiretoDaAmerica) December 13, 2022
#DF #Brazil🇧🇷- Moment when attempt to throw bus off an overpass occurs on Eixo Monumental in #AsaNorte of #Brasília as clashes persist within the area (📹Jacquelinne Ja) pic.twitter.com/7xm3QPH78R
— CyclistAnons🚲 (@CyclistAnons) December 13, 2022
Riots continue in Brazil, staged by supporters of President Bolsonaro.
Protesters attempted to storm the headquarters of the Brazilian Federal Police. pic.twitter.com/RALJXIGQ7b— L Kurien (@l_kurien) December 14, 2022
#Brazil
The police HQ in Brasilia under attack last night. pic.twitter.com/YN1rSJ7CPr— RawNews1st (@Raw_News1st) December 13, 2022
#BrazilianProtests
Protesters setting fire to civilian cars and trying to throw a bus over a street in the capital Brasilia – #Brazil. Police are using non-lethal force (tear gas and rubber bullets) pic.twitter.com/O754Lyi4cQ— RawNews1st (@Raw_News1st) December 13, 2022
Secondo i pubblici ministeri, José Acácio Serere Xavante aveva «tentato di incitare le persone a tentare di abolire lo stato di diritto e di impedire il giuramento del presidente e del vicepresidente eletti».
Nonostante la chiarezza di quest’accusa, i pubblici ministeri brasiliani non hanno fornito dettagli su come il leader indigeno abbia tentato di ostacolare il passaggio di consegne, previsto per il 1° gennaio.
Il leader indigeno è ripreso in un video in cui chiede ai manifestanti di cessare le ostilità.
WATCH: #BNNBrazil Reports
Indigenous leader José Acácio Serere Xavante, arrested by the Federal Police, asked the protesters to stop the acts taking place in the federal capital.#Brazil #Protest pic.twitter.com/Re6GuBIuan
— Gurbaksh Singh Chahal (@gchahal) December 13, 2022
Ora membri della comunità indigena stanno accusando la polizia di aver usato violenza contro di loro, qualcosa di inaudito.
BRAZIL
"They are beating the indigenous people inside the building" says a woman after chief Cererê was detained by the police.
The country is about to enter into a turmoil as a reaction to the dictatorship of the judges.#BrazilianSpring pic.twitter.com/7ReDfKqTer— Rafael Fontana (@RafaelFontana) December 13, 2022
Federal Police attacks Indians in Brazil, freedom is over!!! pic.twitter.com/onfRmartGV
— LEANDRO SILVA (@LEANDRO44343097) December 14, 2022
Gli incidenti sono partiti poco dopo che la commissione elettorale brasiliana aveva certificato Luiz Inácio Lula da Silva come il vincitore ufficiale del sondaggio presidenziale di ottobre. Come noto, Bolsonaro non ha concesso la vittoria di Lula.
Come si era già visto negli scorsi anni in Italia e altrove, i manifestanti, dinanzi alla polizia, cantano l’inno nazionale – una situazione impensabile fino a qualche anno fa.
Patriots protest against the arrest of Chief Cerere in front of the Federal Police singing the Brazil Anthem.#BrazilianProtests pic.twitter.com/Kl87CRqulZ
— John Serling (@serling_john) December 13, 2022
Si tratta della 44ª giornata di protesta per milioni di sostenitori di Bolsonaro che per un mese e mezzo hanno portato a manifestazioni in ogni città del Brasile.
Media globali e establishment di sinistra stanno già paragonando i fatti di Brasilia al 6 gennaio 2021 del Campidoglio americano.
Protesta
Rivolta in Bangladesh: «elezioni truccate»

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Il Partito nazionalista del Bangladesh chiede le dimissioni della prima ministra Sheikh Hasina, accusata di aver truccato le ultime elezioni. Nei giorni scorsi la polizia ha peso d’assalto le sedi del partito e arrestato centinaia di manifestanti. Da settembre almeno sette attivisti sono stati uccisi dalle forze di sicurezza.
Decine di migliaia di sostenitori del principale partito di opposizione del Bangladesh oggi sono scesi in piazza a Dhaka, la capitale, per protestare contro il governo guidato dalla prima ministra Sheikh Hasina, dopo che da giorni si registrano scontri tra attivisti e forze di sicurezza.
«Sheikh Hasina è una ladra di voti», hanno urlato dal campo sportivo di Golapbagh i membri del Partito nazionalista del Bangladesh (BNP), una fazione di destra, invocando le dimissioni della premier. L’opposizione, che accusa il governo di aver truccato le elezioni del 2018, chiede l’istituzione di un governo neutrale prima del voto per il rinnovo del Parlamento previsto per la fine del prossimo anno.
Ieri sono stati arrestati due leader del partito con l’accusa di incitamento alla violenza: in base a quanto dichiarato dal portavoce del BNP, Mirza Fakhrul Islam Alamgir, segretario generale, e Mirza Abbas, ex ministro e membro del massimo organo decisionale del partito, sono stati portati via dalle loro case intorno alle 3 del mattino (ora locale).
Ma già il 6 dicembre le forze di sicurezza avevano preso d’assalto il quartier generale del partito, provocando almeno un morto e decine di feriti. Gli scontri sono continuati anche il giorno successivo: per timore di una rivolta popolare il governo ha schierato la SWAT, una forza di polizia addestrata dagli Stati Uniti per combattere il terrorismo, che ha utilizzato contro i dimostranti proiettili di gomma e gas lacrimogeni, e arrestato diversi esponenti riuniti davanti alla sede del partito.
