Necrocultura
Feto in barattolo trovato fra i cespugli. Rito satanico o rifiuto sanitario, è sempre guerra all’Imago Dei

Accade a Bassano, piccola e ricca cittadina in provincia di Vicenza. Il fatto risale ad una settimana fa, ma la notizia, forse perché un po’ scioccante, è stata data solo da poche ore.
Secondo quanto riportato dalle cronache, i carabinieri stavano conducendo un’operazione antidroga, andando a cercare luoghi dove gli spacciatori potrebbero nascondere gli stupefacenti.
Ecco che durante il setaccio, dietro un cespuglio, gli agenti fanno una scoperta agghiacciante: un barattolo, con dentro un essere umano grande quanto il palmo di una mano. Un feto di sei mesi, conservato in un liquido che probabilmente è formalina. Parte la segnalazione alla procura di Vicenza.
«Un feto nel cespuglio. L’ipotesi di riti satanici» è il primo titolo del quotidiano locale, Il Giornale di Vicenza, che parla di possibile «pista del satanismo». «Il timore è che dietro al ritrovamento possa celarsi un mercato clandestino destinato a qualche setta per effettuare riti occulti». Altre testate regionali e nazionali seguono. Non è immediatamente chiaro da dove i giornalisti traggano questa prospettiva.
Buttare lì l’idea che in zona, oltre ai pusher, operi evidentemente una setta diabolica è un po’ tanto da digerire per il cittadino che paga le tasse e compra i giornali per sentirsi protetto e rassicurato.
Ecco che infatti la cosa dura poco. L’indomani, lo stesso giornale titola «Il feto nascosto nel cespuglio a San Giorgio. Sfuma la pista satanica».
«Pochi i dettagli trapelati ieri nell’ambito di questa delicata indagine: il ritrovamento è avvenuto in particolare in contra’ San Giorgio di Bassano e a quanto pare la pista del satanismo, che pure in un primo momento era stata giudicata plausibile per giustificare una presenza tanto macabra, starebbe via via perdendo credibilità, anche perché nei paraggi non sono stati trovati altri indizi, come candele, segni e quant’altro» scrive il seguitissimo quotidiano locale.
La storia, a questo punto, vira su tutt’altro versante, quello della Sanità pubblica, che – almeno sulla carta – è molto meno inquietante. «La procura della Repubblica di Vicenza sta indagando per il reato di illecito smaltimento di rifiuti speciali di tipo sanitario» viene detto, epperò viene respinta l’ipotesi che venga dal vicino ospedale, che nei mesi scorsi avrebbe subito un furto.
Quindi: non sono satanisti, ma nemmeno le strutture sanitarie di zona.
E quindi, da dove viene questo bambino, asportato dal ventre materno quando era quasi considerabile a termine?
La figura umana, a quanto ci è dato di capire, sarebbe integra, e non fatta a pezzi come avviene con i normali aborti chirurgici operati nei nostri ospedali a carichi del contribuente. Perché quindi è conservato nel barattolo?
Il luogo in cui è stato ritrovato non fa pensare in nessun modo ad un tentativo di disfacimento. Perché era stato piazzato in quell’area, in quel cespuglio?
Bisogna considerare che, in fondo, la pratica è più comune di quanto si possa pensare. L’ex ministro e Commissario Europeo Emma Bonino, eterna figura della politica italiana pure candidata da Monti alla Presidenza alla Repubblica, partecipava ad aborti clandestini prima della legge 194/78 – così come l’attuale ministro della Famiglia del governo Meloni, e poi rivendicava l’uso dei barattoli per il feto abortito.
In un’intervista a Neera Fallaci, sorella di Oriana, pubblicata su Oggi nel 1976 la grande amica di George Soros diceva, descrivendo il cosiddetto metodo Karman (quello che aspira il feto, facendolo a pezzi), che «prima di tutto occorre un vaso, ermeticamente chiuso, dove si crea il vuoto e dove finisce il contenuto dell’utero che viene aspirato con la cannula. Io uso un barattolo da un chilo che aveva contenuto marmellata (…) alle donne non importa nulla che io non usi un vaso acquistato in un negozio di sanitari, anzi è un buon motivo per farsi quattro risate».
