Epidemie
La bacchetta di Conte («Direttorazzo, dirigi stoc…»)
Prova d’orchestra è un capolavoro misconosciuto del genio di Federico Fellini. Incrocio tra una pellicola realista e un documentario fantasy, si tratta di uno dei film più metaforicamente icastici della storia del Cinema, portatore di una straordinaria lucidità storica e metastorica.
Nello spazio fatiscente di un vecchio oratorio sconsacrato, che custodisce le vestigia di un luminoso passato («era un antico oratorio sa… là ci sono le tombe di tre papi e sette vescovi…» introduce la voce del copista che apre la scena), sulle pareti affiorano tratti e colori di affreschi sbiaditi, proprio come in tanti palazzi e tante chiese delle nostre città grondanti memorie dei padri.
«Direttorazzo…»
I musicisti arrivano alla spicciolata mentre una troupe televisiva li riprende. Appartengono a una varia umanità tipicamente felliniana, ma condividono tutti, nella loro eccentricità, una propensione anarchica e contestatrice. Coalizzati contro il direttore teutonico, sono l’emblema di una società frammentata e sindacalizzata, non più disposta a riconoscere in alcun modo l’autorità.
La bacchetta magica è come l’anello di Sauron: dà potere ma genera dipendenza, e può corrompere l’animo di chi lo porta
Alcuni orchestrali facinorosi scrivono sul muro «Direttorazzo dirigi Stoc….» mentre tra lazzi, insubordinazioni e stonature, si avverte una serie inquietante di colpi che scuote l’edificio. Nessuno sa di cosa si tratti e nessuno in realtà, pur avvertendone il suono sinistro, se ne cura davvero.
Dopo i singoli musicisti, viene intervistato anche il direttore, che non a caso è un tedesco. Racconta di tollerare quella situazione assurda soltanto grazie alla compensazione dei lussi che si può concedere nella vita: auto sportive, viaggi, case all’estero, una perfino a Tokyo.
Ma poi la sua rassegnazione fa largo a una confessione tanto imprevista quanto struggente. Herr dirigent racconta della prima volta che è salito sul podio e ha alzato la bacchetta; «la musica dell’orchestra nasceva dalla mia mano» dice. Immagato dall’onnipotenza che può scaturire dall’esercizio dell’autorità con un movimento di braccia, descrive all’interlocutore una sensazione esaltante.
Alla fine del film, e all’apice della ribellione degli orchestrali, i colpi proseguono sino a produrre il crollo delle pareti. Fuori si vede il buio, la nebbia, il niente, insieme a un’enorme palla da demolizione in azione contro l’edificio.
Il caos nell’orchestra d’improvviso rientra. Tutti tornano immediatamente all’ordine. Tutti obbediscono ai comandi del direttore sui quali, sempre più urlati, sempre più tedeschi, partono i titoli di coda.
La sindrome del direttore d’orchestra
Il film ha una quarantina d’anni, ma può parlare anche oggi e anche a noi. Sospettiamo che Giuseppe Conte, eletto da nessuno e con una carriera clamorosamente controversa – basti ricordare quando gli attuali alleati piddini, e non solo loro, ne contestavano il curriculum («gravissimo taroccamento» ululava il deputato PD Michele Anzaldi al suo futuro amatissimo premier) – abbia trovato la sua bacchetta da direttore d’orchestra. E l’abbia sperimentata.
Alza la bacchetta, si crea la zona rossa. La rialza, l’Italia è bloccata. Un altro movimento in aria: milioni di persone recluse ai domiciliari
Alza la bacchetta, si crea la zona rossa. La rialza, l’Italia è bloccata. Un altro movimento in aria: milioni di persone recluse ai domiciliari. La sinfonia procede: crescendo di autocertificazioni, basso continuo di supermercati (leggi Coop: l’elettorato va accarezzato anche in emergenza), fiato alle librerie, e a chissà chi vince domani il permesso di lavorare al lotto governativo.
Mentre l’Italia, ai suoi piedi, suona ciò che bacchetta comanda, il direttore, esaltato dal potere del suo braccio, è libero di inventarsi storie di fantasia, insultare gli avversari politici, straparlare di pasque in Egitto, ridurre il Parlamento all’insignificanza: può dire e fare tutto quello che gli passa per la testa. Scopre la sua onnipotenza, si accorge di essere un demiurgo e di poter creare a piacere la musica grazie all’obbedienza degli esecutori.
