Militaria
I socialisti tedeschi vogliono la rimilitarizzazione della Germania e la bomba atomica per l’UE

L’imminente evento del Consiglio di Sicurezza di Monaco avrà all’ordine del giorno molte proposte che richiedono importanti cambiamenti nella posizione della NATO, compreso un ripensamento approfondito della Germania.
Dopo l’annuncio alla fine della settimana scorsa da parte del presidente della commissione per le relazioni estere del Bundestag, Michael Roth (SPD), secondo cui la Germania dovrà spendere molto più dei 100 miliardi di euro aggiuntivi previsti per potenziare la propria difesa, il politico della difesa della CDU Roderich Kiesewetter ha dimostrato si è detto aperto ad un aumento significativo del fondo speciale di 100 miliardi di euro per la Bundeswehr.
«Non escluderei un aumento del fondo speciale per la Bundeswehr», ha detto al quotidiano Süddeutsche Zeitung. «È abbastanza chiaro che abbiamo bisogno di 300 miliardi anziché di 100 miliardi per rendere la Bundeswehr adatta alla guerra».
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Sono arrivate quindi le incredibili dichiarazioni della candidata principale dell’SPD alle elezioni europee, Katarina Barley, la quale dice di dubitare – addirittura – che l’Europa possa concentrarsi solo sulle armi convenzionali. Barley ha dichiarato al quotidiano Tagesspiegel, quando gli è stato chiesto se l’UE abbia bisogno di proprie bombe nucleari: «nel cammino verso un esercito europeo, anche questo potrebbe diventare un problema».
Per la socialista tedesca infatti gli alleati degli Stati Uniti in Europa non dovrebbero continuare a fare affidamento su Washington per un deterrente nucleare, ha detto martedì.
Alla Barley, la principale eurodeputata del Partito socialdemocratico (SPD) del cancelliere Olaf Scholz, era è stato chiesto di commentare le recenti osservazioni del candidato alla presidenza degli Stati Uniti Donald Trump secondo cui Washington non dovrebbe difendere gli alleati della NATO che non riescono a raggiungere i loro obiettivi di pagamento.
«Alla luce delle recenti dichiarazioni di Donald Trump non possiamo più fare affidamento» sul fatto che gli Stati Uniti forniscano il proprio ombrello nucleare ai membri europei della NATO, ha dichiarato Barley al Tagesspiegel. Una «bomba europea» potrebbe diventare un passo avanti verso un «esercito europeo», ha aggiunto, di fatto aprendo l’inimmaginabile escalation atomica anche sul tranquillo suolo del vecchio continente.
Se gli Stati Uniti smetteranno di fornire armi all’Ucraina, l’UE «dovrà assumersi questa responsabilità» perché «dobbiamo prendere sul serio le minacce di Putin e comportarci di conseguenza» ha continuato l’eurodeputata del SPD, accusando il presidente russo di «mettere pubblicamente in dubbio l’integrità territoriale di Polonia e Lituania».
Le incredibili dichiarazioni delle Barley sono state condannate da Martin Schirdewan, il principale candidato al Parlamento europeo del partito della sinistra tedesca Die Linke, il quale ha detto all’AFP come la risposta appropriata alle «sciocchezze» provenienti da Trump non sia la proliferazione nucleare, ma la de-escalation.
«Sarebbe più sensato avere un’UE impegnata in una politica di riconciliazione, disarmo e giustizia sociale oltre i confini», ha detto lo Schirdewan, accusando l’SPD di «tintinnio di sciabole».
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«Più bombe atomiche non renderanno il mondo più sicuro», ha aggiunto Schirdewan, sottolineando che l’attuale arsenale globale può distruggere il pianeta 50 volte. Invece di sognare armi nucleari, la SPD dovrebbe spingere la Germania a «firmare finalmente il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari», ha affermato il leader di Die Linke.
I commenti di Trump erano stati fatti durante un comizio elettorale, affrontando il fallimento di una dozzina di membri della NATO nello spendere la quota concordata del 2% del PIL per i propri eserciti.
Un osservatore statunitense ha chiesto di dotare la Polonia di armi nucleari per rendere «a prova di Trump» la politica di Washington in Europa. Varsavia deve ancora commentare ufficialmente l’idea.
Come riportato da Renovatio 21, l’ex ministro polacco Radoslaw Sikorski, marito della neocon Anne Applebaum, due anni fa aveva lanciato l’idea di dotare Kiev di armi atomiche. A luglio l’allora primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, appartenente ad un altro partito rispetto a Sikorski, aveva avanzato la richiesta che la Polonia sia inclusa nel programma di condivisione nucleare della NATO, in modo che le armi nucleari tattiche statunitensi siano stazionate in Polonia.
