Connettiti con Renovato 21

Spirito

Il Vaticano approva il rito Maya con danza rituale, turiferari donne e guida laica di parti della messa

Pubblicato

il

Il Vaticano ha approvato il rito della messa Maya, che prevede danze rituali, donne che sostituiscono il sacerdote nell’incensazione dell’altare e la guida laica di alcune preghiere nella liturgia. Lo riporta LifeSite.

 

L’annuncio è arrivato tramite il cardinale Felipe Arizmendi Esquivel, vescovo emerito della diocesi di San Cristobal de Las Casas in Messico e uno dei principali promotori di questo nuovo rito.

 

Scrivendo nella sua rubrica settimanale del 13 novembre, Arizmendi ha rivelato con gioia che il Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti del Vaticano ha «con l’autorità del papa, l’8 novembre di quest’anno, concesso la tanto attesa recognitio di alcuni adattamenti liturgici per la celebrazione della Santa Messa nei gruppi etnici Tseltal, Tsotsil, Ch’ol, Tojolabal e Zoque della diocesi di San Cristóbal de Las Casas».

Sostieni Renovatio 21

L’approvazione del Vaticano è «il riconoscimento ufficiale della Chiesa con cui questi adattamenti vengono approvati come validi e legittimi», ha scritto il porporato. «Sono la liturgia della Chiesa, e non solo usi e costumi visti con sospetto», ha detto in difesa del nuovo rito della Messa del Novus Ordo.

 

Il cardinale Arizmendi ha tenuto a sottolineare l’importanza di questo sviluppo, poiché si tratta in effetti solo del secondo rito di questo tipo approvato dopo il Concilio Vaticano II, l’altro è il rito dello Zaire in Africa.

 

Facendo eco a papa Francesco sull’argomento, l’Arizmendi ha affermato che tali riti «sono una forma di incarnazione della fede in espressioni che sono molto specifiche per queste culture. Non li abbiamo inventati noi, ma abbiamo adottato ciò che vivono e che è in accordo con il rito romano».

 

«Se ci sono deviazioni in alcune usanze indigene, possiamo aiutarle a raggiungere la loro pienezza in Cristo e nella sua Chiesa», ha affermato.

 


LifeSite dà una panoramica della nuova «liturgia maya»: «il rito ora approvato dal Vaticano – come descritto da Arizmendi – è delineato di seguito»:

 

«Danze rituali: Le “danze rituali” erano approvate all’Offertorio, nella preghiera dei fedeli o nel ringraziamento dopo la comunione. Queste, ha detto Arizmendi, sono “semplici movimenti dell’intera assemblea, monotoni, contemplativi, accompagnati da musica tradizionale, e che esprimono la stessa cosa del rito romano, ma in una forma culturale diversa”. “Non cambia il contenuto della Messa, ma il modo in cui viene espresso”, ha affermato».

 

«Le donne incenseranno al posto del sacerdote: le donne svolgeranno il “ministero delle portatrici di incenso” nella messa “al posto del sacerdote”. Dopo che il sacerdote avrà benedetto e imposto l’incenso, la donna incenserà “l’altare, le immagini, il libro dei Vangeli, i ministri e l’assemblea”. A quanto pare non useranno il consueto turibolo, ma piuttosto “un incensiere tipico della loro cultura”. Ciò, ha detto Arimenzi, nasce dall’usanza indigena di far sì che siano solitamente le donne a incensare durante la preghiera».

 

«Guida laica delle preghiere della Messa: la pratica di avere un laico o una laica di “riconosciuta importanza morale” che sarà il “principale”, è stata approvata per “guidare alcune parti della preghiera della comunità”. Questi momenti sarebbero: “o all’inizio della Messa, per iniziare la comunità alla celebrazione, per nominare le intenzioni e per chiedere perdono, o nella preghiera dei fedeli, dopo che il sacerdote ha fatto l’invito iniziale e ha chiuso con la preghiera conclusiva, o dopo la comunione come ringraziamento, che il sacerdote conclude con la preghiera post-comunione”».

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Il cardinale ha attestato che la nuova prassi non significa «togliere il sacerdote dal suo servizio di presidente dell’assemblea, poiché è lui che guida la celebrazione e autorizza questi momenti».

 

La guida laica «promuove e guida la preghiera di tutti», poiché non prega solo a suo nome. «È un altro modo per l’assemblea di partecipare; il contenuto del rito romano non viene cambiato, ma la sua espressione culturale», ha comunicato il cardinale Arizmendi.

 

Il Vaticano stava valutando il testo da luglio 2023, dopo che i vescovi del Messico avevano votato a favore 103-2 durante l’assemblea plenaria del rito dell’aprile 2023. I vescovi del Messico avevano discusso una bozza iniziale, che era stata poi leggermente modificata per la presentazione al Vaticano.