Qualcuno, giustamente, ha sottolineato la hybris di Colao e della sua accolita tecnototalitaria, che hanno avuto l’ardire di reclamare in via preventiva l’immunità per il proprio operato.
Ma merita ricordare che la pretesa, inaudita, non era inedita. Copiava quella incistata nelle pieghe di uno degli ultimi decreti della raffica che ha colpito i cittadini italiani in queste settimane di blackout democratico e costituzionale, il cosiddetto «Cura Italia»: le varie cariche istituzionali e amministrative, infatti, avevano già tentato di precostituirsi la propria intoccabilità di fronte alla legge dello Stato.
Legibus soluti: come il Re Sole, più che in qualsiasi teocrazia, peggio che nell’assolutismo antico, quando il popolo, almeno, poteva fisicamente riversarsi in strada imbracciando i forconi
Legibus soluti: come il Re Sole, più che in qualsiasi teocrazia, peggio che nell’assolutismo antico, quando il popolo, almeno, poteva fisicamente riversarsi in strada imbracciando i forconi.
A noi oggi, per decreto notturno, è impedito persino di uscire dalla porta di casa. Altrimenti arriva il drone, l’elicottero, il quad, la pattuglia. L’unica parola d’ordine capace di domare gli scagnozzi del potere, a partire dal 25 aprile, pare essere bellacciao. Ma non tutti riescono a pronunciarla.
Superpoliziotti antivirali
Anche le pattuglie hanno avuto in dotazione la loro bacchettina e, vox populi, troppo spesso se ne sono lasciate prendere la mano.
Cittadini ligi e paganti – non parassiti o sovversivi – che per anni hanno visto lo spacciatore offrire la morte ai propri figli nel parco, le prostitute battere per la strada, l’immigrato bullo bivaccare in piazza, oggi sono presi di mira da chi avrebbe dovuto e dovrebbe proteggerli dai pericoli veri.
Cittadini ligi e paganti – non parassiti o sovversivi – che per anni hanno visto lo spacciatore offrire la morte ai propri figli nel parco, le prostitute battere per la strada, l’immigrato bullo bivaccare in piazza, oggi sono presi di mira da chi avrebbe dovuto e dovrebbe proteggerli dai pericoli veri.
La libera esegesi dell’ultimo decreto, attraverso il controllo dell’autocertificazione, dell’uso dei dispositivi prescritti, delle condizioni richieste per l’esercizio di libertà elementari, è diventato il mezzo per infierire sul suddito inerme e già fiaccato dal protrarsi di una innaturale detenzione da parte di chi, al riparo della divisa, pare quasi voler sfogare una carica punitiva repressa e dirompente.
Nessuno dei controllati può avere un’idea di come andrà a finire, alla faccia della certezza del diritto (quale diritto?). «Sei nelle mani di chi trovi davanti» dice un commercialista dal suo ufficio. «Devi dimostrare la necessità… io ho la necessità che se non vengo a prendere i codici in ufficio la gente non paga le tasse. Ma lo devi spiegare alla pattuglia».
C’è da temerla sempre, la sanzione, basta passare in rassegna i video, molti dei quali diventati virali, che si sono riversati sulla rete, percepita come l’unico ed estremo strumento di difesa utilizzabile per resistere in qualche modo ai soprusi dell’autorità.
Almeno immortala i fatti, anche se a quanto pare non è in grado di sortire effetti deterrenti. Tanto che vien da chiedersi quale sia la causa prevalente del morbo che dilaga tra una parte delle forze dell’ordine, se l’arroganza, l’ignoranza, il sadismo.
È successo durante la Messa di Pasqua: la polizia è entrata in una piccola chiesa di provincia durante l’omelia trovando quattro fedeli a debita distanza l’uno dall’altro. Gli agenti hanno avuto la gentilezza di aspettare che la celebrazione finisse, poi hanno chiesto i documenti a tutti.