Come noto, il programma NATO consente il dispiegamento di bombe nucleari statunitensi sul territorio di altre nazioni NATO non nucleari. L’utilizzo di una simile strategia di condivisione transnazionale delle testate programmata ora dalla Russia con la Bielorussia, tuttavia, suscita le ire del Patto Atlantico, e le richieste allucinanti di Paesi come la Polonia, che sull’argomento in realtà insiste da tempo.
L’ex presidente russo Demetrio Medvedev ha avvertito l’Occidente che qualsiasi confronto diretto con la Russia finirebbe rapidamente per diventare nucleare, esortando i leader degli Stati Uniti e dell’UE ad essere onesti con i loro cittadini al riguardo invece di «trattarli come idioti senza cervello».
Lo stesso Medvedev l’anno passato aveva avvertito che nel caso l’Occidente fornisca armi atomiche all’Ucraina potrebbero scattare attacchi preventivi da parte dei russi.
Lo scorso autunno il viceministro della Difesa Marcin Ociepa ha dichiarato che la Polonia sarà in guerra con la Russia tra 3 o 10 anni massimo. Pochi mesi dopo Polonia ha emanato lo scorso mese un bizzarro comunicato congiunto con il Dipartimento di Stato USA per «la sconfitta strategica della Russia».
Come riportato da Renovatio 21, un recente studio dell’Istituto per lo studio degli armamenti SIPRI ha scoperto un cospicuo aumento degli arsenali nucleari nel mondo.
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Immagine di Europea Parliament via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Militaria
Putin annuncia la completa liberazione della regione di Kursk

El Ejército ruso libera la provincia de Kursk
🗣️🇷🇺Putin: La aventura del régimen de Kiev ha fracasado por completo, y las enormes pérdidas sufridas por el enemigo, incluso entre las fuerzas más preparadas para el combate, entrenadas y equipadas, incluso con material occidental,… pic.twitter.com/KeUibMJK0S — Embajada de Rusia en México (@EmbRusiaMexico) April 26, 2025
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Militaria
I veterani francesi chiedono la trasparenza sull’Ucraina: nuovo pronunciamento nell’esercito di Parigi?

Un gruppo di veterani francesi di alto rango ha chiesto un maggiore controllo sull’impegno militare del Paese in Ucraina.
In una lettera inviata ai presidenti di entrambe le camere del Parlamento, gli ex ufficiali hanno esortato i legislatori a tenere un dibattito formale sulle forniture di armi e sulla continua presenza di truppe francesi a sostegno degli sforzi bellici di Kiev.
La lettera, intitolata «Risoluzione dei cittadini», è stata pubblicata all’inizio di questa settimana su Place d’Armes, una piattaforma che consente ai militari in servizio e in congedo di esprimere opinioni sulla politica nazionale. Includeva un appello pubblico ai cittadini a firmare la risoluzione a loro sostegno.
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Gli autori hanno sostenuto che il coinvolgimento militare della Francia in Ucraina senza un mandato parlamentare e le consegne di armi senza un dibattito pubblico violano la Costituzione e il Codice penale francesi, affermando che dal 2022 non è stata fornita alcuna comunicazione chiara al Parlamento sulla possibile presenza di truppe francesi in Ucraina, nonostante l’obbligo legale di informare i legislatori di qualsiasi «intervento militare».
Nella lettera si sollecita il parlamento a pubblicare «tutte le informazioni» sulla presenza delle truppe sul Journal Officiel, la gazzetta ufficiale del paese, e a «organizzare un dibattito con votazione sulla continuazione di questo intervento» entro 15 giorni dal ricevimento della lettera.
Nel documento si sottolinea inoltre che il patto di sicurezza franco-ucraino firmato l’anno scorso, che includeva 3 miliardi di euro in aiuti e un sostegno militare pluriennale, non è stato ratificato dal Parlamento, nonostante la Costituzione richieda tale ratifica per i trattati che hanno importanti implicazioni finanziarie per lo Stato.
«La mancanza di una regolare ratifica parlamentare solleva la questione della legalità della fornitura di armi dalle riserve dell’esercito francese all’Ucraina per usarle contro la Russia, con la quale il nostro Paese non è in guerra», si legge nella lettera.
La lettera ha anche evidenziato le recenti dichiarazioni del presidente Emmanuel Macron in merito al potenziale dispiegamento di truppe in Ucraina e alla condivisione delle capacità nucleari con i partner europei. Gli autori hanno sostenuto che tali decisioni richiedono un dibattito parlamentare per garantirne la legittimità.
