Animali
I corni di rinoceronte resi «radioattivi» per combattere il bracconaggio. A quando lo stesso tracciamento per gli umani?

Per la prima volta, degli scienziati sudafricani hanno iniettato del materiale radioattivo in corni di rinoceronte vivi. Lo riporta la BBC.
Lo scopo dichiarato è renderlo più facile da individuare ai posti di frontiera. Un retrogusto di fantascienza distopica, tuttavia, si palesa.
Il Sudafrica ospita la maggior parte dei rinoceronti del mondo ed è un focolaio di bracconaggio.
I bracconieri possono ricavare un sacco di soldi dalle corna sul mercato nero, dove il prezzo in peso rivaleggia con quello dell’oro. Le corna sono usate nella medicina tradizionale asiatica, in ispecie in Cina.
Tuttavia, iniettando questo materiale, le corna non possono essere consumate dagli esseri umani. Un ambientalista ha definito questa trovata «la migliore idea» quando si tratta di lotta al bracconaggio.
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James Larkin della University of the Witwatersrand è stato il responsabile del progetto. Ha detto che inietta «due minuscoli chip radioattivi nel corno». Il rinoceronte viene addormentato per le iniezioni, in modo che non senta alcun dolore. Questa operazione viene eseguita presso l’orfanotrofio per rinoceronti del Limpopo, nella zona di Waterberg, nel Paese.
La dose radioattiva rende il corno velenoso per l’uomo. Tuttavia, il Larkin afferma che la dose è comunque sufficientemente bassa da non avere alcun impatto sulla salute dell’animale o sull’ambiente.
Il materiale è destinato a durare cinque anni, il che, secondo gli scienziati, è più economico che scornare gli animali ogni 18 mesi. Questo è il periodo in cui il corno viene tagliato per ridurne il valore per i bracconieri.
Ci sono 20 rinoceronti che prendono parte al progetto Rhisotope. Il signor Larkin dice che verrà loro somministrata una dose «abbastanza forte da far scattare i rilevatori installati in tutto il mondo» ai posti di frontiera internazionali.
Quindi, se un bracconiere cerca di trasportare un corno contenente un chip radioattivo, può essere individuato.
Gli agenti di frontiera spesso hanno rilevatori di radiazioni portatili per trovare merci importate illegalmente. Ci sono anche migliaia di rilevatori di radiazioni installati nei porti e negli aeroporti che saranno allertati da questi chip.
Secondo una stima dell’International Rhino Foundation, in Sudafrica vivono circa 15.000 rinoceronti. A febbraio il ministero dell’ambiente del paese ha affermato che, nonostante gli sforzi del governo per contrastare il commercio illegale, nel 2023 sono stati uccisi 499 rinoceronti, per lo più nei parchi statali. Si tratta di un aumento dell’11% rispetto al 2022.
Rimane, come sempre, una domanda in testa al lettore, se presta davvero attenzione: come è possibile che questa tecnologia di tracciamento applicata ad un animale un domani non sia applicata anche ad un uomo?
Il green pass non è con ogni evidenza il prodromo di un sistema di chippaggio umano universale?
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Immagine di joiseyshowaa via Flickr pubblicata su licenza CC BY-SA 2.0
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Grave crisi nel mondo degli avvoltoi, il Sudafrica si dispera. Mentre continua la violenza razzista contro i bianchi

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Animali
Il Canada vuole eutanasia di massa anche per gli struzzi

Una controversia legata alla gestione di un focolaio di influenza aviaria ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica canadese. Tutto ha avuto inizio nel 2024, quando i proprietari di un’azienda agricola a conduzione familiare nella Columbia Britannica hanno rilevato sintomi compatibili con l’influenza aviaria in alcuni struzzi del loro allevamento. La malattia si è diffusa rapidamente tra gli uccelli, causando la morte di 69 esemplari nel giro di un mese.
Gli struzzi rimasti, tuttavia, non hanno mostrato segni di malattia nei mesi successivi, suggerendo lo sviluppo di una possibile immunità naturale. Nonostante ciò, l’Agenzia canadese per l’ispezione alimentare (CFIA) ha disposto l’abbattimento dell’intero stormo sopravvissuto, considerandolo un rischio per la salute pubblica e per l’industria avicola nazionale.
La decisione ha suscitato una forte reazione da parte della famiglia proprietaria dell’allevamento, che da mesi si oppone al provvedimento attraverso vie legali e mediatiche. La vicenda ha avuto un nuovo sviluppo lo scorso mercoledì, quando la Corte Suprema del Canada ha concesso una sospensione temporanea dell’abbattimento, bloccando l’operazione in attesa di ulteriori decisioni giudiziarie.
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Nonostante la sospensione, gli agenti della CFIA – coadiuvati da oltre 100 agenti di polizia – continuano a presidiare la proprietà, impedendo ogni accesso non autorizzato agli animali. Secondo i proprietari, l’agenzia ha anche vietato loro di effettuare test diagnostici indipendenti sugli uccelli sopravvissuti, con la minaccia di sanzioni che includono multe fino a 200.000 dollari e pene detentive fino a sei mesi per ogni esemplare testato senza autorizzazione.
La CFIA sostiene che la presenza degli struzzi costituisca ancora una minaccia biologica. Tuttavia, alcuni osservatori hanno sollevato dubbi sulle modalità di gestione della situazione. In particolare, è stato segnalato che, nei giorni iniziali dell’intervento, alcuni operatori dell’agenzia sarebbero entrati nell’area senza adeguati dispositivi di protezione individuale, adottando misure di sicurezza più rigorose solo successivamente. Anche le forze dell’ordine, secondo quanto riferito, non avrebbero utilizzato equipaggiamenti protettivi durante le operazioni di sorveglianza.
La famiglia proprietaria della fattoria, denuncia quella che definisce una violazione dei propri diritti. La figlia dei titolari, ha dichiarato: «Non si tratta solo dei nostri struzzi. È una questione più ampia che riguarda i diritti degli agricoltori e la libertà di gestire le proprie terre».
Il caso ha acceso un dibattito pubblico sull’equilibrio tra misure di biosicurezza e diritti individuali, sollevando interrogativi sulla proporzionalità dell’intervento governativo e sulla trasparenza delle valutazioni scientifiche alla base delle decisioni.
Rimane il fatto che il Canada, anche per i grandi pennuti, è capitale dell’eutanasia di Stato che si dirige verso l’eliminazione dei bambini autistici (anche senza consenso dei genitori), i malati mentali in genere, i disabili, i depressi da lockdown, gli angosciati, i poveri – etc. Con contorno di record per le predazioni di organi.
Due anni fa il Canada registrò che una persona su 25 moriva per MAiD, il nome della pubblica eutanasia canadese.
Come riportato da Renovatio 21, un altro caso di eutanasia animale sconvolse gli USA, forse spostando anche qualche voto delle presidenziali: quello dello scoiattolo Peanut, strappato dalle amorevoli braccia del suo addestratore ed eutanatizzato dalle autorità statunitensi.
Perché per il malvagio squirrello che invece terrorizza la California, al momento, non è richiesta la morte di Stato?
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Immagine di Mostafameraji via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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Scoiattolo malvagio terrorizza intero quartiere

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A California neighborhood has been overtaken by an aggressive squirrel that has attacked nearly half a dozen residents. One local woman told @ElisePrestonTV of the moment the squirrel suddenly jumped on her leg and ended up sending her to the ER.
“It was biting and scratching,”… pic.twitter.com/fuwomCV0Xj — CBS Evening News (@CBSEveningNews) September 28, 2025
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