Il sacerdote ha esibito il decreto con le disposizioni sulle celebrazioni durante la Settimana Santa, dimostrando di esservisi attenuto con scrupolo. Una telefonata in centrale ed è scattata la grazia: niente multe, niente denunce, chissà se i poliziotti il decreto lo avevano letto.
Ad altri sacerdoti e ad altri fedeli non è andata altrettanto bene: nonostante il rispetto delle distanze di sicurezza, nonostante l’esercizio di ogni cautela prescritta, poliziotti armati irrompono in chiesa durante le messe, interrompono il celebrante, lo trattano come un delinquente comune, in evidente spregio al Dio in cui non credono e al codice penale a cui almeno dovrebbero obbedire.
I Cristeros iniziarono la rivolta contro il governo massonico di Calles per molto meno: il presidente messicano emanò un editto con cui pretendeva di decidere lui gli orari delle Messe
I Cristeros iniziarono la rivolta contro il governo massonico di Calles per molto meno: il presidente messicano emanò un editto con cui pretendeva di decidere lui gli orari delle Messe. Ma i contadini Cristeros non erano stati avvelenati dalle catechesi adulterate di una chiesa molle e invertita ed erano molti di più dei post-cristiani di un’Italia privata dell’attitudine al combattimento ed educata alla resa.
La bacchetta della pattuglia, a Pasquetta, si è esibita persino con i membri eletti del Parlamento. Vi sono almeno due i casi di parlamentari diretti a Roma fermati e presumibilmente interrogati, non si è capito se anche multati. Il Presidente del Senato ha censurato l’accaduto, ma ormai è più che un episodio, è una tendenza, quasi una gara di follia.
Italian Graffiti
La bacchetta magica è come l’anello di Sauron: dà potere ma genera dipendenza, e può corrompere l’animo di chi lo porta. Genera una sorta di sadico compiacimento l’esercizio dell’arbitrio verso chi si trova, inerme, in posizione subalterna.
Chi non vede come l’unica legittimazione del potere, protetto da uno strato di poliziotti armati, risieda solo nell’uso della forza e del ricatto?
Il paradosso è che, sopraffatti dall’ignoranza del diritto e travolti da un ebete empito egualitario, abbiamo cancellato l’immunità parlamentare per i rappresentanti democraticamente eletti del popolo italiano, ma ora pensiamo ad elargirla per coprire le scorribande annunciate di opachi consulenti tecnici investiti di superpoteri (i task-forzuti), oltre che a vantaggio degli arconti del MES e della Commissione Europea, legibus soluti in tutto il continente per succhiare il sangue dei popoli.
Chi ha ancora voglia di parlare di democrazia?
Chi ancora può resistere all’idea che i direttori d’orchestra, e coloro che ora dal podio si gustano lo spettacolo, come allo zoo, del cittadino in gabbia spogliato dei propri beni, dei propri diritti fondamentali e delle proprie sacre libertà – di muoversi, di riunirsi, di manifestare il proprio pensiero, di lavorare, di consentire ai trattamenti sanitari – siano i caporali di un enorme disegno totalitario giunto al suo drammatico epilogo?
Chi non vede come l’unica legittimazione del potere, protetto da uno strato di poliziotti armati, risieda solo nell’uso della forza e del ricatto?
Come nella pellicola felliniana, dobbiamo scriverlo sul muro della nuova società pandemica, prima che sia troppo tardi: «Direttorazzo dirigi st…».
E in questa trama paranoica e delirante, l’opposizione, dov’è? Dove sono rintanati i rappresentanti del popolo italiano?
Nel frattempo, la palla da demolizione bussa alle nostre pareti. A quale gru sia attaccata, chi l’abbia costruita e chi la stia azionando, lo possiamo immaginare, ma nemmeno ci interessa troppo.
Come nella pellicola felliniana, dobbiamo scriverlo sul muro della nuova società pandemica, prima che sia troppo tardi: «Direttorazzo dirigi st…».
Roberto Dal Bosco
Elisabetta Frezza
Una versione di questo articolo era precedentemente apparsa su Ricognizioni
Immagine tratta dal film «Prova d’Orchestra» di Federico Fellini
Armi biologiche
Gli USA chiederanno dati sui patogeni in cambio di aiuti sanitari esteri
Gli Stati Uniti chiederanno ai Paesi di consegnare campioni di «agenti patogeni con potenziale epidemico» in cambio del ripristino temporaneo degli aiuti sanitari. Lo riporta il giornale britannico Guardian, citando bozze di documenti governativi.
