Famiglia
Famiglia, educazione parentale: la lungimiranza di un vescovo di 40 anni fa
Renovatio 21 offre ai propri lettori alcuni brevi stralci di un’omelia pronunciata da un vescovo francese – Mons. Marcel François Lefebvre, fondatore della Fraternità Sacerdotale San Pio X – il 23 settembre 1979 a Parigi, in occasione del suo giubileo sacerdotale.
Le parole pronunciate da questo santo vescovo sono di una attualità persino sconvolgente, e invitano ad una profonda riflessione su di una tematica tanto importante quanto urgente: la crescita e l’educazione dei figli, il dono più grande che una famiglia possa ricevere.
Le parole pronunciate da questo santo vescovo sono di una attualità persino sconvolgente
La famiglia è oggi profondamente sotto attacco: sociale, politico, morale, biologico; spesso però, anche chi capisce e denuncia energicamente tale pericolo, dimentica di pensare alle soluzioni: denunciando il pericolo, bypassa senza colpo ferire, con imperturbabile superficialità, quelle che potrebbero essere le armi di difesa contro un mostro che avanza sempre più e cerca di pervertire sin dalla fanciullezza l’innocenza dei bambini.
Negli stralci di questa omelia troviamo sì, la lungimirante messa in guardia dalle insidie protese a danno della famiglia, ma anche le possibili soluzioni, a cominciare dall’idea di un’educazione parentale, lontana dai tentacoli istituzionali della scuola pubblica e, non di meno, da quelle che si definiscono come «scuole cattoliche» — un ossimoro, essendo esse tutto tranne che cattoliche.
Nondimeno, il vescovo francese parla di un altro importantissimo aspetto: la crescita dei bambini in mezzo alla campagna, a contatto con la natura creata da Dio, attraverso la quale è Dio stesso a farsi conoscere e riconoscere.
La crescita dei bambini in mezzo alla campagna, a contatto con la natura creata da Dio, attraverso la quale è Dio stesso a farsi conoscere e riconoscere
Al contrario di un insano, artificioso ed ideologico ecologismo contemporaneo, spesso predicato da chi, però, non vorrebbe mai staccarsi dagli agi o comunque vivendo la natura come fine ultimo, e quindi disordinatamente, viene proposto un abbandono dell’atmosfera urbanistica, grigiamente materiale, contrapponendo a ciò una lode pura e distaccata per il Creato come quella del Cantico dei Tre Fanciulli, che benedicono Dio per i doni ricevuti attraverso le Sue creazioni.
«Allontanate, ve ne supplico, tutto ciò che impedisce ai bambini di nascere nel vostro focolare»
I consigli spirituali dell’Arcivescovo Lefebvre, per anni missionario in Gabon, Africa, diventano altresì consigli pragmatici strettamente attuali, come già detto, in grado di fornire un lume saldo e deciso sulla strada da intraprendere per crescere ed educare i nostri figli in un tempo in cui tutto e tutti sembrano andare contro il desiderio ed il sacrosanto dovere di crescerli e arricchirli nelle virtù e nella cristiana coscienza.
Vi invitiamo non solo a leggere queste brevi parole, ma anche ad assaporarle, meditandole facendone tesoro.
Perché di questo ci pare si tratti: un tesoro che le nostre orecchie e i nostri cuori giammai potranno udire e contemplare da vescovi contemporanei.
