Armi biologiche
La Cina aveva ambizioni di armi biologiche molto prima della pandemia

La Cina aveva chiarito le sue ambizioni di armi biologiche molto prima dello scoppio della pandemia di COVID-19, secondo il rappresentante repubblicano dell’Ohio Brad Wenstrup, membro della House Intelligence Committee. Lo riporta Epoch Times.
Wenstrup insieme ai repubblicani del House Permanent Select Committee on Intelligence (HPSCI) ha pubblicato un rapporto sulle origini della pandemia di COVID-19 lo scorso 14 dicembre.
«Il nostro Dipartimento di Stato ha dichiarato in passato, anche nel 2005, che la Cina è interessata alle armi biologiche offensive» ha detto Wenstrup a NTD, media collegato con Epoch Times.
Wenstrup ha anche dato conto del libro intitolato The Unnatural Origin of SARS and New Species of Artificial Humanized Viruses as Genetic Weapons, pubblicato da AMMS nel 2015.
«Il libro descriveva come creare coronavirus SARS chimerici armati, la portata potenzialmente più ampia del loro utilizzo rispetto alle armi biologiche tradizionali e i vantaggi di poter negare plausibilmente che tali coronavirus chimerici fossero stati creati artificialmente piuttosto che presenti in natura», afferma il rapporto.
Il deputato americano, che è anche medico, ha affermato che l’istituto di ricerca militare aveva collaborato anche con l’Istituto di Virologia di Wuhan, l’organismo al centro della teoria sulle origini della pandemia come fuga del patogeno dal laboratorio.
Il Wenstrup ha detto che c’erano «articoli pubblicati con scienziati del Quinto Istituto, così come l’Istituto di Virologia di Wuhan… che combinano i loro militari con le loro altre aree di ricerca».
Ha inoltre indicato uno scienziato del Quinto Istituto dell’Esercito di Liberazione del Popolo, il generale Zhou Yusen, che avrebbe lavorato con l’Istituto di Virologia di Wuhan per anni prima della pandemia.
Secondo Wenstrup, Zhou era interessato alla «ricerca di guadagno di funzione o alla ricerca chimerica».
«In particolare, nella primavera del 2020, quando i casi globali di COVID-19 hanno superato i 7 milioni e i decessi per COVID-19 hanno superato i 400.000, il generale Zhou sarebbe morto in circostanze misteriose», secondo il rapporto del Partito Repubblicano USA.
Wenstrup ha specificamente indicato la morte di Zhou in circostanze discutibili, dicendo: «vogliamo sapere cosa sa la comunità dell’intelligence sul suo lavoro, e anche sulla sua morte prematura e le circostanze che lo circondano».
Il deputato ha poi sottolineato che la Cina ha costantemente fallito nel collaborare alle indagini sulle origini del COVID-19.
«Quando finalmente hanno permesso alle persone di venire in Cina, non le hanno davvero lasciate entrare nel laboratorio e vedere tutto. In effetti, loro [gruppo investigativo] hanno dovuto essere tenuti in quarantena per una o due settimane prima ancora che potessero avere una conversazione», ha detto, riferendosi a un team di scienziati reclutati dall’Organizzazione mondiale della sanità che ha visitato la Cina all’inizio del 2021 per sondare le origini della pandemia.
«E curiosamente, l’unica persona che avrebbero permesso dall’America era un signore di nome Peter Daszak, che era con EcoHealth Alliance, che stava ricevendo finanziamenti NIH [National Institutes of Health, l’ente sanitario nazionale USA, ndr], e poi lavorava con i cinesi sul tipo di ricerca sul coronavirus».
Come riportato da Renovatio 21, anche il deputato dell’Alabama Mo Brooks l’anno passato aveva dichiarato a Fox News che «il COVID è un’arma biologica creata nel laboratorio delle armi biologiche di Wuhan del Partito Comunista Cinese».
Non sono mancate le accuse invertite: un ex segretario politico del presidente malese ha dichiarato a inizio pandemia che il coronavirus era «un’arma biologica americana contro la Cina».
