Ambiente
L’Europa chiede di censurare i discorsi sul clima
In tutta Europa stanno aumentando le tensioni su come viene discusso il cambiamento climatico e su chi ha il controllo del dibattito in merito. Lo riporta Reclaim the Net.
Questa settimana, presso la commissione ambiente del Parlamento Europeo, la Commissione Europea ha difeso la propria campagna contro la «disinformazione sul clima», incontrando la forte opposizione dei legislatori che temono l’erosione della libertà di espressione.
Nel frattempo a Londra il donatore laburista e magnate dell’energia verde Dale Vince ha gettato benzina sul fuoco chiedendo pubblicamente sanzioni penali contro gli scettici del clima.
Aprendo la sessione della commissione a Bruxelles, il funzionario della Commissione Emil Andersen ha tentato di tracciare una linea di demarcazione tra convinzioni e fatti verificabili: «come cittadini di una società libera, ognuno di noi ha diritto alle proprie opinioni, ma non ai propri fatti». Questa affermazione ha subito incontrato una forte resistenza, con diversi parlamentari che hanno messo in guardia contro un’ingerenza statale mascherata da autorità scientifica.
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Anja Arndt, del partito tedesco AfD, ha sfidato il consenso prevalente sul clima e accusato l’UE di strumentalizzare la politica di disinformazione. «Un attacco frontale alla libertà di espressione, alla libertà scientifica e alla verità», ha dichiarato. Il suo collega Marc Jongen ha avvertito che se la Commissione Europea si assumesse la responsabilità di decidere cosa costituisca la verità, allora «siamo sulla strada verso un sistema totalitario».
Queste preoccupazioni hanno trovato riscontri in Gran Bretagna. Dale Vince, fondatore di Ecotricity e importante finanziatore del Partito Laburista, ha affermato che lo scetticismo climatico non dovrebbe solo essere confutato, ma anche punito. Scrivendo su X, ha affermato: «Io stesso considererei il negazionismo climatico un reato, visti gli incredibili danni che causerebbe, anche rallentando il progresso verso l’azzeramento delle emissioni nette». Anziché promuovere il dialogo o la trasparenza, Vince ha chiesto misure punitive contro le opinioni dissenzienti.
I suoi commenti sono arrivati poco dopo che il segretario all’Energia Ed Miliband aveva attaccato duramente sia i Conservatori che Reform UK per essersi opposti a una rapida decarbonizzazione. «Le generazioni future» li avrebbero tenuti sotto controllo, ha affermato in un’intervista al Times.
Sebbene molti concordino su alcuni aspetti della responsabilità ambientale, le richieste di mettere al bando il disaccordo rischiano di minare i valori democratici fondamentali. Etichettare le opinioni opposte come pericolose, anziché contrastarle con argomentazioni e prove, rischia di trasformare il dibattito pubblico in una camera di risonanza unilaterale.
All’interno del Parlamento Europeo, lo scetticismo sulla spinta alla disinformazione della Commissione non si è limitato alle frange politiche. Sander Smit, del Partito Popolare Europeo, ha espresso preoccupazione per il fatto che il «fact-checking» sostenuto dalla Commissione possa soffocare il dibattito, soprattutto durante le elezioni. Ha sostenuto che questo approccio potrebbe rendere impossibile «un certo tipo di discussione».
Altri in aula hanno espresso un parere opposto. I membri dei gruppi liberali e socialdemocratici hanno insistito sul fatto che negare la scienza del clima non fosse una posizione accettabile nel dibattito democratico. Gerben-Jan Gerbrandy del gruppo Renew ha sostenuto che accettare la scienza del clima fosse basato su prove concrete, mentre rifiutarla fosse «precisamente» ideologico esortando i legislatori a mantenere l’integrità nel dibattito pubblico e a formare una coalizione contro il negazionismo climatico. Il Gerbrandy ha inoltre chiesto alla Commissione di confutare formalmente quella che ha definito «l’assurdità» dell’AfD, sebbene non sia stata fornita alcuna garanzia.
Nonostante la narrazione climatista stia presentando delle crepe evidenti, l’UE non intende demordere.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa il gruppo di ricercatori italiani Clintel aveva pubblicato due mesi una dichiarazione firmata da 11 scienziati in cui veniva dichiarato che le inondazioni in Romagna non erano correlate ai cambiamenti climatici. Parallelamente, anche un gruppo di scienziati russi pubblicato un saggio in cui si confuta la tesi antropogenica del cambiamento climatico.
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Lo scienziato oxoniano e ricercatore CERN Wade Allison, matematico e fisico, la scorsa primavera ha pubblicato un documento in cui dimostra che l’eolico «fallisce su ogni aspetto». Anche il colosso industriale tedesco Siemens, e con esso l’intera Germania, sta realizzando l’inaffidabilità dell’energia eolica e della sua tecnologia – che si sta dimostrando pure un pessimo investimento, ancorché inserito nell’agenda Zero-carbonio del gruppo estremista WEF.
