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Militaria

Nuovi droni militari britannici opereranno in Ucraina

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Il ministero della Difesa britannico ha presentato droni avanzati che dovrebbero essere forniti all’Ucraina entro diverse settimane come parte della campagna di Londra per armare Kiev con armi a lungo raggio.

 

Lo scorso mercoledì, il ministero londinese ha pubblicato un video su Twitter con diversi tipi di droni. Uno è filmato mentre scaglia un siluro in acqua; un altro è mostrato mentre decolla da terra mentre guidato da un operatore; un terzo è stato catapultato dal ponte di una nave della marina.

 

«Le capacità critiche sono ora sulla carta», viene affermato nel video. «Le prime consegne arriveranno il mese prossimo».

 

 

Il ministero ha affermato che gli UAV sarebbero stati forniti all’Ucraina come parte di un pacchetto di assistenza da 92 milioni di sterline (116 milioni di dollari) annunciato all’inizio di questa settimana, riporta RT.

 

L’aiuto dovrebbe essere ottenuto attraverso il Fondo Internazionale per l’Ucraina, un meccanismo per fornire sostegno militare urgente a Kiev che include Regno Unito, Norvegia, Paesi Bassi, Danimarca, Svezia, Islanda e Lituania.

 

Mentre i funzionari della difesa del Regno Unito non hanno fornito alcun dettaglio sui droni presenti nella clip, il mese scorso il governo britannico aveva già dichiarato che avrebbe inviato «centinaia di nuovi droni d’attacco a lungo raggio con una portata di oltre 200 km» in Ucraina.

 

Parlando al quotidiano britannico Daily Telegraph, fonti anonime della difesa hanno detto che i droni sono principalmente destinati a trasportare munizioni e hanno «un effetto paragonabile a un proiettile di artiglieria». Una fonte ha anche detto al giornale inglese che l’intera questione dei droni è stata avvolta nel segreto a causa della questione della riservatezza commerciale del processo di appalto ancora in corso.

 

Il programma di nuovi droni va aggiungersi a rivelazioni e ipotesi riguardo l’esistenza di un programma ucraino di assassinio via drone che avrebbe tra gli obiettivi lo stesso Putin.

 

L’annuncio delle consegne di droni a lungo raggio è arrivato dopo che il Regno Unito ha fornito all’Ucraina missili Storm Shadow, che hanno una portata di oltre 250 km. I missili sono stati successivamente utilizzati da Kiev per colpire la popolazione civile nella città russa di Lugansk, secondo quanto sostenuto da Mosca.

 

Un certo clamore aveva anche suscitato la fornitura britannica a Kiev di proiettili all’uranio impoverito. Un deposito sarebbe stato colpito dalle forze russe, creando una nube radioattiva che, secondo la Russia, potrebbe minacciare di contaminare anche il resto dell’Europa.

 

La Russia ha ripetutamente messo in guardia l’Occidente dal fornire armi all’Ucraina, sostenendo che ciò non farebbe che prolungare le ostilità. All’inizio di maggio, commentando le consegne di Storm Shadow, il ministero degli Esteri di Mosca ha denunciato la mossa come un «passo estremamente ostile di Londra» che «conferma chiaramente il livello senza precedenti di coinvolgimento britannico» nel conflitto.

 

Come riportato da Renovatio 21, a sua volta Londra è stata minacciata dal vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, ed ex presidente della Federazione, Dmitrij Medvedev, che ha parlato della possibilità di usare i nuovi droni sottomarini nucleari Poseidon per scatenare uno tsunami radioattivo in grado di sommergere l’isola della Gran Bretagna, definita «avversario eterno» della Russia.

 

L’uso di armi britanniche negli attacchi alla Russia ha portato il Medvedev a dichiarare, due settimane fa, che specularmente i funzionari britannici in Ucraina possono essere ora quindi considerati obiettivi legittimi delle forze russe.

 

Secondo il Cremlino Londra avrebbe avuto un ruolo anche negli attacchi antirussi nel Mar Nero degli scorsi mesi, al punto che Mosca ha convocato l’ambasciatore britannico per chiederne conto.