Ma mica è solo la Bonino – anzi, tanta altra gente ha esibito i feti in un barattolo. Negli anni, molto si è scritto della collezione di stranezze dell’artista americano Joe Coleman, tra cui un feto deforme in vaso di vetro che questi dice di aver adottato con il nome di Junior – di questo bambino in barattolo esiste una foto con un giovane Leonardo di Caprio.
Credo di ricordare, andando dietro di lustri, un qualche libro del giro cattolico italiano, dove si parlava dei feti in barattolo che, se esibiti, possono avere effetti positivi, mostrando macabramente al pubblico delle conferenze che si parla di esseri umani e non di «grumi di cellule» – ho cercato a lungo tra i miei libri, non trovo il riferimento, tuttavia bisogna capire come in anni passati il feto imbarattolato non fosse considerato lo spettacolo rivoltante che è, e nemmeno era così desueto.
E poi diciamo anche: la «pista satanica» finita subito sui giornali di primo può confondere l’osservatore. Gli adoratori del demonio usano feti in barattolo?
Bisogna considerare il luogo. L’Alto Vicentino ha una particolarità: è il luogo dove si erge il Monte Summano.
Non si tratta di una montagnola come le altre: la sua doppia cima, finita pure in alcuni proverbi volgari in lingua veneta, era una calamita per pellegrini dell’antichità pagana, si dice, magari provenienti anche da luoghi lontani.
Gli archeologi hanno trovato quantità di ossa bruciate, e si pensa quindi che il luogo attirasse i roghi votivi. Furono trovate, ad un certo punto, delle monete che rappresentavano una divinità maschile e una femminile, che corrisponderebbero alle due cime, che sarebbero consacrate alle due divinità – una a simboleggiare la fertilità (la femmina ritratta seduto su un trono fatto di piante e serpenti), una invece a rappresentare il mondo degli inferi, da cui l’idea di alcuni che la parola Summano deriverebbe dal latino «Summus Manium», ovvero il più grande dei Mani, cioè degli spiriti dell’oltretomba. Summamus era la divinità etrusca dei tuoni e della notte.
Tuttavia qualche voce sostiene che su quel monte si venerassero divinità ancora più antiche, pre-romane, venetiche: sarebbe il luogo del culto a Reitia, definita potnia theron, «signora delle creature», assimilabile forse a Demetra e Persefone, o la dea della luna e dei boschi Diana. Il cristianesimo, più avanti, avrebbe portato sopra il monte la sua leggenda, raccontando la storia di Sant’Orso, pellegrino dei tempi di Carlo Magno inviato da papa Adriano I ad espiare i suoi peccati, e morto lungo il sentiero proprio sotto il Summano, dando il nome al vicino paesino, che anche oggi si chiama, appunto, Santorso.
In questa storia di mistero dell’Alto Vicentino mi era impossibile non pensare al Summano perché è forte in me il ricordo di quanti nei decenni passati mi raccontavano che il monte era teatro di continui riti satanici. Una signora massoterapista, che purtroppo non è più con noi, mi raccontava di ripetuti ritrovamenti di animali sacrificati lungo il sentiero che porta alle due vette.
«Dovresti vedere quanta roba dopo il giorno dopo dei solstizi» mi diceva, spiegandomi di aver visto negli anni vari resti di riti sacrificali – migliaia di anni fa, come ore, quel luogo è teatro dei medesimi atti…
Ho guardato proprio mentre scrivevo quest’ultima riga in basso a destra dello schermo, e ho visto che, in effetti, oggi è il giorno dopo il solstizio d’estate. Il ritrovamento del barattolo, quindi, per coincidenza è avvenuto in prossimità di questa data considerata così importante dalla spiritualità antica, e non solo.
Il fatto è che la gente sottovaluta la persistenza profonda della «vecchia religione» nel contesto locale, in ispecie in Italia. Per «vecchia religione», espressione usata in alcuni studi vecchi di più di un secolo, si intende, nientemeno, che la stregoneria. Che non è come bizzarra e romantica come la vedete in Harry Potter o nei film con Renato Pozzetto – è oscura e piena di orrore, e soprattutto sta vicino a voi.
