Nucleare
Armi atomiche, la Russia potrebbe adottare con la Bielorussia un programma di condivisione nucleare in stile NATO
La Russia è sul punto di adottare un’altra politica statunitense sulle armi nucleari?
Dopo aver affermato il 9 dicembre che la Russia potrebbe prendere in considerazione l’adozione della dottrina statunitense dell’attacco preventivo (detta anche First Strike), Putin ha dichiarato alla conferenza stampa congiunta con l’ospite Aleksandr Lukashenko a Minsk il 19 dicembre che la Russia si impegnerà ad addestrare i piloti bielorussi al lancio di armi nucleari russe.
«Ritengo possibile continuare l’attuazione della proposta del presidente bielorusso sull’addestramento degli aerei da combattimento bielorussi che sono già stati rinnovati per il potenziale utilizzo di munizioni aeree con un carico utile speciale», ha affermato il presidente della Federazione Russa.
«Voglio sottolineare che questa forma di cooperazione non è una nostra invenzione. Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno attuato misure simili con i loro alleati della NATO per decenni», ha affermato Putin, riferendosi al programma di condivisione nucleare della NATO.
Secondo il leader russo, «tali misure coordinate sono eccezionalmente importanti a causa della situazione tesa al confine esterno dello Stato dell’Unione», cioè di Bielorussia e Russia.
A giugno, spiega l’agenzia TASS, il presidente bielorusso Lukashenko ha offerto a Putin di adottare misure militari simmetriche in risposta alle azioni occidentali, chiedendo alla Russia di aiutare a potenziare gli aerei militari bielorussi per renderli in grado di trasportare testate nucleari.
Ad agosto, Lukashenko aveva detto ai giornalisti che «è tutto pronto».
Ieri Lukashenko ha risposto a Putin dicendo: «lei ha toccato la questione… dell’addestramento dei nostri equipaggi che possono trasportare armi speciali e munizioni speciali. Devo dire che abbiamo preparato gli aerei. Come si è scoperto, avevamo tali aerei sin dai tempi sovietici, li abbiamo testati nella Federazione Russa. Insieme ai russi, addestriamo equipaggi in grado di pilotare aerei che trasportano questi specifici carichi utili».
Lukashenko ha sottolineato che «questa non è una minaccia per nessuno» osservando di aver affermato in precedenza che Minsk ha «grandi preoccupazioni» per le tensioni sul perimetro dello Stato dell’Unione, principalmente sul confine occidentale.
«Dovremmo proteggere lo Stato bielorusso. Lei ha fatto un passo molto decisivo e importante nel sostenere la Bielorussia», ha detto Lukashenko a Putin.
Nelle loro osservazioni pubbliche non è stata fatta menzione del trasferimento di armi nucleari russe alla custodia bielorussa per un possibile lancio da parte delle forze bielorusse, ma anche tali accordi fanno parte del programma NATO.
Già ad inizio del conflitto ucraino il Lukashenko aveva parlato di III Guerra Mondiale combattuta con armi atomiche.
Come riportato da Renovatio 21, l’énclave baltica russa di Kaliningrad ospiterebbe ora aerei armati di missili ipersonici.
Immagine di Kirill Naumenko via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)
Nucleare
Prima approvazione per il riavvio della centrale nucleare più grande del Giappone
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Si tratta di uno degli impianti più potenti al mondo. L’Autorità di regolamentazione nucleare ha autorizzato la Tokyo Electric Power Company Holdings a caricare carburante nella centrale, nonostante il governatore locale non abbia ancora dato il proprio consenso.
L’Autorità di regolamentazione nucleare del Giappone (NRA) ieri ha autorizzato la Tokyo Electric Power Company Holdings (Tepco) a caricare carburante nucleare nella centrale di Kashiwazaki-Kariwa per la prima volta da quando sono state imposte una serie di restrizioni dopo l’incidente di Fukushima del 2011. Non è però ancora stato concesso il via libera a riattivare il reattore. Il permesso dovrà essere approvato dal governatore della prefettura di Niigata, scrive Jiji Press.
Secondo i piani, ci vorrà circa un mese e mezzo per trasferire e posizionare il carburante, attualmente conservato in una piscina nei locali dell’impianto. In particolare, ha fatto sapere la Tepco, ci vorrà del tempo per testare il sistema di raffreddamento del nucleo di emergenza.
