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Geopolitica

La Corea del Nord sostiene di aver testato un missile ipersonico

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Il lancio balistico della Nord Corea di pochi giorni fa era, secondo Pyongyang, un test per un’arma ipersonica.

 

Il nuovo missile si chiamerebbe Hwasong-8.

 

I media statali nordcoreani, che hanno dato la notizia, sostengono che si tratta di uno dei «cinque più importanti» nuovi sistemi d’arma previsti nel suo piano di sviluppo militare quinquennale.

 

Il vettore è stato definito «arma strategica», espressione che solitamente sta a indicare la capacità di ospitare una testata nucleare

«Lo sviluppo di questo sistema di armi… [ha aumentato] le capacità della nazione di autodifesa in ogni modo», ha dichiarato il notiziario dello stato nordcoreano KCNA.

 

Il vettore è stato definito «arma strategica», espressione che solitamente sta a indicare la capacità di ospitare una testata nucleare.

 

L’ultimo lancio costituisce il terzo test missilistico del paese questo mese. Pyongyang aveva già rivelato un nuovo tipo di missile da crociera, nonché un nuovo sistema di missili balistici lanciati da un treno.

 

Il suppost test ipersonico è avvenuto mentre l’inviato nordcoreano Kim Song difendeva all’Assemblea generale annuale delle Nazioni Unite a New York il diritto del Paese di sviluppare le sue armi armi.

 

Kim ha dichiarato all’ONU che il Paese «sta costruendo la nostra difesa nazionale per difenderci e salvaguardare in modo affidabile la sicurezza e la pace del Paese».

 

Le armi ipersoniche sono molto più veloci dei missili comuni, fino ad essere praticamente impossibili da intercettare per i sistemi di difesa missilistica del Paese attaccato.

 

L’introduzione della tecnologia ipersonica fa saltare l’equilibrio della deterrenza tra le potenze militari.

Con questo test la Corea del Nord si unisce a un piccolo gruppo di Paesi, tra cui Stati Uniti, Russia, Cina e India, che stanno tentando di sviluppare le armi ipersoniche.

 

A luglio la Russia ha annunciato di aver lanciato con successo un missile ipersonico che ha raggiunto una velocità di 8659,88 km/h da una fregata nel Mar Bianco.

 

L’introduzione della tecnologia ipersonica fa saltare l’equilibrio della deterrenza tra le potenze militari.

 

Per alcuni analisti, i missili ipersonici dischiudono un mondo ancora più pericoloso di quello della Guerra Fredda con le sue migliaia di testate termonucleari montate su missili balistici intercontinentali puntati sulle principali città della Terra.

 

 

 

 

Immagine d’archivio

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Geopolitica

Attacco di droni ucraini respinto in Crimea: «erano puntati su obbiettivi civili»

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Diversi droni ucraini sono stati abbattuti dalle difese aeree nella città di Dzhankoy in Crimea nella giornata di ieri. Lo riporta il sito governativo russo RT che riporta come fonte funzionari locali.

 

I detriti dei droni distrutti hanno danneggiato una casa e un negozio nella zona, ha scritto lunedì su Telegram il leader della Repubblica di Crimea, Sergey Aksjonov, secondo cui una persona sarebbe rimasta ferita nell’incidente: si tratterebbe di un 33enne che sarebbe stato ferito da schegge. Portato in ospedale, la sua vita non sarebbe in pericolo, secondo quanto detto dal capo dell’amministrazione Dzhankoj, Igor Ivin.

 

«Tutti i droni erano puntati su obiettivi civili… Non ci sono strutture militari nelle vicinanze», ha scritto martedì su Telegram l’assistente di Aksjonov, Oleg Krjuchkov.

 

Uno degli UAV è stato distrutto sopra un istituto tecnico, schiantandosi al suolo tra un edificio accademico e un dormitorio. «Gli altri sono stati abbattuti su aree residenziali», ha detto, senza specificare quanti droni volassero. «Oltre agli esplosivi, ognuno di essi conteneva schegge», ha aggiunto Krjuchkov.

 

Kryuchkov ha condiviso le foto dei detriti dell’aereo abbattuto sul suo canale Telegram, che mostrava che i droni portavano adesivi del meme Internet noto come trollface. Ci vuole «un tipo speciale di cinismo», ha notato, per decorare in questo modo gli UAV che prendono di mira i civili.

 

L’attacco sventato è avvenuto pochi giorni dopo che la Crimea ha celebrato il nono anniversario della sua riunificazione con la Russia a seguito di un referendum del 2014, dove la stragrande maggioranza della popolazione locale ha votato per l’annessione con Mosca.

