Connettiti con Renovato 21

Vaccini

Vaccinano anche gli immunodepressi, «vaccinano tutti». Parla una dottoressa dissidente

Pubblicato

il

 

Chi ha fatto la battaglia contro l’obbligo vaccinale negli anni precedenti alla pandemia lo sa bene: gli immunodepressi erano l’argomento principe della propaganda vaccinista, quello con cui si dipingeva chiunque vi si opponesse come un mostro: vaccina tuo figlio per rispetto del compagno di classe immunodepresso che, poverino, non ha il privilegio del tuo cui invece possiamo iniettare i dieci sieri previsti dallo Stato.

 

Vaccinati, sennò muoiono gli immunodepressi: ricorderete quante campagne, con il caso umano tipico della mamma inferocita perché tutti non tutti gli altri 20 compagni di classe del figlio sono stati inoculati.

 

L’argomento della protezione degli immunodepressi non vaccinabili veniva in genere usato in extrema ratio.

 

Ora scopriamo invece che con il COVID stanno vaccinando anche gli immunodepressi.

 

Stropicciamo gli occhi: ma come è possibile? Se il loro sistema immunitario è compromesso, perché stimolarlo con mRNA, adenovirus, con qualsiasi cosa?

 

Non è finita: la stessa documentazione dice che non vi sono studi sugli effetti del vaccino sugli immunocompromessi: eppure negli hub vaccinali stanno siringando anche loro, in una campagna che va avanti come un panzer, senza seguire nemmeno più le mappe di un tempo.

Renovatio 21 torna ad intervistare la dottoressa F., medico con esperienza quarantennale. La dottoressa F. ha notato questa stranezza della vaccinazione agli immunodepressi o «immunocompromessi», una cosa che cozza con i decenni di pratica medica che ha dietro di sé.

 

 

Dottoressa F., stanno davvero vaccinando gli immunodepressi?

Ebbene sì: anche pazienti con deficit immunitario.

 

C’è differenza tra immunodepressi e «immunocompromessi»?
I due termini sono in pratica sinonimi: immunocompromesso può definirsi un soggetto affetto da malattia che colpisca primariamente il sistema immunitario (per esempio, tutto il gruppo delle Immunodeficienze primitive).

 

Immunodepresso o immunosoppresso è il paziente trattato con certi farmaci per deprimere la risposta immunitaria: per esempio steroidi ed immunosoppressori in pazienti che abbiano subìto trapianto d’organo, per prevenirne il rigetto, nonché la cosiddetta GvHD (Graft versus Host Disease) malattia del trapianto contro l’ospite, una reazione immunitaria esercitata dalle cellule trapiantate (provenienti dal donatore) nei confronti dei tessuti del ricevente.

 

Ma quindi, cosa si intende per immunodepressi?
Pazienti che hanno un sistema immunitario poco o per nulla reattivo e responsivo a stimoli antigenici i più vari, agenti patogeni esterni (virus, batteri, allergeni) o principi farmacologici (per esempio, gli stessi vaccini).

 

Vaccinano tutti, anche pazienti immunosoppressi da chemioterapia in atto. In barba a quanto scritto, seppur con vago e generico accenno, nella scheda tecnica di questo prodotto, sia esso targato Pfizer o Moderna

Questa compromissione della risposta difensiva si può verificare in ragione della malattia stessa che affligge il paziente, oppure in seguito a trattamento con farmaci cosiddetti immunosoppressori. Sono farmaci con effetto immunosoppressore per eccellenza i corticosteroidi e in pratica tutti i farmaci chemioterapici utilizzati nel trattamento delle malattie oncologiche.

 

I pazienti con immunodeficienza, comunque originata, sono da considerarsi a pieno titolo pazienti «fragili», in quanto particolarmente esposti a contrarre malattie infettive che, anche se superate con disinvoltura da soggetti immunocompetenti, possono invece per loro risultare fatali.

 

Cosa dice la scheda del vaccino Pfizer?

Al punto 4.4 la scheda tecnica di Comirnaty (altro nome del vaccino Pfizer) recita in merito, testualmente: «Soggetti immunocompromessi. L’efficacia, la sicurezza e l’immunogenicità del vaccino non sono state valutate nei soggetti immunocompromessi, compresi quelli in terapia immunosoppressiva. L’efficacia di Comirnaty potrebbe essere inferiore nei soggetti immunocompromessi».

 

Ma di solito si vaccinano le persone con sistema immunitario debole?
Dipende: era buona regola nel caso di paziente immunocompromesso o oncologico di nuova diagnosi vaccinarlo semmai prima ed in vista del trattamento chemioterapico (che lo renderà poi ipo-reattivo e quindi non-responder), ma mai a terapia avviata e mentre è sottoposto a cicli chemioterapici.

 

Tant’è vero che per questi pazienti non vaccinabili, il SSN prevede offerta gratuita del vaccino anti-influenzale (prima che stagione influenzale abbia inizio) a familiari e contatti sani del malato, per creare attorno a lui una sorta di cordone sanitario. E stiamo in questo caso parlando di vaccini approvati e collaudati da pluri-decennale utilizzo.

 

Con mia grande sorpresa, ho visto invece ignorare questa elementare regola prudenziale proprio là dove prudenza doveva essere raddoppiata, in quanto è dalle stesse ditte produttrici dichiarato che questi nuovi vaccini sono ancora in fase osservazionale.

 

Negli anni scorsi, ai tempi della legge Lorenzin, la propaganda ci diceva ci stavano obbligando a vaccinare i figli per difendere i compagni di scuola che non si potevano vaccinare perché immunodepressi, in chemioterapia, e via con casi umani piagnucolosi. Ora invece vaccinano tutti, anche gli immunodepressi?
A parte che avrei voluto vedere i numeri di questi piccoli pazienti oncologici o con immunodeficienze…. Si tratta di forme per fortuna rarissime: per giustificare i rischi vaccinali ed imporre un obbligo di massa ci vorrebbero ben altre percentuali e grazie a Dio in quelle fasce d’età così precoci, da quelle percentuali eravamo e siamo ben lontani.

 

Non risparmiano non solo immunocompromessi ed ultracentenari (notoriamente il grande anziano ha un sistema immunitario ipo-responsivo), ma nemmeno allergici o iperergici, pazienti con patologie autoimmunitarie e co-trattati con ormoni

È la stessa debolissima giustificazione addotta oggi per vaccinare ragazzini contro una malattia che in questo caso nemmeno sviluppano; giustificazione ancor più pretestuosa in quanto il preparato è tutt’altro che collaudato (la fase osservazionale terminerà a fine 2023) ed in totale assenza di studi a lungo termine su eventuali effetti collaterali.