Il revival della stregoneria negli ultimi anni, per esempio nella tendenza religiosa chiamata Wicca, si devono a Charles Godfrey Leland (1824-1903), studioso americano di folclore che soggiornò a Firenze nel 1886, dove incontrò una tale Maddalena, cioè una strega, che gli spiegò come il culto delle streghe ancora si tramandasse nell’Appenino tosco-emiliano.
Maddalena trasmise al Leland una serie di pagine che lo statunitense riunì in un libro che chiamò Aradia o il Vangelo delle Streghe, che trabocca di riferimenti contro il Cattolicesimo – tra cui fantasie di omicidio di preti – ed è considerabile a tutti gli effetti come il testo sacro di una contro-religione antigerarchica che ha come oggetto di odio assoluto la Chiesa di Roma. Aradia infatti è il nome di una antica dea venuta sulla terra per insegnare ai contadini delle pratiche magiche che li liberino del giogo della Chiesa. Altri personaggi nominati nel testo esoterico sono la dea romana Diana, il biblico Caino inteso però come figura dai tratti esoterici, e un dio solare chiamato, senza tanto pudore, Lucifero.
I territori italiani, vogliamo dire, potrebbero essere ancora fortemente intrisi dalla stregoneria – in alcuni casi per via di tradizione diretta, di tante «Maddalena» che hanno iniziato altre streghe più giovani, e via così nei secoli e nei millenni.
Ma cosa facevano, quindi, queste streghe autoctone? Una risposta possiamo averla dal Malleus Maleficarum, noto presso il pubblico italiano come Il Martello delle streghe, è un trattato sulla stregoneria scritto nel 1486 dall’inquisitore tedesco Heinrich Krämer (1430-1505), detto anche Henricus Institor, che ha redatto una sorta di manuale per gli inquisitori che avevano a che fare, in ogni parte d’Europa, con la stregoneria.
Leggiamo la Quaestio XI del Malleus: «le streghe ostetriche in diversi modi uccidono nell’utero i concepiti, provocano l’aborto, e se non fanno questo, offrono ai diavoli i bambini appena nati».
Il lettore è libero di mettere in fila tutto quanto come vuole: i feti nei barattoli, gli aborti femministi, gli inquisitori di mezzo millennio fa. Le cronache locali e la «vecchia religione», la stregoneria, invisibile ma ancora viva nelle nostre terre, con i suoi dei crudeli.
Qualcuno dirà: è un volo pindarico, dai, in fondo si tratta «solo» di un feto in barattolo, finito dietro un cespuglio in campagna. Sono cose che succedono, dai.
Sissì, tutto vero. Anzi diremo di più: sono cose che sono già successe, e in misura ancora più inquietante.
Renovatio 21 vi parlò l’anno scorso dell’allucinante caso di Granarolo, in provincia di Bologna. Ricorderete i fatti: un ragazzo fa per caricare dei barili per portarli via da un capannone industriale, al fine di «smaltirli da qualche parte». Ne apre uno, e si rende conto che, in un liquido verdastro, galleggiano dei feti umani. I bidoni sono almeno una quarantina.
Anche lì, lo shock su giornali si attutisce pochissimi giorni dopo. Viene rinvenuta l’origine dei feti, e quindi la dissonanza cognitiva della popolazione si riduce. Dai primi accertamenti parrebbe che i fusti provengano da una struttura universitaria, in particolare una biblioteca di anatomia che li avrebbe conservati per motivi di ricerca» scrive con sicumera il Corriere. Il cittadino sincero-democratico, a questo punto, dovrebbe tirare un sospiro di sollievo. No?
Le aquile giro catto-prolife italico attaccano a dire che bisogna seppellirli – che è tipo guardare il dito se ti indicano la luna. Nessuno fa le domande che vanno fatte.
C’è una denuncia? C’è un’indagine? C’è un’interrogazione parlamentare?
Quanti sono quei bambini?
Da dove vengono? Di chi sono figli?
Cosa significa che erano «conservati per motivi di ricerca»?
Di quali esperimenti sono stati oggetto?
Chi è coinvolto il tutto il traffico sanitario? Aziende pubbliche? Private? Istituzioni?
Passano le settimane, i mesi. Nessuno se ne occupa più, non i politici, non i giornali, non i preti, non il vescovo (quello che tra un tortello pro-islam e l’altro, va in Ucraina per la pace), nemmeno noi – che pure avevamo promesso di tentare di andare a fondo.