 

Il ministero della Difesa russo aveva rilasciato l’anno scorso una dichiarazione che accusa gli inglesi di essere coinvolti negli attacchi terroristici sia nel Mar Nero (i gasdotti Nord Stream) che nel Mar Baltico (l’attacco alle navi nel porto di Sebastopoli).

 

Secondo quanto emerso lo scorso agosto da fonti russe, un deputato ucraino avrebbe dichiarato di aver discusso della «distruzione» del ponte di Crimea con il segretario alla Difesa britannico Ben Wallace a giugno 2022.

 

Ben Wallace, ricordiamolo, è in lizza per divenire il segretario della NATO.

 

 

 

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Militaria

Ex generale NATO: l’Occidente deve negoziare con la Russia, altrimenti l’Ucraina subirà una «catastrofica sconfitta militare»

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Il generale tedesco in pensione Harald Kujat, rispettato ex presidente del Comitato militare della NATO (2002-2005) ed ex capo di stato maggiore della Bundeswehr (2000-2005), ha espresso il suo disappunto in un’intervista del 2 maggio pubblicata su Preußische Allgemeine Zeitung riguardo al fatto che il cancelliere Olaf Scholz, durante il suo viaggio in Cina dal 16 al 18 aprile, non ha sostenuto il piano di pace cinese in Ucraina del 24 febbraio 2023.

 

«Avevamo sperato che il Cancelliere riprendesse l’iniziativa cinese di un anno fa e sostenesse Pechino in questa iniziativa» ha dichiarato il generale Kujat, spiegando che «nell’Unione Europea e nella NATO, il cancelliere dovrebbe prendere l’iniziativa e lottare per un ragionevole equilibrio di interessi tra le parti in conflitto, che in ultima analisi serve anche i nostri interessi e quelli di tutti gli europei».

 

«Il tempo sta finendo. Una catastrofica sconfitta militare per l’Ucraina può essere evitata solo se le ostilità cessano al più presto possibile e se si avviano negoziati di pace tra i due Stati belligeranti. Chiunque voglia salvare l’Ucraina deve intraprendere questa strada con risolutezza e fermezza».

 

«Perché, se guardi la situazione in modo imparziale, ti renderai presto conto che c’è solo una via per la sopravvivenza dell’Ucraina e per un futuro per il popolo ucraino: porre fine a questa guerra il più rapidamente possibile attraverso una soluzione politica» ha detto l’ex alto funzionario militare NATO.

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«Tuttavia, chi vuole proseguire sulla strada attuale deve sapere che si carica di un senso di colpa inaccettabilmente grande. E dovrebbe essere pronto a dire al popolo ucraino quali ulteriori perdite di vite umane e quale livello di distruzione del Paese imporrà loro per raggiungere obiettivi politici che non sono realizzabili».

 

La linea del Kujat sulla guerra ucraina è oramai risaputa.

 

Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa in un’intervista del 21 marzo alla radio Berlino-Brandeburgo (RBB), il generale tedesco aveva definito un’«assoluta assurdità» l’idea che l’Ucraina sarebbe in grado, solo con più munizioni, di respingere le truppe di Mosca, aggiungendo per soprammercato che le forze armate russe sono «più forti che negli anni ’80».

 

La scorsa estate il generale aveva messo in guardia dalla minaccia di guerra se la Germania dovesse soccombere alle pressioni NATO e consegnare missili da crociera Taurus all’Ucraina.

 

Come riportato da Renovatio 21, il nome del generale Kujat appariva in un appello di inizio anno da parte di generali tedeschi che si opponevano alla fornitura di carrarmati Leopard all’Ucraina.

 

Kujat è stato ispettore generale della Bundeswehr nel 2000-2002 e ha concluso la sua carriera militare come presidente del comitato militare della NATO nel 2002-2005.