 

Vero è che la loro scheda tecnica, a campagna vaccinale inoltrata, è stata modificata ed aggiornata già varie volte: sempre alla voce «effetti collaterali» ed interazione con altri farmaci.

 

Ma c’è un’altra osservazione da fare che vanifica a priori questa giustificazione: se quei dieci vaccini potevano proteggere il vaccinato e lo rendevano incapace di trasmettere agli eventuali fragili presenti in classe e non vaccinabili, per questi nuovi prodotti non è così; per stessa ammissione dei fautori, essi proteggerebbero il vaccinato, ma non lo bonificherebbero.

 

In altre parole, il vaccinato resta in grado di infettare. Quindi questa giustificazione deve essere archiviata.

 

Per tornare alla domanda, devo ancora conoscere malato che non soddisfi i criteri di arruolamento: vaccinano tutti, anche pazienti immunosoppressi da chemioterapia in atto. In barba a quanto scritto, seppur con vago e generico accenno, nella scheda tecnica di questo prodotto, sia esso targato Pfizer o Moderna.

 

Quindi, stanno semplicemente procedendo a una vaccinazione a tappeto, un bombardamento indisciminato di mRNA su tutta la popolazione?
L’impressione è proprio questa. L’unica cosa che varia è il periodo di osservazione stretta dopo la puntura: trattengono più o meno a lungo il paziente a seconda del suo grado di rischio, ma nessuno, che io sappia è stato respinto.

 

Quindi non risparmiano non solo immunocompromessi ed ultracentenari (notoriamente il grande anziano ha un sistema immunitario ipo-responsivo), ma nemmeno allergici o iperergici, pazienti con patologie autoimmunitarie e co-trattati con ormoni. E – inaudito – non risparmiano nemmeno donne in cerca di una gravidanza o addirittura al primo trimestre di gestazione.

 

Inaudito – non risparmiano nemmeno donne in cerca di una gravidanza o addirittura al primo trimestre di gestazione

Man mano che si sollevano dubbi ed obiezioni, escono studi sulla sicurezza di questi preparati, guarda caso proprio in quella particolare condizione. Ma sulla loro attendibilità pesa un dubbio di fondo, dal momento che ci sono tempi tecnici incomprimibili per produrli e questi tempi tecnici, dalla loro immissione in commercio ad oggi, non sono ancora trascorsi.

Può esserci un motivo medico per questa vaccinazione universale, che comprende anche soggetti che prima venivano lasciati stare?
Il motivo strettamente medico è difficile da sostenere: «meglio rischiare con un vaccino ancora sperimentale che finire intubati», vanno recitando. Ma per proteggere l’esigua percentuale di popolazione a rischio di COVID letale è sufficiente vaccinare appunto gli interessati. Per tutti gli altri, il gioco vale la candela?

 

Bonificare tutta la popolazione per eradicare un virus altamente contagioso (il che non vuol dire dalla morbilità o mortalità elevata) è una presunzione che può essere solo ad uso e consumo di creduloni.

E poi da subito ci hanno avvertito: con questo virus si dovrà imparare a convivere, è iniziata l’era delle pandemie, le varianti… Francamente il motivo medico mi sfugge.

 

Esiste una classe di cittadini considerabili come medicalmente non-vaccinabili?
L’Ordine dei Medici mi ha appena esteso la Circolare del Ministero della Salute a firma del prof. Giovanni Rezza. Oggetto: Certificazioni di esenzione alla vaccinazione anti-COVID-19. «Finalmente», ho pensato! Dal momento che già ricevo numerosissime richieste di certificazioni in tal senso, ci sarà finalmente una parola chiara sulle patologie o condizioni in cui tale preparato è controindicato.

 

Ebbene la circolare è un capolavoro di ambiguità.

 

Bonificare tutta la popolazione per eradicare un virus altamente contagioso (il che non vuol dire dalla morbilità o mortalità elevata) è una presunzione che può essere solo ad uso e consumo di creduloni.

Ammette l’esistenza di «controindicazioni» e «precauzioni» e si dilunga nell’illustrare definizioni e differenze tra i due termini, con una puntigliosità direi offensiva per i destinatari. Si scopre poi, procedendo nella lettura, che di controindicazioni vere e definitive (cioè assolute) in pratica non ce ne sono e che tutte le «controindicazioni» si risolvono in realtà in «precauzioni».

 

Andando al dunque, si scopre che il manifestarsi di reazione allergica grave al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti o di una sindrome trombotica associata a trombocitopenia dopo la prima dose di vaccino potrebbe essere l’unica controindicazione assoluta alla somministrazione di una seconda dose, ma… «si può considerare la possibilità di utilizzare un vaccino di tipo diverso per completare l’immunizzazione».

 

Non sono «controindicazione» (tutt’al più «precauzione» e motivo di rinvio temporaneo, ma mai di esonero definitivo) la gravidanza o l’allattamento, l’insorgenza di una sindrome di Guillain-Barré e neppure di una miocardite/pericardite.

 

La circolare riconosce, bontà sua, la complessità delle problematiche e «al fine di supportare i medici vaccinatori nella valutazione dell’idoneità alla vaccinazione, le Regioni e PA promuovono l’individuazione presso i Centri o altri centri ad hoc, di riferimenti tecnici per la modalità di presa in carico dei casi dubbi e un gruppo tecnico regionale di esperti in campo vaccinale». In sintesi: ci pensa il personale all’uopo addestrato.

 

La conclusione è una ciliegina sulla torta: «Test Sierologici: Si ribadisce che l’esecuzione di test sierologici, volti a individuare la risposta anticorpale nei confronti del virus, non è raccomandata ai fini del processo decisionale vaccinale; per tale motivo la presenza di un titolo anticorpale non può di per sé essere considerata, al momento, alternativa al completamento del ciclo vaccinale».

 

In pratica, non interessa se il paziente presenta anticorpi alle stelle in seguito a superamento della malattia (la vera e più efficace immunizzazione che ci sia): non indagate che è meglio, in quanto non è motivo di esonero nemmeno temporaneo

In pratica, non interessa se il paziente presenta anticorpi alle stelle in seguito a superamento della malattia (la vera e più efficace immunizzazione che ci sia): non indagate che è meglio, in quanto non è motivo di esonero nemmeno temporaneo. E questo in barba al rischio di ADE (Antibody-Dependent Enhancement), ovvero di una pericolosa esaltazione della risposta infiammatoria in seguito a vaccino praticato in prossimità di episodio immunizzante: una roba che riguarda diversi milioni di italiani, stante alla diffusività del morbo.