Noi, tuttavia, non abbiamo dimenticato, e non potremmo mai farlo. Perché il nostro compito è farvi unire questi puntini.
Quanta distanza credete che ci sia tra quel barattolo nel cespuglio di Bassano e i feti sacrificati per darvi la vaccinazione universale?
Quanto lontani sono quei feti nei barili di Bologna da quelli che vengono squartati e venduti alla ricerca medica in America e ovunque altro?
Quanto distanti sono le streghe dal mondo drogato dalle pozioni mRNA?
La risposta a questo punto dovete darvela da soli.
Tuttavia, considerata cosa tutte queste vittime di sacrifici umani – satanici o scientifici che siano, avevano in comune: ognuno di quei bambini era Imago Dei – ognuno di quei bimbi assassinati, e poi utilizzati come strumento medico o diabolico, era fatto ad immagine di Dio.
Lo abbiamo tanto ripetuto: la storia moderna, vista nello spirito, altro non è che la storia della lotta contro l’Imago Dei. Il fine della Necrocultura, che si è impossessata degli Stati e delle società umane, è quello di distruggere ed umiliare l’Immagine di Dio, cioè l’essere umano.
La cosa, purtroppo, vi riguarda.
Perché potete essere belli o brutti, ricchi o poveri, giovani o vecchi, intelligenti o stupidi, buoni o cattivi, bianchi o neri, colti o ignoranti, forti o deboli, bravi o incapaci, santi o peccatori, ma siete, e sarete sempre, Imago Dei – siete stati creati ad immagine della Divinità. E avete avuto la fortuna di nascere invece che essere sacrificati dalle streghe.
Per chi non lo ha già fatto, è il momento di capirlo: c’è una guerra contro di voi.
Sì, la vostra vita è un capitolo di una guerra cosmica di cui siete parte integrante, e insostituibile.
Svegliatevi. Combattete. Rendete grazie a questo dono che vi è stato fatto, il più sacro che vi sia: la Vita.
L’orrore dei bambini nei barattoli sta a ricordacelo.
Roberto Dal Bosco
Necrocultura
«L’ideologia ambientalista e neomalthusiana» di Vaticano e anglicani: Mons. Viganò sulla nomina del re britannico da parte di Leone

Vale la pena di riprendere le parole dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, che ha scritto su X un testo indicando i veri temi dietro all’assegnazione di una cattedra permanente nella basilica papale a Re Carlo III d’Inghilterra, capo de facto della Chiesa anglicana.
«L’incontro tra il capo della chiesa sinodale e il capo della chiesa d’Inghilterra avrà come punto culminante una preghiera ecumenica per la cura del Creato nella Cappella Sistina, all’insegna della retorica ambientalista del “grido della terra” e della “conversione ecologica”» scrive monsignore.
«Le due autorità supreme delle proprie rispettive “chiese” si riconoscono entrambe nell’ideologia ambiententalista e neomalthusiana del World Economic Forum e dell’Agenda 2030, ed è su questa nuova religione che è impostato il dialogo tra sinodali e anglicani».
L’incontro tra il capo della chiesa sinodale e il capo della chiesa d’Inghilterra avrà come punto culminante una preghiera ecumenica per la cura del Creato nella Cappella Sistina, all’insegna della retorica ambientalista del “grido della terra” e della “conversione ecologica”.… pic.twitter.com/9gBObOg2h9
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) October 21, 2025
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«A confermare la sua continuità con l’ecumenismo conciliare, Leone offrirà a Carlo un “seggio” (con la targa “Ut unum sint”) nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, già teatro dell’indizione del Vaticano II e da allora tempio dell’ecumenismo indifferentista conciliare e sinodale».
«La Fede Cattolica è la grande assente, e non a caso: sarebbe imbarazzante per Leone ricordare i Martiri cattolici massacrati dal monarca poligamo, a cominciare da John Fisher e Thomas More. Immaginate Papa Clemente VII che offre uno scranno in una Basilica Papale a Enrico VIII…» conclude Viganò, ricordando la storica nequizia anticristiana della malvagia monarchia britannica.
