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La scuola convince la bambina che è un bambino, ora il tribunale ordina al padre di accettarlo: altrimenti subirà accuse di «violenza familiare»

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Il signor Rob Hoogland, canadese di Vancouver, ha ricevuto da un giudice l’ordine di chiamare sua figlia  «ragazzo», altrimenti dovrà affrontare accuse di violenza familiare.

 

La figlia di Hoogland era già sottoposta a trattamento con testosterone contro i suoi desideri dopo essere stata convinta dal suo consulente scolastico di essere un ragazzo.

Rob Hoogland ha ricevuto da un giudice l’ordine di chiamare sua figlia  «ragazzo», altrimenti dovrà affrontare accuse di violenza familiare

 

Per finire, Hoogland non ha potuto nemmeno condividere la sua storia o cercare aiuto al di fuori dei suoi avvocati a causa di un ordine di non pubblicazione emesso dal tribunale. Lo riporta il Van Maren Show, un podcast sy YouTube dell’opinionista di Lifesitenews Jonathon Van Maren.

 

Hoogland, che ha divorziato qualche anno fa, dice agli ascoltatori che sua figlia ha iniziato ad avere difficoltà con i ragazzi alle elementari, quindi le ha consigliato di iniziare a vedere il consulente scolastico.  Hoogland non se ne rese conto, ma per tutto il tempo a sua figlia fu insegnato riguardo al movimento transgender. Guardando indietro, Hoogland ricorda un episodio in cui sua figlia si ha tagliata tutti i capelli e ha iniziato a indossare un berretto.

Per tutto il tempo a scuola alla figlia fu insegnato riguardo al movimento transgender

 

Fu solo quando Hoogland guardò l’annuario di  seconda media che si rese conto che stava succedendo qualcosa. Sua figlia era elencata nell’annuario con un nome diverso. Non gli era mai stato notificato, ma la scuola aveva trattato sua figlia come un ragazzo.

 

L’ex moglie di Hoogland raccomandò di portare la figlia a vedere il dottor Wallace Wong, uno dei maggiori esperti di transgender.

 

Hoogland concordò, pensando che un esperto avrebbe visto chiaramente che sua figlia non pensava di essere un ragazzo (a quel punto aveva avuto una cotta per due dei suoi insegnanti di sesso maschile) e che stava succedendo qualcos’altro.

Quando Hoogland ha sottolineato la chiara infatuazione di sua figlia con gli insegnanti maschi, il dottor Wong ha risposto che era un ragazzo gay nel corpo di una ragazza

 

Sfortunatamente, Hoogland non sapeva che il dottor Wong è noto per aver portato i suoi pazienti ad una percentuale di quasi 100% di completamento di transizioni di genere.

 

Wong raccomandò alla figlia di Hoogland di iniziare subito i trattamenti a base di testosterone. Quando Hoogland ha sottolineato la chiara infatuazione di sua figlia con gli insegnanti maschi, il dottor Wong ha risposto che era un ragazzo gay nel corpo di una ragazza.

 

Incredibilmente, al posto di fare una diagnosi l’ospedale pediatrico provò ad iniziare la terapia con testosterone alla sua prima visita

Hoogland continuò a cercare altre soluzioni per affrontare i suoi problemi di salute mentale della figlia. Il medico di famiglia finì per mandarla all’ospedale pediatrico della British Columbia per ulteriori test e valutazioni.  Incredibilmente, al posto di fare una diagnosi l’ospedale pediatrico provò ad iniziare la terapia con testosterone alla sua prima visita.

 

Dopo aver rifiutato di firmare i moduli di consenso per consentire a sua figlia di iniziare il trattamento, Hoogland ha ricevuto una lettera per posta in cui affermava che non poteva più avere accesso alle cartelle cliniche di sua figlia né era necessario il suo consenso per le procedure future a causa della Legge sui bambini, che consente un minorenne di acconsentire alla propria procedura medica senza il consenso dei genitori.

Non poteva più avere accesso alle cartelle cliniche di sua figlia né era necessario il suo consenso per le procedure future

 

Questa lettera ha scatenato una battaglia legale di Hoogland contro sua figlia, che a questo punto disponeva di un avvocato attivista in lotta per la sua transizione.

 

Il giudice in quel momento ordinò a Hoogland di usare pronomi maschili quando parlava di sua figlia, di assecondare i suoi desideri di transizione, ed emise un gag order, ossia un  ordine di non pubblicazione. Qualsiasi cosa diversa dal sostenere la «transizione» di genere di sua figlia sarebbe considerata «violenza familiare».

