Animali
L’esperto di animali BBC «stuprava e torturava cani»
Una scioccante, rivoltante storia di bestialità arriva dall’Australia. Un acclamato esperto di coccodrilli britannico e produttore cinematografico della BBC, Adam Britton, si è dichiarato colpevole di oltre 50 accuse legate ad abusi sessuali contro animali in Australia. Lo zoologo avrebbe torturato e ucciso dozzine di cani, compresi i cuccioli, prima di condividere i video dei crimini sui social media. Secondo quanto riporta il New York Post, tra le ammissioni vi sarebbe quella di «detenzione di materiale di sfruttamento minorile».
Britton, 51 anni, ha presentato lunedì la sua dichiarazione di colpevolezza davanti alla Corte Suprema dello Stato australiano dei Territorio del Nord, riconoscendo di essersi filmato mentre abusava selvaggiamente degli animali in una cosiddetta «stanza delle torture» nella sua proprietà McMinns Lagoon, a mezz’ora da Darwin. La maggior parte degli animali sarebbe stata torturata fino alla morte.
Britton si è dichiarato colpevole di 60 accuse, tra cui tortura, stupro e uccisione di almeno 39 cani.
Il nome del produttore BBC era stato precedentemente nascosto al pubblico a causa della depravazione dei suoi crimini, che avrebbero minacciato, secondo quanto riferisce NT News, il suo diritto a un giusto processo, ha riferito.
I pubblici ministeri hanno affermato che il regista – che ha lavorato a produzioni per la BBC, National Geographic e altri importanti organi di stampa – aveva un «interesse sessuale sadico» per gli animali che risale almeno al 2014, sostenendo di aver abusato solo negli ultimi 18 mesi di circa una quarantina di cani, molti dei quali sessualmente.
Il presidente della Corte Suprema Michael Grant ha avvertito che i dettagli del caso erano estremamente espliciti, affermando addirittura che avrebbero potuto traumatizzare gli spettatori.
«Questi fatti contengono materiale che può essere descritto solo come atti di crudeltà grotteschi e perversi, sconvolgenti e angoscianti e che, a mio avviso, hanno il potenziale di causare shock nervoso», ha detto il giudice.
Secondo quanto riportato da NT News, il procuratore della Corona Marty Aust ha rivelato in tribunale che Britton aveva un sadico interesse sessuale per gli animali, in particolare per i cani, risalente almeno al 2014, quando iniziò ad avere rapporti sessuali con i suoi cani Swiss-Sheppard, Ursa e Bolt.
Oltre a 37 capi d’accusa di crudeltà sugli animali e altri dieci legati all’abuso sessuale sugli animali, Britton si è dichiarato colpevole anche di quattro accuse per l’accesso e la trasmissione di materiale pedopornografico, avendo presumibilmente posseduto 15 file illeciti sul suo computer.
Si dice che Britton abbia utilizzato mercati e forum online per procurarsi animali, molti dei quali provenivano da persone che cercavano di ospitare i propri animali domestici mentre erano via per viaggiare. Lo zoologo BBC tentava di costruire rapporti fiducia con i proprietari di animali domestici e presentava «false narrazioni» quando gli sono stati richiesti aggiornamenti sui loro amati animali, a volte anche inviando vecchie foto per suggerire che fossero ancora vivi, hanno detto i pubblici ministeri.
Conservata in un container, la camera di tortura fatta in casa di Britton era dotata di apparecchiature di registrazione, utilizzate per catturare i suoi orribili crimini e condividerli online in modo anonimo. Secondo quanto riferito, la polizia australiana ha ottenuto uno di questi video prima dell’arresto di Britton nell’aprile 2022, sebbene il caso fosse stato sottoposto a un ordine ufficiale di silenzio fino a questa settimana.
Britton avrebbe gestito due canali Telegram sotto pseudonimi come «Monster» e «Cerberus», creando più di 100 thread che descrivevano in dettaglio il suo «conteggio delle uccisioni» e i suoi metodi per ottenere animali, abusarne e far sparire i cadaveri, secondo i documenti del tribunale.
Nato e cresciuto nel Regno Unito, l’esperto di coccodrilli si è trasferito in Australia all’inizio degli anni 2000. Britton ha conseguito un dottorato di ricerca in zoologia e ha ricoperto la posizione di Senior Research Associate presso la Charles Darwin University. Era anche uno dei capi di un’azienda di ricerca e consulenza di successo sui coccodrilli chiamata Big Gecko, dove teneva coccodrilli marini come animali domestici nella sua proprietà.