 

Che altro motivo può esserci? Ha fatto qualche ipotesi per questa incongruenza scientifica e politica?
Ho fatto ipotesi e letto molto in proposito. Ma non voglio affrontare questo capitolo. Per non essere tacciata immediatamente di stupido fantasioso complottismo, preferisco attenermi a dati e documenti. Le conclusioni ognuno le può trarre da sé.

 

Chi consuma farmaci steroidei quindi è più a rischio in caso si voglia vaccinare?
Qualsiasi vaccino andrebbe praticato dopo adeguato periodo di sospensione del trattamento a base di steroidi. Il cortisone può deprimere la risposta immunitaria ad un vaccino, può dunque rendere vana la vaccinazione stessa e può al contempo mascherare il manifestarsi di eventuali reazioni ed effetti collaterali.

Quali farmaci in particolare? Il cortisone? Gli anabolizzanti? La chemio?
Aggiungerei i contraccettivi orali.

 

Da medico lei consiglia il vaccino ai soggetti con problemi immunitari?
Da medico affermo che in pazienti con sistema immunitario compromesso l’esposizione a vaccini è da evitarsi e a maggior ragione per prodotti, come questi, ancora in fase osservazionale.

 

Una lettrice di Renovatio 21 è appena uscita dalla chemio, non vuole vaccinarsi anche perché si sente molto debole dopo mesi e anni di calvario. Ora teme che a settembre, facendo l’insegnante, perderà il lavoro. È possibile che si voglia obbligare persino una persona appena guarita dal cancro ma ancora debilitata dalle cure?
Se non la modificano, la Legge attuale non prevede deroghe.

 

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Cancro

115.000 morti in eccesso in Giappone in seguito al terzo vaccino COVID: studio

Pubblicato

il

Da

Un nuovo studio sui danni derivanti dal vaccino COVID è stato pubblicato l’8 aprile sulla rivista americana di scienze mediche peer-reviewed Cureus. Si tratta dello studio più ampio fino ad oggi sugli effetti avversi del vaccino COVID. «I risultati sono scioccanti, per usare un eufemismo», scrive Epoch Times che offre un approfondimento della ricerca già discussa la settimana passata.

 

Nello studio, intitolato «Aumento della mortalità per cancro adattata all’età dopo la terza dose di vaccino con nanoparticelle mRNA-lipidiche durante la pandemia di COVID-19 in Giappone», cinque scienziati giapponesi hanno utilizzato un intero set di dati sui 123 milioni di abitanti del paese (il Giappone ha il tasso di vaccinazione più alto tasso nel mondo) per studiare l’eccesso di mortalità per cancro in coincidenza con la vaccinazione di massa contro il COVID.

 

Gli autori della ricerca forniscono anche una valida spiegazione del motivo per cui queste morti si sono verificate dopo l’iniezione mRNA.

 

Lo studio mostra che ci sono stati 1.568.961 decessi totali in Giappone nel 2022. Sulla base di previsioni statistiche che utilizzano informazioni pre-pandemiche erano attesi circa 1.453.162 decessi, il che significa che ci sono stati 115.799 decessi in eccesso nel 2022.

Sostieni Renovatio 21

Il «numero di decessi in eccesso adeguato all’età» di 115.799 nel 2022 si è verificato dopo che due terzi della popolazione giapponese avevano ricevuto la terza dose di vaccino COVID.

 

Sulla base dei dati del Ministero della Salute giapponese, l’estensore dell’articolo di Epoch Times Joe Wang, ex ricercatore, ha calcolato che nel 2022 sono stati segnalati 39.060 decessi per COVID. Pertanto, la maggior parte delle morti in eccesso in Giappone nel 2022 non sono state causate dall’infezione da COVID, ma piuttosto sono fortemente associate alla vaccinazione.

 

Lo studio mostra che nel 2020, dopo che il Covid-19 ha iniziato a diffondersi in Giappone ma prima che la vaccinazione fosse disponibile, il numero di decessi aggiustato per età è stato di 28.000 in meno rispetto a quanto previsto. E nel 2021, mentre il virus continuava e la vaccinazione contro il COVID-19 era limitata (è iniziata a febbraio), ci sono stati 25.000 decessi in più rispetto a quanto previsto.

 

Sulla base del numero di decessi in eccesso nel 2022, gli scienziati giapponesi hanno concluso: «Aumenti statisticamente significativi dei tassi di mortalità aggiustati per età di tutti i tumori e di alcuni tipi specifici di cancro, vale a dire cancro ovarico, leucemia, prostata, cancro del labbro/orale/faringeo, cancro al pancreas e al seno sono stati osservati nel 2022 dopo che due terzi della popolazione giapponese avevano ricevuto la terza o la successiva dose di vaccino SARS-CoV-2 mRNA-LNP».

 

«Questi aumenti particolarmente marcati dei tassi di mortalità di questi tumori sensibili all’ERα possono essere attribuibili a diversi meccanismi della vaccinazione mRNA-LNP piuttosto che all’infezione da COVID-19 stessa o alla riduzione delle cure contro il cancro a causa del blocco», hanno scritto gli autori.

 

«In parole povere, questo studio ha rivelato che il vaccino COVID tramite mRNA è probabilmente la causa dei decessi aggiuntivi avvenuti in Giappone» conclude lo Wang Su ET.

 

Lo studio ha presentato i numeri relativi ai decessi per tutte le cause, ma ha anche esaminato i dettagli dei decessi causati dal cancro. Ha scoperto che dei 20 tipi di cancro, sei di loro – ovarico, leucemia, prostata, labbro/orale/faringeo, pancreas e seno – hanno avuto un eccesso di mortalità statisticamente significativo nel 2021 e sono aumentati ulteriormente nel 2022.

 

Il significativo aumento della mortalità per i sei specifici tipi di cancro non può essere attribuito a una carenza di servizi sanitari durante la pandemia. La riduzione dello screening e dell’assistenza sanitaria per il cancro dovuta ai lockdown dovrebbe aumentare i decessi per tutti i tumori. Tuttavia, un tale aumento non è stato osservato in altri tipi di cancro in Giappone nel 2022.