Proprio così: il re britannico, ora celebrato dalla Chiesa cattolica, occupa un trono che, dal XVI secolo, dopo lo scisma provocato dal crudele Enrico VIII, ha perseguitato ferocemente i cattolici, giustiziando e scorticando fedeli e sacerdoti (con la loro pelle sono stati rilegati libri ancora oggi esposti) e costringendoli alla clandestinità.
Vogliamo nominare uno degli eroi di questo disastro storico e metastorico: Guido Fawkes, il cattolico che tentò di far esplodere Westminster (definito, secondo una nota battuta della politica britannica, «l’ultimo uomo entrato lì con buone intenzioni») per restaurare un governo cattolico. Tradito, Fawkes fu catturato, torturato e squartato, con le sue parti inviate ai quattro angoli del regno, nonostante avesse accettato le condizioni del re.
Ancora oggi, ogni 5 novembre, in Inghilterra si bruciano le effigi di Fawkes – un re-enactement chiarissimo del rogo dei cattolici. Per ragioni che sembrano legate a logiche dello Stato Vaticano non dissimili a quelle attuali, il simbolo di Fawkes non è stato adottato dai cattolici, ma da gruppi pseudo-anarchici, grazie alla rielaborazione del fumettista Alan Moore nella celebre graphic novel, poi film di discreto successo, V per Vendetta.
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Tuttavia, non si tratta solo di storia antica: ciò che dovrebbe indignare i cattolici è l’appartenenza della dinastia Windsor alla «Cultura della Morte», che promuove – tramandata di generazione in generazione, da Filippo a Carlo, a Guglielmo (che predica la lotta alle famiglie numerose) ed Enrico (che andà all’ONU a criticare la sentenza della Corte Suprema USA che defederalizzava l’aborto) – la riduzione della popolazione e un’avversione verso l’umanità.
L’arcivescovo ricorda la connessione di ambientalismo e malthusianesimo, che sono cifre ideologiche tramandate geneticamente nella famiglia reale inglese. Malthus, come Darwin, sono stati creati dal potere di Albione per giustificare la violenza sfruttatrice usata dall’Impero britannico sul mondo: se gli uomini sono animali, e sono pure troppi, tanto vale procedere con la massima crudeltà possibile. Le carestie genocide in Irlanda e in India sono figlie di questo pensiero, di questa volontà di dominio satanico sul mondo.
Vogliamo ricordare, in questo sens, il padre di Carlo, il principe Filippo, tra i fondatori del WWF e frequentatore di antiche edizioni delle conferenze Bilderberg, il quale si espresse in estrema chiarezza quando dichiarò di volersi reincarnare in un patogeno di modo da uccidere milioni di persone, eliminando quanta più popolazione possibile per il bene dell’ambiente. Un’idea portata avanti strenuamente dal Carlo, che con il Cambiamento Climatico pare avere pure qualche lucroso affare.
Dietro la facciata ecologista, gli Windsor (che non sono britannici e non si chiamano Coburgo Gotha: Windsor è il nome di un villaggio inglese scelto per il rebranding del loro casato germanico, ad usum del popolino anglofono) si rivelano diacronici sostenitori di quella che su Renovatio 21 chiamiamo Necrocultura: una vera e propria Famiglia della Morte. Basta pensare ai casi di Alfie Evans, Charlie Gard, Indi Gregory e molti altri di cui non sapremo mai il nome. Cosa fecero i reale per salvare questi bambini, anche quando le questioni divennero internazionali (con tanto del tentativo, a pensarci bene davvero grottesco, della Repubblica Italiana di dare la cittadinanza ad Alfie per farlo espatriare e poterlo curare).
I bambini, il popolo tutto, per il malvagio potere britannico possono essere sacrificati nell’utilitarismo più mostruoso e assassino del «bestinterest». Del resto, l’utilitarismo è un’altra invenzione filosofica degli inglesi, realizzata sempre all’altezza della sanguinaria conquista imperiale. Il pensiero di Geremia Bentham, come quello di Malthus e più tardi di Darwin, a questo serviva: a disumanizzare il mondo e a rendere possibili sacrifici di minoranze, e persino maggioranza, nel nome del principio del massimo godimento distribuito a certuni dallo Stato. Il sistema sanitario del Regno, con il boost dei giudici della Corona trucidatori di bambini, è improntato a questa logica assassina e genocida.
