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Oligarcato

I visitatori della pedo-isola di Epstein individuati dai dati dei loro cellulari

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Quasi 200 persone hanno effettuato più viaggi nell’isola caraibica del finanziere pedofilo Jeffrey Epstein tra il 2016 e prima del suo arresto definitivo nel 2019. Lo riporta Wired, che scrive di dati ottenuti dalla testata.

 

Il condannato per reati sessuali trafficava minori e donne a Little Saint James, dove invitava anche individui influenti e ricchi, guadagnandosi il soprannome di «isola dei pedofili».

 

Un documento recentemente scoperto da Wired cita dati mobili forniti da Near Intelligence che individuano la posizione di un massimo di 166 potenziali visitatori o vittime, provenienti da tutti gli Stati Uniti e dal mondo.

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Molte delle coordinate mappate da Near Intelligence portano a case multimilionarie negli Stati Uniti. Altri risalgono ad aree a basso reddito dove si sa che le vittime di Epstein hanno vissuto e frequentato la scuola, comprese parti di West Palm Beach, in Florida.

 

La polizia e un investigatore privato affermano di aver individuato circa 40 vittime di Epstein nella zona, ha scritto il quotidiano, aggiungendo che non è ancora chiaro come siano stati raccolti tali dati o per cosa siano stati utilizzati.

 

A gennaio, documenti legali appena pubblicati elencavano circa 100 persone presumibilmente legate a Epstein, tra cui l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton e il principe Andrea della Gran Bretagna. Quest’ultimo ha raggiunto un accordo extragiudiziale con una donna che lo ha accusato di violenza sessuale nel 2022.

 

Epstein è stato infine arrestato nel 2019 e accusato di traffico di decine di minori. Come noto, è morto in attesa del processo in una cella di prigione di Manhattan un mese dopo, e la sua morte è stata ufficialmente dichiarata suicidio.

 

La «madame» di Epstein, Ghislaine Maxwell, è stata giudicata colpevole e condannata a 20 anni dietro le sbarre per traffico sessuale minorile nel 2022. Attualmente detenuta in una struttura a bassa sicurezza, dove pare aver ritrovato la religione del controverso padre – l’ebraismo –sta facendo appello contro il verdetto.

 

Nonostante il giudice abbia ordinato che nel corso del 2024 i nomi di 170 collaboratori del potente pedofilo dovranno essere rivelati, la lista completa dei «clienti» di Epstein non è mai emersa.

 

La grande banca d’affari JP Morgan, che secondo accuse avrebbe gestito un miliardo di dollari per conto dell’oscuro finanziere, ha pagato 300 milioni di dollari per chiudere il caso Epstein.

 

I misteri attorno alla morte e alla vita di Epstein invece che diradarsi sembrano addensarsi sempre più.

 

Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso il fratello di Jeffrey Epstein ha pubblicato una foto dell’autopsia precedentemente non dichiarata, che, a suo avviso, sfata la versione ufficiale secondo cui il suicidio sarebbe la causa della morte.

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Come riportato da Renovatio 21, è emerso che la top model russa Ruslana Korshunova si sarebbe suicidata lanciandosi dal suo appartamento di Nuova York nel 2008, dopo aver visitato la famigerata «pedo-isola» epsteiniana quando aveva solo 18 anni.

 

Due anni fa Jean-Luc Brunel, socio parigino di Epstein esperto in modelle, fu trovato pure lui impiccato in cella.

 

Un anno fa Steven Hoffenberg, finanziere considerato mentore di Epstein, è stato trovato morto nel suo appartamento.

 

Come riportato da Renovatio 21, il caso più inquietante è tuttavia quello di Mark Middleton, ex consigliere di Bill Clinton considerato filo conduttore tra l’ex presidente e il miliardario pedofilo, trovato appeso a un albero con un colpo di fucile al petto all’inizio di maggio 2022 fuori da un ranch in Arkansas. Secondo una testimonianza recentemente pubblicata, una ex massaggiatrice di Epstein avrebbe riferito che l’uomo le ««ha detto una volta che a Clinton piacciono giovani, riferendosi alle ragazze».