 

Parlando l’anno scorso, il cardinal Arizmendi ha affermato che i vescovi del paese hanno esteso le proposte a «tutti i popoli nativi del Paese», anziché solo a quelli della diocesi di San Cristóbal. Tuttavia, tale permesso nazionale non è stato concesso ufficialmente, anche se in pratica rimane molto improbabile che il rito sarà limitato alle aree delineate dal Vaticano.

 

La giornalista Maike Hickson aveva precedentemente osservato che un rito Maya era già stato praticato nella diocesi di San Cristóbal, in quanto è stato approvato dalla conferenza episcopale messicana.

 

Nella bozza del rito emersa a marzo 2023, il ruolo del «principale» è stato postulato come fondamentale in quanto tale individuo sarebbe «diventato ancora più rilevante durante il periodo di assenza del clero nella nostra diocesi». Tale linea spinge a suggerire cerimonie completamente guidate dai laici come norma in futuro, piuttosto che semplicemente alcune parti della messa.

 

«Non è ancora chiaro dalla descrizione di Arizmendi se il “principale” si impegnerà nella pratica pagana di pregare le quattro direzioni della terra» scrive LifeSite. «La bozza di marzo 2023 ha osservato che “in occasioni speciali questa preghiera può essere riallineata invocando Dio dai quattro punti cardinali”».

 

«Invocare Dio dai quattro punti cardinali implica nella tradizione politeistica Maya: le quattro direzioni della terra (nord, ovest, sud, est) che sono tradizionalmente collegate agli dei. Tuttavia, questo non era presente nella bozza inviata al Vaticano la scorsa estate» continua il sito cattolico pro-life canadese.

 

Tuttavia la teologia pagana rimane sullo sfondo ben evidente. La «danza rituale» menzionata da Arizmendi è stata descritta nella bozza di marzo 2023 in questo modo: «i piedi accarezzano il volto di Madre Terra, compiendo movimenti leggeri. Il volto di Dio viene salutato muovendosi nelle quattro direzioni dell’universo».

Iscriviti al canale Telegram

Secondo quanto riportato, il Sottosegretario del Dicastero, il vescovo Aurelio García Macías, è stato fortemente coinvolto nella stesura del rito. Il prelato aveva dichiarato ai media locali nel marzo dell’anno scorso che il processo è stato «un arricchimento personale per me perché credo che l’esperienza locale di San Cristóbal de Las Casas abbia potuto discernere, abbia potuto studiare, riflettere e possa essere arricchita con l’esperienza universale della Chiesa cattolica».

 

Nel frattempo, un altro rito pagano è anch’esso al vaglio del Vaticano. Il cosiddetto rito amazzonico sta per iniziare un periodo di prova di tre anni più avanti quest’anno. Il rito amazzonico è un prodotto del controverso Sinodo dei vescovi del 2019 sull’Amazzonia, o Sinodo amazzonico.

 

Tra le numerose proposte sollevate dal Sinodo amazzonico e dal suo documento finale vi sono l’apertura dello stato clericale alle donne e l’ammissione al sacerdozio degli uomini sposati, nel tentativo di rendere la Chiesa più attraente per i cattolici della regione.

 

Questo «rito amazzonico» «esprimerebbe il patrimonio liturgico, teologico, disciplinare e spirituale dell’Amazzonia», il che aiuterebbe «l’opera di evangelizzazione».

 

Come riportato da Renovatio 21, riti catto-sciamanici sono stati registrati negli ultimi mesi anche in Nord America.

 

Riti sciamanici del tutto simili, sia pure nella loro versione nordamericana, erano stati fatti in presenza del pontefice durante la sua nefasta visita apostolica in Canada, dove di fatto prese parte ad un rituale di negromanzia in mondovisione: è quello che Renovatio 21 ha definito come il «paganesimo papale».

 

Nel frattempo, il Dicastero per il Culto Divino è stato accusato di attuare una «persecuzione» della liturgia tradizionale in tutto il mondo.

Aiuta Renovatio 21

Va notato come la versione del paganesimo delle Amazzoni a cui ora si vuole avvicinare il rito della Messa è stato negli anni edulcorato e filtrato di tutti i suoi aspetti terrifici.

 

In un lavoro del 2004 intitolato In Darkness and Secrecy: The Anthropology of Assault Sorcery and Witchcraft in Amazonia («Nell’oscurità e nella segretezza: l’antropologia della stregoneria d’assalto e della stregoneria in Amazzonia»), Neil L. Whitehead e Robin Wright sottolineano che «date le motivazioni di auto-miglioramento che hanno portato così tante persone ad una comprensione popolare dello sciamanesimo, due aspetti definitivi dello sciamanesimo in Amazzonia – il sangue (cioè la violenza) e il tabacco – sono stati semplicemente cancellati da tali rappresentazioni».