 

Il presidente della Federazione Russa due giorni fa è arrivato in Crimea con una visita a sorpresa.

 

La penisola, che era stata assegnata all’Ucraina da Krushev in una serata in cui, secondo i racconti, forse gli mancava la lucidità, è entrata ufficialmente a far parte della Russia il 18 marzo 2014, poco dopo il violento colpo di stato a Kiev conosciuto generalmente come Maidan.

 

Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso, il vice segretario di Stato americano per gli affari politici Victoria Nuland ha affermato che la Crimea è un «obiettivo legittimo» per gli attacchi ucraini.

 

«La Russia ha trasformato la Crimea in una massiccia installazione militare», ha affermato il sottosegretario di Stato americano per gli affari politici dell’amministrazione Biden. «Questi sono obiettivi legittimi, l’Ucraina li sta colpendo e noi lo sosteniamo», ha continuato la Nuland nelle sue osservazioni del 16 febbraio al Carnegie Endowment for International Peace. La Duma, il Parlamento russo, l’anno passato aveva invitato la Nuland a Mosca per spiegare i laboratori biologici ucraini finanziati dagli USA, la cui esistenza è stata da lei stessa ammessa in un’audizione della Commissione Relazioni Estere del Senato USA.

 

La Nuland aveva altresì ammiccato alla distruzione del Nord Stream mesi prima che avvenisse.

 

 

In un’audizione recente, interrogata dal senatore texano Ted Cruz, la Nuland, regina dei necon, aveva ammesso la sua gioia per il fatto che il Nord Stream fosse stato distrutto.

 

Il mese scorso Donald Trump ha nominato la Nuland come uno dei motivi in cui siamo arrivati vicino alla Terza Guerra Mondiale.

 

Come ricorda RT, l’ex presidente russo Dmitrij Medvedev, che ora ricopre il ruolo di vicepresidente del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Federazione Russa, ha avvertito a febbraio che qualsiasi attacco all’interno della Crimea sarebbe stato «accolto con inevitabili ritorsioni usando armi di qualsiasi tipo».

 

 

 

 

 

 

 

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Geopolitica

Gli USA rifiutano l’armistizio ancora prima che venga offerto

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Il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale USA John Kirby è intervenuto  su Fox News per opporsi risolutamente alla prospettiva della pace tra Russia e Ucraina: Washington è fermamente contraria a un cessate il fuoco tra le parti.

 

Il Kirby ha bollato qualsiasi iniziativa di pace come «inaccettabile» nella situazione attuale, annunciando che qualsiasi iniziativa di pace scaturita dagli incontri Xi-Putin sarebbe stata respinta.

 

«Quello che abbiamo detto prima, e lo diremo di nuovo oggi, che se all’esito di questo incontro ci sarà una sorta di appello per un cessate il fuoco, beh, sarà semplicemente inaccettabile perché tutto ciò che farà… è ratificare la conquista russa fino ad oggi».

 

Sfugge a Kirby e a tutto l’apparato il fatto che a un cessate il fuoco, date le attuali realtà militari, salverebbe migliaia e migliaia di ragazzi ucraini: ma non è una novità il fatto che a Washington nulla interessi della popolazione ucraine, in quanto questa guerra è, si dice, una guerra contro la Russia combattuta fino all’ultimo ucraino.

 

Kirby ha continuato spiegando come negli ultimi tempi Mosca e Pechino stiano «aumentando la loro collaborazione e il loro rapporto». Le due nazioni si sono unite per scardinare e «riscrivere» le cosiddette «regole del gioco a livello globale». Russia e Cina «sono due Paesi che si stanno sbattendo contro questo ordine internazionale basato su regole che gli Stati Uniti e tanti dei nostri alleati e partner hanno costruito, dalla fine della seconda guerra mondiale».

 

Sfugge al personaggio coi capelli tinti, e a tutto il mondo che lo produce, che l’avvicinamento ulteriore di Russia e Cina è stato causato proprio dagli USA, che in caso di scoppio della Terza Guerra Mondiale si troverebbero, anche stavolta, a combattere su due fronti: solo che sta volte Mosca non è più alleata, la Cina ha più di un miliardo di persone ed entrambi i Paesi nemici sarebbero armati di armi nucleari e di sistemi di consegna, come i missili ipersonici, contro cui Washington e le sue navi non avrebbero difesa.

