Economia
Le banche centrali intensificano la spinta per le valute digitali
Un numero crescente di banche centrali di tutto il mondo sta lavorando a versioni digitali delle proprie valute nazionali, secondo un sondaggio della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) pubblicato la scorsa settimana.
Una valuta digitale della banca centrale (CBDC) è uno strumento di pagamento digitale denominato nell’unità di conto nazionale e regolamentato da una Banca Centrale. Attualmente ne esistono di due tipi: al dettaglio, per l’uso quotidiano da parte di privati e imprese, e all’ingrosso, per le transazioni tra istituzioni finanziarie.
Secondo i risultati della BRI, 79 delle 86 banche centrali intervistate hanno affermato di stare studiando la possibilità di creare una qualche forma di CBDC. Oltre la metà dei regolatori nazionali ha affermato di aver già condotto «esperimenti concreti» o di lavorare su versioni di prova delle valute digitali.
Lo studio ha rilevato che la maggior parte delle banche centrali vede un valore potenziale nell’avere una CBDC sia al dettaglio che all’ingrosso e la BRI prevede che entro il 2030 circoleranno pubblicamente in tutto il mondo almeno 15 CBDC al dettaglio e 9 CBDC all’ingrosso.
Il sondaggio ha rilevato che più banche si sono avvicinate all’emissione di una CBDC nei prossimi tre anni: il loro numero ha raggiunto il 16% dallo scorso anno per quanto riguarda le valute digitali all’ingrosso ed è cresciuto dal 15% al 18% per quanto riguarda le CBDC al dettaglio.
«Il sondaggio della BRI mostra che le banche centrali sono più ottimiste che mai sulle CBDC. I nuovi casi d’uso abbondano e i leader di economie diverse come Sri Lanka, Singapore e Svizzera stanno riconoscendo i potenziali vantaggi. Questi includono pagamenti più efficienti, inclusione finanziaria e un’attuazione più rapida della politica monetaria», ha dichiarato al notiziario FinTech Gilbert Verdian, fondatore e CEO di Quant, partner tecnologico del progetto CBDC della Banca d’Inghilterra.
«Una CBDC ben progettato potrebbe effettivamente essere un enorme catalizzatore per l’innovazione. Le aziende e i consumatori sarebbero in grado di automatizzare processi complessi e ingombranti e implementare la logica nel denaro», ha aggiunto Verdian.
Attualmente, secondo la BRI, quattro banche centrali hanno emesso una CBDC al dettaglio: Bahamas, Caraibi orientali, Giamaica e Nigeria.
Il progetto di una CBDC globale, una valuta digitale sintetica globale controllata dalle banche centrali, ha lunga storia. Nel 2019, prima di pandemia, dedollarizzazione, superinflazione e crash bancari che stiamo vedendo, l’allora governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney ne aveva parlato all’annuale incontro dei banchieri centrali di Jackson Hole, nel Wyoming nel 2019.
Come riportato da Renovatio 21, l’euro digitale sembra in piattaforma di lancio, e la presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde sembra aver ammesso che sarà usato per la sorveglianza dei cittadini.
Come ripetuto da Renovatio 21, la piattaforma su cui si è costruito il green pass è la medesima dell’euro digitale, i cui preparativi sono partiti ben prima del COVID.
Due settimane fa il capo del Fondo Monetario Kristalina Georgieva ha annunciato che l’organismo internazionale «sta lavorando sodo su una moneta digitale globale», cioè una CBDC mondialista. I progetti di valuta elettronica di Stato sono ovunque, dall’Australia all’Ucraina, dallo Sri Lanka alla Svizzera. Essi portano il danaro a divenire software, divenire danaro programmabile, in grado di guidare e inibire le scelte del cittadino.
Le CBDC introdurranno un sistema di programmazione dell’esistenza del cittadino inappellabile e onnipervasivo, molto superiore al credito sociale della Repubblica Popolare Cinese.
Immagine di Fred Romero via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
Cina
La Cina supera il trilione di dollari di surplus commerciale
Per la prima volta, il surplus commerciale della Cina ha superato i mille miliardi di dollari nei primi 11 mesi del 2025. Mentre le esportazioni verso gli Stati Uniti sono diminuite di circa un terzo a causa dei dazi, le esportazioni verso Europa, Australia e Sud-est asiatico sono aumentate.