«La terra è sana, la terra insegna a conoscere Dio, la terra avvicina a Dio, equilibra i temperamenti e i caratteri, incoraggia i giovani al lavoro»
«Allontanate [si rivolgeva alle famiglie presenti per il suo 50º anniversario di sacerdozio, ndr], ve ne supplico, tutto ciò che impedisce ai bambini di nascere nel vostro focolare. Non c’è dono più bello che il Buon Dio possa farvi che avere tanti figli. Abbiate famiglie numerose; la famiglia numerosa è gloria della Chiesa cattolica: lo è stata in Canada, in Olanda, in Svizzera, in Francia, ovunque le famiglie numerose sono state la gioia e la prosperità della Chiesa. I vostri figli sono altrettanti eletti per il Cielo. Allora non limitate, ve ne supplico, i doni di Dio; non ascoltate gli slogan abominevoli che distruggono la famiglia e l’unione familiare, e che provocano il divorzio»
«Se è necessario, ebbene! Insegnerete voi stessi ai vostri figli. Se le scuole li corrompono, cosa farete? Li affiderete ai corruttori? A quelli che insegnano abominevoli pratiche sessuali nelle scuole?»
«Vi auguro, in questi tempi così tormentati, in questa atmosfera così deleteria delle città in cui viviamo, di ritornare alla campagna quando è possibile. La terra è sana, la terra insegna a conoscere Dio, la terra avvicina a Dio, equilibra i temperamenti e i caratteri, incoraggia i giovani al lavoro. E se è necessario, ebbene! Insegnerete voi stessi ai vostri figli. Se le scuole li corrompono, cosa farete? Li affiderete ai corruttori? A quelli che insegnano abominevoli pratiche sessuali nelle scuole? Scuole cattoliche di religiosi e di suore dove si insegna il peccato, né più né meno. Nella pratica si insegnano queste cose ai ragazzi, si corrompono dalla loro più tenera età. E voi lo sopportate? È impossibile. Meglio che i vostri figli siano poveri; meglio che i vostri figli siano allontanati da tutta la scienza apparente che il mondo possiede, ma che siano dei bravi ragazzi, ragazzi cristiani e cattolici, ragazzi che amano la loro santa religione, che amano pregare e lavorare, che amano la natura fatta dal Buon Dio».
Meglio che i vostri figli siano poveri; meglio che i vostri figli siano allontanati da tutta la scienza apparente che il mondo possiede, ma che siano dei bravi ragazzi
Per chi fosse interessato a leggere l’intera omelia ed altre altrettanto interessanti di questo vescovo può acquistare il libro La Crociata, all’interno del quale è stata trascritta anche la suddetta predicazione.
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PER APPROFONDIRE
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Bioetica
Bioeticiste contro la genitorialità genetica: «usare liberamente gli embrioni congelati»
Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.
Alcuni bioeticisti mettono in dubbio l’importanza di una relazione genetica tra genitori e figli. Ciò che conta, sostengono, è un ambiente familiare favorevole, non i geni.
Nel Journal of Medical Ethics, una bioeticista svedese, Daniela Cutas, e una collega norvegese, Anna Smajdor, affermano che la riproduzione assistita apre le porte a nuove relazioni tra generazioni. Ma, purtroppo, l’aspettativa è che le persone imitino una famiglia nucleare convenzionale e una struttura genitore-figlio. C’è pochissima varietà o creatività.
Ad esempio, dopo la donazione di sperma postumo, una madre o una nonna portano in grembo il bambino in modo da mantenere una relazione genetica. Ma perché la genitorialità genetica e quella sociale dovrebbero coincidere?
Cutas e Smajdor sono realiste. Nel mondo di oggi, è improbabile che le persone abbandonino il loro attaccamento alle relazioni genetiche. Nel frattempo, ciò che propongono è una maggiore creatività nell’uso degli embrioni fecondati in eccedenza.
«Considerando la crescente prevalenza di infertilità in combinazione con una scarsità di gameti donati, qualcuno potrebbe, ad esempio, scegliere di utilizzare gli embrioni di propri zii. Oppure potrebbero desiderare di avere gli embrioni rimanenti dei loro fratelli. Se la preferenza delle persone ad avere una prole geneticamente imparentata è importante nei servizi di fertilità, allora ha importanza quale sia l’esatta relazione genetica?»