 

Come riportato da Renovatio 21, un passato accordo di pace, che sarebbe stato trovato nell’aprile 2022, a poche settimane dall’inizio del conflitto, fu sabotato dagli angloamericani con una repentina – all’epoca inspiegata – visita di Boris Johnson a Kiev. Incontrato Zelens’kyj e portatogli un certo messaggio, l’accordo fu stracciato, e come conseguenza migliaia e migliaia di ragazzi sono stati mandati nella fornace della guerra in corso ad essere maciullati dall’artiglieria, bombardati da droni nei boschi, fatti esplodere nelle trincee…

 

Del resto c’è da capire come funzione la dinamica dell’élite al potere a Kiev: cosa succederebbe all’attore comico Zelens’kyj se non seguisse più il copione? La cintura neonazista che sta intorno (fisicamente, dicono) a Zelens’kyj glielo aveva anticipato nel 2019, parlando del fatto che il neoeletto presidente non avrebbe dovuto arretrare di un centimetro riguardo il territorio ucraino: in caso contrario, ci sarebbe stata l’impiccagione su un albero del Khreshatyk, il viale della capitale che porta a piazza Maidan.

 

Il lettore si farà la domanda: chi comanda davvero i gruppi neonazisti ucraini? La risposta Renovatio 21 ha cercato di darla tante volte.

 

E quindi, chi comanda davvero in Ucraina? Chi vuole morte e distruzione invece che pace e prosperità?

 

 

 

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Negata udienza ONU al commissario per i diritti umani di Donetsk

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Al commissario per i diritti umani nella Repubblica popolare di Donetsk (DPR) Darja Morozova è stata rifiutata un’udienza davanti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

 

Russia, Brasile, Ghana e Cina erano favorevoli alla sua testimonianza, mentre Stati Uniti, Gran Bretagna, Giappone, Albania, Malta, Francia, Svizzera ed Ecuador si sono espressi contrariamente; Gabon, Mozambico e Emirati Arabi Uniti si sono astenuti.

 

Nel suo rapporto scritto, la Morozova documenta che dal 20 luglio 2014 al 24 febbraio 2022, ci sono state 4.374 persone uccise in attacchi delle forze ucraine nel Donbass e quasi 8.000 persone sono rimaste ferite. Morozova ha osservato che già nella primavera del 2014 il regime di Kiev, salito al potere con un colpo di Stato appoggiato dagli Stati Uniti, «ha inviato un esercito per sopprimere le manifestazioni pacifiche, utilizzando aerei, artiglieria e armi di azione letale di massa».

 

«Dall’inizio del conflitto e dal 24 febbraio 2022, a seguito dell’aggressione armata dell’Ucraina sul territorio della DPR, sono state uccise 4.374 persone, tra cui 91 bambini. Quasi 8.000 civili sono rimasti feriti a vari gradi di gravità, inclusi 323 bambini, almeno 27 dei quali hanno ricevuto una disabilità», afferma il rapporto del difensore civico di Donetsk.

 

Il documento afferma che «all’inizio dell’operazione speciale, più di 23.000 edifici residenziali privati ​​e circa 5.000 condomini erano stati distrutti dalle sparatorie delle formazioni armate ucraine». Hanno anche distrutto «circa 850 strutture scolastiche, 350 strutture sanitarie e 800 strutture abitative e di servizi comunali che forniscono gas, acqua, calore ed elettricità ai consumatori della repubblica».

 

Il suo rapporto documenta che «sono stati registrati massicci fatti di torture ed esecuzioni di prigionieri in Ucraina». «I civili nei territori controllati da Kiev sono soggetti a persecuzione politica e repressione per motivi ideologici da parte dei servizi speciali», ha dichiarato la Morozova.

 

Come riportato da Renovatio 21, pochi mesi al Palazzo di vetro fa oltre 50 Paesi hanno votato contro la risoluzione ONU sull’antinazismo. La Federazione Russa, che ha portato a New York le prove delle torture subite dai prigionieri russi da parte delle forze ucraine e che sta cercando di discutervi anche il caso Nord Stream, sta mettendo in discussione la gestione americana delle Nazioni Unite.

 

Nelle sale dell’ONU risuona ancora l’appello del ministro degli Esteri Sergej Lavrov fatto alla plenaria lo scorso 24 settembre, che ripeté le parole dell’ex segretario generale delle Nazioni Unite (dal 1953 al 1961) Dag Hammarskjöld, ucciso in un misterioso incidente aereo in Zambia nel 1961: «L’ONU non è stata creata per portare l’umanità in paradiso , ma per salvare l’umanità dall’inferno».

 

 

 

 

 

 

Immagine di Mstyslav Chernov via Wikimedia pubblicata su licenza Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)

 

 

 

 

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