La sua carriera mainstream di successo, lo ha visto coprodurre anche una serie della BBC con il famoso conduttore naturalistico Sir David Attenborough, il maestro del documentario naturalista che ha inondato di trasmissioni il mondo. Molti documentari BBC sono stati trasmessi anche in Italia dai programmi di Piero Angela, spesso doppiati dalla voce del compianto Claudio Capone, doppiatore di Luke Skywalker e Ridge Forrester.
La prossima udienza di Britton è fissata per metà dicembre, quando dovrebbe essere pronunciata la sentenza. Per il momento rimane in custodia delle forze dell’ordine.
Come riportato da Renovatio 21, la bestialità è un’attività in via di lento sdoganamento: la riprova è la manifestazione degli zoofili tedeschi tenutasi qualche un anno fa, dove si è capito che sempre meno perversi temono di essere visti in volto, e anzi rivendicano l’allucinante perversione in maniera pubblica, al limite della protesta.
Si tratta di una conseguenza necessaria dello Stato moderno: rigettando la morale naturale, apre a qualsiasi oscenità coprendola fintamente, magari, con l’illusione della libertà personale (quella che abbiamo visto violata in tutti i modi davanti alla pandemia).
La realtà è che lo Stato moderno non è amorale: è immorale, o meglio, è, niccianamente, immoralista – cioè opera per la moltiplicazione dell’immoralità, di atti al di fuori della morale. Aborti, eutanasie, provette, squartamenti per trapianti e bestialità, di fatto, sono frutto di questo principio pienamente maligno.
Come ripetiamo su Renovatio 21, lo Stato moderno è, a suo modo, uno Stato etico: e la sua morale è la Necrocultura.
Immagine generata al computer
Animali
Trafficante di droga latitante catturato mentre passeggiava con un delfino morto
La polizia russa ha arrestato un sospettato di traffico di droga di 40 anni, dopo che è stato visto dalle telecamere a circuito chiuso mentre trasportava con disinvoltura quello che è stato descritto come un «delfino morto» nella località di Sochi sul Mar Nero.
Un bizzarro video che circola online mostra l’uomo, che era su una lista di ricercati, mentre trasporta il cetaceo defunto nel suo appartamento.
La polizia locale ha detto giovedì che dopo aver esaminato il filmato, ha identificato l’uomo come un fuggitivo della regione di Mosca, ricercato con l’accusa di traffico di droga.
A russian man wanted for drug dealing was caught after walking down the streets with a dead dolphin. pic.twitter.com/sSEPZ3Qjg3
— BroSINT 69™ (@osint_69) April 26, 2024
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La polizia russa ha descritto l’animale come un «delfino morto», anche se i filmati suggeriscono che in realtà si trattasse di una focena, una piccola specie di balena imparentata più con i beluga e i narvali che con i delfini.
L’animale era già morto quando il sospettato lo ha trovato sulla spiaggia, ha osservato la polizia, senza spiegare perché avesse deciso di portarlo con sé.
Il sospettato è stato preso in custodia nella sua residenza nella cittadina balneare di Adler, appena a sud di Sochi. Tra breve sarà consegnato alle autorità della regione di Mosca per affrontare l’accusa di traffico di droga in quantità eccezionalmente elevate. Se ritenuto colpevole, rischia tra i 15 e i 20 anni dietro le sbarre.
Come riportato da Renovatio 21, il traffico di droga e le grandi creature marine si sono incrociati in un’altra storia di questi tempi, quella degli squali strafatti di cocaina a causa dei carichi criminali finiti in mare.
È noto che cetacei sono stati addestrati per fini militari, al punto che vi è un beluga in Norvegia sospettato di essere una spia russa. È possibile che le organizzazioni criminali utilizzino i mammiferi marini per i loro loschi piani?
Ci chiediamo quindi: che anche la focena morta del Mar Nero fosse direttamente coinvolta in uno schema di narcotraffico?
Dopo le nefandezze viste in questi ultimi mesi da parte di orche, delfini e balenotteri, niente ci potrebbe ancora stupire.
Anzi diciamo pure che non vi sarebbe nessuna sorpresa a scoprire che la bestia marina era in realtà il vero capo del traffico criminale.
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Immagine screenshot da Twitter
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Scoperto in India un serpente lungo quanto uno scuolabus. Probabilmente pure molto meno letale
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49 sadiche orche assassine stanno scioccando i biologi marini
Gli scienziati conoscono tre distinti ecotipi di orche assassine – offshore, transitorie e residenti – che compongono la popolazione di orche lungo la costa della California e dell’Oregon. Tuttavia un nuovo studio suggerisce, attingendo ai dati raccolti in più di 25 anni, che potrebbe esserci un quarto gruppo in agguato nell’oceano aperto, che mostra attributi fisici, modelli alimentari e strategie di caccia diversi. Lo riporta la rivista scientifica americana Popular Mechanics.