Commentando la lettera, il presidente dell’associazione Place d’Armes, Jean-Pierre Fabre-Bernadac, ha dichiarato a Sud Radio che essa riflette la crescente preoccupazione dell’opinione pubblica riguardo al coinvolgimento del Paese in Ucraina.
«È una favola? Esiste una realtà delle truppe francesi sul suolo ucraino? Questo sarà chiarito dall’Assemblea Nazionale e dal Senato», ha affermato. «L’esercito è al servizio della nazione. Non è al servizio di un uomo o di un regime».I l testo, dice, non è stato redatto dalla sua associazione, ma da professionisti militari, tra cui 26 ex generali dell’esercito.
I presidenti del Senato e dell’Assemblea Nazionale non hanno ancora risposto pubblicamente alla lettera, mentre i principali media francesi ne hanno ampiamente taciuto l’esistenza. Tuttavia, il documento è stato firmato da oltre 14.000 persone dalla sua pubblicazione.
Nonostante le numerose segnalazioni di truppe occidentali in Ucraina, i sostenitori di Kiev hanno evitato di confermare qualsiasi schieramento ufficiale. La Russia si è ripetutamente opposta alla presenza di forze occidentali, con qualsiasi pretesto, nella zona di combattimento, avvertendo che tale mossa sarebbe stata considerata un coinvolgimento diretto nel conflitto.
I tamburi di guerra contro la Russia – divenuto principale avversario di Parigi per l’Africa francofona – rullano da diverso tempo, e in maniera sempre più aperta.
Come riportato da Renovatio 21, un anno fa il capo di stato maggiore dell’esercito francese, generale Pierre Schill, aveva dichiarato Francia è pronta ad affrontare qualunque sviluppo si svolga a livello internazionale ed è preparata per gli «impegni più duri» per proteggersi: in sostanza, stava dicendo che il Paese era pronto alla guerra. Erano i giorni in cui il presidente francese aveva ripetutamente rifiutato di escludere che truppe occidentali vengano inviate in Ucraina per aiutare Kiev nella sua lotta contro Mosca, che aveva descritto apertis verbis come un «avversario» di Parigi.
A ottobre 2024 il ministro della Difesa francese Sebastien Lecornu aveva parlato di «deterrenza convenzionale» in Ucraina. Il Lecornu aveva prima dichiarato che ««la minaccia più grande per la Francia (…) a parte i gruppi terroristici, è chiaramente la Federazione Russa».
Il presidente francese si è spinto fino al punto di immaginare un ritorno della Crimea all’Ucraina.
Gli stessi francesi, secondo un sondaggio, sono contrari all’idea di soldati schierati su territorio ucraino proposta da Macron, il quale, bizzarramente, aveva poi chiesto un cessate il fuoco per le Olimpiadi di Parigi.
Come riportato da Renovatio 21, migliaia di soldati francesi andranno in Romania per simulazioni di combattimento contro la Russia la prossima primavera.
Quattro mesi fa il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot ha affermato che l’Ucraina potrebbe utilizzare missili francesi per attaccare obiettivi nel territorio russo riconosciuto a livello internazionale.
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Come riportato da Renovatio 21, due anni fa vi era stato un enigmatico pronunciamento dei miltiari francesi riguardo la situazione interna della Francia: «la guerra civile si sta preparando e voi lo sapete perfettamente» avevano scritto dei soldati in una lettera a tutte le istituzioni che ripeteva in sostanza quanto già fatto poco prima da ufficiali in pensione.
«I vecchi soldati di cui avete calpestato l’onore nelle ultime settimane… sono migliaia di servi della Francia, firmatari di un appello di buon senso, soldati che hanno dato i loro anni migliori per difendere la nostra libertà, obbedendo ai vostri ordini, per intraprendere le vostre guerre o per attuare le vostre restrizioni di bilancio, che avete insozzato mentre il popolo della Francia li ha sostenuti» scrivevano i militari.
«Afghanistan, Mali, Repubblica Centrafricana o altrove, molti di noi hanno subito il fuoco nemico. Alcuni lì hanno lasciato dei compagni. Hanno offerto la loro pelle per distruggere l’islamismo a cui state facendo concessioni sul nostro suolo (…) questa decadenza, la abbiamo vista in molti Paesi in crisi. Precede il crollo. Annuncia caos e violenza e, contrariamente a quanto voi affermate qua e là, questo caos e questa violenza non verranno da un “pronunciamento militare” ma da un’insurrezione civile».
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Immagine di NATO North Atlantic Threaty via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic
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