La storia di Carlo, come noto ma spesso ignorato, non è priva di ombre: dalla controversa morte della principessa Diana ai milioni ricevuti dalla famiglia Bin Laden in buste di plastica. Un anno fa è emerso che nel 1983 l’allora principe di Galles aveva accettato un premio da un veterano nazista, una laurea honoris causa presso l’Università dell’Alberta, in Canada, dove, oramai sappiamo abbondano i rifugiati ucronazisti.
Del resto, una certa passione per la svastica eravi tra gli Windsor, se pensiamo ad Edoardo VIII e alla sua simpatia per Adolfo Hitler, che, secondo gli storici, una volta conquistata la Gran Bretagna aveva in programma di ripiazzarlo sul trono come un Quisling incoronato.
La missione del casato della Necrocultura va oltre, e rivela pagine storiche dense per quanto dimenticate: dalle proto-vaccinazioni dei reali con i relativi danni, all’uccisione del re per eutanasia di re Giorgio (bisnonno di Carlo), dai sospetti di fecondazione artificiale ante-litteram da cui sarebbe nata Elisabetta, all’ambientalismo stragista di Filippo (che, tenetelo sempre a mente, ha fondato il WWF, organizzazione ora proibita in Russia…), dai discorsi di Guglielmo figlio di Carlo sulla sovrappopolazione, agli attacchi contro gli USA che defederalizzano l’aborto fatti da principe Enrico dallo scranno ONU… la lista è pressoché infinita, e davanti a tutto questo cadono le illazioni su Jack lo Squartore.
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Del re Carlo, tanto a lungo «principe» in prima linea per la successione, vanno ricordate anche l’amicizia e le donazioni milionarie di Armand Hammer, enigmatico petroliere americano (per alcuni spia del KGB): quando nel 1988 la piattaforma petrolifera Piper Alpha della Occidental Petroleum esplose a 200 miglia da Aberdeen, causando 160 morti, il futuro re si affrettò a difendere Hammer, che ne uscì indenne. La dinastia Hammer, miliardari ebrei americani di origini russe, vicini al Cremlino per motivi poco chiari, meriterebbe un’indagine a parte, soprattutto dopo le accuse contro il nipote, la star di Hollywood Armie Hammer, che includono presunti stupri e insinuazioni su perversioni cannibalistiche.
Non va dimenticata l’amicizia personale con Jimmy Savile, popolare DJ e conduttore britannico che, secondo accuse emerse dopo la sua morte nel 2011 ma già vociferate da decenni, avrebbe abusato di circa 400 ragazze in scuole e istituzioni psichiatriche di cui era benefattore.
Di recente, forse l’episodio che ha messo in luce la maligna natura della corona britannica è stato il ritratto ufficiale del re presentato nel maggio 2024, un’immagine dai toni infernali, realizzata da un artista noto per collage con riviste pornografiche.
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Nel frattempo, l’odierno malvagio re britannico a Roma riceve il plauso pure dei parlamentari italiani.
In un momento di profonda umiliazione per il popolo italiano, nel suo discorsone alle Camere il re rammentò a tutti l’«importanza» del supporto inglese a Garibaldi, che poi andava ospite dagli inglesi. Chi conosce la vera storia dell’Italia unita non può che sorridere, nell’amarezza più profonda: il re sbatte in faccia agli italiani il fatto che, con il Risorgimento (fiancheggiato e ideato dai britannici), la penisola è divenuta uno Stato vassallo di Londra.
Ora, a infeudarsi con l’infernale potere di Albione non vi è solo la Repubblica Italiana, ma persino il papato.
Una conclusione che, per chi conosce la storia del mondo e della tradizione cattolica, può sembrare sconvolgente, e impone meditazioni di grande profondità.
Vogliamo lasciar andare i pensieri ricordando l’affresco sull’abside di Chiesa di San Paolo dentro le Mura– la principale chiesa degli anglicani ed episcopaliani a Roma.

