Psicofarmaci
Gli USA superano le 500 stragi di massa in un anno. Sono le armi o sono gli psicofarmaci?
Il numero di sparatorie di massa negli Stati Uniti ha superato la soglia delle 500 durante gli scorsi giorni, secondo il Gun Violence Archive (GVA), con una media di quasi due sparatorie di massa al giorno.
La scorsa settimana, il dipartimento di polizia di Denver ha pubblicato un avviso su Twitter confermando una sparatoria che ha provocato il ferimento di cinque persone, il 500° incidente dell’anno.
Poche ore dopo, la polizia di El Paso ha riferito che stava indagando su una sparatoria mattutina a East El Paso che è costata la vita a un uomo di 19 anni e ha lasciato altri cinque feriti, portando il numero totale delle sparatorie di massa a 501.
Secondo il sito web di GVA, una sparatoria di massa viene definita come un incidente in cui quattro o più persone vengono colpite e ferite o uccise, escluso l’autore della sparatoria.
Il 2021 ha registrato il maggior numero di sparatorie di massa nella storia degli Stati Uniti, con 689 incidenti segnalati, e mentre i numeri sono scesi a 647 nel 2022, i dati dell’FBI hanno mostrato un numero più elevato di vittime.
Recentemente, il NCES (centro nazionale americano per le statistiche sull’istruzione) ha pubblicato il suo rapporto annuale sulla criminalità e sulla sicurezza, che ha rivelato 188 sparatorie nelle scuole con vittime nell’anno scolastico 2021-22, più del doppio del numero di incidenti documentati un anno prima.
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Le sparatorie di massa sono decisamente aumentate nell’ultima decade: basti pensare che nel 2014 sono stati segnalati 273 incidenti.
Uno studio pubblicato dagli Annals of Internal Medicine a febbraio indica che il possesso di armi è cresciuto negli ultimi anni, con 7,5 milioni di adulti statunitensi che sono diventati nuovi proprietari di armi tra gennaio 2019 e aprile 2021.
Il Secondo Emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti garantisce il diritto di portare armi e circa un terzo degli adulti statunitensi afferma di possedere personalmente un’arma senza che questo sia registrato.
Tuttavia, la correlazione tra il numero delle armi vendute e le sparatorie di massa – un cavallo di battaglia del Partito Democratico USA e di ogni altra organizzazione goscista del Paese – lascia molti dubbi: gli americani sono armati tanto quanto nei decenni scorsi, quando gli episodi di violenza massiva erano decisamente meno.
Il candidato presidenziale Robert F. Kennedy jr. ha attaccato la narrazione dei «democrat» sulle armi ricordando che da ragazzo, con i suoi compagni, poteva andare a scuola con il fucile per esercitarsi al tiro. Kennedy ha quindi domandato se non vi sia un altro fattore, magari legato al consumo di droghe psicofarmaceutiche.
Come noto, gli psicofarmaci come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) come Zoloft, Prozac, possono avere come reazione avversa, segnalata dai bugiardini americani, l’ideazione di propositi suicidari.
Come scriviamo spesso su Renovatio 21, passano mesi prima di sapere che cosa prendeva lo stragista randomatico USA – quello che chiamano «active shooter» – che colpisce la scuola, il supermercato la banca, etc. A volte, proprio non viene fuori nulla, solo che l’assassino di massa «era in cura». L’idea che gli psicofarmaci possano indurre a idee auto ed eterodistruttive è tema di cui oramai cominciano a parlare apertis verbis certe voci in primo piano, come Tucker Carlson o appunto Robert F. Kennedy jr.
In pratica, invece che farti star bene, la psicodroga legale ti rende violento e distruttivo. Come ciò possa influire sulla crescita degli episodi violenti è un argomento che pare intuitivamente plausibile, ma ancora abbastanza inesplorato da saggi scientifici. Tra i motivi, possiamo pensare, il fatto che queste droghe rappresentano capitoli consistenti nei fatturati di Big Pharma.