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Immagine di NATO North Atlantic Treaty Organization via Flickr pubblicata su licenza Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic

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Geopolitica

Macron dice che con l’Ucraina sconfitta i missili russi minacceranno la Francia. Crosetto parla di «spiralizzazione del conflitto»

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Una vittoria totale della Russia sull’Ucraina, nella quale l’intero paese venisse sconfitto, sarebbe dannosa per la sicurezza europea e della NATO, poiché potrebbe consentire a Mosca di piazzare missili alle porte dell’UE, ha affermato il presidente francese Emmanuel Macron.   Sabato, in un’intervista al quotidiano francese La Tribune, Macron, che notoriamente ha rifiutato di escludere l’invio di truppe occidentali in Ucraina, ha ancora una volta sostenuto una politica di «ambiguità strategica» nei confronti della Russia, sostenendo che l’idea chiave alla base di tale approccio è per proiettare forza «senza fornire troppi dettagli».   Descrivendo la Russia come «un avversario», il presidente francese ha sottolineato che stabilire «limiti a priori» sarebbe interpretato come debolezza. «Dobbiamo togliergli ogni visibilità, perché è ciò che crea la capacità di deterrenza», ha sostenuto.

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Macron ha inoltre sottolineato che l’Ucraina è fondamentale per la sicurezza della Francia perché si trova a soli 1.500 chilometri dai suoi confini. «Se la Russia vince, un secondo dopo, non ci sarà più alcuna sicurezza in Romania, Polonia, Lituania e nemmeno nel nostro Paese. La capacità e la portata dei missili balistici russi ci espongono tutti», ha affermato.   I commenti del presidente arrivano dopo che, il mese scorso, aveva suggerito che le nazioni occidentali «dovrebbero legittimamente chiedersi» se dovrebbero inviare truppe in Ucraina «se i russi dovessero sfondare la linea del fronte, e se ci fosse una richiesta ucraina».   Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha risposto definendo la dichiarazione del Macron «molto importante e molto pericolosa», aggiungendo che è un’ulteriore testimonianza del coinvolgimento diretto di Parigi nel conflitto. Anche la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha avvertito che delle forze NATO «non rimarrà nulla» se verranno inviate in prima linea in Ucraina.   Alcune nazioni occidentali si sono espresse contro l’invio di truppe in Ucraina, compreso il Regno Unito, uno dei più convinti sostenitori di Kiev. Il ministro degli Esteri britannico David Cameron ha insistito venerdì sul fatto che, mentre Londra continuerà a sostenere l’Ucraina, i soldati della NATO nel Paese «potrebbero costituire una pericolosa escalation».   Il presidente russo Vladimir Putin, tuttavia, ha ripetutamente respinto l’ipotesi secondo cui Mosca potrebbe attaccare la NATO come «una sciocchezza», affermando che il suo Paese non aveva alcun interesse a farlo.   Nel frattempo, il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto ha attaccato Macron per i suoi commenti continui su possibili forze occidentali in Ucraina.   Crosetto ha affermato al Corriere della Sera che, se personalmente non può giudicare il presidente di un «Paese amico come la Francia», allo stesso tempo non riesce a comprendere «la finalità e l’utilità di queste dichiarazioni, che oggettivamente innalzano la tensione».   Il ministro ha inoltre escluso la possibilità che l’Italia invii le proprie forze per intervenire direttamente nel conflitto ucraino, perché «a differenza di altri, noi abbiamo nel nostro ordinamento il divieto esplicito di interventi militari diretti, al di fuori di quanto previsto dalle leggi e dalla Costituzione». «Possiamo prevedere interventi armati solo su mandato internazionale, ad esempio in attuazione di una risoluzione dell’ONU» ha continuato il capo del Dicastero della Difesa.   «Quello ipotizzato in Ucraina non solo non rientrerebbe in questo caso, ma innescherebbe una ulteriore spiralizzazione del conflitto che non gioverebbe soprattutto agli stessi ucraini. Insomma, non esistono le condizioni per un nostro coinvolgimento diretto».   Anche il ministro degli Esteri dell’Ungheria – che è Paese NATO – Peter Szijjarto ha condannato le osservazioni del presidente francese, spiegando che se un membro della NATO «impegna truppe di terra, ci sarà uno scontro diretto NATO-Russia e sarà allora la Terza Guerra Mondiale».