Immagine di Luca Aless via Wikimedia CC BY-SA 3.0
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L’imponente mosaico fu disegnato dal pittore preraffaellita Edward Burne-Jones, e ha tema apocalittico, con Cristo assiso sul trono della Gerusalemme Celeste. È un Cristo imberbe, dai tratti piuttosto femminili. I Santi sotto Nostro signore hanno i volti di mecenati e personaggi legati all’edificazione della chiesa, mentre a destra vi è il gruppo più interessante, quello dei cristiani a cavallo, dove Sant’Andrea ha il volto di Abramo Lincoln, San Patrizio è il generale Ulysses S. Grant, e San Giacmo è… sì, lui, il terrorista massone anticristiano, ladro di cavalli e marito di bambine, epperò tanto utile agli inglesi, Giuseppe Garibaldi.
È la «chiesa militante», secondo gli scismatici di Albione.

Immagine CC0 via Wikimedia
Sì, per loro Garibaldi è un santo. Chi frequenta quella chiesa adora Cristo sotto l’immagine santificata di colui che più di altri combattè il Regno Sociale di Cristo.
C’è, tuttavia, un dettaglio ancora più esplicito: a fianco di Cristo, nel mosaico si vedono delle nicchie dove sono disposti gli angeli. Vediamo qui Uriele che regge il sole, Michele che appare maestoso in armatura, Gabriele reca il giglio dell’Annunciazione, Chemuel, l’angelo del Graal, stringe nella mano sinistra il calice sacro, Zophiel sorregge la luna.
Tuttavia, alla destra del signore, la nicchia è enigmaticamente vuota. Fu un fedele della chiesa, una volta che la visitati anni fa, a spiegarmene il significato.
«Quello è il posto per l’angelo Lucifero» mi disse, quasi compiaciuto di questa teologia sovvertritrice.
Ora, Lucifero, lo sappiamo bene, non è invitato solo nelle chiese anglicane di Roma.
Roberto Dal Bosco
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Necrocultura
Materialismo e Necrocultura: il disastro italiano nelle relazioni personali

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Gender
Pedofilo omosessuale ottiene un bambino tramite maternità surrogata. Bisogna stupirsi?

La rete si scalda per un caso che cala un tris considerevole: matrimonio gay, pedofilia, utero in affitto. Si aggiungerebbe, in questo caso, anche il crowdfunding. Lo riporta LifeSite.
Un coro di indignazione è esploso sui social media statunitensi dopo che è stato rivelato che un omosessuale registrato come molestatore sessuale dopo essere stato condannato per abusi sessuali su un giovane adolescente, è riuscito a ottenere un bambino tramite maternità surrogata.
L’uomo che ha «sposato» un altro uomo è descritto come un molestatore sessuale di primo livello in Pennsylvania, condannato per «abuso sessuale su minori» e «possesso di materiale pedopornografico». All’epoca insegnante di chimica al liceo, l’uomo era stato arrestato nel 2016 per numerose «esplicite richieste e conversazioni sessualmente esplicite» con uno studente sedicenne, dopo che era stato scoperto per aver inviato 20 foto di nudo e un video sessualmente esplicito di se stesso.
Lo scandalo è esploso dopo che la coppia ha condiviso un video in cui festeggiava le feste con il bambino nato da madre surrogata durante il suo primo anno di vita.
Il giornalista cittadino Derek Blighe ha pubblicato il video su X, osservando: «a meno che non accada un miracolo, questo bambino non ha quasi nessuna possibilità di avere una vita normale».
Il post di Blighe è stato visualizzato ben oltre 11 milioni di volte.
Unless a miracle happens, this child has almost no chance at a normal life. pic.twitter.com/dwwXaH4Nbi
— Derek Blighe (@BligheDerek) July 27, 2025
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«Come fanno dei degenerati malati come questi a ottenere l’approvazione per diventare tutori di un bambino?» ha chiesto l’attivista contro la presenza di transessuali nello sport Riley Gaines. «Per quanto mi riguarda, chiunque sia coinvolto nel processo di approvazione dovrebbe essere in prigione».
How do sick degenerates like this get approved to be the guardian of a child?
As far as I’m concerned, anyone involved in their approval process should be in prison. https://t.co/j8blpeoLGY pic.twitter.com/mqKU0kwnYv
— Riley Gaines (@Riley_Gaines_) July 28, 2025
«Concepire un bambino con l’intenzione di affidarlo a una famiglia senza madre per farlo crescere da queste due creature», ha scritto il commentatore cattolico youtuber Matt Walsh su X. «Assolutamente orribile. Una malvagità indescrivibile».