Il presidente Donald Trump ha tagliato drasticamente tali programmi all’inizio dell’anno, nell’ambito di un ampio sforzo di riduzione dei costi e di riallineamento della politica estera.
Secondo il quotidiano britannico, nei memorandum d’intesa proposti Washington offre a decine di Paesi il rinnovo dei programmi USA per combattere malattie come HIV, tubercolosi e malaria, oltre a «sistemi di sorveglianza e laboratorio e cartelle cliniche elettroniche».
I Paesi partner, tuttavia, dovranno assumere il finanziamento dei programmi entro cinque anni.
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In cambio, saranno obbligati a condividere con gli USA campioni e sequenze genetiche di «patogeni con potenziale epidemico» entro pochi giorni dalla scoperta, si legge nel rapporto.
La bozza non prevede garanzie di accesso ai farmaci eventualmente sviluppati.
«Il modello non offre alcuna garanzia di accesso alle contromisure e conferisce il predominio commerciale a un solo Paese», ha affermato Michel Kazatchkine, membro del Panel indipendente per la preparazione e la risposta alle pandemie, citato dal Guardian. «Minaccia la sicurezza sanitaria, la sicurezza dei dati e, in ultima analisi, la sovranità nazionale».
All’inizio dell’anno Trump ha tagliato i fondi all’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID), in passato principale strumento di Washington per finanziare progetti politici all’estero, inclusi i programmi sanitari. L’agenzia è stata ampiamente vista come strumento di soft power.
L’ex direttrice USAID Samantha Power, che ha guidato l’agenzia sotto Joe Biden, ha ammesso il mese scorso che l’agenzia ha avuto un ruolo decisivo nel mantenere al potere la presidente moldava filo-UE Maia Sandu, tramite i fondi del suo bilancio multimiliardario per gli aiuti all’Ucraina.
Come riportato da Renovatio 21, un anno fa la Duma di Stato russa aveva preparato un appello all’ONU in merito alla presunta attività dei laboratori biologici militari statunitensi in Africa.
Come riportato da Renovatio 21, al momento dei disordini durante la guerra civile sudanese l’OMS lanciato un allarme di «enorme rischio biologico» per un biolaboratorio a Khartoum che era stato attaccato.
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Epidemie
Il senatore Rand Paul chiede i documenti dell’intelligence statunitense sulle origini di Fauci, Baric e COVID
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I documenti pubblicati da Paul includevano interazioni che suggerivano che il SARS-CoV-2 fosse emerso a causa di una fuga di notizie dall’Istituto di virologia cinese di Wuhan, nonostante i virologi coinvolti nelle comunicazioni affermassero pubblicamente che il virus aveva un’origine naturale. Baric era già stato messo sotto accusa per il suo sostegno alla controversa ricerca sul guadagno di funzione e per una rischiosa proposta di ricerca presentata insieme alla dottoressa Zhengli Shi, ricercatrice del laboratorio di Wuhan, ampiamente definita la «Bat Lady» per la sua ricerca sul coronavirus che coinvolge i pipistrelli. Nicholas Wade, ex redattore scientifico del New York Times, ha dichiarato a The Defender: «la richiesta di Paul che le agenzie di intelligence consegnino tutte le informazioni sui loro rapporti con Baric sarà di grande importanza se avrà successo, perché potrebbe aiutare a valutare il grado di complicità del governo statunitense nella catastrofe del COVID».🚨 I’ve sent a letter to ODNI after uncovering new records showing U.S. intel was in contact with coronavirus researcher Ralph Baric as early as 2015. pic.twitter.com/GxuQ5ZDPt8
— Senator Rand Paul (@SenRandPaul) October 30, 2025
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I virologi hanno discusso privatamente la teoria della fuga di laboratorio, ma hanno utilizzato i fondi dei contribuenti per confutarla