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Non vi sono, comunque, solo le violenze immotivate da considerare: di fatto, perfino i grandi giornali dicono come oramai sia noto il fatto che gli antidepressivi creano dipendenza. Casi rilevanti, come quello del cantante Fedez – che pure dovrebbe raccogliere tanta attenzione – spariscono subito. «Ho sospeso uno psicofarmaco e sono crollato».
È altrettanto di dominio pubblico il fatto che gli psicofarmaci creino disfunzioni sessuali, e i problemi che possono dare alle donne in gravidanza.
Riguardo al ruolo delle sostanze legalmente prescritte nelle stragi in famiglia, e pure in certi incidenti aerei, qualcuno, come Renovatio 21, pur con la sua pallida voce, si pone qualche domanda.
E non scordiamoci gli studi ambientali, che dimostrano come le sostanze psicoattive prescritte dal medico finiscano escrete nei fiumi, dove stanno alterando la psiche della fauna ittica. Pesci impazziti a causa degli psicofarmaci pisciati dai cittadini democratici, quelli della raccolta differenziata, dei libri di Greta e delle aziende ESG.
Una catastrofe, intima e pubblica, dopo l’altra. Tuttavia, si preferisce sorvolare. Nonostante la quantità di materia inquietante che esce in continuazione.
Negli scorsi mesi un nuovo studio ha rivelato che «l’uso di benzodiazepine e l’interruzione dell’uso» possono creare «lesioni al sistema nervoso ed effetti negativi sulla vita», con un buon il 54,4% degli intervistati ha riportato pensieri suicidi o tentato suicidio.
Consideriamo infine il fatto che anche farmaci non diretti al cervello potrebbero causare impulsi suicidi: è il caso del semaglutide, un nuovo farmaco pensato per i diabetici ma utilizzato per dimagrire. Il medicinale, dicono alcuni, potrebbe divenire il più venduto della storia. Tuttavia vi sarebbero in corso inchieste per capire se essi possano essere collegati a pensieri suicidi.
Se anche da qui ci si sposti verso scenari mentali di morte generalizzata, traducibili in stragi massive, è qualcosa su cui si dovrebbe iniziare a studiare subito.
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Psicofarmaci
Farmaci come il Prozac contengono sostanze chimiche PFAS e finiscono nelle nostre acque
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Cina
Studente cinese uccide otto persone in una serie di accoltellamenti: era in cura farmacologica?
Otto persone sono state uccise e 17 ferite in un accoltellamento di massa della settimana scorsa in un campus universitario nella città cinese orientale di Yixing. Il sospettato è stato descritto dalle forze dell’ordine come uno studente che non ha superato gli esami ed è tornato al college per sfogare la sua rabbia.
L’attacco è avvenuto sabato sera al Wuxi Vocational Institute of Arts and Technology nella città di Yixing nella provincia di Jiangsu. Il sospettato ventunenne è stato arrestato sulla scena e ha confessato gli omicidi «senza esitazione», ha affermato la polizia di Yixing in una dichiarazione condivisa con le agenzie di stampa cinesi e internazionali.
Secondo la dichiarazione, l’autore era un neolaureato ed era arrabbiato per «non aver superato un esame, non aver ricevuto un certificato di laurea ed essere insoddisfatto della retribuzione del tirocinio».
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«È tornato a scuola per esprimere la sua rabbia e commettere questi omicidi», ha detto la polizia.
L’attacco è avvenuto cinque giorni dopo che un uomo ha travolto con la sua auto una folla di persone fuori da uno stadio nella città meridionale di Zhuhai, uccidendone almeno 35. La polizia ha affermato che l’aggressore era infuriato per un recente divorzio. Poco più di un mese prima, un uomo aveva ucciso tre persone e ne aveva ferite 15 in un accoltellamento in un supermercato di Shanghai. Un’indagine della polizia ha stabilito che il sospettato si era infuriato per «ragioni finanziarie personali».
