Geopolitica
Se Kiev non vince sarà la fine della UE: il terrore di Draghi è un augurio bellissimo (e un rischio apocalittico)
L’ex presidente della Banca Centrale Europea ed ex primo ministro italiano Mario Draghi ha fatto dichiarazioni rilevanti mentre era ospite del prestigioso politecnico bostoniano MIT, dove ha ricevuto il premio Miriam Pozen dal Golub Center for Finance and Policy del MIT. Il premio consiste di 200 mila dollari.
Qui il nostro si è lasciato andare a potenti dichiarazioni sulla questione ucraina, che alcuni sostengono siano state sparate nella speranza di ottenere un posto come prossimo segretario generale della NATO.
Draghi nel suo discorso di premiazione ha affermato che l’invasione russa dell’Ucraina è stata premeditata.
«La brutale invasione russa dell’Ucraina non è stata un imprevedibile atto di follia», ha detto, ma «una mossa premeditata» di Putin e «un colpo intenzionale all’UE».
Come la difesa della popolazione Russa in Donbass sia un atto contrario ai Paesi del blocco europeo resta tutto da spiegare, ma il lettore di Renovatio 21 sa che il Draghi, anche quando era premier, si lasciava spesso andare al complottismo russofobo, mentre il Parlamento e i giornaloni sottomessi gli battevano le mani come foche ammaestrate.
Poi Draghi ha fatto una dichiarazione cruenta che tuttavia, per taluni, è ricolma di speranza.
«Non c’è altra alternativa per gli Stati Uniti, l’Europa e i loro alleati, oltre a garantire che l’Ucraina vinca rapidamente questa guerra», ha detto Draghi. Una vittoria russa sarebbe «un colpo fatale per l’UE».
There is no alternative for Europe: thank you Mr. Draghi 🇺🇦 🇪🇺 #ukraine #mariodraghi #draghi pic.twitter.com/2J64gPq7zL
— European Democrats (@PDE_EDP) June 9, 2023
La burocrazia di Bruxelles disintegrata da una vittoria russa? L’Unione – che decide la forma delle banane e la morale della società, la sessualità dei vostri figli e la tecnologia della vostra auto – verrebbe dissolta se Putin vincesse?
Molti non potrebbero nascondere che questa prospettiva suoni dolcissima. Gli euroscettici, che allineano in ogni singolo Paese UE, si vedrebbero liberati dalla ragnatela del Superstato opaco della Von der Leyen e soci senza alcuno sforzo, nemmeno quelli fatti dai britannici per la Brexit.
Sorprende che Draghi parli pubblicamente di una prospettiva così estrema. Tuttavia, bisogna ricordare che Draghi ha avuto in questa guerra un ruolo precipuo come attore protagonista in quello che il Financial Times ha definito come il primo episodio di vera «guerra economica» della storia umana: il congelamento di oltre 300 miliardi russi detenuti presso le Banche Centrali di Europa e America.
Mai prima – nemmeno durante la Seconda Guerra Mondiale, quando i tedeschi avevano depositi che potevano ritirare presso la Banca d’Inghilterra – si era arrivati a questo punto, dove ogni regola, prima fra tutte quella del rispetto della proprietà, è stracciata nel nome di una vittoria a tutti i costi.
Tale nichilismo è pienamente visibile in Ucraina e oltre: le dighe, i ponti, le infrastrutture, gasdotti bombardati, le torture, i civili usati come scudi umani, i simboli nazisti e dell’ISIS, i sospetti di traffico di organi, l’uccisione di giornalisti e intellettuali, gli anni di genocidio nel Bacino del Don, i programmi di assassinio dei vertici avversari, la ferocia infinita e a tratti inspiegabile, tutto parla di una volontà cieca di annientamento del nemico – e proprio questo ci fa temere che si può andare verso l’utilizzo di un’arma atomica.
Le azioni di Draghi contro le riserve russe – assieme al team della Von der Leyen e dell’americana Janet Yellen, chiamata dal romano – costituiscono, di fatto, una «Hiroshima economica», la prima volta dell’utilizzo di un’arma distruttiva che cambia mostruosamente le regole del gioco.
Questa è la logica che oggi porta avanti l’Occidente. Nessuna visione, nessuna morale. Sono Stati senza principio, nelle mani di leader senza alcun limite morale. Questa è, ovviamente, la ricetta per un quadro apocalittico, nel quale la vostra vita (come la vostra salute, la vostra prosperità, la vostra famiglia) non conta più nulla – pronta ad essere sacrificata al niente con il fuoco dell’atomo.
Ricordate: ciò che faranno ai russi, lo faranno a voi – e con l’mRNA di Stato e l’apartheid biotica, ve lo hanno in pratica già detto in modo molto, molto chiaro.