 

I tipi di tumore citati sono tutti conosciuti come tumori sensibili al recettore degli estrogeni alfa (ERα). Gli scienziati hanno spiegato perché questi tumori non solo si sono verificati dopo la vaccinazione, ma hanno anche ucciso le persone in un breve periodo di tempo dopo aver ricevuto l’iniezione.

 

Gli ER (recettori degli estrogeni) sono un gruppo di proteine ​​presenti all’interno delle cellule. Sono recettori che possono essere attivati ​​dagli ormoni sessuali estrogeni. ERα è una delle due classi di ER, un importante regolatore del sistema riproduttivo del corpo.

Aiuta Renovatio 21

Una ricerca pubblicata sulla rivista peer-reviewed Science Advances nel novembre 2022 ha esaminato 9.000 proteine ​​umane per vedere quale proteina si lega meglio con la proteina spike (S) di SARS-CoV-2 e ha scoperto che la proteina S si lega specificamente a ERα. Il legame «sovraregola l’attività trascrizionale ERα».

 

«In altre parole, la proteina S del SARS-CoV-2 (da infezione o vaccinazione), quando introdotta nel corpo umano, si lega a ERα e funziona come coregolatore del recettore nucleare, interferendo con la normale funzione della cellula e portando al malfunzionamento del sistema cellule e organi» scrive lo Wang. «Ciò potrebbe spiegare perché la morte causata dai sei tipi di tumori sensibili all’ERα è aumentata nel 2022 in Giappone dopo che due terzi della popolazione hanno ricevuto la terza dose del vaccino mRNA».

 

«Il vaccino trasporta il gene S della SARS-CoV-2, dirottando le cellule ospiti per produrre proteine ​​S» continua la spiegazione di Epoch Times. «Le proteine ​​S si producono all’interno della cellula, quindi si legano all’ERα, interrompendo la normale funzione della cellula e portando allo sviluppo del cancro».

 

«È stato dimostrato che il vaccino mRNA non solo ha il potenziale per provocare il cancro, ma può anche indebolire la capacità del sistema immunitario di riconoscere e reprimere i tumori cancerosi» scrive il giornale americano, per poi riferire di una ricerca dell’ottobre 2023. «In uno studio pubblicato lo scorso ottobre, Konstantin Fohse e colleghi hanno riferito che la vaccinazione con BNT162b2 modulava le risposte immunitarie innate, con conseguente indebolimento dell’immunosorveglianza del cancro».

 

«Lo studio giapponese è stato scritto prima dell’ottobre 2023 utilizzando informazioni del 2022 e precedenti. Poiché la vaccinazione contro il COVID continua in molti paesi, è spaventoso pensare quante persone potrebbero morire o sviluppare il cancro se la tendenza del 2022 dovesse continuare».

 

Come riportato da Renovatio 21, il fenomeno dei cosiddetti «turbocancri» sta creando vaste domande nei medici che osano ancora porsene, mentre è ignorato completamente dai rapporto istituzionali come quelli dell’OMS sull’aumento dell’incidenza dei tumori anche nei giovani.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

Continua a leggere

Ospedale

«Sapevo che stavano uccidendo le persone»: un informatore afferma che i protocolli ospedalieri COVID hanno portato alla morte dei pazienti

Pubblicato

il

Da

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   In un’emozionante testimonianza sull’autobus «Vax-Unvax» di CHD, una programmatrice medica ospedaliera ha discusso dei protocolli ospedalieri e degli incentivi finanziari durante la pandemia di COVID-19 che, a suo avviso, hanno portato a morti prevenibili dei pazienti, compreso l’uso improprio di remdesivir e ventilatori e l’incapacità di indagare adeguatamente sui danni da vaccino.   «Gli ospedali sono diventati il ​​luogo in cui le persone vanno a morire invece che il luogo in cui vanno per guarire», ha detto Zowe (nome di fantasia), una programmatrice medica che ha lavorato per diversi ospedali di Phoenix, in Arizona, durante la pandemia di COVID-19.   In un’emozionante testimonianza con Polly Tommey sull’autobus «Vax-Unvax» di Children’s Health Defense (CHD) all’inizio di questo mese a Salem, Oregon, l’informatrice ha esposto le pratiche e i protocolli che, a suo avviso, hanno portato alla morte dei pazienti.   In qualità di programmatore medico, il compito di Zowe era rivedere le cartelle cliniche dei pazienti e assegnare codici per diagnosi e trattamenti. I codici determinavano il modo in cui venivano pagati gli ospedali e i medici.   «Io la chiamo l’intelligenza centrale dell’ospedale o la visualizzazione a livello di SimCity», ha detto.   Ma Zowe ha detto che ciò a cui ha assistito durante la pandemia l’ha lasciata sconvolta e l’ha costretta a parlare apertamente.

Sostieni Renovatio 21

Mancanza di pazienti COVID all’inizio della pandemia

Secondo Zowe, gli ospedali non erano a corto di posti letto quando è iniziata la pandemia ed è stata annunciata l’iniziativa «appiattire la curva».   «All’epoca non avevamo pazienti in ospedale. Hanno iniziato lentamente ad arrivare, forse dopo mesi e mesi», ha detto.   Nonostante il basso numero di pazienti, agli ospedali è stato chiesto di creare posti letto rimandando i pazienti a casa prima del solito. Zowe ha osservato che questa pratica rappresentava un cambiamento significativo rispetto ai protocolli pre-pandemia, poiché comportava una responsabilità finanziaria per gli ospedali.   «Se i pazienti tornassero, dovremmo pagare per le loro cure», ha spiegato. «È una regola Medicare, quindi era decisamente molto diversa».  

Incentivi finanziari per il trattamento COVID

Nel 2020 sono stati introdotti nuovi codici ICD-10 (Classificazione internazionale delle malattie, decima revisione) per la diagnosi di COVID-19 e un codice aggiornato per i trattamenti con remdesivir correlati a COVID-19 , portando a significativi incentivi finanziari per gli ospedali che trattano pazienti affetti dal virus.   «Dovevano avere quella diagnosi per ottenere il bonus del 20% per i pazienti COVID», ha detto Zowe. Ha spiegato che un paziente a cui è stato somministrato remdesivir ha anche qualificato l’ospedale per «un ulteriore bonus del 20% nel pagamento a causa del rischio di una tecnologia non provata».   Gli ospedali inizialmente ricevevano idrossiclorochina gratuitamente dalle scorte nazionali e le persone trattate con essa «stavano effettivamente bene» prima che gli ospedali passassero improvvisamente a remdesivir, ha detto Zowe.   Tuttavia, dopo che i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno annunciato il nuovo codice ICD-10 per le infezioni da COVID-19, in vigore dal 1° aprile 2020, e la Food and Drug Administration statunitense ha concesso a remdesivir un’autorizzazione all’uso di emergenza il 1° maggio, le cose hanno cominciato a cambiare.   «Era come una linea nella sabbia», ha detto Zowe a Polly. «Abbiamo sospeso l’azitromicina e l’idrossiclorochina e siamo passati direttamente al remdesivir».