In Cina le armi da fuoco sono severamente controllate, di conseguenza, gli atti di violenza di massa tendono a coinvolgere i coltelli. Si sono registrati attacchi a stazioni (luoghi molto affollati, e disciplinati, nelle città cinesi), ma i più tremendi di questi incidenti hanno avuto luogo tutti nelle scuole, con un massacro del 2012 alla scuola elementare del villaggio di Chenpeng nella provincia di Henan paragonato dai media occidentali alla sparatoria di massa avvenuta lo stesso giorno alla scuola elementare di Sandy Hook nello Stato americano del Connecticut.
In entrambi gli attacchi, gli assassini sono riusciti a uccidere circa due dozzine di persone. A differenza del caso di Sandy Hook, l’aggressore del villaggio di Chenpeng è stato arrestato vivo e in seguito condannato a morte.
Le armi da fuoco saranno pure bandite in Cina, tuttavia non lo sono quelli che alcuni ritengono essere i veri fattori scatenanti della violenza cieca improvvisa che si impadronisce di alcuni soggetti: parliamo, come sa il lettore di Renovatio 21, degli psicofarmaci. Gli antidepressivi possono essere ottenuti in Cina con prescrizione svolta online. Studi hanno mostrato come il consumo di droghe psichiatriche sia in crescita nella Repubblica Popolare.
Uno studio del 2014 segnalava che gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) – cioè fluoxetina (Prozac), citalopram, escitalopram, fluvoxamina, paroxetina o sertralina) — «sono diventati gli antidepressivi più frequentemente utilizzati in Cina negli ultimi decenni», ora preferiti angli antidepressivi triciclici (TCA).
Una ricerca pubblicata dall’Australianz & New Zealand Journal of Psychiatry riportava dati epidemiologici per cui «la prevalenza su 12 mesi di disordini depressivi era 3,5% della popolazione generale della Cina (Lu et al., 2021). L’ascesa dei disordini depressivi si è accompagnata all’incremento di farmaci antidepressivi».
Il quotidiano cinese di lingua inglese China Daily ancora nel 2006 pubblicava un articolo intitolato «Alcuni antidepressivi aumentano il rischio di violenza».
«Anche i nuovi antidepressivi, già sospettati di aumentare il rischio di suicidio, potrebbero indurre la violenza in alcune persone, hanno riferito lunedì i ricercatori. Hanno scoperto che i soggetti che assumevano l’antidepressivo Paxil della GlaxoSmithKline avevano il doppio delle probabilità di manifestare quello che è stato definito un “evento di ostilità” rispetto a coloro a cui era stato somministrato un placebo» scrive il giornale cinese.
«Il Paxil, noto genericamente come paroxetina, appartiene a una classe di farmaci chiamati inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina o SSRI. Sono finiti sotto esame quando alcuni medici hanno segnalato che gli adolescenti che assumevano questi farmaci potevano essere più inclini al suicidio».
«Nel 2004, la Food and Drug Administration statunitense ha concluso che vi era un rischio più elevato di comportamento suicida tra bambini e adolescenti e ha ordinato forti avvertenze sulle etichette di diversi farmaci SSRI. Ha sollecitato un attento monitoraggio degli adulti. David Healy e David Menkes dell’Università di Cardiff in Gran Bretagna e Andrew Herxheimer del Cochrane Center hanno utilizzato diverse fonti di informazione per verificare quale fosse il rischio di comportamenti violenti tra le persone che assumevano SSRI» continua il quotidiano di Pechino.
«Tra questi rientrano i dati sulla paroxetina presentati al gruppo di lavoro di esperti del Comitato per la sicurezza dei medicinali del Regno Unito da GlaxoSmithKline, casi legali ed e-mail di 1.374 pazienti in risposta a un programma televisivo britannico sull’argomento. Hanno scoperto che 60 persone su 9.219 che avevano assunto Paxil, ovvero lo 0,65 percento, avevano avuto “un episodio di ostilità”, rispetto alle 20 persone su 6.455 a cui era stato somministrato un placebo, ovvero lo 0,31%».