Roberto Dal Bosco
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Geopolitica
L’UE e la Casa Bianca condannano gli «estremisti israeliani» che attaccano i convogli umanitari
Il capo della politica estera dell’UE, Josep Borrell, ha chiesto a Israele di fare qualcosa contro gli «estremisti» che attaccano i convogli di aiuti umanitari in viaggio verso Gaza.
In seguito all’offensiva israeliana sulla città di Rafah, che si trova al confine dell’enclave palestinese con l’Egitto, le forniture di cibo e altri beni destinati a Gaza sono state dirottate attraverso Israele. Lunedì uno di questi convogli è stato saccheggiato vicino a Hebron.
«Sono indignato per gli attacchi ripetuti e ancora incontrollati perpetrati dagli estremisti israeliani contro i convogli umanitari in viaggio verso Gaza, anche dalla Giordania. Centinaia di migliaia di civili stanno morendo di fame», ha detto il Borrell su X martedì sera. Ha esortato le autorità israeliane a «fermare queste operazioni e ritenere i responsabili responsabili».
La sua condanna arriva dopo che il consigliere per la sicurezza nazionale statunitense Jake Sullivan ha denunciato l’attacco durante la conferenza stampa di lunedì alla Casa Bianca.
«È un oltraggio totale che ci siano persone che attaccano e saccheggiano questi convogli provenienti dalla Giordania diretti a Gaza per fornire assistenza umanitaria», ha detto il Sullivano. «È qualcosa su cui non facciamo mistero: lo troviamo completamente e assolutamente inaccettabile».
Below is eyewitness footage of one aid convoy being attacked. Sent by Sapir Sluzker Amran, a peace activist who tried to stop the protests. She said those who attacked the convoy were mostly Israeli settlers. The border crossing was located at Tarqumiya in the occupied West Bank pic.twitter.com/5w9qrb9vtu
— Emmet Lyons (@EmmetlyonsCBS) May 14, 2024
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Nell’incidente di lunedì, un convoglio è stato fermato al checkpoint di Tarqumiya vicino a Hebron e un gruppo di persone ha distrutto parte del cibo dai camion. L’attivista pacifista israeliana Sapir Sluzker Amran, che ha assistito all’attacco, ha identificato gli autori come un gruppo chiamato Tsav 9.
«La maggior parte di loro erano coloni. Vivono anche lì, sono coloni negli insediamenti della zona», ha detto martedì a CBS News. «Il tema comune a tutti loro è che appartengono ai gruppi sionisti di destra».
Le foto e i video ripresi da Amran mostrano gli aggressori salire sui camion, lanciare pacchi di cibo sul ciglio della strada e scaricare la farina dai sacchi.
(1)היום בצהריים, מחסום טרקומיא.
עשינו מה שיכולנו כדי לעצור מאות מתנחלים להשמיד מזון שהיה אמור להאכיל עשרות אלפים בעזה ולרגע היה נראה שהצלחנו, אבל היינו רק שתיים. בפעם הבאה נגיע מאות.
קרדיט לתמונות ולסרטונים: ספיר סלוצקר עמראן ונטע חממי טביב.
— Sapir Sluzker Amran (@Sapir_SLAM) May 13, 2024
«Hanno iniziato qualche mese fa, raccolgono molti soldi e hanno molti sostenitori nel governo», ha detto Amran alla CBS, sostenendo che l’esercito e la polizia israeliani hanno fatto trapelare l’ubicazione dei convogli di aiuti destinati al gruppo. Ha anche affermato che uno dei coloni l’ha colpita durante l’incidente di lunedì e che le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno invece protetto l’aggressore.
Tsav 9 è un gruppo che si è impegnato a bloccare tutti gli aiuti a Gaza mentre tutti gli ostaggi israeliani rimarranno nelle mani di Hamas, l’organizzazione militante palestinese che ha catturato oltre 200 prigionieri durante l’incursione del 7 ottobre dello scorso anno.
La polizia israeliana ha affermato che stava indagando sull’attacco al convoglio e aveva arrestato «diversi sospetti».
Come riportato da Renovatio 21, dopo che erano state annunziate sanzioni nelle settimane precedenti, lo scorso mese gli Stati Uniti hanno accusato cinque unità dell’esercito israeliano di violazioni dei diritti umani.
Come riportato da Renovatio 21, abusi da parte dei militari israeliani sono diffusi sui social, come ad esempio il canale Telegram «72 vergini – senza censura», dove vengono caricati dagli stessi militari video ed immagini di quella che si può definire «pornografia bellica». Vantando «contenuti esclusivi dalla Striscia di Gaza», il canale 72 Virgins – Uncensored ha più di 5.000 follower e pubblica video e foto che mostrano le uccisioni e le catture di militanti di Hamas, nonché immagini dei morti.
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Geopolitica
La polifonia vaticana sulla guerra in Ucraina
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Geopolitica
Israele uccide più civili che combattenti di Hamas: parla il segretario di Stato USA Blinken
Gli attacchi aerei e l’offensiva di terra di Israele a Gaza hanno causato la morte di più civili palestinesi che combattenti di Hamas, ha riconosciuto il Segretario di Stato americano Antony Blinken.