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Remdesivir e protocolli di ventilazione

Secondo Zowe, gli incentivi finanziari per l’uso del remdesivir hanno portato al suo uso diffuso, nonostante il rischio noto.   «L’ospedale aveva un protocollo sul remdesivir, sapevano che causava danni ai reni», ha detto Zowe. Ha spiegato che l’ospedale ha richiesto un consulto sulle malattie infettive e un consulto renale prima di somministrare il farmaco, e che i pazienti con malattia renale cronica di stadio 3 o superiore sono stati squalificati dal riceverlo.   Tuttavia, molti pazienti trattati con remdesivir hanno comunque sviluppato insufficienza renale nel giro di pochi giorni, ha affermato.   «Alcuni pazienti sono finiti a casa con prescrizioni di dialisi domiciliare, alcuni pazienti sono finiti in una lista di trapianti di rene, altri pazienti sono finiti con una malattia renale cronica dopo aver ricevuto remdesivir – se sono sopravvissuti», ha detto.   Zowe ha affrontato anche l’uso improprio dei ventilatori. «A un certo punto [il sistema intranet dell’ospedale] ha inviato un messaggio in cui si diceva che le impostazioni di FiO2 [concentrazione di ossigeno] sui ventilatori stavano uccidendo persone», ha detto. Ma quando tornò a cercare il messaggio, lo trovò cancellato.   Zowe ha detto a The Defender che dopo aver visto il messaggio, ha monitorato il numero di pazienti che morivano attaccati ai ventilatori per verificare che le impostazioni fossero state modificate, ma ha scoperto che «il protocollo era lo stesso e i pazienti stavano ancora morendo attaccati ai ventilatori».

Aiuta Renovatio 21

Pratiche di test PCR discutibili

Secondo Zowe, il CARES Act ha fornito finanziamenti per test PCR illimitati per il COVID-19 , il che ha portato a un cambiamento significativo nelle pratiche di test.   «Normalmente i test costano denaro agli ospedali, quindi a loro non piace fare molti test diagnostici», ha detto.   Tuttavia, con i nuovi finanziamenti e incentivi, gli ospedali sono passati dal testare solo i pazienti sintomatici a testare tutti i pazienti.   «I pazienti… venivano per la rimozione della cistifellea, una gamba rotta o un incidente in moto o in macchina o qualsiasi altra cosa», ha detto Zowe, «e mentre erano in ospedale, facevano lo screening».   «L’ottanta per cento della nostra popolazione di pazienti è diventata positiva al COVID, indipendentemente dal fatto che presentassero sintomi o meno, e ciò non era mai accaduto prima», ha affermato Zowe.   Zowe ha anche rivelato che i pazienti sono stati ripetutamente testati fino a ottenere un risultato positivo.   «Farebbero… sei, sette, otto test e sarebbero positivi, ma il paziente non avrebbe nulla di sbagliato e il medico sarebbe davvero confuso», ha detto.   In altri casi, i pazienti riceverebbero diversi test negativi seguiti da un unico risultato positivo, che verrebbe quindi utilizzato per giustificare il trattamento del paziente per COVID-19.   Zowe ha detto:   «Se risultassero positivi al COVID-19, allora inizierebbero il trattamento e li metterebbero sul ventilatore abbastanza presto. Avrebbero iniziato il remdesivir e poi avrebbero avuto insufficienza renale ed edema polmonare».   «Volevano semplicemente girare intorno allo scarico ed era come se nulla che l’ospedale potesse fare li avrebbe salvati… Le persone sono morte senza poter dire addio alle loro famiglie. Alcuni di loro hanno appena ricevuto una telefonata. Alcuni non hanno ottenuto nulla».

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Danni e morti da vaccino Zowe ha anche assistito a un numero preoccupante di gravi reazioni avverse ai vaccini mRNA COVID-19.   «Non ho mai visto niente del genere», ha detto, descrivendo pazienti con insufficienza multiorgano che nel giro di poche ore sarebbero morti di fegato, polmone, rene… insufficienza respiratoria”, ha detto. «La chiamavano ‘”sepsi“».   Oltre all’insufficienza multiorgano, Zowe ha riferito di aver visto pazienti con convulsioni incontrollabili. «I pazienti diurni soffrivano di convulsioni e nessun farmaco potrebbe fermarle», ha detto. «Alla fine, hanno dovuto essere soppressi».   «L’hanno chiamata encefalite o encefalopatia e poi anche l’organizzazione di informazione sulla codifica – AHIMA – ha ammesso “encefalite associata a COVID-19“».   Altre lesioni da vaccino includevano coaguli di sangue insoliti, ictus e amputazioni.   Zowe ha descritto persone sane sui vent’anni, abituate a fare escursioni e correre maratone, che «all’improvviso hanno avuto bisogno di una gamba amputata perché avevano un enorme coagulo di sangue che andava dall’anca fino alla gamba».   Nonostante queste gravi reazioni, i medici spesso non sono riusciti a collegare le lesioni ai vaccini. «Dicevano semplicemente: “È un ictus, è un attacco di cuore, è un coagulo di sangue” e non collegherebbero mai le due cose», ha detto.   «Prima che lanciassero le iniezioni di mRNA, non sapevo che fosse possibile per un essere umano morire in modo così orribile e così rapido».