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Il primo ministro della Slovacchia – pure nazione NATO – Robert Fico ha anche sottolineato che la NATO non ha alcuna giustificazione per inviare truppe in Ucraina perché il paese non è uno Stato membro e ha promesso che «nessun soldato slovacco metterà piede oltre il confine slovacco-ucraino».   Come riportato da Renovatio 21, le minacce francesi hanno invece trovato terreno fertile in Finlandia, Paese appena divenuto membro della NATO.   Il presidente francese si è spinto fino al punto di immaginare un ritorno della Crimea all’Ucraina. Putin ha sostenuto che truppe di Stati NATO già stanno operando sul fronte ucraino, e che l’Occidente sta flirtando con la guerra nucleare e la distruzione della civiltà.   Gli stessi francesi, secondo un sondaggio, sono contrari all’idea di soldati schierati su territorio ucraino proposta da Macron, il quale, bizzarramente, ha poi chiesto un cessate il fuoco per le Olimpiadi di Parigi della prossima estate.

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Immagine di EU2017EE Estonian Presidency via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic  
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Militaria

Gli ucraini con l’HIV presteranno servizio nell’esercito

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Le persone affette da HIV, tubercolosi e cancro, così come alcune persone con dipendenze da sostanze, saranno costrette a prestare servizio nelle forze armate ucraine, secondo la nuova bozza di regole pubblicata venerdì dal ministero della Difesa di Kiev.

 

Le nuove regole eliminano lo status di «ammissibilità parziale», costringendo coloro che precedentemente erano qualificati come tali a frequentare una commissione medica militare per la rivalutazione, ha spiegato il ministero. Gli ufficiali militari decideranno se la salute dei recluti consentirà loro di prestare servizio in prima linea o di svolgere lavori meno impegnativi nelle retrovie.

 

Ad esempio, i malati di tubercolosi verranno respinti solo se presentano gravi danni ai polmoni e rappresentano una minaccia di infezione attiva. Alle persone con malattie attive meno gravi verrà ordinato di presentarsi per un nuovo esame entro sei mesi. A quelli ritenuti «clinicamente curati» verranno assegnati ruoli meno impegnativi, mentre i pazienti con “cambiamenti residui dopo una tubercolosi trattata” potranno essere inviati in prima linea.

 

Anche i malati di cancro e le persone sieropositive in remissione sono considerati idonei per alcune o tutte le posizioni militari secondo le nuove regole, a seconda della loro funzionalità.

 

Il ministero sta adottando lo stesso approccio nei confronti delle malattie mentali. Ritiene idonee a svolgere compiti non di combattimento le persone affette da episodi «rari» di schizofrenia o da una dipendenza da sostanze «lieve». I pazienti con disturbo da stress post-traumatico verranno completamente respinti solo se soffrono di problemi «gravi manifestati» e saranno temporaneamente interdetti dal servizio dopo aver subito un episodio recente.

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All’inizio di quest’anno, Zelens’kyj ha affermato che l’Ucraina aveva subito solo 31.000 morti tra i soldati nel conflitto con la Russia, una cifra che persino i media occidentali favorevoli a Kiev hanno definito un eufemismo.

 

L’esercito ucraino intende arruolare centinaia di migliaia di truppe aggiuntive, spiegando che i soldati esausti in prima linea devono ruotare e riposarsi. Nel redigere le riforme, i legislatori hanno considerato il diritto di dimettersi dall’esercito dopo un certo periodo di servizio. Il governo ha affermato che non ci sarà alcuna smobilitazione finché durerà il conflitto con la Russia.

 

Il ministro della Difesa russo Sergej Shoigu ha stimato venerdì che le vittime militari ucraine solo quest’anno hanno superato le 111.000, scrive il sito governativo russo RT.

 

Il reclutamento di sieropositivi, tubercolotici e malati di mente era già stato discusso dalla politica ucraina mesi fa.

 

Come riportato da Renovatio 21, a gennaio, per la prima volta dall’inizio del conflitto, il ministero della Difesa ha acquistato 50.000 uniformi femminili. Mesi fa era emerso che tutte le donne in Ucraina che hanno una formazione medica o farmaceutica sarebbero state obbligate a registrarsi presso l’esercito.

 

Al momento, la leva ucraina è risparmiati ai circensi, ma riguardo all’esclusione dei sacerdoti cattolici è in discussione.

 

Nel frattempo, decine di renitenti alla leva muoiono cercando di lasciare il Paese.

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