Secondo la lettera di Paul, nel settembre 2015, l’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale (ODNI) e la CIA contattarono Baric per discutere di un «possibile progetto» relativo all’«evoluzione del coronavirus e al possibile adattamento umano». Un comunicato stampa dell’ufficio di Paul della scorsa settimana affermava che meno di due mesi dopo, Baric e Shi avevano pubblicato i risultati dei loro «esperimenti congiunti sul coronavirus» sulla rivista Nature Medicine con il titolo «Un gruppo di coronavirus di pipistrello circolanti simile alla SARS mostra il potenziale per l’emergenza umana». Il comunicato stampa afferma che la ricerca è stata finanziata con fondi pubblici provenienti dal programma USAID PREDICT e sovvenzioni dei National Institutes of Health (NIH). Si afferma inoltre che la comunità scientifica riconosce ampiamente che il lavoro prevede esperimenti di guadagno di funzione. Nel 2018, Baric e Shi hanno collaborato alla stesura della proposta DEFUSE, che «cercava finanziamenti per un progetto che includeva piani per inserire un sito di scissione della furina in un coronavirus, sorprendentemente simile a quello che sarebbe poi emerso come SARS-CoV-2 che ha causato il COVID-19». Sebbene la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) abbia respinto la proposta di Baric e Shi, «due anni dopo, all’inizio del 2020, il COVID-19 si è diffuso da Wuhan, la stessa località menzionata nella proposta DEFUSE». «Quando il virus ha iniziato a circolare a livello globale, la stessa cerchia di scienziati che aveva proposto rischiosi esperimenti di guadagno di funzione ha improvvisamente iniziato a consigliare il governo degli Stati Uniti su come reagire», si legge nel comunicato stampa. Nel 2015, il colonnello Daniel J. Wattendorf, allora responsabile del programma per la DARPA, tenne una presentazione alla terza conferenza internazionale sulla salute dell’mRNA in Germania sullo sviluppo di vaccini a mRNA che avrebbero «ridotto i tempi di risposta alle epidemie». Parlò di vaccini basati su DNA e RNA e della tecnologia di trasferimento genico. Wattendorf è ora direttore delle soluzioni tecnologiche innovative nella divisione Salute globale della Fondazione Gates. In un recente post su X, Paul ha fatto riferimento a un’e-mail del gennaio 2020 in cui un individuo non identificato, chiamato «lo Sponsor», chiedeva a Baric di tenere una presentazione sulla “situazione attuale del Coronavirus” durante una riunione del «Gruppo B» la settimana successiva. Secondo la lettera di Paul, il Gruppo B «sembra essere un riferimento al Gruppo di esperti in scienze biologiche dell’ODNI». Il 29 gennaio 2020, Baric rispose inviando via e-mail una copia di una presentazione PowerPoint, che includeva una diapositiva intitolata «Origini». Il Free Beacon ha ottenuto una copia della presentazione da un informatore e l’ha pubblicata oggi. La presentazione includeva una diapositiva che «discuteva la possibilità di un rilascio accidentale» dal laboratorio di Wuhan, «un’ipotesi che è stata poi pubblicamente respinta, etichettata come teoria del complotto e diffamata dal dottor Fauci e dalla sua cerchia ristretta», si legge nel comunicato stampa. Secondo The Free Beacon, un mese dopo Baric tenne una presentazione quasi identica al Congressional Biomedical Research Caucus, ma senza alcun contenuto che suggerisse che il COVID-19 potesse essere trapelato dal laboratorio di Wuhan.Iscriviti al canale Telegram ![]()
Le agenzie di Intelligence «hanno continuato a ostacolare» le indagini sulle origini del COVID