Sostieni Renovatio 21

Impossibilità di segnalare danni da vaccino

Secondo Zowe, i codificatori medici hanno dovuto affrontare sfide significative nel segnalare accuratamente le lesioni da vaccino COVID-19 a causa della mancanza di codici ICD-10 specifici.   «Non c’era modo per noi di segnalare effettivamente che qualcuno fosse arrivato con un infarto o una miocardite o convulsioni o encefalite o qualunque cosa fosse… a causa del vaccino COVID-19», ha detto a The Defender.   Ha affermato che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ospita il sistema di codifica ICD-10, ha impiegato anni per rendere disponibile un codice specifico per le lesioni da vaccino COVID-19.   «La cosa migliore che potevamo fare era segnalarlo come dovuto a un “vaccino non specificato”», ha detto Zowe, sottolineando che questo codice era disponibile da decenni, insieme a codici di danno vaccinale più specifici per i vaccini per morbillo, parotite e rosolia o MPR, tetano e influenza.   Zowe ha affermato che è importante disporre di codici ICD-10 accurati per i danni da vaccino perché i ricercatori e i programmi di farmacovigilanza li utilizzano per monitorare gli effetti avversi durante gli studi clinici e la sorveglianza post-marketing.   I ricercatori che studiano la connessione tra miocardite e vaccini COVID-19 dovrebbero esaminare individualmente ogni tabella con il codice del «vaccino non specificato», ha spiegato Zowe, «e sperare che i dati siano abbastanza buoni per capire, beh, quale vaccino era?»  

«Piangerei fino a dormire la notte»

L’esperienza di lavorare in un ospedale durante la pandemia ha avuto un impatto emotivo su Zowe. «Sapevo che stavano uccidendo delle persone. … Piangerei fino a dormire la notte», ha confessato. «C’è stata così tanta morte. Era quasi insopportabile».   Zowe ha deciso di lasciare il lavoro nell’aprile 2021 a causa degli obblighi di vaccinazione dell’ospedale. “Non mi sarei vaccinata e non mi sarei sottoposta al test PCR», ha detto. «Sapevo che non avrei potuto ottenere un’esenzione, quindi ho lasciato».   La sfiducia di Zowe negli ospedali e nei vaccini ha lasciato un impatto duraturo sulla sua vita. Quando Polly le ha chiesto se avrebbe portato qualcuno che ama in ospedale, Zowe ha risposto: «È una domanda davvero difficile perché voglio dire di no al 100%, ma ci sono alcune eccezioni… come quando ti si rompe il braccio».   Ha aggiunto: «dovrei conoscere il medico o il team di assistenza in quell’ospedale. Dovrei esaminarli».   Zowe ha detto a The Defender che spera di pubblicare un libro sulle sue esperienze entro la fine dell’anno.   John-Michael Dumais   © 25 aprile 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
 
Continua a leggere

Reazioni avverse

Studio pubblico USA: i vaccini mRNA causano miocarditi – e niente altro

Pubblicato

il

Da

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

In quello che un critico ha definito un «insabbiamento dell’orribile verità riguardante i vaccini COVID-19», un nuovo rapporto delle Accademie Nazionali di Scienze USA, ingegneria e medicina ha confermato un nesso causale tra i vaccini mRNA COVID-19 e la miocardite, ma ha respinto un nesso causale tra i vaccini e una serie di altri effetti avversi.

 

Un nuovo rapporto della National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine (NASEM) ha confermato un nesso causale tra i vaccini mRNA COVID-19 e la miocardite, ma ha respinto un nesso causale tra i vaccini e una serie di altri effetti avversi tra cui l’infertilità femminile, ha affermato Guillain. -Sindrome di Barré, paralisi di Bell, trombosi con sindrome trombocitopenica e infarto.

 

Brian Hooker, Ph.D.responsabile scientifico per Children’s Health Defense, ha definito il rapporto NASEM una «copertura dell’orribile verità sui vaccini contro il COVID-19 ».

 

Hooker ha detto al Defender:

 

«La propaganda è così fitta nel rapporto che è difficile sapere da dove cominciare. Sebbene gli autori del rapporto NASEM abbiano trovato un legame tra vaccini mRNA e miocardite, hanno affermato che si trattava di un legame lieve, il che non potrebbe essere più lontano dalla verità. È vergognoso che minimizzino un evento avverso così debilitante e che cambia la vita derivante dai vaccini COVID-19».

Sostieni Renovatio 21

L’Health Resources and Services Administration, un’agenzia secondaria del Dipartimento americano della salute e dei servizi umani (HHS), ha sponsorizzato il rapporto. Secondo un comunicato stampa della NASEM, Health Resources ha chiesto alla NASEM di convocare un comitato per esaminare le prove degli eventi avversi relativi ai vaccini COVID-19 utilizzati negli Stati Uniti

 

L’amministrazione delle risorse e dei servizi sanitari supervisiona il programma di compensazione degli infortuni contromisure, che gestisce le richieste di risarcimento da parte di persone che chiedono un risarcimento per un danno da vaccino COVID-19.

 

Il comitato di 15 membri della NASEM ha esaminato le prove di 19 potenziali danni legati ai vaccini COVID-19 per i quali le persone avevano presentato richieste di risarcimento. Il comitato ha cercato di “trarre conclusioni sull’associazione causale tra vaccini ed eventi avversi specifici», afferma il rapporto.

 

L’elenco delle condizioni per le quali le persone hanno richiesto un risarcimento includeva la sindrome di Guillain-Barréla polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronicala paralisi di Bellla mielite trasversa, il mal di testa cronico, la sindrome da tachicardia ortostatica posturale (POTS), la perdita dell’udito neurosensorialel’acufenela trombosi con sindrome trombocitopenicala trombocitopenia immunitaria sindrome da perdita capillare, infarto del miocardio (attacco cardiaco), ictus ischemico, ictus emorragicotrombosi venosa profondaembolia polmonaretromboembolia venosa, miocardite, pericardite, morte improvvisa e infertilità femminile.

 

«Il nostro comitato ha riscontrato che in molti casi, se non nella maggior parte, le prove erano insufficienti per accettare o rifiutare la causalità di un particolare danno potenziale derivante da uno specifico vaccino contro il COVID-19″, ha affermato la vicepresidente del comitato Anne Bass, professoressa di medicina clinica alla Weill Cornell Medicine e reumatologo presso l’Hospital for Special Surgery e il New York Presbyterian Hospital.

 

«In altri casi, abbiamo trovato prove sufficienti per favorire il rifiuto, l’accettazione o stabilire la causalità», ha aggiunto.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

«Prove insufficienti» per trarre conclusioni sui vaccini COVID e sui bambini

Bass e gli altri membri del comitato hanno esaminato le prove relative alle iniezioni di mRNA di Pfizer e Moderna (rispettivamente Comirnaty e Spikevax), all’iniezione di Novavax senza mRNA e a quella di Janssen (Johnson & Johnson) senza mRNA.