Nel 2017 due reattori della centrale di Kashiwazaki-Kariwa avevano superato i controlli della NAR per il riavvio, poi revocato nel 2021. A marzo di quest’anno la Tepco ha fatto domanda per condurre i test necessari relativi al reattore numero 7. La società prevede anche di condurre test specifici in caso di emergenza e ha annunciato che aumenterà il numero di lavoratori notturni, passando da 8 a 51, e fornirà strumenti di monitoraggio delle radiazioni portatili.
Il governatore di Niigata, Hideyo Hanazumi, non ha ancora fatto sapere se accetterà di riavviare il reattore. Finora ha chiesto che vengano discusse le misure di sicurezza in caso di incidente nucleare, mentre il governo centrale ha cercato l’approvazione dell’amministrazione locale per reintrodurre la produzione di energia nucleare.
Circa 60 persone hanno presentato una lettera di protesta alla Tepco e inscenato una protesta davanti alla stazione di Niigata. Dopo il disastro di Fukushima del 2011. Tutti i reattori nucleari attualmente attivi nel Paese hanno ricevuto il consenso del governo locale per il riavvio. Alcuni sindaci hanno detto di essere a favore del riavvio.
L’impianto a sette reattori si trova tra le città di Kashiwazaki e Kariwa e ha una potenza massima di 8,212 milioni di kilowatt, una delle più potenti centrali nucleari al mondo.
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Nucleare
Gli scienziati di Princeton svelano una svolta nella tecnologia dei reattori per la fusione nucleare. Grazie al litio
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Nucleare
Israele pronto ad attaccare i siti nucleari iraniani
Se Teheran rispondesse all’attacco all’ambasciata di Damasco bombardando Israele, Gerusalemme Ovest lancerà attacchi contro il programma nucleare iraniano. Lo riporta Elaph News, il canale online in lingua araba che opera dal Regno Unito, che cita un anonimo funzionario della sicurezza occidentale.
Due generali della Forza Quds del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) e diversi altri ufficiali sono stati uccisi nell’attacco aereo israeliano sul consolato iraniano a Damasco la scorsa settimana. Il leader supremo dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha promesso che «il regime usurpatore sionista» riceverà in cambio uno «schiaffo in faccia».
Secondo il canale arabo londinese Israele ha addestrato i piloti a colpire «siti sensibili» in Iran, che potrebbero essere quelli coinvolti nel programma nucleare di Teheran.
Il rapporto di Elaph è stato ripreso dal tabloid Sun, che ha pubblicato un elenco di possibili obiettivi israeliani, che vanno dal reattore ad acqua pesante di Arak e la centrale nucleare di Bushehr alla miniera di uranio di Gachin e all’impianto di arricchimento dell’uranio di Natanz. Il Sun ha osservato che un attacco israeliano contro uno qualsiasi di essi segnerebbe una «escalation senza precedenti» nel conflitto in Medio Oriente.
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Gli Stati Uniti «rimarranno a sostegno di Israele» e gli forniranno tutto il supporto, le armi e le attrezzature necessarie per questa missione, ha detto la fonte a Elaph.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha assicurato al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che Washington sarà al fianco di Gerusalemme ovest «in ogni circostanza», ha aggiunto la fonte.
Le forze di difesa israeliane (IDF) hanno già annullato tutti i congedi e iniziato a falsificare i segnali GPS, in preparazione a una possibile rappresaglia iraniana. Diversi media statunitensi, citando fonti di Intelligence americane, hanno riferito che Teheran intendeva utilizzare missili balistici e droni kamikaze per colpire le infrastrutture israeliane – una volta terminato il mese sacro islamico del Ramadan.
«Siate certi, siate certi, che la risposta iraniana all’attacco al consolato di Damasco sarà sicuramente diretta contro Israele», ha detto il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah in un discorso venerdì scorso.
La CNN, d’altra parte, ha citato fonti anonime nello spionaggio USA che avrebbero affermato che è «improbabile» che l’Iran colpisca direttamente per paura di ritorsioni statunitensi e israeliane, e che si affiderebbe invece a vari proxy nella regione – ipoteticamente, Hezbollah e gli Houthi.
Un mese fa Teheran ha accusato lo Stato Ebraico di aver fatto saltare i suoi gasdotti, mentre poco prima Netanyahu aveva pubblicamente dichiarato «stiamo attaccando l’Iran».
Teheran si è impegnata a continuare a sostenere Hamas e altri gruppi palestinesi, ma ha insistito sul fatto che Hamas ha deciso di invadere il territorio israeliano da solo. Nel corso di questi mesi Teheran ha arrestato e giustiziato tre presunte spie del Mossad.
Immagine di Hamed Saber via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generi
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