 

Gli autori confermano con molti aneddoti che lo sciamanesimo è stato tradizionalmente utilizzato per infliggere morte e sofferenza ai nemici oltre che per guarire, e si spingono fino ad affermare che «le pratiche rituali dei guaritori sono intimamente legate agli assalti degli assassini sciamanici e non possono essere comprese separatamente da esse».

 

Come riportato da Renovatio 21, curiosamente al World Economic Forum di Davos dello scorso gennaio si è avuto un momento inquietante quando sul palco è stata chiamata a «benedire» i potenti globali lì riunitisi uno sciamano-donna dell’Amazzonia.

 


Notiamo anche come si sia recentemente assistito ad una sorta di «investitura» pubblica pagano-azteca della nuova presidente messicana, Claudia Sheinbaum, che è di origini ebraiche, ed è in passato finita in polemiche per aver autorizzato la demolizione di una chiesa.

 


Iscriviti al canale Telegram

Torniamo a ripetere che ci troviamo ancora una volta dinanzi a quello che Renovatio 21 a più riprese ha definito catto-paganesimo papaleadulterazione idolatrica se non demoniaca del rito spinta dallo stesso vertice del papato.

 

La chiesa dirige decisamente verso il ritorno del sacrificio umano per gli dèi – cioè l’esatto contrario della Santa Messa, che è il sacrificio divino, il sacrificio di Dio, per gli uomini.

 

Il Sacro Palazzo è invertito. E l’inverso del sacro, cosa è?

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine da Twitter

 

Continua a leggere

Spirito

FSSPX, Tonsure e primi ordini minori del 2025 a Ecône

Pubblicato

il

Da

Il 15 marzo 2025, sabato delle Tempora di Quaresima, mons. Bernard Fellay ha conferito la tonsura clericale a 18 seminaristi della Fraternità San Pio X (un belga, due italiani, undici francesi, due kenioti e due svizzeri). Ha conferito inoltre gli ordini di ostiario e lettore a 14 seminaristi, tra cui un brasiliano, dieci francesi, un italiano, un keniota e un srilankese.       Articolo apparso previamente su FSSPX.News.  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagini da FSSPX.News
Continua a leggere

Geopolitica

Mons. Viganò: «le parole di Zelens’kyj sulla pace sono assurde»

Pubblicato

il

Da

L’arcivescovo Carlo Mario Viganò ha affidato a X un breve commento sulla notizia secondo cui vi sarebbe stato un colloquio tra il presidente ucraino Zelen’skyj e il cardinale Parolin per il rilascio dei prigionieri di guerra.

 

«Le dichiarazioni di Zelens’kyj suonano assurde, quando si considera che è ancora in vigore la legge – firmata dallo stesso Zelens’kyj– che vieta ogni negoziato di pace con la Russia» scrive monsignore.

 

«Suonano ancora più assurde, quando pensiamo che è sempre Zelens’kyj aver promulgato una legge che permette l’espianto di organi anche senza il consenso del donatore (che poi finiscono sul mercato nero in Europa, negli USA e in Israele) e che l’Ucraina non ha mai smesso – nemmeno durante il conflitto – di commerciare bambini con le cliniche per la maternità surrogata» dice Viganò, riprendendo accuse sul traffico degli organi già sentite, soprattutto da parte russa, e verità autoproclamate dagli stessi interessati sulla continuazione dell’utero in affitto.

 


Sostieni Renovatio 21

Poi l’arcivescovo aggiunge una pennellata oscuro ed inquietante: «senza parlare del traffico di minori che alimenta l’élite pedofila occidentale». Su questo tema, con le sue storie diffuse in tutto il mondo, esistono varie voci ma nessuna conferma diretta – solo qualche grande episodio, come quello di Jeffrey Epstein, emerso drammaticamente negli anni, e un mare di situazioni agghiaccianti che spuntano qua e là vicino a grandi potentati e ad organizzazione transnazionali.

 

«Occorre diffidare di chi parla di pace ma sa benissimo che la propria sopravvivenza politica dipende dal protrarsi della guerra e degli enormi finanziamenti che essa assicura» conclude monsignor Viganò.