Qualsiasi cosa diversa dal sostenere la «transizione» di genere di sua figlia sarebbe considerata «violenza familiare»

 

Hoogland parlò con un giornalista statunitense della testata Federalist  la sera stessa della sentenza. Hoogland fu fu quindi rapidamente ricondotto in tribunale per aver violato il suo ordine di non pubblicazione e, significativamente, per non aver usato pronomi maschili per riferirsi a sua figlia nell’intervista. All’udienza, il giudice dichiarò che Hoogland poteva essere arrestato se avesse violato uno degli ordini iniziali.

 

Hoogland impugnò  entrambe queste sentenze alla corte d’appello, che alla fine decretò che la figlia poteva continuare a prendere ormoni sessuali, cosa che aveva già fatto per un anno, ma rimosse la minaccia di arresto se Hoogland avesse violato gli ordini originali. Inoltre, il tribunale ha osservato che spettava ai medici curanti prendere le decisioni migliori per sua figlia, e non spettava a lui, né spettava a sua figlia.

Medici, psichiatri, pediatri ed endocrinologi avevano insomma il potere sulla vita della ragazza, mentre il padre ne è stato estromesso per ordine del tribunale.

 

Medici, psichiatri, pediatri ed endocrinologi avevano insomma il potere sulla vita della ragazza, mentre il padre ne è stato estromesso per ordine del tribunale.

 

Hoogland oggi ha una fondazione, Caenis.org, che aiuta le famiglie con ragazzini avviati alla transizione a base di ormoni sessuali contro il volere dei genitori. Egli mette in guardia rispetto a quello che succede dentro la scuola oggi.

 

 

 

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L’Australia potrebbe vietare ai bambini di usare i social media

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Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha annunciato che il suo Paese sta valutando la possibilità di vietare ai bambini di utilizzare i social media e altre piattaforme digitali pertinenti, adducendo preoccupazioni sulla loro salute fisica e mentale.

 

La legge, che verrà introdotta entro la fine dell’anno, viene pubblicizzata come un mezzo per proteggere i bambini australiani dai pericoli online, oltre a fornire supporto ai genitori e a chi se ne prende cura.

 

«La sicurezza e la salute mentale e fisica dei nostri giovani sono fondamentali», ha affermato il primo ministro australiano, aggiungendo che l’età minima per accedere alle piattaforme online sarà probabilmente compresa tra i 14 e i 16 anni.

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«Voglio vedere i ragazzi staccarsi dai loro dispositivi e andare sui campi da calcio, nelle piscine e nei campi da tennis», ha detto Albanese in una dichiarazione rilasciata dal suo ufficio. «Vogliamo che abbiano esperienze reali con persone reali perché sappiamo che i social media stanno causando danni sociali».

 

Secondo il primo ministro, la legislazione sarà sviluppata in collaborazione con gli stati e i territori e «sarà informata da una revisione intrapresa dal governo del Sud Australia come parte delle sue bozze di legge».

 

La scorsa settimana, il governo della regione del South Australia ha annunciato piani per vietare ai bambini di età inferiore ai 14 anni di usare i social media. Si prevede inoltre che il quadro normativo preveda che i bambini di età compresa tra 14 e 15 anni debbano avere il consenso dei genitori prima di registrarsi sulle piattaforme.

 

L’Australia, che è classificata tra le prime dieci nazioni al mondo in termini di tassi di adozione di Internet, potrebbe diventare uno dei primi paesi a imporre una restrizione di età sui social media. I precedenti tentativi, anche da parte dell’UE, sono falliti a seguito di lamentele sulla riduzione dei diritti online dei minori.

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A giugno, l’ente australiano per la sicurezza online, l’eSafety Commission, ha avvertito che «gli approcci basati sulle restrizioni potrebbero limitare l’accesso dei giovani al supporto essenziale» e spingerli a cercare «servizi non tradizionali meno regolamentati».

 

Come riportato da Renovatio 21, un anno fa l’autorità sanitaria americana aveva decretato che i social media rappresentano un «rischio profondo» per la salute mentale dei bambini.

 

Secondo quanto riportato, i social favorirebbero anche la comparsa di tic nei più piccoli.

 

Inchieste giornalistiche hanno inoltre scoperto caramelle alla cannabis «fatte per attrarre i bambini» vendute sui social.