Considerazioni simili furono espresse dal portavoce degli Esteri cinese Zhao Lijian, che si chiese se non fossero stati gli americani a portare il COVID alle Olimpiadi militari di Wuhan dell’ottobre 2019. Il Zhao, già considerato capo della fazione aggressiva della nuova diplomazia pechinese, come noto, è stato rimosso dall’incarico pochi giorni fa.
A inizio pandemia la Cina fu accusata dal Belgio di «bio-spionaggio».
Attualmente non esiste ancora nessun vero meccanismo di verifica per la convenzione sulle armi biologiche.
In Italia a parlare approfonditamente del possibile aspetto «militare» del COVID fu il professor Joseph Tritto.
Come riportato da Renovatio 21, allo scoppio della pandemia l’esercito cinese è arrivato velocemente all’Istituto di Virologia di Wuhan con il generale Chen, 54 anni, virologa militare accreditata in Cina per lo sviluppo di uno spray nasale che ha contribuito a proteggere gli operatori sanitari dalla sindrome respiratoria acuta grave (SARS) nel 2003 e che ha contribuito in modo significativo al trattamento dell’ebola durante l’epidemia del 2014-2016.
Armi biologiche
Elon Musk: ricerca sulle armi biologiche finanziata dall’USAID

L’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) è un’«organizzazione criminale» che ha finanziato la ricerca sulle armi biologiche, compresi progetti che avrebbero portato all’emergere del COVID-19. Lo sostiene Elon Musk.
Il miliardario della tecnologia stava rispondendo a un post su X in cui si sosteneva che i fondi dell’USAID erano stati utilizzati per sostenere la ricerca sull’acquisizione di funzione sui coronavirus presso l’Istituto di Virologia di Wuhano, portando potenzialmente alla creazione del COVID-19.
«Sapevi che l’USAID, usando i TUOI soldi delle tasse, ha finanziato la ricerca sulle armi biologiche, incluso il COVID-19, che ha ucciso milioni di persone?» ha scritto Musk.
Musk non ha fornito ulteriori dettagli sulle accuse, ma nel post a cui ha risposto si legge: «l’inganno della CIA riguardo alle origini del COVID-19 diventa molto più chiaro se si considera la lunga storia dell’USAID come organizzazione di facciata della CIA».
Did you know that USAID, using YOUR tax dollars, funded bioweapon research, including COVID-19, that killed millions of people? https://t.co/YVwyKA7ifs
— Elon Musk (@elonmusk) February 2, 2025
«L’USAID è un’organizzazione criminale», ha scritto Musk in un altro post, rispondendo a un video sul presunto coinvolgimento dell’USAID nella censura di Internet e nel «lavoro illegale della CIA».
USAID is a criminal organization https://t.co/FY7P52XTYC
— Elon Musk (@elonmusk) February 2, 2025
EcoHealth Alliance, un’organizzazione non-profit con sede negli Stati Uniti, è stata al centro di controversie a causa del suo lavoro con il laboratorio wuhaniano.
L’organizzazione ha negato che il suo lavoro riguardasse la ricerca sul guadagno di funzione, ma a maggio 2024, il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti ha sospeso tutti i finanziamenti federali a EcoHealth Alliance, citando preoccupazioni sulla supervisione da parte dell’organizzazione di esperimenti ad alto rischio e sulla mancata segnalazione tempestiva delle attività di ricerca.
Come riportato da Renovatio 21, la CIA ritiene che sia «più probabile» che il COVID-19 abbia avuto origine da una fuga di laboratorio piuttosto che da una fonte naturale, ha affermato il portavoce dell’agenzia il mese scorso dopo la conferma di John Ratcliffe come direttore della CIA.
Il Ratcliffe, candidato alla direzione dal presidente Donald Trump, è stato un fervente sostenitore della teoria della fuga di notizie dal laboratorio, definendola «l’unica teoria supportata dalla scienza, dall’Intelligence e dal buon senso». Dopo la conferma, Ratcliffe ha anche affermato che la valutazione della CIA sulle origini del Covid sarebbe stata «una cosa da primo giorno per me».