 

Nel frattempo emergono dettagli dei progetti sempre più folli – come un vero cattivo dei film di James Bond – dell’Epsteino: oltre ai progetti eugenetici – generare figli dei suoi amici cattedratici considerati «geni» tramite le ragazzine sotto il suo controllo in un ranch del Nuovo Messico – abbiamo visto anche progetti di ricerca di bambini autistici da impiegare in società di raccolta dati DNA e Intelligenza Artificiale. Secondo alcuni Epstein potrebbe anche aver discusso di piani di vaccinazione universale.

 

I rapporti con Bill Gates – che ancora si impalla quando gli chiedono dell’amico – e con tanti altri, nonché le sue relazioni con lo Stato di Israele (l’ex premier Ehud Barak era suo ospite spesso) rimangono avvolti da strati di mistero non ancora penetrati.

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Oligarcato

Melinda lascia bruscamente la Fondazione Gates

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Melinda Gates ha rivelato che si dimetterà dalla carica di co-presidente della Bill & Melinda Gates Foundation.   «Dopo un’attenta riflessione e riflessione, ho deciso di dimettermi dal mio ruolo di copresidente della Fondazione Bill & Melinda Gates, Il mio ultimo giorno di lavoro alla fondazione sarà il 7 giugno» ha scritto la miliardaria su Twitter.   Secondo quanto detto, la donna avrebbe intenzione di concentrarsi sui propri sforzi filantropici, sostenuti da una dote di 12,5 miliardi di dollari.   «Non è una decisione che prendo con leggerezza. Sono immensamente orgogliosa della fondazione che Bill e io abbiamo costruito insieme e del lavoro straordinario che sta facendo per affrontare le ineguaglianze in tutto il mondo» scrive un documento firmato dalla Melinda. «Ci tengo profondamente al tema della fondazione, ai nostri partner in tutto il mondo, e a tutti coloro che sono toccati dal suo lavoro».    

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«Faccio questo passo con piena confidenza che la fondazione è in grande forma, con un CEO estremamente capace, Mark Suzman, il Team di Leadership Esecutiva, e un board di affiliati esperto sistemati per assicurare che tutto l’importante lavoro continuo. È tempo per me di andare avanti nel prossimo capitolo della mia filantropia» dichiara l’ex moglie dell’oligarca dei computer, primo finanziatore privato della sanità globale.   Non poteva mancare la nota parafemminista: «questo è un momento critico per le donne e le ragazze in USA e in tutto il mondo, e coloro che lottano per proteggere ed avanzare l’uguaglianza necessitano urgentemente di sostegno».   «Sotto i termini del mio accordo con Bill, lasciando la fondazione, avrò altri 12,5 miliardi di dollari da impegnare nel mio lavoro per conto delle donne e delle famiglie».   Quando parla di donne e famiglie, la Gates parla di aborto e contraccezione da diffondere in tutta la Terra, argomento di cui ha parlato apertis verbis per anni e per il quale ha operato pubblicamente, per esempio donando tre anni fa 2,1 miliardi alla multinazionale dell’aborto Planned Parenthood.   Come riportato da Renovatio 21, nel febbraio 2022 era emerso che Melinda Gates non avrebbe donato più la maggior parte della sua ricchezza a Bill & Melinda Gates Foundation, apportando una modifica alla lettera di Giving Pledge alla fine del 2021 in seguito al suo divorzio dal co-fondatore di Microsoft Bill Gates, tuttavia all’epoca non ha specificato che sarebbe andata alla Gates Foundation. Il Giving Pledge è una campagna per incoraggiare le persone estremamente facoltose a contribuire con la maggior parte della loro ricchezza a cause filantropiche. A gennaio 2021, l’impegno ha 231 firmatari da 28 Paesi, tra cui David Rockefeller, George Lucas, Ted TurnerMark ZuckerbergPaul SingerRichard BransonElon Musk.   La dotazione della Fondazione Gates supera i 50 miliardi di dollari. A luglio, Bill e Melinda hanno dichiarato che avrebbero impegnato altri 15 miliardi di dollari per la dotazione della Fondazione, che come noto è coinvolta sia scientificamente (con i fondi alla ricerca) che economicamente (perché investitrice di Big Pharma) che mediaticamente (con i programmi finanziati ai giornali di tutto il mondo per centinaia di milioni) politicamente (con le donazioni a enti transnazionali come l’OMS, e la creazione di altri enti come GAVI e CEPI) nel programma sanitario e vaccinale globale.   Come riportato da Renovatio 21, Melinda Gates, sedicente cattolica, ha per anni perorato e finanziato la causa dell’aborto – chiamato con l’eufemismo orwelliano «Controllo delle nascite» – specie nel Terzo Mondo. Nelle sue conferenze, Melinda parlava della necessità globale della contraccezione. Esiste ancora un TED piuttosto esplicito.  