La stretta sulla libertà di parola sul web è in realtà leggibile anche dall’indagine sui colossi del porno online, che in realtà serve solo a dare una stretta all’anonimato in rete per l’avvio della tecnocrazia basata su sorveglianza e controllo implementata con l’euro digitale e il portafoglio UE – il cui avvio sarà la più grande rivoluzione sociale e politica che sperimenteremo in fita
In pratica, senza euro digitale e portafoglio digitale UE non sarà possibile accedere ai siti a luci rosse, oggi: domani si tratterà, magari, di siti blacklistati per le proprie opinioni, esattamente come quello che state leggendo: e come sa il lettore, abbiamo già da anni prove certe delle limitazioni degli accessi a Renovatio 21.
Si tratta dell’avvio dell’immane sistema digitale previsto per tutti i cittadini UE, cioè l’app che diverrà il contenitore di tutte le nostre vite, dai dati medici a, soprattutto, il nostro danaro, che sta per essere smaterializzato una CBDC, cioè una moneta digitale da Banca Centrale, cioè nell’euro digitale.
Se parlerete di clima in modo non consono ai diktat dell’establishment euromondialista, o anche solo se leggerete siti che si oppongono alla narrazione ecofascista, vi sarà impedita la navigazione in internet, o addirittura l’uso del danaro completamente dematerializzato. Come si usa dire, con le parole della Rivelazione, non potrete più comprare né vendere.
«(…) e che nessuno possa comprare o vendere, se non chi ha il marchio, il nome della bestia o il numero del suo nome» (Ap, 13, 17).
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Ambiente
Una strana oscurità si sta diffondendo in tutti gli oceani
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Ambiente
L’Iran prova la geoingegneria contro la siccità
Le autorità iraniane hanno lanciato sabato un’operazione di «inseminazione delle nuvole» sul bacino del lago Urmia, il più grande del Paese ormai quasi completamente prosciugato, nel disperato tentativo di contrastare la peggior siccità degli ultimi decenni.
Il processo consiste nel disperdere nelle nubi, tramite aerei o generatori a terra, sali chimici (principalmente ioduro d’argento o di potassio) per favorire la condensazione del vapore acqueo e provocare precipitazioni. Ulteriori interventi sono previsti nelle province dell’Azerbaigian orientale e occidentale, ha reso noto l’agenzia ufficiale Irna.
Le piogge sono ai minimi storici: secondo l’Organizzazione meteorologica iraniana, quest’anno le precipitazioni sono calate dell’89% rispetto alla media pluriennale, rendendo questo «l’autunno più secco degli ultimi 50 anni».
I bacini idrici sono quasi vuoti e molte dighe registrano livelli a una sola cifra percentuale. La scorsa settimana il presidente Masoud Pezeshkian ha ammonito che, senza piogge imminenti, si renderanno necessari razionamenti idrici a Teheran e persino l’evacuazione parziale della capitale.
Il direttore del Centro nazionale per la gestione delle crisi climatiche e della siccità, Ahmad Vazifeh, ha definito «preoccupante» la situazione delle dighe nelle province di Teheran, Azerbaigian occidentale, Azerbaigian orientale e Markazi.
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Venerdì centinaia di persone si sono riunite in una moschea della capitale per pregare per la pioggia. Sabato scorso, per la prima volta quest’anno, sono caduti fiocchi di neve in una stazione sciistica a nord di Teheran, mentre precipitazioni si sono verificate nelle regioni occidentali e nord-occidentali del Paese.
Le autorità hanno inoltre annunciato sanzioni per famiglie e imprese che superino i consumi idrici consentiti.
La geoingegneria – fenomeno chiamato da alcuni «scie chimiche» – è oramai alla luce del sole ed è sempre più gettonata dai Paesi mediorientali.
Come riportato da Renovatio 21, la scorsa settimana Emirati Arabi Uniti hanno fatto ricorso all’inseminazione delle nuvole (cloud seeding) per contrastare la cronica scarsità d’acqua. L’inseminazione delle nuvole è un’operazione costosa: gli Emirati spendono milioni di dollari l’anno per accrescere le riserve di acqua dolce.
Tuttavia, gli esiti della geoingegneria sembrano essere non sempre imprevedibili e potenzialmente catastrofici: l’anno passato Dubai, città nel deserto, subì un incredibile allagamento a seguito di un diluvio ritenuto essere provocato dal programma di modifica metereologica del governo emiratino.
Contrariamente a quanto si può pensare, tecnologia di controllo del meteo è in realtà vecchia di decenni. Da anni la Cina e gli USA stanno lavorando a tecnologie di controllo del clima che si sospetta abbiano la chiara possibilità di essere utilizzate come armi nei conflitti del futuro.
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Immagine screenshot da YouTube
Ambiente
Viganò: «non vi è alcuna emergenza climatica, Prevost profeta del globalismo massonico»
Se vi fosse veramente un’emergenza climatica – alla quale le organizzazioni globaliste rispondono con mezzi non adeguati, mentre la Chiesa Cattolica propone soluzioni ragionevoli e coerenti con il Vangelo e con la sua Dottrina sociale – si potrebbe credere che in questi appelli… pic.twitter.com/thIv4fsrKa
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) November 18, 2025
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