Nella lettera di Paul si chiede a Gabbard di divulgare le comunicazioni dell’intelligence statunitense con Fauci, l’ex direttore del NIH Francis Collins e l’ ex principale collaboratore di Fauci David Morens, che è sotto inchiesta del Congresso per aver utilizzato la sua e-mail personale per discutere di argomenti come le origini del COVID-19, nel tentativo di eludere le norme federali sulla conservazione dei dati. Nella lettera si chiedono anche comunicazioni che coinvolgano Peter Daszak, Ph.D., ex presidente dell’EcoHealth Alliance, che ha ricevuto finanziamenti federali per la ricerca sul guadagno di funzione, e Jeremy Farrar e molti altri virologi di spicco. All’inizio del 2020, Fauci, Collins, Farrar, Daszak e molti altri virologi citati nella lettera di Paul hanno collaborato alla pubblicazione di «L’origine prossimale del SARS-CoV-2». L’articolo, che promuoveva l’origine naturale del COVID-19, è stato pubblicato su Nature Medicine nel marzo 2020 ed è diventato uno degli articoli scientifici più citati dell’anno, nonostante alcuni coautori dubitassero in privato che il COVID-19 fosse un’infezione naturale. L’11 febbraio 2020, Fauci incontrò Baric, secondo una copia del suo programma. Farrar divenne in seguito capo scientifico dell’OMS e ora ricopre il ruolo di vicedirettore generale per la promozione della salute e la prevenzione e il controllo delle malattie. L’ amministrazione Trump sta attualmente indagando per stabilire se gli autori e gli editori di «Proximal Origin» abbiano permesso a Fauci e ad altri di influenzare le conclusioni dell’articolo in cambio di finanziamenti federali. A gennaio, poco prima di lasciare l’incarico, l’ex presidente Joe Biden ha graziato preventivamente Fauci, proteggendolo da procedimenti penali federali per «qualsiasi reato» relativo ai suoi doveri ufficiali, inclusa la sua direzione del National Institute of Allergy and Infectious Disease presso l’NIH. La grazia è retroattiva al 1° gennaio 2014. Secondo Richard Ebright, biologo molecolare della Rutgers University, Ph.D. e critico della ricerca sul guadagno di funzione, quella data è fondamentale per Fauci e il COVID-19. Ha affermato che il 2014 «è la data di inizio del finanziamento NIH AI110964, il finanziamento NIH che ha finanziato la ricerca di Wuhan che ha causato il COVID e che Fauci ha approvato per il finanziamento continuato nel 2015, 2016, 2017, 2018 e 2019, in violazione di una moratoria [sulla ricerca sul guadagno di funzione] nel 2014-2017». Ebright ha aggiunto: «Fauci era consapevole dei rischi e sapeva che le politiche del governo statunitense in vigore dal 2014 al 2019 gli impedivano di correre rischi, ma Fauci, anteponendo il suo ego agli interessi di 7,9 miliardi di cittadini di tutto il mondo, ha scelto di correre i rischi e di violare le politiche». A settembre, i documenti pubblicati da Paul nell’ambito della sua indagine sulle origini del COVID-19 hanno dimostrato che Fauci nel 2020 aveva ordinato ai colleghi di cancellare le email relative al COVID-19, potenzialmente in violazione della legge federale. Paul ha chiesto a Fauci di testimoniare davanti al Congresso entro la fine dell’anno. Nella lettera di Paul a Gabbard si chiede inoltre di includere tutte le email inviate tra gennaio 2012 e il mese scorso da qualsiasi dipendente dell’ODNI che discuta delle origini del COVID-19, di Shi e del Wuhan Institute of Virology, della DARPA e della proposta DEFUSE, del programma PREDICT dell’USAID e dei laboratori biologici nazionali ed esteri «che ricevono finanziamenti o supporto dal governo degli Stati Uniti». Paul ha anche richiesto email riguardanti l’ODNI e l’EcoHealth Alliance. L’anno scorso, il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti ha sospeso tutti i finanziamenti governativi statunitensi per l’EcoHealth Alliance.Aiuta Renovatio 21
Armi biologiche
La polizia americana uccide scimmie fuggite dal laboratorio
La polizia dello stato americano del Mississippi ha localizzato e abbattuto diverse scimmie da laboratorio fuggite martedì da un camion ribaltato.
Un gruppo di primati da ricerca in libertà nel Mississippi è stato rintracciato e soppresso dopo che il veicolo che li trasportava si è capovolto martedì. Gli animali sono stati eliminati perché l’autista aveva erroneamente comunicato alla polizia che erano infetti da patologie come il COVID e costituivano un rischio per l’uomo.