Gran parte di questa impennata è stata trainata dalla forte crescita dei beni high-tech, che ha superato del 5,4% l’aumento delle esportazioni complessive. Le esportazioni di automobili hanno registrato un boom, sostituendo Giappone e Germania in termini di quota di mercato. Le esportazioni di semiconduttori sono aumentate del 24,7% nello stesso periodo e le esportazioni di cantieristica navale sono aumentate del 26,8%.
Il canale all-news cinese CGTN ha pubblicato un articolo che attacca le narrative occidentali di «sovracapacità» o «dumping» come spiegazioni del boom delle esportazioni cinesi.
«Per i politici e i leader dell’industria occidentali, la questione non è come presentare la Cina come un rivale, ma come riconoscere le realtà strutturali che rappresenta. Comprendendo il surplus come parte del panorama economico globale, si apre l’opportunità di adattare le strategie, esplorare le complementarietà, promuovere la collaborazione e ricercare miglioramenti dell’efficienza che vadano a vantaggio di entrambe le parti».
Vari allarmi sulla tenuta dell’economia cinese erano stati lanciati negli ultimi anni.
Come riportato da Renovatio 21, la Cina, dopo la guerra dei dazi di Trump, è ancora impegnata in un conflitto con gli USA e i satelliti occidentali per i chip.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Economia
Hollywood al capolinea: Netflix vuole comprare Warner Bros
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Economia
L’ex proprietario di Pornhub vuole acquistare le attività del gigante petrolifero russo
Bernd Bergmair, l’ex proprietario di Pornhub, starebbe valutando l’acquisto delle attività internazionali del gigante petrolifero russo sanzionato Lukoil. Lo riporta l’agenzia Reuters, citando fonti riservate.
A ottobre, gli Stati Uniti hanno colpito Lukoil con sanzioni che hanno costretto la compagnia a dismettere le proprie partecipazioni estere, stimate in circa 22 miliardi di dollari. Lukoil aveva inizialmente accettato un’offerta del trader energetico Gunvor per l’intera controllata estera, ma l’operazione è saltata dopo che il Tesoro americano ha accusato Gunvor di legami con il Cremlino.
Secondo Reuters, Bergmair avrebbe già sondato il dipartimento del Tesoro statunitense per una possibile acquisizione. Interpellato tramite un legale, ha né confermato né smentito, limitandosi a dichiarare: «Lukoil International GmbH rappresenterebbe ovviamente un investimento eccellente; chiunque sarebbe fortunato a possedere asset del genere», senza precisare quali porzioni gli interessino o se abbia già contattato l’azienda. Un portavoce del Tesoro ha declinato ogni commento.
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Il finanziere austriaco è l’ex azionista di maggioranza di MindGeek, la casa madre di Pornhub, la cui identità è emersa solo nel 2021 dopo anni di strutture offshore. Il Bergmair ha ceduto la propria partecipazione nel 2023, quando la società è stata rilevata da un fondo canadese di private equity chiamato «Ethic Capital», nella cui compagine spicca un rabbino. Il patrimonio dell’uomo è stimato intorno a 1,4 miliardi di euro, investiti principalmente in immobili, terreni agricoli e altre operazioni private.
Il mese scorso, il Tesoro statunitense ha autorizzato le parti interessate a intavolare negoziati per gli asset esteri di Lukoil; l’approvazione è indispensabile poiché, senza licenza, ogni transazione resterebbe congelata. La finestra concessa scade il 13 dicembre.
Fonti giornalistiche indicano che diversi player, tra cui Exxon Mobil e Chevron, avrebbero manifestato interesse, ma Lukoil preferirebbe cedere il pacchetto in blocco, complicando le trattative per chi punta su singoli asset. L’azienda ha reso noto di essere in contatto con più potenziali acquirenti.
Mosca continua a condannare le sanzioni occidentali come «politiche e illegittime», avvertendo che finiranno per danneggiare chi le ha imposte». Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha definito il caso Lukoil la prova che le «restrizioni commerciali illegali» americane sono «inaccettabili e ledono il commercio globale».
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Immagine di Marco Verch via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
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