Gli scienziati dell’Università della British Columbia (UBC) hanno probabilmente identificato un nuovo gruppo di orche situato lontano dalla costa della California e dell’Oregon in grado di comunicare con un nuovo «dialetto».
Si tratta di un gruppo di 49 cetacei assassini avvistati durante nove incontri dal 1997 al 2021. Gli scienziati ipotizzano che un nuovo gruppo potrebbe essersi formato in mare aperto, anche se non escludono la possibilità che si tratti di una sottopopolazione di un altro gruppo. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Aquatic Mammals.
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Esistono tre ecotipi di orche, forme distinte all’interno di una specie, che vivono al largo delle coste della California e dell’Oregone: orche residenti, orche dette offshore ed orche transitorie. Queste orche differiscono fisicamente (pinne arrotondate o appuntite, ecc…), comportamentali e alimentari.
I ricercatori ora sostengono che un quarto ecotipo, attualmente ancora senza nome, potrebbe esistere anche più lontano, in mare aperto. Analizzando le 49 orche avvistate in nove incontri, nessuna di loro è stata abbinata a nessuno dei tre gruppi di orche. Ma sono stati i loro crudeli schemi di caccia a stupire davvero i ricercatori.
«In uno dei primi incontri che i ricercatori hanno avuto con un branco di queste orche oceaniche, sono stati osservati mentre affrontavano un branco di nove capodogli femmine adulte, per poi scappare con un esemplare. È la prima volta che le orche assassine attaccano i capodogli sulla costa occidentale», ha detto in un comunicato stampa il primo autore Josh McInnes, uno studente di master alla UBC. «Altri incontri includono un attacco a un capodoglio pigmeo, la predazione di un elefante marino settentrionale e del delfino di Risso [detto anche grampo, ndr], e quella che sembrava essere una pausa post-pasto dopo aver mangiato una tartaruga liuto».
I dati raccolti descrivono questo branco come particolarmente aggressivo nella caccia rispetto alle altre orche. Orche assassine e stragiste – come sempre. Sadiche e infami. Come dimostra un altro particolare interessante.
I ricercatori hanno infatti notato anche un’altra caratteristica comune a quasi tutte le 49 orche: uno schema regolare del morso di un particolare squalo.
Tali cicatrici sono un regalo d’addio dello squalo tagliatore (Isistius brasiliensis), che fornisce un indizio significativo per discernere dove risiede abitualmente questa distinta popolazione di orche. Questi piccoli squali, che non superano mai il mezzo metro, usano labbra succhiatrici e denti appuntiti per lanciarsi sugli animali e poi girano il corpo per lasciare un foro a forma di stampino per biscotti (da cui il nome) dalla preda.
Insomma, la banda di orche sadiche ha il suo «tatuaggio»…
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Il problema delle orche teppiste andrebbe risolto una volta per tutte – e ad ogni latitudine del pianeta.
Renovatio 21 si è occupata varie volte della teppa di orche debosciate che incrocia presso Gibilterra, che ha scatenato qualcosa come un attacco al giorno, con la teppa cetacea a minacciare anche le spiagge spagnuole.
Tuttavia gli esempi del comportamento inaccettabile da parte di questi animali – che mascherano la loro malvagità impadronendosi dei colori del panda, simbolo delle specie protette – non accennano a fermarsi: solo la settimana scorsa a Mossel Bay, in Sud Africa, un’orca assassina ha sbranato dinanzi ad un pubblico umano uno squalo bianco, che è invece davvero una specie protetta dal CITES. La creatura, dopo aver assassinato il pescecane, ne avrebbe consumato pubblicamente il fegato.
Da tempo oramai Renovatio 21 chiede un la creazione di un movimento internazionale per sistemare il comportamento dei cetacei, chiaramente divenuto sconcio, indecente, immorale, scurrile, impudico, dissoluto, licenzioso, depravato, lascivo, volgare, sporco, laido, scostumato, svergognato, lubrico, scandaloso, turpe, disonesto e pericoloso.
Rilanciamo in nostro appello: quosque tandem… Fino a quando gli oceani, e l’umanità, dovranno sopportare lo scandalo di queste bestie prive di pudore?
Quanto ancora dovremmo tollerare i soprusi delle orche assassine, e bastarde, e infami, e maledette, e stronze?
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