Esaminano più in dettaglio il caso di una donna i cui genitori hanno creato embrioni IVF. Se sono ancora disponibili, perché non dovrebbe dare alla luce i suoi fratelli? In un certo senso, questo potrebbe essere migliore di una relazione eterosessuale convenzionale:
«Innanzitutto perché gli embrioni sono già creati: non è necessario sottoporsi alla stimolazione ovarica per raccogliere e fecondare gli ovociti. In secondo luogo, le relazioni genitore-figlio sono piene di tensioni, alcune delle quali derivano da una lunga tradizione di non riconoscimento completo dello status morale dei bambini e di vederli come parte dei loro genitori in modo quasi proprietario».
Sembra un peccato sprecare tutti quegli embrioni congelati. Concludono con questo pensiero:
«In un mondo in cui i tassi di infertilità sono in aumento e i costi sociali, medici e sanitari dei trattamenti per la fertilità sono elevati, suggeriamo che ci siano motivi per ampliare le nostre prospettive su chi dovrebbe avere accesso ai materiali riproduttivi conservati».
Michael Cook
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Famiglia
L’Irlanda vota per mantenere il linguaggio «sessista» nella sua Costituzione
Gli elettori irlandesi hanno respinto a stragrande maggioranza la proposta di rivedere la definizione di famiglia nella Costituzione del Paese e di rimuovere la menzione dei «doveri domestici» delle donne. Sia il governo che i partiti di opposizione hanno sostenuto che il testo attuale contiene un linguaggio antiquato e sessista sulle donne e sul loro ruolo nella società.
Venerdì si è svolto il referendum in materia, in significativa concomitanza con la Giornata internazionale della donna.
Agli elettori è stata offerta la possibilità di espandere la tutela costituzionale delle famiglie per includere quelle fondate su «relazioni durevoli» diverse dal matrimonio. È stato anche proposto loro di eliminare la clausola sul dovere dello Stato di «garantire che le madri non siano costrette, per necessità economica, a impegnarsi nel lavoro trascurando i loro doveri domestici».
Secondo i risultati ufficiali diffusi sabato sera, il 67,7% ha votato contro la ridefinizione della famiglia, mentre quasi il 74% ha respinto la rimozione della clausola dei «doveri domestici».
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«Penso che sia chiaro in questa fase che i referendum sull’emendamento sulla famiglia e sull’emendamento sull’assistenza sono stati sconfitti», ha detto sabato il primo ministro di origine indiana Leo Varadkar, il primo premier irlandese gay dichiarato, in una conferenza stampa a Dublino, ammettendo che le autorità non sono riuscite a convincere la maggioranza dell’opinione pubblica.
In precedenza aveva sostenuto che il voto per il «no» sarebbe stato «un passo indietro» per i diritti delle donne e aveva criticato «il linguaggio molto antiquato e molto sessista» della costituzione. Anche il vice primo ministro Micheal Martin ha espresso la sua frustrazione per i risultati, ma ha sottolineato che il governo li «rispetta pienamente».
Secondo i media irlandesi, la formulazione vaga degli emendamenti, i problemi di comunicazione e la campagna poco brillante sono stati tra i motivi per cui la gente ha votato «no».
Adottata nel 1937, la costituzione irlandese è stata fortemente influenzata dalla Chiesa cattolica e, secondo i critici, riflette posizioni conservatrici sulle questioni sociali.
Nell’ultimo decennio, tuttavia, il Paese ha legalizzato i matrimoni tra persone dello stesso sesso e ha abrogato il divieto quasi totale di aborto, dopo una campagna finanziata ampiamente da potentati economici internazionali interessati per qualche ragione a introdurre il figlicidio anche nella terra di San Patrizio.
Come riportato da Renovatio 21, ora il 95% delle donne irlandesi uccide il proprio figlio nel grembo materno se i test indicano che il bambino potrebbe avere la sindrome di Down.
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Immagine di pubblico dominio CCo via Wikimedia
Famiglia
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