Animali
Orca assassina aggredisce delfino e lo scaglia per aria
Ennesima riprova del momento di turbolenza che vive il mondo delle orche assassine.
Come sa il lettore di Renovatio 21, i cetacei bianconeri hanno fatto notizia sui giornali lo scorso anno a causa di numerosi attacchi a delle barche, in alcuni casi cagionandone l’affondamento e destando grande preoccupazione nel mondo della nautica attorno a Gibilterra.
Le cronache internazionali riportano costantemente di orche assassine che attaccano piccole barche a vela, generalmente utilizzate dai europei abbienti per scopi ricreativi.
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Dal 2020, tali fiere marittime hanno danneggiato navi circa 100 volte nelle acque al largo di Marocco, Portogallo e Spagna, secondo i dati forniti dall’Atlantic Orca Working Group. Alcuni marinai hanno pensato di utilizzare della musica metal nella loro battaglia contro le orche assassine. Uno di loro ha sentito in giro che la musica del metallo pesante, se sparata a tutto volume dagli altoparlanti subacquei. potrebbe scoraggiare l’orrenda serqua di scellerate balene. È stata quindi creata una playlist Spotify condivisa, chiamata «Metal for Orcas», appositamente curata dai naviganti. I risultati paiono essere inesistenti.
Sembra una situazione alquanto comica, ma le orche non arretrano di fronte agli esseri umani, anzi. Diversi mesi fa è stata vista un’orca assassina avvicinarsi addirittura alla riva di una spiaggia affollatissima.
Ora, un nuovo episodio indica che quando non sono impegnate ad assaltare le navi o a ingenerare panico nei turisti, è noto che le orche cacciano i delfini e questo loro comportamento è stato mostrato di recente nelle acque della costa di San Diego.
In un filmato drammatico pubblicato su Instagram, un’orca di grandi dimensioni lancia in cielo uno sfortunato delfino come se fosse una palla da gioco, durante una caccia.
Si tratta di un atto barbaro e crudele, di vero teppismo marino imperdonabile.
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«Questa magnifica creatura, con un peso enorme di 6.000 kg e capace di velocità fino a 56 km/h, mostrava un esempio sorprendente di energia cinetica nel mondo naturale», si legge nella didascalia di accompagnamento pubblicata dalla compagnia turistica Netzero Expeditions, che in origine aveva pubblicato il video. «Durante la sua manovra di caccia, l’orca ha generato l’incredibile cifra di 727.087,87 joule di energia, paragonabile alla forza di oltre 450 pugni di pugili professionisti o di un’auto compatta che si muove a 60 km/h e si scontra con un muro, il tutto concentrato in un unico istante».
La musichetta da banca audio montata in sottofondo dagli autori non mitiga la gravità del gesto. Il delfino, che ammettiamo non provenire da una specie di santi, non sembra divertirsi ad essere utilizzato dal balenottero bullo come una palla da football americano, per niente.
Nella stessa clip, vediamo un’orca tuffarsi in acqua e trascinare il povero delfino nelle profondità marine. Netzero ha anche fatto notare nella didascalia, che il gruppo di caccia alle orche aveva due cuccioli, che si accodavano per vedere e imparare l’arte della caccia.
Quando le orche cacciano, si riuniscono in branchi come i lupi e si comportano come una squadra per abbattere la preda. Oltre ai delfini, è noto che mangiano pesci, calamari, squali, tartarughe marine, pinguini, foche, trichechi e leoni marini.
Esse siedono in cima alla catena alimentare animale oceanica. Secondo calcoli di esperti, vi sarebbero 50.000 orche assassine in tutto il mondo. Ricordiamo come vengono chiamate in lingua anglica: killer whales, «balene assassine». Un motivo ci sarà.
Renovatio 21 reitera l’appello per risolvere questa orrenda minaccia il prima possibile, riportando l’educazione tra le bande di cetacei oramai fuori controllo e la serenità nei rapporti interspecifici.