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Il tema della riduzione della popolazione umana fu quindi mixato dalla Gates con quello della catastrofe pandemica: «le prime stime suggeriscono anche che la pandemia causerà 49 milioni di donne in più senza contraccettivi, portando a 15 milioni di gravidanze non pianificate» aveva detto in una intervista concessa a La Stampa e ad altri due giornali internazionali.   Se i Gates sino a qualche lustro fa non parlavano d’altro che di riduzione della popolazione – magari a cene organizzate con i Rockefeller e i Soros, come ricordato da Renovatio 21 – risulta difficile credere che la vecchia idea non sia in qualche modo implicata nella loro nuova crociate miliardaria per la vaccinazione universale.   Durante la quarantena mondiale Melinda aveva preso parte ad incontri internazionali con i leader dei Paesi europei, poi sfociati nel mastodontico finanziamento pubblico pluriennale (287,5 milioni di euro) anche da parte del governo italiano – il Conte bis – al GAVI, l’alleanza per i vaccini creata dai Gates.   Il divorzio tra Bill e Melinda, è stato ipotizzato, potrebbe essere stato provocato anche dal non ancora chiaro rapporto tra Bill e il pedofilo sedicente finanziere (ma quasi sicuramente asset di qualche servizio segreto) Jeffrey Epstein. Come visto in una recente intervista TV, nominare Epstein è qualcosa che imbarazza ancora molto il Bill.   È finito sui giornali che l’Epstein presentò a al Gates una giovane giocatrice di Bridge russa, ma i contorni della storia sono oscuri, lasciando gli osservatori a fare solo ipotesi: si trattava di un tentativo di ricatto, secondo il classico schema dell’enigmatico finanziere pedofilo?   Secondo quanto riportato dal quotidiano norvegese DN Masinet, Epstein avrebbe partecipato a un incontro del 2013 con Bill Gates e potrebbe essere stato determinante per stabilire connessioni tra Gates e un think tank coinvolto nella produzione di vaccini. L’articolo di DN afferma che la Bill & Melinda Gates Foundation ha risposto alle domande affermando che «la Fondazione non ha mai avuto rapporti finanziari con Epstein».   La bizzarra amicizia emersa grazie ad un exposé del New York Times e riemersa con il divorzio dei Gates porta a speculazioni sulla sua natura e i suoi contenuti: Renovatio 21 si è chiesta se, più che le donne, ad unire i due non fosse la prospettiva dell’eugenetica.   L’argomento dell’eugenetica era discusso apertamente da Bill e la moglie Melinda dentro e fuori della loro Fondazione; era il tema preferito prima di quello delle Pandemie e dei vaccini, che del controllo della popolazione è diretta conseguenza.

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Immagine di DFID – UK Department for International Development via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic      
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Controllo delle nascite

Oligarcato e Necrocultura: il capo di BlackRock elogia la depopolazione e la sostituzione degli umani con le macchine

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Sorprendenti ammissioni del CEO di BlackRock Larry Fink durante un evento del World Economic Forum organizzato la scorsa settimana in Arabia Saudita.

 

L’incontro speciale del WEF – chiamato s Special Meeting on Global Collaboration, Growth and Energy for Development – comprendeva 50 sessioni attorno a tre temi principali: crescita inclusiva; collaborazione globale; ed energia per lo sviluppo. «Nel corso di due giorni, 1.000 leader globali ed esperti provenienti da governi, imprese e società civile si sono riuniti per discutere su come affrontare le più grandi questioni che affliggono il mondo» scrive il sito del gruppo estremista di Klaus Schwab.