Il Dipartimento dello Sceriffo della Contea di Jasper ha reso noto su Facebook che l’incidente si è verificato martedì mattina lungo l’Interstate 59 vicino a Heidelberg, a circa 160 km da Jackson. Il mezzo trasportava macachi rhesus destinati al National Biomedical Research Center della Tulane University di New Orleans.
Il dipartimento ha riferito che l’autista aveva dichiarato agli agenti che gli animali erano «pericolosi e rappresentavano una minaccia per l’uomo», portatori di malattie tra cui epatite C, herpes e Covid, e che richiedevano l’uso di dispositivi di protezione individuale. In base a tali informazioni, le forze dell’ordine hanno affermato di aver adottato «misure appropriate». I funzionari hanno poi confermato che la maggior parte delle scimmie era stata «distrutta».
🚨🇺🇸 BREAKING: “AGGRESSIVE” LAB MONKEYS ESCAPE OVERTURNED TRUCK IN MISSISSIPPI
Tulane University transport truck crashes on I-59, releasing six 40-pound rhesus monkeys.
Five have been euthanized, one still loose in the woods near Heidelberg.
Sheriff Randy Johnson warns… pic.twitter.com/tqOuOEGuiU
— Mario Nawfal (@MarioNawfal) October 28, 2025
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La Tulane University ha tuttavia precisato che le scimmie non erano di sua proprietà diretta e «non erano infettive». In un comunicato, l’ateneo ha spiegato che i primati appartenevano a un altro soggetto e non erano stati esposti ad alcun agente patogeno. «Stiamo collaborando attivamente con le autorità locali e stiamo inviando un’équipe di specialisti nella cura degli animali per prestare assistenza», ha dichiarato l’università.
L’ufficio dello sceriffo ha riferito che, dopo essere riusciti a entrare nel camion capovolto e a effettuare un conteggio accurato, risultavano in fuga tre scimmie. In seguito ha comunicato che tutte le scimmie evase, eccetto una, erano state abbattute.
Un video girato sul posto mostra casse di legno contrassegnate dalla dicitura «animali vivi» sparse sul bordo della strada, con scimmie che si muovono tra l’erba alta. Lo sceriffo ha reso noto di aver contattato un’azienda specializzata nello smaltimento di carcasse per rimuovere i resti dall’area.
Il macaco rhesus, specie ampiamente impiegata nella ricerca biomedica, pesa generalmente 5-7 kg e misura circa 50 cm di lunghezza. La New England Primate Conservancy li definisce «curiosi» e «molto intelligenti», sottolineando che la specie è altamente adattabile alla convivenza con l’uomo.
Lo scenario della scimmia che scappa dal laboratorio è stata descritto con dovizia di particolari nel film Virus Letale (1995), con Dustino Hoffman, dove appare assolutamente chiara la natura militare della scienza vaccinale e virologica: il famigerato dual use, per cui ciò un virus può essere usato come arma e il vaccino, quindi, come vantaggio definitivo nella guerra biologica – ammesso che il siero funzioni.
La questione dei primati di laboratorio che scappano con virus mortali come l’Ebola è stata esplorata nei romanzi dello scrittore statunitense Richard Preston, definito come il «Tom Clancy della guerra biologica». Il Prestone ha descritto nel libro divulgativo The Hot Zone (1994), poi divenuto serie TV nel 2019, e sui cui la pellicola con l’Hoffman era in qualche modo ispirato.
La sezione del libro chiamata «The Monkey House» narra la scoperta del virus di Reston in scimmie importate a Reston, nello Stato della Virginia, e le misure adottate dall’Esercito USA e dai Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie. La vicenda prende avvio con l’arrivo alla struttura di una partita di 100 scimmie selvatiche. Quattro settimane dopo, 29 di esse sono morte. Il veterinario Dan Dalgard esamina i cadaveri e invia i campioni al virologo Peter Jahrling, dell’Istituto di Ricerca Medica sulle Malattie Infettive dell’Esercito. Sotto il microscopio, Jahrling osserva un virus filamentoso che fa sospettare un’infezione da agente simile al virus di Marburg. Un successivo esame del sangue rivela che si tratta del virus Ebola Zaire. Di fronte a tale evidenza, l’Istituto decide di abbattere tutte le scimmie presenti nella stessa stanza di quelle infette.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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