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Immagine screenshot da Instagram
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Trafficante di droga latitante catturato mentre passeggiava con un delfino morto
A russian man wanted for drug dealing was caught after walking down the streets with a dead dolphin. pic.twitter.com/sSEPZ3Qjg3
— BroSINT 69™ (@osint_69) April 26, 2024
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Animali
Scoperto in India un serpente lungo quanto uno scuolabus. Probabilmente pure molto meno letale
Gli scienziati dell’Istituto indiano di tecnologia Roorkee, in India, hanno pubblicato un articolo sulla rivista Scientific Reports per discutere della loro scoperta del Vasuki Indicus, una nuova specie di serpente gigante, vissuto circa 47 milioni di anni fa nello Stato indiano del Gujarat.
I resti del gargantuesco serpentone sono stati trovati nella miniera di carbone di Panandhro, nella regione di Kutch. Il suo nome è stato scelto in riferimento al luogo del ritrovamento e alla leggendaria creatura simile a un serpente associata alla divinità induista Shiva.
I ricercatori hanno osservato 27 vertebre, per lo più in buono stato di conservazione e alcune delle quali ancora articolate, che sembrano essere state raccolte da un individuo adulto. I pezzi ossei hanno dimensioni comprese tra 37,5 e 62,7 millimetri in lunghezza e tra 62,4 e 111,4 millimetri in larghezza, indicando un corpo ampio e cilindrico.
Sulla base di queste misurazioni, gli scienziati hanno ipotizzato che l’esemplare di Vasuki Indicus di cui facevano parte potesse raggiungere una lunghezza compresa tra 10,9 e 15,2 metri.
«Il team, guidato da Debajit Datta e Sunil Bajpai, ha scoperto i resti fossili della specie, che poteva raggiungere una lunghezza stimata tra gli 11 e i 15 metri, praticamente quanto uno scuolabus» scrive La Stampa.
Tuttavia non è dato sapere quanto letale per l’uomo potrebbe essere stato il rettilone. Sappiamo invece perfettamente quando posso ferire, di questi tempi, il suo termine di paragone, lo scuolabus.
«Autista dello scuolabus ha un malore e muore a Chiavari: aveva appena concluso il giro con i bambini»: Il Messaggero di due settimane fa.
«Incidente a Cittadella: autista di scuolabus ha un malore e va a sbattere contro una corriera». Il Resto del Carlino, 25 gennaio 2023.
La Spezia, maggio 2022: «Malore improvviso per l’autista dello scuolabus, mezzo fa un volo di venti metri». Lo riporta La Città della Spezia.
«Padova, autista di scuolabus muore alla guida». Automoto, ottobre 2023.
Corridonia, provincia di Macerata: «Malore fatale in strada, arrivano i soccorsi e uno scuolabus resta bloccato sui binari mentre arriva il treno». Il Resto del Carlino, il mese scorso.
Ottobre 2023: «Autista di scuolabus ha un malore alla guida: Jessica muore a 15 anni schiacciata dal mezzo». Lo riporta il Corriere Adriatico.
Stati Uniti, aprile 2023: «L’autista dello scuolabus ha un malore: studente di 13 anni prende il controllo del mezzo».
Roma, dicembre 2022: «Scuolabus fuori strada a Roma, paura per 41 bambini: Malore dell’autista». Lo riporta IlSussidiario.net.
Renovatio 21 ha riportato tanti altri casi.
«I ricercatori ipotizzano inoltre che il predatore preistorico cacciasse in modo lento, come le anaconde» scrivono gli scienziati scopritori del serpentazzo indico.
Abbiamo imparato invece che il suo termine di paragone, lo scuolabus, miete vittime all’improvviso.
«Malori improvvisi» del conducente, che rischiano di tirare giù con loro le vite di diecine di bimbi trasportati.
E quindi: cosa è più pericoloso? Il boa preistorico di 15 metri o mandare il proprio figlio a scuola?
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Animali
49 sadiche orche assassine stanno scioccando i biologi marini
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