 

Fink, alto papavero dell’oligarcato mondiale, è un habitué di Davos, dove negli anni si è fatto notare per considerazioni notevoli come l’accelerazione dell’abolizione del contante favorita dalla guerra in Ucraina.

 

Il presidente di BlackRock – fondo di investimenti che ha asset in gestione per 10 trilioni di dollari, secondo alcuni al centro della crisi energetica globale – ha parlato in una sessione chiamata «Investing in a Global Fracture» («Investire in un contesto di frattura globale») trattando di stimoli fiscali e dell’innovazione per creare un «ciclo di investimento molto ampio».

 

Il sito del WEF, tuttavia, non riporta come il Fink sia finito a parlare, in termini che sembrano elogiativi, della contrazione della popolazione in rapporto all’ascesa dei robot, un fenomeno da lui associato ad una futura fase di benefizio economico.

 

«Posso sostenere l’idea dei Paesi con la popolazione in contrazione» attacca il Fink, per poi cercare di inquadrare meglio la questione per partire con il suo pensiero all’apparenza controintuitivo.

 

«È qualcosa di cui non si è ma parlato, sapete, siamo abituati a pensare che una popolazione in contrazione è la causa di una crescita negativa, ma nelle mie conversazioni con i leader… questi grandi Paesi sviluppati che hanno leggi xenofobiche per l’immigrazione che non permettono a nessuno di entrare con popolazioni che si restringono… questi Paesi sviluppano rapidamente la robotica e la tecnologia dell’Intelligenza Artificiale».

 

«Se la promessa di tutto questo – e non sto dicendo che succederà – trasforma la produttività, cosa che la maggior parte di noi pensa farà, saremo in grado di elevare lo standard di vita dei Paesi e degli individui, anche con popolazioni in contrazione».

 

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«Il paradigma della crescita negativa della popolazione sta per cambiare» afferma il Fink. «E i problemi sociali che si avranno sostituendo gli umani con le macchine sarà molto più facile in quei Paesi che hanno la popolazione in declino».

 

L’uomo a capo del più grande ammasso di finanza della storia vi sta dicendo che accetterete la Cultura della Morte: perché siete senza bambini e sempre più dipendenti dai robot.

 

I paperoni ve lo dicono in faccia: si perderà ogni tabù rispetto alla Necrocultura, l’infertilità sarà considerata un fattore di benessere sociale.

 

Siamo davanti alla prospettiva, davvero, all’incubo totalitario della sterilità (e, per corollario, dell’omosessualità) come obbligo inflitto alla società dallo Stato, come nel romanzo di Anthony Burgess Il seme inquieto (1962). Il cambio di paradigma è annunciato: nulliparo e robotico è bello, è giusto, è obbligatorio.

 

Se pensavate che il green pass fosse l’attacco finale alla vostra sovranità biologica (e famigliare, spirituale) vi sbagliavate di grosso.

 

La Necrocultura è oramai slatentizzata, pure nelle parole dei suoi corifei miliardari.

 

Preparatevi a difendere la vostra prole, a proteggere la vostra stessa capacità di generare la vita umana. Perché, giocoforza, contro di esse vi scateneranno lo Stato moderno e – non è più un film di fantascienza – orde di robot a quattro zampe, a due zampe, a quattro eliche che vi toglieranno il lavoro, vi sorveglieranno, vi daranno la caccia, vi staneranno, vi uccideranno.

 

Preparatevi, contro la Necrocultura degli oligarchi e le sue macchine, a difendere l’umanità – a cominciare dalla vostra.