USAID ha una storia di finanziamenti per iniziative sanitarie globali, tra cui il programma PREDICT, che mirava a identificare virus con potenziale pandemico e che è stato attivo dal 2009 al 2020 in collaborazione con EcoHealth Alliance. Nel 2021, USAID ha lanciato un programma di follow-up da 125 milioni di dollari noto come Discovery & Exploration of Emerging Pathogens – Viral Zoonoses, ma è stato chiuso prematuramente nel 2023.
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Armi biologiche
La Croce Rossa denuncia: laboratorio contenente virus mortali a rischio nella Repubblica Democratica del Congo

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Armi biologiche
La CIA ora crede al virus fuggito dal laboratorio di Wuhano

La CIA ha riconosciuto che la «teoria della fuga dal laboratorio» è la spiegazione più probabile per le origini del COVID-19. Lo riporta il New York Times.
Sabato il NYT ha riferito che la CIA si è finalmente espressa «a favore» della teoria che la maggior parte del mondo ha già accettato da anni: che il COVID-19 abbia avuto origine nel laboratorio biologico BSL-4 dell’Istituto di virologia di Wuhano alla fine del 2019.
L’agenzia è giunta a questa nuova conclusione senza ricevere ulteriori informazioni dopo che il nuovo direttore della CIA sotto Trump, John Ratcliffe, ha ordinato la pubblicazione dell’analisi avviata sotto Joe Biden.
«Per anni la CIA ha affermato di non avere informazioni sufficienti per stabilire se la pandemia di COVID sia emersa naturalmente da un mercato di Wuhan, in Cina, oppure da una perdita accidentale in un laboratorio di ricerca locale» scrive il quotidiano neoeboraceno. «Tuttavia questa settimana l’agenzia ha pubblicato una nuova valutazione e gli analisti hanno dichiarato di essere ora favorevoli alla teoria del laboratorio».
«Non c’è nessuna nuova informazione dietro il cambiamento dell’agenzia, hanno detto i funzionari. Piuttosto si basa sulle stesse prove che sta masticando da mesi. Tuttavia, secondo fonti a conoscenza del lavoro dell’agenzia, l’analisi si basa in parte su uno sguardo più attento alle condizioni nei laboratori di massima sicurezza nella provincia di Wuhan prima dello scoppio della pandemia».
L’improvviso cambiamento della CIA è degno di nota, dato che nel 2023 un informatore rivelò che l’agenzia aveva corrotto sei dei suoi analisti del team investigativo sulle origini del COVID per respingere la teoria secondo cui il COVID-19 fosse il risultato di una fuga laboratoriale del nuovo coronavirus in Cina, legata a una ricerca congiunta. L’insabbiamento della catastrofe wuhaniana da parte dello spionaggio USA è al centro di un libro di Robert F. Kennedy jr, il quale ha sostenuto che la CIA è coinvolta nel finanziamento del laboratorio.
Il dietrofront arriva appena cinque giorni dopo l’insediamento di Trump e con l’agenzia sotto una nuova guida con Ratcliffe, che ha lasciato intendere che sarebbero state rilasciate ulteriori rivelazioni.
«Come sapete, ho dichiarato pubblicamente che penso che la nostra Intelligence, la nostra scienza e il nostro buon senso ci dicano tutti che le origini del COVID sono state una fuga di notizie all’Istituto di virologia di Wuhan», aveva dichiarato Ratcliffe al sito Breitbart giovedì. «Ma la CIA non ha fatto quella valutazione o almeno non l’ha fatta pubblicamente. Quindi mi concentrerò su questo e guarderò i dati di Intelligence e mi assicurerò che il pubblico sia consapevole che l’agenzia sta per uscire dai giochi».
Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso era emerso che funzionari dell’Intelligence statunitense avrebbero «messo a tacere» i ricercatori che avevano trovato prove che la pandemia di COVID-19 fosse il risultato di una fuga dal laboratorio cinese.
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Immagine di Ureem2805 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International; modificata con immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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