Turns out this might be a surrogacy situation. That’s even worse. Conceiving a child with the intention of placing him in a motherless home to be raised by these two creatures. Absolutely horrifying. Evil beyond description.
— Matt Walsh (@MattWalshBlog) July 28, 2025
Secondo quanto scrive Lifesite, non solo la coppia è riuscita ad ottenere il bambino nonostante i trascorsi sessuali criminali dell’uomo, ma pare che abbiano utilizzato l’app di crowdfunding GoFundMe per aiutarlo.
«È stato rivelato che una coppia gay che ha finanziato tramite crowdfunding il proprio percorso di maternità surrogata ora ha la custodia di un bambino, nonostante uno dei partner (…) sia stato condannato per reati sessuali su minori, sfruttando una scappatoia della Pennsylvania per la maternità surrogata che aggira le restrizioni statali sull’adozione per i predatori registrati», ha riportato Right Angle News Network su X.
«Orribile», ha scritto l’attivista pro-life Lila Rose, fondatrice di LiveAction. «Dopo la diffusione virale di un video di due uomini che baciavano un neonato acquistato tramite crowdsourcing, fecondazione in vitro e madre surrogata, gli investigatori di internet hanno scoperto che uno degli uomini era un molestatore sessuale registrato».
Horrific.
After a viral video of two men kissing a little baby boy who they bought via crowdsourcing, IVF and a surrogate, internet sleuths discovered one of the men was a registered sex offender.
No vetting process is required for surrogacy. Anyone with money can buy a child.… pic.twitter.com/AkBYxJLy5I
— Lila Rose (@LilaGraceRose) July 29, 2025
«Non è richiesto alcun processo di verifica per la maternità surrogata. Chiunque abbia soldi può comprare un bambino», ha detto Rose. «Non solo questo bambino è stato privato di una madre intenzionalmente, ma non sono stati messi in atto meccanismi di sicurezza per proteggerlo. I bambini non sono merci».
«Vietate la maternità surrogata», ha aggiunto la Rose.
La deputata repubblicana degli Stati Uniti Anna Paulina Luna ha chiesto al procuratore generale della Pennsylvania: «perché a questo molestatore di bambini è consentito adottare un bambino?»
«Il fatto che quest’uomo stia sfruttando una scappatoia che consente l’adozione tramite maternità surrogata, pur essendo un molestatore sessuale registrato, è disgustoso. Dovrebbe essere FUORILEGGE», ha dichiarato.
«Non mi interessa chi sei, qual è la tua razza o il tuo genere: se sei un molestatore sessuale registrato, non ti dovrebbe essere permesso di avvicinarti ai bambini, figuriamoci adottarli», ha detto la Luna.
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Renovatio 21 considera che lo stupore si addice solo a chi fino ad ora ha tenuto gli occhi chiusi: tutti i nodi della Necrocultura sono collegati l’uno con l’altro in modo istituzionalizzato grazie allo Stato moderno: con il diritto all’aborto si crea il diritto alla fecondazione in vitro (che uccide molte più bambini dell’aborto, ma che grazie a questo sono finalmente considerati come sacrificabili), con il matrimonio gay si crea giocoforza il «diritto» alla maternità surrogata, con il «diritto al gender» si apre all’istituzionalizzazione di ogni possibile devianza (come visibile ai gay pride), con l’erosione progressiva di vari tabù: si ricordano gli ammiccamenti a certe manifestazioni riguardo ai bambini delle famiglie normali.
Aggiungiamo che, se fosse vero che l’omosessualità proviene dall’assenza della figura paterna (come sosteneva Sigmund Freud), l’ondata presente è stata creata dalle leggi sul libero divorzio – un’altra legge teratogenetica che andrebbe abolita quanto prima, ma siete dei folli se sperate che i pro-vita dell’establishment provino a dirlo e a farci una battaglia.
A Renovatio 21, invece, abbiamo proprio intenzione di farlo: combattere la Necrocultura in maniera integrale, senza nessun compromesso, e con tutta la forza che abbiamo.
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