Durante la sua apparizione domenica al programma televisivo della CBS Face the Nation, a Blinken è stato chiesto se Washington fosse d’accordo con la recente affermazione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu secondo cui gli attacchi a Gaza hanno finora provocato la morte di 14.000 «terroristi» e 16.000 civili.
«Sì, lo facciamo», ha risposto il Segretario di Stato. «Israele dispone di processi, procedure, norme e regolamenti per cercare di ridurre al minimo i danni civili», ma essi «non sono stati applicati in modo coerente ed efficace. C’è un divario tra l’intento dichiarato e alcuni dei risultati che abbiamo visto», ha spiegato.
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Blinken, che ha origini ebraiche, ha sottolineato che le Forze di Difesa Israeliane (IDF) stanno combattendo «un nemico che si nasconde nelle infrastrutture civili, si nasconde dietro i civili», il che rende problematico determinare cosa sia realmente accaduto in ciascuno dei singoli incidenti.
«Data la totalità di ciò che abbiamo visto in termini di sofferenza civile, in termini di bambini, donne, uomini… che sono stati uccisi o feriti, è ragionevole valutare che in un certo numero di casi Israele non ha agito in modo in modo coerente con il diritto umanitario internazionale», ha affermato.
Tuttavia, il Segretario di Stato ha aggiunto che si trattava solo di una valutazione e che sarebbero necessarie ulteriori indagini affinché l’amministrazione del presidente americano Joe Biden possa giungere a conclusioni definitive.
In ulteriori interviste TV uscite domenica, il Blinken ha criticato la condotta di Israele nella guerra a Gaza, sostenendo che un’offensiva totale su Rafah nel sud dell’enclave palestinese provocherebbe solo «anarchia», invece di eliminare Hamas. Secondo il segretario di Stato, Washington crede che le forze israeliane dovrebbero «uscire da Gaza» poiché le loro tattiche non sono riuscite a neutralizzare Hamas e potrebbero portare a un’insurrezione duratura.
Il massimo diplomatico americano ha quindi detto alla CBS che un’invasione su vasta scala di Rafah potrebbe comportare «potenzialmente un costo incredibilmente alto» per i civili, e che anche un massiccio assalto alla città meridionale di Gaza difficilmente potrebbe porre fine alla minaccia di Hamas.
«Israele è sulla traiettoria, potenzialmente, di ereditare un’insurrezione con molti Hamas armati rimasti, o se lascia un vuoto riempito dal caos, riempito dall’anarchia e probabilmente riempito da Hamas», ha affermato Blinken, che ha sottolineato che il gruppo militante era già tornato in alcune aree del nord di Gaza che Israele aveva «liberato».
Washington è in attesa di vedere piani credibili da parte dello Stato Ebraico per Gaza una volta che la guerra sarà finalmente finita, ha detto Blinken in un’altra intervista alla NBC, aggiungendo «abbiamo parlato con loro di un modo molto migliore per ottenere un risultato duraturo».
I commenti di Blinken arrivano mentre le forze israeliane si stanno spingendo più in profondità nella densamente popolata Rafah, dove più di un milione di palestinesi si sono accalcati nella speranza di rifugiarsi. Secondo le autorità locali, il bombardamento nella parte orientale di Rafah ha già costretto alla fuga 300.000 abitanti di Gaza. Israele ha affermato che la città ospita quattro battaglioni di combattenti di Hamas.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha ammesso la scorsa settimana che almeno alcuni civili palestinesi a Gaza sono stati uccisi da bombe di fabbricazione americana e ha promesso di sospendere la fornitura di qualsiasi arma che Israele potrebbe utilizzare in un’importante operazione militare a Rafah.
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La Casa Bianca ha recentemente sospeso la fornitura di alcune bombe di maggior carico che Israele potrebbe utilizzare nella sua nuova offensiva, oltraggiando i fedeli sostenitori dello Stato degli ebrei.
La settimana scorsa, il Dipartimento di Stato USA ha pubblicato un rapporto che criticava la condotta di Israele nella guerra a Gaza, ma non ha individuato alcuna violazione specifica che renderebbe necessario il divieto degli aiuti militari statunitensi al suo alleato.
Almeno 35.034 persone sono state uccise e altre 78.755 ferite negli attacchi dell’IDF a Gaza, secondo gli ultimi dati del ministero della Sanità dell’enclave palestinese, che nei suoi rapporti non fa distinzione tra civili e militanti.
L’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) ha dichiarato la scorsa settimana che ci sono stati 14.500 bambini e 9.500 donne tra coloro che sono stati uccisi a Gaza. Sabato il Jerusalem Post ha riferito che da allora le Nazioni Unite hanno dimezzato il numero stimato di vittime tra minori e donne.
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Immagine di pubblico dominio CCo via Flickr
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