Gender
La Casa Bianca di Trump non pubblicherà una dichiarazione in onore del «Mese del Pride LGBT»
L’amministrazione Trump ha rifiutato di pubblicare un proclama per il «Mese dell’orgoglio» omotransessualista di giugno, discostandosi così dalle celebrazioni annuali della Casa Bianca di Biden.
«Non è prevista alcuna proclamazione per il mese di giugno», ha affermato la portavoce stampa Karoline Leavitt.
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La domanda è arrivata dal conduttore del podcast Alec Lace, che ha fatto riferimento alla proposta della deputata Mary Miller di rinominare giugno «Mese della famiglia» e ha suggerito di riconoscere invece i veterani o la famiglia nucleare.
«Il presidente ha intenzione di fare un proclama?» chiese, «o lo farà solo a giugno di quest’anno?»
Leavitt ha aggiunto che Trump «è molto orgoglioso di essere un presidente per tutti gli americani, indipendentemente da razza, religione o credo».
Spezzoni dello scambio di battute sono circolati ampiamente, dando l’impressione di una posizione a favore della famiglia. Tuttavia la Leavitt non ha dato alcuna indicazione di sostegno a un’alternativa del «Mese della Famiglia».
Nel frattempo, il Dipartimento dell’Istruzione ha ribattezzato il «Mese dell’Orgoglio» come «Mese del Titolo IX», dal nome di una legge creata per proteggere gli sport e gli spazi femminili, messa in discussione di recente dalla partecipazione di transessuali maschi alle gare femminili. Misure simili sono state adottate dall’FBI, dall’esercito e dal Kennedy Center di Trump.
Il silenzio di Trump sul «Mese del Pride» non sembra riflettere una riluttanza a rilasciare proclami politici. Negli ultimi mesi, ha firmato proclami per il «Mese della storia dei neri» e per l’«Education and Sharing Day», in onore del controverso rabbino degli Chabad-Lubavitch Menachem Schneerson, nonostante i preoccupanti insegnamenti razziali e le sfumature mondialista del culto.
Pertanto, saltare una proclamazione del «Mese dell’orgoglio» sembra segnare un contrasto con le campagne annuali a tema arcobaleno di Biden.
Va ricordato che sebbene abbia dimostrato scetticismo nei confronti delle questioni transgender e non abbia mai emesso una proclamazione ufficiale del «Mese dell’orgoglio» durante il suo primo mandato, Trump è stato il primo presidente repubblicano a riconoscerlo, tramite un tweet del 2019 che elogiava il «Mese dell’orgoglio LGBT». Ha anche promosso una campagna globale per depenalizzare l’omosessualità.
Solo pochi giorni fa, il consigliere di Trump, Ric Grenell – egli stesso dichiaratamente omosessuale, già ambasciatore americano in Germania durante il primo governo Trump e ora nominato a un incarico diplomatico di alto livello – si è vantato con Donald Trump Jr. che i repubblicani «anti-gay» saranno ora «cacciati» dal partito, attribuendo personalmente a Trump il merito di aver aperto il partito repubblicano ai «conservatori gay», aggiungendo: «non c’è alcun dibattito sull’uguaglianza».
Grenell, che è coinvolto in progetti immobiliari in Kosovo con il genero ebreo di Trump Jared Kushner, aveva affermato, in uno spot elettorale del 2020, che «il presidente Trump è il presidente più pro-gay nella storia americana».
Richard Grenell : President Trump is the most pro-gay president in American history. I can prove it.” pic.twitter.com/W0vxlowugA
— Maria P (@damadanoite14) June 3, 2023
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Il Grenello, che ha studi ad Harvard (prestigiosissima università ora ai ferri corti con Trump), è stato insignito della «medaglia presidenziale di merito del Kosovo» per la sua opera di mediazione in fatto di commercio tra Kosovo e Serbia. Il diplomatico si distinse come alfiere dell’amministrazione Trump nello sforzo verso la depenalizzazione dell’omosessualità nelle nazioni in cui l’omosessualità era illegale.
Nell’autunno del 2018, il Grenell ha svolto un ruolo diplomatico chiave nella pianificazione dell’arresto di Julian Assange, fornendo garanzie all’Ecuador che il giornalista australiano non sarebbe stato condannato a morte negli Stati Uniti.