 

Roberto Dal Bosco

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Oligarcato

Soros finanzia le proteste universitarie filopalestinesi in America

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Diversi gruppi studenteschi che hanno organizzato accampamenti di protesta nelle principali università statunitensi hanno ricevuto denaro dall’attivista miliardario George Soros, ha riferito venerdì il New York Post.   Le proteste iniziate all’inizio di questo mese alla Columbia University di New York City si sono poi diffuse in 40 università e college negli Stati Uniti e in Canada, tra cui Harvard, Yale e UC Berkeley. La protesta in Colombia è stata organizzata da Students for Justice in Palestine (SJP), Jewish Voice for Peace (JVP) e Within Our Lifetime.   Tutti e tre hanno ricevuto finanziamenti dalla Open Society Foundations di Soros attraverso una rete di organizzazioni no-profit, ha affermato il giornale neoeboraceno, citando la propria ricerca. Altri importanti donatori ai gruppi studenteschi furono identificati come il Rockefeller Brothers Fund e l’ex banchiere di Wall Street Felice Gelman.

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L’organo di informazione ha anche nominato tre «membri» della Campagna statunitense per i diritti dei palestinesi (USCPR), finanziata da Soros, che hanno pagato diverse migliaia di dollari per organizzare campagne nel campus. Due di loro sono ex stagisti per i democratici del Congresso.   Gli attivisti hanno chiesto che le università americane, che hanno enormi fondi impegnati in borsa, «disinvestano» da aziende come Amazon, Google e Microsoft, nonché Lockheed Martin, che hanno contratti con il governo israeliano. Vogliono anche che il governo degli Stati Uniti smetta di fornire risorse a Israele, citando il suo «genocidio» dei palestinesi a Gaza.   Il leader del gruppo filo-israeliano Anti-Defamation League, Jonathan Greenblatt, ha attribuito le proteste ai «delegati nei campus» dell’Iran in un’intervista con MSNBC questa settimana.   Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che «folle antisemite hanno preso il controllo delle principali università» negli Stati Uniti e chiedono «l’annientamento di Israele», paragonando i manifestanti ai nazisti tedeschi negli anni Trenta e ha detto che le loro azioni dovevano essere «condannate e condannate inequivocabilmente».   I rapporti tra Soros e Netanyahu sono tesi da decenni.   Come riportato da Renovatio 21, molti segni facevano proprio pensare che l’anno scorso, durante le proteste massive contro le riforme giudiziarie del governo Netanyahu, in Israele fosse in corso una «rivoluzione colorata» del tipo utilizzato dagli americani (con l’aiuto, in genere persistente, di George Soros e delle sue fondazioni «filantropiche») i per i tentativi di regime change in Paesi di tutto il mondo a cavallo tra gli anni Novanta e i 2000.   A quel tempo, il figlio di Netanyahu, Yair, ha affermato che il Dipartimento di Stato americano era «dietro le proteste in Israele, con l’obiettivo di rovesciare Netanyahu, apparentemente per concludere un accordo con gli iraniani».   Come noto, il ragazzo qualche anno fa pubblicò un meme, incredibilmente definito come «antisemita» pure dalla stampa italiana, che ritraeva George Soros come puparo del mondo.  

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Lo scontro nelle università americana sulla questione palestinese ha provocato sconquassi inaspettati, come nel caso del rettore di Harvard, la donna di colore Claudine Gay, costretta alle dimissioni dopo essere stata accusata di non aver contenuto l’odio anti-israeliano nel campus.   La Gay, che ha rappresentato il più breve rettorato nella storia del prestigioso ateneo americano (si era insediata nel luglio precedente) era stata trascinata in polemiche accesissime con scavo ossessivo sul suo operato, fino a trovare segni di plagio in alcuni suoi lavori.   Le proteste anti-Israele nei campus USA sembrano una continuazione della campagna BDS (Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni), una campagna globale avviata nel 2005 da 171 ONG palestinesi, che coinvolse moltissime facoltà, professori e studenti, al punto che nel 2014 il ministro delle finanze israeliano Yair Lapid disse che i boicottaggi stavano portando Israele nella situazione internazionale del Sudafrica prima della fine dell’apartheid.   38 stati hanno approvato progetti di legge e ordini esecutivi volti a scoraggiare il boicottaggio di Israele. Separatamente, il Congresso degli Stati Uniti ha preso in considerazione una legislazione anti-boicottaggio in reazione al movimento BDS.

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Immagine di Can Pac Swire via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
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