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YouTube limita l’accesso degli adolescenti europei ai contenuti di fitness

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YouTube sta espandendo le restrizioni sulla raccomandazione di determinati video di fitness e salute agli adolescenti europei. Lo riporta Yahoo! News.   La piattaforma limiterà l’accesso ai video che idealizzano specifici livelli di fitness, tipi di corporatura o mettono a confronto le caratteristiche fisiche. Questa mossa mira a impedire agli adolescenti di formare «credenze negative su se stessi» e si basa sulla guida del comitato consultivo per i giovani di YouTube.   YouTube ha già implementato restrizioni simili negli Stati Uniti e può reindirizzare gli utenti ai servizi telefonici di emergenza per ricerche relative a suicidio, autolesionismo e disturbi alimentari.   L’azione è in linea con le pressioni normative dell’Ofcom del Regno Unito e del Digital Services Act dell’UE per proteggere i bambini dai contenuti online dannosi.

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YouTube, una delle app di social media più popolari tra gli adolescenti, consiglia video simili a quelli che lo spettatore ha guardato in precedenza. «Ciò significa che le persone possono cadere in un circolo vizioso, guardando molti video simili di seguito e talvolta addentrandosi in contenuti più estremi» scrive Yahoo! News.   YouTube ha introdotto per la prima volta queste restrizioni negli Stati Uniti l’anno scorso e ora le sta estendendo in Europa e nel resto del mondo, sotto la guida del suo comitato consultivo per i giovani e le famiglie.   La nuova norma mira a impedire che gli adolescenti sviluppino «convinzioni negative su se stessi», hanno affermato in una nota il dottor Garth Graham, a capo di YouTube Health, e James Beser, direttore della gestione dei prodotti di YouTube Youth.   YouTube ha affermato che ora limiterà le raccomandazioni ripetute di video che: idealizzano determinati livelli di forma fisica o gruppi di peso, che confrontano e idealizzano alcune caratteristiche fisiche, o che sono socialmente aggressivi, nel senso che mostrano intimidazione o litigiosità.   Questi tipi di contenuti «possono essere innocui come singolo video, ma potrebbero essere problematici per alcuni adolescenti se visualizzati ripetutamente», hanno affermato Graham e Beser.   Secondo un’importante analisi di 50 studi provenienti da 17 Paesi, pubblicata lo scorso anno, i social media possono portare a una cattiva immagine corporea, disturbi alimentari e problemi di salute mentale.   Questo perché le persone tendono a confrontarsi con le altre persone che vedono online, a interiorizzare lo standard di magrezza o forma fisica come tipologia di corpo ideale e a cadere nell’auto-oggettivazione.   Le donne e le ragazze, le persone sovrappeso e coloro che hanno già una cattiva immagine corporea tendono a essere le più colpite dai social media, mentre le persone che si sentono bene con il proprio corpo e hanno un’elevata alfabetizzazione sui social media sono meno colpite, una dinamica che i ricercatori chiamano un «circolo di rischio autoperpetuante».   Nel frattempo, uno studio del 2021 ha scoperto che gli YouTuber del fitness, soprannominati la community «Fitspiration», promuovono comportamenti malsani e che gli utenti rafforzano tali pratiche nei commenti.

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In Gran Bretagna a maggio l’ente regolatore delle comunicazioni Ofcom ha ordinato alle aziende tecnologiche di adottare misure per impedire ai loro algoritmi di «raccomandare contenuti dannosi ai bambini», tra cui contenuti sull’autolesionismo e sui disturbi alimentari.   Anche il Digital Services Act dell’Unione Europea, adottato nel 2022, invita i giganti della tecnologia a limitare l’accesso dei bambini a contenuti che potrebbero danneggiare la loro «salute e il loro sviluppo fisico, mentale e morale».   Come riportato da Renovatio 21, lo Stato americano della Florida ad aprile ha vietato i social media ai minori di 14 anni.   Come noto, i social media generano dipendenza e generalmente evidenti danni (come la depressione o l’inclinazione all’anoressia) nella psiche degli utenti.   I colossi dei social sono spesse volte stati al centro di casi con gravissimi problemi etici con scoop, scandali e pure di interrogazioni del Congresso USA. Difficile, tuttavia, che cambieranno le loro piattaforme e i loro sistemi di interfaccia, profondamente progettati per far restare le persone incollate allo schermo attraverso la stimolazione della dopamina.