Secondo il BNP, dal 30 novembre il governo ha arrestato circa 2mila attivisti nel tentativo di impedire che si svolgesse la manifestazione antigovernativa prevista per oggi. Da settembre, almeno sette attivisti del BNP sono stati uccisi dalla polizia mentre stavano partecipando a manifestazioni pacifiche per protestare contro il carovita e le azioni del governo in generale.
Mohammad Ashrafuzzaman, dell’Asian Legal Resource Center con sede a Hong Kong, ritiene che le principali istituzioni del Paese come la Commissione elettorale, la magistratura, la Commissione anticorruzione, la polizia e la burocrazia abbiano aiutato Hasina a truccare le elezioni e giustificare le sue azioni: «I cittadini del Bangladesh non credono che in Bangladesh si possano tenere elezioni credibili ed eque senza che Sheikh Hasina venga rimossa dal potere mentre porta avanti una campagna alla ricerca di un perpetuo “potere assoluto”».
Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne.
Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Protesta
La protesta contro la frode elettorale continua: milioni di brasiliani sono in piazza

Da oltre trenta giorni consecutivi, milioni di brasiliani scendono in piazza per protestare contro quella che chiamano la frode elettorale delle presidenziali 2020. Secondo alcuni osservatori, a questo punto si tratterebbe di una delle più grandi manifestazioni pro-democrazia della storia.
La Corte Elettorale Superiore del Brasile ha annunciato il 29 novembre che la cerimonia di certificazione della presidenza Lula si svolgerà alle due del pomeriggio del 12 dicembre. L’inaugurazione è prevista invece per il 1° gennaio 2023.
Bolsonaro contesta i risultati elettorali ha presentato una petizione alle autorità elettorali brasiliane contestando formalmente i risultati, sostenendo che alcune macchine per il voto non funzionavano correttamente e che qualsiasi voto espresso attraverso di esse dovrebbe essere annullato.
🇧🇷Brazil – HOLD THE LINE
Protests continue over Election FraudLula's supporters EXIST ONLY VIRTUALLY
It is a mystery why Brazilians have never seen Lula's supposed 50 millions of supporters, who appear only inside voting machines but never on the streets. Are they even real? pic.twitter.com/tI0cqmYmGy— Sergeant News Network (@Sgtnewsnetwork) November 27, 2022
11.30.22 Brazil .. for the thirty-first consecutive day, the Brazilian people are on the streets asking the Armed Forces for help. Protesters demand the ineligibility of candidate Lula, justice in elections and respect for the constitution. Rio de Janeiro RJ Brazil pic.twitter.com/Swz2SroOku
— Fernanda MacMillan (@floresdepapel6) November 30, 2022
Brazil Fraud Elections,São Paulo City today Protests in the streets in favor of Bolsonaro 🇧🇷👊 pic.twitter.com/LxZnb4Pooq
— James.bond237 (@JBond237) November 28, 2022
Un ex vicepresidente del tribunale elettorale regionale, Sebastião Coelho, in un discorso del 20 novembre ha chiesto l’arresto del giudice capo della Corte suprema Alexandre de Moraes per aver continuato a certificare l’elezione.
«Più dell’80% dei giudici in Brasile, in primo e secondo grado, non è d’accordo con ciò che sta facendo la Corte suprema federale», ha detto Coelho.
I manifestanti protestano anche circondando caserme militari, chiedendo quindi un intervento dell’esercito, dal quale peraltro il Bolsonaro proviene.
Rio De Janeiro Brazil 🇧🇷 Protests continue over Fraudulent Election results, crowds continuing to surround Army Barracks across the country 👍
Why won't MSM show this to you? They don't want you to know you have power.
Rise Canadians Rise 🍁 pic.twitter.com/vCeeqqJXLv— 🍁Antonio Tweets 📣 (@AntonioTweets2) November 26, 2022
Significativamente, stiamo assistendo a folle oceaniche che sostengono Bolsonaro, ma nessun manifestante tra gli elettori pro-Lula invece va in piazza. Si tratta di una situazione non dissimile da quella delle presidenziali americane 2020, con il candidato presidente Trump che incendiava comizi con decine di migliaia di persone in ogni città, mentre Biden, come dissero i critici, fece campagna, «from the basement», dalla cantina, senza cioè mai uscire troppo.
The biggest question about the protests in Brazil is where are President-elect Lula’s supporters? Leftists are known for counter protesting but there hasn’t been one video supporting Lula.
However, millions remain in the streets in support of Bolsonaro. pic.twitter.com/44Ac8BKARY
— Katie Daviscourt🇺🇸 (@KatieDaviscourt) November 29, 2022
Un video emerso in rete mostrerebbe schede con il nome di Bolsonaro finite nella spazzatura.
Protests over the outcome of Brazil's recent presidential election continue unabated. Protesters are ENRAGED. What has them exercised? Ballots with defeated Jair Bolsonaro's name on them were found in the trash. Take a look:pic.twitter.com/pFsl3S2t2o
— Steve Hanke (@steve_hanke) November 24, 2022
Come riportato da Renovatio 21, si è appreso dello strano viaggio nel 2021 del direttore della CIA William Burns a Brasilia, in cui avrebbe avvertito Bolsonaro di non opporsi al risultato elettorale.
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