Il curriculum di Trump purtroppo può rafforzare la fiducia di Grenell. Da uomo d’affari neoeboraceno, Trump ha sostenuto la modifica del Civil Rights Act per includere l’«orientamento sessuale» e ha mostrato scarso interesse per le argomentazioni morali contro l’omosessualità.
L’amministrazione Trump ha preso una quantità di immediati provvedimenti contro il transessualismo, in particolare nell’esercito e negli sport femminili.
Il presidente americano aveva promesso di «fermare la follia transgender» sin dal primo giorno del mandato.
Come riportato da Renovatio 21, Trump aveva da subito annullato i finanziamenti della Sanità USA per prevenire la gravidanza nei «ragazzi transgender» esortando quindi il Congresso a vietare gli interventi transessualisti sui bambini. Ad inizio mandato aveva lanciato il divieto per l’arruolamento dei transgender nell’esercito, poi attuato dal Pentagono.
A inizio mandato, firmando un ordine esecutivo che impedisce agli uomini di partecipare agli sport femminili, Trump aveva dichiarato che «la guerra allo sport femminile è finita».
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La prima donna primo ministro del Giappone si oppone al «matrimonio» omosessuale
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Il Parlamento austriaco vieta il linguaggio «inclusivo di genere» nelle sue comunicazioni ufficiali
Il presidente del Parlamento austriaco ha vietato l’uso del cosiddetto linguaggio «inclusivo di genere» nelle comunicazioni ufficiali dell’organo legislativo.
Walter Rosenkranz, presidente del Nationalrat (Consiglio nazionale, la Camera bassa del Parlamento austriaco), ha recentemente annunciato che il Parlamento tornerà a utilizzare la forma maschile generica delle parole o, in alternativa, la forma maschile e femminile insieme, come nell’espressione «Gentili signore e signori» («Sehr geehrte Damen und Herren»).
In precedenza, il Parlamento di Vienna aveva adottato una variante ideologica che prevedeva l’inserimento di lettere maiuscole interne, due punti, asterischi o barre all’interno di sostantivi per includere persone di generi diversi, compresi coloro che si identificano come «transgender».
Questo adattamento linguistico, promosso da attivisti di sinistra in molte istituzioni austriache e tedesche, è estraneo alla lingua tedesca scritta. L’Associazione per la Lingua Tedesca ha più volte criticato questo linguaggio «inclusivo di genere», definendolo una «lingua ideologica» che «viola le regole ortografiche vigenti» e cerca di «rieducare» i cittadini. I sondaggi indicano che l’80-90% dei tedeschi rifiuta questo linguaggio ideologico.
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«Come istituzione governativa, dobbiamo rispettare le regole stabilite dal Consiglio per l’ortografia tedesca, l’unica istituzione riconosciuta dal governo», ha dichiarato Rosenkranz al quotidiano austriaco Krone. «Nel 2021, il Parlamento ha anche stabilito una base giuridica nel Piano di promozione delle donne. Voglio che le persone si attengano a questo e non inventino una propria lingua. Perché la vera uguaglianza si ottiene attraverso l’istruzione, le pari opportunità e il rispetto, non con i segni di punteggiatura».
«Il Parlamento è un luogo di democrazia, non di esperimenti linguistici», ha aggiunto. «Torniamo a una lingua che rispecchia lo spirito della Costituzione austriaca: universalmente comprensibile, oggettiva e inclusiva nel senso più autentico».
«Non a caso, il Bundestag tedesco e il Consiglio nazionale svizzero, così come quasi tutti i media stampati, non utilizzano un linguaggio neutro rispetto al genere», ha sottolineato il Presidente del Parlamento.
Le linee guida non si applicano ai discorsi tenuti nel Consiglio nazionale né ai testi presentati dai parlamentari, che, in virtù del loro mandato, sono liberi di redigere i propri documenti come preferiscono.
Rosenkranz, primo Presidente del Consiglio Nazionale austriaco nominato dal Partito della Libertà (FPÖ) è stato eletto dopo che l’FPÖ è diventato il partito più votato alle elezioni nazionali del 2024. Tuttavia, pur avendo ottenuto il maggior numero di voti, l’FPÖ non fa parte della coalizione di governo, poiché non dispone della maggioranza assoluta necessaria e gli altri partiti hanno rifiutato di allearsi con esso.
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Immagine di Gryffindor via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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