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Immagine di Zyzz screenshot da YouTube
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Il lockdown ha fatto invecchiare prematuramente il cervello delle bambine: studio

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Uno studio ha rilevato che i lockdown COVID hanno portato a un invecchiamento precoce del cervello negli adolescenti, con un impatto più significativo sulle ragazze rispetto ai ragazzi. Lo riporta il giornale britannico Guardian.

 

Le scansioni MRI hanno mostrato che il cervello delle ragazze appariva 4,2 anni più vecchio del previsto dopo il lockdown, rispetto a 1,4 anni per i ragazzi.

 

I cambiamenti cerebrali nelle ragazze erano più diffusi e interessavano aree legate alla cognizione sociale, all’elaborazione delle emozioni e alla comprensione del linguaggio.

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I ricercatori suggeriscono che la differenza potrebbe essere dovuta alla maggiore dipendenza delle ragazze dalle interazioni sociali per il loro benessere e sviluppo. Gli effetti a lungo termine di questi cambiamenti cerebrali sulle prestazioni cognitive e sulla salute mentale non sono ancora chiari.

 

«Siamo rimasti scioccati da questi dati, dal fatto che la differenza sia così drammatica», ha affermato la prof. Patricia Kuhl, co-direttrice dell’Institute for Learning and Brain Sciences presso l’Università di Washington, a Seattle.

 

Il team ha rivisitato la stessa coorte nel 2021 e nel 2022, dopo il lockdown, e ha raccolto ulteriori scansioni MRI di soggetti di età compresa tra 12 e 16 anni. Rispetto allo sviluppo cerebrale pre-pandemia, queste hanno mostrato segni di assottigliamento corticale accelerato in un’area del cervello dei ragazzi, e in 30 cervelli di ragazze, in entrambi gli emisferi e in tutti i lobi.

 

Altri ricercatori hanno collegato l’invecchiamento precoce del cervello alla pandemia, ma l’ultimo studio, pubblicato in Proceedings of the National Academy of Sciences, è il primo a rivelare forti differenze tra ragazzi e ragazze.

 

Entrambi i sessi hanno mostrato segni di invecchiamento accelerato in una regione del cervello legata alla visione, che potenzialmente influenza l’elaborazione dei volti. Ma nelle femmine, i cambiamenti cerebrali erano diffusi. Molte aree interessate alla base della cognizione sociale hanno ruoli nell’elaborazione delle emozioni, nell’interpretazione delle espressioni facciali e nella comprensione del linguaggio, che secondo i ricercatori sono fondamentali per la comunicazione.

 

Kuhl ritiene che la differenza rifletta una maggiore dipendenza delle ragazze dai gruppi e dalle interazioni sociali. «Le ragazze chiacchierano all’infinito e condividono le loro emozioni», ha dichiarato il ricercatore. «Sono molto più dipendenti [rispetto ai ragazzi] dalla scena sociale per il loro benessere e per il loro sano sviluppo neurale, fisico ed emotivo».

 

Lo scienziato ha sostenuto che i risultati erano un «promemoria della fragilità degli adolescenti» e ha suggerito ai genitori di parlare con i loro figli adolescenti delle loro esperienze della pandemia. «È importante che invitino i loro figli adolescenti a prendere un caffè, un tè, a fare una passeggiata, per aprire la porta alla conversazione. Qualunque cosa serva per farli aprire».

 

«È importante riconoscere che, nonostante la pandemia sia in gran parte finita, gli effetti dello stress della pandemia sono ancora presenti per bambini e adolescenti», ha dichiarato al Guardian Ian Gotlib, professore di psicologia alla Stanford University che ha segnalato simili cambiamenti cerebrali. «Assicurarsi che i giovani siano supportati in termini di salute mentale è fondamentale, forse ora più che mai».

 

«Ciò si aggiunge alla nostra comprensione del fatto che gli adolescenti hanno sperimentato cambiamenti cerebrali accelerati a causa della pandemia di COVID-19», ha affermato la dottoressa Lina van Drunen, ricercatrice presso l’Università di Leida nei Paesi Bassi, che ha segnalato cambiamenti cerebrali simili negli adolescenti. Identificare i fattori specifici alla base dell’invecchiamento precoce e comprenderne gli impatti a lungo termine era ora fondamentale, ha aggiunto la scienziata.

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La lista degli effetti del lockdown sulla psiche dei bambini è lunga, ed ora ammissioni arrivano pure dalla stampa mainstream, che delle clausure fu propagandista zelota.

 

Renovatio 21 può ricordare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Che il lockdown sia stato il più grande atto di trasformazione psicofisica indotto sull’umanità, qualcuno può ancora negarlo?

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