Tale antico avvertimento deve essere sfumato negli anni – come del resto è successo anche in Occidente, mentre il potere delle multinazionali farmaceutiche – vere padrone del consenso scientifico e quindi dell’universo sanitario – aumentava a dismisura ovunque.
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Psicofarmaci
Farmaci della morte: cosa succede quando gli antidepressivi scatenano istinti omicidi?
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Le aziende farmaceutiche conoscerebbero i pericoli ma manipolerebbero i dati
Durante il webinar «Mad in America», Healy ha delineato una lunga storia del legame tra droghe e «automatismo», ovvero quando le droghe producono azioni involontarie nelle persone che le assumono. Tali azioni involontarie possono spaziare dal camminare avanti e indietro al sonnambulismo all’omicidio. Il neurofarmacologo svedese e premio Nobel Arvid Carlsson, MD, Ph.D., ha creato il primo SSRI, Zelmid, che è stato immesso sul mercato nel 1982. Carlsson ha riconosciuto fin dall’inizio che i farmaci avrebbero avuto effetti positivi per alcune persone e negativi per altre, ha affermato Healy. Quando Pfizer iniziò a commercializzare Zoloft nel 1992, Carlsson, sapendo che gli SSRI agiscono in modo diverso sulle persone, consigliò all’azienda di monitorare attentamente come le diverse persone rispondevano al farmaco. Ma quell’approccio andava contro gli ambiziosi piani di Pfizer di far prescrivere il farmaco su larga scala, sostituendo farmaci che creano dipendenza come il valium, ha detto Healy. Secondo Healy, all’epoca la Pfizer sapeva già che lo Zoloft aveva causato impulsi suicidi e omicidi, anche nei volontari sani coinvolti nella sperimentazione. La sfida nell’identificare questi gravi effetti avversi è aggravata dal fatto che «oggi i medici hanno grandi difficoltà» a monitorare come un farmaco agisce realmente su ogni paziente, anziché come il medico ritiene che il farmaco dovrebbe funzionare. «Sono sempre più persone che leggono libri e non riescono a vedere e sentire cosa succede quando si assumono queste droghe», ha affermato. Healy ritiene che la maggior parte delle persone creda erroneamente che gli SSRI agiscano sul cervello, ma che la maggior parte dei loro effetti si verifichi nell’organismo. I farmaci sono pensati per produrre un «effetto serenico», o effetto anti-aggressivo, cosa che spesso fanno. Il problema è che in alcune persone hanno l’effetto opposto. Gli SSRI riducono l’input sensoriale dal corpo al cervello, il che può causare sensazioni di intorpidimento fisico ed emotivo, ha detto Healy. Ecco perché gli SSRI sono spesso associati alla perdita della libido e alla disfunzione sessuale. I farmaci agiscono meno curando una malattia e più cambiando la personalità, ha detto. L’attenuazione emotiva e i sentimenti di aggressività e acatisia sono ciò che può far sì che i farmaci inducano al suicidio o all’omicidio. Healy ha illustrato una serie di esempi, tra cui casi documentati nella letteratura scientifica e casi da lui stesso osservati nella sua pratica clinica di persone che hanno sperimentato cambiamenti di personalità drammatici e violenti, cambiamenti che sono scomparsi una volta smesso di assumere i farmaci. Ha anche affermato che aziende come Pfizer e GSK, con la piena consapevolezza della FDA, avrebbero manipolato e occultato gran parte dei dati che indicavano che farmaci come Zoloft erano inefficaci per le condizioni che avrebbero dovuto curare o inducevano comportamenti aggressivi verso se stessi o gli altri.Aiuta Renovatio 21
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