 

In passato, sempre in merito a Zelens’kyj e la pace, l’arcivescovo aveva parlato del «paradosso» che «appare nella sua evidenza quando vediamo accusare di estremismo un partito cattolico francese e allo stesso tempo inviare armi e aiuti al regime di Zelens’kyj, sostenuto da gruppi neonazisti che praticano la pulizia etnica contro i propri cittadini russofoni, perseguitano i ministri della Chiesa Ortodossa Russa (e anche di quella Cattolica di rito orientale, sul versante ungherese), ostentano svastiche e simboli hitleriani, inneggiano al criminale Bandera e celebrano lo sterminio degli ebrei di cui costui fu responsabile in Ucraina».

 

In un’intervista di due anni fa per Catholic Family News il monsignore lombardo aveva dichiarato che «l’Ucraina agisce come testa di ariete nella proxy war della NATO contro la Federazione Russa, per cui dovremmo anzitutto smettere di considerare Zelens’kyj come un interlocutore negli eventuali accordi di pace: se non ha contato nulla nella dichiarazione di guerra e nel proseguimento delle azioni militari sinora condotte, non vedo quale dovrebbe o potrebbe essere il suo ruolo a un tavolo di pace».

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Continua a leggere

Spirito

Roma emette il verdetto su Maria Valtorta

Pubblicato

il

Da

Il Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF) ha appena reso pubblica la posizione del Vaticano sugli scritti di Maria Valtorta, ponendo fine a mezzo secolo di dibattito sulla natura delle sue visioni e rivelazioni. Tuttavia, non è detto che questa precisazione ponga fine all’aura di cui ancora godono gli scritti della mistica italiano.   Per una volta nell’attuale pontificato, l’organismo romano preposto a garantire l’ortodossia della fede, presieduto dal cardinale Victor Manuel Fernandez, ha appena pubblicato un comunicato per chiarire la posizione della Chiesa su una questione spinosa: quella delle presunte visioni e rivelazioni che Maria Valtorta (1897-1961) avrebbe ricevuto tra il 1943 e il 1951.   Bisogna dire che il materiale è copioso: 122 quaderni composti da 15.000 pagine manoscritte in cui sono descritti con dovizia di particolari interi tratti della vita di Cristo, in parte pubblicati in un’opera intitolata Il Vangelo come mi è stato rivelato.   Nel 1959, il Sant’Uffizio, un lontano predecessore della DDF, pose Il Poema dell’Uomo-Dio nell’Indice dei libri proibiti, provvedimento accompagnato da un commento tagliente su L’ Osservatore Romano che descriveva l’opera come una «vita di Gesù gravemente romanzata». Questa iscrizione, benché revocata nel 1966 con la soppressione dell’Indice stesso da parte di Paolo VI, lasciò un’ombra persistente sulla legittimità degli scritti.   Nel corso dei decenni, personaggi come Gabriel Allegra, Padre Gabriel Roschini e René Laurentin hanno difeso l’opera, vedendola come una ricchezza spirituale e un aiuto alla fede. Più lucido è il cardinale Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ritiene che le visioni di Valtorta non debbano essere considerate di origine soprannaturale, ma un’opera letteraria personale.   Il comunicato stampa del DDF, firmato il 22 febbraio 2025, è stato reso pubblico il 4 marzo, in risposta alle numerose richieste di chiarimenti da parte del clero e della società civile.     Nel testo si legge: «Le presunte “visioni”, “rivelazioni” e “comunicazioni” contenute negli scritti di Maria Valtorta, o comunque a lei attribuite, non possono ritenersi di origine soprannaturale, ma devono essere considerate come semplici forme letterarie utilizzate dall’autore per raccontare, a modo suo, la vita di Gesù Cristo».   L’ex Sant’Uffizio ricorda che la Chiesa aderisce ai vangeli canonici ispirati e non riconosce questo valore normativo a testi apocrifi o simili.   Diversi fattori spiegano questa posizione, che a prima vista può sembrare tardiva. In primo luogo, la continua popolarità dell’opera, alimentata da gruppi di lettura, associazioni come la Fondazione Maria Valtorta e una crescente presenza su Internet, ha indotto alcuni fedeli a supporre erroneamente un’approvazione ufficiale da parte della Chiesa.   Inoltre, analisi teologiche – come quella di padre Guillaume Chevallier – hanno messo in luce alcuni elementi non ortodossi negli scritti del presunto veggente, come una visione di Gesù spesso affettiva o ambigua, rafforzando la necessità di una chiarificazione ufficiale. Più in generale, la DDF è da tempo impegnata in un processo di chiarificazione dei fenomeni mistici.   Resta da vedere se la dichiarazione del 22 febbraio porrà fine alla lunga saga degli scritti di Maria Valtorta, che resta una figura affascinante per molti fedeli, anche se ormai sembra chiaro che i suoi scritti sono più frutto di fantasia letteraria che di rivelazione divina.   Articolo previamente apparso su FSSPX.News.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
  Immagine screenshot da YouTube
Continua a leggere

Più popolari