 

Hanno affermato che le prove hanno stabilito una relazione causale tra i vaccini a mRNA e la miocardite.

 

Tuttavia, hanno concluso che non vi erano prove inadeguate per accettare o rifiutare una relazione causale tra uno qualsiasi dei vaccini e la pericardite senza miocardite, e prove inadeguate per accettare o rifiutare una relazione causale tra le iniezioni Novavax o Janssen e la miocardite.

 

Gli autori hanno affermato che le prove erano abbastanza forti da rifiutare una relazione causale tra i due vaccini mRNA e infertilità, sindrome di Guillain-Barré, paralisi di Bell, trombosi con sindrome trombocitopenica e infarto, pur sottolineando che l’iniezione di Janssen può causare trombocitopenia e sindrome di Guillain-Barré.

 

Hanno anche affermato che non vi erano prove inadeguate per accettare o rifiutare una relazione causale per l’ictus ischemico per tutti i tipi di vaccino, ad eccezione dell’iniezione di Pfizer per la quale hanno considerato le prove abbastanza forti da giustificare il rifiuto di una relazione causale.

 

Il comitato ha inoltre esaminato gli studi sugli eventi avversi relativi ai vaccini contro il Covid-19 nei bambini sotto i 18 anni e ha affermato di non aver trovato prove sufficienti per trarre conclusioni specifiche per i bambini.

 

«Al momento della revisione del comitato», si legge nel comunicato stampa, «i dati sui bambini erano disponibili solo per i vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna, a causa della successiva autorizzazione dei vaccini COVID-19 per l’uso di emergenza nei bambini e della diminuzione della diffusione dei vaccini contro il COVID-19 nei bambini, in particolare quelli di età inferiore agli 11 anni».

 

Nel frattempo, uno studio sottoposto a revisione paritaria del 2024 che ha analizzato i dati in VigiBase, il database globale dei rapporti sulla sicurezza dei casi individuali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha trovato prove di danni ai giovani di età compresa tra 12 e 17 anni a seguito della vaccinazione contro il COVID-19.

 

A luglio 2023, in VigiBase erano presenti 80.018 segnalazioni di eventi avversi correlati alle vaccinazioni per il COVID-19 e 3.594 sono stati contrassegnati come eventi avversi di particolare interesse, come miocardite/pericardite, sindrome infiammatoria multisistemica/malattia di Kawasaki, anafilassi, sindrome di Guillain-Barré sindrome e trombocitopenia immunitaria, hanno affermato gli autori dello studio.

 

Inoltre, secondo Real Not Rare, un «movimento indipendente e di base composto da migliaia di persone che si sono unite attraverso la nostra sofferenza umana», molti bambini hanno reso pubbliche individualmente le loro esperienze di danni causati dai vaccini COVID-19.

 

Hooker ha sottolineato che il rapporto del NASEM è stato diretto da Kathleen Stratton, Ph.D., «che nel 2004 era incaricato di insabbiare la relazione tra vaccini e autismo per l’Istituto di Medicina».

 

«Si è ritirata dalla NASEM dopo quella denuncia fraudolenta solo per essere riportata indietro per la frode del “vaccino” COVID-19», ha detto Hooker. «La sua condanna è meritata».

Aiuta Renovatio 21

Secondo il loro sito web, le Accademie nazionali di scienze, ingegneria e medicina sono istituzioni private senza scopo di lucro che «forniscono consulenza indipendente e obiettiva per informare la politica con prove».

 

Le istituzioni operano secondo uno statuto del Congresso del 1863 e ricevono finanziamenti dal governo degli Stati Uniti e da «altri sponsor».

 

Lorri Wilkening Jennings, sostenitore delle persone ferite dai vaccini contro il COVID-19, ha sottolineato che sebbene NASEM sia segnalato come una «no-profit indipendente», i suoi rendiconti finanziari del 2022 – che elencano 18 milioni di dollari di entrate da HHS – suggeriscono il contrario.

 

Jennings – che ha iniziato a sostenere la causa dopo che sua madre ha sviluppato una malattia autoimmune in seguito alla vaccinazione contro il COVID-19 – ha dichiarato a The Defender: «Abbiamo bisogno di organismi veramente indipendenti che valutino la sicurezza e informino i medici dei rischi in modo che possano dare adeguatamente il consenso informato».

 

Ronald N. Kostoff, Ph.D., ex ricercatore di politiche pubbliche presso il Georgia Institute of Technology, è d’accordo.

 

Le biografie dei membri del comitato mostrano che la maggior parte aveva precedentemente ricevuto sovvenzioni o contratti dall’HHS, dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e/o dall’industria farmaceutica, ha detto Kostoff.

 

«La maggior parte dei dati utilizzati per lo studio sembrano provenire dalla letteratura che sappiamo è stata pesantemente censurata 1) a favore degli articoli che promuovevano le iniezioni e 2) contro gli articoli che rivelavano il danno… [quindi] il risultato avrebbe potuto essere previsto prima che il primo dollaro fosse speso», secondo Kostoff.

 

Il dottor Peter McCullough, un cardiologo, ha definito la NASEM una «organizzazione corrotta».

 

«Il loro comitato permanente sulle malattie infettive emergenti e le minacce alla salute del 21° secolo», ha detto McCullough a The Defender, «include due dei co-cospiratori e creatori di SARS-CoV-2, i dottori. Ralph Baric e Peter Daszak. Daszak è stato richiamato al Congresso e dovrebbe comparire il 1 maggio 2024, per ulteriori domande riguardanti il ​​suo ruolo nell’insabbiamento del laboratorio di Wuhan».

 

«Non ci si può fidare della NASEM su nessun aspetto della pandemia e certamente non sui vaccini», ha aggiunto.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Il rapporto non corrisponde ai dati VAERS

Gli autori del rapporto NASEM non hanno incluso i dati del Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) come prova nella loro revisione.

 

VAERS è il principale sistema finanziato dal governo per la segnalazione delle reazioni avverse ai vaccini negli Stati Uniti. Storicamente, è stato dimostrato che VAERS segnala solo l’1% degli effettivi eventi avversi ai vaccini .

 

I dati VAERS mostrano che tra il 14 dicembre 2020 e il 29 marzo 2024 sono state presentate 1.635.048 segnalazioni di eventi avversi a seguito dei vaccini COVID-19.

 

Molte delle segnalazioni di eventi avversi citavano condizioni che il rapporto NASEM concludeva non potevano essere collegate alla vaccinazione COVID-19, tra cui:

 

  • 3.575 casi di sindrome di Guillain-Barré.

 

 

 

Aiuta Renovatio 21

Vaccinazione collegata a lesioni alla spalla

L’Health Resources and Services Administration ha anche chiesto al comitato NASEM di rivedere le prove relative a qualsiasi somministrazione di vaccini – non specificamente vaccini COVID-19 – e lesioni alla spalla, per aiutare il suo programma nazionale di compensazione delle lesioni da vaccino a comprendere meglio se la vaccinazione può causare tipi molto specifici di lesioni alla spalla o una sindrome più generale nota come «lesione alla spalla correlata alla somministrazione del vaccino».

 

Gli autori del rapporto hanno concluso che la vaccinazione può causare quattro lesioni specifiche alla spalla:

 

  • borsite acuta subacromiale/sottodeltoidea causata dall’iniezione diretta di un vaccino nella borsa;

 

  • tendinopatia acuta della cuffia dei rotatori causata da iniezione diretta all’interno o in prossimità di un tendine;

 

  • lesione ossea causata dall’iniezione diretta nell’osso o in prossimità dell’osso;

 

  • e lesione del nervo assiale o radiale dovuta all’iniezione diretta all’interno o in prossimità del nervo.

 

Hanno anche affermato che le prove suggeriscono che la somministrazione di vaccino intramuscolare non causa la malattia cronica della cuffia dei rotatori.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Il rapporto sui danni del COVID è «chiaramente parziale»

Per quanto riguarda i risultati del rapporto sui danni del vaccino COVID-19, Hooker e altri critici hanno affermato di non aver incluso molti studi nella loro revisione e di non aver considerato l’intera portata dei danni segnalati in associazione alla vaccinazione COVID-19.

 

Mark N. Mead, epidemiologo e ricercatore sulla salute pubblica, ha dichiarato a The Defender che la revisione degli studi da parte degli autori è stata «altamente selettiva» e «chiaramente parziale» a sostegno della «narrativa “sicuro ed efficace“».

 

Il rapporto «ha completamente trascurato i risultati essenziali della rianalisi di Fraiman dei dati degli studi Pfizer e Moderna, rivelando tassi allarmanti di eventi avversi gravi (SAE), con circa un SAE ogni 800 vaccinati», ha affermato Mead.

 

Il rapporto inoltre non è riuscito a citare «praticamente tutte le revisioni e gli studi più rilevanti che riguardano i gravi eventi cardiovascolari, neurologici, ematologici, riproduttivi e autoimmuni che sono stati collegati ai prodotti mRNA di COVID-19», ha affermato.

 

Ad esempio, il rapporto non menziona un rapporto Pfizer del 2022 di quasi 400 pagine richiesto dall’Agenzia europea per i medicinali. «A quel punto», ha detto Mead, «Pfizer aveva documentato circa 1,6 milioni di eventi avversi che coprivano quasi tutti i sistemi di organi… inclusi molti diversi tipi di tumori, disturbi cardiaci e vascolari, disturbi del sangue e linfatici, disturbi psichiatrici e disturbi neurologici».

 

Kostoff ha anche criticato la portata ristretta del rapporto. «Perché al comitato non è stato chiesto di esaminare tutti gli effetti avversi delle iniezioni di COVID-19, o almeno tutti i principali effetti avversi?» ha chiesto.

 

Kostoff ha dichiarato a The Defender di aver recentemente scritto un editoriale sulla letteratura pubblicata sugli infortuni da COVID-19 in cui ha identificato l’intera portata degli infortuni. «Il mio database era composto da oltre 12.000 articoli Pubmed e mostrava danni in circa 25 aree tematiche di malattie».

 

La maggior parte di queste aree patologiche – come i disturbi endocrini, i disturbi metabolici, i disturbi renali e il cancro – non sono state incluse nel rapporto NASEM, ha affermato.

Sostieni Renovatio 21

«Da un punto di vista cautelativo, vuoi che il pubblico lo sappia»

Secondo Mead, le revisioni epidemiologiche sulla sicurezza del vaccino COVID-19 incentrate sulla dimostrazione che il vaccino ha causato un risultato particolare sono problematiche.

 

«Poiché la maggior parte di queste ricerche pubblicate sono osservazionali e non randomizzate”, ha affermato, “stabilire la causalità basata solo su questi studi è un esercizio futile».

 

Ma «la causalità può certamente essere dedotta… applicando una logica basata su meccanismi ai numerosi studi e rianalisi di studi che mostrano forti associazioni», ha affermato Mead.

 

In altre parole, i ricercatori potrebbero avere difficoltà a dimostrare apertamente la causalità, ma possono evidenziare prove che suggeriscono un rischio in modo che le persone siano consapevoli. «Da un punto di vista cautelativo, vuoi che il pubblico lo sappia».

 

Gli autori del rapporto hanno usato ingannevolmente il linguaggio della causalità nel loro rapporto, ha detto Mead. Ad esempio, il rapporto cita prove che suggeriscono che l’iniezione Pfizer non provoca ictus ischemici. «Tuttavia, questa enfasi sulla causalità è un po’ un sotterfugio linguistico».

 

Mead ha affermato: «l’ictus ischemico è chiaramente uno dei segnali più forti prodotti sia dai prodotti mRNA di Pfizer che di Moderna, come evidenziato nell’ampia analisi di sproporzionalità di Ming-Ming Yan e colleghi, che NASEM ancora una volta opportunamente non menziona».

 

Jessica Rose, Ph.D., ha detto a The Defender di trovare le conclusioni degli autori sulla causalità «in modo allarmante passivo» e voleva sapere come sono arrivati ​​alle loro conclusioni. «Ad esempio, sono stati utilizzati i criteri di Bradford Hill e quanti criteri dovevano essere soddisfatti per indicare la causalità?»

 

I criteri di Bradford Hill sono un insieme di principi comunemente utilizzati in epidemiologia per stabilire una relazione causale.

 

NASEM non ha risposto quando il Defender ha chiesto quali criteri fossero stati utilizzati per stabilire o negare la causalità.

 

NASEM inoltre non ha risposto alla richiesta di The Defender di chiarire il periodo di revisione della letteratura da parte del comitato, ad esempio se il comitato considerasse studi pubblicati di recente o esaminasse solo quelli pubblicati dal 2020 al 2023.

 

Suzanne Burdick

Ph.D.

 

© 23 aprile 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine su licenza Envato

Continua a leggere

Più popolari